giovedì 18 Aprile 2024

Genealogia di canidi e umani

Dello stesso autore...

di GIOVANNI PADRONE – Il cane, compagno di vita dell’uomo nella società moderna, è senz’altro la specie domestica che ha subito i maggiori cambiamenti dalle sue origini per quanto riguarda la sua morfologia, la genetica ed il comportamento. Non esistono, infatti, altri mammiferi o uccelli che abitino all’interno delle nostre case o nelle fattorie con una così alta varietà di dimensioni, forme del cranio, colori e lunghezze del manto (o delle piume), così come non vi è una specie domestica così affiliata ed attratta dal proprietario come il cane, a parte forse il gatto.
Con lui possiamo tranquillamente passeggiare o fare varie attività sportive e non; abbiamo cani che cercano e salvano le persone finite sotto una valanga di neve o sotto le macerie di un terremoto, altri che guidano i ciechi nei loro percorsi quotidiani, altri ancora che conducono le greggi e le mandrie di mezzo mondo; esistono cani antidroga, quelli per la ricerca del tartufo; con i nostri cani possiamo svolgere attività ludiche, agility, obedience, coursing, racing, danzare, cacciare prede o fargli tirare una slitta; alcune razze possono essere istruite per fare la guardia alle nostre abitazioni o alle nostre attività commerciali; ancora i nostri cani ci assistono nelle attività di pet therapy per il recupero di alcune patologie psicomotorie umane.
I cani vengono utilizzati, purtroppo, anche in attività poco esaltanti per il genere umano, come la guerra (per la ricerca di mine, ad esempio) ed in alcuni paesi asiatici costituiscono una delle fonti alimentari proteiche di quelle lontane popolazioni da migliaia di anni.
E’ forse la specie più bistrattata e nello stesso tempo più amata dall’uomo: condivide gioie e dolori, cerca e dona affetto, spesso viene maltrattato e considerato una specie inferiore. A questo hanno contribuito certi sedicenti guru della cinofilia mondiale e nazionale, i quali più che cercare di capire i bisogni dei cani cercano di renderli succubi attraverso la violenza fisica e psicologica. Eppure, nonostante questo, il cane rimane sempre fedele al proprio compagno umano ed è ancora lì dopo migliaia di anni a seguirlo lungo il corso dell’evoluzione e della storia.
Ma quali sono le origini del cane e dei suoi cugini selvatici?

Prohesperocyon wilsoni

Il cane (Canis familiaris) appartiene alla grande famiglia dei Canidi che include attualmente 36 specie diverse, ciascuna con le sue sottospecie, presenti su tutti i continenti esclusa l’Antartide.
Fra i Canidi abbiamo animali per lo più con il muso allungato, orecchie erette e coda folta. Alcune specie sono altamente sociali (lupi, licaoni, dhole, speoti) altre sono semi-solitarie (coyote, crisocioni, volpi).
I Canidi hanno una lunga storia evolutiva che parte all’inizio del Terziario (62 m.a.f.) quando in nord America, Asia ed Europa apparvero i primi Miacidi, animali plantigradi dal corpo affusolato simili agli attuali mustelidi, che diedero origine a tutti i mammiferi carnivori terrestri.
Il legame fra Miacidi e Canidi viene confermato da una specie intermedia, Prohesperocyon wilsoni, che presenta caratteristiche sia dei Miacidi che delle successive Caninae: infatti, questo animale che visse in nord America a partire da 39 m.a.f. aveva già una base craniale tipica dei Canidi ed un apparato dentale presente fra i Miacidi.
Intorno a 38,5 milioni di anni fa apparvero gli Hesperocyonidae con 38 specie attualmente identificate, fra cui Hesperocyon gragarius (37 m.a.f.) e Sunkahetanka geringensis (31 m.a.f.) che rimpiazzarono i Miacidi quando circa 33 m.a.f. questi ultimi si estinsero.
All’alba dell’Oligocene, circa 34 milioni di anni fa, vi fu una radiazione di nuove Caninae con l’apparizione delle Borophaginae (66 specie identificate, fra cui Tomarctus hippophaga e Borophagus dudleyi vissuti intorno a 20 m.a.f.) e dei primi Canidae (Leptocyon vulpinus): al contrario di quanto le teorie tradizionali ipotizzavano fino a poco tempo fa, ricerche recenti avviate dall’equipe di studiosi di Paleontologia guidata dal Prof. Xiaomin Wang, attuale curatore del Museo di storia naturale di Los Angeles, hanno fatto scoprire che i Canidae non sono discendenti e cronologicamente successivi al Borophagus ed alle altre specie appartenenti alla famiglia delle Borophaginae, ma sono un ramo evolutivo monofiletico e parallelo proveniente direttamente dalle Hesperocyoninae: Leptocyon è appunto il primo rappresentante dei Canidae, vissuto contemporaneamente ad Otarocyon cooki ed Archaeocyon leptodus, le due specie più antiche di Borophaginae.
Tuttavia, mentre queste ultime si svilupparono in specie, taglie e dimensioni diverse quasi immediatamente, i Canidae rimasero sorprendentemente relegati a dimensioni ed aspetto tipici di una volpe e ad una nicchia ecologica contenuta fino al Miocene medio (12 m.a.f.). Le tre grandi famiglie convissero negli stessi territori per milioni di anni; circa 14 m.a.f. si estinsero in nord America le Hesperocyoninae e rimasero Borophaginae e Canidae a condividere gli stessi habitat.

