venerdì 29 Marzo 2024

Animalisti e razzisti

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Qualche tempo fa ero fuori per una serata con amici, per una volta tanto, e non sempre, sempre, sempre, solo con i miei cani.
Per quanto li adori e viva per loro…credo di avere il diritto, anch’io, di staccare la spina ogni tanto.
Sono certa di passare una serata divertente, mi reco in un luogo dove fanno concerti… entro, mi guardo intorno, e una delle prime cose che mi colpisce é lo stand degli animalisti: adozioni, raccolta di firme per salvare gli orsi cinesi, la foresta amazzonica… ed infine, uno shock: due bei barboni super toelettati, seduti dentro un’auto lussuosa, con questo slogan: “Ci sono molti modi di essere razzisti. Acquistare un cane o un gatto di razza é uno di questi.”
Credevo di poter passare una serata senza pensare ai cani… credevo, appunto!

L’aneddoto – e il relativo manifesto – sono di qualche anno fa: ma la situazione non è cambiata, da allora. Il concetto del cane che “non si deve vendere” e l’invito a non acquistare cani di razza sono sempre diffusissimi.
Eppure, quando si sceglie di condividere parte della vita con un animale, si ha il diritto – dovere di sapere che tipo di vita si farà con lui, che sia un cane, un gatto, un pesce rosso, un’iguana o un ragno. E credo che questo vada al di là della semplice suddivisione zootecnica: “appartenente alla specie canina”, o felina o quella che preferite voi.
Sarebbe già molto, moltissimo, se il nuovo proprietario del “pet” in questione fosse a conoscenza delle necessità MINIME del suo nuovo animale: così eviterebbe di tenere il pesce rosso nel bicchiere o l’iguana nella piscina condominiale.
Quando poi si tratta di cani e gatti, stando agli animalisti, sembra che gli unici degni di attenzione siano i meticci.
Eppure nei rifugi é facile trovare anche cani di razza o presunti tali.
Forse che loro non sono degni di attenzione come gli altri?
Vorrei partire dall’inizio della storia di uno di questi animali , cane o gatto che sia.

Una famiglia normale, con una vita normale, decide di inserire all’interno del proprio ambiente un animale da compagnia, un cagnolino.
Decide di recarsi in un rifugio e vedere cosa propongono.
Il primo scoglio é TROVARLO, il rifugio!
Dopo diverse telefonate, alcune indicazioni parziali che portano ad altre telefonate, finalmente trovano il posto.
Vi si recano, certi di trovare tanti bei cuccioli teneri e profumati da portarsi a casa.
I cani ci sono e, primo problema, certo non sono profumati.
Tenere pulito un canile é lavoro duro, faticoso e arduo: come si termina di fare il giro delle pulizie, si ricomincia!
Dietro alle reti i cani abbaiano, cercano l’attenzione dei visitatori, alcuni sono più dolci, altri meno, ma la sostanza non cambia: non sono cuccioli.
La famiglia normale, assolutamente a digiuno di qualsiasi nozione base di conoscenza cinofila, comincia a porsi mille domande, ma la sostanza é sempre una sola: si affezionerà? Ci amerà? Saprà imparare a tenersi pulito? Abbaierà in condominio? Come potrò insegnargli ad andare al guinzaglio?
I volontari dei rifugi, per quanto animati da buone intenzioni e tanta, tanta volontà, non sono in grado di consigliare alla famiglia il cane giusto.
Non conoscono il passato del cane, a volte il cane é nel rifugio da così tanto tempo che il suo adattamento alla vita esterna potrebbe portare dei problemi.
Le possibilità di conoscere ogni singolo cane, quando tanti richiedono le loro attenzioni, sono molto poche.
A volte si aggiunge quel pizzico di presunzione animalista che fa parte del ruolo, che porta a credere che il modo migliore per tenere un animale sia “come un figlio”.
Se tutto va bene, la famiglia prenderà un cane, che si porterà a casa…e – da ricerche condotte presso il Canile sanitario di Milano e pubblicate per intero su Cinologia n. 3/99) – i risultati sono questi:
a) i cani vengono scelti senza nessuna ragione particolare: il cane viene adottato per “amore degli animali”, benché il periodo medio di permanenza nella nuova famiglia sia di circa un mese (+ del 79%) pur in presenza di un alto numero di famiglie con precedenti esperienze di cani;
b) i cani vengono riportati al canile per i più svariati motivi: casa troppo piccola, regolamento condominiale che non lo permette, allergie, troppo impegnativo, mentre altre motivazioni vengono riferite all’animale stesso benché nella stragrande maggioranza dei casi non si tratti di cani difficili, dominanti o ribelli.
c) il cane non riceve alcun tipo di educazione dal momento in cui lascia il rifugio ed entra in casa, non viene seguito correttamente dal punto di vista psichico, non viene portato dal veterinario, se non in rari casi, per la sterilizzazione.

