giovedì 28 Marzo 2024

Il “troppo” variegato mondo della cinofilia (e le clamorose lacune dell’ENCI)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

Un paio di giorni fa sono invitata a partecipare ad un gruppo, su Facebook, che vorrebbe parlare seriamente di cinofilia avvicinando, tra le altre cose, i cinofili cacciatori ai cinofili non cacciatori.
Siccome ritengo che si debba avere la massima apertura mentale possibile, ho accettato di partecipare, anche se un po’ dubbiosa. Lo scopo mi piace, anche perché sono contraria alla caccia ma non sono una fanatica talebana e non sono neppure animalista: mangio carne, quindi se uno il proprio pranzo se lo uccide personalmente non posso mettermi a fargli la morale solo perché il mio lo ammazza qualcun altro.
Le mie remore nei confronti della caccia – se a qualcuno interessa – sono soprattutto due: la prima, ovviamente, è che non mi spiego come ci si possa “divertire” ad ammazzare qualcuno, anche se si ha la necessità di mangiarselo… e per questo guardo sempre i cacciatori con un minimo di sospetto, perché ci intravvedo una vena di sadismo e di “cattiveria”.
Forse sarà anche ipocrisia, non dico di no: ma il fatto che una cosa sia necessaria non comporta che sia anche piacevole. In molte culture è ancora in auge la pena di morte per gli umani che hanno commesso crimini, ma anche la gente che trova giusta questa punizione estrema non credo faccia la coda per avere il posto del boia. Insomma, un conto è pensare che “è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo”, un altro è pensare “ma che bello, mi piacerebbe proprio farlo”.
La seconda remora riguarda la quantità di animali uccisi: perché se uno spara alla sua cena, come ho detto, non lo trovo poi così criminale. Se invece uno spara a cento animali e poi ne mangia uno, allora non è neppure più un boia (lavoro sporco, ma necessario), ma un serial killer. E lì la mia comprensione scende proprio a zero.
Comunque… io amo i cani da caccia esattamente come tutti gli altri cani. Mi interessa sapere come stanno, come vivono, come sono tenuti. E siccome lo scambio di opinioni, di idee e anche di culture diverse è – a mio avviso – l’unico possibile viatico verso una cinofilia migliore, ho accettato di entrare nel gruppo di FB: soprattutto perché, sotto sotto, ho sempre temuto che per il cacciatore neppure il CANE fosse meritevole di rispetto e dignità…con rare eccezioni, che infatti annovero tra le mie amicizie.
Però le ritenevo appunto rare, molto rare: e mi sarebbe piaciuto scoprire se erano proprio mosche bianche, oppure no.

Bene: sono entrata nel gruppo, dichiarando la mia avversione per la caccia, e a parte un “sei anticaccia? pedalaaaa!!!” di benvenuto (poi rientrato dopo qualche parola di spiegazione) ho trovato diverse persone davvero amanti dei loro cani. Qualcuno lo conoscevo già, qualcun altro lo sto scoprendo adesso (sono nel gruppo solo da pochi giorni), ma devo dire che in generale questa gente mi sembra civile, in molti casi anche spiritosa e simpatica: ma soprattutto è evidente che ama davvero i suoi cani e che è ben lontana dall’immagine comune del cacciatore che “se il cane non va bene a caccia, gli spara” o “lo abbandona”.
Però, se non si fa un passo in direzione dei cacciatori, rispettandone le scelte anche quando non si condividono, non si scoprirà mai che esistono cacciatori veramente cinofili. Lezione che sto imparando: un po’ a fatica, eh. Ma ci provo.

Contemporaneamente, su questo sito, avevo invitato una lettrice animalista a parlarmi un po’ del suo mondo e dell’associazione a cui appartiene, facendo – a sua volta – un passo nella direzione degli allevatori, che per gli animalisti stanno più o meno sullo stesso piano dei cacciatori. Quando va bene, diffidano di noi: quando va male ci odiano proprio, considerandoci dei luridi sfruttatori di esseri viventi.
E “sfruttare” non è proprio la stessa cosa che “ammazzare”… ma insomma, siamo lì.
Ero pronta a partire lancia in resta con questa lettrice per dimostrarle che “allevatore” e “cagnaro” sono due cose ben lontane l’una dall’altra…e tanto per cominciare sarei partita spiegandole che esistono associazioni, enti (soprattutto uno, ovviamente: l’ENCI!), club che tutelano il cane di razza e che possono essere il primo passo per dividere i “buoni” dai “cattivi”. Chi ne è socio, infatti, magari non sarà proprio perfettissimo, ma se non altro è tenuto a rispettare un codice etico…e blablabla.
Be’…non sono neppure riuscita a cominciarlo, questo discorso: perché lei, stamattina, mi ha mandato una email con le foto di uno degli unici due “allevatori” che ha conosciuto: uno che alleva maremmani, pastori tedeschi, boxer e volpini.
Queste le sue parole: “proprio l’altro giorno abbiamo trovato che una delle sue pastore tedesche di 8 anni lasciata con due maschi nel box ha partorito un cucciolo (se ne ha partoriti altri non sappiamo). Dopo due giorni ci hanno detto che era morto. Poi l’hanno lasciata lì sempre coi maschi. Un’altra volta una maremmana ha partorito in un box dove stava con un maschio, ma i cuccioli erano prematuri e sono morti (ci hanno detto) e lei l’hanno lasciata lì:  il maschio tornava a montarla e lei non ne voleva sapere“.

Bene: questo allevamento (di cui la lettrice non ha fatto il nome, che non compare neppure nell’articolo linkato) a quanto pare HA UN AFFISSO ENCI. E leggendo questa notizia, se permettete, sono  rimasta leggermente basita.
Come riusciremo MAI a far capire alla gente che gli allevatori non sono luridi bastardi, se QUESTA è l’immagine che danno quelli riconosciuti dall’Ente che dovrebbe tutelare i cani?
Noi vediamo i canili pieni di cani da caccia abbandonati, e ci facciamo una certa immagine dei cacciatori (mentre è solo l’immagine della parte deteriore); gli animalisti vedono un “allevamento” di tal fatta, e ovviamente si fanno una certa immagine degli allevatori.  Mi sembra scontato che succeda.
A questo punto non resta che scoprire l’acqua calda, e cioè scoprire che a volte ci viene mostrata una  faccia della medaglia talmente disgustosa che passa proprio la voglia di andare a guardare l’altra: anzi, magari ci convinciamo che non ne esista affatto un’altra, e che quell’immagine rappresenti un’intera categoria.
Vale un po’ per tutti, eh… anche per i politici “tutti uguali”, per i magistrati “tutti uguali” o magari per gli extracomunitari “tutti uguali”: a volte basta UN esempio per creare una forma di razzismo. E figuriamoci quando gli esempi diventano due, dieci o mille. Magari dall’altra parte ci sono diecimila esempi contrari, ma chi ha voglia di andarseli a cercare?
Quando ciò che si vede provoca avversione, ribrezzo o addirittura odio, è ben difficile che si abbia voglia di cercare, in quello stesso ambiente, qualcosa di buono. Si scappa via e/o si comincia a remare contro. E’ umano e comprensibile.
Però…c’è un però.
Ed è questo: in cinofilia esiste, appunto, un Ente che avrebbe lo scopo di TUTELARE i cani. Solo quelli di razza pura, okay: ma i cani nelle foto-horror lo sono. Sono boxer, pastori maremmani, pastori tedeschi.
L’ENCI, nei loro confronti, si è preso una responsabilità precisa: quella di badare a loro. Che NON significa “fargli avere un pedigree in ordine”, se poi la loro vita si svolge come si può facilmente intuire dalle foto.
L’ENCI deve chiarire, una volta per tutte, cosa intenda con “tutela del cane di razza pura”. E deve spiegarci per quale astruso motivo un essere dis-umano come quello che gestisce questo lager ABBIA UN AFFISSO RICONOSCIUTO.

Nessuno ha mai controllato? Nessuno ha mai saputo niente? Le guardie zoofile vengono a sapere che i cani sono tenuti in questo modo, ed operano un sequestro, e l’ENCI non ne sa nulla?
Se è così, significa che c’è un palese malfunzionamento in questa struttura: che, non dimentichiamolo, è un Ente riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura. E’ quello che dovrebbe dare l’immagine della cinofilia DOC in Italia.
Ma se permette queste cose, dovrebbe essere immediatamente dismesso, perché è chiaro che non funziona. Se non è il grado di effettuare controlli -e soprattutto, se non straccia IMMEDIATAMENTE l’affisso a persone che vengono pescate a detenere i cani in questo modo, non è degno di rappresentare la cinofilia.
C’è qualcun altro che non viene ritenuto degno di rappresentare l’Italia, in questo momento: e tutti gli stanno urlando di dare le dimissioni.
Bene, a me sembra che si dovrebbe fare la stessa cosa con l’ENCI: cambi sistema, si metta in condizione di funzionare ANCHE per quanto riguarda controlli ed accertamenti sul benessere dei cani, oppure lasci il posto a qualcun altro.
Perché io mi vergogno, ma proprio profondamente, di avere lo stesso titolo che ha questo signore: quello di “allevatore riconosciuto”. Mi fa proprio SCHIFO essere anche solo lontanamente paragonata a questo signore.
E purtroppo non posso neanche sperare che sia un caso isolato, perché so che non lo è. Perché di “allevamenti” come questo ne esistono altri. Perché gli allevamenti con dietro l’angolo il capannone pieno di cani dell’Est li ho visti con i miei occhi. Perché di allevamenti (di cani da caccia, guarda caso: ma non generalizziamo, appunto) con centinaia di fattrici messe lì a produrre in catena di montaggio ho visto le testimonianze fotografiche.

Quello della cinofilia (sempre che si possa ancora utilizzare questo termine, vedendo certe immagini) è un mondo variegato: c’è dentro di tutto e di più, dal volontario che deve far rissa col proprio sindaco per far rispettare la legge  (sembra assurdo, ma succede in continuazione) alla sciuramaria che chiede su Internet “fino a che età un border collie può essere trasportato in borsetta”  (che sarà il tema del mio prossimo articolo). Però, così, è TROPPO variegato.
Mi sta bene che esistano mondi diversi, pianeti diversi, universi diversi: ma i cani, invece, sono tutti uguali.
E avrebbero ALMENO diritto ad un minimo garantito di welfare, tutti, dal primo all’ultimo, prima che noi cinofili ci mettessimo a parlare di collari vs pettorine o di border collie vs rough collie.

E’ vero che il mondo intero va così: ci si scanna – vergognosamente – per decidere se fare o meno l’alta velocità, mentre metà dei bambini del mondo muoiono di fame (però i bambini che muioiono di fame li rinfacciano sempre e solo a NOI cinofili, rei di comprare cibo di buona qualità per i nostri cani…). Ieri c’era il Gran Premio di Singapore che passava sotto a un albergo con la piscina al centesimo piano o giù di lì, costo centinaia di milioni di dollari, e mezzo mondo non ha accesso all’acqua come bene primario. E così via.
Però questo non giustifica il fatto che un Ente preposto alla tutela dei cani se ne infischi dei cani. Perché se l’ENCI decidesse, domani, di occuparsi di bambini africani, non troverei nulla da ridire: credo anch’io, pur da cinofila assatanata, che siano più importanti loro. Ma nel momento in cui un Ente si dà uno scopo e un fine, quello deve perseguire. Trovo normalissimo che ci si dia come scopo la cinofilia (e infatti anch’io mi occupo di quella) perché nessuno può risolvere tutti i mali del mondo, perché ritengo che i Grandi Temi dovrebbero essere affrontati dalla politica e non certo dall’iniziativa privata e perché, semplicemente, ritengo che sia lecito amare i cani e desiderare di dedicarsi a loro. Però, in questo caso, è come se l’UNICEF rubasse il cibo ai bambini. Perché non tutti possono/devono avere lo stesso scopo e gli stessi fini… ma una volta che te ne sei dato uno, perdiana, almeno quello FALLO BENE.
Altrimenti sei un fallito. E non solo: ingeneri anche una gran confusione tra la gente, che non ci capisce più nulla.
Guardatevi un po’ le foto: sono poche, in questo articolo, ma mi sembrano che dicano molto.
Quello in alto è il cane di un cacciatore, ovvero di quello che per me sarebbe “il cattivo”: un cane lustro come un pavone, in splendida forma, libero e palesemente felice.
Quelli  nelle gallery sono i cani di un allevatore con affisso ENCI, ovvero quello che per la mia mentalità dovrebbe essere “il buono”.
Mi pare che ogni ulteriore commento sia superfluo.

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119 Commenti

  1. cara Lupi, io non devo e non voglio convincerti di nulla, certamente con tutti gli ambienti che frequenti avrai una tua idea, detto questo forse mi son spiegato male, io ti ho detto che un cane selezionato bene e morfologicamente eccellente in linea di massima sarà un buon cane da lavoro e un buon cane da expo poi se vuoi capire capisci se no pace… conosco persone che fanno gare di sleedog con cani che presentano regolarmente in expo vincendo poi ti lascio alle tue idee ciao

    • chicco… non esistono solo i cani da slitta. un border morfologicamente eccellente in genere non è un border ottimo da sheepdog e viceversa. un pt ottimo sul lavoro fa fatica a tirare un buono in expo ecc ecc…e te ne potrei raccontare mille di casi simili.tipo, cani preparati per brevetti ipo cal ecc… che magari hanno paura dello sparo, ma glie lo si maschera con qualche espediente… bellissi da vedere ma alla fine senza il vero carattere che dovrebeb avere un cane che “lavora” sul serio, e non parlo solo di pt da mi belgi dobermann e via discorrendo…che magari le linee da lavoro mica son brutti e … per me non sono “brutti” ma quelli che vinvono in expo non son quelli che vincono i campionati di lavoro, in genere ecco.poi se vogliamo continuare continuiamo, ma non sono cose che mi invento, di cani così… ne ho visti a pacchi.il belga con un po’ meno pelo che prende mb e non eccellente ma che lavora bene e viceversa quello col pelo bellissimo (che se permetti morfologicamente funzionale a che? non è un piumino da cipria vedi l’articolo sul collie, ma un cane da pastore) ma senza carattere. il border da show con tutto quel pelo gonfio così ma poi quelli con l’istito sul gregge VERO e non costruito (che ripeto quasi tutti se li prepari “lavorano” ma bisogna vedere COME lavorano e non parlo appunto solo di border) e il cane da pecore pià smilzo, anche perhcè deveo correre sul serio tutto il giorno, e senza tutto quel pelo inutile, magari si a pelo lungo e non solo linee smooth, ma non tutto il pelo di linee da expo e così via.io non so più come scriverlo, magari gli husky, non li conosco, sono riumasti belli e bravi senza distinzioni ma tante delle razze con cui ho a che fare quasi quotidianamente, in cui vedo linee da lavoro e linee da expo, che vedo in expo e che vedo lavorare, sono messe così…

    • Chicco, io è un po’ che non frequento expo … ma se siete rimasti a quelle volpi argentate che erano diventati gli husky, beh, fammeli vedere attaccati ad un kart che mi ricredo 🙂

      • se passi sul mio sito clikka sul mio nome, vedi alcuni cani che frequentano expo fanno buoni risultati e lavorano (p.s non allevo e non mi sto facendo pubblicità) di volpi argentate ultimamente se ne vedono poche

  2. mi è impossibile fare il reply all’ultimo post di denis nel posto giusto (quello dove parla di donne divorziate, ah, grazie dell’idea! e di partite scapoli/ammogliati)
    nel tuo concetto utopico mi ci trovo abbastanza, sai? ..
    le mie cagne sono relativamente poche (intendo le femmine attive in riproduzione) e difficilmente fanno + che 3/4 cucciolate nella vita. quasi sempre da ogni cucciolata cerco di individuare UNA femmina con la quale andare avanti e – se trovo la persona giusta – questa cagnolina va in famiglia per poi tornare da me in occasione delle expo e del/dei parti.
    mi trovo molto bene in questa parte del tuo intervento: “quindi se è perfettamente naturale che non tutti i soggetti si riproducano, soprattutto parlando di popolazioni ristrette ” e ciò che segue “Mediamente significa che magari puoi anche avere la femmina superfiga che incide di piu’ e fa quattro cucciolate e quella a cui ne fai fare una sola”. Ciò che mi trova concorde è il concetto alla base: NON tutti i soggetti – pur nati con tutti i ‘crismi’ – sono adatti per proseguire nella selezione; pur sperando di non avere mai delle ciofeche, il lavoro è volto ad ottenere in ogni cucciolsta SI SPERA! numero UN cane che sia il compendio dei pregi dei genitori e che non ne manifesti i difetti, per proseguire . E gli altri? gli altri niente. NON si riproducono! x quella che è la mia personale idea di allevamento, si fa così. 🙂
    e tornando dall’idea alla realtà. è circa 22 anni che allevo. in questo mommento, in box, ho: 5 femmine di rottw di cui una di 9 anni che ha fatto UNA cucciolata (le 3 + anziane mi sono morte tutte lo scorso anno.. un anno di lutti!) 2 di quasi 3 anni, ma x ora solo una di queste 2 mi soddisfa x pensare di farci una cucciolata, una di 3.5 anni interessante ma con dei dubbi e una di 5 anni che è una cagna di ‘ritorno’, entrambe illibate. quindi 5. che nn è esattamente un numerone, ma sopratutto UNA sola che andrà in riproduzione! forse! quest’inverno e da quella cucciolata vorrei tenere UNA femmina. delle mie femmine di rottw precendenti, pur in momenti di massima richiesta, la femmina che mi ha fatto + cucciolate ne ha avute 4. la maggior parte 2.
    e passiamo agli staffi. con loro sono un po’ + facilitata e – a parte una – le ho in casa. sono in 4 adulte (una sterlizzata e una quasi a fine carriera) e una cucciolotta di 3 mesi. con gli staffi ho cominciato a fare le comproprietà/affido. ciò mi permette di poter avere ben 3 femmine ulteriori, di ottima qualità, in famiglia. alla fine cmq ad oggi posso contare su 6 femmine + una potenziale ma alla quale va sottratta una femmina a quasi fine carriera (ovvero quando la piccola sarà adulta questa femmina andrà in pensione).
    con le staffi – pur potendo contare su n 6 potenziali cucciolate l’anno e su una richiesta discreta – cmq non le faccio mai, proprio xkè mi interessa innanzitutto la qualità ma anche voglio poter scegliere, senza farmi prendere dall’ansia, la famiglia giusta per ogni mio cucciolo.
    devo trovare, come suggerisce denis, qualcuno che mi passi l’assegno mensile !!!!!!!!!!

