mercoledì 27 Marzo 2024

“Razze” meticce al canile: Pit bull e pitbulloidi

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di DENIS FERRETTI – L’ultima categoria che prendiamo in considerazione per concludere questa rassegna delle tipologie di cani frequenti nei canili è quella dei pit bull, o meglio dei cani appartenenti alle razze coinvolte nei combattimenti.
Come di solito avviene nei canili, per catalogare le razze non ci si affida certo al pedigree, che nella stragrande maggioranza dei casi non c’è.
Vengono perciò definiti “pit bull” tutti i cani sequestrati ai combattimenti e in ogni caso tutti i cani “mastineggianti” o dall’aria marziale, provenienti da incroci tra rottweiler, boxer e molossi vari, specialmente se di grossa taglia (molte persone sono convinte che il pit bull sia un cane enorme: non è vero).
Ai cani sequestrati agli scommettitori clandestini, se ne aggiungono altri che alle spalle hanno solo maltrattamenti, non necessariamente legati al mondo dei combattimenti. Ci sono i cani che sono stati uno status symbol per giovani teppistelli totalmente privi di ogni nozione cinofila.
Cani che “per fare la guardia” a non si sa bene che cosa, sono stati confinati in ambienti degradati da proprietari convinti che il pit bull sia il più temibile dei cani. Cani che comunque sia sono diventati un peso e per questo mollati al canile o per strada. Come capita anche alle altre razze.
I cani pit bull e simil-pitbull sono piuttosto frequenti nei canili, anche se la loro distribuzione non è omogenea in tutta Italia.
Intorno alle grandi città, nelle zone in cui è più diffuso il malcostume dei combattimenti tra i cani, non esiste canile che non ospiti almeno un pit bull. In altre zone invece i cani da combattimento sono quasi sconosciuti.

Ma la presenza dei pit bull nei canili non è solo legata alla loro distribuzione sul territorio.
Molti canili non si ritengono adeguatamente organizzati per accogliere questi cani e temono per l’incolumità degli altri (i pregiudizi esistono anche tra gli animalisti).
La gestione dei cani ex-combattenti è perciò più spesso affidata ad associazioni specializzate che si occupano solo di loro e li indirizzano a canili convenzionati. Resta comunque un dato di fatto che, con un po’ di buona volontà, non è così difficile adottare uno di questi cani, magari appoggiandosi a qualche attivista cinofilo che ha messo in piedi qualche iniziativa per promuovere i rescue.
Ma perché proprio un pit bull? – direte voi.
E perché no? – dico io.
Se a spingerci all’adozione è la compassione verso un animale innocente che non merita certo le cattiverie subite degli uomini, l’adozione di un pit bull è un atto doppiamente lodevole.
Purtroppo questi cani faticano più di molti altri (forse più di tutti gli altri) a trovare una sistemazione adeguata. E spesso sono vittime di pregiudizi (anche in buona fede) già all’interno dei canili stessi. Ho assistito più volte all’espressione preoccupata di volontari alla notizia dell’arrivo di pit bull nelle proprie strutture.
So di terapie e disturbi comportamentali “inventati” dai gestori per impedire ad alcuni volontari di avvicinare i cani di questa razza, ritenuti troppo pericolosi. Per non parlare dei rifiuti di adozione non solo per il sospetto (comprensibile) circa le vere motivazioni per cui un adottante richiede espressamente un pit bull. Ho visto negare l’adozione a famiglie irreprensibili al di fuori di ogni sospetto di possibile coinvolgimento in combattimenti o attività illegali, magari solo perché dichiaravano di avere bambini o di vivere con persone anziane.
Ma sono motivate tutte queste paure? I pit bull sono davvero così “pericolosi”? Innanzitutto direi che è opportuno considerare la loro presunta pericolosità sotto due punti di vista.

Sia chiaro: questi cani vivono insieme e stanno giocando. Nessuna cagnolina è stata massacrata durante la stesura di questo articolo!

