venerdì 29 Marzo 2024

Come adottare un cane o un gatto di razza…gratis

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di SONIA CAMPA e VALERIA ROSSI – Lo sognate ogni notte. Conoscete tutti i siti internet in cui si parla di lui. Avete una collezione invidiabile di fotografie che nemmeno Fabrizio Corona potrebbe farvi concorrenza.
Conoscete a menadito il suo standard e, ormai, sentite che l’idea di avere un cane/gatto di quella razza, ma proprio di quella, non di un’altra né un meticcio, vi appartiene come fosse un vestito.
Poi aprite il portafogli e… ahimé, non ci sono abbastanza denari. Allora andate speranzosi al canile o al gattile, dove trovate tanti musetti adorabili: ma quello che avete da sempre nel cuore, purtroppo, non si trova.
Eppure un modo per realizzare il vostro sogno di diventare compagni di vita di un animale che appartenga proprio a quella razza così favolosa c’è, eccome:  si tratta dell’adozione di un adulto da allevamento ritirato dalla riproduzione!
In cosa consiste questo meccanismo?
Molti allevamenti acconsentono all’adozione di soggetti adulti che hanno fatto parte dei loro programmi di allevamento e che, per varie ragioni, ne sono usciti.
Tipicamente, l’allevatore sterilizza il cane/gatto e vaglia le varie eventuali richieste di adozione: in alcuni casi l’adozione è gratuita – previa verifica che il richiedente sia una persona coscienziosa, affidabile e che possa fornire un adeguato stile di vita all’animale.
Tuttavia, molti allevatori preferiscono chiedere come corrispettivo una cifra simbolica, giusto per non dar modo a gente superficiale e senza troppi scrupoli di pensare “lo prendo, tanto è gratis”, per poi riportarlo indietro un mese dopo o riaffidarlo brutalmente a qualcun altro.
Per un animale adulto che viene ritirato dalla riproduzione di un allevamento si cercano di solito famiglie stabili, famiglie in cui il cane o il micio (più facilmente “cagna”, in questa specie, perché i maschi sono meno numerosi in allevamento e la loro vita riproduttiva è più lunga, visto che si stressano molto meno delle femmine: invece, per quanto riguarda i gatti, ci sono più o meno le stesse possibilità di trovare un micio o un micia: vedremo tra poco il perché)  possano essere al centro dell’attenzione, vezzeggiati e amati: un posto, insomma, dove possano ronfare serenamente e godersi la vita da animali di casa, lontani dallo stress dei calori, della competizione per l’accoppiamento (per i gatti), delle esposizioni, ecc.

I motivi per cui gli allevatori riaffidano gli adulti che vengono sterilizzati sono fondamentalmente due:
• la necessità di evitare l’affollamento. Se l’allevatore si tenesse sempre tutti gli adulti che escono dal programma, ben presto si ritroverebbe
un allevamento sovraffollato. In pochi sanno che gli allevamenti più insalubri sono quelli con un alto numero di animali perché la promiscuità comporta sia problemi igenico-sanitario (diffusione di virus, di micosi, ecc.), sia – soprattutto nei gatti – di problemi comportamentali  (lo stress indotto dal gran numero di consimili con cui condividere le risorse crea stati d’ansia, di depressione, di aggressività, ecc.). I gatti e i cuccioli che vivessero in condizioni di questo tipo sarebbero invariabilmente soggetti malati e/o che trasmetterebbero malattie ed avrebbero una vita grama;
• la possibilità di aumentare la qualità di vita dell’animale. Per quanto un allevatore possa essere attento alle esigenze dei propri soggetti, è oggettivo ed inoppugnabile che le cure, le coccole, il tempo, il cibo, gli spazi ecc. debbano essere spartiti tra tutti i membri dell’allevamento.
Allora, considerando che il ruolo di un allevamento non è di collezionare animali  ma è di far evolvere geneticamente ceppi familiari attraverso la riproduzione, è inutile e, tutto sommato egoistico, far vivere questa condizione di condivisione forzata anche ai cani/gatti che potrebbero, invece, star mille volte meglio in un ambiente familiare sereno e stabile.
Per i gatti maschi, inoltre, la vita in allevamento non è sempre piacevole. A parte la competizione per le risorse accennata prima, i maschi interi vengono di norma tenuti divisi dalle femmine e, molto spesso, data la loro tendenza a spruzzare e marcare il territorio, non vivono
nel salotto di casa ma in spazi appositi e condividono con l’allevatore solo poche ore al giorno. Ovvio che un allevatore che tenga al loro benessere prima che al suo desiderio egoistico di tenerli con sé, cerca di trovar loro una buona famiglia appena possibile.
Le femmine, del resto, anche se potrebbero figliare fino a 9-10 anni, superati i 5 anni raggiungono una maturità tale per cui gravidanze e parti diventano gravosi e la sterilizzazione diventa la soluzione più sicura e serena.

Avete dunque deciso?
Bando ai piagnistèi del portafoglio: se adotterete un adulto, realizzerete il vostro sogno!
Dove trovare il proprio nuovo amico, però!? Il mio consiglio è quello di visitare i siti web degli allevamenti o, meglio ancora, di contattare privatamente un allevatore di vostra fiducia e prenotare il vostro adulto con largo anticipo, soprattutto facendovi conoscere anzitempo. ATTENZIONE: cedere i soggetti a fine riproduzione è una scelta, non un obbligo! Può darsi che l’allevatore intenda tenere con sé tutti i suoi animali, “pensionati” compresi: in questo caso non potrà venirvi incontro ed è inutile insistere.
Molti allevatori, però, fanno questa scelta: ma non la fanno alla leggera.
L’adozione diventa spesso una questione di fiducia tra allevatore che riaffida un animale a cui è sicuramente legato da almeno un paio di anni (per i gatti) o da 4-5 anni (per i cani), e l’adottante.
E’ difficilissimo che un cane/gatto venga affidato al primo che bussa alla porta e lo richiede.
Di solito la persona viene sottoposta ad un rigido “interrogatorio” per valutare se è adatta all’animale, se il suo stile di vita è compatibile
con quello richiesto, se il suo carattere può sposarsi con quello del cane o del gatto.
L’adozione di un adulto, infatti, comporta alcune accortezze:
• il tempo di inserimento necessario per ambientarsi nella vostra casa sarà più lungo delle canoniche poche ore sufficienti ad un cucciolo; in questa fase bisogna essere molto presenti, dimostrandogli di poter diventare per lui un valido nuovo punto di riferimento
• se avete già degli altri gatti o dei cani con voi, introducetelo gradualmente nell’entourage familiare. Non abbiate fretta di avere tutti i vostri pelosotti intorno, la calma vi sarà ripagata con un equilibrio che si verrà formando lentamente ma in modo stabile
• rispettate la sua personalità: un adulto ha un carattere ben formato che dovrete accettare in toto senza pre-tendere di stravolgerlo.
Fatevi raccontare dall’allevatore quali sono le cose che ama fare, dove ama dormire, che giochi preferisce:  lanciatevi poi nella scoperta della meravigliosa creatura entrata nella vostra vita…
• evitate di stravolgergli le abitudini: almeno per i primi mesi, cercate di dare al micio una certa continuità rispetto ciò che poteva fare o avere in allevamento. Continuate con la stessa alimentazione (se necessario, gliela cambierete quando si sarà completamente inserito), rispettate gli orari di pappa – riposo – gioco – lavoro (se è un cane) che vi elencherà l’allevatore.
Riducete al minimo lo stress per il cambiamento, col tempo sarà lui ad adeguarsi alla nuova famiglia
• mantenete i contatti con l’allevatore, la persona che meglio al mondo conosce il vostro amico. Per ogni necessità o difficoltà, una sua opinione potrà sicuramente contribuire a far tornare le cose al proprio posto
• talvolta, adottare un adulto vuol dire anche condividere con l’allevatore alcune esigenze di allevamento. Ci sono razze per cui, anche dopo la sterilizzazione, è opportuno eseguire ogni tanto dei controlli sanitari, utili per capire se in età avanzata si sviluppano certe patologie (specie nel gatto).  L’allevatore potrebbe chiedervi la disponibilità a sottoporre il micio a questo tipo di controlli, anche quando sarà da voi.

Un’ultima parola, infine, sento di spenderla per spiegare perché gli allevatori sterilizzano i loro soggetti prima di riaffidarli. Il motivo è estremamente semplice: come già spiegato, un adulto che esce da un programma di allevamento – perché è diventato grande, perché ha avuto già tanti figli, perché lo standard si è aggiornato o per qualsiasi altro motivo  – merita la serenità di una vita casalinga, serenità che vede nella sterilizzazione la sua base di partenza.
Un allevatore che riaffida un riproduttore intero o che, peggio, lo rivende intero, è più interessato a sbarazzarsene, magari guadagnandoci
dei soldi, piuttosto che a trovargli una famiglia che lo ami e lo faccia stare bene.
Del resto, per un animale intero si possono chiedere anche più soldi…
Inoltre, tenente sempre presente che la vita riproduttiva di un animale può avere complicazioni medico-sanitarie; non è un gioco, né un’esperienza semplicemente “emozionante” da fare.
Ci vuole preparazione, competenza e prontezza, onde evitare danni che rischieremmo di rimpiangere a lungo nelle nostre coscienze.

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66 Commenti

  1. Vi ringrazio molto per il bellissimo articolo che centra in pieno tutti gli aspetti della questione e fa chiarezza (finalmente) su questo argomento sul quale ci sono moltissimi pregiudiozi e poca informazione reale. Io ho adottato una gatta adulta 3 anni fa e abbiamo legato immediatamente. Il miglior rapporto uomo (anzi donna)- animale che io abbia mai avuto nella mia lunga vita. Mi sento in tutta franchezza di consigliare questa esperienza.

  2. l’articolo è vecchio, ma io l’ho letto solo oggi, e oggi commento. Putroppo la mia amatissima gattina orientale se ne sta andando per insufficienza renale…. E’ appunto in braccio a me in questo momento. Come farò a vivere senza di lei? Non potrò…. Ma non vorrei una cucciola, per tanti motivi che non sto a spiegare. E mi chiedevo, appunto, se fosse possibile trovare una gatta di qualche anno, della stessa razza. L’articolo ha risposto alla mia “domanda”, e se (spero il più tardi possibile) mi dovesse capitare …. Non comprerò un gatto, ma lo cercherò in adozione. Un orientale, però …. Tra l’altro, ho appena adottato due cani adulti, e sono così contenta di loro e dell’inserimento con i gatti, che penso lo farò ancora in futuro….

    • Quanti anni ha la tua gattina? Anche la mia ha l’insufficienza renale, ma da quando l’ho adottata è migliorata molto. Penso che sia stato molto importante il cambio di alimentazione: abolizione totale delle crocchette (di qualsiasi tipo, anche renal ) solo umido rigorosamente senza cereali (i gatti non sono polli!) e integratori ad hoc, come Renal e Renal advance; Resurgen ; Pet plus for cat. Inoltre l’acqua di cottura del pollo, così beve di più e almeno per il momento le flebo non sono necessarie. Prima di arrenderti contatta un buon veterinario naturopata. Auguroni!!

