venerdì 29 Marzo 2024

Ho un “cane killer!”

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Valeria Rapezzi
Valeria Rapezzi
Laurea in Allevamento e Benessere Animale, conseguita nel 2007 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano. Ho approfondito l'argomento "alimentazione naturale", dedicandomi nello specifico all'alimentazione BARF negli ultimi 6 anni. Come istruttore cinofilo sono convinta che l'alimentazione abbia un grosso peso sul benessere e sul comportamento dei nostri cani. Un altro modo che utilizzo per lavorare per il benessere dei cani che seguo, è il TTouch. Sono diventata Practitioner 1 nel 2011 e nel 2016 ho conseguito la qualifica di Practitioner 2. Applico il TTouch in ambito di educazione, riabilitazione comportamentale e disabilità.

“Gli amstaff sono cani pericolosi! Non vanno bene per chi è al primo cane! Aggrediscono le persone! Mi raccomando, picchiala subito per farle capire che comandi tu!”

Queste sono solo alcune frasi che mi sono sentita dire dai conoscenti quando ho deciso di prendere Sunny.
La prima volta che l’ho vista, lei aveva solo 2 settimane.
Era un delizioso batuffolo bianco e fulvo con il naso e i polpastrelli rosa; aveva quel particolare profumo che hanno i cuccioli di quell’età, era morbida e calda… la cucciola più deliziosa che io avessi mai incontrato.
E’ stato amore a prima vista!
Fin dal primo momento ho capito che le nostre vite si erano unite per non separarsi più, e dopo quella prima visita in allevamento ce ne sono state molte altre.
Una alla settimana, fino a quando, a 10 settimane, ho potuto portare a casa la mia piccola peste.
Una cucciola che già non era più veramente “piccola”: pesava quasi 9 kg!
L’avventura è cominciata con il primo viaggio in macchina per arrivare a casa.
Mia sorella guidava la macchina per consentirmi di stare dietro con Sunny, che è stata fin dal primo momento nel suo kennel.
Dopo 10 minuti di viaggio Sunny già dormiva, con la mia mano che le accarezzava la testa e le stropicciava le orecchie.
Arrivate a casa la piccola ha percorso a piedi il tratto di strada dal box a casa, camminava al guinzaglio come se fosse la cosa più naturale per lei… una vera signorina!

12 settimane

Non ricordo moltissimo del primo giorno a casa, so solo che ero talmente emozionata da non poter staccare gli occhi da quella cucciola meravigliosa, che fin dal primo istante ha saputo conquistare il cuore di tutta la famiglia, anche dei miei genitori che non avrebbero voluto cani in casa.
Ma com’era possibile resistere a quegli occhi?

13 settimane: con il “nonno”

E infatti, sfruttando proprio quei deliziosi occhioni scuri, Sunny è riuscita ad intenerire i miei genitori (che ora salutano prima lei e poi me e mia sorella!) e a far capire loro quanto è grande e ricco il cuore di un amstaff.
La prima uscita “in società” è stata per andare al parco, dove Sunny si è fatta molti amici, sia a 2 che a 4 zampe.
Ha sempre avuto un’affinità speciale per due cani in particolare: un amstaff nero e un pastore tedesco, che le hanno fatto da “zii” fin dal primo giorno.
Avendo comunque un tipo di cane che richiede un’educazione coerente (ma MAI violenta), ho iniziato a frequentare con Sunny le Puppy Class, in modo da imparare a gestirla ed educarla nel migliore dei modi.
Nel frattempo lei poteva socializzare in tutta sicurezza con cani di altre razze, sotto la supervisione di un cane adulto e di personale esperto.
All’inizio Sunny era molto esuberante e materiale nel gioco, tanto da “impensierire” una cucciola di cocker che era in classe di socializzazione con lei; ma dopo un paio di incontri la situazione era molto migliorata e Sunny era in grado di moderare la sua forza in funzione del suo compagno di giochi.

