giovedì 28 Marzo 2024

Allevamento=rovina della cinofilia?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

Non se ne può più.
Mi viene – giuro – la bava alla bocca ogni volta che sento ripetere due concetti che sono ormai diventati dei veri e propri  “tormentoni” della cinofilia.
Il primo, di cui abbiamo già ampiamente dibattuto, è: “l’addestramento tradizionale è basato sul maltrattamento”.
Che è una BALLA SPAZIALE. I maltrattatori non sono tradizionalisti, sono macellai: però, quando mi indigno, mi sento regolarmente rispondere che di macellai  “ce ne sono un sacco”…e purtroppo è vero.
Dovrebbe essere l’ENCI a toglierli di torno, certificando in qualche modo solo gli addestratori che, qualsiasi metodo decidano di utilizzare, lo fanno nel pieno rispetto dei cani: ma l’ENCI non ci pensa neppure di striscio (anzi: alcuni famosi macellai sono proprio “certificati ENCI”).

Il secondo tormentone, quello di cui intendo parlare oggi, è:  “l’allevamento ha rovinato i cani di razza“, con “sottocapitoli” dedicati alle singole razze (i pastori tedeschi sono tutti marci di displasia, i boxer sono tutti cardiopatici, i cani corsi sono tutti epilettici, i bulldog non respirano più…e così via).
Il concetto sarebbe questo: noi allevatori, a bieco scopo di lucro (e forse divertendoci  anche un po’, perché siamo dei sadici), avremmo riempito il mondo di cani storti, gobbi, con cuori e fegati a pezzi.
E’ una balla spaziale anche questa?
Sì, nel senso che i problemi non sono così generalizzati e che gli allevatori seri e competenti riescono a contenerli con la selezione: però, anche in questo caso, mi sento rispondere che “gli allevatori seri sono perle rare, mosche bianche, si contano sulle dita di una mano, mentre gli altri sono tutti cagnari”.
E purtroppo è vero anche questo, anche se le percentuali forse non sono proprio così drammatiche.
Sta di fatto che il “cagnarismo” impera, esattamente come il “macellarismo”.

 

Purtroppo i meticci NON sono esenti da patologie ereditarie

Però i detrattori di un certo metodo di addestramento indicano come Soluzione Magica quella di andare sui campo che praticano un altro metodo (solitamente quello che usa il detrattore stesso, per pura combinazione)…e in fondo questa scelta non fa particolari danni, a meno che – ovviamente –  l’addestratore “alternativo” non sia un imbecille incapace.
Invece i detrattori dell’allevamento selettivo forniscono come Soluzione Magica quella di stare alla larga dagli allevamenti e di andare sempre e solo in canile…ma con questa tragica postilla: se proprio volete il cane di razza, andate a prenderlo dal vicino di casa o magari dal contadino, perché LORO SI’ che allevano con amore!
Mentre gli allevatori sono biechi lucratori che speculano sui cani.

Bene: personalmente ne ho le scatole piene di sentire e di leggere questi sconsiderati consigli.
Perché questi, di danni, ne fanno a pacchi.
NON quando consigliano di andare in canile, per carità: questo l’ho sempre fatto anch’io e lo rifarò ancora in futuro, perché è la scelta più responsabile e umanitaria per chi vuole semplicemente “un cane” e non ha esigenze particolari.
Mai il punto è che non è sbagliato, né criminoso, né indice di scarso amore per i cani AVERLE, le esigenze particolari.
Non è da criminali volere un cane che sia in grado di fare un certo sport, o di dare certe garanzie per quanto riguarda il carattere: e questo significa volere un cane di razza.
Purtroppo la postilla di cui sopra spedisce chi vuole il cane di razza tra le braccia (o forse dovrei dire “tra le fauci”) di cagnari, sfornatori di cuccioli improvvisati e truffatori vari, di cui l’ultima generazione è costituita da rivenditori di cani dell’Est che su Internet si spacciano per privati “che hanno avuto la cucciolata della loro cockerina di casa”.
Poi controlli un po’ di annunci e scopri che lo stesso cellulare (sempre e solo cellulare, mai  numero fisso di una normale abitazione!) riappare su annunci che propongono alani, barboni, mastiff, boxer, chihuahua e west highland: ammazza, ma guarda un po’ quante “cagnoline di casa” hanno questi signori!

