martedì 19 Marzo 2024

A-mici di razza: Abissino e Somalo

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di ELEONORA RUGGIERO E MARIA GRAZIA BREGANI

La storia
La razza abissina è una delle più antiche razze feline conosciute: ciononostante ci sono ancora alcuni dubbi sulla sua vera origine.
L’Abissino assomiglia alle raffigurazioni e sculture dei gatti dell’antico Egitto che ritraggono un felino elegante, dal corpo muscoloso, dal bel collo arcuato, grandi orecchie e occhi a mandorla; in effetti gli Abissini mantengono ancora l’aspetto selvaggio del Felis Lybica, il gatto selvatico africano antenato di tutti i gatti domestici.
L’origine del nome Abissino non dipende tanto dal fatto che l’Etiopia – anticamente Abissinia – sia il luogo di origine reale di questa razza, quanto dal fatto che il primo Abissino esibito ad una esposizione in Inghilterra proveniva proprio da quel paese.
Nel libro inglese Cats, Their Points, etc. di Gordon Staples, pubblicato nel 1874, abbiamo la prima menzione di un Abissino.
Il libro mostra una litografia a colori di un gatto con il mantello dotato di ticking e assenza di striature tabby su zampe, muso e collo. La didascalia dice: “Zula, di proprietà della moglie del Capitano Barret-Lennard. Questo gatto, importato dall’Abissinia alla conclusione della guerra…”.
Sfortunatamente non esistono documentazioni scritte che ci consentano di far risalire i primi Abissini veri e propri a questi gatti importati, motivo per cui molti allevatori inglesi sono dell’opinione che la razza sia stata in realtà creata incrociando vari gatti brown-tabby con gatti autoctoni che presentavano ticking.
Recenti studi su basi genetiche dimostrano che l’origine più convincente della razza abissina siano le coste dell’Oceano Indiano e alcune zone del Sud-Est Asiatico.
In effetti, il primo gatto identificabile come un abissino è un gatto impagliato ancora esposto al Museo Zoologico Leiden in Olanda. Questo gatto, dal ticking color lepre, fu acquistato intorno al 1834-1836 da un fornitore di piccoli animali selvatici ed etichettato dal fondatore del museo come Patrie, domestica India.
Nonostante l’Abissino, come razza, sia stato selezionato in Inghilterra, la sua introduzione in quello e molti altri Paesi è dovuta a colonizzatori e mercanti che si fermavano a Calcutta, il maggior porto dell’Oceano Indiano.
Il primo abissino importato negli Stati Uniti d’America dall’Inghilterra risale ai primi del ‘900, ma la grande importazione di gatti di alta qualità dall’Inghilterra per selezionare la razza è databile alla fine degli anni ’30.
Negli Stati Uniti d’America questa è ora una delle razze a pelo corto più diffuse, ed ha larga diffusione anche nei Paesi europei transalpini, soprattutto nel nord dell’Europa.
In Italia, dove c’è una più solida tradizione per i gatti a pelo lungo, viene ancora considerato una razza rara, per la sua scarsa diffusione.
Solo da pochi anni l’interesse per l’Abissino sta progressivamente crescendo, come si evince anche dalla nascita di nuovi allevamenti.

I somali
A cosa pensiamo quando vediamo un somalo? A un abissino a pelo lungo? A una piccola volpe? O piuttosto a uno scoiattolo?
Qualunque sia la risposta, è innegabile che il somalo unisce bellezza e personalità. Il suo look è più “selvaggio”, se possibile, di quello dell’abissino, di cui rappresenta, geneticamente parlando, la variante a pelo lungo.
Non si sa molto sulla comparsa del gene del pelo lungo tra gli abissini.
Certamente dopo la seconda guerra mondiale il numero degli abissini si era notevolmente ridotto e, probabilmente in seguito ad accoppiamenti “casuali”, venne introdotto il gene del pelo lungo, che, essendo recessivo, poté passare inosservato attraverso le generazioni.
Per lungo tempo i cuccioli a pelo lungo vennero regalati come cuccioli da compagnia, dei quali quasi vergognarsi, senza poter essere registrati ad alcun Libro Origini; finché alcuni allevatori decisero di selezionare questa “variante” e di dare origine così a   una vera e propria razza, che venne chiamata ‘Somala’ proprio per ricordarne la vicinanza con gli Abissini, mutuandone il nome dalle due regioni africane confinanti. Erano i primi anni ’60. Ci volle però ancora del tempo perché le varie Associazioni Feline nel mondo riconoscessero la razza Somala nelle stesse varianti di colore degli abissini.
Il carattere è, in tutto e per tutto, quello dell’abissino, con il quale può essere tuttora accoppiato dando origine ai così detti “variant”, registrati nei Libri Origine come abissini a tutti gli effetti.
Essendo quello del pelo lungo un gene recessivo, accoppiando tra loro somali e “variant” o “variant” si otterranno sia abissini che somali.
I colori riconosciuti sono gli stessi degli abissini e possono variare a seconda delle Federazioni di appartenenza.
Lo standard, fatta eccezione per la lunghezza del pelo, è lo stesso degli abissini, tranne che in CFA, dove è richiesto un gatto medio-grande, anziché medio e dove i variant sono registrati come somali a pelo corto.

