mercoledì 27 Marzo 2024

Cuccioli & Agility

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Qual è l’età più adatta per avvicinare il cane all’agility?
In molti pensano che sia indispensabile iniziare quando il cane è ancora un cucciolo e che un cane adulto abbia più difficoltà ad imparare.
Altri ritengono che con un cucciolo sia troppo presto e che sia necessario aspettare l’età adulta.
Altri ancora posseggono un cane ormai in là con gli anni e si rammaricano di non aver iniziato prima, pensando ormai di essere irrimediabilmente tagliati fuori.
In realtà, se il cane è in salute, non è mai troppo presto o troppo tardi per avvicinarsi all’agility dog; l’importante è lavorare nel rispetto del cane, tenendo presente, per ogni età, i limiti fisici e di apprendimento.

Ho un cucciolo, posso praticare l’agility dog?
Con un cucciolo è senz’altro possibile avvicinarsi ad un campo di agility, ma non ancora praticare realmente questo sport.
L’attuale regolamento italiano ha spostato a diciotto mesi l’età minima consentita per iscriversi ad una gara ufficiale, a differenza di quanto avveniva in passato, quando un cane di quindici mesi poteva già gareggiare.
Cosa si può fare fino ad un anno di età?
Un cucciolo, si sa, impara in fretta e con immediatezza. Tuttavia non è ancora psicologicamente maturo per sopportare un tipo di addestramento troppo impegnativo a livello cerebrale, senza contare che il fisico non è ancora propriamente formato.
Sforzi eccessivi e continuati come affrontare i salti, la palizzata o lo slalom possono essere deleteri, soprattutto per i soggetti di taglia grande o gigante (per i quali è meglio, comunque, chiedere consiglio al veterinario anche in età adulta).
E allora, che cosa si può fare?
L’agility, per chi non lo sapesse, è una disciplina che consiste nel far superare al cane una serie di ostacoli in ordine sempre variabile, nel minor tempo possibile. La difficoltà per il cane non sta tanto nell’affrontare i singoli ostacoli, ma piuttosto nel cercare di interpretare e rispondere ai comandi impartiti dal conduttore, che a volte risultano confusi e contraddittori.
Per ottenere questo è necessario avere non solo un buon controllo del cane, ma soprattutto un’ottima intesa reciproca: conoscersi bene è essenziale per poter comunicare al meglio non solo con la voce ma anche con il linguaggio del corpo. Nei primi mesi di vita del cane conviene dunque concentrare il lavoro non tanto sugli ostacoli in sé, ma piuttosto sulla motivazione, l’obbedienza e l’intesa reciproca.

La motivazione
L’agility, per il cane, deve essere prima di tutto divertimento: solo un cane che in campo si diverte davvero lavorerà con quella gioia che poi si tradurrà in spinta e velocità.
Il primissimo approccio del cucciolo al campo deve essere ludico: giocare in campo è la cosa migliore (in alternativa, si può usare del cibo) per creare da subito un’ associazione positiva che resterà indelebile nella memoria del piccolo.
Un’altra cosa importante da fare è socializzare il cucciolo con i vari ostacoli: farlo familiarizzare con i loro materiali (la plastica del tubo rigido, il telo del morbido, le superfici ruvide delle zone), con i rumori che essi producono (il tonfo della discesa della bascula, per esempio), con i movimenti ondulatori tipo quello della bascula (si può cominciare con una tavola resa un po’ traballante da un sasso messo sotto), con l’altezza della passerella o della palizzata, con l’oscurità del tubo.
Questa familiarità tornerà utile quando inizierà l’addestramento vero e proprio: il cane si mostrerà sicuro di sé e perfettamente a suo agio, senza mostrare alcun timore.

Obbedienza
In una fase successiva si passa ad impartire al cucciolone i rudimenti dell’obbedienza; per far questo si possono usare gli ostacoli come fossero attrezzi di una palestra.
Il richiamo è il comando fondamentale e può essere insegnato sia lontano dagli ostacoli sia, per esempio, di fronte ad un salto o ad un tubo: un collaboratore o l’istruttore terrà il cucciolo davanti al salto oppure all’entrata del tubo, mentre il padrone/conduttore lo chiamerà dalla parte opposta, allettandolo con il gioco preferito.
Una volta che il richiamo è già assimilato, si passa al resta.
Il resta, nelle diverse posizioni (in piedi, seduto, terra), può essere insegnato prima sul tavolo e poi, via via, davanti agli altri ostacoli; il salto, il tubo, la ruota.
Per aggiungere varietà conviene combinare il resta con il richiamo, premiando sempre ogni esecuzione corretta, ignorando l’errore e limitandosi a far ripetere, con calma, l’esercizio.
Un’altra possibilità che prevede l’impiego degli ostacoli è l’insegnamento della posizione “two on – two off “ (due zampe su, due zampe giù) sull’uscita delle zone di contatto.
Come in ogni cosa è bene cominciare sempre dall’esercizio più facile, in questo caso dalla palizzata, perché più larga rispetto alla passerella.
La palizzata può essere aperta al massimo o addirittura appoggiata a terra, così da rendere l’esercizio sicuro anche per il cucciolo. Analogamente la passerella può essere smontata, togliendo la rampa di discesa e appoggiandola al tavolo, così da diminuire l’altezza e l’inclinazione.
Anche la condotta tra gli ostacoli è molto utile per insegnare al cane a focalizzare la sua attenzione sul conduttore, anziché sugli attrezzi (che in questo caso, agiscono da distrazione).
Non è necessario pretendere una condotta stretta, anzi, è preferibile accontentarsi che resti vicino o, meglio ancora, che impari a seguirci da entrambi i lati (destra e sinistra).

Le basi della conduzione
Infine, si può passare alle basi della conduzione, insegnando al cucciolone a seguire le mani e i movimenti delle nostre braccia, a correre vicino a noi, oppure più lontano.
Anche senza ostacoli, con una pallina in mano (si presta meglio per insegnare i movimenti a distanza, ma anche un biscotto va bene), si cominciano ad abbozzare i primi cambi.
Con un solo salto, facendo perno intorno al montante e disegnando un semicerchio con la mano, si richiama il cane insegnandogli a girare verso di noi; oppure, lanciando la palla dalla parte opposta, a girare in direzione contraria.
Come avrete visto, gli esercizi che si possono fare con un cucciolo sono innumerevoli (ne ho citati solo alcuni), tutti utili e divertenti. Anche se non si tratta di vero e proprio “addestramento”, bisogna però evitare di strafare e non forzare i suoi tempi di attenzione: le sessioni devono dunque essere brevi (meglio fermarsi prima che il cucciolo perda interesse o mostri stanchezza) e concludersi con una nota positiva.
Non vale dunque la pena di bruciare le tappe, ma conviene piuttosto “investire” tempo ed energie nel gettare le basi, privilegiando il rapporto con il proprio cane alla pratica fine a se stessa. Solo così il cucciolo imparerà a considerare l’agility come un mezzo per relazionarsi con noi e non, come spesso accade, come un fine o come il luogo (a volte l’unico) dove poter sfogare le proprie energie.
Lo stesso, ovviamente, dovrebbe valere per noi!

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