    • vabbè dani non dico che allevi male anzi… ma da quello che dice denis al numero di cani che hai tu ce ne passa. lui intendeva del ripo ho 2 ,3 max 4 cani e una volta nella vita forse le riproduco. poi certo per una come te ce ne sono tanti che prendono il cane e non riproducono ma non è esattamente la tua situazione che ipotizza denis. e io che ora sono arrivata a 6 che sono ancora relativamente pochi d aun aparte sono contenta è la mia passione ecc dall’altra in effetti rimpiango quando ne avevo solo uno massimo 2… ma sono scelte…che dire…

      • … bene, ancor meglio di quanto già comunque pensassi (non ho mai mandato spie russe a controllare quante fattrici tenessi, ma la tua linea di lavoro l’avevo intuita). La gestione tramite comproprietà/affido mi piace tantissimo… anche se non è sempre facile come potrebbe sembrare… tovare le persone giuste, affidabili, motivate dalla tua stessa passione, che non si rivelino diversi come avevi sperato che fossero….
        Però di fatto tu, oggi, oltre a tutto il megalavoro che ti tocca fare per poterti chiamare “Allevatore”, ti stai facendo carico anche di quelle cose che io appunto pensavo potessero essere gestite da un “ente” (cioè da una cooperativa, da un gruppo di appassionati di cui anche tu fai parte) che si occupi di dare le direttive per la tutela della razza, anziché proumuovere le vendite dei soci e cercare giudici compiacenti. Una situazione in cui aderire a quel progetto significa un po’ come avere un cane in affido/comproprietà… l’ente mi tutela, mi consiglia, mi permette l’accesso gratuito o a prezzi agevolati a servizi che normalmente si pagano e in cambio anch’io non devo piu’ pretendere rimborsi sui cuccioli di cui l’ente stesso (dove anch’io o voce in capitolo) approva l’affidamento..
        E da qui riemerge il discorso dei cuccioli ceduti gratuitamente… perché appunto in una realtà dove tu per metterti in regola devi comprare, un podere non in zona residenziale, costruire tutta una serie di impianti, metterli a norma, mantenere tanti cani con tutte le spese che comportano in cibo, spese veterinarie, le expo, il camper, il toelettatore, il giardiniere, il commercialista… allora si giustifica anche chiedere una partecipazione che significa “guarada che se non c’ero io a fare tutte queste cose tu un cane cosi’ mica lo potevi avere”. Se però il cane a parità di cure d’allevamento lo alleva la famiglia modello comporprietà/affido, che l’unico cane lo carica sulla punto e non ha bisogno del camper, che lo fa dormire in soggiorno e non ha bisogno del recinto a norma 626, che ha tempo di portarlo in mostra e non ha bisogno dell’handler, questo discorso non si giustifica piu’. Ed è per questo che poi leggi su yahoo answers “il cane nn prenderlo in allavmnt ke costa un botto, cerca gli annunci privati ke li trv a 500 € (che a mio avviso sono molto piu’ rubati dei 1000 chiesti da un allevatore… senza contare che il privato spesso parte da “un lavoro già fatto” cioè con un cane che viene da una lunga selezione che un allevatore ha fatto prima di lui. Ma tant’è.
        Di fronte a questa realtà solitamente i grandi allevatori tendono a incazzarsi e screditare i piccoli (altro che affido/comproprietà) insinuando che privato è sinonimo di cucciolatore da giardinetti, che costano meno perché valgono meno, perché il privato ha meno esperienza, non può selezionare su grandi numeri, non ha professionalità…. che in fondo equivale a dire che allevatore è sinonimo di cagnaro… cioè ci sono quegli e queagli altri tra i grandi come tra i piccoli.
        L’acquirente invece, di fronte al succitato discorso “se non ci fossi io che mi sbatto, tu non avresti un cane con questa qualità” reagisce dicendo “allora mi prendo un cane con un po’ meno qualità, ma che costa moooolto meno, e dell’etica, chi se ne sbatte… tanto da adesso in poi vivrà da re e lo porto via dal brutto posto in cui è nato”.
        Quindi alla fine, se mettiamo al centro delle priorità il miglioramento zootecnico e il diffondersi di cani di qualità, anziché il nostro (seppur giustificato) senso di giustizia, sono convinto che se si arrivasse a riuscire a mettere in piedi un sistema in cui i cani non vengono venduti ma affidati…. sarebbe solo un migliramento.
        Poi c’è tutto il discorso “emozionale”… e li’, vabbeh è una cosa soggettiva…. ma io per esempio un po’ la sento.
        La parte razionale del mio cervello mi dice che è normale e doveroso risarcire chi ha affrontato spese per darti un prodotto, che…. che in fondo è cosi’ in tutte le cose: chi è bravo si fa pagare. Se giochi a calcetto tra colleghi lo fai gratis, ma chi gioca in serie A si fa pagare anche se si diverte come te. Inizi a fare judo pagando la palestra da ragazzino… la maggior parte a un certo punto si ferma, smette fa altro.. chi ha passione, dedizione ed è bravo e ci tiene, continua, diventa istruttore, maestro, apre una palestra, insegna, si fa pagare. Paghi il giardiniere, la piscina, i vestiti, i concerti del tuo cantante preferito… tante cose che si potrebbero trovare anche in forma gratuita… nn proprio la stessa cosa ma accontentandosi. Come con i cani.
        La parte emotiva del mio cervello però non può fare a meno di pensare che un cane è pur sempre un essere vivente… non è una piscina, non è un vestito, non è una canzone… e quindi anche tutto il discorso relativo alle spese e al lavoro che ci sono dietro… è un po’ come se mi dicesse: “hai una figlia bellissima e adorabile… si vabbeh, a parte che la bellezza è soggettiva. Però insomma, se è cosi’ in forma è anche perché fa sport… piscina e palestra due ore tutti i giorni, se è cosi’ in linea è anche perché ci tiene, fa dei sacrifici, si controlla, non si lascia andare a mc donald e nutella a gogò…. senza contare che ha studiato, l’hai mandata all’università, parla due lingue (e tu sai quanto hai pagato quella vacanza studio a Londra)… è cosi’ perchè ci hai anche investito. A casa dei Sopranos non sarebbe mica diventata cosi’… quindi… *almeno che si faccia pagare!!* … Ecco, a me, nonostante tutto mi suona sempre un po’ cosi’. Quindi sarei contentissimo se si arrivasse alla mia utopia di una realtà (anche una realtà parallela… le imposizioni talebane non esistono).. una realtà in cui i cani di qualità sono allevati per passione e dati in “affido”. Non a chiunque…. a chi ha certi requisti, ma si superi anche il discorso del “prezzo”.

        • denis, sei un amoooooreee ! 😀 😀 la figlia che si fa pagare mi devi dire da dove l’hai tirata fuori però .D 😀 dillo che la cronaca di questo periodo ti ha influenzato, ammettilo 😀
          celie a parte, tutto questo tuo ‘lenzuolone’ mi fa pensare ad una proposta che taaaanti anni fa era stata fatta agli allevatori RCI (rottweiler club) . Il club avrebbe selezionato un parco femmine di altissima qualità, stra super mega certificate, avrebbe seguito gli accoppiamenti e i cuccioli sarebbero stati dati in gestione a persone selezionatissime per proseguire nel lavoro.
          sai la risposta quale fu? …. UNA ribellione!! come ti permetti tu, club, di venirmi a dire come e con chi coprire la mia cagna? o a chi dare il mio cucciolo? metti pure che i tempi nn fossero maturi, tuttavia credo che anche oggi se una proposta del genere venisse fatta troverebbe la stessa risposta.
          e poi meno male che quella che vive nel paese dove le caprette fan ciao son io: ho trovato chi ci ha costruito case e palazzi 😀 😀

          • il rottweiler club è sempre stato piuttosto avanti per certe cose e so che a parte queste proposte ha avuto iniziative (anche formative) come pochi altri… di solito infatti i club si occupano di organizzare le speciali e pubblicizzare i due tre soci che contano. Gli altri servono a far numero. Malgrado ciò, come vedi…
            Per fare una cosa simile comunque il club dovrebbe essere veramente rappresentativo, fatto prevalentemente di “gente come te”…. cioè persone che si sentono uguali e che percepiscano di avere voce in capitolo, anziché sentire il “club” come un’entità superiore che ordina, vieta, obbliga, decide. E poi dovrebbe essere una cosa stabilita a priori… cioà accettata dal momento che si decide di far parte di un progetto. I tempi non sono maturi nemmeno oggi… anche perché visto il clima, come metti in piedi un certo discorso la gente tende a prevedere quello che dici e a incanalarti in uno stereotipo precostituito e alle fine tutti parlano e nessuno ascolta.

          • si, indubbiamete avanti nella formazione; c’ero in quel periodo e ne ho attinto a piene mani . purtroppo, però, tutto ciò nn è bastato x ottenere quel ‘salto’ che avrebbe permesso una collaborazione di questo tipo.

        • si ma denis però… un po’ è già così nel senso… gli allevatori quelli seri con la A maiuscola non vendono cuccioli a “cani e porci”… ma solo a gente di un certo tipo… o a volte appunto li danno in affido.e tutti gli altri che vogliono un cane? l’allevatore con la A maiuscola non glie lo da e quindi? e quindi esistono anche tutti gli altri allevatori con la a minuscola dai meno peggio con cani accettabili ma che vendono un po’ a tutti, ai cagnari piu schifosi con tutti i casi che conosciamo. Contando che poi in un mondocane “ideale” non si contemplerebbe il meticcio nel senso secondo molti andrebbero tutti sterilizzati e dovrebbero restare solo i cani di razza, le “gente” dove prende il cane? perchè mica tutti si rivolgono a quelli con la a maiuscola che manco glie lo darebbero tra l’altro.quindi si è utopia… ma resta comunque il fatto che se vuoi il cane buono l’allevatore buono lo trovi, di contro se allevi il cliente buono a cui dare il cane ad aver pazienza lo trovi… e di contro ci sono i cucciolatori della domenica, quelli che fanno pallina per bubi (meticci), o 2 cani di raza senza controllare pià di tot se sono belli e tipici (e spesso sani), quelli che fanno i cani toy da borsetta e quelli che importano i cani dall’est e se ci sono è perchè c’è mercato… c’è poco da fare…
          è un mondo difficile…

        • OT: Denis, per le donne è come descrivi tu: non le paghi direttamente, ma una così ha un’aspettativa di tenore di vita molto alto … 😉

          • :DD ..è verissimo, infatti!… però OT mica tanto. Perché, battute a parte, io vorrei proprio che fosse cosi’ anche per i cani. Vorrei che il mio modo di allevare e selezionare cani con lo stesso impegno e dedizione con cui cresco un figlio, fosse per loro una garanzia di “tenore di vita alto”. Che significa non cani che ti devi sbattere a fare appelli “vi prego adottatemi, non voglio finire in canile”, ma cani che quasti tutti vorrebbero e si bacerebbero i gomiti se glieli offrissi… cani in cui sei tu a poterti permettere di dire “gratis, si ma non a tutti” e lasciare a bocca asciutta tanti immancabili arroganti che si aspettano che tu non possa rifiutare di venderlo, proprio come tua figlia anche se non si fa pagare non vuol dire che la debba dare al primo vagabondo squattrinato, ma che piu’ probabilmente finisca con una persona che intelligentemente ha saputo conquistarsi una vita qualitativamente piu’ che accettabile.
            E i proprietari che non hanno le carte in regola… vadano a comprarseli pagando. Cioè io li lascerei volentieri senza cane, ma so che non posso decidere le sorti del mondo… però almeno riterrei piu’ “giusto” che fossero loro che pur di avere un cane se lo comprano (in negozio, dal cagnaro, dal grande allevatore, da chi vogliono) e chi invece se lo merita possa rivolgersi a un circuito diverso.

  3. mi piace seguire queste discussioni….
    mi piace perchè negl’ultimi commenti si vanno a delineare due modelli che in realtà non dovrebbero esistere :
    Linea da Lavoro??
    Linea di Bellezza???
    Bisognerebbe ricordarsi che in Expo il bello (dovrebbe) essere funzionale, leggendo alcuni commenti mi vengono in mente alcuni allevatori o presunti tali che per giustificare
    difetti dei loro cani si aggrappano a : MA LE MIE SONO LINEE DA LAVORO…. cazzate un cane brutto è un cane brutto punto e fine, il cane in expò si presenta al meglio e se hai un cane brutto (che non rientra nello standard) puoi avere la giacca la cravatta o la minigonna che non vai da nessuna parte, è verisimmo ci sono inciuci mafie ecc ecc ma con un cane di buon livello alla fine il tuo campionato lo chiudi senza tante palle, e poi ragazzi smettiamola ti tirare in ballo i pastori e i loro cani che non sono cani da fighetti perchè lavorano ecc ecc ecc I pastori sono pastori lo fanno per vivere nella loro testa non credo ci sia il desiderio di avere dei cani in “standard ” ma semplicemente di avere dei cani che funzionano se poi per avere un cane che funziona ne vengono soppressi 5 perchè sono displasici capireste anche perchè non badano tanto al pedigree….
    poi per mettere bene le cose in chiaro in questi ultimi commenti bisognerebbe capire cosa si intende per cani da lavoro, cioè cani sottoposti a prove di lavoro o razze nate come cani da lavoro…
    cosa è meglio portare avanti un cane con una buona testa per lavorare ma con difetti oppure un cane perfetto fisicamente ma
    senza istinto?

    • Guarda che basta non riprodurre, non c’è bisogno di sopprimere: sopprimi per una mera questione economica.

      Boh, per me senza istinto te lo puoi tenere … Opinione personale, eh? 🙂

      Daniela, a me sembra che appena si parla di far muovere un cane i “bellezzari” tirino su le barricate 🙂

      Giusto qualche parola in libertà:
      *) qualche anno fa sono diventati di moda gli staffi in agility: vuoi per sfortuna, vuoi per esasperato agonismo, vuoi perché “lo staffi non e’ un cane da agility”, ne ho visto tre farsi il crociato nuovo (DanielaA, uno mi sembrava fosse di Esposito, vero?)
      *) Un ortopedico -non sto a fare la storia- mi ha detto di fronte ad una diagnosi di rottura di crociato in un dobi, che non era il primo caso di cane proveniente dall’allevamento X ed era un difetto di angolazione rotula – cresta tibiale (perdonatemi se ho scritto una castroneria) congenita
      *) l’ortopedico che lo ha operato si rifiuta di fare la JPS, perché gli rompono le palle con la sterilizzazione.
      *) le razze disoccupate non esistono, un cane sano e’ in grado di fare una certa serie di attività che almeno a grandi linee ti permetterebbero di non far titolare cani inadatti a fare i cani

      • certo che esistono le razze disoccupateee ! 😀 😀 le razze ‘disoccupate’ sono quelle come, ad es, il barbone o il bul francese o qualsiasi altra razza vi venga in mente che NON ha prova di lavoro (o caccia che sia). insomma, che nn deve dimostrare sul campo di avere ‘certe’ doti caratteriali x una attività specifica. credo che per fare il cane bacioso, il salto del divano e il tuffo sul cuscino con la pallina non ci siano prove di lavoro codificate da superare 😀 .
        detto ciò: i crociati si rompono, a staffi,dobi, rottw, pt, meticci e via citando,. si rompono per mille motivi, e uno di questi è assodato sia un errata inclinazione tibiorotulea.
        NOn conosco lo staffi del quale parli Mac, ma so che ci cominciano ad essere degli staffi in agility e ben figurano, con i loro crociati sani e disposti. c’è cmq una corretta gestione del cane alle spalle, con l’inizio dell’attività sportiva dopo l’anno e cure e attenzioni perchè nn si scatafasci iniziando troppo presto. essendo una razza ‘piccola’ e molto di temperamento, spesso i propr si ‘dimenticano’ che anche loro finiscono di crescere dopo i 18 mesi almeno.
        nello staffi ( e spero di rispondere alla tua domanda, mac) c’è una certa predisposizione alla scorretta inclinazione tibiorotulea proprio per come è ‘fatto’ il cane (baricentro basso, angoli post nn molto accentuati, ecc) e per la rapidità con la quale mette massa muscolare già in giovanissima età. Ora provo a scriverlo a parole semplici (prego medici veterinari di turarvi il naso.. ) : se il muscolo si sviluppa già molto quando l’osso non è ancora pronto a sostenere la sua trazione, si porta dietro anche l’osso, stortandolo. e spostando, per tanto, l’inclinazione corretta del femore (+ frequentemente) sulla tibia. da li cominciano i guai x l’errato lavoro sia dei crociati sia della rotula.

        • Tu fai finta di non capire 🙂
          Provo a spiegartelo con parole mie 😀

          vieni in Expo e mi porti una certificazione con
          *) test caratteriale sul modello svedese
          *) lastre displasia anca, gomito, … Certificate
          *) oculopatie
          *) cardiopatie
          *) superamento prova fisica minimale

          Poi ti faccio entrare nel ring, leggo i risultati, valuto in base alla razza in oggetto, poi guardo finalmente se hai pareggiato bene la lunghezza dei ciuffi sulle orecchie 😀

          • bene vengo in expo e ti porto tutto sto popò di roba, ma torniamo al discorso di denis: se tutta sta roba devo pagarmela io di tasca mia, e non ne ho un rientro (rientro, bada bene, nn reddito) e questa roba la faccio per tutti i cani che desidero mettere in riproduzione e che siano uno o 10 poco importa, sempre di una spesa mica da ridere si tratta, anche perchè non si alleva con UN paio di cani, già solo x un discorso di salute della femmina. quando ha fatto 3/4 cucciolate la si mette in pensione, e la si continua a mantenere se nn si ha la fortuna di trovarle una famiglia. in 5 anni ti ritrovi con almeno 6 femmine, tra cucciolotte che tieni e femmine fuori riproduzione. In 10 le cagne sono almeno il doppio e quei costi li hai sostenuti tutti tu! poi ha una bella voglia Denis di proporre l’utopia dell’allevamento a gratisse 😀

          • Sono due discorsi separati, il mio e quello di Denis

            Tutelato da un ente così, che mi permette di accedere ad un database sulla -ad esempio- HD dove guardare non solo i genitori, ma anche lo stato degli “zii”, degli altri riproduttori dello stesso allevamento, ai risultati dei test caratteriali, lo pagherei il giusto prezzo

          • mc la teoria è che ci sia la pratica è che non tutti lo fanno e che comunque anche se lo fanno non si sa se è vero per davvero…

          • mac: bhe il database pian piano sta arrivando; tramite l’on line enci qualcosa cominci a trovare; certo, tutto da perfezionare, ma rispetto alle litigate di 20 anni fa x far scrivere le prove di lavoro e le lastre dei genitori sui pedigree dei figli passi avanti ce ne sono stati.
            Lupi: scusa ma se ci sono dei disonesti (come in tutti i campi) non sono disponibile ad entrarci dentro. le prove i controlli gli esami e tutto il cucuzzaro li faccio e sono reali. se altri fan fuffa sono alla fine autogoal che si fan da soli. tra 10 anni come faranno a proseguire nell’allevare con quei cani?