  3. Salve, ho notato leggendo i commenti che nessuno (se mi sbaglio scusate) ha fatto notare che il costo iniziale di un cucciolo è solo una delle tante spese che chi decide di prendere un animale dovrà sostenere, quindi non è che poi sia l’affare del secolo adottare un adulto anzichè comprare un cucciolo. Sottolineo questo perchè non vorrei che il “di razza gratis” stuzzicasse qualche individuo che poi al bisogno non è disposto a sborsare quanto dovuto per nutrire e curare l’animale che ha adottato.
    Io ho adottato da qualche mese una gatta orientale stupenda di 7 anni, che pur provenendo da un ottimo allevamento ha qualche problema di salute. Ho cambiato veterinario per trovarne uno maggiormente specializzato (140 km tra andata e ritorno), medicinali, analisi, ecografie,pappe iper super mega ecc. ecc. A me va benissimo così, sapevo quale era la situazione che si sarebbe presentata e mi sono letteralmente innamorata di questa gatta quando ho visto la sua foto, ma sicuramente dal punto di vista economico, in questi mesi ho speso molto di più di quello che avrei speso comprando un cucciolo. Ripeto,non è per criticare ma ho paura che se qualcuno non è disposto a spendere per ” l’acquisto” di un animale poi lo sia altrettanto poco per seguirlo e curarlo come si deve.
    Per quanto mi riguarda io sono arrivata a questa micia in modo del tutto casuale, ho altri gatti e non ne stavo cercando un altro; ma ho visto l’annuncio, la foto, nessuno che si faceva avanti causa l’età della fanciulla e non ho resistito. Una volta deciso però l’avrei presa anche pagandola.
    E’ coccolosissima e,scusate la presunzione,mi sembra decisamente contenta della sua nuova famiglia. 🙂

    • Verissimo, Alessandra: di questo abbiamo già parlato molte volte e non c’entrava tanto con l’argomento dell’articolo (o meglio, c’entrerebbe anche: solo che se ogni volta che si scrive su un argomento poi ci si aggiungessero tutti i “però…” collaterali, ogni volta verrebbe fuori un libro :-)), però hai fatto bene a ricordarlo. Il prezzo di acquisto è solo UNA delle millemila spese che si devono affrontare quando si sceglie di adottare qualcuno.

  4. Guardando la cosa dal punto di vista del cane (che è l’unica che mi interessa), meglio la vecchiaia da figlio unico o quasi in casa con un nuovo padrone, che in box con il vecchio allevatore dove riceverebbe al massimo le stesse attenzioni degli altri (mentre ne avrebbe bisogno in quantità maggiore rispetto ai giovani)
    Sul piano etico, pensando all’allevatore … bisognerebbe valutare caso per caso: in generale non è una pratica che mi piace, bisogna però vedere cosa c’è sull’altro piatto della bilancia

  5. @None: si hai ragione… di allevamento di gatti non ne capisco una cippa…
    Probabilmente anche tu non ti intendi di Cinofilia, dato che la tua Passione è allevare Gatti di razza…
    ma il mio è un vizio di forma: la pagina a cui sono affiliata è “Ti presento il Cane” e quindi mi scappa di parlare più spesso di cani, dato che mi occupo di Centro Cinofili e non di allevamenti di Gatti…
    Chapò! 🙂

  6. Mi spiace che parlate solo di cani mentre l’articolo parla di cani e gatti. Allevare gatti è molto diverso da allevare cani. Io di cani e di ENCI non conosco e capisco nulla.
    @Anna, sono sempre più convinta che tu non conosca affatto le dinamiche e i valori di un buon allevamento, sopratutto allevamenti di gatti, io allevo gatti e tu parli solo di cani. Punto e basta.

  7. Anna, sono d’accordo che se si vuole un cane di razza è giusto rivolgersi a chi ci dà delle buone garanzie di salute e carattere, oltre che di “bellezza” (o tipicità che dir si voglia). Cioè che ha un approccio professionale, consapevole, competente.

    Però mi ripugna pensare che chi ha studiato e lavorato per questo, e lavorato tanto, non ne abbia un guadagno, ma solo un rimborso spese. Mi sentirei uno sfruttatore del lavoro altrui: “lavora gratis se hai passione che io ti pago le spese e anche grazie”.

    PS quanto alla maggior salute dei meticci.. mah… non so da un punto di vista statistico (uno non è una base statistica sufficiente, temo) ma il mio ha una brutta displasia 🙁

    • @sciuramaria: forse non mi sono spiegata bene in tutti e due i casi…
      1) io non ho mai detto che un Serio Allevatore che lavora per Passione e non perché l’allevamento è il suo UNICO reddito, deve ricevere, quando cede un suo cane, solo un rimborso spese! Anzi, un cane di razza, frutto di tutti i requisiti che ho in precedenza descritto e quindi proveniente da un Allevamento Serio, costa MOLTO DI PIU’ di un cane simil-razza che possiamo trovare attraverso gli annunci di un giornale, web, o dalla vicina di casa! Ma io ce li spendo volentieri, se so che dietro a questo pagamento, c’è un attento lavoro di selezione con tutti i crismi che ho in precedenza descritto…
      Dice il detto: “chi più spende, meno spende”… e io aggiungo: “ma attenzione a DOVE si spende! ” …

      2) io non ho mai detto che i meticci hanno più salute rispetto ad un cane di razza, pensavo si capisse di cosa parlavo: i cani di razza, proprio perché DOVREBBERO essere frutto di una Seria Selezione, sono più soggetti ad ereditare patologie genetiche e proprio qui viene in AIUTO lo studio che un Serio Allevatore DEVE fare PRIMA di affrontare il discorso allevamento…
      Se tutti voi avete studiato la teoria, PRIMA di affrontare la pratica, così come si fa prima di iniziare qualsiasi attività e/o professione… tanto di cappello!

      I cani meticci, in quanto frutto di incroci casuali, sono selezionati dalla Natura, che è madre ma anche matrigna e quindi ci va giù di brutto con la selezione: gli animali che sono più deboli, non hanno vita lunga e nemmeno facile…
      Il tuo cane, che ha una displasia, probabilmente più che un meticcio vero e proprio, è frutto di un accoppiamento non mirato: si ha spesso displasia dell’anca in soggetti NON ben selezionati o che si fanno accoppiare LO STESSO, pur essendo portatori di questa tara (se tutti gli allevatori studiassero la Genetica, prima di iniziare…), oppure è frutto di accoppiamenti tra razze diverse, per esempio tra un Labrador e un Golden Retriver… cioè tra razze simili, ma NON UGUALI…
      Ogni Allevatore che si rispetti, dovrebbe, in coscienza, ESCLUDERE dalla Riproduzione cani che SA (e qui sta il bello), essere portatori di difetti genetici…
      Mi sembra un concetto talmente ovvio…

      @None: e poi sarei io quella che “non conosce effettivamente le dinamiche e i valori del buon allevamento…”
      😀

    • @dani: solo in un caso posso credere che un cane è felice cambiando proprietario/i: perché vuol dire che con i precedenti stava male… ;-/

      • allora devo pensare che tutti i cani che vengono in vacanza qui da me stan male a casa loro.. dopo 2 giorni di soggiorno mi fanno migliaia di feste 🙂 hai un’idea incompleta della mente del cane, secondo me veh 😉

  8. Come ho già detto in precedenza, tutti gli Allevatori monorazza che conosco (delle razze Yorkshire Terrier, Setter, Rottwailer, per dirne alcuni), sono Allevatori seri e preparati e, soprattutto, l’Allevamento per loro è un “hobby” cinofilo, ma non per questo meno impegnativo, visto che è un hobby che tratta esseri viventi… Il guadagno che si ottiene dai cani è considerato “un di più”, non il sostegno UNICO della famiglia.
    E’ anche importante affermare, che NON si compra il cane con i denari che si danno all’Allevatore, ma si paga lo STUDIO che c’è dietro per far nascere QUEL cane!
    Come ho già detto in precedenza, proprio per questo l’Allevamento dovrebbe essere un “hobby” che può essere considerato un lusso per pochi, se fatto BENE: né più ne meno che dedicarsi a praticare Polo, Equitazione, Off-Shore: sport che, di solito, non sono praticati da tutti, proprio per i costi che comportano…
    Proprio per questo gli Allevatori in questione, NON lo considerano un mestiere su cui vivere, ma una Passione che comporta lo studio della Genetica, perché il primo obiettivo di un Allevatore DOVREBBE essere NON quello di guadagnare denari, ma di “guadagnare” il MIGLIORAMENTO della razza prescelta… Non a caso, gli Allevatori amatoriali di questo tipo, sono quasi sempre monorazza, questo perché è già difficile studiare e seguire bene una razza, figuriamoci di più…
    Coniugare l’hobby dell’Allevamento e il lavoro esterno non è impossibile se, appunto, si parte da una base economica alta e quindi è normale poter contare su un aiuto esterno, per quanto riguarda la parte manuale dei lavori di allevamento…
    Per gli spazi, c’è chi può contare su un intero appartamento dedicato a loro (per i cani piccoli), oppure per strutture e box esterni adeguatamente riscaldati e con tutti i confort (per i cani grandi): roba da migliaia di euro di spese, per impiantare un canile a regola d’arte, ve lo posso assicurare…
    Purtroppo, per alcuni, allevare significa solo business… e allora per “allevare” non occorre studiare genetica, fregarsene delle regole ENCI e sistemare in un angolo qualunque il “canile”.
    Un mio amico Cinofilo ama dire: “non basta avere 2 cani per fare Razza”, cioè non basta avere un maschio e una femmina della stessa razza per mettersi a fare cucciolate… DIETRO c’è tutto uno studio, una preparazione e soprattutto Pedegree che garantiscono cucciolate equilibrate, sane ed esteticamente conformi allo Standard ENCI (“questo sconosciuto”, per molti)…
    Per tutto ci vuole preparazione credo, in qualsiasi attività che dobbiamo intraprendere e questo vale tanto più per chi vuole Allevare, visto che si tratta del benessere, in primis, di esseri viventi: prima studiamo genetica, ci prepariamo anche con il TACRET universitario (studio delle tecniche cinofile), facciamo esperienza sul campo, ci mettiamo in regola con la burocrazia e con i permessi ASL, compriamo/affittiamo locali e attrezzature adeguate, andiamo a visionare gli allevamenti all’estero (più avanti di noi, in questo senso), acquistiamo stalloni e fattrici delle migliori linee di sangue, acquistiamo gli alimenti migliori per la razza scelta, garantiamo l’assistenza veterinaria 24 ore, ecc. ecc. …
    Per fare tutto ciò, non bisogna essere un tantino abbienti? Oppure si può iniziare dal nulla in assoluto, e sperare di diventare abbienti strada facendo con i guadagni ottenuti da cucciolate improbabili?
    Come diceva Denis, un allevamento di cani/gatti, non può essere redditizio, altrimenti si parlerebbe di animali da reddito, non di affezione…
    Per quel che mi riguarda, ognuno deve fare il passo secondo la sua gamba e se è mosso da coscienza, non può intraprendere l’avventura di un allevamento, senza i requisiti di cui sopra, pena pagarne le conseguenze prima o poi, e, peggio ancora, farle pagare ai suoi animali, come dice bene anche l’articolo “Allevare o non allevare” che avevo in precedenza allegato e che, forse, NON avete letto… (altrimenti non staremmo ancora qui a discutere gli stessi punti)…
    Sembrerà assurdo, ma anche in qualità di privati tocca essere preparati prima di acquistare un cane di razza! Eh già… perché se si è sprovveduti, si incappa in una serie di errori che poi verranno inevitabilmente pagati, tipo: comprare un cane attraverso annunci, negozi, allevamenti improvvisati, trovandoci poi con cani spesso malati, oppure privi di Pedegree, Microcip, Vaccini, Sverminazioni, Registrazioni ASL e ENCI, ecc. (tutte cose che PER LEGGE, un Allevatore Serio, rilascia); comprare un cane senza conoscerne le sue esigenze, difetti genetici, carattere, ritrovandoci poi con un cane ingestibile; comprare un cane solo perché ci piace, senza sapere che magari è una razza bisognosa di correre e non di poltrire per tutto il giorno; comprare un cane per il bimbo e poi ritrovarci con un fastidio… e via così, potrei dilungarmi all’infinito… non sapete quanti esempi potrei portarvi, raccolti in anni e anni di ascolto…
    Ecco perché io raccomando sempre ai privati del Centro Cinofilo: PRIMA di acquistare un cane, soprattutto perché è di razza (e quindi più soggetto dei meticci alle tare genetiche), informarsi bene sugli Allevatori Seri, frequentare le Expo’, VISITARE gli Allevamenti per vedere se sono A NORMA e controllare i Pedegree dei futuri genitori: la truffa è sempre dietro l’angolo…
    “pagare per pagare”, preferisco acquistare un cane da Allevatori di comprovato prestigio ed esperienza di lungo corso in ambito ENCI, piuttosto che da allevatori che si conoscono solo negli annunci sul web, sul giornale, o dalla vicina di casa che ha avuto una cucciolata dalla sua coppia di cani…