Vivere con un abissino (o un somalo)
E’ veramente un’ esperienza unica, come possono facilmente testimoniare tutti quelli che ne hanno uno, al punto che, una volta conosciutolo, non ci si rassegna a cambiare razza!
Quando si ha l’opportunità di ammirare il suo portamento regale e la sua innata eleganza, non ci si stupisce che presso gli antichi Egizi – poiché è da lì che la tradizione fa provenire questo gatto – questo animale sia stato elevato alla dignità di un dio…
Il corpo flessuoso e scattante, dove i muscoli vengono messi in risalto dal pelo lucente e cangiante alla luce grazie al tipico ticking, gli arti e la coda lunghi, il collo eretto e le grandi orecchie, l’andatura dinoccolata del grande felino, tutto in lui suggerisce l’idea di agilità e di grazia.

Ci si aspetterebbe, dato anche l’aspetto, che nei soggetti lepre e sorrel ci ricorda tanto un puma in miniatura, che fosse un gatto un po’ selvatico, e invece…è difficile trovare un gatto così affettuoso e legato alle persone con cui vive!
L’abissino partecipa attivamente ad ogni momento della vita di casa, è sempre lì a controllare quello che accade, accorre a salutare i visitatori, non perde mai d’occhio i vostri movimenti e vi segue ovunque.
Il suo sguardo così vivido e intelligente sembra sempre interrogarvi e ogni tanto vi interpella con il suo miagolio musicale e gentile, che a volte assume i toni del tubare delle tortore.

Maschio o femmina, non importa: non ci sono grandi differenze di carattere; quello che non cambia sono i suoi slanci di affetto, le leccate che vi dà tenendovi le zampe intorno al collo, in un vero e proprio abbraccio, le tipiche testate per esprimere la sua voglia di farvi le coccole…un abissino in poco spazio vive senza problemi, sa trovare lui le soluzioni, ma non possono mancargli l’affetto e l’attenzione dei suoi ‘padroni’ (ma è più un compagno alla pari quello che lui cerca, devoto a lui con lo stesso amore appassionato che lui sa dare!), attenzione che lui sa ricambiare prontamente, portandovi in dono le sue prede (resta un abilissimo cacciatore: nulla è in grado di sfuggirgli), o i suoi giochi, o solamente insediandosi sulle vostre spalle, da cui controlla il mondo sottostante, o sul vostro grembo.

Caratteristiche della razza

Morfologia generale: gatto di media taglia, snello ed elegante, con arti, coda, collo lunghi.
Come impressione generale, l’abissino è un gatto dal colore intenso, in cui sia ben visibile il ticking, di corporatura media e di aspetto regale, ben proporzionato.
E’ un gatto snello, forte e muscoloso, attivo e vivace, con una spiccata curiosità per tutto ciò che lo circonda e ben equilibrato di carattere.
Peso: un maschio adulto pesa in media dai 3,200 ai 4,500 kg.
Una femmina adulta pesa in media dai 2,200 ai 3,500 kg.

Crescita ed evoluzione

Alla nascita un cucciolo può pesare, in media, dai 70 ai 110 grammi.
Nell’arco di una settimana raddoppia il peso e apre gli occhi. Cresce, in media, dai 5 ai 20 grammi al giorno per tutto il periodo dell’allattamento materno.
Il cucciolo, alla nascita, non presenta il ticking, che sopraggiungerà gradualmente a partire dal mese di età.
Il colore del pelo in questo momento non è particolarmente indicativo per pronostici riguardo alla qualità finale: il colore migliora progressivamente in densità e calore nel corso di tutta la crescita, con cambiamenti anche eclatanti; di norma quindi un cucciolo presenta un colore molto più pallido e smorto di un adulto.
Muove i primi passi intorno ai 20 giorni di vita. A un mese di età pesa mediamente 500-600 grammi. A due mesi pesa tra gli 800 grammi e il chilo.
Sia nella struttura corporea che nel colore, un gatto abissino completa la propria crescita nell’arco di 18-24 mesi. Anche il colore degli occhi si definisce stabilmente entro quell’età.