          • non lo devi dire a me… però alla fine quelli che lavorano DAVVERO bene e onestamente sono pochi. Anche io ragiono come te e faccio tutto come si deve… ma standoci in mezzo, e lo sai bene anche tu, ti rendi conto che fare le cose a modo non è la norma purtroppo…

          • Ecco, venitemi a fare un fischio quando il tutto sara’ operativo

            DanielaM, io in mezzo ai cani “degli altri” ci sto costantemente (qualche “campo” ed “in giro”) e vedo i risultati della nostra cinofilia: opinione personalissima, ma basata su osservazioni solide, c’è la necessita’ di un sistema che porti la percentuale di furbetti&disonesti ad un livello fisiologico.
            Invece assistiamo al progredire di un paziente con una malattia autoimmune molto aggressiva.

            Poi sono anni che quando ci chiedono dove prendere il tal cane rispondiamo “da tizio, perché lo conosco personalmente” (il tutto spesso a stretto giro di posta privata, non si sa mai che Caio si incazzi): questo significa che il carrozzone serve ad un circo di cui non vogliamo far parte.
            O no?

          • Lupi: secondo me – premettendo che vivo nel paese dove le caprette fan ciao – la situaz è meno peggio di quel che appare per una serie di motivi; intanto non si fan polemiche su un allevatore che ti ha ‘servito’ bene. ovvero nn se ne parla, nn ci sono scandali ecc (a questo proposito mi vien in mente qualcosa che valeria, credo, ha scritto qualche gg fa… ) mentre sulle cose mal fatte si fan gran voci. Poi: siam sicuri che quelle cose mal fatte lamentate siano reali? a me, spesso, capita di andare a fondo delle cose e .. sorpresina! un buon 50% o è del tutto falsa oppure ampiamente riveduta per far ricadere la colpa sull’allevatore.
            è la mia opinione, senza dubbio, ma secondo me voi la fate + grossa di quello che è in realtà. i furbetti e disonesti ci sono, forse in numero leggerm superiore al fisiologico, tuttavia una cosa bisogna tener conto. Un esempio x tutto: ho genitori esenti (reali ovviam) controllati da 4-6-8 generaz. mi nasce un cucciolo displasico. come la mettiamo? .. molto probabilm verrò sputazzata dal propr del cucciolo, comprensibimente, e assai altrettanto probabilm sputtanata sulla pubblica piazza da ‘colleghi’ “ecco guarda quel cane, fa figli displasici! ha le lastre false ” e via sputtaneggiando. Ma vi sembra una cosa normale? a me no… se soltanto si smettesse di sputtanare gli altri, ma si guardasse nel proprio orticello onestamente!!!! a tutti coloro che allevano, per quanto bene benissimo super seriamente, ogni tanto succede un imprevisto. abbiamo a che fare con la vita, nn con una pressa in serie… succede persino in umana, dove ci sottoponiamo a 8milamilioni di esami prima di avere un figlio e di tanto in tanto il figlio nasce con un problema.. sembra che si voglia assolutamente dar la colpa a qualcuno, quando esiste una cosa imprescindibile e incontrollabile che si chiama “caso s-fortuito” …

          • Vabbe’, Heidi, allora … 🙂

            Non discuto, veniamo da esperienze differenti e’ impossibile che ci si possa trovare d’accordo.

          • dani… se dico così è perchè pure io sto in mezzo a gente che alleva. lasciando stare i pettegolezzi e le malelingue, fatti alla mano, ne so di tante di magagne.non posso fare nomi e razze sennò fanno il mazzo a me ma sappi che anche io bazzico in vari ambienti cinofili, da quello prettamente da bellezzari al cinosportivo e in entrambi ci sono cose discutibili che avvengono.a volte per sfiga e devo essere sincera, pochi continuano a insistere che sia stato fatto in mala fede, ma a volte… per testardaggine, per voler portare avanti cose che sarebbe meglio fermare, per ignoranza scelte sagliate e a volte… per soldi
            poi oh non ti devi sentire presa in mezzo, ovviamente si dice sempre escluso i rpesenti la mamma e la sorella no?
            dai che scherzo…

          • @dani, (mi attacco qui perché è finito l’albero)
            il modello che ho in mente io, non prevede nemmeno l’ipotesi che tu abbia in casa dieci cani, con femmine che si riproducono annualmente, anche saltando un calore….forse neanche cinque o sei, come nel modello medio di “famiglia umana” non ci sono otto figli…
            Abbandona per un attimo il “dettaglio” della figura dell’umano che alleva e concentriamoci sulla popolazione canina: la grande famiglia di cui fa parte la razza che allevi. Vogliamo tutelare questo patrimonio zootecnico e portare avanti in modo stabile (senza boom di crescita, mode, calo repentino della domanda… altri inconvenienti che ahimé mettono il bastone tra le ruote di una giusta selezione). La stabilità della popolazione si ha quando hai una media di “due cuccioli a coppia”. Due. Nella vita eh. Sto parlando di media, ovviamente….. quindi se è perfettamente naturale che non tutti i soggetti si riproducano, soprattutto parlando di popolazioni ristrette (perché parliamo ahimé di razze e non dell’intera specie) è non è nemmeno naturale che una femmina si riproduca cinque volte (termine indicato come *massimo* dal codice etico dell’enci e spesso superato dagli stessi allevatori che lo hanno sottoscritto) mettendo al mondo anche trenta… cinquanta cuccioli. Perché significa che per una femmina che si riproduce ce ne devono essere ventinove/quarantanove che non lo fanno… che è infatti la situazione attuale, che però è rischiosissima nei contesti in cui la popolazione totale è di cento individui… vuol dire che tutto ruota intorno a tre riproduttori… basta uno che abbia qualcosa che non va per comprometterti l’intera razza…. uffa, siamo finiti a parlare di genetica delle popolazioni, non arriveremo mai in fondo 🙂
            Comunque… dicevo… lasciando peredere tutto questo discors complesso… una situazione di stabilità è quella in cui una femmina mediamente fa *due* cucciolate nel corso della vita. In ognuna di queste cucciolate si selezionano mediamente *due* riproduttori (possibilmente i migliori) che a loro volta si riprodurranno mediamente due volte. Mediamente. Mediamente significa che magari puoi anche avere la femmina superfiga che incide di piu’ e fa quattro cucciolate e quella a cui ne fai fare una sola… ma non che tutte riproducono sistematicamente almeno quattro volte perché se no devi tenere troppe femmine a “non far niente”. Questo nel lungo periodo dà stabilità dell popolazione. Nel breve no… aumenti di brutto. Ma nel lungo è un trend simile a quello delle popolazioni naturali, dove putroppo chi non si riproduce molto piu’ spesso è perché… non ce la fa nemmeno a vivere. Noi ci teniamo solo il lato positivo.
            Questo solo dal punto di vista dei riproduttori… che questi siano in mano a una sola persona che ha il monopolio della razza o a centomila piccoli che hanno “un solo cane” è indifferente. L’importante è lavorare bene.
            Indifferente dal punto di vista genetico… dal punto di vista sociale, forse per il cane è meglio vivere in una famiglia di pochi individui che non a capo di un solo allevatore che ha duecento box.
            Viene da sé che il “modello” ideale che dovrebbbe tutelare un’associazione senza fini di lucro che stavamo impotizzando dovrebbe essere quello in cui c’è una famiglia *normale*, che non vive di allevamento…. certo non potresti fare la donna manager sempre in aereo al passo con la performance, e nemmeno l’operaia che sta fuori dieci ore al giorno e con lo stipendio si paga la benzina e le rate della macchina (che se non dovesse lavorare non userebbe :)… ma non è necesario essere ricchissimi, tenutari, doversi comprare la cascina del mulino bianco… un impiegato, un’insegnante, una divorziata col marito che versa l’assegno (questo è quello a cui dovrebbero ambire tutte le aspiranti allevatric ;DD)… che hanno il loro cane. I loro cani. Due, tre…. quattro. E quelle due volte nella vita del loro cane (che moltiplicate per tre quattro cani, potenzialmente potrebbero arrrivare anche a sei otto), si vivono l’esperienza della cucciolata, fatta con amore, passione e criterio. E per il resto della vita del cane… fanno i cinofili normali, si godono i loro cani, partecipano alla vita del club, vivono indirettamente le cucciolate dei “loro” cuccioli ceduti ad altre persone che hanno deciso di cimentarsi nell’esperienza dell’allevamento.
            Forse piacerebbe di piu’ anche a te, poterti godere un po’ i tuoi “pochi” cani di famiglia, giocare a frisbbe, andare a passeggiare in montagna anziché passare tutto il giorno a pulire recinti ed essere costantemente impegnata a crescere una cucciolata dopo l’altra.
            Io comunque non sto affatto dicendo che TU devi chiudere entro domani, che quello che è il male assoluto, che lucri sui cuccioli e tutte le accuse degli animalisti…
            Mi rendo conto benissimo che queste cose sono dure da mandar giù, per chi lavora bene, spende tanto, non naviga nell’oro, fa un lavoro duro, rinuncia alle ferie e al riposo settimanale per seguire una “passione”, e magari ha rinunciato a carriere piu’ facili e piu’ reditizie sempre per questa “passione”. … e dopo aver speso tutte le tue energie nel progetto che era il sogno della tua vita, arriva il fighetto con l’idea dell’associazione senza fini di lucro e ti smonta tutto… :D… ma tranquilla che per adesso si sta solo volando con la fantasia. Non succederà niente di tutto questo… la mia non era un’accusa per chi ha fatto tutto il meglio che poteva fare per allevare eticamente in questo sistema, con sacrifici e rischi che io stesso non ho avuto il coraggio di affrontare. Vorrebbe invece essere uno spiraglio per evitare che in futuro le persone animate dai tuoi stessi sentimenti e dalla tua stessa passione non si ritrovino necessariamente costrette a tutto quello che stai affrontando tu per lavorare bene… Oggi chi alleva anche bene come fai tu, deve fare i conti con i giudizi della “massa” che lo accomunano a un venditore di “vite”. Ma anche chi volesse intraprendere il discorso dell’allevamento sul modello proposto da me, avrebbe comunque il giudizio negativo della cinofilia ufficiale che lo considera un “privato” = dilettante, che sta alla cinofilia seria come chi gioca a calcetto scapoli contro ammogliati sta al pallone d’oro, nessun ente che lo tutela, spese altissime, maledizioni da parte di chi i cani invece li “deve” vendere…
            Comunque se ci sarà mai un cambiamento, non credo (e nemmeno spero) che sarà una “rivoluzione”…. una cosa che di punto in bianco mette sulla strada allevatori, handler, rappresentanti di mangimi e venditori di tavoli da toelettatura. Spero però che lentamente qualcosa inizi a cambiare e che si aprano anche altre possibilità, almeno per chi volesse crederci.

    • eh chicco… dipende… sa cosa intenti per “bello” e per “difetti”
      come dicevo prima, se “difetto” è che invece di essere bianco candido ha una sfumatura giallina, o la coda è 2 cm menmo di dove dovrebbe arrivare, è una cazzata. perchè a parte le razze puramente da compagnia, le razze sono nate da lavoro devono svolgere un lavoro e lo standard è stato redatto per questo.fisico carattere e attitudini utili per svolgere un certo compito.ma come sai si è formata una linea ben marcata che divide chi ancora lavora e chi fa solo show e fai bene tu a dire, ma il punto è che spesso le linee “belle” e che vincono in show sono cani mollaccioni non più adatti a svolgere il loro lavoro quando anche sono sani, perhcè non facendo niente c’è anche meno modo di verificare quanto “tengono” se sottoposti a fatiche varie…
      vedi il setter col pelo lungo fin terra in expo e quello col pelo praticamente raso che va a caccia e se permetti, il pelo “bello” fino a terra per cacciare in mezzo a rami merda e fango non è il top anche se è “bello”.
      poi semrpe oggettivamente, mi è capitato di vedere in expo pt da lavoto ma davvero da lavoro, che hanno spilalto supplicandolo, un buono al giudice per poter avere un certo brevetto.
      cani che, se prendi in mano lo standard e lo leggi, vi aderiscono esattamente come vi aderiscono quelli che vincono gli show… e che di nuovo oggettivamente non puoi dire “sono brutti” e di certo sono più funzionali di quelli da show. laschiando stare i “piani alti” dove per vincere devi dimostrare di saper fare questo e quello e non solo questo O quello, la maggioranza dei cani da show fa pena sul lavoro e latita a salute e viceversa. se poi mi spieghi cosa intendi tu per brutto e con difetto… magari ci capiamo meglio….

      • 2 cm di coda in meno per un Siberian Husky possono far congelare il naso…. vedi che non tutte sono cazzate
        il pelo rasato dei setter io personalmente non ho avuto il piacere di vederlo, ho visto linee americane prettamente da show più grandi e con pelo più lungo ma i setter da caccia hanno un pelo normalissimo, i cani che tu descrivi come mollaccioni sono semplicemente cani non allenati ma forse parliamo di due concetti differenti, un cane da lavoro per lavorare deve essere morfologicamente adatto a quel tipo di lavoro esempio: (la redazione mi corregga se sbaglio)un siberian poco
        angolato in linea teorica non è un buon cane da slitta perchè si affaticherà di più durante il traino, la mancanza del pelo all’interno dell’orecchio può sembrare una cosa stupida a prima vista ma a temperature artiche le sue orecchie si congelerebbero, attenzione bene non sto dicendo che un siberian poco angolato non potrà mai tirare una slitta magari lo farà mille volte meglio ma rimane comunque il fatto che sia poco angolato, detto questo non mischiamo due concetti che sono cani nati per lavorare (e che potrebbero ancora farlo ma non lo fanno perchè costa fatica e impegno)con cani che lavorano anche se non sono perfetti morfologicamente ma lo fanno ugualmente, una nota allevatrice americana diceva che è più facile trovare una miss universo in una squadra di nuotatrici che trovare una brava nuotatrice nelle finaliste di miss universo, se non ci si ferma all’apparenza nelle expò possiamo ancora trovare le brave nuotatrici…..

        • chicco continuiamo a non capirci. certo che quello che dici è vero, ma tu sei sicuro, che i dettagli che spiccano e contano oggi in expo, siano dettagli funzionali al lavoro e non al bel vedere? si è confuso il “bello esteticamente” nel senso, che appaga la vista, con il bello dal punto di vista morfologico ovvero che rispecchia uno standard utile e creato su misura per svolgere il tal lavoro…
          e piu che altro si tente all’iper tipo ovvero angolato diventa troppo angolato pelo lungo diventa pelo fin troppo lungo e così via.
          non è solo questione di allenare un cane… che comunque, se fosse che li seleziono anche per il lavoro li DEVO allenare, vedere come lavoranoe come tengono, perchè già se partiamo dal presupposto che fanno solo expo e non li alleno pian piano si arriva dove siamo arrivati, cani belli e buoni a nulla… che magari rispecchiano los tandard ma nessuno si è preso la briga de vedere se anche la “testa” (non come forma ma come MENTE) lo rispiecchia, e se sono in grado davvero di fare il lavoro che una volta erano stati selezionati per fare.
          e in genere le linee da lavoro anche se solo in psita e non per davvero, ma qualcosa fanno, quelli solo da show manco quello … io sinceramente se devo sceggliere fra linee da show e da lavoro 1000 volte lavoro sempre!anche se in expo fanno fatica a cavarci un buono…
          al di la del fatto che è capitato pure il giudice che dava sufficiente e ripeto SUFFICIENTE (che già ho visto gente incazzarsi non poco per un MB!) a cani che spesso fanno cac e bob quindi è relativo… però insomma ci siamo capiti.

          • Lupi, parto dal presupposto come scritto qualche commento fa che le due linee bellezza/lavoro esistono solo nella mente di alcuni, conosco border da eccellente in expo che fanno tranquillamente pecore, uno dei miei siberian sempre ecc in expo traina regolarmente la slitta e non gli manca ne la testa e nemmeno il fiato….non mi piace il discorso show-lavoro perchè ritengo che alcuni personaggi giochino la carta della linea da lavoro avendo solo cani mediocri, cioè se io ti faccio notare che al tuo cane mancano 5 cm di zampa e l’attaccatura delle orecchie è completamente sbagliata non si può tirare fuori la storia delle linee di lavoro (esempio portato all’estremo), poi cosa vuol dire devo vedere come tengono, un cane si prepara atleticamente come uno sportivo per gradi quindi forza resistenza velocità si ottengono con un costante e graduale allenamento mica ti nasce un cane veloce resistente e forte, se alla base si selezionano buoni esemplari si avrà una buona percentuale di riuscita, si avranno esemplari eccellenti
            dotati di buona testa che se allenati si trasformeranno in buoni cani da lavoro se no si avranno semplicemente dei cani eccellenti

          • Ma non è assolutamente vero almeno per alcune razze
            (Poi bisogna intendersi su cosa voglia dire lavorare con le pecore)

            riposto le foto che ho postato questa estate (sono casi limite)

            http://www terrificpets.com/images/uploads/breeds_07250091433177_1.jpg

            http:// t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTnxbyCipmlJMWb8mxpHRxO-WxJiUxDV6U_3sLes45vIbZhobUakg

            http:// cani-web.com/wp-content/uploads/2010/12/Border_Collie_8.jpg

            http://
            http://www.campaspeworkingdogs.com/Working%20border%20collie%20sheep%20dogs.jpg

          • chicco… e poi lascio li perchè veramente parlare con un sodro non è molto gratificante… consa intendi per “fanno tranquillamente pecore” co sono millemila cani che “fanno tranquillamente pecore” e comunque un border docile com’è lo costruisci sulle pecore e se vuoi lo passo un tanc… ma… l’instito e lo stile di certi cani “da lavoro” non è lo stesso di certi cani da expo.
            dopodichè… continua pure a sostenere che non esistono linee da bellezza e da expo, io continuo a sostenere che MAGARI non esistessero linee da bellezza e da expo. poi PER ME è più bello un cane da lavoro in quanto sempre più funzionale di un cane seleizonato per apapgare l’estetica fine a se stessa.il lavoro… certo vanno allenati, MA se non li alleni e non li provi selezioni SOLO sull’estetica arrivando alla dicotomia che tu vuoi continuare a negare.
            detto questo, mi son rotta continua pure… di certo con tutti gli amibienti cinofili che conosco e frequento non è che se tu arrivi qui e sostieni che non esiste distinzione, mi convinci e viceversa quindi buon we passo e chiudo.