      • Bastava dirlo prima… ma sai, i nick, la privacy… 😀
        Sono contenta se sei esattamente come “l’Allevatore tipo” che ho descritto!
        Evidentemente, allora, riesci a mantenere te, la tua famiglia e i cani, solo facendo poche cucciolate l’anno monorazza, senza sfruttare le fattrici dopo una certa età…
        Unico “neo” (e torniamo in tema all’articolo): da quanto ho capito cedi i tuoi cani che escono dalla riproduzione e su questo punto, non posso essere d’accordo, perché “l’Allevatore tipo” da me descritto, se li tiene TUTTI i suoi cani… (come avevo detto all’inizio)…
        Vabbè… nessuno è perfetto… 😀

        • no, avessi ‘na famiglia nn ce la manterrei. ci siamo i cani ed io. loro hanno tutto ciò che serve, io no. ma a me va bene così. e se cedo i miei cani è perchè ho razza che va molto poco d’accordo con altri cani e mi chiedo – ma sopratutto chiedo a te – per quale motivo dovrei tenerla in canile/box come figlio di una famiglia numerosa, quando posso, a volte, regalargli la possibilità di andare a fare il figlio unico principe del divano. FOrse è questo che nn riuscite a capire, pensate a 3,4 cani tutti in casa, insieme, e invece miei i cani sono non molti di + ma non posso tenerli tutti in casa tutti insieme..

          • aggiungo ancora che non cedo i cani che escono dalla riproduzione. spesso cedo i cani migliori, titolati, in pienissima attività, solo ed esclusivamente in famiglia e con super controlli post affido. e mi tengo gli altri. i vecchietti e gli sfigatelli

          • @dani: bene, esistono le eccezioni e tu ne sei una prova, stando a quanto dici…
            Certo, vista così, sembrerebbe che il cane ceduto vada a stare meglio, con i preaffidi presso famiglie selezionate…
            Ma non deve passare il messaggio che quella che può essere una eccezione ragionata, diventi una regola fissa per “l’Allevatore-tipo”!
            Altrimenti si fa cattiva informazione e se ne deduce che allevare sia facile: tanto quando i cani non “servono” più alla riproduzione, si cedono al primo venuto!
            ***
            Io non metto in dubbio che tu abbia un sacco di lavoro, ma non tutti sono come te, e quindi bisogna ribadire il concetto di cui sopra, per il benessere dei cani…
            Ho cercato di porre l’attenzione sul fatto che, proprio per evitare di stare “con l’acqua alla gola”, è opportuno NON fare affidamento SOLO sul reddito prodotto dall’attività di allevamento (da qui l’utilità di avere altri introiti, in modo da dedicarsi con più serenità ed equilibrio all’allevamento)… soprattutto se lo fai con tutti i crismi, come dicevo sopra.
            Quindi in quest’ottica, NON può certo produrre delle entrate tali da mantenere anche una sola persona: se si fanno poche cucciolate, si rientra si e no delle spese sostenute per i cani… e il resto? Capisci da te, che chi riesce a trarne anche il resto, non è “l’Allevatore tipo” di cui parlavo in precedenza…
            ***
            Per quanto riguarda se sia meglio che i cani stiano sempre in canile, oppure essere ceduti da adulti/senior… E’ a questo punto del discorso che sento la mancanza di una sola cosa nei cani: la Parola.
            Chissà, se potessero parlare… sarebbero loro stessi che indicherebbero dove preferirebbero stare…

          • @Dani, sai che io ti stimo tantissimo e non ho critiche per *te*, ma critico il sistema in cui tu di trovi ad operare…
            Tu non dovresti essere una semplice allevatrice, ma in un sistema piu’ in linea con il mio modo di concepire l’allevamento potresti essere una “presidente di un club”, una coordinatrice, una che oltre ad allevare i cani che ha in famiglia, per comptenza, esperienza e professionalità è in grado di seguire le sorti di una razza e coordinare un gruppo di lavoro composto da famiglie e piccoli allevatori per “hobby”.
            Pensa che bello se invece di cedere i gratuitamente i migliori cani titolati in piena attività, li affidassi (nemmeno gratuitamente) PRIMA di avere i titoli. E li facessi crescere direttamente nella loro futura famiglia…. non una famigli *qualsiasi* ma una selezionata e competente e disposta a collaborare con te. Della serie: ti do un cane della Madonna che ho la fila di gente che lo vorrebbe, lo do proprio a te e te lo faccio pagare poco quando in negozio paghi il doppio per cani di qualità infinitamente peggiore… se poi ho bisogno di una monta, voglio sperare che almeno il favore sia ricambiato… (e in un mondo di veri amatori dovrebbe essere cosi’ ma … si possono anche mettere regole per iscritto, volendo). Lasci che a far avere “i titoli” ai tuoi cani siano i proprietari che li prendon dall’inizio, selezionando quelli che veramente ci tengo a portarli in expo o alle prove di lavoro… e ci sono. Il cane ha sempre il tuo affisso, il tuo prestigio è comunque evidente.. e quando devi fare una monta te lo puoi andare a riprendere… puoi contare anche su un numero maggiore di maschi, vederli dopo anziché usare sempre gli stessi due che riesci a tenerti a casa facendogli fare il cane a turno. E non ti si spezzerebbe il cuore a dar via un cane adulto che ha vissuto con te per anni.
            Ed è anche piu’ redditizio (o..diciamo meno gravoso 🙂 che non mantenere un soggetto per anni e poi darlo via gratuitamente perché non hai piu’ spazio per lui. E tu magari, eventualmente, avresti pure il tempo per un tuo lavoro che ti permetta anche di vivere meglio: l’impiegata, la veterinaria, la titolare di un negozio, la giornalista, la contadina, l’insegnante, la pizzaiola. Part time o full time in base alle tue preferenze… o anche no, ma l’importante è che la logica di sbarcare il lunario resti il piu’ possibile fuori dalla logica di allevare bene.

            In alcuni casi potresti selezionare anche i proprietari che fanno riprodurre una femmina… che si fanno capo a te perché all’inizio hanno bisogno di consigli di riferimenti di sicurezze e tu li segui come discepoli nel loro percorso di crescita nella loro carriera di allevatori per passione…

            Questo è il tipo di allevamento che ho in mente io, e quello a cui punterei se dovessi riscrivere lo statuto di ente cinofilo che si prefigge di tutelare “i cani”. Tutelarli da ogni punto di vista… non solo dal punto di vista del benessere, ma anche per qualità e selezione.

            .. perché, tra l’altro, in questo modo, ogni cane potrebbe fare il lavoro per cui lo si seleziona. Si ritorna agli inizi, quando le razze sono state create dagli utilizzatori per la loro funzione, non dagli allevatori per vivere dei loro frutti. I cani da caccia che facevano i cani da caccia… e se uno era bravo i colleghi chiedevano una monta per la propria femmina quando si preoccupavano di avere un degno sostituto quando quella avesse finito la carriera. “Ma quanto è caruccia la su canuccia signora contessa. ..ma mi dica…quando le fa fare i cuccioli me ne dà uno?” “ma si figuri signora marchesa… l’è un piacere”… sono nati cosi’. Anche tra i poveri… non tutte le razze erano destinate ai “nobili” come si è detto sopra. Ognuna ha la sua storia…

            Oggi invece c’è sempre piu spesso l’allevamento con venti box se ti va bene, con venti cani…. che possono essere pointer, rottweiler, husky o volpini…. tutti gestiti allo stesso modo. Perché il loro mestiere è riprodursi. Non piu’ cacciare, fare la guardia, tirare la slitta, essere gradevoli compagni… e la selezione dove va a finire? Nel migliore delle ipotesi è affidata a delle prove simulate che poco hanno a che vedere con la realtà. E spesso è piu’ una trovata pubblicitaria (faccio vedere che lavoro sul carattere) che non un metodo di avere dei risultati apprezzabili dal punto di vista utilitaristico. Fermiamoci qua, va.

          • nn so se questo commento apparirà nel posto giusto, ma in ogni caso sto rispondendo al lenzölone di denis:
            quello che tu descrivi, Denis, già esiste. si chiama affido/comproprietà.
            sono che, al contrario di quanto tu pensi, è stra-stra-stra difficile trovare un proprietario disponibile a questo tipo di collaborazione.
            il problema principale è che, quando si trovano in mano un cane della madonna (e poi comunque come fai a esser sicuro che un cucciolo di pochi mesi diventerà un cane della madonna?.. ma soprassediamo ed ipotizziamo che esista la certezza) cmq riprendendo il filo: questo cucciolo deve essere seguito in un certo modo, va portato al campo se necessario, in expo, etc etc etc.
            e pochissimissima gente ha voglia di sbattersi. del resto, li capisco. è veramente uno sbattone!
            poi esiste un’altra problematica ed è il desiderio di emergere, di pensarsi dei competenti e degli allevatori solo perchè si ha in mano un buon cane. hai voglia di fare un contratto scritto dettagliato! a volte neppure questo basta.
            sul discorso stalloni: personalmente allevo con le femmine e se non voglio trovarmi a fare sempre gli stessi accoppiamenti rumando della minestra mia, vado a montar fuori per portarmi a casa cose nuove e per migliorare. perciò, se affido deve essere, preferisco farlo con le femmine che con i maschi. solo che anche li, ricadiamo sempre nel discorso: difficile trovare la persona disponibile: la cagnina deve tornare a casa (cioè da me) per il parto. e deve star qui per il tempo dell’allattamento. e sono ancora meno i proprietari disponibili a fare questo ‘sacrificio’.