Pericolo per gli altri cani
I cani che hanno alle spalle un passato di combattenti, comprensibilmente avranno una forte tendenza all’aggressività verso i conspecifici. La vita ha insegnato a questi animali a considerare i loro simili come rivali.
Hanno imparato che gli altri cani possono aggredire e difendersi e una loro “riabilitazione” in questi termini sarà sempre molto difficile. Ma per fortuna non sempre necessaria: non è obbligatorio far interagire a tutti i costi il proprio cane con animali estranei.
I pit bull nei canili non possono condividere il recinto con esemplari dello stesso sesso e in qualche caso anche di sesso opposto.
Così come capita a centinaia di altri cani che non sono pit bull: i cani litigiosi nei canili non sono una rarità. E i volontari si limitano a gestirli organizzando le uscite a turno ed evitando i contatti con gli altri cani.
Non si capisce perché non si possa fare altrettanto con i pit bull. Ma volontari più cauti a volte esprimono perplessità, spesso fondate su convinzioni assurde e su pregiudizi.
Ecco i timori più frequenti:

I pit bull hanno la “presa a scatto” e quando azzannano un avversario non lo mollano più finché non l’hanno ucciso. Se si azzuffano altri cani è più facile dividerli, ma se scappa un pit bull può uccidere altri cani.
La presa a scatto è una leggenda metropolitana. I pit bull (e i molossi in generale) hanno solamente una presa molto salda. Questo non è necessariamente uno svantaggio in termini di difficoltà a mettere fine a una lotta. A volte può succedere che sia sufficiente aprire la bocca dell’aggressore con le mani e cavarsela con un unico morso all’avversario, che magari non ha nemmeno causato lesioni gravi, mentre altri cani che mordono in più punti potrebbero essere più pericolosi.

Se litigano altri cani se la cavano con qualche lesione, mentre i pit bull sono più pericolosi perché ammazzano l’avversario
E’ vero che il pit bull è un cane forte e può causare danni notevoli ad altri cani. Ma incidenti letali possono succedere anche con altre razze e tipologie di cani, per esempio se c’è una grande differenza di taglia. L’incontro tra un cane delle dimensioni di un pastore tedesco e un piccolo meticcio volpineggiante può essere ugualmente fatale per il più piccolo. Non si capisce perché si debba accettare il rischio di far vivere in recinti adiacenti cani diversi di tutte le razze e taglie e ci si preoccupi di eventuali fughe solo relativamente ai pit bull..

Per accogliere i pit bull occorrono recinti adeguati, con reti ben saldate e robuste, chiusi completamente fino al soffitto per scongiurare ogni rischio.
Il pit bull non è una belva assetata di sangue. Gli ex-combattenti sono solamente cani che messi di fronte a un avversario hanno l’istinto di aggredirlo. Quando sono nel loro recinto se ne stanno tranquilli o nella peggiore delle ipotesi abbaiano ai cani che stanno fuori, così come fanno tutti gli altri. Non sono mostri assillati dalla voglia di combattere, né tanto meno hanno superpoteri o la forza di cento cani per avventarsi contro porte e cancelli.

Le stesse paure sono ugualmente immotivate per quel che riguarda la vita fuori dal canile e l’affidamento in famiglia. Il pit bull resta solamente un cane da sconsigliare a chi ha altri cani e a chi ha la necessità di fare “vita da parco”. A dire il vero, non mancano neppure casi di persone che sono riusciti a far convivere felicemente addirittura cani dello stesso sesso.
Di certo non lo consigliamo e suggeriamo cani più adatti a chi ha questo tipo di esigenze. Non è però nemmeno il caso di fare troppo allarmismo in senso opposto. Basta un po’ di cautela… ripetiamo, non sono belve assassine. Sono comunque dei normalissimi cani.

Il famosissimo pit…ball!

Pericolo per gli esseri umani.

Ancor più infondato è il timore che i pit bull possano essere particolarmente aggressivi nei confronti degli esseri umani.
Qualche caso di mordacità per mancata socializzazione e/o per traumi da maltrattamenti può esserci.
Può esserci in tutte le razze.
Ma l’aggressività verso l’uomo non è certo una caratteristica tipica dei combattenti. Anzi, solitamente è vero il contrario. Chi ha selezionato la razza per i combattimenti si è preoccupato di ottenere soggetti che concentrino la loro aggressività unicamente verso gli altri cani. Sono tanto determinati con i rivali conspecifici, quanto affettuosi e devoti con gli esseri umani. E’ vero che in alcuni casi, per ignoranza e spinti da pregiudizi, certi malviventi si fanno affiancare da questi cani con lo scopo di intimorire. Va anche detto che non è una delle scelte migliori e non di rado i cani scelti risultano inadeguati a questo ruolo. Molto spesso non è per niente difficile rieducarli all’amore per gli esseri umani.