  4. Purtroppo il problema dell’Enci è proprio lo stesso dell’American Kennel Club, messo in luce molto bene in un articolo di una rivista statunitense on line pochi mesi fa (se lo trovo vi passo il link). Il problema sono i NUMERI. I ‘buoni’ allevatori non puntano alla quantità, difficilmente raggiungono le dieci cucciolate l’anno (e dico dieci per strafare… io non sono mai arrivata a tre!). I ‘cattivi’ allevatori invece sono capaci di sfornarne anche due, trecento di cucciolate, tutte in un anno. E questo si traduce in un potere economico, perché LORO, i cattivi, versano nelle casse Enci somme ragguardevoli, mentre NOI, i buoni, siamo una fonte di reddito molto limitata. Siccome TUTTI gli Enti si muovono in relazione alle entrate, e sulla base di queste decidono quando e se stringere o allargare le maglie… per me la domanda vera è: esiste un modo per gestire un ente cinofilo che guadagni sulla qualità e NON sulla quantità?

    • A mio avviso, almeno a livello teorico, il modo esisterebbe. So che il mio punto di vista non è condiviso ed è molto impopolare… ma il modo sarebbe proprio quello di abbandonare l’idea dell’ente *che guadagna* (non importa se sulla qualità)… ma un’associazione *veramente* senza fini di lucro, con l’unico obiettivo della tutela del patrimonio zootecnico… inteso sia come qualità della vita e benessere animale che anche come funzionalità biologica, prestanza fisica e attitudine ai mestieri “specifici” di ausilare dell’uomo.
      Cioè un mondo di appassionati, di cani allevati “per passione” e adottati “per amore”. Punto. Se sei veramente appassionato della razza che allevi e veramente hai a cuore la sua qualità, il suo benessere, la sua diffusione negli ambienti giusti, devi essere disposto a lavorare “per far nascere dei bei cani”, anche se nessuno te li paga. Se pensi che il tuo maschi abbia delle ottime qualità da trasmettere e ti propongono una femmina valida, se ci credi e pensi che sia bene, concedi la monta… senza farti pagare. Se pensi che non meriti e prevedi cani di una qualità che non ti soddisfa, non la concedi. Se ti sta veramene a cuore un progetto, un evento, una manifestazione…. lavori, organizzi, giudichi, verbalizzi, monti gli stand, falci i prati, fai quello che sei capace di fare, dai il tuo tempo e il tuo contributo perché ci credi… come quando si organizza la sagra del paese, la festa del volontariato…. le iniziative organizzate “dal basso”, da persone che hanno un credo o un ideale. E fose… chissà che paradossalmente non arrivi ad essere meno dispedioso anche per l’allevatore stesso che adesso chiede mille euro a cucciolo. Se inizi a togliere chi lucra sulle manifestazioni, chi lucra sulle monte, chi lucra sull’addestramento, chi lucra su certificati e burocrazia… e magari l’associazionismo lo indirizziamo ad avere condizioni piu’ vantaggiose su controlli e cure veterinarie o a fare dei gruppi d’acquisto sul cibo.
      Io che mi sono tirato indietro dall’allevamento, in una situazione del genere tornerei a mettermi in gioco… e secondo me questa sarebbe la “prova del nove” per riconoscere chi ha vera passione da chi ha tanta ipocrisia.
      Proviamo a farci una domanda che non sembra neanche tanto lontana dalla realtà in questi tempi di “crisi”. Ipotizziamo una crisi ancora piu’ grossa… di tornare quasi al “tempo di guerra”. Una situazione in cui anche l’enci dice “ragazzi… i cani di questi tempi non li compra piu’ nessuno. Valore zero… la gente già si bacia i gomiti se non perde il lavoro, riesce a mangiare e a mandare i figli a scuola. Situazione in cui non si vende piu’ mezzo cucciolo. Quanti, dovo aver allevato per tanti anni, sarebbero disposti comunque ad “allevare per sé”… a continuare ad andare avanti per non perdere il buon lavoro fatto… per non far estinguere qualcosa che ormai concepiscono come un monumento naturale, che rappresenta una cultura? Ecco io lo farei… cioè… ovvio che se si arriva a non aver da mangiare come è successo con la guerra mondiale. Ma prima di questi estremi… rinuncerei prima a tante altre cose…. taglierei prima su auto, vestiti, viaggi e molto altro ancora prima di rinunciare alla mia idea di cane. Ci ho rinunciato oggi perché so che comunque ci sono altri che portano avanti il lavoro… bene o male. Ma se dovessi attivarmi a tutela del patrimonio zootecnico, come in molti casi è stato fatto in qualche caso nel secolo scorso, prima che a qualcuno venisse in mente di farne un business, mi rimbocchereli le maniche e lavorerei e mi attiverei. Gratuitamente. Per passione.
      Oggi la “fazione” di chi non vorrebbe che si lucrasse sui cani è formata da persone che si interessano solo del benessere del singolo soggetto già nato… di salvare i randagi, di curare i malati…. non è sentita invece l’esigenza della “salute della specie futura”. Cioè si è lontani da parlare di miglioramento zootecnico, pianificazione delle nascite, genetica, condizioni di allevamento, selezione…. l’allevamento non è previsto. E’ prevista solo la sterilizzazione… per cui quando si imposta questa discussione, chi si dichiara a favore di questa soluzione viene sempre prematuramente catalogato come facente parte di questa corrente.
      Per me non sarebbe nemmeno necessario arrivare a “vietare” la vendita dei cani e l’allevamento come gestito dall’enci (come vorrebbero gli animailiti).
      Sarebbe sufficiente poter “iniziare” con questa nuova alternativa… poi di fronte alla possibiltà di avere un cane gratis e allevato meglio… forse i numeri vengono. E magari viene anche la cultura… anche perché se non hai la giusta cultura il mio cucciolo gratis mica te lo do. Non sono mica obbligato a dartelo…. magari la possiblità di avere un cane bene allevato gratis avvicina molte piu’ persone a questi appassionati e magari… qualcuno li ascolta anche… mah…se hai fede chissà che un giorno la sorte non ti arriverà…

      • Che bello, Denis… mi sono entusiasmata all’idea mentre ti leggevo. Ero pronta a dire: invece di un cane mi prendo una coppia, faccio una cucciolata e la dò gratis solo a chi dico io.
        Solo che poi mi sono pure detta: sì, però i miei due cani mangiano tutto l’anno e per tutta la vita. Sì, però se voglio esser sicura che siano sani, i controlli per le malattie ereditarie li devo fare (e pagare). Sì, però per dire che sono belli e tipici, in expo ce li dovrò portare (alle prove di lavoro no, meno male, perché sono due cosini piccini e non le devono fare). Sì, però i cuccioli li devo vaccinare-sverminare-controllare…e poi pure loro devono mangiare.
        Me lo posso permettere? No 🙁
        E il bel sogno è finito qua… anche perché metti pure che le expo siano fatte dai volontari. Ma al giudice che ti arriva da Londra o da Parigi, gli vorrai pagare le spese? Mica puoi far giudicare sempre quelli che abitano lì a due passi… perché alla fine sarebbero sempre gli stessi e diventa inutile andarci.
        I veterinari, vuoi che ti lastrino i cani gratis? E poveracci, quello è il loro lavoro, hanno studiato e si son fatti un mazzo tanto per arrivarci, vuoi che adesso non guadagnino nulla? Sì, ci sarebbe la mutua, se ci si decidesse a farla. Ma per ora non c’è.
        Il mangime pensi che te lo regalino? E i produttori come campano? Per loro non è mica un hobby. E così via.
        Le spese che ci sono dietro a un allevamento non sono tutte sostituibili dal volontariato, purtroppo…

        • le spese che si sono dietro a un allevamento sono tantissime oggi soprattutto perché si pensa ad allevamento come “mestiere”, dove è quasi scontata la necessità di avere almento venti cani (ma se ne hai duecento te la tiri da massimo esperto) perché se ne hai due sei solo un “privato” (= cucciolatore da giardinetti = non capisci niente), se ne hai dieci sei uno che ha iniziato da poco e deve ancora fare esperienza… Mentre persino sullo statuto dalla stessa “enci” (che almeno inizialmente forse aveva idee diverse) si richiedono due cani.
          Se parli “mi prendo due cani”…. non ci credo che non ti puoi permettere le spese *veramente* necessarie per allevare. Perché se con i tuoi “due cani” facessi agility o flyball due lastre e una visita cardiologica non gliele faresti fare per vedere se è tutto a posto? Se non allevassi non gli daresti comunque cibo di qualità? Siamo veramente sicuri che a determinare la qualità sia necessario il giudizio del giudice di Parigi?… forse anche si’, ma sicuramente non è necessaria una sfilza di giudizi tutti uguali che si ripetono settimanalmente per due anni alla ricerca delle sei vittorie che ti portano alla copp(etta-:)… ne basterebbero pochi ben fatti…. e forse potrei andarci io a Parigi o a Londra. O magari potrei anche essere io giudice che per UNA volta, onorato dall’invito, potrei decidere di andare alla mondiale che tiene una volta all’anno all’estero senza chiedere rimborsi, ristorante, albergo a cinque stelle e servizio in camera.
          Le spese di un allevatore per passione sono “quasi identiche” (poco di piu’) di chi ha un cane per passione…. lo nutri bene, lo curi se serve, lo vaccini, lo controlli, lo fai dormire in una cuccia e non in una cassetta dell’uva, gli metti un collare e non tagli una cintura vecchia, recinti la casa anziché legarlo con una corda alla grondaia del garage.
          Se pensi all’allevamento come “mestiere” invece le spese lievitano, anche per un discorso di leggi, regolamenti, strutture a norma, recinti modello stalla da allevamento di maiali, tasse, burocrazia…. perché lo stato tende a privilegiare l’aspetto economico e peensa che la professionalità si sinonimo di “professione”… come dire che i cappelletti rana sono piu’ buoni e piu sani dei cappelletti che fa la nonna.
          E’ vero che se volessi “talebanamente” applicare questo modello da un giorno all’altro, vietando il sistema attuale, si sarebbero un sacco di categorie che …. e adesso come campano? Non solo gli allevatori per mestiere, ma i produttori di mangime, certi veterinari specializzati in lastre obbligatorie e vaccinazioni che non hanno piu’ senso ma senza queste in expo on entri, quelli che hanno i banchetti in expo, quelli che hanno messo a norma tutti gli allevamenti che adesso sono tutti uguali con lo stesso tipo di capannone prefabricato e gli stessi recinti della stessa marca… c’è tutto un business dietro che si sposa bene col nostro sistema. Tutte le persone che si sono inventate un attività… o che bello mi specializzo, investo e faccio l’handler…. e che si trovano senza lavoro…. ingiustamente, senza colpa, senza essere affatto “cattivi”… avrei potuto farlo anch’io se il mio percorso scolastico formativo avesse preso un’altra strada… ciò non toglie è che penso che sia “un sistema sbagliato”. Non auspico un divieto talebano totale che lasci “sulla strada” tutte queste persone, ma… una lenta riconversione si’. E’ come dire che auspichiamo che la gente non smetta di fumare perché ci sono i produttori di tabacco. Non andiamo portiamo i bimbi a scuola in bici perché i benzinai come campano… e se dimezziamo le macchine i produttori di auto? Possiamo auspicare che almeno all’ininzio non ne vengano dei nuovi… poi col tempo… come in evoluzione l’ambiente si adegua. Ci sono tante professionalità che in passato erano diffuse e adesso non ci sono quasi piu’… che cosa fanno i professori di stenografia? Continuiamo a insegnarla per salvargli il posto e non insegniamo informatica?… E’ un sistema da stravolgere ma credo si debba smettere di pensarlo in termini “e allora quello come campa”… potrebbe andare a finire che campiamo meglio “tutti”.

          • denis, il tuo punto di vista è una bella utopia: bella, bellissima ma inattuabile. la tua utopia somiglia agli albori della cinofilia, dove solo chi aveva taaanti soldi poteva permettersi di allevare e quasi sempre i cuccioli li regalava, come le monte. andava a giudivare gratis, ospitato nelle residenze di chi organizzava, altro che hotel 4 stelle!; partecipava alla vita del kennel club come volontario, contribuendo di tasca propria x l’acquisto di ciò che serviva. aveva l’uomo di canile, la tenuta di caccia ecc ecc… bhe è facile fare i fighi con il portafoglio pieno… In sostanza, quello che è il tuo sogno significherebbe che solo pochi ricchi potrebbero allevare. Bello il tuo sogno, si, ma non mi piace

          • Suvvia Valeria cosa servono le expo? Operativamente (e pragmaticamente):

            *) l’acquirente medio non sa dove stia il naso e la coda di un cane
            *) quello sgamato si rivolge all’allevatore di fiducia o di cui ha visto un po’ di cani o di cui gli hanno parlato bene altri sfamati
            *) lo sportivo riproduce in casa o prende -mediamente- cani riprodotti da altri sportivi
            *) un allevatore, dopo un po’ che alleva, sa cosa ri e produce: non per niente raramente e’ d’accordo con un giudice che non gli da il BoB 🙂

            Denis, hai perfettamente ragione, ma e’ inattuabile: nel momento che tu giudichi i miei cani da MB, il giorno che giudicherò i tuoi, questi saranno da B (vale per qualsiasi altra forma di relazione uomo-uomo) … Se il mondo potesse andare come dici tu, non ci sarebbe bisogno degli arbitri e della polizia schierata fuori gli stadi anche nelle serie dilettantistiche 😉

          • Mczook, se le expo fossero giudizi cinotecnici e non fossero diventate il ridicolo show che sono diventate, servirebbero eccome. Non all’acquirente medio, ovviamente, ma all’allevatore sì. Così come sono oggi, servono ad arricchire l’ENCI e stop.

          • Denis, io non ho mai pensato all’allevamento come mestiere e non ho mai avuto più di quindici cani (anche dopo 20 anni che allevavo, quindi era sempre “una che comincia” :-)): però, se non avessi venduto i cuccioli, sarei andata a finire sotto un ponte dopo il primo anno, nonostante, all’epoca, economicamente stessi molto meglio di adesso. A dire il vero, ANCHE vendendo i cuccioli, non posso certo dire di aver “fatto i soldi”: anzi, è meglio che non faccia mai i conti perché credo che alla fine scoprire di avercene rimessi un bel po’!
            L’allevamento “per volontariato” lo possono fare solo i milionari (tenendo anche presente che non tutti i cani pesano tre chili…)!

          • beh valeria diciamo se hai 15 cani sei già un mezzo professionista, ti richiedono molto tempo e magari non riesci a fare anche altro quindi o paghi qualcuno che ti aiuta o lo fai tu per lavoro… ma se come fanno molti, hai uno due tre cani, magari ci fai sport e ogni tanto ci fai una cucciolata, ma il tuo lavoro è un altro e i cani ce li hai per passione e ci fai qualcosa nel tempo libero, come la maggiorparte degli agilisti per dire, puoi anche permetterti di chiedere solo le spese vive di una cucciolata che, non superano a dir tanto i 400 euro a cane con pedigree, monta esterna pagata, chip vaccino sverminazione integratori e buon cibo, sfighe escluse ovviamente.se poi il prezzo di mercato ti consente di chiedere 1000 euri o più li chiedi, e ti ripaghi un po, solo UN PO le spese che tutto l’anno ti danno i cani…che però se non cucciolassi dovresti accollarti comunque e senza rimborsi… un po’ quello che intendeva anche mczook che anche lui vive prevalentemente nel mondo della cinofilia sportiva.

          • Valeria, per formazione scolastica e mentale, io parlo di quello che e’, non di quello che avrebbe potuto essere 🙂

            Valutato quello che e’, ed il trend, non li cago più neppure di striscio, i loro giudizi sono per me carta straccia
            Ma non può essere altrimenti … Parliamo di cose terra terra: vuoi valutare un cane da pastore e la logistica ti impone un ring delle dimensioni di una cella di guantanamo
            Cosa potrai dire del movimento? Nulla di significativo
            Dovresti valutario su distanze lunghe e su differenti tipi di terreno guardando le differenti andature, guardando se va in affanno dopo poco, se patisce il caldo …

            Non sarebbe una prova di lavoro, ma almeno titoleresti cani da riproduzione in base a benchmark un po’ più utili alla razza

            Tu pensi che l’ENCI potrà mai muoversi in questa direzione?

          • McZook, io non parlo di ciò che “avrebbe potuto essere”, ma di ciò che “era” fino a -tutto sommato – pochi anni fa. Diciamo quando ho cominciato io, toh… (vabbe’, ok, era la preistoria: ma in fondo parliamo solo di trenta, trentacinque anni fa): in esposizione si faceva una valutazione morfo-funzionale, punto. Non c’erano gli handler (io c’ero quando sono arrivati i primi dall’America, e sentivi dire sui ring: “cos’è? roba si mangia?”), in expo si andava in tuta e scarpdetennis, i cani li lavavi giusto se puzzavano da stendere il giudice…tavolini da toelettatura? Altra roba che si mangiava!!! E i giudizi avevano perfino un senso: a quei tempi era addirittura possibile discutere con un giudice, a fine giudizio, e chiedergli “ho capito che a lei non piace tanto il posteriore della mia cagna, ma secondo lei come potrei migliorarlo in riproduzione?” …e lui magari ti diceva “io ci metterei sopra il maschio Y”, e non era per niente scontato che fosse il cane suo o dell’amico suo.
            Insomma, si faceva cinofilia. Qualche mafia e qualche inciucietto c’erano già (e quando mai…), ma la corsa verso lo show puro e semplice – diciamolo – si è avuta proprio con l’arrivo dei primi handler: ed è con loro che sono cominciati anche gli inciuci, perché quelli comunque “tenevano famiglia” e bisognava dagli una mano (sentito dire con le mie orecchie da più di un giudice diverso). E una volta che cominci a fare compromessi, a guardare i guinzagli e non più i cani, lo sfacelo arriva velocissimamente.
            Ma basterebbe tornare indietro di 30 anni, non di quindicimila.
            (Ah… ovviamente, ai “miei tempi”, i ring dei pastori tedeschi erano sempre e solo all’aperto, iniziavano sempre e solo alle dieci del mattino in punto, e quando avevamo finito noi coi trottatori – oltre ad essere tutti cotti e sudati marci, perché ti facevano correre per du’ ore – dal nostro ring ne facevano altri due – o tre – per le razze piccolette).