Fondamentale, a questo punto, porsi delle domande: se una famiglia decide di adottare un animale “per amore”, perché lo sceglie senza nessuna preparazione?
Non sarebbe forse meglio dare una giusta importanza alla motivazione, per evitare di incorrere in imprevisti? L’adozione in un canile/rifugio è un gesto molto generoso, ma va comunque vissuto con responsabilità.
Una famiglia é formata da più persone, con esigenze diverse, attitudini diverse, ed é difficile trovare il cane giusto.
Il cane deve essere scelto con criterio, in funzione delle possibilità della famiglia.
Se l’appartamento é piccolo e c’é poco tempo da dedicare alla toeletta del nostro animale, é improbabile che la vita possa scorrere serenamente con un soggetto di grande mole o con pelo lungo.
Quando ci sono bambini piccoli o persone anziane, un soggetto dolce e remissivo, non troppo irruente nel comportamento é quello più adatto.
Se si tratta di persone attive e sportive, invece, va bene anche il soggetto più atletico, con maggior necessità di movimento.
Sempre dalle statistiche sopra menzionate é risultato che i cani che meglio sono stati accolti nella nuova famiglia appartengono a persone che hanno fatto una scelta mirata, in base al carattere dell’animale, alla sua taglia, al sesso, al suo utilizzo futuro, in una parola in base alle possibilità della famiglia.
Questo é veramente “amore per gli animali”!
L’animale con cui condividere un tratto della vita va scelto non solo per “amore”, ma anche con grande senso di responsabilità.
Le motivazioni “estetiche” – perché ci piace – hanno poca probabilità di sopravvivere dopo un paio di settimane di “disagi canini”.
Ancora di più vanno valutate le qualità caratteriali del soggetto che scegliamo.
Una bella statuina potrà piacerci a lungo…ma una bella statuina che sbava, abbaia, sporca, distrugge, nell’arco di pochi giorni ci farà cambiare idea.
Eppure chi sceglie il cane di razza viene tacciato di razzismo!
Il cane di razza, se ben selezionato, presenta pochissime incognite morfologiche o caratteriali: si sa che un terrier é più irruento di un carlino, che un afgano ha necessità di cure del pelo che non ha un amstaffi, che un mastino napoletano occuperà più spazio di un setter.
Quando il cane viene scelto presso un allevatore serio – e noi DOBBIAMO rivolgerci solo a loro – questi ci darà tutte le indicazioni per crescere nel modo più idoneo il cucciolo di quella razza, dal punto di vista nutrizionale, dell’educazione, della vita in famiglia.
Se non ci riterrà persone adatte alla razza non cederà il cucciolo, proprio per il bene del cane, e ci indirizzerà su altre razze più adatte a noi.
Qualora avessimo dei problemi sarà sempre disponibile ad aiutarci, e se la vita ci imponesse di separarci dal nosto cane, lo ritirerà e saprà trovargli prestissimo una nuova famiglia che lo accolga.

Per un cucciolo di razza é necessario qualche sacrificio in più, anche economico, per consolidare questa responsabilità.
Ciò non deve essere considerato in modo negativo, poiché non si tratta della mercificazione di un essere vivente.
E’ l’espressione di ciò che l’allevatore ha fatto per arrivare ad ottenere quell’omogeneità che ci permette di poterci rivolgere a lui con un’alta probabilità di trovare il soggetto adatto a noi; del suo lavoro; delle sue preoccupazioni; delle sue notti in bianco per accudire i cani; delle spese sostenute con lo scopo di ottenere soggetti sani, tipici ed equilibrati, sempre più aderenti a ciò che si chiama standard di razza.
In questi casi, il cane non finirà mai in un rifugio.
Eppure, gli animalisti ci chiamano razzisti.