Comunque, mettiamo il caso che il neofita di turno sia riuscito a sfuggire alle grinfie dei cagnari, e che abbia trovato davvero una simpatica cucciolata di razza pura (o almeno, che sembra tale)  in casa del contadino.
Oppure che abbia preso proprio il cane in canile.
A salute, come saremo messi?

 

L’allevamento selettivo non è un optional: se non è selettivo, non è allevamento ma solo “accoppiamento”

Quello che bisogna sapere, tanto per cominciare, è che le malattie genetiche ci sono anche nei trovatelli.
Il meticcio non è affatto esente da cardiopatie, displasie, patologie oculari…anzi, per un verso è molto più a rischio, perché è figlio di genitori non controllati.
Per un altro verso, invece, è meno a rischio, perché tra i meticci non c’è quasi mai consanguineità e quindi la possibilità che due geni recessivi si incontrino solo perché arrivano dalla stessa linea di sangue è molto più remota… escluso il caso del “contadino che alleva con tanto amore” e che fa accoppiare fratello e sorella: come fece la buonanima di mia suocera, ottenendo una cucciolata in cui un cane era sano, una era epilettica e il terzo era uno storpio che camminava sui gomiti (e, come vedremo tra poco, pensava anche di riaccoppiare tra loro la seconda e il terzo, che aveva tenuto entrambi con sè perché non era riuscita neppure a regalarli).
Bisogna sapere che il meticcio, in generale, NON è “più robusto” di qualsiasi cane da razza, ma che la cosa varia da soggetto a soggetto: ci sono meticci robustissimi e cani di razza fragilini…ma è vero anche il contrario.
La differenza sta nel fatto che sul cane di razza si dovrebbe operare una selezione tesa a togliere dalla riproduzione i soggetti fragilini, oltre a quelli malati: mentre per i meticci l’unica selezione è quella naturale.
Durissima – e indubbiamente funzionale, anche se a caro prezzo – se i cani sono randagi: assolutamente dissennata se i cani, invece, hanno un proprietario che utilizza come riproduttori anche i soggetti più sfigati, solo perché “Fuffi aveva bisogno di accoppiarsi”, o “Lilli aveva tanta voglia di fare i cuccioli”.

Questa è la vera rovina della specie canina: l’accoppiamento “giusto per togliersi lo sfizio”, o peggio ancora “perché poverini, si capiva che ne avevano voglia”.
La rovina delle RAZZE canine, invece, sono i celeberrimi accoppiamenti “ad capocchiam”…e qui arriviamo alle vere responsabilità dell’allevamento moderno.
Infatti…

No: non ci si può riprodurre fotocopiandosi...

QUAND’E’ CHE SI ACCOPPIA “AD CAPOCCHIAM”, ovvero senza cognizione di causa e con risultati di pessimo livello?
Sicuramente quando si accoppiano Bubi e Fufi solo perché “si sono innamorati al parco”; o perché “Bubi mi montava le gambe, poverino, e allora ho messo un annuncio sul giornale per trovargli moglie” (la monta della gamba è un segno di DOMINANZA!!! Non significa affatto che il cane ha voglia di sesso, ma solo che vi ritiene un capo da quattro soldi e cerca di prendere il vostro posto!); o perché “mi ha detto miocuggino che la cagna deve fare i cuccioli almeno una volta nella vita” (PALLA GALATTICA).
Ma anche quando si “accoppia”, appunto, invece di “selezionare”. Che son due cose ben diverse.
L’allevamento selettivo è l’unica via che può portare a soggetti sani, tipici e di buon carattere.
Non ce ne sono altre, non ci sono scorciatoie, non ci sono santi.
I cani prodotti a caso non sono allevati “con più amore”: sono allevati senza cognizione di causa.
E i risultati sono spesso quei soggetti che – perché malati, perché skizzati, perché brutti, perché antipatici, perché altre mille cose… – vanno a riempire i canili.