          • @dani, … anch’io spero il commento vada a finire nel posto giusto.
            In quello che dici ci sono molte verità. Nessuno ha mai detto che mettere in piedi un sistema simile sia una cosa facile. Se fosse facile, forse lo avrebbero fatto prima… anche se comunque ci sono paesi in cui si fa molto piu’ frequentemente che da noi. Qui la cosa non è diffusa anche solo per il fatto che nessuno ne parla.
            Se prendi in considerazione il proprietario “medio” le problematiche che hai evidenziato ci sono veramente. E anche di piu’. Perché la gente “mediamente” è stronza. Non lo sono solo gli allevatori quando devono venderti un cane :)) Anche i proprietari “medi” quando nasano che possono arrivare a pagare poco per un cane della madonna possono benissimo prometterti mari e monti, dirti che faranno le expo, i brevetti, la cucciolata col maschio che gli indichi tu per poi far saltar fuori a due anni di distanza che quando nel periodo che tu pensavi di fare la monta loro devono andare alle maldive, che nella data della speciale c’è la cresima della nipote e non possono rinunciare, che al sabato pomeriggio il figliio ha la gara di nuoto e non si può andare ad’addestrare il cane, che suo vicino animalista li ha convinti alla sterilizzazione, che la nonna compra le scatolette al discount.
            Se però ci stacchiamo un attimo dalla “media” e andiamo a vedere la “crème”, tra i tanti, può benissimo esserci la figura di quello che avrebbe davvero passsione e interesse a far nascere una cucciolata, ma per motivi logistici o familiari non può tenere tanti cani. Può esserci il giovane che non vuole lanciarsi a capofitto nell’agonismo sportivo, ma “inizia” con un cane. Ci possono essere tanti potenziali allevatori come te, che non hanno spazi, tempo, e aiuti sufficienti ad occuparsi di un grande gruppo, ma insieme, chi con due cani, chi con quattro, chi con tre, contribuiscono a portare avanti un progetto.
            Riguardo al discorso del capire se un cane di tre mesi sarà un “cane della madonna”… hai ragione: non si può. O almeno… non hai certezze. Molti indizi invece li hai. Però il discorso resta valido anche se il cane lo tieni tu. Che cosa fai se ti tieni in allevamento un cane che poi si rivela non essere cosi’ valido come avresti pensato? Lo cedi in età adulta per puntare su un altro? Rehoming anche per lui? A me anche questo non va bene…. da questo punto di vista hai molte piu’ garanzie affidando a terzi, senza false promesse ma dicendo le cose con sincerità: “è un cane a cui credo molto, te lo do, ma mi devi stragiurare che se non deluderà le aspettative ti impegnerai per valorizzarlo quanto merita”. E chi lo prende deve farlo con lo stesso spirito di un genitore: ami il figlio per quello che è… ma allo stesso tempo se ti capita un figlio con il talento di yuri chechi, alberto tomba o van basten non puoi troncargli la carriera sul nascere perché alla domenica hai altri interessi. O se ti capita una figlia come la Montalcini spero che tu capisca l’importanza di non fermarla in terza media. L’affido che ho in mente io però, nel caso delle femmine, prevede che questa rimanga nella casa in cui vive abitualmente anche per partorire. Anch’io non te la darei una femmina che mi hai dato per farla partorire a casa tua… Forse ci sono dei problemi di “affisso”? … può essere…. ma io sto pensando alla qualità del cane e alla crescia della razza. Le femmine che ritieni importanti dal punto di vista riproduttivo dovrebbero essere affidate a persone con la competenza e la volontà di far crescere una cucciolata. Il tuo aiuto come “allevatore di riferimento” e presidente di eventuale club dovrebbe semmai essere il supporto tecnico, l’aiuto in situazioni di “emergenza”, e piu’ importante di tutti l’aiuto nel collocare i cuccioli, nell’individuare e consigliare gli acquirenti ideali grazie alla tua rete di contatti…. magari tenendo per te la tua quota di rimborso spese che va a formare il prezzo di una qualità a cui tu hai contribuito in maniera rilevante. Non è che si pretende tu faccia tutto per “la gloria” 🙂

          • x Denis: questo discorso che tu fai andrebbe bene nel posto dove le caprette fan ciao 🙂 ma va bene, tu ci vivi e quindi lo capisco benissimo da te .. la realtà è ben un’altra. Ma son certa che presto o tardi ci incrociamo e ne potremo parlare a voce, Preparati però.. 🙂 le tue caprette non faranno ciao 🙂

          • x anna, alla quale rispondo a questo suo commento: “Per quanto riguarda se sia meglio che i cani stiano sempre in canile, oppure essere ceduti da adulti/senior… E’ a questo punto del discorso che sento la mancanza di una sola cosa nei cani: la Parola.
            Chissà, se potessero parlare… sarebbero loro stessi che indicherebbero dove preferirebbero stare…”
            vero, i cani non hanno la parola, ma se parli il canese 😉 loro ti spiegano benissimo e ti dimostrano chiaramente che SONO FELICI nella nuova casa, circondati da attenzioni e amati da figli unici. quando li rivedo, mi salutano certo, un sacco di feste, certo, ma quando il proprietario li chiama x tornare a casa partono a razzo con un sorriso stampato sulla faccia che dice tutto !

  9. @Anna. Non voglio qui creare polemiche. Quello che scrivi è mosso da buon cuore ma è viziato dal fatto che non conosci effettivamente le dinamiche e i valori del buon allevamento. Spesso ogni allevatore ha uno o più gatti “anziani” dal quale non si separerà mai. Alcune volte non è nemmeno di razza. Ogni allevatore che allevi e selezioni da diversi anni ha vissuto il lutto di una perdita di un animale d’affezione. Il gatto che mio figlio ha deciso di tenere è ancora qui con noi anche se non rientra nei nostri programmi di selezione/riproduzione/esposizione. Il mio allevamento è composto da 3 soggetti riproduttori. Tenerli fino alla fine? Certo. La mia razza ha un’aspettativa di vita media di 20 anni… E’ crudele però far riprodurre una gatta oltre il 6°massimo 7° anno d’età. Se tenessi tutti gli animali con i quali ho iniziato l’allevamento, sarei una “gattara”, non un allevatore. Nulla contro le gattare, per fortuna che ci sono, e spesso anche se non si sa o non si dice gli allevamenti aiutano gattili, canili e centri di soccorso per animali. Non dimentichiamo inoltre che a differenza del cane, il gatto in natura è un animale solitario e spesso “soffre” la costretta convivenza con altri gatti. In tutti i casi che ho visto il gatto riallocato è un gatto felice e assolutamente ben integrato. A distanza di anni si mantengono i rapporti con chi ha preso un “nostro” animale e ci inviamo foto e aggiornamenti. Se un animale è ben socializzato l’adozione da adulto non è assolutamente un problema, e non puoi sapere quante lacrime e quanto dolore si prova nel cederlo. Lo si fa, perchè non siamo egoisti e li lasciamo liberi di vivere una vita felice e piena.

    • Da 40 anni ho i casa u fox terrier. Certo,non è lo stesso, ma ha lo stesso nome.
      Se non , lo avessi, sarebbe come dico sempre, mi trovassi apre do la finestra la mattina, un muro davanti anziché quello che mi aspetto di vedere. Ettore è un familiare, uno molto importante per me. In tutti questi anni, quando Ettore mi ha lasciato, ho pianto tanto e non me ne vergogno. Neppure ora che sono vecchio. Ho prrjpreso Ettore, spesso dal solito allevatore. Ho atteso il cucciolo co grandissima impazienza e sofferenza per l’attesa. Una volta mi è stato proposto un affidamento di un Ettore di quattro anni. Fortunatamente ho accettato. L’allevatore me lo ha dato quando ha capito a chi lo dava e non ha sbagliato..
      È stato bellissimo avere questo Ettore adulto e sono certo che per lui è stato lo sesso. Ha vissuto come figlio unico, ma a co tutto anche con i ca i dei miei figli quando sono dame. Quando mi ha lasciato, è stata una sofferenza enorme. Ho comprato un a,tro cucciolo e la magia si è rinnovata, così come mi aspettavo che fosse. A stte anni un tumore se l’è portato via. Sembrava che le lacrime non bastassero. Ancora oggi, le sue ceneri so o in una piccola cassetta, in vista sulla me sola del camino. Su una targhetta, il suo nome: Ettore. Subito alla ricerca di Ettore che riempisse la voragine lasciata da Ettore… non ciso o cuccioli, ma da un nuovo allevatore, anzi, allenatrice, mi viene proposto, anche questa volta, dopo aver capito a chi sarebbe a dato, un cane adulto di grande pregio. Ho atteso due settimane affinché portasse a termine il proprio percorso con la partecipazione alla sua ultima gara e immediatamente dopo la premiazione, avevo in mano il guinzaglio appena acquistato e…. Ettore…. campione italiano, ma anche se fosse stato campione dei miei stivali,sarebbe stato lo stesso. Ettore, un po ‘ spaesato non voleva salire in macchina perché certamente pensava che sarebbe andato nel box nel bagagliaio del pulmino. Invece lo abbiamo messo accanto a noi. Ora sale ben volentieri e, anche se non si potrebbe, sta ben felice e attento, sul bracciolo tra me e mia moglie. Lui è felicissimo, noi di più. Cristina,l’allevatrice ha detto le stesse cose di Dani. Grande dolore nel darmi Ettore, prova questa he la scelta dolorosa per lei era la migliore per Ettore. Brava lei, che ha saputo vi cere il proprio egoismo e me lo ha dato! Fortunato Ettore che anche ora è sulle mie ginocchia, ad avere un allenatrice che lo ha amato così tanto da sacrificarsi per il suo bene. Grazie a lei, la mia storia con Ettore è di nuovo cominciata.

  10. 1. Anche il cucciolo ha un dispiacere, immagino, quando lo si allontana dal suo ambiente. E pure il cane del canile, che si è affezionato ai volontari.
    Ma a parte casi sporadici di “cane di un solo padrone” normalmente accettano abbastanza bene il passaggio, se vanno a stare bene.
    2. sulla crescita interiore dell’allevatore non mi pronuncio… ciascuno ha il diritto di crescere interiormente come crede (immagino che gli allevatori si confrontino spesso con la malattia e la morte dei loro cani: non si muore solo da vecchi).
    3. il sovraffollamento non è perché i vani si riprodurrebbero senza controllo (che idea) ma perché se l’allevatore fa le cose per bene, ogni cane fertile che ha ne avrebbe almeno un’altro (o altri due) non fertile.
    Che è un costo e un impegno che potrebbe invece dedicare agli altri cani.

    Quanto al tenere pochi cani… che dire: per alcuni andrà anche bene così, ma per chi ci deve mantenere la famiglia forse ci vuole un certo numero di cani:
    Quello che io, da sciuramaria ignorantissima non capisco, è perché tutti i lavori si presume che debbano essere giustamente retribuiti, mentre se uno alleva cani deve far voto di povertà…

  11. Non sono d’accordo con questo “meccanismo”.
    1) perché un animale adulto, abituato a vivere PER ANNI con quello stesso proprietario e in quello stesso ambiente, verrà improvvisamente allontanato senza che ne capisca il motivo: meccanismo NON utile per lui, perché provoca inevitabilmente un dolore e un trauma: anche se con certi allevatori non c’è stato un rapporto in simbiosi, per l’animale QUELLO è il suo padrone!
    2) in questo modo, l’allevatore non avrà mai l’onore e il dovere di accompagnare i suoi animali fino alla fine della vita, dal momento che non saprà mai cosa significa accudire, curare e dire addio ad un animale. Facendoli adottare, terrà per sé solo i soggetti giovani: meccanismo NON utile per la crescita interiore dell’allevatore, perché la vita con un animale va vissuta fino in fondo e in tutti i suoi aspetti non solo quelli positivi. Solo i bimbi piccoli vengono preservati dalle brutture della vita: “dove è andato Fuffy, mamma?” risposta: “al mare!” (per non dire che è morto…)
    3) sovraffollamento nell’allevamento se si tenessero tutti gli animali fino alla fine dei loro giorni? Basta tenere pochi soggetti fin dall’inizio, e meglio ancora, sterilizzare i soggetti non più idonei alla riproduzione: solo una minoranza di allevatori è favorevole a tale pratica, se non (forse), per gravi motivi di salute.