          • x mac: esiste la prova di resistenza per quello. il ring espositivo non è il posto x farlo. poi d’asccordo con te che in un ring 2×2 non puoi vedere il movimento di un cane di taglia media. però gli espositori hanno sempre la possibilità di protestare x avere un ring + grande. con i rott è capitato tante volte e quasi sempre ci hanno accontentati

          • @ amici cinofili,
            provo a rispondere qui a tutti, visto che è finito l’albero e riesco a collegarmi solo alla sera dopo un giorno di disussioni.

            1) Per quanto riguarda il discorso dell’allevamento riservato solo a chi ha taaanti soldi… a me sembra che succeda invece il contrario. Ricordi gli incontri per i seminari cinotecnici… con gli allevatori di Rottweiler a Barberino del Mugello? Mi ricordo che nel parcheggio c’erano dei fuoristrada che un loro pneumatico costava il doppio della mia macchina.. per dire. A me sembra che *ADESSO* l’allevamento sia riservato solo a chi ha tanti soldi… perché per come sono le cose *Adesso* prima di vendere i cuccioli a mille euro di soldi ne devi tirar fuori tanti… non solo per le expo che costano, i controlli, i vaccini, ma per le leggi regionali che se hai sei cani ti obbligano ad avere gli ettari di terra e la struttura di un allevamento di maiali (che è considerata il massimo del benessere animale dai nostri espertissimi legislatori). Ti viene la finanza a casa a controllare, fatture, scontrini, libri contabili ecc. ecc… insomma non lo puoi fare per hobby… e dato che ci sei, sei hai i soldi per affrontare l’investimento iniziale, poi tendi a fare le cose in grande e anche a tirare acqua al tuo mulino pubblicizzandoti come “esperto” professionale perché ti girano le palle se il vicino che ha una femmina sola che partorisce sul balcone e non ha speso un decimo di quello che hai speso tu, ti soffia il cliente offrendo il cane a cinquecento euro in meno. In nove casi su dieci, a ragione, perché il vicino è un bieco speculatore che accoppia la cagna da giardinetti per arrotondare e non fa niente di cinotecnicamente valido. Nel decimo caso, magari ingiustamente perché c’è anche il vicino che è un vero appassionato e compie il primo passo verso la cinofilia seria e oggi, a differenza di tanti anni fa, non trova piu’l’esperto allevatore pigmalione che ti segue, ti corregge, ti fa crescere ti insegna perché ha piacere a diffondere la sua passione, ma piu’ spesso trovi quello che ti nega la monta del suo campione e ti da quello che “vale meno”, quello che vende le femmine con clausola di obbligo di sterilizzazione se no trattiene il pedigree…. sto divagando come al solito e non arriverò mai alla fine 🙂
            Comunque il modello che auspico io non è quello dove solo i ricchi…. anzi…. lo penserei proprio fatto di “tanti piccoli” che lavorano insieme per uno scopo comune… anche gente con solo due o tre cani… o uno… ma non il “privato” cucciolatore da giardinetti. Uno integrato con gli altri, che segue la razza. Uno che tratta i suoi cani non proprio come la sciuramaria che prende il wiskas al supermercato, ma come l’appassionato che fa obedience, agility, ud… gente che non è che lesina in cure e controlli o tratta male i cani, che ne ha piu’ di uno e ce la fa. Un minimo di benessere economico ci vuole… ma è anche giusto che ci sia cosi’. Perché non dimentichiamoci che la stabilità della popolazione la hai se ogni coppia di cani mette al mondo “due” cuccioli nell’arco di una vita. Pensa a quanto è una cucciolata media e al fatto che ci sono femmine che ne fanno tante… se davvero allevare fosse una cosa per “tutti” saremmo sommersi dai cani nel giro di pochi anni. Certo non sarebbe una cosa alla portata di ogni poveraccio, ma la vedrei comunque come una cosa “mediamente accessibile” per chi ci tenesse veramente e fosse disposto a qualche sacrificio per portarla a termina.

            faccio una pausa perché diventa lungo… ma non ho finito 🙂

          • Si denis e come lo fai questo (spero di essermi attaccato alla risposta giusta). Premiando difficilmente chi si può riprodurre. Chi si può riprodurre? I cani che fanno cose che servono.
            Quelli che imparano ad attraversare la strada da soli o stanno fermi quando il padrone glielo dice. Quelli che non sono dominanti esauriti, non hanno paura dei botti, etc.
            Questi, un po perchè sono bravi genitori, un po perchè hano bravi padroni per forza, fanno cuccioli potenzialmente ottimi (qanche se meticci), ti dico di più, deve nascere la mentalità di fare accoppiare chi si fila fuori dal calore! in un altro articolo ho detto che i cani si corteggiano, qualcuno ha detto di no ma è così, e se si filano un motivo genetico/naturale c’è!
            Gli altri come dici tu visto che bisogna mantenere il controllo li sterilizzi.

          • giampi ancora con sta storia… allora mo te lo rispiego… ci sono cani che fanno cagare dal punto di vista del carattere ma che in mano a gente brava ascoltano danno retta, e vuoi gli insiegnamo anche ad atraversare sulle striscie visto che per te è fondamentale…mentre ci sono ottimi cani in mano a inetti che non concludono un kaiser e che non danno retta a nessuno. le cose che hai detto tu sono un po’ pochine per selezionare le attitudini a riprodursi…perchè i cani sono divisi in razze in quanto hanno specifici compiti in cui eccellono, e di certo non puoi pretendere che tutti sappiano fare tutto sennò ci sarebbe UN cane non 400 raazze diverse…
            per il discorso corteggiarsi fuori dal calore…ma pensi che sia veramente così? i cani fuori dal calore magari vanno a simpatie come noi però può pur essere che una volta in calore l’amico del cuore passa in secondo piano e il cane con altre caratteristiche interessi di più… insomma secondo me avresi bisogno di acculturarti un po’ sulla cinofilia e poi ne riparliamo eh?

          • Lupi, (non so mai se rispondo nel punto giusto 🙂 )
            Se abbiamo impiegato millenni per arrivare a risultati così specifici con i cani (ed ora non lo sappiamo fare!) è perchè si seleziona lentamente, qualcosa prima o poi passa.
            Ritorno al cane che sa attraversare perché mi piace tanto (^_^)…. lo vogliamo? direi di si… cosa facciamo? compriamo cani da riporto nati da fattrici che, si sa come vanno le cose ai giorni nostri? direi di no, direi che hanno studiato che qualcosa del comportamento incide sui geni e non potrebbe essere altrimenti. ma anche se non fosse così, per arrivare a selezionare questo cane, ti affidi a una fattrice che sta in allevamento a figliare e basta (perché per la maggior parte direi che è così)? o selezioni SUL CAMPO? vuoi per una cosa, attenzione, no stress, vuoi per un altra, secondo te nei grandi numeri, non possiamo escludere un po gli addestratori e invece includere quel qualcosa che un cane ha e un altro no? piano piano? poi la bravura della guida umana incide, ma incide anche nei figli secondo me, così come una cagna paurosa fa nascere cani paurosi, nel senso che la cagna paurosa puoi farla diventare tu. Se ti sbatti con una coppia di cani sul comportamento, questo si ripercuote sui cuccioli, almeno un pochino, PERLOMENO entro i due o tre mesi importantissimi iniziali, vuoi che più intelligenti gli diano più stimoli, vuoi che il padrone bravo agevoli il tutto più che se lo facesse se avesse due genitori “rinco”…
            Ne avrei da dire.
            Per quanto riguarda il corteggiamento l’ho letto in un libro (la comunicazione del cane, mi pare, di Alexa capra) e poi l’ho verificato a sensazioni; nel senso che è scritto che maschio e femmina si alzano sulle due zampe, e li ho visti felici, si corteggiavano proprio. Non una volta sola, ed ho anche una piccolissima documentazione di una volta http://www.flickr.com/photos/cagnacci/3538387050/in/set-72157616600810574
            Comunque sia è indubbio che un cane si trovi più con un cane che con un altro e se li lasci molto liberi di incontrare tanti cani te ne accorgi e forse, come ho fatto io, ti viene anche il sospetto che non sia una simpatia a caso. Fanno schifo i cani delle foto? a te 🙂 ma i cuccioli che sarebbero venuti poi, sono sicuro che sarebbero stati ancora meglio 🙂
            http://www.flickr.com/photos/cagnacci/4551522792/in/set-72157616600810574

          • giampi… ma sei sicuro ceh fosse “corteggiamento” e non prove di forza per stabilire i ruoli?e poi, lasciamo fare alla natura al 100%? tu pensa se un cane dislasico incontra una cagna displasica e si accoppiano perhcè si piacciono. la cosa potrebbe funzionare dal momento che nascendo liberi la natura farebbe soccombere i displasici in quanto non adatti a cacciare e vivere… per cui dal momento che ci mettiamo lo zampino noi la natua non seleziona più i più forti. le foto che mi hai linkato … si ci vedo cani che cercano di stabilire gerarchie, cani che giocano ecc… ma da qui a dire si sceglierebbero vcome partner… la meticcia sterilizata secondo te seno fosse sterilizzata quindi, ed andasse in calore… accetterebeb solo il maschio che le sta simpatica? e non il primo che passa e la corteggiac come il 90% delle cagne?maddai…
            che i cani di razza abbiano SPESSO mille problemi sono la prima a dirlo… e che molti (non tutti) meticci sono più sani pure ma poi… una parte del carattere la fa l’imprinting ricevuto… e non solo la genetica… le attitudini non sono trascurabili perchè “un cane” generico non esiste più da mo…a parte i lupi… quindi non puoi pensare di far sparire le razze, gli inetti e tenere quelli che per te resterebbero… non è proprio così. certo se uno vuole un cane solo “da compagnia” lasciar fare al caso va benissimo, se vuoi un cane che ti raduna e conduce le pecore come un border per dire non so se il tuo meticcio che attraversa sulle striscie tanto è intelligente… sarebbe poi in grado di farlo…
            quando poi farai pace con la lingua italiana, magari si capirà anche qualcosa in più dei tuoi interventi, cosa pensi e dove vuoi andare a parare che credimi non è così ovvio…si fa fatica a capirti e penso che ilc asino che scrivi cel’hai anche in testa…secondo me eh…

          • @ … e qui riprendo il discorso principalmente per commentare quanto scritto dalla redazione (ma anche da altri)… Valeria, ai tuoi tempi, io avevo undici anni :=P e il mio vicino di casa (l’allevatore che piu’ di tutti mi ha guidato nel mondo della cinofilia) un pastore tedesco bello me l’avrebbe *regalato*. Davvero eh… l’ha fatto anche con una mia amica coetanea che aveva la stessa mia passione. Si’ forse era uno di quei “ricchi” di altri tempi di cui parla la Dani. E non era ricco.. però viveva da ricco. Era pieno di debiti, iperprotestato, con la fila di creditori che lo aspettavano alla porta mentre lui spariva per settimane :=). Ma per certi aspetti era un “signore”. E parlando di competenza cinofila… aveva molto da insegnare. E i cani li regalava… ma i miei genitori non hanno voluto, perché a undici anni non mi ritenevano abbastanza affidabile a girare da solo con un pastore tedseco che avrebbe potuto mordere i miei compagni per difendermi, tirarmi per terra in bici, non essere controllato… e cosi’ mi hanno preso una bastardina di cinque chili. Non c’erano handler, le expo erano all’aperto e avevano significato zootecnico e i cani c’era chi li regalava. E chi li vendeva prendeva il prezzo equivalente a “uno stipendio”…. anche perché se non non se ne vendevano… solo i “ricchi” potevano allevare bene, perché il tenore di vita era anche piu’ basso… mediamente i miei compagni di classe non avevano tutti i giocattoli che ha mio figlio (e tutti i suoi compagni), non avevamo quattro televisori, computer, telefonino, macchine di grossa e media cilindrata con gps e aria condizionata, vacanze in Sardegna… tutte cose che oggi non sono strettamente riservate ai “ricchi”. Sono accessibili a chi ha giusto un po’ di soldi e “ci tiene”… almeno da questo punto di vista il progresso c’è stato (che poi corrisponda a un’effettiva qualità della vita è tutto un altro discorso, ma non mettiamoci a discutere sui massimi sistemi). Tutto ciò per dire che oggi persino allevare cani (come del comprarsi un cane di razza, persino di grossa taglia non da caccia e non da guardia, ma per pura compagnia) è diventata una cosa accessibile, per chi vuole.

            Capisco benissimo che chi si impegna al massimo e in buona fede investe tanto tempo e denaro per allevare “al meglio”, con tutti i crismi richiesti dal sistema attuale e dalle leggi italiane può giustamente alterarsi di fronte alle lamentele sui prezzi alti, di fronte ai commentini sarcastici delle sciuremarie che chiedono sei i cani mangiano solo filetto o se sono fatti’ d’oro… però è anche il caso di interrogarsi e chiedersi veramente quanto delle indubbie spese a cui si deve far fronte sia *veramente* sinonimo di qualità del cane e quanto piuttosto sia motivato solo dalla nostra società consumistica, quella del PIL la ricchezza misurata in consumo…. E’ davvero cosi’ rilevante il giudizio del giudice inglese a cui si risarcisce il viaggio, l’alberto e la cubierta? A me sembra che anche *adesso* che i giudici sono pagati, e i commissari di ring pure, e i padiglioni fiera costano un occhio della testa (ma al campo da calcio d’altronde non c’è la corrente per attaccare il fohn), anche adesso i giudici siano bene o male “sempre gli stessi che girano”. Anche quelli esteri… te lo dico dopo aver fatto da interprete per dieci anni. Come pure gli stessi cani che fanno le expo eh… è sempre il solito baraccone itinerante che gira. Gente che settimanalmente, anno dopo anno, si sposta di città in città per far vedere gli stessi cani agli stessi giudici che li guardano per *due minuti a dir tanto* muoversi su un ring largo come il mio soggiorno di casa. Però per venti volte… mica una e basta. Perché bisogna riempire due libretti per raggiungere l’agognato titolo… anche perché non vinci sempre. Una volta vince uno una volta vince l’altro, cosi’ rimane aperta la competizione e la gente continua a iscriversi…. oggi sei piu’ in standard tu, domani quell’altro… non è mica che tutti i giorni si abbia la stessa morfologia. Sarebbe troppo facile… Non sarebbe meglio fare *due*, *tre* verifiche (se proprio vuoi il parere di esperti diversi) ma ben fatte, dove i cani vengono guardati piu’ di due minuti? Siamo sicuri che le expo di oggi servano a farsi un opinione tecnica sulla validità dei cani? O non sono piuttosto un semplice “gioco”… tipo gioco d’azzardo, torneo di biliardo… oh ragazzi, ho quella passione li’… c’è chi va a giocare a calcetto e fa il campionato di prima categoria tutte le domeniche gioisce se vince e si inquieta se perde, c’è chi fa le gare dei cani. Ma non venitemi a dire che il vostro hobby è una garanzia irrinunciabile per la qualità dei cani… e anche se fosse, lo sarebbe per i figli di quei cani li’.. quelli che fanno il campionato. Vai invece a farti un giro sul libro genealogico online e guarda quanti bei giudizi che vedi sui riproduttori, soprattutto le femmine. Perché ovviamente sempre il nostro sistema che guarda il PIL spinge l’allevatore a fare tante piu’ cucciolate possibile, ma poi non può permettersi di portare “tutte” le fattrici in expo. E dato il sistema a titoli che si raggiungono con tante vittorie tutti si concentrano su pochi cani belli, e lasciano le “fattrici” a cucciolare nei box. Non sarebbe meglio un giudizio solo ma per tutti? Ovviamente si’. Ma soprassediamo.
            Le expo non hanno dunque nessun significato zootecnico… potevano servire forse a farsi pubblicità. A farsi conoscere… parlo al passato perché era vero soprattutto una volta. Nel 1980 se volevi un pastore della brie o un chow chow o un whippet e non volevi andare in negozio (tra l’altro molti negozi non trattavano queste razze) l’occasione di vedere questi cani era quasi solo l’expo. Se no trovati i numeri di telefono sulle riviste specializzate… ma poi dovevi andarli a vedere sul posto. Adesso con internet, ci sono siti, foto filmati, testimonianze dirette nei forum…. non servono piu’ nemmeno a quello. Sono solo un gioco. Un gioco costoso.
            Quelli che fanno “lavoro” hano poco da sghignazzare, perché….anche in questo caso… è pur sempre uno sport. Le prove di lavoro hanno poco a che vedere con le qualità naturali dei cani, per vincere contano molto addestramento e condizionamento…. ergo vince soprattutto il conduttore. Il cane che morde il manicotto non necessariamente difende, persino le prove di caccia sono tutt’altra cosa che la caccia vera. Tutte cose che abbiamo già detto. Quindi…. se ci piace fare obbedienza, ud, o sheepdog come può piacere giocare a calcetto, niente di male… ma non diciamo che questa è “selezione”… soprattutto prova irriuniciabile. Diciamo che …. meglio di niente.
            E’ vero soltanto che ormai in questo sistema siamo “invischiati”… un sistema finalizzato teoricamente a “sfamare” tante persone che hanno fatto della cinofilia un mestiere. In pratica a far spendere a queste stesse persone tanto tempo ed energie finalizzate a tenere su il sitema stesso…
            E ne avremmo ancora da parlare… dalle leggi sul benessere animale che hanno dato lavoro a chi progetta allevamenti su misura, la nascita della figura dell’handler, la toelettatura irrinunciabile, gli esami e le lastre che piu’ che il benessere del cane e la lotta alle patologie sono pensate per dare lavoro a qualcuno…. e tutti a lavorare per lavorare. Cosa che non si limita alla cinofilia… è impostata cosi’ la nostra società.
            Se al posto della competizione ci fosse collaborazione per un fine comune, sicuamente molte cose migliorerebbero…. si spenderebbe meno e si avrebbero piu’ risultati.
            Quello che dice mczook riguardo ai giudizi parziali è verissimo… penso che un grande passo per ridare alle expo un minimo di senso zootecnico dovrebbe essere proprio quello di togliere l’aspetto competitivo.
            O meglio…. pensare a nuove iniziative dove si pensa alla zootecnia e non alla competizione, senza necessariamente eliminare o cambiare le altre.
            Chi vuole gareggiare, continui… basta che non vada in giro a dire che è zootecnia. Cosi’ come chi vuole vendere i cani (per me) continui pure a farlo, se è bravo e ci riesce. A me piacerebbe solo che ci potesse essere “anche” questa alternativa… che per poter essere messa in piedi deve essere però condivisa almeno da qualcuno. Uno solo non fa niente in questo sistema.. se non trovi monte gratuite, le expo le devi pagare, non hai sconti agevolazioni niente… diventa davvero una cosa da ricchi. Ma se si fosse in tanti….
            Se sei arrivato a leggere fino a qua sei un vero cinofilo. E’ questa la vera prova del nove. 🙂