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22 Commenti

  1. Sinceramente non sono d’accordo:
    Certo definirlo razzismo è si esagerato, ma ci sono tanti poveri cani che cercano una casa e che aldilà di tanti bei discorsi di comportamento attitudini fisiche eccetera, rimangono condannati a vivere una vita triste.
    Io non credo che chiunque debba prendere un cane, ma credo che una persona che si intende un minimo di cani sia in grado di sceglierlo. E penso anche che chi non sa niente di cani, come non sa scegliere il cucciolo al canile, non sa scegliere nemmeno il cane di razza..
    io ho due meticci, l’ultima l’abbiamo presa 7 mesi fa al canile, aveva 5 mesi ed era stata abbandonata. Si è integrata benissimo nella nostra famiglia, ora vive una vita felice che altrimenti non avrebbe mai potuto vivere, se avessi deciso di andare in un allevamento e “scegliermi” il cucciolo a mò di giocattolo..

    • Tutti quelli che vogliono un cane generico solo per il gusto di avere il cane fanno bene a prenderlo in canile.

      Devi però considerare tutte quelle persone che vogliono un cane da lavoro con doti molto specifiche che mai troveremo in un canile.

      Io stesso prendo sempre cani da difesa solo di razza Rottweiler e nello specifico di particolari linee di sangue tedesche(quindi si va a sua volta ad eliminare un 80% dei Rott).
      Per capirci o prendo ciò che voglio o preferisco non prendere nessun altro cane.
      Non perchè sia un esaltato egoista, ma solo perchè per il mio cane faccio dei sacrifici incredibili sia fisici che economici e per tenere viva questa passione giorno dopo giorno ho bisogno che mi restituisca quel “qualcosa” che solo una minoranza di esemplari sanno darmi.

      In conclusione tutti quelli che vivono il cane come me non tolgono nessuna possibilità al povero trovatello del canile.

      • Quand’è così non posso che essere d’accordo con te. Il tuo discorso non fa una piega. Io parlo della famiglia che cerca un cane da compagnia che faccia parte della famiglia. A quel punto non credo che la razza faccia differenza, ed allora tanto vale salvare un povero cane sfortunato che vive in un canile.

  2. Il problema è che la figura dell’allevatore serio è assolutamente minoritaria e sottostimata. Per questo per molta gente comprare un cane significa andare in un negozio o dall’amico del ‘cuggino’ di turno. E visto che i presunti ‘animalisti’ fanno leva sul fattore economico… A me risulta che le persone che vivono in case d’epoca ricevano sussidi per fare le ristrutturazioni necessarie alla loro salvaguardia; che le associazioni che si occupano di salvaguardare risorse culturali del loro territorio possano fare domanda e ottenere aiuti dagli Enti pubblici; che ci siano anche aiuti per chi a vario titolo preserva QUALSIASI bene ritenuto comune, per esempio l’Unesco dà fondi per il mantenimento dei siti che considera patrimonio dell’umanità. Quando mai ci sono stati fondi destinati agli allevatori per aiutarli a salvaguardare le razze, almeno le meno conosciute, le più ‘a rischio’, ?!?!? È triste ma siccome viviamo in un mondo molto condizionato da fattori economici questa è la prova che alle razze canine NON si riconosce lo status di bene collettivo da valorizzare e proteggere.

    • Hai perfettamente ragione.
      LA figura dell’allevatore è sconosciuta ai più mentre è molto più in voga il negozzietto di animali che mostra in vetrina i suoi “prodotti”. E si, in questo caso si che possiamo parlare di “prodotti” perché i poveri amici a 4 zampe vengono trattati come tali.
      Nel mio quartiere c’è un negozio di animali che espone cuccioli di vario genere sia il giorno che la notte e fa affari d’oro nonostante prometta pedigree e poi non li consegni mai e che molto spesso non svermina ne vaccina i poveri animaletti! Il bello è che tuttti sanno cosa accade ma nessuno muove un fottuto dito.. la sedicente associazione animalista della zona è più impegnata a farsi bella aprendo parchi bau invece di tentare di far chiudere questa attività..e poi ti chiedi perché a uno gli viene l’urticaria solo a sentir nominare la parola “animalista”..
      “NON COMPRATE CANI” non è una campagna efficace, non serve e confonde ancora di più le ide..
      Bisognerebbe fare campagne contro i “cagnari” che siano a favore sia dell’adozione presso un canile sia presso un allevamento serio.. questo siginficherebbe informare la gente in maniera corretta.