A volte persino i gestori delle strutture che ospitano i pit bull hanno atteggiamenti che rivelano paure immotivate. Ho saputo di casi in cui i cani vengono avvicinati solo da poche persone “fidate” ed esperte. Alcuni hanno relazioni con l’uomo solo attraverso le reti, quando in realtà tutto questo raramente è necessario. Quasi tutti i pit bull in attesa di adozione possono essere inseriti in una famiglia adatta senza alcun timore di aggressioni verso le persone da parte del cane.
Motivare il rifiuto di dare il cane in adozione con la presunta pericolosità non fa altro che contribuire ad alimentare false convinzioni e a fare in modo che i pit bull siano veramente richiesti da persone attratte dalla loro presunta ferocia e che fanno di tutto per renderli aggressivi verso l’uomo, per fortuna non sempre riuscendoci.

Via libera a tutti gli adottanti, quindi?
No: nessun cane è “per tutti”.
Ovviamente occorre una certa predisposizione e un certo stile di vita.
Saranno certamente più apprezzati dalle persone ricercano espressamente le caratteristiche proprie di questi cani. Il pelo cortissimo che non richiede alcun tipo di manutenzione, si asciuga velocemente ed è naturalmente pulito. La taglia media, robusta per sopportare (e apprezzare) la “fisicità” dei giochi dei bambini, ma mai ingombrante. La scarsa propensione all’abbaio e alla guardia.
La forte dipendenza dal padrone. La facilità di addestramento attraverso il gioco.
La sorprendente facilità di convivenza con altri animali domestici (gatti, cavalli, animali da fattoria)! Insomma il solo vero limite di questi cani è appunto quello di non essere l’ideale per chi ha l’esigenza di “promiscuità”, chi ha più di due cani, chi è solito frequentare parchi lasciando il cane libero tra cani sconosciuti. Questo non è naturale per il pit bull.
E a dire il vero non è naturale per il cane in generale. Certo per alcuni di noi è molto comodo, specialmente se il nostro stile di vita ci rende necessario condividere spazi ristretti con molte persone e molti cani. E per fortuna la domesticazione attraverso la selezione di caratteristiche neoteniche ha introdotto razze che come eterni cuccioli continuano a prediligere il gioco con qualsiasi cane estraneo incontrino. Ma il cane in natura non si comporterebbe in questo modo. Il sapersi rapportare ai propri simili è unicamente finalizzato alla comunicazione con il proprio branco. Un lupo o un cane selvaggio con tutti gli istinti integri che si trovasse di fronte a uno sconosciuto conspecifico pari sesso lo attaccherebbe senza esitare comportandosi allo stesso modo dei famigerati pit bull e dei tanti colleghi che avendo un aspetto meno marziale non sono oggetto di così tanti pregiudizi.

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15 Commenti

  1. La mia pit, adottata 4 anni fa da un canile di Palermo, è la creatura più
    dolce ed equilibrata che potessi immaginare. Amarla significa rispettare le sue caratteristiche caratteriali e farla sentire importante sempre…hai ragione Chiara, 10-100-1000 volte🐾

  2. confermo quanto scritto nell’articolo! Abbiamo adottato una pitbull dal canile da circa 1 anno, le premesse non erano molto buone..arrivata in canile a circa 6 mesi, abbandonata senza sapere nulla del suo passato, rimasta in canile un anno e mezzo, di cui l’ultimo passato in solitudine nel suo box, in seguito ad uno scontro tra coinquiini. “Troppo aggressiva, non ci fidiamo a farla rientrare con gli altri cani, irrecuperabile nella socializzazione con cani, molto dolce e affettuosa con le persone…” Per fortuna si sono ricreduti vedendola scorrazzare e giocare con più cani al parco a distanza di 3 settimane dall’arrivo in famiglia… certo l’attenzione nostra è sempre al massimo e credo che l’anno passato in un freddo box da sola non l’abbia per niente aiutata ad imparare a socializzare ma ce la stiamo mettendo tutta! Continuiamo inoltre a lavorare per migliorare le paure che talvolta ancora presenta nel traffico, nei luoghi affollati e sconosciuti, piano piano però aumenta l’autostima. A volte, ripensandoci, pensiamo di aver corso un rischio adottando un pitbull adulto in canile, in realtà lo riferemmo 10-100-1000 volte se potessimo!