          • denis mi fai morire, come metti giù in parole semplici e persino esilaranti una triste realtà… e sai che la penso uguale, e sai che tutti sappiamo che è così.
            però quando la passione per il cane cel’hai dentro non riesci a fare a meno di continuare…io non rinuncerei mai alle mie pastrocchiate con i cani, solo perchè in giro c’è pieno di gente che fa le cose in modo assurdo discutibile truffaldino ecc ecc ecc. anzi, è proprio in contrapposizione ad un mondo che di sensato non ha quasi più niente che me ne vado per la mia strada alla faccia di tutti quelli che mi danno contro.e lo sai…
            ma del resto come hai detto il mondo delle expo e del cane di razza rispecchia l’attuale mondo reale dell’ipod del gps dei reality ecc ecc
            Ma… esiste ancora un altro mondo, quello che il cane è il cane dove i cuccioli si regalano e si regalano le monte… solo che quasi sempre non c’è di mezzo un pedigree e come sai meno male dico io, che anceh se sono “solo” meticci ci sono ancora in giro dei “cani”… che se i cani fossero solo quelli di razza, per come sono ridotti adesso, potremmo salutare la specie in via di estinzione…mentre sebbene qualcuno vorrebbe sterilizzarli tutti a tappeto a mio avviso ripetop epr fortuna esiste ancora un pool di “cani” da cui attingere, in caso di bisogno, che non sono spinti all’estremo in tutti i sensi dal carattere lal amorfologia alla patologie…

      • Se nell’utopia di Denis aggiungessimo la variante che il discorso razza venisse in secondo piano a favore di comportamento/robustezza, ecco che, superato questo scoglio (non essere così razziali sull’aspetto e linee di sangue), l’utopia non sarebbe più utopia ma una cosa fattibile.
        In un mondo dove i migliori cani sono decisi dai comportamentisti e dai veterinari di città avremmo più cani a misura d’uomo moderno di città, e nessun soldo che ci gira attorno se non per le spese di passione. I canili lentamente si svuoterebbero. Perché? perché oggi “gli scarti” sono i meticci e col cane di razza non stiamo andando da nessuna parte. Guardando invece al comportamento e “razziando” (sterilizzarli) tutti quelli che non rispecchiano alcuni requisiti di comportamento e salute, requisiti decisi obbligatoriamente da veterinari e comportamentisti, ci sarebbero sempre meno “scarti”, perchè l’evoluzione canina si muoverebbe.
        Il mondo degli allevatori di razza rimarrebbe per chi vuole, ma oggi sono loro e la mentalità di tutti a produrre così tanti “scarti”, loro (sparo nel mucchio eh, ma provate a dire che non è così, nel mucchio) che promuovono malattie e difetti come displasie, etc. e scartano potenziali bravissimi cani adatti a quello che serve all’uomo di oggi (un cane bravo e in salute). E’ il razzismo del tipo di oggi. E’ il giro di soldi che gira attorno al tutto. E’ la mentalità inoculata nella testa della gente (prendo un cane di razza così non avrò problemi, diventerà come quello del film).

        • Giampi, il punto è che il cane di razza è nato PER selezionare salute/comportamento/robustezza. Che poi non succeda e che oggi invece si selezioni in base a moda/business/statu symbol è un dato di fatto, ma se si è andati in quella direzione è anche evidente che la richiesta è quella (vedi “cani da borsetta” e simili).

          • beh secondo me il mondo della cinofilia ufficiale (o quasi) e non dei cucciolatori a caso o per sbaglio si divide in:
            quelli che allevano i cani che ancora lavorano e che vanno poco in expo…tanto che di solito si definiscono bruttarelli o comuqnue che non somigliano a quelli che vedi in expo, della stessa razza ovviamente,ma tranto che sembrano 2 razze diverse.
            qelli bellezzari che fanno praticamente solo expo e magari anche una farsa di prova di lavoro che superano ma che da li a dire che sono cani che lavorano ce ne passa… ho avuto uno scontro con una bellezara di border, che sostiene che non è vero…perchè i suoi cani lavorano… si ma tuti i border “lavorano” se vuoi, il più è vedere COME nel senso li costruisci o hanno l’instinto? e che stile usano? perchè… insomma i “pecorai” non hanno certo i batuffoloni da expo ma hanno cani che hanno un certo istinto e un certo stile ecc ecc
            quindi tornando ai belelzzari, gli allevatori si contendono le coppette anche perchè così i loro cuccioli vendono di più e a di più… cucciolano, si tengono i cuccioli migliori o li vendono a chi li fa fruttare, e vendono gli “scarti” ai “privati” che vogliono il cane di quella razza e che non capiscono la differenza fra un cane “buono” e uno “mediocre” ma già sono contenti perchè l’hanno preso da quello la che vince sempre ed è figlio del cane campione di qua e di la e se ne vantano non rendendosi conto che magari gli hanno venduto la ciofeca della cucciolata a prezzo pieno anche.e che comprandogliela fanno si che portino avanti le loro lotte interne enl mondo dell’expo a loro spese anche se di quel che converrebbe al privato a loro non frega un cavolo…
            e il bello è che magari sti cani non sono poi nemmeno eccezionali visto quel che si diceva degli aumma aumma che ci sono dietro… vincono si, ma non è detto siano sul serio i migliori purtroppo e spesso anche il saper fare marketing fa vincere il cane che non è detto sia il migliore, senza che per forza ci siano aumma aumma. per dire il giudice che dice “voglio la giacca”… ma vuoi vedere il cane e la sostanza che c’è dietro o una manifestazione stile san remo, non so…
            poi ci sono quelli che col cane ci lavorano davvero… che accoppiano cani di razza ma se ne impippano del pedigree, pastori per dire che il cane serve sul serio lavora sul serio ed è bravo sul serio ma che per lavorare il pedigree non serve e tralascianod i farlo quando accoppiano i loro cani bravi che lavorano davvero,o gente che arriva a incrociare 2 razze diverse o il bastardino simil quella razza con cagna di quella razza perchè il bastardino era anche più bravo di quella di razza perchè gli serve il cane che lavora non il fighetto da portare in expo.
            sono questi ultimi che avevano selezionato buoni cani da lavoro, e sono le expo e tutto ciò che è inutile e solo economico che ci è stato montato sopra, (come sono oggi perchè una volta none ra così) che ha rovinato i cani di razza tanto che oggi come oggi per non prendere una dolorosa inc… se vuoi un cane della tal razza devi infilarti nell’ambinete 2 anni prima conoscere frequentare vedere i cani lavorare e poi forse ne hai un’idea di cosa sia meno peggio come scelta…
            un bel casino insomma.non è certo solo per la moda dei cani da borsetta o per i cani dell’est, è un mondo difficile!

          • Valeria, che si vada incontro alla richiesta è come un gatto che si mangia la coda, perché la richiesta l’hanno creata le EXPO, gli allevatori, i veterinari, i cani di razza, etc., non si può dire che, una ragazzina di 12 anni abbia voglia di un certo cane (lo vuole in base a cazzate non a comportamento) se non gli è stato prima inoculata una certa mentalità da loro, o derivati.

            Quello che vuole un cane di razza o lo fa perchè è uno status simbol e fa una cazzata, o perchè non vuole avere problemi, e fa una cazzata anche lì a meno che non abbia una grande conoscenza e vada da da un allevatore serio. Quelli che vanno da allevatori seri sono capaci di allevare bene anche un meticcio (senza dire che forse gli darebbe più soddisfazioni, gare non ammesse escluse). Chi prende un cane per moda, il cane fa una brutta fine anche se non abbandonato. Chi prende un cane di razza senza ultrainformarsi… è meglio che si prenda un meticcio che il più delle volte è più sano ed equilibrato… più o meno. Chi si prende un meticcio non sa cosa si aspetta ma non ha speso un mucchio ed il più delle volte è più sano (a meno che non sia incrociato con “purissimi”, specialmente se grandi).
            Credo che un purissimo bastardo incrociato con una purissima bastarda diano vita a bastardi sanissimi, il più delle volte.

            Senza mode, senza “ho visto il cane di striscia la notizia, cos’è?”, senza film o telefilm con cani di razza difficilissimi, senza emulazione di “come quella (non ricordo chi) che gira con il cane nella borsetta nel film… non staremmo meglio? cioè loro, i cani, tutti diversi….. che poi alla lunga si assomiglierebbero un po tutti. Non starebbero meglio?
            Inoltre, sparo nel mucchio degli allevatori ma ammiro chi si fa in quattro per fare le cose per bene. Però questo fatto di “mantenere” la razza, questa si che la considero un utopia bella e buona, non sto a spiegare il perché ed il percome, ma mantenere la razza con tutti i crismi del caso, è solamente un impoverimento della razza, e se ci fossero solamente cani di razza avremmo una veloce estinzione del cane.
            Quindi per me, buona fede con tutti i crismi del caso, malafede, soldi, meschinità, sotterfugi, soldi che girano che non fanno mai bene quando si tratta di esseri viventi, etc., etc, invece un mondo cinofilo migliore sarebbe classificazione in base a bravura e sanità, divieto a riproduzione prima dei 3 anni circa, così come oggi vige il divieto della cessione prima dei due mesi, sterilizzazione anche dell’oggi considerato campione se per caso è un po svalvolato quanto a comportamento.
            Cosa diversa per i miniminitoyuteacup (porelli loro), ed i pastori. Facciano quello che vogliono, visto che il regolamento prevederebbe sostanzialmente che un cane effettivamente serva a qualcosa, se poi si vuole mantenere le razze ok facciano pure, meglio, ma castrando comunque il displastico ( che prima di tre anni non si può riprodurre) e l’esaurito, o quella che ha paura dei botti. Pastore ma anche cacciatore, etc, ma pure chi vuole fare l’agility: vuoi mantenere razze per l’agility? ok. Se non ti segano i meticci… ma secondo me certe attività sono nate perché ci sono razze nate per fare attività di un certo tipo ma siccome non serve più a niente il riporto tranne che nei cacciatori…..

      • Io ci sto… tanto già a modo mio lo faccio! solo che in un mondo dove conta come punta il ciuffo finale della coda e che sfumatura hanno le orecchie, se non hai il pedigree di campioni figli di campioni nipoti di campioni, sei solo un cangaro quando riproduci cani sani agili funzionali ed equlibrati che alla gente “normale” vanno più che bene.Gente che non vede differenza fra una coda con la punta corretta o con la punta un po’ leggermente ricurva, ma che vede la differenza fra un cane malato che ci vogliono migliaiwa di euri e sbattimento a rimeterlo a posto o che tutta la vita lo devi tenere sotto controllo… e un cane SANO.fra un cane si è tanto bellino, ma è skizzato come 20 e non si tiene, e uno con un carattere equilibrato…e ti chiedi… ma cosa ci sarà che non va, nel riprodurre cani che la gente cerca ti chiede e che apprezza, mentre guardi triste i cani di razza, quelli col pittigree, che non camminano tanto sono displasici, mangiati da allergie allucinanti e quindi tutti spelacchiati, che gli viene uno scoppione se non mangiano il cervo e patate, e cose simili…ma il cagnaro sei tu.
        quando senti che un famoso giudice è anche un famoso allevatore e alla famosa expo premia i suoi famosi cani portati dalla moglie…e ovviamente precedentemente giudicati (vincenti) da lui, quando senti “mi hanno detto vai in quella expo che conosco il giudice e ti fa vincere” (e puntualmente aviene sul serio) e cose simili,quando veci che se c’è il tal allevatore con quasi qualsiasi giudice ti ritroivi non hai scampo tanto vince il tal alelvatore fisso, ti chiedi ma nella cinofilia oggi, cos’è che conta davvero? la sostanza o l’apaprenza o chi fa girare i soldi?
        quando ti chiedeono 10-20000 euro per una monta o per un cucciolo ti chiedi… come fanno a guardare solo veramente alla slaute al bene della razza, quando dietro c’è da pigliare tutti quei soldi che fanno gola a tanti?
        io sono ancora una romantica che crede nel cane e in un cderto tipo di cani e non solo nel soldo e di fatti non ho soldi…avrò le mie idee strane alternative che a molti non piacciono ma sono contenta così…
        faccio fatica ad arrivare a fine mese ma non rinuncio ai miei cani e a portare avanti quello in cui credo.
        e se ci sono io qualcunaltro che non lo fa solo per dsoldi, ci sarà?
        poi parlando di soldi, condivido il dicorso le lastre il cibo le cure le faresti anche senza allevare e ci sta, ma almeno un rimborso spese per le spese vive della cucciolata per non andarci in perdita, non essendo ereditiera figla di hilton. o smili ..io lo chiedo…facendo in cambio tutto al meglio che si può senza trascurare nulla.

  5. Ufff, poi chiudo davvero Angelo, mi fai dormire… Te lo ripeto: un giorno la Storia vi cancellerà, una società “evoluta” non tollererà della gente che si DIVERTE uccidendo…Qualcuno lo chiama anche “passione o amore per la natura” e anche “rispetto per la natura”, mettere uno con un fucile nella “natura” e dire che la rispetta, è come chiudere un pedofilo in un’asilo… Per quanto riguarda usare il culo degli altri, vorrei che tu notassi che ci sono delle regole sulla macellazione : se un macellaio, abbattesse un’animale come fa un cacciatore, verrebbe arrestato (giustamente)…. Un pò di empatia cristo, non sono cose, sono animali, SOFFRONO, sono fatti di carne ossa e nervi SOFFRONO….. non sono cose…

    • bella sbroccata condita dai soliti luoghi comuni. Ma non mi hai detto se mangi o meno carne. Chiuso il discorso perchè difficile cavar samgue dai sassi senza farsi male.

      • Angelo, però il fatto di divertisi ad ammazzare esseri viventi lo condivido. E nessuno – neanche tu – che mi abbia mai spiegato che gusto ci trovate…sigh 🙁

        • Mi sembra che la redazione non disdegni di mangiar carne. Non credo che la raccolga sugli alberi, forse paga altri per uccidere. Uccidere per mangiare é nel disegno dell’uomo. Fare un discorso sulla caccia pensando che sia solo uccidere e divertirsi ad uccidere, è la solita storia trita e ritrita degli anticaccia.Scommetto che la prossima volta mi chiederai se la caccia é uno sport .

    • Personalmente trovo sterile questa discussione. Soft scambio di insulti ma comunque niente di costruttivo. Mi pongo il problema se sia più sano uno che conosco che mangia solo la carne frutto della sua caccia (con il fucile) ma non ha mai mangiato carne di macelleria, o se sono più sano io che, pur essendo contrario alla caccia, mangio carne spesso comprata al supermercato e quindi molto probabilmente di allevamenti intensivi. Mi sento ridicolo quando nello stesso supermercato faccio attenzione a comprare solo uova di galline allevate a terra!
      L’ipocrisia è una gran brutta bestia e rimanerne fuori è cosa di pochi, io ci sono dentro più che abbastanza, e come disse uno famoso: chi è senza peccato scagli la prima pietra!

      • Riccarto Totino. non sono intervenuto nella discussione per ” costruire ” ma solo per confutare leggende metropolitane, luoghi comuni, barzellette sui cacciatori lette sul manuale del giovane anticaccia e ripetute senza alcuna riflessione.

        • Ognuno nel proprio campo ha degli acerrimi nemici. Ci sono persone convinte di ciò che pensano e che non sono disposte a cambiare idea. Ho conosciuto animalisti ragionevoli e cacciatori ragionevoli, ho conosciuto anche persone così integraliste al punto di chiudere tutti i sensi di fronte all’evidenza che dimostrava il contrario. Poi mi sono chiesto se io fossi veramente aperto come credo, perché anche loro credevano di essere aperti…

  6. Valeria, ma stiamo ancora qui a discutere di ENCI? Per me la situazione si e’ incancrenita a tal punto che neppure un’amputazione potrebbe risolverla.
    Si attende solamente che il paziente muoia

    Io lo considero oramai una tassa da pagare in caso vogli fare delle gare in discipline che non hanno circuiti alternativi

    • McZook, dicono la stessa cosa di Berlusconi: ma è lì da 15 anni. L’ENCI da moooooolti di più. E in attesa che muoia, la cinofilia italiana se ne va allegramente al macero.
      Forse sarebbe il caso di proporre qualcosa di diverso.

  7. Valeria, c’è una cosa che tu dai per scontata ma forse scontata non è: se vai a leggere lo statuto dell’ENCI, alla voce “scopi” (sarebbe l’articolo 2) non trovi nemmeno il benché minimo accenno al benessere del cane. Si parla di migliorare il cane dal punto di vista dell’efficienza e della bellezza, esattamente come se fosse una macchina sportiva ed elegante, ma non c’é NIENTE che parli del benessere psico-fisico del cane. NIENTE. Posso ripeterlo? NIENTE. Questo dovrebbe rendere chiare certe cose, ed é inutile illudersi, l’ENCI non rappresenta “i buoni”, al limite può essere che millanti di rappresentarli, ma se vai a vedere (e non é stato nemmeno così difficile o faticoso) capisci che si tratta, né più né meno, di un’associazione di categoria che tutela (come ogni associazione di categoria fa) gli interessi degli imprenditori che ne fanno parte. Se alcuni imprenditori/allevatori hanno anche un’etica, questo é un valore aggiunto che però non ha niente a che fare con il fatto di avere un affisso (basta guardare che tipo di condizioni ci sono per poter avere l’affisso stesso). Certo poi é meglio se non ti fai beccare ad essere una vera carogna, perché magari i clienti ci restano male, ma questa non è etica, è marketing.