    • Cara Anna, io sto a metà strada, nel senso che non sono mai riuscita a separarmi dai miei cani, non solo dai “pensionati” ma neanche da quelli che per un motivo o per l’altro, dopo che avevo deciso di tenerli, non si rivelavano all’altezza delle aspettative (in senso cinotecnico, intendo: perché dal punto di vista affettivo NESSUN cane tradisce le aspettative).
      Però, se dovessi ricominciare ad allevare, credo che invece lo farei eccome: perché tenere tutti a tutti i costi è una scelta più egoistica che altruistica. Me ne sono resa conto quando mi sono trovata dall’altra parte della barricata, adottando io un “pensionato” di allevamento altrui. Non ha sofferto affatto (se non forse per i primi 2-3 giorni), ma è diventato la mia ombra, mi ha dato tutto il cuore e si è indiscutibilmente preso il mio.
      Quella del padrone “unico e per sempre” – se non forse per alcuni soggetti, che comunque devono aver stretto un rapporto fortissimo con il loro umano…e questo succede raramente quando i cani sono molti – è più una leggenda metropolitana che altro. Di cani “riadottati”, oltre a quello che ho preso io, ne conosco moltissimi, tutti felici come pasque. Al cane interessa trovare una situazione sicura e tranquilla, un bel rapporto di “branco”, una guida da seguire: e contrariamente a quanto narrano le leggende, temo che di “chi” sia questa figura gli importi relativamente poco.
      Sul punto 2) ti dò pienamente ragione: è uno dei motivi per cui mi sono sempre voluta occupare dei miei cani fino all’ultimo giorno.
      Però, ancora una volta…mi chiedo cosa abbia voluto in cambio e se non sia stata, anche questa, una scelta egoistica.
      I miei cani (che erano tanti anche se ero partita non con pochi, ma con “pochissimi”: DUE! Però, tieni oggi e tieni domani… in 25 anni sono diventati 20 cani. E per quanto cerchi di dedicare il massimo ad ognuno di loro, non puoi umanamente seguire 20 cani come ne seguiresti uno. Non esiste al mondo. Forse si può fare con i cani di piccolissima taglia, perché quelli magari puoi anche tenerteli tutti in casa…ma io, per esempio, allevavo siberian husky. Te li vedi 20 husky in casa? Senza contare che non andavano neanche tutti d’accordissimo tra loro, quindi anche a volersi proprio “impilare” sarebbe stato impossibile.
      Insomma: per quanto io vivessi con loro, giocassi con loro, coccolassi TUTTI loro nello stesso modo, mi sono sempre resa conto di non poter dare loro lo stesso tipo di rapporto che si dà al “cane unico”. L’ho sempre considerato un effetto collaterale sgradito del lavoro gradito che invece avevo scelto di fare, ovvero selezionare cucciolo sani, tipici e in grado di rendere felici tante famiglie.
      Però, ripeto: oggi come oggi, se dovessi ricominciare daccapo, mi porrei sicuramente il problema. Non dico che “riuscirei” a staccarmi dai miei cani: non lo so, forse al momento giusto mi ritroverei punto e a capo, perché quando un cane è “mio” io tendo a considerarlo “mio” per sempre.
      Però…alla fine di tutta la mia storia c’è pur sempre il fatto che ho dovuto smettere di allevare per cause di forza maggiore (mia madre si era rotta la schiena e non potevo più farla vivere in mezzo a un bosco, purtroppo), e i miei cani ho dovuto darli via tutti in un colpo: io mi ci son fatta venire l’esaurimento, ma loro…sì, certo, quando mi rivedevano mi facevano un sacco di feste. Ma poi se ne andavano felici e sereni dai nuovi umani. E devo dirti che vederli così è stata la cosa che, alla fine, mi ha aiutato a rassegnarmi alla loro perdita.

      • Concordo pienamente con Valeria e vorrei portare anche la mia esperienza. Io ho adottato due ex fattrici provenienti dall’allevamento da cui avevo già acquistato un soggetto e confermo che le cagnoline si sono affezionate a noi subito e si sono adattate in poco tempo al nuovo ambiente. Non è affatto facile per un allevatore (con la A maiuscola, s’intende) separarsi dai suoi cani e il nostro, se non aveva le lacrime agli occhi quando ci ha dato le cagnoline, poco ci mancava. E poi, mica tutti i cani non più in riproduzione vengono ceduti. Mi confermava l’allevatore che lui cede solo i soggetti che ritiene stiano meglio in famiglia (una delle mie, per esempi, adora stare in braccio, e in allevameno questo non era sempre possibile!). Quelli dal carattere più indipendente, che non hanno una necessità così impellente di “famiglia”, li tiene. E non dimentichiamo che i cani anziani hanno bisogno di molte attenzioni e molte cure. Una delle mie, che adesso ha più di 11 anni, ha molti acciacchi e prende tante medicine (costose), deve mettere un collirio 4 volte al giorno, deve mangiare un cibo speciale ecc…..Come fa un allevatore ad occuparsi in questo modo dei soggetti anziani, se invece di 3 o 4 ne ha 10 o 15? Per quanto riguarda poi il numero dei soggetti, beh, mica tutte le razze sono uguali. Se hai una razza che fa pochi cuccioli, spesso con parto cesareo, che ha un’alta mortalità infantile, è un po’ difficile tirar fuori uno stipendio con 4 o 5 soggetti, no?
        Comunque la soddisfazione più grande è stata quella di aver riportato le cagnoline in pensione per 1 settimana dall’allevatore, e, quando siamo andate a riprenderle, averle viste tutte contente saltare in macchina per tornare a casa con noi!!

        • appunto, per te ovviamente è una soddistazione. Per quell’allevatore invece dev’essere motivo di vergona e di riflessione su quello che sta facendo….
          chissà che cosa faranno i figli dell’allevatore quando questi avrà piu’ di ottant’anni e avrà bisogno di cure..
          ma è meglio che finisca il discorso che tanto non ci capiamo. Siamo su due lunghezze d’onda diverse. Tirare fuori uno stipendio… bah..
          per me il cane rimane un animale d’affezione… o di utilità. Non un animale da reddito. Se ne fai un animale da reddito non ne fai un animale felice. Ci sono aspetti organizzativi che non rendono la cosa possibile.

          • denis, se ne fa un ‘reddito’ dal momento che una persona è disposta a spender dei soldi per un cane, però vuole – giustissimamente – il cane sano e certificato,. il ‘sano&certificato’ non è certo gratis per chi lo alleva, e sai benissimo quanti soldi si smenano per controlli and co,!! inoltre, se vuoi seguire bene i cani, e non ne hai tre, ti serve tutto un ambaradan (a partire dal canile, i permessi, le fogne, gli scarichi, la saletta veterinaria and co) anche questi NON gratis. Ed infine, sempre se di cani ne hai + di qualcuno, e magari non mignon, questi cani vanno seguiti e quindi che lavoro fai? part time da dipendente, al massimo! e il resto del reddito, dal momento che tu mangi, la figlia mangia, le bollette le paghi, ti vesti e hai l’assicurazione da pagare, e pure!! i tuoi cani mangiano, han bisogno di cure etc, sto piffero di reddito da dove lo tiri fuori? se hai la famiglia ricca, se sei ricco di tuo, puoi anche fare il benefattore cinofilo e accollarti tutti i costi, avere l’uomo di canile che ti pulisce i box mentre tu ti spupazzi i cani.. e va bene, fortunato te.. ma tutti gli altri? .. ora, va bene tutto, ma per favore scendiamo anche con i piedi per terra 🙂

      • Forse non vi rendete conto che, involontariamente, state dando una cattiva idea a privati malintenzionati!
        Mi spiego: un privato senza scrupoli, che vuole evitare di “bere il calice amaro” della vecchiaia e lutto del proprio animale, oppure che vuol fare un po’ di soldini, dopo queste letture, ha finalmente la “chiave di volta” che cercava!
        Basta che, non appena il proprio animale arriva verso la mezza età cosa fa? Lo “offre sulla piazza”, magari per pochi denari… Eh si, perché da questa lettura, ha scoperto che esistono persone disposte a prendere un cane adulto o senior, purché di razza e a poco prezzo… (perché magari amanti della razza ma nell’impossibilità economica di acquistare un cucciolo ben più costoso).
        E così che fa il privato senza scrupoli? Cede il proprio cane e lui, che invece le possibilità le ha, si ricompra un cucciolo! E via così… in questo modo, avrà sempre cuccioli e cani giovani, MAI cani adulti e vecchi e tutto sommato, ci scappa anche qualche soldino! Che genialata, che idea furba!
        Io stessa tempo fa, fui contattata da individui che volevano che gli cedessi un mio cane… e gli piaceva proprio quello più “vecchio”! Se fossi stato il privato di cui sopra, avrei colto l’occasione al volo: se lo possono fare gli allevatori, non vedo perché non dovrebbe essere lecito anche per un privato! La legge è uguale per tutti, credo…
        Ma io sono solo un’animalista e anche ora, da disoccupata, per me gli animali son come figli… e i figli, “so piezz e core”… <3
        Voi vi sognereste mai di cedere i vostri figli, solo perché non sono più dei bimbi coccolosi, ma magari, degli adulti che vi danno un sacco di problemi? Oppure li dareste in adozione, solo perché avete problemi economici o di salute? La risposta è ovvia: no!
        Ecco, allo stesso modo per me è ovvio applicare lo stesso ragionamento sugli animali…
        In conclusione e senza polemiche, questo è quello che si evince da queste letture e non so se è stato valutato anche questo pericoloso aspetto che io ne ho dedotto: se c’ho pensato io, ci possono arrivare anche altri privati con strane idee in testa… in questi tempi di crisi poi, per chi non ha scrupoli, anche guadagnare una “cifra simbolica” può essere un affare… :-O
        @ Denis: condivido il tuo pensiero…

        • Anna, ma che idea hai dei “privati”? Nessun privato darebbe via il proprio cane “usato” se ha un buon rapporto con lui. Se invece il cane è un insopportabile rompiscatole e il suo umano non ha la capacità di rimediare ai danni che ha fatto, non aspetta certo la vecchiaia per cercare di piazzarlo altrove…
          Senza contare che un cane di 7 anni (per non parlare di un gatto) non sarà più adatto alla riproduzione, ma se è sostanzialmente sano (e dovrebbe esserlo, se è stato fatto riprodurre fino a ieri) è ancora in gran forma come animale da compagnia.

          • Io infatti ho fatto un “distinguo” e ho detto: “un privato SENZA scrupoli…”, non ho detto che TUTTI i privati si comportano così!
            Così come esistono privati scrupolosi, per cui i loro cani/gatti “so piezz e core”, così esistono anche privati senza scrupoli che tengono i cani di razza non per Amore, ma per “status quo”… per moda… e certo non “fa moda”, portare a spasso un cane anziano e malmesso, piuttosto che un cane nel vigore degli anni!
            e qui gli si da una “bella” idea a mio giudizio, per avere solo il “meglio” del cane… (parere personale, e penso che posso esprimere, con il dovuto garbo, il mio giudizio, così come tu e gli altri esprimete il vostro)….

            Del resto, a che pro affezionarsi ad un cane che gli interessa più che altro “… trovare una situazione sicura e tranquilla, un bel rapporto di “branco”, una guida da seguire a PRESCINDERE da “chi” ricopri questa figura?! Come a dire: “basta che se magna e se dorma e mi trattano bene, poi chi sia sia, chissene”!!
            Ci credo che in questo senso, NON si possa stringere un rapporto fortissimo con il proprio animale: voi amereste con tutta l’anima e il cuore, un essere vivente che “… voi o un altro è uguale… basta che respira!” ?
            Per me il cane è un essere senziente dotato di sentimenti, non un essere che sta bene con chiunque lo tratti bene, anche se cambia 100 padroni diversi…

            Come è anche vero che NON tutti gli allevatori usano il “meccanismo” di cui si parlava…
            Tutti gli Allevatori che conosco (per fortuna) hanno più spese che altro, perché fanno gli Allevatori per “hobby e per passione”, NON per mantenerci la famiglia (per questo, hanno un’altra attività)… quindi alla fine, il loro è un “doppio” lavoro, inteso come dispendio di fatica e di energie, ma lo fanno per Amore, più che per guadagno: invece magari che fare altro, la domenica se ne vanno alle Esposizioni con i loro cani, oppure si mettono a studiare Genetica…
            Tengono TUTTI i loro animali, sterilizzano quando c’è bisogno, e fanno poche cucciolate all’anno (al massimo due)… di conseguenza sono Allevatori Amatoriali… non seriali.
            Infatti, si… per dedicarsi all’Allevamento SOLO per Passione, tocca partire da una buona base economica: non ha caso, fin da quando è nata la Cinofilia, la selezione dei cani di razza era una attività riservata ai nobili e ai benestanti… non certo al popolo, che aveva ben altro da pensare…
            E forse era meglio così (parere personale), per il Bene della Cinofilia intesa nel senso Puro e Altruistico del termine… quando c’era questa “selezione naturale” tra le classi sociali, visto che tali nobili e benestanti, selezionavano soggetti davvero per Passione, non per il bisogno di guadagnarci su qualcosa e non c’era questa “overdose” di allevatori o presunti tali…
            Sicuramente, coltivando solo l’aspetto della Cinofilia, intesa come Passione, studio, Benessere e Cura del Cane, sarebbe meglio essere “ricchi di famiglia” come dici tu…
            Saprai e saprete meglio di me, che esiste il Codice Etico dell’Allevatore, che QUALUNQUE allevatore DEVE firmare sempre al momento dell’affiliazione all’Enci. E soprattutto DEVE rispettarlo. Chiunque non rispetti tali norme NON può essere definito un “ALLEVATORE”… ma un “commerciante di cani”, e non lo dico io, ma lo deduco dalla lettura del “Codice Etico” stesso.
            Credo che per giudicare un allevamento bisognerebbe valutare innanzitutto le “creazioni” (scusate il termine) di tale allevamento, e pertanto i cani stessi, indubbiamente molto più che la “forma” dell’allevamento.
            Ecco, forse esistono due scuole di pensiero, quelli che badano più alla forma e quelli che badano più ai contenuti… (un po’ come accadeva ai tempi in cui ci facevano fare i temi… non sempre la sufficienza era garantita solo grazie alla forma od ai contenuti) e, personalmente, ritengo che la scelta migliore sia puntare nel mezzo!
            Sicuramente Allevando con Amore e Passione NON si riesce a far tanti soldi, se ne spendono tantissimi e si fa fatica a “sopravvivere”. Allevatore “Amatoriale” non significa fregarsene delle “regole”, Allevatore “professionale” non significa fregarsene della Passione… credo che generalizzare e “catalogare” sia del tutto sbagliato… ma credo anche che il DIALOGO sia fondamentale per chi vuole rendere partecipi gli altri delle proprie ragioni.