PERO’…
…però “allevamento selettivo”, santo cielo, non significa “acquisto di un paio di campioni e automatica messa in riproduzione dei suddetti”.
Non significa fare duemila expo, dopodiché  “‘sto cane lo devo usare in riproduzione, visto quello che l’ho pagato e quel che mi è costato in viaggi, iscrizioni ecc.”.
Allevamento selettivo non significa neppure “produrre solo campioni” (magari!)…ma cercare di produrre una media di cani di qualità, testarli TUTTI per TUTTE  le malattie genetiche conosciute e soprattutto eliminarli dalla riproduzione qualora si scopra che sono affetti da una tara ereditaria (anche se sono belli).
O accoppiarli oculatamente se si scopre che sono portatori sani.

Questo viene fatto sempre e comunque, da tutti gli allevatori riconosciuti? NO!
Neanche per idea.
E questa cosa, dannazione, mi fa venire ancora più  bava alla bocca: perché significa dare ragione a chi dice che noi allevatori siamo solo più cari del vicino di casa, ma le garanzie che diamo sui nostri cuccioli sono quasi le stesse.
E  nel caso degli allevatori “da tanto al mucchio” è purtroppo VERISSIMO.

Ma perché ci troviamo ad avere tutti ‘sti cagnari (perché altro non sono) travestiti da allevatori e forniti pure di affisso?
Prendiamo, per esempio,  il caso della displasia dell’anca, per la quale i tedeschi stanno utilizzando moltissimo lo Zuchtwertschätzung.
Aiuto! Che è ‘sta roba?
Da qualche parte devo avere un articolo che ne parla diffusamente: appena lo trovo, lo pubblico.
Per ora, però, basti dire che è semplicemente un metodo che studia il “valore di allevamento” di un cane basandosi su tutta la sua parentela (compresi fratelli, cugini ecc.) e non solo sui genitori, nonni e bisnonni, come avviene di solito.
Non vale solo per la displasia dell’anca, ovviamente, ma per molti altri problemi: però, proprio a  titolo di esempio, vediamo cos’è successo con questa patologia.
Utilizzando i valori ZW il Club tedesco dell’Hovawart, partito da una percentuale di displasia dell’anca (da C a E) del 40,4%, è arrivato in una decina d’anni a una percentuale del 4,4%.
Il Club del Terranova, che invece ha continuato a usare il metodo tradizionale (e cioè ammettere alla riproduzione solo i soggetti fino al grado C di  displasia)…si trova ancora al 33,9% di soggetti con gradi che vanno da C a E, e cioè con displasia da grave a gravissima.
Bene: il metodo usato dai terranovisti tedeschi è lo stesso usato (con rarissime eccezioni) da TUTTI i Club italiani che obbligano i loro Soci al controllo della displasia (perché poi abbiamo pure quelli che non la controllano affatto: allegria).

Ma caspiterina: abbiamo a disposizione (e da vent’anni, eh? Mica da ieri) un metodo che, dati e statistiche alla mano, permette quasi di azzerare diversi gravi problemi della cinofilia…e com’è che i tedeschi lo usano, e noi invece no?