  3. Cavoli… domenica probabilmente visiterò il canile di Taurianova. E mi avete fatto prendere in considerazione i pitbull e pitbulloidi… li amavo già perchè sono bellissimi, ma voi mi avete rassicurato.

  4. Commuove la storia dei poveri pitt, ma il dubbio che mi sovviene dopo aver letto l’articolo è questo: l’autrice è mai stata in un canile? ha mai visto o lavorato con pitt ex combattenti? ne viene data un’immagine del tutto irreale eccetto per quel che riguarda la non pericolosità per l’essere umano.Anche se affermare che : “La taglia media, robusta per sopportare (e apprezzare) la “fisicità” dei giochi dei bambini, ma mai ingombrante.” appare leggermente azzardato alla lettrice. Quello che risulta è piuttosto una irreale docilità che cozza completamente con una cosa chiamata genetica che vale molto più delle chiacchiere. I problemi che si incontrano adottando un pitt ex combattente in canile, non sono gli stessi che si ricontrano in cani di razza o non ma di altre tipologie. Questo articolo invoglia ad adottare un pitt ex combattente cosa errata, non dovrebbe adottarlo chi ama il pelo corto o la fisicità del cane ma chi ha la competenza per gestirlo, probabilmente se non un istruttore cinofilo, un vero amante della razza e armato di pazienza, tempo e perchè no di soldi, lavori con un cane che non dimentichiamo va RECUPERATO, parola chiave che manca in questo articolo.

    • Ehm…Beatrice, l'”autrice” è un maschione di pregevoli dimensioni, e nei canili ci ha fatto volontariato per moltissimi anni (non so se lo faccia ancora, visto che adesso deve occuparsi del suo bambinile privato: però di esperienza ne ha acccumulata tantissima).
      Per il resto, io (che invece so’ femmina e non ho mai frequentato canili, ma ho sempre frequentato pit bull, con una “t” sola perché quello con due è Brad) dissento da ciò che affermi: un vero pit bull combattente NON lo recuperi nei confronti degli altri cani, perchè il combattimento ce l’ha nel DNA. Se è un pastrugno di razze buttato lì a far rissa, è un altro discorso… ma un pit bull selezionato per i combattimenti non puoi farlo diventare amichevole con gli altri cani: o lo controlli (addestramento), oppure gli fai fare il “cane unico” e ti levi tutti i problemi.
      Il presunto “recupero” dei cani da combattimento, sul quale tante belle associazioni hanno mangiato tanti bei soldini, è al 99% una bufala.Con i cani non recuperi nulla, perché la genetica non la intacchi: con le persone non c’è nulla da recuperare, perché la stragrande maggioranza dei pit bull non ha nessunissimo problema con gli umani.

  5. Io domenica ho portato il mio cucciolo di 4 mesi in un parco dove ci sono sempre molti cani. Siamo stati li quasi 5 ore e lui ha giocato quasi solo con dobermann e pitbull. Anzi, quella con cui ha giocato di piu e’ stata una femmina adulta di pitbull che aveva appena finito di partecipare ad una lezione di UD. E domenica prossima dovremmo incontrarla di nuovo. Altro che pitbull feroci, se educati bene sono cani equilibratissimi

  6. Salve, ho un pastore tedesco di nove mesi, domani dovrei andare in un parco con un mio amico che porterà un labrador di 4 anni, vorrei sapere se dovremmo stare attenti se si accoppiassero, la mia cagnolina non ha ancora avuto le sue cose, è piccolina ma non so bene come funziona perchè sono inesperto xD
    Qualcuno può darmi qualche informazione a riguardo?

