venerdì 29 Marzo 2024

Lavoro in acqua – la preparazione

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Nell’avvicinamento ad una gara di lavoro in acqua sono due le cose che maggiormente vengono curate nei confronti del cane. Una è la preparazione atletica e l’altra è quella tecnica.
La preparazione atletica è quella che permette al nostro cane di essere fisicamente “pronto” per affrontare la gara. Muscolatura in ordine, peso forma, allenamento alla resistenza ed al nuoto ecc. ecc.. Tra l’altro in questo sito potete leggere articoli sull’argomento di grande qualità.
La preparazione tecnica è invece quella preparazione che permette al cane di imparare un esercizio e di svolgerlo al meglio durante una gara. I riporti, gli apporti, le prese, i tuffi sono tutti esercizi tecnici che vengono insegnati al cane.
Nella mia esperienza di giudice di lavoro e di conduttore mi è capitato di vedere cani, o perché li conoscevo o perché li ho allenati, perfettamente preparati da un punto di vista fisico, tecnicamente molto, ma molto validi, sbagliare in modo incredibile le prove di lavoro.
Avete presente quei ciclisti che scattano al primo km di una tappa di montagna molto dura, vanno come dei treni, su e giù per le salite ed all’improvviso inchiodati… fermi, impiantati… si spegne la luce?
Io ho notato che a volte capita anche ai cani.

Premetto che ho fatto ragioneria in sei (6) anni, non ho lauree e ahimè non ho frequentato corsi da  istruttore e tanto meno master.
La mia esperienza è diretta sul campo: mia, dei miei cani e dei ragazzi che lavorano con me.
Io ho riscontrato che esistono dei fattori “mentali” che non sono né  fisici, né tanto meno tecnici, che possono influenzare in maniera negativa la performance di un cane.
La preparazione mentale è quella che permette al cane di ottimizzare la propria performance, che lo aiuta a gestire al meglio i fattori di stress, con l’intento di ottimizzare le prestazioni e di contenere al massimo lo spreco di energie.

Quali possono essere i fattori (non fisici e non tecnici) che possono influenzare una performance?

•    Il viaggio;
•    Lo stress all’arrivo;
•    La concentrazione pre-gara;
•    I fattori climatici;
•    La durata della prova.

IL VIAGGIO
Il fattore “viaggio” è forse il fattore più sottovalutato dai conduttori di cani da lavoro in acqua. Il viaggio può incidere fino ad un 40% sulle performance di un cane. Spesso si vedono arrivare al campo gara  cani che hanno fatto 4-5 ore di viaggio che vengono fatti scendere dall’auto e portati direttamente a lavorare. Sconsiglio sempre di fare viaggi sopra le tre ore e poi portare il cane in gara. Il mio consiglio è quello di arrivare la sera prima della gare nel luogo dove gareggerete, far riposare il cane per bene e poi portarlo in gara. . Soste ogni due ore, acqua fresca, pochissimo cibo… sembro ISORADIO 103.3, ma è la verità.
Il cane, sembra strano dirlo, dopo un viaggio medio-lungo ha l’esigenza di riposare anche se durante lo stesso ha dormito.
Consiglio per l’allenamento: portate con voi il vostro cane anche nei piccoli spostamenti. Abituatelo a restare in macchina, meglio se in una gabbia anche in vostra assenza. Allenatelo al fatto che dopo la macchina arriva il parco o la spiaggia o il campo dove lavorate e vedrete che pian piano  tollererà meglio il viaggio e sarà molto più rilassato.

LO STRESS ALL’ARRIVO
Spesso noto i concorrenti giungere in spiaggia prima di una gara, “picchettare” il cane o affidarlo all’amico di turno e sparire per ore tra segreterie e saluti. Poi tornare dal cane, imbragarlo e via, portarlo in acqua… con esiti disastrosi.
Il cane, una volta arrivati, ha bisogno di “acclimatarsi”.
Gli facciamo fare un bel giretto, lo facciamo sporcare, gli facciamo fare conoscenza con la spiaggia e poi (il mio consiglio) lo rimettiamo nella sua bella auto all’ombra lontano dall’acqua (spesso fonte di stress per la grande voglia che il cane ha di raggiungerla) e una mezzora prima di andare in gara lo si fa scendere, lo si fa sporcare, lo si imbraga, lo si concentra e lo si scalda. Poi sì, si è pronti per la gara.
Anche qui non sottovalutiamo lo stimolo che il cane ha di conoscere il nuovo posto, i nuovi odori, il fatto che comprende di essere arrivato al mare, luogo per lui di lavoro e di divertimento, il fatto che “senta” il vostro nervosismo pre-gara, la vostra adrenalina.
Tutti questi fattori influenzano il vostro cane.
Consiglio per l’allenamento: abituate il cane a lavorare in spiagge diverse. Diversificate. Sporgersi anche solo di 100metri dal luogo ove solitamente vi allenate è più che sufficiente per incontrare odori e situazioni nuove.. Abituate il cane ad arrivare, ispezionare il luogo e rimettetelo in auto, anche solo per il tempo che vi necessita per cambiarvi. Imparerà il tempo dell’attesa pre lavoro.
Per il lavoro a terra utilizzate piazzali, prati, parchi sempre diversi. Anche qui ispezione, tempo di attesa e lavoro.