          • Anna secondo me (e non solo “me”) il cane, l’uomo, il gatto e chissà quanti altri animali che conosco meno bene, hanno giustamente una certa dose di adattabilità, anche su base opportunista (cogliere le opportunità).
            E il dispiacere di lasciare una situazione sociale/ambientale/affettiva è ampiamente compensato se la sistemazione successiva si rivela migliore (non c’è cura migliore per il dispiacere di aver perso un fidanzato che trovarne presto un altro con cui facciamo cose più divertenti).

            Il cane, poi, in questo, è più fortunato di noi perché non rimugina il passato e appena si è creato nuove abitudini può essere felice come una pasqua nella sua nuova sistemazione.

            La fedeltà del cane è lealtà, non morboso attaccamento (come succede a volte a noi umani).
            In tutta sincerità credo che soffra più l’allevatore del cane a separarsene.

            Quanto al riservare l’allevamento a chi trae il suo reddito da altro… non sono d’accordo. Capisco ciò che vuoi dire, ma non lo condivido. Oltre ad amare i cani amo anche i miei cospecifici e trovo giusto che, se uno fa le cose per bene, possa aspettarsi di vivere grazie al lavoro che fa con i cani (o i gatti).

            Quanto al cane (gatto) status symbol… mah… ho in mente dozzine di status symbol altrettanto costosi, molto meno impegnativi e più evidenti. Magari uno si sbaglia a scegliere la razza, guarda solo l’estetica (o le dichiarazioni d’amore per la razza dell’allevatore) e poi si pente amaramente, ma in questo caso appena si libera del suo incauto acquisto correrà a comprarsi una borsa, invece che un “cane nuovo”.

            A noi sciuremarie ci piacciono i bei cani? Certo che sì. A tutti piacciono più le cose belle delle cose brutte. Ma l’idea che lo si tratti come un accessorio è irreale. Può essere magari acquistato inconsapevolmente in quest’ottica, ma dopo due mesi che hai un cane (qualunque cane) ti rendi subito conto che è l’accessorio più scomodo che si possa immaginare (peggio di un paio di scarpe di due numeri troppo piccole). Non succede certo che quando ha una certa età ti venga in mente di vendere l’usato per comprare il nuovo. Di solito finisce che appena non è più cucciolo glielo ammolli alla mamma o al papà (che magari è un omone grande e grosso che sognava un “lupo alto così” e gli tocca andare in giro col carlino o col chihuahua)

        • Anna, io credo che i privati senza scrupoli non hanno bisogno di leggersi questo articolo per farsi venire tali idee perchè ci pensano già da soli a liberarsi dei propri cani/gatti quando si stancano di loro o perchè troppo vecchi, o perchè malati o perchè non li posso più far riprodurre.. se così non fosse non si definirebbero privati senza scrupoli.. Anzi, forse meglio che prendano spunto da qui e cerchino persone che se ne prendano cura piuttosto che li facciano fuori o li abbandonino!!

          • @Monica: si, ok… di delinquenti che compiono abusi sugli animali è pieno il mondo…
            ma “Ti presento il Cane” non dovrebbe dare “dritte” a chi vuole risolvere il problema in modo facile e veloce…
            Credo che non bisogna incoraggiare e dare idee in questo senso, piuttosto ribadire il concetto che quando si prende con sé uno o più animali, si deve essere consapevoli che essi si moltiplicheranno (a meno che non li si sterilizzi) e quindi regolarsi di conseguenza PRIMA, e non rimediare DOPO con l’escamotage di cedere gli adulti/senior! è pur sempre una forma di abbandono, seppur in altra forma…
            Ecco perché mi ritengo fortunata ad avere degli Amici Allevatori che NON praticano il “meccanismo” di cui si parla nell’articolo…

          • Non so se il mio commento viene inserito nel posto giusto perchè non c’è il tasto rispondi nel commento a cui voglio rispondere.. cmq è per Anna.. Prova fare un giro sui siti internet e guarda quanti privati cedono i loro cani per un motivo e per un’altro.. secondo me veramente chi ha intenzione di cedere il proprio animale non ha bisogno di dritte o incoraggiamenti, lo fa già!
            E sinceramente non lo trovo nemmeno un modo così semplice e veloce come lo ritieni tu.. Anche su face ci sono pagine dedicate ai rescue di vare razze ma non mi sembra che i cani vengano adottati con così tanta facilità e velocià.. e non è che il motivo sia perchè le persone non vogliono il cane della persona che lo cede per mancanza di tempo, spazio, nascita del figlio, trasferimento ecc, ma vogliono quello dell’allevatore a fine carriera riproduttiva.. o sbaglio?

        • @Anna:

          il tuo ragionamento secondo me non sta in piedi: si parlava di allevatori SERI (NON CAGNARI) che x il bene del cane accettano di separarsene anche gratis quando esso non è + da riproduzione e SOLO SE trovano la famiglia ideale x lui/lei (e che si terranno in contatto con tale famiglia negli anni futuri).. Io ho una pitbulla (ovvero un cane che comunemente è considerato un pitbull ma che non è un vero American Pitbull terrier ADBA con pedigree USA, ma un pitbull/simil-pitbull preso da una cucciolata casalinga di cui conoscevo entrambi genitori e che ho potuto seguire sin dalla gravidanza parto ecc) che ha 8 anni e spero ne viva altri 8, ma come prossimo cane mi piacerebbe avere un autentico pitbull ADBA che venga da un allevamento molto serio e che quindi sia non solo “pitbull al 99%”, ma al 100% pitbull di carattere e di aspetto…però non avendo molti soldi e sapendo che un allevatore serio ha in riproduzione cani sani e tipici fisicamente e caratterialmente che sono stati ben socializzati ed educati ecc, credo che opterò x cercare di farmi dare un riproduttore in pensione che abbia un carattere adatto a me (e un buon allevatore saprà consigliarmi il cane + adatto alle mie esigenze, al mio carattere e alla mia esperienza)…mentre purtroppo se andassi in canile potrei si avere “culo” e trovare un altro “similpitbull” anche di buon carattere e sano, oppure potrei trovare un cane che sembra quello giusto, ma poi si rivela non ideale (non è che lo porterei indietro, anzi se il mio cane ha bisogno di qualcosa e non ho i soldi piuttosto chiedo l’elemosina o vado a battere ma di certo non ignoro il problema e non do via il cane, idem x le spese veterinarie che in cani con erti problemi possono essere ingenti e costanti, ma preferirei vivamente avere un cane senza problemi caratteriali o di salute visto che comunque già la gestione di un pitbull non è semplicissima in strade affollate di cani spesso aggressivi e non sempre al guinzaglio), o potrei trovare uno di quei muri di gomma x cui il canile fa mille problemi x affidare un cane a chi abita da solo e non ha giardino o di affidare un pitbull ad una ragazza di 50kg nonostante il mio cane sia un cane piuttosto impegnativo e io non abbia mai avuto problemi veri (chè è adorabile, ma caratterialmente ha i lati negativi del pitbull + alcuni lati negativi di un cane da difesa + un altissimo impulso predatorio, quindi è un animale abbastanza tosto che va saputo gestire pur essendo buonissima e incapace anche solo di pensare di farmi del male), o potrei prendere un bullo in cerca di casa da annunci vari e trovarmi anche in questo caso con un cane con problemi caratteriali e/o fisici non dichiarati e imprevedibili.
          Idem con gli annunci di privato di cui tu parlavi in cui un privato da via o vende un cane non + giovanissimo: non mi fiderei soprattutto li visto che non avrei modo di sapere se il cane è veramente sano e tipico anche caratterialmente e non avrei alcuna certezza sulla provenienza di tale cane (x prendere un cane preso da cucciolo da un cagnaro, x di + adulto, meglio il canile)…poi dubito che la gente possa pensare di vendere i propri cani di razza anzianotti perchè ha preso spunto dall’articolo su questo blog: certa gente mica legge questo blog e di gente che cerca di regalare o perfino vendere cani di razza o simil razza con o senza pedigree e al 99% di provenienza cagnara ne esiste già molta da molto tempo e chi compra tali cani è pari a chi compra il cucciolo di razza nel mnegizietto sotto casa ma senza pedigree x “risparmiare”..

          Annunci di privati che vogliono dar via o vendere un cane di razza (o pseudo-razza) non + giovane o cagnari che danno veramente via cani di simil razza troppo vecchi x la riproduzione NON SONO PARAGONABILI ad un buon allevatore che regala o da via x pochi spicci un cane non + in riproduzione, come il cucciolo di “pechinese” senza pedigree del negozietto sotto casa e che viene dall’EST e ha le zampe storte e non respira e ha genitori ignoti forse malati non si sa se di razza, non è paragonabile ad un cucciolo di pechinese preso in un allevamento serio e figlio di cani di ottima genealogia sani e tipici anche di carattere e testati x le principali malattie di razza.

          Mentre se io prendo un cane adulto a fine carriera da un BUON ALLEVAMENTO, saprò che se c’è qualche problema fisico o caratteriale (un cane può essere dismesso dalla riproduzione sia x età sia perchè si scopre che ha qualche problema fisico o perchè è portatore di un gene recessivo non voluto, o perchè non produce figli all’altezza ecc) esso mi verrà menzionato subito e si valuterà con l’allevatore se è il caso che io prenda il cane (soprattutto x il bene dell’animale); la storia e la genealogia di quel cane saranno certe, il carattere conosciuto, sarà stato ben socializzato e cresciuto nel modo migliore ecc..ed è IN QUESTO che un cane di razza (allevato da VERI ALLEVATORI) si differenzia veramente da un meticcio o da un cane di “simil-razza” (ed è questo il motivo x cui pensavo che il mio prossimo cane sarà un riproduttore a fine carriera di un buon allevamento).

      • Di certo un cane può riabituarsi con un nuovo padrone,ma il suo padrone orginario dovrebbe volerlo tenere con sè per tutta la vita. Non capisco quegli allevatori,anche i piu seri,che danno via i propri cani perchè non piu adatti alla riproduzione. La mia Passione non può andare contro l'”oggetto” della passione stessa: è un PARADOSSO! Un conto è dare via il cane per dei problemi personali,un conto perchè sennò poi comincio ad avere troppi cani e non riesco piu a continuare l’allevamento.
        Meglio pochi cani,di cui pochi in riproduzione,e quindi un piccolo allevamento,ma tenerseli tutti stretti!