    • Elena, non è proprio così: l’ENCI ha un codice etico (questo è il link: sta sul sito dell’ENCI) un insieme di regole scritte che gli allevatori sarebbero tenuti a rispettare. I primi due punti (ma proprio i primi, eh!) sono i seguenti:
      1. Mantenere i propri cani nelle migliori condizioni di benessere e salute, con adeguate cure, pulizia, igiene, esercizio fisico e contatto con le persone.
      2. Rispettare la normativa vigente sul benessere degli animali.
      Quindi si parla, eccome, di benessere psicofisico.
      Esiste solo da qualche anno, non è nato con l’ENCI e di sicuro non è nello statuto… ma dal momento che ne redigi uno e te ne fai promotore, poi sei anche tenuto a controllare che venga rispettato.
      Altrimenti non lo scrivi proprio…e fai una figura migliore!

      • Pensandoci, vorrei farti una domanda: che cos’è che “non è proprio così”?
        Perché lo statuto io l’ho letto, ed é come l’ho descritto io, a meno che non sia cambiato nelle ultime settimane.
        E stando ai fatti che tu stessa hai documentato, anche la sostanza della situazione mi pare che purtroppo *sia proprio così* anche se comprendo benissimo che ti piacerebbe che fosse diversa.
        Diciamocelo serenamente: un codice etico (fra l’altro recente, probabilmente scritto sulla base delle pressioni culturali degli ultimi anni, che vedono la tutela degli animali d’affezione come un valore da promuovere) é una specie di “regolamento interno”, ma lo statuto é quello che ci dice che cosa E’ una determinata associazione.
        Il codice etico sta allo statuto come un decreto legge (o toh, magari una legge) sta alla costituzione…
        Capisco benissimo che quando si fa parte di una categoria si vorrebbe che la categoria stessa fosse qualcosa di cui essere orgogliosi (capita anche a me, in ambiti diversi), e che le associazioni che ti rappresentano avessero sempre un’immagine impeccabile, ma la verità – che hai dipinto molto bene con il TUO articolo! – è che non è così, e chi fa le cose per bene sono pochi e sparsi, mentre il marciume é radicato e diffuso. E’ inutile rammaricarci e dirci come sarebbe bello se le cose fossero diverse, come *dovrebbero* essere diverse. E ma va? Ma sono così, proviamo un attimo a digerire questo mattone e a prendere atto della situazione: l’ENCI non tutela il benessere dei cani che i suoi allevatori “producono”. E’ un fatto. Punto.

        • “Non è proprio così” nel senso che l’ENCI si sarebbe assunto (sulla carta) l’impegno di badare al benessere animale, mentre tu dicevi che “non ne parlava neppure”.
          Poi sia ben chiaro che a mio avviso non lo fa affatto! Ed è per questo che io ne sono così poco orgogliosa da non essere più socia ENCI da almeno dieci anni.

  8. A Chicco, ci vengo volentieri Chicco, ma, non a constatare che sia vero, ma a stringere la mano a uno dei “non molti”… se ne hai voglia il mio nome completo lo hai letto, mi trovi facilmente in internet…

  9. Angelo non frequento gente che parla solo di caccia e di inter, (sono discorsi fatti ad alta voce fra loro) li lascio a te, sicuramente avete molto in comune…. Ora sono un poco stanco, (più che altro mi hai stancato) mi limito a postare una piccola foto fatta in Ungheria…. Purtroppo FB ha dei limiti temporali e, non mi porta indietro abbastanza…. Il fatto che tu tenga i cani fino alla fine naturale non toglie nulla al fatto che sei in minoranza.Lo fanno veramente in pochi…. Ps non si vede nessuna foto http://www.nagyvadhunting.hu/lapok/eleme/293%20db%20(stk).jpg

    • Come volevasi dimostrare, ” caro ” Antonello Rostagno, ghiri per internet ma non hai gli strumenti per ” capire “. La foto che hai postato si riferisce a caccia in battuta degli ungheresi. In Ungheria le lepri sono curate e fatte riprodurre in libertà a centinaia di migliaia. La lepre rappresenta una integrazione importante del reddito dell’agricoltore e l’esportazione di selvaggina una voce non trascurabile dell’economia ungherese. Dopo i censimenti per stabilire il numero di lepri da abbattere, gli ungheresi organizzano quel che chiamano ” grandi battute ” ed abbattono le lepri stabilite. A volte, le società di caccia ungheresi possono decidere di ” vendere ” un certo numero di lepri anche a cacciatori stranieri, ma non é questo il caso della foto. Vorrei sapere cosa ci trovi di anormale in questo. Forse tu preferisci l’allevamento dei maiali o dei vitelli in stalla ? Forse tu, potendo scegliere preferiresti nascere vitello e non lepre ? Tu non mangi carne e non usi prodotti di origine animale, perché se così fosse sei anche incoerente e vuoi fare il ” gay ” con il sedere altrui. Per quanto riguarda i cani dei cacciatori, da quali studi o ricerche trai i tuoi dati ? Forse dal manuale delle giovani marmotte o dalla LAC ? I cani da caccia che cacciano sono tra i pochi cani che vivono una vita felice e seconda natura, cosa ne sai tu, prodotto della urbanizzazione e del degrado urbano, quale é il rapporto tra cacciatore e cane ? Per giudicare bisogna avere gli strumenti, le conoscenze, aver vissuto un minimo di esperienza in merito. Non puoi giudicare a sensazione e generalizzando episodi di malcostume o di gentaglia che sono la minoranza di una categoria che ha la fedina penale pulita e certificata. Se hai notizie del contrario vai dai carabinieri e denunciale, altrimenti é troppo facile raccontar balle. Anche Maurizio Costanzo che sputava peste e corna contro i cacciatori in Tribunale ha dovuto abbassare le orecchie e risarcire per diffamazione.

  10. Antonello Rostagno, io ho girato e giro in tutta Europa e quando scrivo una cosa é perché ho verificato di persona , quando vedo una foto o un filmato youtube ho le conoscenze , o mi informo bene e studio, per distinguere informazione da bufale, Il setter che vedi nella foto é il mio ed é morto di vecchiaia a quasi 14 anni, come tutti quelli che ho posseduto. Ti ripeto, metti in sicura lo sparacazzate. Evidentemente chi ti fa certi racconti ti conosce bene e ti prende per il sedere !!!

  11. Ma ancora, Angelo e basta, certo che non la conosco, continuo a scrivere che sono i racconti dei tuoi cuggini a parlarne… comunque a breve posterò foto… visto che sei cosi “avanti” e informato parlami un poco dell’età media dei cani-cuggini. Come mai sono sempre cosi pochi e cosi giovani???????

    • Antonello, conosco Angelo personalmente (ormai bisogna specifica’, perché ormai quando si parla di “amici” si intende magari “amici di FB”…:-) ) e ho visto come tiene e come tratta i suoi cani, ma soprattutto ho visto comei suoi cani guardano lui: non solo con amore (troppo facile: i setter guardano sempre tutti così, anche i peggiori macellai), ma con fiducia totale e assoluta.
      Proprio NON ce lo vedo ad abbandonare un cane, e tantomeno a sparargli in testa quando non caccia più.
      Gli “stragisti” esistono, inutile nascondersi dietro a un dito, così come esistono i cacciatori che abbandonano/maltrattano/uccidono (ma mica solo i cacciatori, ahimé): ma sono un po’ come quelli che impiccano i cani col collare a strangolo (altro grande argomento di scanno su questo sito!): sono una minoranza rumorosa, nel senso che tutti li additano, tutti sanno che esistono e tutti ignorano che ci sono altre migliaia di persone che i loro cani li AMANO.
      Quello che è sicuramente vero che è in media il cacciatore non ha una folle cultura cinofila: anche qui, però, la media non è “il tutto”, perchè ci sono cacciatori preparatissimi. Ma gli altri, se invece di insultarli e ghettizzarli li affrontiamo con un dialogo civile… magari imparano.
      Lungi da me difendere la caccia, che proprio mi schifa come idea: però il razzismo “a categoria” non lo trovo mai produttivo. Sarebbe meglio valutare caso per caso, persona per persona. E forse si avrebbero delle sorprese.

      • Grazie Valeria per i tuoi distinguo, a parte la caccia penso proprio che se ci conoscessimo finiremmo per trovarci quasi sempre daccordo. Per quanto riguarda la diatriba pro/contro caccia l’ho gia detto e lo ripeto, non credo sia utile ne giusto portarla avanti in questa sede soprattutto col rischio poi di veder salire troppo i toni, pero’ ad Antonello Rostagno vorrei dire una cosa: continua pure ad odiare la caccia e disprezzare noi cacciatori, e’ un tuo diritto, ma sarebbe giusto tu lo facessi partendo da basi piu’ obiettive o quantomeno meno datate poiche’ il cacciatore sparatutto seppur purtroppo ancora esistente e’ una figura in estinzione e per fattori anagrafici e ancor piu’ in quanto figlio prima e residuo adesso del boom del numero dei cacciatori conseguente al boom economico degli anni 70 quando la caccia divento’ fenomeno di moda e quindi di massa, mentre per quanto riguarda la caccia all’estero se e’ purtroppo vero che in alcune nazioni si consentono vere e proprie stragi e’ altrettanto vero che cio’ e’ fortunatamente e giustamente sempre meno concesso (sono fresco di ritorno da una gita venatoria in Polonia a caccia di starne mentre i fagiani e le lepri me le hanno solo fatte vedere perche’ la loro caccia apre ad ottobre e novembre) non fosse altro perche’ anche in quei posti si sono resi conto di dover mantenere piu’ a lungo possibile quella che per loro e’ una fonte di guadagno.Infine, per quanto riguarda i ns cani sei completamente fuori strada;nella maggior parte dei casi – purtroppo i bastardi ci sono in tutte le categorie – sono trattati piu’ che bene e molti dei ns box ospitano almeno un pensionato e se in tutto cio’ non vuoi proprio vederci la possibilita’/capacita’ da parte ns di saper amare i ns amici a 4 zampe non voglio convincerti del contrario ma potresti almeno concederci di non essere cosi’ stupidi da privarci di uno “strumento” di 8/9 anni quando lo stesso puo’ essere tranquillamente “sfruttato” fino a 11/12 anni ( il mio Dylan e’ venuto a spasso con me per i boschi fino a 13 anni).Saluti Iacopo

  12. se siamo ancora al livello del cacciatore che uccide il cane a 8-9 anni oppure lo abbandona perchè non è bravo siamo messi veramente male…
    invito il signore che dice che i cacciatori eliminano i cani a 8-9 anni a casa mia dove vedrà due Setter inglesi di 9-10 ancora in ottima forma assieme ad altri 3 cuccioli da avviare nell’attività venatoria, detto questo vorrei ricordare a tutti questi “sapientoni” che:
    per avere un buon cane da caccia bisogna tenerlo allenato tutto l’anno (questo costa fatica e impegno)
    i cani da caccia sono tra le poche razze ancora selezionate per svolgere il loro lavoro (cosa che potrebbe sembrare banale ma non lo è!!!!!)
    il numero di capi abbattuti per ogni singolo cacciatore in zona di caccia è stabilito dalla legge e per chi sgarra ci sono pesanti sanzioni, frequento abbastanza spesso i canili e devo dire che non vedo molto spesso cani da caccia ma dei meticci che assomigliano vagamente a dei cani da caccia, vedo moltissimi molossoidi in compenso….
    tra l’altro vorrei capire perchè un cacciatore dovrebbe eliminare un buon cane da caccia a soli 8 anni! come dire a Del Piero di non giocare più dopo i 30 anni…..
    P.s non vado a caccia ma sono figlio di cacciatore da più di 30 anni…..

    • E’ difficile generalizzare: ad esempio da me la situazione canili e’ come la descrivi tu, ma ai margini della cittadina ci sono serragli con dei segugi che vivono la loro vita li dentro (oppure io passo sempre quando li hanno appena rimessi dentro)

      Anche dove sto per lavoro (ai margini della campagna) ci sono orti con serragli piccoli (non discuto sul fatto che siano o no a norma di legge, ma sensibilità di cinofilo “esperto” sono molto piccoli), con draathar e setter all’interno (e nessuna casa nelle immediate vicinanze)

  13. Antonello Rostagno, non conosci l’Ungheria ne la Slovenia tu parli per sentito dire, da quello che scrivi si vede lontano un miglio. Tutte ” cosine ” che vi raccontate tra di voi al ” circolo del cuggino “. Ricordati di tenere in sicura lo ” sparacazzate ” altrimenti ti escono sempre post come quest’ultimo.

  14. mah… allevo.. ho 14 cani che tengo come figli, a cui faccio il bagno ( la maremmana tutta sporca dei propri escrementi mi ha scioccato ) a turno li porto in vacanza in Francia con me ( 2 tutti gli anni ) perfettamente nutriti e vaccinati, hanno un grande frutteto dove a turno corrono a coppie felici.. alcuni vivono in casa..cucino per loro ..(
    le crocchette solo a periodi) carne e riso con verdure.. non so magari uno pensa che racconto barzellette, ma sono serissima e la maggior parte di chi mi conosce, lo sa ed ha visto..Allevo.. eppure, proprio in questi giorni, dopo che un virus mi ha sterminato una cucciolata, 4 veterinari mi hanno ribadito – succede – sono al centro di una polemica, dove mi è stato detto di tutto di più, dove mi si rinfaccia ipotetiche monte di miei cani ad un noto personaggio non proprio amato, e rovesci di molteplici medaglie che NON MI APPARTENGONO!! Ecco quì come si fa in fretta a ghettizzare le categorie, le persone… IO PERO’ CONTINUERO’ AD AMARE I MIEI CANI…SEMPRE

  15. Ad Angelo : i cuggini sono i tuoi, non i mie, visto che quando ci vanno nei loro racconti di Slovenia e Ungheria sembrano i “rubacuori” che tornano da Cuba. Tocca ripetermi : il cacciatore medio non abbandona il cane; (quelli nei canili si son persi) il cacciatore medio è sfortunatissimo perchè, i suoi cani prendono misteriose “malattie letali” a 8-9 anni, deve’esserci un’epidemia da decenni… I cacciatori spagnoli invece per tradizione impiccano o buttano i cani nei tombini sia quelli non adatti sia quelli bravi, ma, a fine stagione. Angelo non so quanto FB torna nel tempo ma sono state postate foto dall’Ungheria (molte foto e in occasioni diverse) dove c’erano i cuggini sparatori di turno con i tappeti di selvaggina abbattuta e, se ritrovo i post… le posto. Ora spiegami con quali frigoriferi vanno all’estero i cuggini per farci stare centinaia di capi abbattuti, perchè ovviamente mangiano tutto quello a cui sparano VERO????? Qua mi fermo facendo finta di dimenticare che arrivano a sparare nell’orto di casa alla faccia dei 100 metri ecc ecc. Manca ancora tantissimo, (la Val Trompia è molto potente) ma, un giorno i cuggini saranno fuori dalla Storia… Cacciare è roba vecchia, anche se si hanno 20 anni…

  16. “Però, in questo caso, è come se l’UNICEF rubasse il cibo ai bambini.”
    …..eeehhmmm…… diciamo che si, anche nelle mega organizzazioni umanitarie spesso… c’è del marcio. figuriamoci quando si parla di animali. che schifo.

  17. Antonello Rostagno, complimenti hai la nomination per il premio ” Cuggini, ho sentito dire e legggende metropolitane 2011 “. A conferma del ” sentito dire ” in Slovenia e Ungheria la caccia é permessa solo ad alcume specie ed é solo di selezione. Sono da tempo vietate alla caccia tutte le specie di uccelli canori quali ad esempio, quaglie tortore, tordi, allodole. La caccia in questi paesi é molto controllata perché una risorsa importante insieme a tutte le risorse ambientali. Non conosco la situazione Albania ma, conoscendo la situazione generale di questo paese, non é da escludere che ” pseudo cacciatori ” facciano stragi di tutto quello che capita a tiro sotto il controllo del ” boss locale ” che con il cappello da ferroviere si spaccia per generale.

  18. Sinceramente ho visitato molti dei cosi detti ” rifugi ” dove stazionano condannati all’ergastolo ed alla morte per stenti o malattie numerosi cani. Volevo verificare di persona quanto si diceva circa l’abbandono di cani da caccia e, traslando, di cani da parte dei cacciatori. Io canili pieni di cani da caccia non ne ho visti, ho visto tantissimi meticci,ma, meraviglia, solo qualche cane da caccia, per lo più segugi probabilmente persisi e ei quali nessuno si preoccupa di ricercarne il proprietario. Chi ha interesse a dire che i cacciatori abbandonano i loro cani ? Sicuramente ce ne saranno, ma perché sparare nel mucchio ?

    • Da noi i cacciatori non li abandonano i cani, perchè quando un cane non funziona gli sparano. Ma penso lo stesso che possano esistere cacciatori “buoni”. Ho conosciuto un signore che progettava fucili da caccia per Beretta e nella sua famiglia erano tutti cacciatori, avevano anche una tenuta privata. Ma tutti i sui discendenti si sono evoluti ed hanno scambiato il fucile con la macchina fotografica…. mi sembra un’attività sportiva migliore!