LA CONCENTRAZIONE PRE-GARA
Sorrido pensando che spesso prima delle gare assisto a due situazioni diametralmente opposte in quanto a concentrazione. C’e’ chi iperconcentra il proprio cane (o crede di farlo) e chi quasi si presenta in spiaggia senza il cane…
Della prima categoria fanno parte quelli che arrivano al campo gara alle 7 del mattino e, nonostante gareggino alle 2 del pomeriggio, si mettono in muta, imbragano il cane ed iniziano senza sosta a provare, riprovare l’esercizio del lavoro a terra con bocconcini, cliker ed ogni qualvolta il cane sbaglia lo riprovano per correggerlo. Nel caso il cane lo faccia in maniera corretta, lo riprovano per sicurezza.
Quando poi finalmente è il loro turno vedi stampata sul muso del povero cane l’espressione…“nooooo!!! Ancora sta condotta?”.
E chiaramente il cane ciondola  stufo per tutto il ring.
Nella seconda categoria ci metto il classico conduttore (già citato sopra) che arriva in spiaggia,  “picchetta” il cane ad un palo (pazienza se il palo non c’e’… se lo portano da casa con tanto di mazzetta da 1kg)… ci lega il cane con tutti i comfort (acqua, pallina, Tv, ecc…) e poi vaga per la spiaggia salutando e chiacchierando con tutti.

Il povero cane, che solitamente è collocato fronte mare, si gode per qualche ora riportelli che volano in acqua, figuranti che chiedono aiuto, altri cani che lavorano schiumando rabbia e mangiandosi il fegato. Per il padrone è “spiccata predisposizione all’acqua”.
Qualche minuto prima di andare in gara il cane viene prelevato del suo palo (solitamente nel frattempo si è anche fatto una buca di 30 metri), e viene messo davanti all’acqua con la pretesa che stia buono e calmo in posizione seduto.
Solitamente il cane inizia a correre senza senso, nuota felice e contento non guardando più né conduttore né figurante.
La concentrazione è una cosa seria, importante.  Il cane deve essere libero da stress e da situazioni che gli possano far disperdere energie. Quando ci sono due concorrenti prima del vostro turno, fate scendere il cane dall’auto, portatelo a fare due passi ed i suoi bisogni lontano dall’acqua (fattore di grande stimolo) scaldatelo con una corsetta e grazie ad i bocconi o alla pallina mettetelo per 2-3 minuti in attenzione. Dopo un paio di passaggi in questa maniera lo “scalderete” con un riportello da acqua e vedrete il cane “accendersi”.
Da lì due riporti in acqua senza enfasi e senza boria… ed avrete un cane alto di attenzione, pronto per un buon lavoro.
Consiglio per l’allenamento: come sopra. Diversificare è basilare. In più diventa importate il rapporto e la complicità tra voi ed il vostro cane, l’attenzione che il cane vi riserva, la vostra capacità di rendervi interessanti. Spesso l’uso dell’imbrago può essere utile come segnale di fine gioco ed inizio lavoro.

I FATTORI CLIMATICI hanno una grande importanza in una disciplina che contempla un elemento naturale come l’acqua.
L’acqua può essere più o meno fredda, salata o dolce, possono esserci le onde, le correnti… nel mentre può piovere, tirare vento, oppure si può avete un sole che spacca le pietre con l’effetto specchio…
Le incognite sono molte e spesso i cani che lavorano al lago risultano più penalizzati dalle onde, dalla salsedine che nei laghi non trovano. Un cane risente parecchio di questi elementi: idem per pioggia, freddo e vento forte.
Un riportello posto a 20 metri tra le onde si “nasconde”, oppure una risacca obbliga un cane a raddoppiare le energie durante il nuoto. Un cane non preparato può soffrire molto questi fattori, andare in stress e disperdere energie.
Consiglio per l’allenamento: se decidete di allenarvi, non guardate il meteo. Ci si allena sotto la pioggia, con il sole e con il vento.
E’ l’unica maniera che avete per insegnare al vostro cane che si lavora e ci si diverte in qualsiasi condizione. Se in allenamento ha provato di tutto, vedrete che qualsiasi tempo trovi in gara il cane non sarà sorpreso dalla situazione e sarà in grado di gestirla al meglio.
Per chi, come noi, lavora in un lago ed andrà ad affrontare delle gare al mare, bisogna mettere in conto di andare a fare un paio di allenamenti in riviera…