        • bhe, Puppyrex, allora come la mettiamo con i cani dei canili? anche loro un padrone lo avevano, poi si sono ritrovati con i volontari in canile che sono, per il cane, una figura sovrapponibile a quella dell’allevatore, e poi si trovano ancora un’altra persona di riferimento quando vanno a stare in famiglia.
          ora non fate l’obiezione “ma in canile sono tantissimi” pensando ai canili lagher: esistono tante bellissime realtà con un numero di cani e un numero di volontari tali da poterli seguire nel modo + opportuno: escono tutti, sono coccolati e curati. come in un allevamento di dimensioni mediopiccole..
          quei cani hanno il sacrosanto diritto di trovare una famiglia da ‘figli unici’ e invece un cane di razza no? .. cos’è questo, razzismo al contrario?

          • @dani,
            ma nessuno sta dicendo che l’allevatore deve tenere cinquanta cani per curarli e coccolarli a turno e fargli vivere una vita “da canile”. Si sta dicendo che allora *non dovrebbe tenere cinquana cani*. Punto. Dovrebbe tenere il numero normale che riesce a gestire facendoli sentire parte di una famiglia. Siano venti, dieci, cinque, quattro… due. Basta che possano che non siano dei carcerati a cui si dà l’ora d’aria.
            I cani dei canili non ce li hanno messi i volontari di proposito. Li hanno accolti per toglierli da situazioni peggiori e appunto, malgrado le cure le coccle e le uscite, i volontari capiscono che tutto questo non basta… anzi la cosa piu’ importante per un cane è il legame con l’uomo e qualsiasi cane preferirebbe vivere in un locale non a norma, senza l’impianto idraulico, dormendo in una cuccia ricavata in un mobile vecchio ma in compagnia umana che non messo nel piu’ bello e a norma dei box d’allevamento. O di canile. Che adesso sono uguali. Magie della globalizzazione.
            Quindi… ovviamente se un allevatore si ritrova a gestire una situazione paragonabile a quella di un canile… beh, certo che fa bene a collocare i cani… che come testimoniano anche i racconti sentiti qui stanno meglio in famiglia che in box. Ma arrivare a questo punto per me è un errore. Una negligenza da parte dell’allevatore…non deve essere la norma.
            Non voglio fare il processo a nessuno, non a te che so benissimo che non ti trovi in una situazione simile, ma nemmeno a chi ci è veramente.
            Guarda… ci potrei essere anch’io eh. Perché sono un essere umano e sbaglio anch’io, ma rimarrebbe un errore.. Avrei potuto finire cosi’ anch’io, lo dico in tutta sincertità.
            Ho avuto genitori che mi hanno sempre frenato moltissimo nella mia passione cinofila (per fortuna non impedito ma, frenato si… ). Mio padre è sempre stato molto poco propenso al rischio, con il mito del lavoro “sicuro”, magari *in banca* visto che ero bravo a scuola… come tanti altri. E io a mia volta non certo il ragazzo ribelle, ma molto influenzabile e bisognoso di incoraggiamenti… se no non partivo a far niente.
            Se a quattordici anni avessi avuto un padre che mi avesse detto “ma tu che hai questa gran passione per i cani…. ma perchè non ci prendiamo un terreno in aperta campagna, una casa vecchia da contadini che la prendiamo per poco, ci facciamo un paio di recinti, poi magari chiedi al vicino se ti prende con lui a lavorare al campo addestramento alla sera… io ti giuro che avrei smesso di studiare, mi sarei lanciato con l’incoscienza dell’adolescente, mi sarei indeibiato, mi sarei, incasinato come è successo a tanti, mi sarebbero capitati i cani invenduti, le previsioni sbagliate, gli errori…. e avrei sbagliato. Ma penso che col tempo sarei reso comunque conto dei miei errori… e se fossi mai arrivato a rendermi conto di avere ormai cani che vedevo come un impegno, che stavano tutto il giorno in recinto per essere accuditi come animali da reddito e che sarebbero stati piu’ felici altrove… se avessi visto i cani che erano stati miei per anni fare le feste a un nuovo proprietario che me li lascia in gestione per una settimana, lo avrei vissuto come un parziale fallimento. Mi sarei messo in discussione e sarei giunto alle conclusioni a cui giungo ora vedendolo dall’esterno. Anch’io avrei fatto forse le scelte del “cosi’ fan tutti”… Ma è tempo di rendersi conto che quello che fanno tutti non è la cosa piu’ giusta. Soprattutto avendo anche il confronto con le realtà estere nordeuropee dove si lavora diversamente in modo altrettanto (anzi piu’) efficiente e piu’ compatibile con il benessere canino.

    • Ahimè, io solo per aver letto l’articolo sto piangendo come una fontana. Anch’io ho dovuto dar via cani adulti, maschi e femmine, perché andare in ospedale ed affidarli ad estranei ha significato una telefonata che mi avvertiva che erano stati rapiti( forse proprio da coloro che li accudivano). Riscatto (denuncia = trovarsi i cani impiccati al cancello del giardino), prestito, debito, trovarsi senza un soldo per nutrirli tutti.
      Li ho dati ad amici e per anni ho telefonato per sapere che stavano bene. Ho dovuto affidare un Topermann di 9 anni, per salvarlo dai miei maschi terribili ed ora sta meglio che con me. Tutti loro ora sono cani unici e felici e se non fosse così, una maledizione terribile penderebbe sul capo di chi mi ha mentito.
      ma quando faccio l’appello, ogni sera, o leggo i loro nomi sulle scodelle, nomi incisi da me, che non vanno via col sapone, piango come se fosse successo ieri, o stamani.
      Ma io piango anche quando vendo un cucciolo, anche quando il mio compagno porta fuori uno dei MIEI cani, anche se dopo pochi passi li riporta, perchè non mi lasciano certo per lui!

    • anch’io sono perfettamente in sintonia con te. Il mio modo di concepire l’allevamento è completamente diverso anche se ormai nel nostro paese le cose hanno preso un’altra strada.
      Per me, tra gli appassionati di una razza, quelli che arrivano a decidere di allevare dovrebbe essere quelli piu’ appassionati, motivati, competenti e intenditori e amanti…. piu’ di ogni altro appassionato. E quindi la logica dovrebbe essere che in nessun’altra casa ci sia piu’ competenza, amore e benessere… Se uno arriva a pensare a collocare altrove perché altrove starebbero meglio…. secondo me dovrebbe anche un briciolo di vergogna a chiamarsi allevatore. L’Allevatore dovrebbe essere un esempio e un riferimento per gli altri.. io se allevassi vorrei seguire *tutti* i miei cani, tutti ugualmente importanti perché hanno costituito un pezzo della storia di quel che ho costruito, dando loro ciò di cui hanno bisogno in ogni singola fase della loro vita.
      Poi io non sono certo l’assetato di giustizia… non faccio parte della folla forcaiola che vorrebbe mettere alla gogna questo o quell’altro.
      E arrivo a dire che in qualch caso “ci può anche stare” che una persona (allevatore, ma anche semplice proprietario) arrivi a ritenere piu’ trovare una famglia piu’ idonea ai propri animali. Questo di fronte alle “sfighe” della vita. Uno si ammala, ha dei problemi di famiglia, perde il lavoro, fa un investimento sbagliato e si ritrova senza soldi e deve vendere la casa, la moglie scappa con l’idraulico e lo lascia con tre figli da crescere… quello che vuoi. Posso capire. E in casi simili sarei in prima linea a cercare di aiutare e collocare piu’ cani possibile… ma lo concepisco se si tratta di una disgrazia… un imprevisto… un errore. Non posso invece concepire che lo si proponga come una cosa “normale” che fanno tutti.
      Il nostro sistema consumistico ormai ci ha portato sulla strada dove l’allevamento è un businesse. E ormai il pensiero comune è quello che allevatore sia sinonimo di “allevamento”. Un mestiere. Una cosa strutturata, venti, quaranta cento cani. Si pensi invece che persinio la tanto bistrattata Enci quando ha stabilito le regole per i propri soci e ha redatto lo statuto, ha previsto che potesse far richiesta di diventare allevatore chi aveva DUE (DUE!!) femmine e avesse prodotto due cucciolate + un minimo di requisiti a livello espositivo eccetera eccetera. Due. Questo in tempi in cui nessuno si sognava di fare un business allevando cani e quando gli allevatori di cani di razza erano davvero i pochi veri appassionati… quelli che vedevano oltre, che avevano veramente una cultura cinofila superiore alla media. E i loro cani facevano i cani. Non erano solo macchine da riproduzione, ma veri compagni dell’uomo. Utilizzati per il lavoro per cui li si selezionava.
      Oggi un individuo simile sarebbe declassato a “privato”… uno che fa una cuccioalta ogni tanto, quindi non ha esperienza e non ne sa niente.
      Anche questa, assieme a tante altre è una cosa che mi ha allontanato parecchio dalla cinofilia ufficiale odierana e dal mondo deglia allevatori. Come potenziale proprietario invece… certo pure io sarei felice di poter dare una vita piu’ felice a un cane dismesso da un allevamento. Però vorrei che di questi cani non se ne trovasse, esattamente come vorrei che non ci fossero piu’ cani abbandonati. Dal momento che ci sono… non si può invitare a non prenderli. Ma la cosa mi fa rabbia e tristezza. Io la penso cosi’.

      • Però Denis, in questo modo, o i cuccioli hanno costi stratosferici o l’allevamento è riservato a gente ricca di famiglia…

        • Ma no. Se li vendi a un prezzo onesto le spese te le ripaghi… è riservato a gente che ha passione che si vuole lanciare in un avventura e a cui non pesa occuparsi dei cani nel tempo libero, anziché considerare tempo di lavoro quello che passa con i cani.

          • siam sempre li Denis: se di cani ne hai 2 o tre, di piccola taglia, ti vivono in casa, vanno d’accordo, te li porti ovunque, puoi dedicargli il tempo libero. ma quando i cani sono già solo 5 o 6, non vanno d’accordo (e ci sono decine di razze dove è così) devi farli girare a turno, magari portarli anche al campo xkè la razza chiede le prove di selezione/lavoro per la selezione, non puoi tenerli insieme, quando ci sono i cuccioli devi seguire per almeno 15-20 giorni la cagna 24oresu24 etc, il tempo libero – quando c’è – è quello che ti rimane dopo aver dedicato la giornata ai cani.. 😉 su denis, non puoi pensare al solo allevamento di 2 bolognesi in casa 😀

    • Anna, quello che scrivi è – emozionalmente parlando – bellissimo, ma non è realistico e cozza profondamente con la realtà della vita di chi alleva. chiederò alla ns redattrice di scriverci un articolo in proposito, con la ‘giornata tipo ‘ di un allevatore, e poi mi dite dov’è tutto questo tempo da trascorrere con i cani, quando sono + di tre o 4… 😉

      • Grazie dani per l’apprezzamento a ciò che ho scritto…
        “… chiederò alla ns. redattrice di scriverci un articolo in proposito, con la ‘giornata tipo’ di un allevatore, e poi mi dite dov’è tutto questo tempo da trascorre con i cani…” …
        Già fatto… già so… :
        “… Come già spiegato, la cinofilia, quella vera, difficilmente può rappresentare una fonte di guadagno, ed è per questo che è sempre bene diffidare da chi si arricchisce attraverso il commercio di animali domestici…” da:
        http://www.cinomania.net/all/64-allevare-o-non-allevare.html

        • allora nn mi sono spiegata affatto se mi rispondi con un ‘arricchirsi’. chi ha parlato di arricchirsi? qui si parla di un lavoro, onesto, faticoso ed incredibil,ente appassionante e coinvolgente, che alla fine del mese – e facendo diversi funambolismi – ti da la possibilità di mantenere i tuoi cani e te, pagando le spese, .. che – mi pare – sia tutta n’altra roba.. è come dire che l’operaio della fiat si arricchisce come il suo manager! la differenza tra un allevatore onesto e coscienzioso ed un commerciante è la stessa.