  19. Per quanto riguarda la caccia, la penso ***esattamente*** come te. Diversamente da te però già da tempo ho avuto la fortuna di incontrare anche cacciatori di buona cultura e intelligenza, conoscitori e rispettosi dei cani, aperti al dialogo e bendisposti verso gli interlocutori che mostrano interesse per la loro passione. Ciò non toglie che questi, putroppo, non sono **assolutamente** la maggioranza. Anche loro sono una minoranza… come capita per molte altre cose, perché nel mondo purtroppo regna la mediocrità.
    E per l’allevamento… forse in questo caso le nostre esperienze si invertono… probabilmente per una mia percezione… forse perché avendo fatto qualche cucciolata ed essendo almeno “formalmente” in un paio di occasioni anch’io allevatore, ho patito molto di piu’ tutte le volte in cui venivo a conoscenza di episodi simili a quello che hai segnalato… tutte le volte che sfogliando il libro genealogico on-line verificavo il modo in cui vengono sfruttate le femmine, gli stalloni notoriamente portatori di difetti o patologie con alle spalle decine e decine di monte (cosa che in natura non potrebbe mai accadere… e solo questo dovrebbe far pensare)… quando venivo a sapere che il campione “tanto bello, tanto bravo, per me è come un figlio, dorme nella camera con me” veniva poi venduto all’estero… e tanti saluti… Tante persone che mi hanno deluso… che sembravano essere animati da passione e amore… e poi, come per i politici, arrivi al punto di dire “sono tutti uguali”. Anche tanti piccoli dettagli di per sé non gravissimi, ma che per me ogni volta erano come una piccola pugnalata alla schiena… tanto da arrivare al punto di “vergognarmi” io per loro. Anziché pubblicizzare con orgoglio un’eventuale cucciolata, mi ritrovavo a tenerla nascosta a chi poteva fraintendere, sentendomi sempre in dovere di giustificare il mio operato…
    Adesso, abbandonata definitivamente ogni mia velleità di allevatore, mi ritrovo pian piano a guardare a quel mondo con meno rancore, con piu’ obiettività a non vedere sempre solo tutto nero e a capire anche che chi fa “come può” in molti casi è meglio di chi non fa niente… Anche se la realtà è purtroppo molto lontana dall’ideale.
    Le nostre osservazioni dovrebbero portare a un’unica conclusione: è comunque sbagliato voler generalizzare e prendersela con una categoria in base all’operato di chi la rappresenta… anche se si tratta della maggioranza.
    Volendo espandere questo concetto oltre agli allevatori e cacciatori, ma a tutti i cinofili: guardiamoci intorno e guardiamo come sono tenuti “i cani” in generale… Io vedo intorno a me anche un mondo di cani alla catena, o lasciati in giardino tutto il giorno… botoli obesi portati a fare la pisciatina ai giardinetti… persone che riempiono aiuole e vialetti di escrementi che si mescolano alle cartacce, ai mozziconi e all’immondizia varia gettata dalle auto in corsa… sento cani lasciati soli che abbaiano e ululano, cani isterici che trascinano i proprietari al guinzaglio e che danno di matto se vedono un altro cane dall’altra parte della strada… Se dovessi pensare che tutti i cani sono cosi’, sposerei la filosofia degli ecologisti (non animalisti) piu’ estremi che vorrebbero l’estinzione della specie cane, e di tutte le specie domestiche, a favore di una ripristino della fauna in libertà, con animali che fanno davvero gli animali. Ovviamente questo non è il mio pensiero… ma devo dire che preferirei ci fossero piu’ cani a cacciatori competenti o allevatori etici (lo abbiamo già detto, sono pochissimi), piuttosto che botoli in mano a sciuremarie scatoletta&pisciatina anche se hanno adottato il cane al canile… e con questo non dico che le sciuremarie siano tutte cosi’… ci sono anche quelli che non solo adottano il cane al canile, ma sanno tutto della specie, lo nutrono il cane con competenza, hanno un ottimo rapporto con lui, sono attenti a tutte le sue esigenze. Sono pochissimi.

  20. Solo due parole:
    I CACCIATORI BUONI CINOFILI ESISTONO.
    Hai ragione su tutti i fronti Enci, animalisti…
    Ma con la tua esperienza cinofila non credo di doverti ricordare persone del calibro di: Don Rino Dossena (pointer), Solaro (bracchi italiani), Bergamin (bracchi italiani). Cacciatori che in caccia hanno badato sempre più alla metodologia di lavoro del cane, selezione di uno o più caratteri fisici atti allo scopo e benessere dell’animale in primis!
    A queste persone si deve una selezione ed allevamento di ottima qualità e livello e le hanno ottenute lavorando i cani “sulla” caccia pratica.
    Credo, e scusami per l’intraprendenza, che tu abbia commesso l’errore di confondere cacciatori da sparo-cacciatori cinofili come molti confondono allevatori-cagnari…
    Non è piacevole allevare e trovarsi mischiati a cagnari, lo stesso vale per chi caccia con amore e rispetto verso prede, cani e natura esssere paragonati a cacciatori squinternati.

  21. Articolo Bellissimo e purtroppo veritiero come sempre. Un piccolo pensiero sui cacciatori : dove vivo io (l’ex verde Brianza) il cacciatore medio, mai e poi mai farebbe parte di un gruppo su FB o altro, per parlare di “qualsiasi cosa” ; mai e poi mai troverai a casa sua un cane con più di 8 anni, mai e poi mai lo troverai a fare quattro passi col cane in periodo di caccia chiusa, (il cane sta nel recinto da primavera ad autunno) no comment sui sistemi di dressaggio. Quelli che arrivano a fare “gruppi di dialogo” sono delle cime e comunque in percentuali bassissime. Su FB o peggio su you tube si postano delle immagini o filmati, di cacciatori italiani e non, che, pagando, in Paesi più poveri fanno delle stragi senza ritegno; arrivano immagini dalla Polonia o Slovenia o Ungheria ecc di “persone” dietro a centinaia di capi di selvaggina abbattuti…. Centinaia, questi sparano su tutto e il più possibile senza nessuna remora. In pochi anni dilanieranno il patrimonio selvatico di quei Paesi, e ovvio, il territorio non può sostenere attacchi cosi massicci. Pochi anni fa striscia la notizia, mandò in onda quel servizio in Albania dove i “soliti” cacciatori bresciani con la pancia enorme (perchè tutti hanno la pancia enorme non so) che sparavano su tutto ciò che si muoveva ( ed era tantissimo ciò che si muoveva) e, mandavano i bambini del luogo a recuperare le centinaia di uccelli abbattuti. Lo scopo del servizio era, sottolineare lo sfruttamento infantile (bambini e bambine di 6-9 anni)e il contorno era questo scenario di guerra… sparavano sparavano sparavano sparavano…. Pornografia, Valeria… Neanche i tuoi bellissimi articoli mi smuoveranno dalle convinzioni che ho sui cacciatori…. Dell’ENCI e dei talebani animalisti non parlo….

  22. Che dire? Ancora una volta hai detto gia’ tutto – e bene!! – te.Purtroppo sempre troppo spesso si vedono persone(?) che dimostrano o fanno capire come per loro i cani siano semplici status symbol o complementi di moda o meri attrezzi del mestiere – e qui devo metterci anche alcuni miei colleghi cacciatori – e quindi non puo’ stupire che tale atteggiamento sia proprio di qualcuno che dei nostri amici a 4 zampe ha fatto non una passione ma solo una fonte di guadagno (e anche qui devo confermare che per quanto ne so il fenomeno degli allevamenti con tante fattrici clandestine riguarda anche alcuni allevamenti di cani da caccia)finendo per creare un clima di sospetto verso quel mondo che dovrebbe invece rappresentare un punto di riferimento per gli amanti dei cani.La soluzione? l’unica che nel mio piccolo mi sento di suggerire e’ che ognuno di noi – cacciatore,allevatore , animalista o semplice amante dei cani – continui ad amare i propri cani come si meritano cercando nel contempo da un lato di capire le ragioni dell’altro che non puo’ e non deve essere visto come un nemico a prescindere, dall’altro mettere in campo il massimo sforzo per portare alla luce e denunciare e condannare anche pubblicamente qualsiasi situazione anche solo vagamente ricordante quella riportata nell’articolo, facendo le dovute pressioni anche e soprattutto sull’ENCI arrivando – perche’ no? – anche a restituire le varie tessere da questo distribuite. Saluti
    Iacopo

  23. Sarebbe utile trovare un punto d’incontro tra tutte la parti che si occupano di benessere del cane. Siamo in Italia e in questo paese le regole sono solo un’indicazione. Di quelle indicazioni (o come dicono i napoletani rispetto ai colori dei semafori “un consiglio”) ognuno di noi ne fa l’uso che vuole decidendo che ha ragione a dispetto di altrettante persone che la pensano in modo diverso. Il “buon senso” è inesistente perché per essere tale dovrebbe avere un “senso” comune. E invece NO! Il buon senso ha sempre un’accezione del tutto individuale e per questo abbiamo bisogno di una “legge” per ogni cosa, che poi alla fine diventano troppe e nessuno le rispetta. Ma torniamo a noi. Come al solito sono d’accordo con quanto viene scritto su questo giornale, forse perché ho più o meno la stessa età di Valeria e abbiamo vissuto esperienze diverse ma nello stesso periodo storico. Non è cosa da poco appartenere a quella generazione nata senza il televisore in casa, senza la lavatrice e con un unico apparecchio telefonico (perché sono tra i fortunati che dividevano la linea in duplex) posto nel corridoio e di cui ne era praticamente vietato l’uso se non per le comunicazioni IMPORTANTISSIME.
    Poi i tempi cambiano ma non sempre i cambiamenti volgono al miglioramento. Di fatto stiamo assistendo a un aumento smisurato del numero di cani in esubero e a sempre maggiori affollamenti dei canili.
    A questo proposito vorrei che sia chiaro che il mio sogno è quello di un mondo cinofilo fatto solo di cani di razza. AAAAGH! Sento già su di me gli insulti di “Quelli che difendono il meticcio” ma in realtà il mio vero sogno è quello dei canili vuoti e se la gente smettesse di far accoppiare cani senza senso e se si obbligassero gli allevatori a svolgere al meglio il loro lavoro, ci sarebbero meno cani in giro. Questo eviterebbe che molte delle persone incapaci di gestire un cane, ma che si commuovono fino al punto di sentirsi in dovere di adottarne uno, dividano la loro giornata con questi animali, ridurrebbe anche il numero dei randagi e quindi la densità di popolazione nei canili e nei lager. Ho appena scoperto il significato di Troll e non vorrei essere considerato un provocatore, credo invece davvero che se il meticcio fosse un “raro incidente” sarebbe molto facile trovargli una famiglia, ma in queste condizioni altro non facciamo che alimentare il mercato dei canili lager nonostante tutti i nostri sforzi per rendere accettabile la vita dei cani che nessuno vuole.
    Certo è che per realizzare il mio sogno gli allevatori dovrebbero essere dei professionisti, l’ENCI un ente rispettabile e gli acquirenti persone consapevoli che convivere con un cane è prima di tutto un’esperienza bellissima ma che richiede un briciolo di ordine mentale e organizzativo dal quale non ci si può esimere per tutta la durata della sua vita.
    Sono un educatore e lavoro principalmente con i meticci, il mio obiettivo è quello della gestibilità del proprietario e del cane finalizzato a una serena convivenza. Non amo le competizioni e non amo l’idea che il cane corre e il proprietario vince. Non amo “Quelli che se il cane sbaglia un percorso, lo odio”. Sono un educatore senza un passato da addestratore. Forse, se il mio sogno si realizzerà in tempi brevi, dovrò cambiare lavoro o modo di lavorare e questo non me lo auspico, ma il mio sogno rimane lo stesso.

    • Riccardo, i troll non si firmano MAI con nome e cognome…sta’ sereno 🙂
      Per il resto…che te devo di’? Sono d’accordo con te che sei d’accordo con me…ma ce la cantiamo e ce la suoniamo.
      Io credo che sia arrivato il momento di smettere di lamentarsi “perché l’ENCI qui”, “perché l’ENCI lì”… e di mettere in piedi qualcosa di alternativo e di veramente CINOFILO. Laddove cinofilia significa amare il CANE (non solo quello di razza), e non le coppe, i diritti di monta o i cadreghini politici.
      L’ENCI ha avuto la sua occasione e se l’è giocata malissimo. Creiamo un’alternativa.

      • Le alternative nei vari ambiti cinofili sono nate da tempo, ma hanno fatto tutte la stessa fine dell’E.N.C.I.
        Di fatto, la cinofilia italiana è una giungla anarchica e se non metti prima di tutto regole ferre la vedo dura costruire qualcosa di buono.
        Tu dici:-“A questo punto non resta scoprire che a volte ci viene mostrata una faccia della medaglia talmente disgustosa che passa proprio la voglia di andare a guardare l’altra: anzi, magari ci convinciamo che non ne esista affatto un’altra, e che quell’immagine rappresenti un’intera categoria.”
        Questo ha a che vedere però con la comunicazione di parte (ne so qualcosa …sob…sob) e non con “le regole”.
        Quando fondai WolfEmergency pensai che al mondo venatorio, in realtà, mancasse la possibilità di parlare e di esprimersi.
        Tutti a dirgli “assassini”, “bastardi”, erigendo muri altissimi attraverso cui non si poteva parlare; nemmeno di cani.
        Il risultato fu che nacquero le opposte fazioni inferocite tra loro: animalisti da una parte, cacciatori dall’altra.
        Il lupo, per fare un esempio, mise d’accordo tutti, ma anche perché il sottoscritto non giudicò mai nessuno proprio per restare nell’obbiettivo che mi ero preposto: la salvaguardia del lupo.
        Il resto – ideologie comprese – le lasciai (e le lascio) agli altri.
        Di fatto, posso tranquillamente dire che non c’è stato un solo animalista che si è mosso in favore del lupo sotto il profilo pratico (a chiacchiere siamo capaci tutti), ma tantissimi cacciatori, i quali non hanno mai mancato di avvisarci di aver scorto degli esemplari con tanto di coordinate GPS e/o cartografiche, arrivando in molte occasioni a spostare il loro areale di caccia per favorire il lavoro dei nostri simpatizzanti.
        Questo ci ha permesso di conoscere, di monitorare, di studiare, di fare analisi…quindi di tutelare e lanciare delle iniziative per una coesistenza possibile con le attività umane su base scientifica sul lungo termine, e non ideologica.
        La cosa è però stata possibile per due fattori chiave: la legge (il lupo non si tocca) e mille passi verso il mondo venatorio; mondo che conosco profondamente per motivi riconducibili alla mia cultura di provenienza (la maremma), senza peraltro condividerlo (non amo la caccia e non sono cacciatore, pur avendo il tesserino venatorio per obbligo di legge portando i miei rapaci da una parte all’altra).
        In cinofilia manca quindi in prima istanza una legislazione ferrea che si esprima su chi “abbia licenza di lavorare” in questo settore e, perché no, di “detenere un animale d’affezione”; abbondando però al contempo di una sottocultura che spesso non riconosce determinate razze (la maggior parte – retriever in testa) in qualità di ausiliarie della caccia.
        Se questo per alcuni è un “fatto secondario”, non lo è sicuramente per i cani.
        L’ideologia è tracimata – ed ha abbondantemente superato la realtà delle cose – a tal punto che il labrador, se non tira un rotolo di carta igenica o non fa pet terapy, non può considerarsi tale 🙁
        Così come i cani da conduzione si limitano a condurre i loro proprietari sui podi dell’agility (ops, il sarcasmo toscano), quelli deputati alla caccia in tana fanno altrettanto, quando gli va bene.
        Provate a chiedere ad un neofita cosa conosce dei border collie: la prima risposta sarà:-“Ah…quello dell’infostrada”, oppure:-“Ah…quello che fa agility”.
        Solo una risocatissima parte vi parlerà dello sheepdog.
        L’ideologia becera ha prodotto una non cultura cinofila che si è costruita in poco tempo attraverso l’anarchia legislativa ed i cinofilosofi (altro cancro del settore), e la pur lodevole volontà di costruire qualcosa di nuovo e di serio dovrà scontrarsi in primis proprio con queste due considerazioni.
        Per qusto motivo…la vedo molto dura.
        Nasceranno millemila altre sigle, ma non servirà a nulla se prima non si metterà ALMENO un po’ di ordine in campo istituzionale e/o legislativo.
        Nota peronale: ieri ero in EXPO e c’erano diversi labrador. Nessun allevatore di questi conosceva l’arte venatoria specifica riferita alla razza; in compenso alcuni di loro facevano pet terapy…
        Ad ognuno le dovute considerazioni 🙁

  24. E’ inutile ci vuole qualcosa di serio altrimenti ci rimettono i bravi allevatori. ENCI o meno secondo me, io che partivo da una grande prevenzione verso tutti gli allevamenti e mi sono ricreduto per quelli buoni, mi chiedo come si faccia a far si che legalmente siano sullo stesso piano quelli appunto buoni e i cagnari. La sciuramaria, o la mammina che accontenta il figlio messi di fronte all’argomento “prezzo” e comodità (andare nel negozio sotto casa), anche loro poveri ignoranti cosa ne sanno? non sanno neanche di comprare un meticcio, figuriamoci, hai voglia a fare ottima informazione, sei una goccia nel mare della disinformazione spinta, su answers c’è chi sconsiglia gli allevamenti perché lì i cani costano.
    Beh, io consiglio a chi è indeciso un sano meticcio, tanto quell’uno su dieci che mi ascolta avrebbe alimentato sicuramente un cagnaro, non probabilmente ma proprio sicuramente.
    Se tutto rimane così mi viene da pensare che l’allevatore DOC sia una specie in via d’estinzione.
    Se più del 50% dei cani comprati non viene da questi poi, come si può dire che cane di razza con pedigree annesso è meglio, nel senso più sano, non hai fregature, etc? delle due è vero l’opposto

  25. brutta roba si: da una parte – apparentemente – codice deontologico da sottoscrivere, riproduzione selezionata ecc ecc; dall’altra controlli zero: e non solo sul benessere animale (xkè credo che legalmente non potrebbero farlo, nn essendo un ente preposto a ciò) ma neppure su ciò che dovrebbe essere di loro competenza. un esempio: cucciolata che è stata palesemente dimostrato NON essere dello stallone dichiarato con esami DNA. si penserebbe che venissero ritirati i ped di quei cuccioli. invece no.

    • Dani, non sarà di loro competenza prendere provvedimenti legali contro i maltrattamenti… ma stracciare un affisso in duemila coriandolini, magari sì!
      E, volendo, anche segnalare i casi di abominio – perché di questo si tratta, in casi come quelli che si vedono nelle foto – alle autorità competenti. MAI ho saputo che fosse arrivata, dall’ENCI, una denuncia alle guardie zoofile, o all’ASL di competenza. Ne ho fatte sicuramente di più io, da sola, di tutto l’ENCI messo insieme.

  26. per avere un affisso mataavere 2 fattrici della stesarazza eaver prodotto 2 cucciolate della tessa razza…
    io invece intanto farei fare un esaminoe comunque chiederei qualcosina di più… c
    ome requisiti sulal qualità di allevamento come salute e “bellezza” o “bravura”se è contemplata laprova di lavoro, sui cani dell’allevamento.
    invece bastano queste 2 cose che non ci vuole molto a soddisfare(2 femmine e 2 cucciolate” ma soprattutto esborsare…quello che interessaa enci et voilà eccoti l’affisso…

  27. guarda per quel che mi riguarda l’ENCI è la contraddizione fatta ad ente! deve salvaguardare la salute dei nostri cani e nel contempo ipotizza dei corsi sul corretto utilizzo del collare elettrico, invece di bandirlo…bha…
    e per la questione bambini che muoiono di fame e crocchette io mi sento dire: “fai delle donazioni ai canili ed organizzazioni onlus per animali bisognosi? pensa agli esseri umani che soffrono!” O_o

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