La risposta è tanto semplice da far cadere le braccia: non lo usiamo perché CI TOCCHEREBBE AMMETTERE QUANTI E QUALI CANI MALATI CI NASCONO!
E invece noi siamo abituati a “lavare i panni sporchi in famiglia”.
A confessare bisbigliando solo alla nostra mamma (e a volte neppure a quella), che ci è nato un cane displasico…minacciando di morte pure la mamma se si azzarderà a far trapelare la notizia.
Noi siamo abituati a mandare al lettore ufficiale della displasia solo le lastre pre-lette dal nostro veterinario, che ci ha già assicurato che passeranno la lettura ufficiale.
E le altre? Le altre non partono proprio.
Il cane “a rischio” non risulterà mai displasico, per il semplice motivo che non risulterà lastrato: e qui giochiamo allegramente sul fatto che l’80% dei clienti ancora non sa neppure cosa sia la displasia (e se lo sa, pensa che venga solo ai pastori tedeschi).
Così, a chi ce lo chiede, potremo vendere i figli del cane esente (come da lettura ufficiale, arrivata solo perché prima c’è stata un’invitante lettura ufficiosa): mentre a chi  ignora evidentemente il problema, e non ce ne parla neppure, rifileremo  i cuccioli dei cani “non lastrati”…ovvero dei cani la cui lastra preventiva (o peggio…pre-ufficiale!) risultava dubbia.
Dopodiché, se il cane a due anni non si reggerà sulle zampe, potremo sempre dire al proprietario incazzatissimo: NOOOOOOO!!! Impossibileeee!  Non mi era mai capitatoooooooo!
Il giochetto diventa ancora più facile quando si tratta di patologie per cui non è richiesta un’indagine ufficiale: per esempio il monorchidismo.
Chiedete pure a qualsiasi allevatore, e poi fatemi sapere quanti vi rispondono: “Monopalla? MAI!!! Non me ne è MAI nato uno, per carità!”
Capace che si offendano pure un po’.
E naturalmente, quando arriva il proprietario ringhioso perché al suo cucciolo è scesa una pallina sola, ecco che riparte la pantomina: “E’ monorchide?!? Incredibbbbbbbbbbbbbile!!! Giuro, è il primissssssimo caso che mi capita in dieci (venti, trenta, quaranta, MILLEMILA) anni di allevamento!”
Idem per tutte le altre patologie (e non solo per le patologie, eh… fino a qualche anno fa era normalissimo sentir dire, per esempio: “Boxer bianchi? Iooooo? MAI! Non ne me ne è MAI nato uno, per carità!”. Il che è geneticamente impossibile quando si usano riproduttori con macchie bianche, ovvero i più ricercati. Se vi interessa sapere perché, potete leggere questo articolo).

CONCLUDENDO:
Le patologie ereditarie  esistono, ed è inutile nascondersi dietro un dito.
Ma  in molti casi potrebbero essere combattute con estrema efficienza se solo trovassimo il coraggio di dire: ebbene sì, mi è nato un cane displasico (o monorchide, o cardiopatico, o quel che vi pare e piace).
C’è da vergognarsi? NO! C’è da aver paura di essere additati da tutti i colleghi come “quello che ha il problema X o Y in casa?” Assolutamente SI, perché succede. Però, a questo punto, bisogna anche avere delle priorità.
Ci interessa vendere cani o fare il loro bene?
Perché le malattie genetiche sono una brutta bestia, difficile da combattere: esistono nell’uomo (che ancora sta lottando, con mezzi molto superiori a quelli offerti dalla medicina veterinaria, senza troppi risultati) ed esistono nei cani.
Ma l’unica, vera risposta al problema delle malattie ereditarie è l’allevamento selettivo basato sulla trasparenza: per fare selezione coi fatti, e non solo a parole, bisogna avere il coraggio di confessare i DATI REALI, che solo così possono venire raccolti, catalogati  e studiati, dando indicazioni preziose.

LA COSA VERGOGNOSA E’ TACERE, NON PARLARE!
E’ vergognoso che, ogni santa volta che in Internet (su NG, forum, mailing list o altro) qualcuno accenni al problema di un riproduttore, o di un’intera linea di sangue, saltino subito fuori i censori.
Personalmente, anni fa,  ho affermato su un Forum che un border collie (di cui non avevo neppure fatto il nome!) aveva un problema di attitudine al lavoro: ne è venuto fuori un caso nazionale, con tanto di minacce di querela (!!!).
Una mia amica ha scritto che una linea di sangue, in una certa razza, si portava dietro una forma particolarmente grave di displasia del gomito  (dato certo, confermato e statisticamente provato)…ed è saltato fuori addirittura il Club di razza a metterle il bavaglio.