    • A nove mesi non ha ancora avuto il primo calore? Visitina veterinaria, tanto per cominciare… e se non è in calore, nessun problema nei rapporti col maschio.

  7. è vero al canile sono proprio idioti anche noi abbiamo avuto un’esperienza simile..alla fine la mia l’ho avuta in regalo da un annuncio…comunque la descrizione del carattere è azzeccata al 100%
    – Il pelo cortissimo che non richiede alcun tipo di manutenzione, si asciuga velocemente ed è naturalmente pulito. La taglia media, robusta per sopportare (e apprezzare) la “fisicità” dei giochi dei bambini, ma mai ingombrante. La scarsa propensione all’abbaio e alla guardia.
    La forte dipendenza dal padrone. La facilità di addestramento attraverso il gioco.
    La sorprendente facilità di convivenza con altri animali domestici –
    tutto vero sono i cani migliori per una famiglia con bambini

    • Io ho conosciuto un bellissimo esemplare incrocio pit-amstaff in canile, con gli umani era di una bontà disarmante, ebbene la prima cosa che mi ha detto il volontario del canile è stata: questo cane è un’arma! Con tutto il rispetto dissento in toto, un cane è un Cane! Conoscere la razza ed il soggetto sono aspetti fondamentali nell’approccio con un qualsiasi cane, per poterlo gestire ed educare nel migliore dei modi, ma è demente attribuire ad un cane o ad una particolare razza stupide etichette, soprattutto quando vengono da chi con loro lavora e sostiene di amarli. Cinofilia x alcuni è decisamente un’astrazione.

      • “Arma” non e’ un insulto; anche la polizia usa armi per difenderci. E ci sono razze di piu difficile gestione rispetto ad altre, semplicemente perche sono state selezionate cosi. Adesso troppa gente e’ in preda a attacchi di buonismo disneyano e fa fática a vedere la realta, ma tante razze furono selezionate appositamente per lavori “duri”; come tutte quelle razze incaricate i tenere testa ai lupi per difendere il bestiame domestico.
        In un mondo in cui tanti prendono pastori del caucaso, rottweiler, cane corso… come cani “da compagnia” per l’ aspetto físico si e’ obbligati ad usare dissuasori piu forti.

        • non conosco il pastore del caucaso… ma ho un cane corso di 55kg.
          la mia famiglia è composta da me, mia moglie, due bimbe piccole, 3 gatti ed un piccolo pollaio. ti assicuro che se il tuo intento è far passare il corso come un cane difficile… beh, ti dico che stai dicendo una scemenza.
          i cani sono tutti facili se sei un ‘padrone’ equilibrato. se sei invece un demente allora anche il tuo cane lo sarà.
          e questo vale ancora di più per i molossi come il corso ed appunto il pit.
          quindi non spaventiamo la gente dicendo assurdità e non paragoniamo il cane ad un’arma. qualsiasi cosa può essere un’arma, anche un’automobile o una semplice mano.

  8. mi ritrovo personalmente nelle situazioni sopra descritte. Tempo fa, prima di avere i nostri cani attuali, un labrador ed un amstaff, il mio fidanzato aveva deciso di adottare un pit bull in canile, forte del mio supporto e di altre persone esperte cinofile e fidate.
    Non mi dilungherò sulla difficoltà che ho riscontrato nel personale volontario, spero almeno tale, nel confermarci l’adozione (ovvero riuscire a portare la cagnolina). E’ stato un percorso lungo, la cagnolina ormai ci conosceva ed hanno preferito lasciarla al freddo di una gabbia di canile sprovvista di tutto (struttura molto vecchia) piuttosto che darla ad una coppia giovane ed amante della razza. Dopo questa brutta esperienza, finita con una brutta discussione con la direttrice, abbiamo deciso di ritentare la via del canile presso un’altra struttura. Noi cercavamo una femmina.Risposta? Le femmine di pit bull sono piu’ cattive e non si danno via. Dopo ciò non so più cosa pensare di queste strutture.

  9. Ciao, le precauzioni di cui si scrive sono sicuramente giustificate nel caso di rescue con storie di combattimenti ma in realta’ conosco sia Amstaff di razza pura che pitbulloidi che ben educati e socializzati interagiscono in maniera ottimale con altri cani in branchi eterogeni…

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