LA DURATA DELLA PROVA
E’ molto difficile calcolare quanto può durare una prova di lavoro. Solo la prova di nuoto è abbastanza calcolabile (è quasi sempre a tempo). Spesso però il regolamento prevede un tot numero di metri di nuoto: 100, 200, 300 e qui sono le condizioni climatiche, vento e correnti che la fanno da padrone. E che dire di quando il cane si tuffa per recuperare il manichino e questo, a favore di corrente si allontana sempre di più? Più il cane nuota e più il manichino si allontana. Mediamente, al netto del nuoto, il cane lavora un quarto d’ora nei primi gradi, 20-25 minuti nei secondi, poco più nei terzi e una quarantina di minuti nei quarti. Tutto questo se durante la gara tutto fila liscio.
In quasi tutti i brevetti di primo e secondo grado, se il cane non supera la prova, ha diritto ad un secondo o addirittura ad un terzo tentativo. Se vi capitasse di ripetere in un secondo grado tutti e tre gli esercizi di gara i 20,25 minuti diventerebbero 40 comodi.
A volte alla seconda ripetizione (che nella testa del cane è il terzo esercizio) il cane si rilassa pensando di chiudere la gara, perde attenzione e  smette di lavorare.
Consiglio per l’allenamento: le sessioni di allenamento non devono mai avere la stessa durata. Modificate sempre il tempo di lavoro, alternate gli esercizi, non date mai lo stesso ordine agli esercizi. Cercate sempre, prima e dopo l’allenamento, di fare nuotare il vostro cane in maniera di “mettere” più minuti possibile di resistenza nelle sue zampe.

Mi permetto anche di dare due indicazioni su quelli che devono essere i compiti di un buon conduttore, al di la come già sottolineato di preparare fisicamente e tecnicamente il cane.

Il conduttore deve:
•    Individuare ed avere ben in testa gli obbiettivi che deve raggiungere il cane;
•    Analizzare sempre le prestazioni in allenamento del cane;
•    Allenarsi a visualizzare il “percorso” che il cane dovrà affrontare in gara;
•    Allenare sé stesso a gestire le proprie emozioni.

Quattro punti veloci che affronto in qualche riga

Se un conduttore conosce bene il proprio cane capisce abbastanza velocemente quali possono essere i limiti dell’animale ed i suoi punti di forza. Diventa essenziale impostare l’allenamento affinché il cane possa incontrare spesso queste situazioni  in maniera di abituarlo allenamento dopo allenamento a superare questi stress.
Cambiare spiaggia, cambiare parco, annotarsi se il cane modifica il proprio comportamento. Per esempio: se cambiando spesso il luogo di allenamento varia il “tempo” della perlustrazione… se diminuisce il cane inizia a “soffrire” meno il cambio di location e per voi sarà un vantaggio il giorno della gara.
E’ molto di aiuto che voi conosciate bene come deve essere svolto un esercizio, perché diventa importante sapere ad esempio se il vostro cane, una volta recuperato un gommone o un figurante,  per tornare a riva vira a destra o sinistra.
In caso di vento sapete che è meglio mandare il cane verso il figurante partendo un po’ più spostati perchè in fase di rientro il cane è avvantaggiato dalla corrente. Sono piccolezze, dettagli che fanno la differenza, perché evitate al vostro cane tanta fatica e tanto stress nervoso. Infine, se è vero -come è vero- che il guinzaglio o l’imbrago sono una forma di contatto con il nostro cane, è anche vero (mooolto vero) che il cane percepisce immediatamente il vostro nervosismo pre-gara, la vostra adrenalina a mille.
Per cui calmi, rilassati, una bella tisanina la sera prima e leggeri a colazione…ricordatevi sempre che per il vostro cane siete ad un allenamento in una nuova spiaggia, ma che soprattutto che lui si sta divertendo a lavorare con voi.

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