MA COSA STIAMO FACENDO???
Se non ammettiamo i problemi e i limiti delle nostre razze, non riusciremo mai a superarli.  Continueremo invece a impilare scheletri negli armadi…finché le porte cederanno, l’armadio crollerà e tutte le ossicine ci cadranno sui piedi.
Dopodiché, quando sentiremo dire “andate dal cagnaro, che vi fa spendere meno e vi offre garanzie quasi identiche”… ci toccherà pure chinare il capo e tacere.
Perchè il discorso è sempre quello: gli allevatori preparati, seri ed onesti, ci sono e sono tanti. Ma non sono “tutti”.
E invece dovrebbero essere tutti: tutti quelli riconosciuti dall’ENCI, che di cagnari non dovrebbe volerne nessuno tra i piedi.
Allora si potrebbe davvero consigliare, in tutta serietà e serenità, ad un qualsiasi aspirante proprietario di cane di rivolgersi a un qualsiasi allevatore riconosciuto ENCI, garantendogli che questo significa “qualità, serietà, controlli sanitari sicuri” senza pensare di prendere per il naso.
Invece, oggi, dire “allevatore ENCI”, “allevatore con affisso”, “allevatore specializzato” o “socio del Club di razza”…significa sempre meno. Al massimo significa “allevatore che gira tutte le expo italiane e non”: ma anche il significato cinotecnico è andato a farsi friggere da tempo.
Oggi, tra gli allevatori riconosciuti, ci sono ancora molti, troppi “imboscatori di verità”, nasconditori di scheletri, in una parola persone che boicottano, anziché favorire, lo sviluppo qualitativo delle razze.

Ovviamente io non posso fare nient’altro che scrivere, cercare di informare, parlare di testimonianze come quella tedesca, che sbattono in faccia a tutti la possibilità di lavorare in modo davvero concreto per differenziarsi da chi fa cuccioli ad capocchiam.
Altro, però, non sono in grado di fare.
Tutto resto potrebbero farlo l’ENCI e le Società Specializzate, che sanno bene che esistono i mezzi per lavorare in un certo modo: ma DEVONO TROVARE IL CORAGGIO DI IMPORLI.
Devono smettere di pensare che l’allevatore X, qualora fosse obbligato a lastrare i suoi cani o a fare un ecodoppler, “si offenderebbe” con il Club e non prenderebbe più la tessera.
O che smettere di usare metodi obsoleti per il controllo della displasia farebbe incazzare i veterinari abilitati alla lettura, che poverini sarebbero magari costretti ad imparare un nuovo metodo.
Un bel chissenefrega, ce lo vogliamo mettere?
La salute dei cani verrà prima dell’interesse economico, oppure no?
Se non pensiamo che la salute sia prioritaria, con che faccia ci definiamo “cinofili” e parliamo di “tutela” delle razze canine?

A luglio, vicino alla mia città, si terrà un convegno sul tema del “maltrattamento genetico”: non conosco ancora i temi esatti su cui verterà (lo andrò a seguire e poi vi racconterò), ma ritengo che si parlerà di bulldog ipertipici, di bassetthound con la pancia che tocca terra, di carlini che non respirano. Certo, anche questi sono problemi gravissimi: ma è “maltrattamento genetico” anche lasciar riprodurre un cane che ha una patologia cardiaca, sperando che ci vada di culo.
Esattamente stessa speranza che aveva mia suocera quando stava per lasciar accoppiare tra loro anche la Buffy e il Pucci  (cagna epilettica + cane storpio, fratelli di cucciolata figlia degli ulteriori fratelli di cui ho parlato sopra), perché “poverini, hanno diritto anche loro di divertirsi: e magari stavolta i cuccioli nascono sani”.
Al buon cuore della sciura Maria (guarda caso, mia suocera si chiamava proprio così) venne impedito di esprimersi dalla (allora) fidanzata del figlio, che sentendo queste parole prese di corsa la Buffy e la portò difilata dal vet per farla sterilizzare: ma di sicuro non c’è sempre qualcuno a fermare le cucciolate dissennate di tutte le sciuremarie italiane.
Invece ci dovrebbe essere qualcuno a fermare le cucciolate dissennate degli allevatori …o pseudo-tali, perché di certo allevatori seri non sono.
Ma se non lo stabilisce l’ENCI, e se non lo stabiliscono i Club, quali siano gli allevatori seri, dando regole ferree ed esigendo trasparenza… come cavolo fa a capirlo il privato che cerca il suo primo cucciolo?

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17 Commenti

  1. mi vien da dire che prima ancora di risolvere il casino tra educatori, addestratori, gentilisti, cinofilosofi, cinomilitaristi, tradizionalisti etc ci sarebbe proprio da regolamentare e controllare per bene il traffico di cuccioli.
    Serve un sistema di legge che renda possibile rintracciare chi fa riprodurre quali cani, da dove provengono, e chi consegna quale cane a chi. Bisogna partire da zero e non è semplice, ma la salute conta più dell’educazione.
    Un’idea tanto per cominciare potrebbe essere quella di rilasciare un documento a chi può occuparsi di allevamento (anche a livello amatoriale per carità) il quale ovviamente deve provare di essere in grado di farlo. Anche sterilizzare le femmine di tutti gli altri normali possessori di cani può essere un’idea buona, così oltre ad evitare l’accoppiamento, correggetemi se sbaglio, si prevengono alcune malattie.