6 mesi
8 mesi

L’educazione di Sunny è stata molto “amatoriale”: dopo le Puppy Class non ho frequentato corsi particolari, pur continuando a rimanere in contatto con la comportamentista che ci aveva seguite.
Sunny non mi ha mai dato grossi problemi di gestione, anche perché non le ho mai dato motivo di ribellarsi.
Io sono convinta che con i cani, anche e soprattutto con cani “forti” come può esserlo un amstaff, l’uso della durezza e delle punizioni fisiche sia controproducente.
Un cane ha bisogno di un leader giusto e che gli ispiri fiducia, ma la fiducia non si ottiene usando la forza bruta per costringere il cane a fare quello che vorremmo.
Un buon leader è qualcuno che è presente al momento giusto, che sa prendere le decisioni migliori, che dimostra di essere coerente; NON un violento, né qualcuno che urla per farsi ubbidire.
Certo, io non sono perfetta, sto ancora imparando: ma il comportamento di Sunny mi fa capire che siamo sulla strada giusta.
La nostra è una crescita continua, io devo imparare ad essere un buon leader e Sunny deve imparare a fidarsi sempre più di me.
Con l’avvicinarsi dell’età adulta Sunny ha iniziato a modificare il proprio rapporto con i cospecifici; mentre prima “subiva” qualsiasi intemperanza, adesso comincia a reagire se qualche femmina la sfida, soprattutto se sono femmine sconosciute.
Ma anche questo aspetto era previsto, dopo tutto gli amstaff non sono propriamente dei cani “da branco”, e come qualsiasi altro cane hanno le loro antipatie.
Proprio questa maturazione di Sunny mi ha portata ad un livello successivo.

19 mesi

Grazie ad una amica, che sta ultimando il corso per diventare educatrice presso la scuola cognitiva zooantropologica, mi sono avvicinata ad un nuovo modo di educare il cane, proprio della zooantropologia cognitiva.
I cambiamenti sono stati “sottili” ma anche “sostanziali”. Nonostante io usassi il metodo gentile per educare Sunny, tendevo a lavorare usando come stimolo quello che doveva essere il premio. Ero arrivata al punto che Sunny non si sedeva nemmeno più se non vedeva che avevo qualcosa per lei in mano; iniziava ad essere più interessata a ciò che la circondava (soprattutto gli altri cani) che a me.
Cambiando approccio nei confronti del cane, pian piano le cose stanno cambiando.
Ora Sunny ha ricominciato a vedermi come punto di riferimento, posso portarla a spasso usando una pettorina senza che lei tiri per raggiungere ciò che attira la sua attenzione e senza che impazzisca quando altri cani le abbaiano.
Sunny ha solo 20 mesi, la strada da fare assieme è ancora lunga, ma in questo anno e mezzo di convivenza lei mi ha insegnato tanto.
Credo che se con lei avessi usato la forza per “sottometterla” e “farle capire chi comanda” avrei spento la sua scintilla vitale, quel guizzo di vitalità e affetto che vedo nei suoi occhi ogni volta che mi guarda…lo stesso sguardo che dovrebbe avere ogni amstaff quando guarda il proprio padrone.

 

NOTA: Questo articolo è del 2005. Purtroppo Sunny oggi non c’è più, perché è scomparsa precocemente in un incidente. Ero indecisa se ripubblicare o no questo pezzo perché immagino che la sua autrice, rivedendolo, ci soffrirà un po’: ma avendo conosciuto bene Sunny, e sapendo che era una della cagne più dolci che si potessero sognare, mi è sembrato giusto onorare la sua memoria riproponendo ciò che la sua umana aveva scritto di lei, perché esprime perfettamente ciò che anche un neofita – se davvero interessato a “crescere” con il suo cane – può ottenere da una razza che qualche imbecille ha visto bene di definire “pericolosa”.

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10 Commenti

  1. Lo dico? Lo dico.
    Fra qualche mese mi troverò con un piccoletto/a per casa (non vedo l’ora), ho già messo in conto sedute famigliari con gli educatori di uomini (costringo anche la nonna!) e spero vivamente di riuscire ad instaurare un buon rapporto col pelosetto. A chi mi chiederà se il cane è pericoloso, risponderò “Se vuole, posso farla leccare a morte!!!”. In alternativa, li mordo io…. 🙂