Il maschio è generalmente più lento della femmina nello sviluppo. Il raggiungimento della maturità sessuale varia a seconda del soggetto.
Certe femmine hanno i primi calori fin dal sesto mese di età. Certi maschi sono in grado di avere rapporti sessuali a partire dagli otto mesi di età. Generalmente, però, la maturità sessuale si ha intorno al compimento del decimo mese.
Si consiglia l’eventuale sterilizzazione intorno a questa data, nonostante sia possibile effettuare una sterilizzazione precoce.
A questo fine non è necessario che il gatto, maschio o femmina che sia, si sia già riprodotto.
Cambiamenti dopo la sterilizzazione: un abissino sterilizzato, a differenza di altre razze già più massicce di struttura, non cambia particolarmente morfologia, così come non cambia carattere dopo la sterilizzazione: se opportunamente sollecitato, mantiene la curiosità e giocosità che contraddistinguono la razza. Tutto questo lo agevola nel mantenere una forma perfetta, senza rischi particolari di obesità.

Comportamento sessuale
: Se non sterilizzati, sia maschio che femmina, in età adulta, possono segnare con urine e feci il territorio. Questo comportamento, in questo caso non legato ad un disagio, scompare con la sterilizzazione. I calori della femmina di abissino possono essere molto frequenti, anche ogni due settimane.
Il comportamento di una femmina in calore (e talora anche dei maschi non sterilizzati) risulterà quello di un gatto più irrequieto, talora inappetente. Se il gatto non è destinato alla riproduzione si consiglia vivamente di sterilizzarlo, non solo per far cessare questi comportamenti, ma anche e soprattutto – specialmente per la femmina – per problemi di salute che possono insorgere a causa dei calori ripetuti. Un gatto sterilizzato non risente minimamente dell’assenza di attività sessuale (come invece spesso si tende a pensare, proiettando la nostra psicologia su quella animale): semplicemente non ne sentirà più l’impulso.

Cura
Essendo un gatto a pelo corto, l’Abissino non necessita di cure particolari: una spazzolata con l’apposita spazzola (di gomma, con i denti corti: da evitarsi assolutamente le spazzole con i denti di ferro, studiate per i gatti a pelo lungo) una volta alla settimana è pienamente sufficiente.
In luogo della spazzola si possono usare un panno di pelle di daino o le mani inumidite, da far scorrere nella direzione del pelo.
Il gatto non necessita di essere lavato, a meno che debba essere portato in esposizione.
I Somali, che hanno invece un pelo semilungo, necessitano di qualche attenzione in più, ma hanno comunque un pelo molto rustico se rapportato a quello delle altre razze a pelo semilungo.

Problemi di salute: l’abissino non è un gattoparticolarmente fragile; non necessita quindi di cure e attenzioni particolari rispetto alle altre razze o ai gatti comuni.
Come quasi tutti i gatti di razza, quindi selezionati, può soffrire di alcune malattie genetiche, che è però cura di un allevatore serio evitare grazie ad accoppiamenti mirati.
Al momento è disponibile il test sul DNA per il controllo dellla Pyruvate Kinase Deficience, malattia autosomica recessiva tipica dell’abissino e del somalo, che porta il gatto a morte. Tale test è obbligatorio per i gatti riproduttori iscritti in ANFI e in AFeF. L’esito del test è riportato sui pedigree AFeF e presto lo sarà anche su quelli ANFI.
Il CIGAS vieta l’accoppiamento tra due gatti portatori di PK-Def o tra gatti portatori e malati.
L’abissino può soffrire di sbalzi di temperatura/colpi d’aria (anche se di per sé non soffre il freddo), senza che questo però danneggi realmente la salute. In alcuni casi si registra una certa propensione alla gengivite o alla dermatite: basterà ricordare al veterinario di tenere bocca e cute ben controllate.

Aspettativa di vita: un abissino sano, tenuto ed alimentato con cura, regolarmente vaccinato e controllato dal veterinario, che possa vivere una vita senza stress particolari, ha un’aspettativa di vita analoga a quella di ogni altro gatto. Può cioè raggiungere anche i 18-20 anni di età.