  2. una volta, in un forum in cui si discuteva animatamente feci una domanda: chi faresti riprodurre tra un cane HD A ,ma figlio e fratello di cani HD D ed un cane HD D (radiografico),ma figlio e fratello di cani HD A? ovviamente mi venne risposto il primo, HD A, ossia il PORTATORE SANO, l’eccezione sana alla regola malata…..ora nel caso specifico o non usi nessuno dei due o se approfondendo ancora di qualche generazione il secondo cane, mostrasse di appartenere ad una linea di sangue con bassa incidenza di displasia , usi oculamente questo, là dove i suoi pregi risultassero di particolare importanza per la razza……,ma ovviamente apriti cielo!!! non si accoppiano cani, nella maggior parte dei casi,ma lastre e pedegree….poi quello che danno….beh sono cavoli di compra perchè i genitori sono “ufficialmente esenti”………..

  3. BRAVOOOOOOOOOOOO!!!!!!
    Adesso mi sento meno..come dire…un cane rabbioso!! Perché in molti ci vedono come delle rogne in Italia…noi, questi fissati con la selezione ed i test( tanto a cosa servono, spendi sono dei soldi per farti vedere grande). Questi articoli sono da GRIDARE al mondo intero!!
    Un cucciolo è PER SEMPRE( come i diamanti), nel bene e nel male( come tua moglie), non si scarta, non si butta e si progetta la vita per i prossimi 14-16 anni intorno a lui! a questo punto meglio che sia un gran bel cane con un gran bel carattere e una gran BELLA VITA DA CANI!!!!!!!!!!

  4. Valeria, la soluzione e’ una associazione di allecatori con uno statuto da rispettare, che abbia un registro separato, giudici propri … E poi vediamo come mettere il bavaglio ai notori (accezione latina del termine) azzeccagarbugli di quell’ente la’ che e’ da qualche tempo che non riesco neppure a nominare

    • quell’ente là ormai è indifendibile e lo hanno capito tutti… per questo io lo vedo spesso attaccare anche da gente che a sua volta qualche “porcata” la fa…. Perché a sentirli parlare sono tutti buoni e bravissimi e si fa presto a “dare la colpa all’enci” e i cagnari sono solo gli altri. Un’associazione diversa dovrebbe quanto meno essere formata da persone irreprensibili… e io faccio veremente fatica a trovarne…. o meglio c’è una netta minoranza rispetto a quelli che non lo sono, quindi sarebbe molto appetibile anche da chi vuole solo darsi un’immagine diversa e ci prova. Potrebbe andare a finire che si a una “seconda enci”… cambi il nome ma il succo non cambia. Ci sarebbe solo da sperare che la concorrenza le spinga a essere una meglio dell’altra.

    • Mah… io conosco un Paese in cui qualche anno fa è successa una cosa del genere: “quell’ente là” di turno alla fine è stato messo in un angolo e il nuovo ente ne ha preso il posto anche come interlocutore della Fci. Ma non vissero tutti felici e contenti; anzi, non è che dopo le cose siano cambiate molto… perché anche se questa storia non riguarda l’Italia qualcuno ha pensato, in modo squisitamente siciliano, “bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è” (dal “Gattopardo”, G. Tomasi da Lampedusa, meraviglioso libro frutto di una meravigliosa terra). Io invece credo che sarebbe molto interessante cercare di costruire un’associazione di allevatori internazionale, vincolata a un codice etico, che non si ponga in contrapposizione con nessun ente già esistente ma che si sviluppi sulle esigenze reali degli allevatori. Magari anche dando riconoscimenti di merito a certi giudici… che di solito sono allevatori pure loro, o comunque lo sono stati.