      • ti cito: “la sedicente associazione animalista della zona è più impegnata a farsi bella aprendo parchi bau invece di tentare di far chiudere questa attività”
        anche si, ma anche no: qui in zona da me c’è cagnaro conosciutissimo anche in ASL; tempo addietro sono riusciti a fargli chiudere attività con tanto di denucnia (lui e il veterinario compiacente) per un illecito finito anche sui giornali. Il fatto è che questo qui ha fatto una cosa velocissima: ha intestato l’attività alla moglie e voilà, problema risolto, non ha smesso di cagnareggiare neppure 1 minuto. i responsabili asl gli stanno addosso ma lui è uno di quelli che ha un canile a super norma, tutto in regola come licenze, scarichi, automezzi, burocrazia ecc ecc. Quando lo hanno pizzicato lo scorso anno è stato un vero colpo di C..lo Il fatto è che NON esiste il divieto di vendere/commercializzare animali provenienti dall’estero o di esporre e vendere animali in vetrina. e quindi si può far ben ben poco..

        • ps: aggiungo che non ha neppure avuto la decenza di cambiar nome all’attività.. qui in zona lo sanno tutti che lui e il negozio in città lavorano insieme e fanno schifezze, eppure vende lo stesso a un mare di gente. io è QUESTO che non mi spiego….

        • Mi sembra che per legge non puoi esporre gli animali per vendita non più di tot ore (ogni regione dovrebbe avere delle disposizioni specifiche).. e comunque se io contatto una associazione, sengalando la situazione e non ricevendo nemmeno una straccio di risposta mi viene da pensare che non ci sia poi tutto questo interesse..
          Al di la di ciò, secondo me uno dei motivi per cui i cagnari continuano a vendere è perché non viene assolutamente fatta una degna campagna informativa. Ripeto lo slogan “NON COMPRATE CANI” o peggio “CI SONO TANTI MODI PER ESSER RAZZISTI, COMPRARE UN CANE DI RAZZA E’ UNO DI QUESTI”, non significa un bel niente e fa disinteressare soprattutto coloro che stanno pensando ad una razza specifica per la propria famiglia e che, ignorando il mondo degli allevatori, si affidano al negoziaccio di turno! E’ evidente che l’unico messaggio che passa è “non comprate i cani perché dovete salvare quelli nel canile” e non quello che dovrebbe passare, cioè “non comprate i cani da un negozio perché alimentate uno sfruttamento che solo a parlarne viene il vomito, composto da fabbriche di cuccioli, trasporti lunghi che costano la vita a molti di loro e fatto di esseri condannati ad una vita difficile perché condizionata da questi traumi”..

  3. E’ quello che ho sempre affermato io.
    C’è anche da considerare un fatto, che molti tendono a sottovalutare.
    Se si ottiene qualcosa che non costa nulla si è portati a dargli un valore minore rispetto a quello che invece paghiamo. Questo ovviamente non siginfica che il cane vale di più perché costa, ma è un processo che avviene nelle testa delle persone, soprattutto quelle più insensibili ed a rischio abbandono.
    Spesso quindi succede che si vada al canile con leggerezza anche per questo aspetto ed il conseguente abbandono o restituzione al mittente del povero pelosone viene vista dallo sciagurato ex padrone come una cosa conveniente per lui.. se avesse speso 800 euro sicuramente ci penserebbe almeno due volte prima di riportare indietro il cagnolotto, non credete?!
    E poi è talmente una fesseria questo slogan che si rivolta contro chi lo porta avanti: sono loro i veri razzisti e la loro smania di voler aiutare gli sfortunati cani (che alle volte non è propriamente dettata dall’amore, ma questa è tutta un’altra storia..) ad ogni costo non gli fa capire che in questa maniera non li stanno aiutando affatto!!
    Se qualcuno si mettesse di fronte ad un orfanotrofio agitando un cartello con su scritto:”Adottate un bambino, se fate un figlio siete dei razzisti!” lo rinchiuderebbero per direttissima in un istituto di igene mentale.. forse dovremo farlo anche con questi pseudo animalisti… ormai per me il termine animalista è diventato quasi un offesa..perché un individuo deve capire che fa parte di un ecosistema ed è quello che deve curare e difendere nella sua totalità e non solo gli animali o solo gli uomini o solo le piante..solo così c’è equilibro..