  2. Cara Valeria ,ti scrivo sotto questo articolo perche’ non ho trovato come contattarti privatamente , premesso che a me piacciono tutti i cani anche quelli grandi e forti e che personalmente non ne ho mai avuto timore ,ultimamente ho molta paura per la mia cagnolina di piccola taglia perchè è qualche sera che incrociamo un’esile ragazza trasportata e strattonata da una possente e incazzosa pit bul femmina , comincia già ad abbaiarci da trenta metri e tira e strattona la padrona veramente come una furia,noi cambiamo strada o attraversiamo la strada ma ho veramente timore che riesca a liberarsi dal guinzaglio….. se capita che faccio? Ho anche pensato di far andare via mio marito col cane e andare a parlare con la padrona per capire che tipo è il suo cane perchè a me non fa stare tranquilla vedere una persona cosi inesperta con un cane cosi poco equilibrato. Grazie in anticipo per qualsiasi consiglio ilaria
    Ps: il fatto che sia un pit è un caso è solo la differenza di taglia e di forza che mi preoccupa.

  3. Davvero toccante questo articolo… Io ho una cucciola di Amstaff di quasi 3 mesi e mi sta letteralmente facendo impazzire… ogni cane ha il suo carattere, e quello della mia è davvero forte, a volte non riesco a farmi rispettare… 🙁

  4. Davvero un articolo toccante… Pure io ho una cucciolotta di amstaff di 9 mesi e non potrei vivere senza di lei…
    Spero di riuscire a costruire con lei il rapporto che senz’altro si merita.
    Uno speciale saluto a Sunny nonostante ora non sia più qui con noi…

  5. Grazie anche da parte mia Valeria,quando o dato Sunny a Vale ero un po scettica,era il suo primo cane e aveva già progettato per lei una carriera a “servizio dell’uomo” che comportava molti sacrifici da parte di tutte e due. E così è stato, due amiche fedeli una x l’altra,inseparabili.Oggi verso ancora lacrime x Sunny e ringrazio ancora Dio di aver scelto di tenermi sua figlia Coca,un’altro regalo di Sunny e Valeria che mi riempie i giorni di gioia e felicità! Grazie Sunny Filomena e Roberto

  6. Buon Giorno!
    Ho trovato questo articolo davvero toccante e molto significativo. Spero che lo leggano molti proprietari di giovani AMSTAFF e riflettano sul come lavorare per instaurare una buona relazione con loro.
    Traendo spunto da questa storia mi vengono in mente due considerazioni: l’esigenza di conoscere bene la razza che si sceglie (le sue peculiarità) e l’esigenza, soprattutto se si è neofiti, di lavorare su di sè, informarsi, rivolgersi a professionisti che possono dare degli input che rimangono. Mi permetto di dire che Valeria ha assunto un comportmento responsabile e costruttivo, usando l’intelligenza ed il cuore…e rifiutando di usare la forza e le mani.
    La storia di Sunny mi lascia delle particolari risonanze…anche io, purtroppo, alcuni mesi fa ho perso, giovanissima, Circe la mia amatissima cucciolona di Corso. Rileggendo le tappe del percorso di Valeria e Sunny per certi aspetti mi ci riconosco. Concludo dicendo che ho conosciuto diversi AMSTAFF e credo siano dei cani dotati di grende intelligenza, vitalità e che, se gestiti adeguatamente, regalano grandi soddisfazioni ai loro compagni umani che non li dimenticano mai.

  7. Pure io che non ho mai conosciuto nè Sunny nè Valeria di persona, mi sono commossa a ricordare, perchè ho seguito, tramite news group e forum, l’evoluzione che queste due hanno avuto nel tempo e so che queste parole scritte nell’articolo altro non sono che l’inizio di un lungo e virtuoso cammino, che ha dato molto a loro due ma anche a chi aveva (come me) già a che fare con gli Amstaff nonchè a chi si è avvicinato alla razza in seguito. Valeria e Sunny, Laura e Artù, ma anche Anto e Quiz e molti altri… I cani che hanno tracciato la strada ci hanno lasciati, ma hanno lasciato il loro insegnamento, a chi ha vissuto e imparato direttamente da loro e a chi ha conosciuto, apprezzato ed amato la razza anche grazie alla loro esistenza.
    Quindi grazie per questo articolo…
    Un saluto a Sunny e a tutti gli altri…

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