  5. Io dico che ti hai ragionissima su tutto quanto, e si sente quanto tu sia delusa e arrabbiata dalla faccienda e quanto tu ci tenga. Nel mio piccolo anche io cerco di farmi sentire (insulto quelli che vogliono far accoppiare i propri cani perchè montano la gamba, quelli che fanno fare la cucciolata alla cagna di casa perchè devono farla sterilizzare, quelli che mi dicono “la mia cagna è incinta, ogni anno succede così, mannaggia”. Eddai, “insulto” per modo di dire, ma cerco di farli sentire ignoranti sullìargomento così che facciano serie ricerche e cerchino di capirci qualcosa per conto loro…). Però penso che se anche il governo mondiale non riesci a risolvere problemi più importanti, questo dovrà aspettare molto di più.
    Ci sarebbe molto da dire, ma non ne ho le competenze e non posso che unirmi al tuo appello.

  6. Valeria, che dire di un Club di razza che aveva un indice genetico elaborato da università di Padova per displasia e spondilosi(sul tipo dei tedeschi) estava preparando quello per il cuore…..e che ha lasciato cadere tutto????????????????????????????????????? Io allavtrice di boxer MOOOOLTO incazzata.

    • @Marina: io molto incazzata anche senza allevare più niente… ma se i club iniziano un percorso e poi lo mollano, perché gli allevatori non chiedono spiegazioni? Perché non fanno casino?
      Le cose non possono sempre e solo caderci dall’alto, ogni tanto bisognerebbe provare a muoverle anche dal basso (oddio, sembro Beppe Grillo… però è così!).
      Non c’è interesse da parte degli allevatori? Eppure se c’è una razza che ha TANTO bisogno di dati e di chiarezza, è proprio la vostra…

      • a un convegno sul maltrattamento genetico analogo a quello che faranno nella tua città a cui ho già parteticipato, tra le voci di “maltrattamento genetico” è stata compresa anche la sterilizzazione in età prepubere. Motivazione principale, in quanto non permetterbbe al cane di giungere alla maturazione completa e di divenire “completamente adulto” anche a livello psischico perché ci sono aree del cervello e altri organi che non possono svilupparsi se non precedute dallo sviluppo delle gonadi. Inoltre il cane per il suo odore non verrebbe mai riconosciuto adulto e quindi “preso sul serio” dai suoi simili. Questo sintetizzando al massimo. Quelli che parlavano erano veterinari con tanto di studi universitari nella lavagna luminosa e documentazione scenfifica. Ma si sa che comunque si può documentare tutto quello che si vuole. Io prendo tutto col beneficio di inventario.

        • quoto, gaia doppo il secondo calore(e neanche il primo) p diventata molto più matura…e uno non intende riprodurre fa bene a sterilizzar ema fateli almeno crecere sti cani. la mia vet melodiceva anni e anni fa… che lo sapeva che molti sterilizzano prima ma che però è bene lasciar fare almeno il primo calore perhcè finisca di crescere e POI sterilizzare.
          e così ho fatto con mya.

  7. ciao! mi chiedo per tutti coloro che la pensano che devono per obbligo far fare una cucciolata alla prorpia cagna,per il suo bene,quale sarebbe l’alternativa?la sterilizzazione?
    cosa ne pensi della sterilizzazione? è giusto farla,porta davvero dei benefici?

  8. Lei dice cose sacrosante, ma l’accento che pone sui media o sui capiscioni da parchetto che discettano del cane di “mio cuggino” dovrebbe porlo sul “fondo di verità” su cui ogni leggenda ( per definizione favolistica ed iperbolica) contiene.
    Lo scopo dell’allevamento scientifico di una razza dovrebbe essere in ultima analisi il miglioramento della stessa, delle sue caratteristiche fisiche e caratteriali, della salute degli individui ….
    Non parliamo di singoli allevatori, ma in generale l’allevamento ha prodotto individui con tali caratteristiche, i cani sono ora in generale più sani finicamente e caratterialmente, più adatti allo scopo di razza ?
    Vedo individui più risondenti allo standard, cioè con l’orecchio perfetto ed il muso tipicissimo, se mi interrogo però su salute e tipicità caratteriale rimango assai perplesso.
    Non vogliamo dire fallimento per non offendere gli allevatori seri, ma come vogliamo altrimenti chiamarlo ?

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