    • il concetto è quello che ho cercato di esprimere ad una persona che presta la sua opera da volontario in un canile di zona vicino a me.. bhe.. nn mi ha sputato in un occhio perchè è una persona educata ma la sua espressione diceva tutto.. 🙁 eppure anche il cane in canile è stato curato, mantenuto, spulciato, vaccinato, magari anche sterilizzato e fors’anche sottoposto a visite veterinarie specifiche se ha rivelato turbe comportamentali e poi anche rieducato… tutte quelle spese vengono coperte dal comune e dal lavoro dei volontari e dalla racconta fondi fatte in tanti modi diversi, anche ingegnosi, ammirevoli.. ma alla fine il cane viene via agratisse e questo secondo me è concettualmente errato proprio per quanto da te espresso, anuk !

  4. capisco benissimo… a proprio modo ognuno di noi è spesso visto come bieco individuo, poco onesto, solo in virtu’ della categoria che rappresenta. Capita anche agli stessi animalisti, e ai cinofili in generale.

  5. uff denis !!! 🙂 vicino a me ci sono almeno 6 allevatori, 7 con me, che allevano con etica e competenza.. e UN cagnaro. certo quest’ultimo vende molto di + di tutti noi messi insieme (tutti noi messi insieme NOn abbiamo in un anno il n di cuccioli che lui smercia in un mese, alleviamo al massimo 2 razze e non trecento23 ecc) .. Non conto le cucciolate fatte canedelcugino/canedelvicino.. cmq alla fine qualche differenza la facciamo pure noi 🙂 e siamo i primi a dire ‘andate in canile! ci sono cani, meticci, di razza o simile’ … perchè un canile non può fare altrettanto indirizzando SOLO verso allevatori seri? .. .. 🙁 va bhe vado a dar da mangiare alle mie caprette che mi fanno ciao ..

    • sì, si’ infatti ti do superragione… è proprio in termini di quantità sul totale. Se dissuadi 100 persone a prendere un cane di razza, né dissuadi 99 a prenderlo da un cagnaro o simile. E UNO a prenderlo da un allevatore serio. Poi, va a finire che quello che lo prende dall’allevatore serio è anche quello intelligente che sa guardare a questa propaganda con occhio critico e non si fa influenzare a costo di apparire razzista agli occhi dei comuni mortali.
      Certo hai ragione anche a dire che i canili potrebbero consigliare gli allevatori seri, cosi’ come gli allevatori seri consigliano i canili. Il guaio è che poi è l’acquirente medio che non sa distinguere l’allevatore serio da quello che “dice di essere serio”… e se gli dai questo spiraglio è già caduto nelle mani di qualcuno che gli rifila un cane che non è meglio di quello che c’è in canile.
      Quindi è triste ammetterlo che… alla fine, anche se spesso è un messaggio dato in malafede o con ignoranza da parte degli animalisti, è comunque meglio che per “la massa” passi il messaggio, non si comprano i cani.
      A distinguere gli allevatori etici e competenti non basta uno slogan… serve informazione, cultura… e qui lo stiamo facendo…. Ma lo devono fare gli allevatori etici e competenti, non si può pensare che lo facciano i volontari dei canili che, ovviamente concentreranno i loro impegni a tutelare i loro protetti. Marginalmente qualcuno lo può fare.

      • ok denis, ma vogliamo fare un passo avanti e fare EDUCAZIONE CINOFILA? .. spiegare cosa chiedere, cosa guardare, cosa accertare ecc ecc.. e anche dare 2 prezzi? lo capisco che spendere una cifra che spesso è oltre i 1000 euro sia un sacrificio, ma cazzo, i sacrifici che vengono fatti per arrivare a ‘quel’ prezzo (e non parlo di expo, ovviam) che quel prezzo comprende test genetici, caratteriali, morfofunzionali ecc ad esempio… quello mai, .. 🙁 chi alleva è visto come lo sfruttatore schifoso e basta. posso dirti che ne ho piene le palle? (spero si possa scrivere su tpic.. )

        • Dani hai tutto il mio rispetto ed appoggio.. e poi chi si fa influenzare da una campagna tanto becera non dovrebbe affatto adottare un cane.. come potrebbe mai un animalista affidare un povero cagnolotto ad un decelebrato? Secondo voi è meglio in mano ad un idiota piuttosto che dentro ad un canile? Il problema dei cani nei canili non si risolve affatto così..