      • cozza profondamente con la realtà dell’allevamento che oggi va per la maggiore. Ma non è detto che si debba allevare necessariamente cosi’ eh… E’ un sistema a cui si è arrivati, perché si adatta alla nostra concezione in cui tutto è misurato in denaro e bisogna far girare il mercato. E la società spinge a questo…. che poi comporta anche la necessità del canile, fogne scarichi, e dell’ambaradan di cui parli nell’altro commento. Cose che per me nuocciono al cane come individuo e anche alla sua selezione come animale di utilità…
        Non è necessario che sia cosi’ e non è sempre stato cosi’. E se l’enci all’aba della stesura dello statuto ha stabilito un minimo di due fattrici forse è perché se non avevi tutto quel tempo da trascorrere con piu’ di quattro cani, potevi anche non arrivarci a quattro cani. Chi invece ne aveva perché arrivava all’età della pensione (una volte era possibile) con tante esperienza maturata, tanta cultura, poteva dedicarsi a tempo pieno alla sua passione… o la casalinga che con i figli cresciuti non doveva piu’ dedicarsi al cento per cento alla famiglia…. chi si godeva un successo raggiunto essendo al vertice di un’azienda e potendo delegare molte cose…. (il mio capo potrebbe, invece di stare a curare gli altri suoi hobby… ). O anche solamente chi per la sua grande passione trova il modo di organizzarsi, trovando un attività in proprio che non assorbe tanto tempo o un lavoro meno retribuito ma con piu’ tempo libero…. però per quanto mi riguarda l’allevatore nella sua piu’ alta concezione non dovrebbe diventare un mestiere. Dovrebbe essere soprattutto un hobby… e se qualcuno ha la fortuna che le cose girino bene e ci guadagna un po’….. buon per lui. Non ne faccio una questione di principio, non pretendo il voto di povertà. Ma chi parte pensando al “ricavarci uno stipendio” per me parte con il piede sbagliato. Ironia della sorte, nella mia esperienza ho conosciuto tante persone partite pensando di farsi le budella d’oro che con i cani si sono dilapidati un patrimonio e sono andati in rovina. Conosco alcuni casi invece in cui chi era partito per pura passione senza pensare a farne un mestiere ci ha guadagnato l’insperato.

        • Mi spieghi come fa qualcuno che lavora a seguire anche solo una cucciolata per hobby? I cuccioli, nel primo mese di vita, hanno bisogno quasi di una presenza umana costante, anche solo per controllare che vada tutto bene. Se poi ti capita pure che un cucciolo magari è troppo debole e non mangia, ogni tot ore devi nutrirlo tu con il biberon.
          Se ti capita un’emergenza devi subito chiamare il vet e se non sei lì non lo puoi fare. Devi controllare molte cose, e non lo puoi fare per hobby e se hai un altro lavoro.

          Io non allevo, ma vorrei. Perchè vorrei fare dell’hobby (la cinofilia) la mia vita. E per dedicarci il tempo che vorrei, devo per forza di cose avere un guadagno, perchè non riuscire a gestire anche un lavoro nel frattempo.

          • c’è lavoro e lavoro e valuterai la possibilità come in tutte le altre cose..
            Guarda che anche se capita un emergenza a tuo figlio che ha piu’ di tre anni e tu lavori… già non hai piu’ diritto a permessi.

            Se ti capita che la moglie si rompe un braccio e non può piu’ andare a prendere il figlio all’asilo alla tal ora? Tuo figlio di sette anni prende la varicella e deve stare a casa una settimana dietro fila o di piu’? che cosa fai? Valuti quello che puoi fare, ti arrangi, ti barcamenti, prendi dei permessi, chiami la nonnoa, prendi una baby sitter esattamente come fai con un cane quando questo è un membro della tua famiglia a tutti gli effetti..

            Hai preso proprio l’esempio giusto perché *io stesso* ho seguito una cucciolata dove purtroppo mi è capitato un cane che abbiamo aiutato con il biberon. Forse sbagliando, visto che alla fine non è servito. Aveva una problema al palato che non gli permetteva di succhiare bene.. se lo avessi lasciato al suo destino sarebbe morto nei primi giorni dopo il parto come succede in natura ai cuccioli piu’ deboli. Invece ci abbiamo provato, abbiamo scelto di allattarlo e ha tirato avanti un mese… non so se ho fatto la scelta giusta, ma comunque laciamo perdere questo discorso che meriterebbe una discussione a parte. Sta di fatto che, pur lavorando, l’ho allattato proprio ogno due tre ore. Ogni due ore e mezzo di notte e di giorno facevo il possibile: poppata prima di partire, poppata subito al rientro della pausa pranzo (che fortunatamente all’epoca era piuttosto lunga) poppata ancora prima di uscire (mentre io mangiavo un panino al volo) e subito al rientro alla sera… e fortunatamente avevo mia nonna che abitava al piano di sotto che a metà mattina e metà pomeriggio saliva e faceva fare un pasto in piu’… Se non avessi avuto mia nonna, avrei cercato una dog sitter… o un’altra soluzione.

            .. esattamente come fai con un figlio.

            Valuti quello che puoi fare a seonda di quello che ti capita che non puoi prevedere…. e queste cose di cui stai parlando tu sono “imprevisti”, non è la normalità. La normalità, per fortuna, è che la madre è in grado di occuparsi dei cuccioli da sola senza problemi… certo è opportuno (e anche bello 🙂 vigilare e essere molto presenti, ma… non è necessario prendersi un mese di ferie… cosi’ come il papò non si prende un mese di ferie quando nasce un figlio. Io sono tornato in ufficio il giorno dopo.
            Di fronte a un imprevisto, in base alle tue possibilità, valuti se prenderti dei permessi, se puoi trovare uno studente cinofilo che magari diventerà un futuro veterinario e preferisce arrotondare la paghetta occupandosi di queste cose anziché fare il babysitter o il fattorino come tanti alti coetanei… puoi chiedere aiuto a una madre, un frtello, una cugina, un amico… se ce li hai.

            O chiedi aiuto a un “collega” allevatore… uno che alleva come te, che ha passione per la razza e ti dà una mano come tu la dai a lui, anziché preoccuparsi che tu “concorrente” vendi piu’ cani e gli porti via i clienti come fanno i grandi allevatori… E’ proprio un modo diverso di vedere le cose.

        • certo, nasce sempre come un hobby.. nasce come hobby poi da due cani arrivi a 6 in pochissimi anni, perchè i cani invecchiano e quindi compri o ti tieni un’altra femmina, perchè tieni un cucciolo dall’accoppiamento con lo stallone estero, perchè ti resta un cucciolo invenduto, ti nasce un cane con un problemino che NON vendi, perchè raccatti un meticcino abbandonato dalla strada, e immediatamente scatta l’obbligo di avere tutte le strutture a norma. strutture che costano una cifra spropositata, non tanto per la struttura in se, ma per tutti gli ammennicoli che divengono obbligatori. e quando i cani sono già 6, e hai una razza che ama la vicinanza dei propri simili va tutto bene, ma quando così non è, torni al commento che ho fatto + su 😀

  12. grazie Valeria ! è ora che si incominci anche a sapere che esiste questa possibilità e che un allevatore che cede i suoi soggetti adulti non lo fa per liberarsi da un peso, ma per dare a quei cani la possibilità di essere figli ‘unici’ con tutti i vantaggi che ciò comporta

  13. Io invece ho trovato dei volontari che si occupano di ritirare le cagne sfruttate dai cagnari, che oramai sono inutili perchè hanno fatto troppe cucciolate 🙁
    E a breve arriverà una nuova westie in famiglia 😀

  14. Sono un allevatrice di gatti e vi scrivo per ringraziarvi e per comunicarvi l’apprezzamento di questo articolo. Noi cerchiamo di norma di non cedere un gatto adulto che abbia più di tre anni. Quste scelte non sono indenni da dolore, gli adulti che sono cresciuti con noi e dei quali conosciamo carattere e peculiarità sono amatissimi, più dei cuccioli che sono stati con noi solo tre mesi, ed è molto difficile per noi cederli ma lo dobbiamo fare, anche e sopratutto per la loro felicità, il perchè lo avete spiegato egregiamente. Capita spesso che veniamo accusati di essere senza cuore, che abbiamo sfruttato l’animale per i nostri interessi e poi abbiamo trovato un modo comodo per sbarazzarcene. Niente di più sbagliato. Una gatta che soffriva vivendo insieme ad altri gatti (non tutti i gatti amano la compagnia dei propri simili) ha fatto una sola cucciolata, una solo esposizione e poi abbiamo trovato una nuova famiglia dove vive felice e serena. Non è facile, e non è facile trovare delle persone che lo capiscono. Mi è anche capitato lo stucchevole caso di una ragazza che ha risposto ad un annuncio di una gatta adulta che voleva un gatto di razza ma non lo voleva da allevamento perchè eravamo biechi e loschi personaggi interessati unicamente a sfruttare i nostri poveri mici. La cosiderazione che se fosse così non cederemmo un gatto giovane, adulto, vaccinato, sterilizzato e sano a GRATIS è stata del tutto inutile. Ben vengano questi articoli. Complimenti a Sonia Campa e Valeria Rossi.

  15. Anch’io ho preso un dobermann adulto molto maltrattato in canile. L’ho introdotto nel mio branco facendolo incontrare prima con la bassotta capo o con la gatta più “rognosa”in territorio neutro. visto che non aveva dato segni di aggressività , poi l’ho portato a casa dove c’erano le altre bassotte, la cagna corsa e 6 gatti. Nessun problema. sono vissuti in pace per anni
    ora che il dobermann e la corsa sono morti per vecchiaia sto meditando di prendere un cane corso/dobermann in canile ma solo e sempre adulto!

  16. Io lo volevo fare!!! avevo già trovato una bellissima cagnona pensionata di 7 anni, ero già d’accordo per andarla a conoscere, ma il mio entrourage familiare non ha voluto un cane adulto, per la paura che ci fossero problemi coi gatti preesistenti…

    • Preoccupazione infondata: e posso dirtelo con certezza, avendo inserito in ambiente familiare con tre pre-gatti e una pre-cagna un terrier di tipo bull di otto anni che non aveva mai visto un gatto prima di allora. La sua prima reazione è stata: “PAPPA BUONA!”: ma è bastato un “NO!” iniziale, e qualche “spiegazione” successiva (traduzione: “Non puoi mangiare nessuno, perché questo è il tuo branco”), perché nascesse un’amicizia plurima che si è consolidata nel giro di una settimana 🙂
      Normalmente i nuovi arrivi, cani o gatti che siano (ma cani ancora di più) sono molto rispettosi di chi “c’era prima”. I gatti preesistenti, invece, possono essere molto scorbutici con i nuovi arrivi: ma non gli cambia certo la vita il fatto che l’intruso sia un cucciolo o un adulto. Anzi, il cucciolo, essendo più casinaro, di solito viene accolto peggio.

      • Lo so Valeria… senza contare che una Golden di 7 anni, plurimamma, senz’altro sarebbe stata più calma di un cucciolo (e l’allevatore me lo ha confermato che era di carattere calmo)… ma non c’è stato niente da fare. I miei cospecifici non si sono fatti convincere…
        … e ora i gatti devono sopportarsi un incrociastro di golden-setter (però più grande) di 8 mesi che li rincorre e li mastica (con la bocce dolce, per carità) .
        Non c’è connessione di causa-effetto tra i due avvenimenti, comunque, ma solo concomitanza spazio-temporale (l’incrociastro -peraltro molto amato- è “capitato” a prescindere)

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