Alimentazione
: come tutti i gatti l’abissino non deve essere fatto ingrassare. La sua naturale tendenza al movimento lo aiuta a mantenersi spontaneamente in forma: per questo motivo gli si deve offrire l’opportunità di muoversi, giocare e curiosare a suo piacimento.
Per verificare la forma, basta prendere in braccio il gatto stendendone il corpo (o guardarlo dall’alto mentre è in piedi): la pancia non deve sporgere dalla linea ideale che congiunge spalle e anche. Se il gatto è troppo magro, le vertebre saranno percepibili al tatto e i fianchi incavati.
L’abissino è un gatto molto muscoloso, anche se sottile: i muscoli delle cosce devono essere visibili, non nascosti dal grasso.
Non richiede quindi dosi superiori a quelle pensate per un gatto normale: non bisogna lasciarsi ingannare dall’aria di eterno mendicante che ha: la sua dose giornaliera di cibo (due scatolette monodose al giorno o il corrispettivo in crocchette) è più che sufficiente.

Proprio per il movimento che fa durante i periodi di veglia, è opportuno dargli cibo di buona qualità, che gli dia il necessario apporto di proteine, grassi, vitamine. Questo garantirà una buona forma e una buona salute. Se il cibo che gli viene offerto è di buona qualità, il gatto non necessita di integratori e/o variazioni nell’alimentazione.
Evitare di offrirgli sempre lo stesso tipo di cibo (soprattutto se è costituito da un unico alimento): il gatto potrebbe andare incontro a delle carenze alimentari.
Un’altra cosa da ricordare è che il gatto è un carnivoro primario, non un onnivoro (p.e. come il cane): la sua dieta dovrà essere fatta rispettando le caratteristiche della specie ed evitando gli alimenti/sostanze che lo possano danneggiare

Esigenze: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è vero che l’abissino abbia bisogno di grandi spazi o di un giardino per essere felice. Se il gatto è nato e cresciuto in casa, questa sarà per lui uno spazio sufficiente. E’ assolutamente necessario però lasciarlo libero di muoversi a suo piacimento: costringerlo in spazi angusti, impedirgli di correre e saltare liberamente lo snaturerebbero e lo farebbero soffrire.
E’ una razza che, grazie alla sua straordinaria agilità, ama raggiungere e stare in luoghi alti: non c’è da stupirsi se lo si ritrova in cima agli armadi.

Comportamento:
l’abissino è un gatto sicuramente vivace, dinamico e curioso, molto amante del gioco anche in età adulta e dopo la sterilizzazione.
Benché velocissimo corridore e più che abile saltatore, non è affatto un gatto iperattivo o nevrotico: è anzi estremamente equilibrato come carattere, molto sicuro di sé e delle proprie capacità. La sua agilità gli consente evoluzioni che raramente mettono a rischio mobili e suppellettili di casa, per cui la sua attività non deve preoccuparci particolarmente. Ha un carattere molto aperto e cordiale, non teme gli estranei e le novità.
Per questo è particolarmente adatto a famiglie con bambini, con cui condivide volentieri il gioco.
E’ un gatto esigente per quanto riguarda le attenzioni: per essere felice deve potersi sentire a tutti gli effetti un membro della famiglia: richiede coccole e attenzioni, ma non è un animale geloso o esclusivo nei suoi affetti. E’ estremamente affettuoso con noi esseri umani e ricambia in modo sorprendente il nostro amore.
Convive facilmente con altri gatti o altri animali, a cui di norma si abitua senza problemi.
Partecipa completamente alla vita familiare e ama fare le cose che facciamo noi, condividendo quindi sia i momenti di quiete che di attività.
Non è un gatto particolarmente chiacchierone, anche se spesso usa vocalizzi apposta per comunicare con noi; ha una voce gentile ed emette un rumore particolare (come se tubasse) per esprimere il proprio buon umore.
Fa spessissimo le fusa, che sono molto rumorose, dà testate e leccate di affetto, oltre ad amare particolarmente stare sulle spalle dei propri beniamini.

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3 Commenti

  1. ti sono così grata, Valeria, per questa sezione sui gatti,
    che una gattina che ho trovato porta il tuo nome, anche in onore di un’altra Valeria che ho conosciuto da poco. Il nome completo della micetta è Yume Gat-Teena Valeria 🙂

  2. Per me che distinguo un Persiano da un Devon Rex e tutto ciò che sta nel mezzo è semplicemente “GATTI”, mi fa molto piacere che Ti Presento Il Cane si sia allargato. Confesso che mi piace più guardarli , i gatti, che averci a che fare, li trovo interessanti soggetti in pittura. ne ho avuto uno, a 16 anni, ma scappava, era sempre fuori casa. dopo la sua dipartita non ne ho più voluti, anche se c’era un gatto nero che mi seguiva sempre dopo che l’avevo curato per una rinotracheite. Mi era più simpatico del mio, ma era libero, maschio intero e non volle mai entrare neanche nel giardino. Un giorno non lo vidi più e da alloranon ho più avuto occasione di conoscerne.

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