  6. Anche a me non piace questa campagna…
    Perfortuna non è sempre cosi’ dannosa di quanto si possa pensare. Perché si rivolge alle “masse”, non alle élite (formate da gente abbastanza intelligente da ccapire che la tesi sostenuta è un’idiozia).
    La massa invece quando decidde di “comprare” un cane di razza, non va dall’allevatore serio, competente appassionato, bravissimo. O non lo trova…. alla stessa stregua dei rifugi, gli allevatori seri sono introvabili, piu’ o meno per gli stessi motivi. Fai tu stessa un indagine tra i primi cani di razza che incontri nel raggio di qualche chilometro da casa tua. I cani che ci sono nelle case. Quanti sono che davvero provengono dall’allevatore bravo che ti segue, che ti consiglia il cane giusto, che ti dice che quella non è la razza giusta per te, che ti dà garanzie sul carattere, sulla salute sul comportamento? Due su cento? Uno. Perché l’altro faceva finta e la parte seria era di facciata. Gli altri provengono in prevalenza da negozi, una buona fetta da cucciolifici multirazza e solo alla fine arrivano gli “allevaMENTI”. Ma non chiamiamoli allevatori visto che nella maggior parte dei casi preoccupano del fattore reddito piu’ che del fattore tutela della razza e accolgono a braccia aperte il cliente che vuole quel cane li’ perché gli piace, perché l’ha visto nella pubblicità della panna montata, senza fare domande e rompere i coglioni. Poi ci sono gli immancabili cani dell’amico, o del cugino o del nipote che ha fatto la cucciolata col cane del vicino di casa e si è accorto di aver fatto una cazzata e che per non rischiare di ritrovarsi con cinque cani che non saprebbe dove mettere, fa un prezzo stracciato, li caccia in braccio ai bambini al parco per scatenare i “mamma me lo compri”.
    Per la “gente” il cane di razza è questo. E allora…. piuttosto che questo, è meglio il canile, davvero. Perché non è il caso della persona che sceglie il labrador perché vuole un cane grande, buono con tutti, che abbai poco, facile da tenere in ordine, o quello che sceglie il jack russel perché vuole un cane dinamico, robusto, buon avvisatore, che non lasci troppo pelo in casa….ecc ecc. E’ il caso di quello che sceglie il cane e solo dopo impara se e buono con tutti o abbaia agli estranei, se perde il pelo oppure no. E si adegua (se va bene). Potrebbe prendere *qualsiasi* cane al canile
    e avrebbe le stesse garanzie. Se solo poi ha la fortuna di trovare qualche volontario con *un minimo* di competenza che lo indirizza verso qualche soggetto adatto… le garanzie date dal canile diventano maggiori.
    Per quei soliti due idealisti incompresi che allevano cani di razza con etica e competenza… effettivamente questa propaganda è ingiusta. Ma loro si rivolgono a un altro target… il proprietario medio non ha nemmeno la capacità di dare valore alla competenza e all’etica. Vede solo UN prodotto e UN prezzo.. e finisce ugualmente per andare in negozio. E allora è meglio che vada in canile.

    RIASSUMENDO: non avendo spazio e speranze di spiegare tutta questa pappardella qui, gli animalisti hanno preferito liquidare il tutto con NON COMPRATE CANI. E il risultato finale è identico.

    P.S.
    lo slogan dice di “non comprare” cani di razza. Quindi non è che si fa razzismo per i cani di razza presenti al rifugio… che possono essere adottati come gli altri.

    • La “massa” come la chiami tu non dovrebbe adottare un cane, ma solo “quell’elitè”, cioè persone consapevoli di quello che significa adottare un cane.. altrimenti il cane adottato che provenga da un allevamento o da un canile nella maggior parte dei casi diventa un problema per se stesso e per gli altri..
      Un esempio: non riesco più a frequentare un parco bau che sia uno.. motivo? è pieno di cani che non sanno comunicare e talvolta anche pericolosi.. questo che vi fa pensare?

      E comunque non sono così pochi gli allevatori seri, che fanno il loro lavoro per una sana passione.. poi gli speculatori ci sono ovunque e sono sempre dietro l’angolo…

    • @Dani: pian pianino sto recuperando tutti i pezzi del “vecchio” tpic… sto a maggio 2004! Non so se verrà fuori un casino, anche perché ho già pubblicato un mio pezzo sullo stesso tema moooolto più “cattivo” del tuo, e a parte qualche battuta sarcasticanimalista non è successo granché :-). Magari nel frattempo gli animalisti hanno cominciato a capire un po’ di più sulla differenza tra “allevatore” e “commerciante di cani”. Sperem!

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