Intorno a 10 milioni di anni fa, apparvero nuove specie di Canidae (Canis Lepophagus e Canis ferox 10,3 m.a.f.) con una modalità di diffusione simile a quella delle prime Borophaginae.
Si trattava di specie con taglia simile al coyote e con un adattamento dentale da mesocarnivori.

Eucyon monticinensis (ricostruzione)

Fu a quel punto che i Canidi iniziarono a mutare ed a differenziarsi in taglie, forme e dimensioni.
Circa 8 milioni di anni fa, in coincidenza con l’aumento delle praterie e degli animali che ne sfruttavano le risorse alimentari, i Canidi emigrarono in massa nell’Eurasia attraverso la Beringia, un ponte di terra che in periodi di glaciazione intensa emergeva dal mare ed univa l’Alaska all’Asia siberiana. Abbiamo testimonianza di questo nei ritrovamenti di Eucyon, specie endemica del nord America in cui viveva già da alcuni milioni di anni (Eucyon davisi). Tuttavia, il primo canide presente nel vecchio Continente sembra essere stato Canis cipio (circa 8 m.a.f.), ritrovato nel bacino di Teruel, nella Spagna centrale, mentre le sottospecie di Eucyon sono più recenti (ad esempio Eucyon monticinensis, ritrovato nell’italica Brisighella e datato intorno a 5,4 m.a.f.) . Dalle ricerche, risulta evidente che questi primi canidi passarono dalla Beringia all’Asia settentrionale per arrivare in Europa attraversando il corridoio che divide gli Urali dalla catena dell’Himalaya e nella loro emigrazione non si spinsero mai nell’Asia sud orientale dove arrivarono oltre due milioni di anni più tardi (probabilmente attraverso il passaggio costiero che si affaccia sull’Oceano indiano). In Africa i primi canidi sembrano essere arrivati solo intorno a 6,5 m.a.f. (Eucyon intrepidus), quando era già in atto un altro processo evolutivo, quello delle scimmie antropomorfe che portò al bipedismo ed in seguito all’uomo.
Altre specie sembrano aver dato successivamente origine agli attuali canidi sudamericani, come Cerdocyon e Chrisocyon, poiché in Messico e nord America sono presenti resti fossili di canidi antichi 4/6 milioni di anni, ritrovati in strati geologici di 2/3 milioni di anni fa ed in periodi successivi in sud America, testimonianza diretta che con l’emersione dell’istmo di Panama (che da allora unisce i due continenti) vi fu una forte emigrazione di canidi dal nord al sud America. Oltre a Canis dirus, un grosso lupo con zampe tozze (nelle sottospecie C. gezi e C. nehringi), abbiamo ritrovamenti di molte altre specie, come Theriodictis tarijensis e Protocyon troglodites (1,8 m.a.f.), Ceriodictis ed i già citati Cerdocyon e Chrisocyon, tuttora viventi nel sud America.

Canis arnensis

Il progenitore del lupo ed in linea indiretta del cane è da ritenersi Canis arnensis vissuto intorno a 3,5 milioni di anni fa in Italia, contemporaneo di un altro interessante ‘lupo’, Canis etruscus (cane etrusco). La storia dei canidi che successivamente portò al cane, come vedremo, sembra costantemente indicare lo svolgimento della fase finale dell’evoluzione in territorio europeo a partire da un certo momento che può essere individuato esattamente all’epoca in cui apparve C. arnensis (ovvero il ‘cane’ dell’Arno). Nel tempo vi furono vari passaggi in un senso o nell’altro in cui i canidi emigrarono dall’Eurasia all’America e viceversa: durante una di queste emigrazioni giunse in nord America intorno a 1,5 m.a.f. Canis armbrusteri, probabile antenato del Coyote (Canis latrans).
I primi veri lupi apparvero intorno a 800000 anni fa ed a partire da 400000 anni orsono vi sono le testimonianze di ripetuti tentativi di domesticazione da parte di Homo erectus o specie successive (H. s. neanderthalis) in vari siti dell’Eurasia: Boxgrove, nel Kent britannico (400000 a.f.), Zhoukoudijan vicino a Pechino (300000 a.f.) e Lazaret, nella Francia sud orientale (150000 a.f.). Ma, mentre i due siti più antichi sono probabilmente il risultato di un tentativo parzialmente riuscito di domesticazione del lupo, quello di Lazaret potrebbe essere un punto chiave della storia evolutiva che portò dal lupo selvatico ad animali meno timorosi dei nostri antenati; se così fosse i discendenti di questi animali dopo alcune decine di migliaia di anni divennero cani.
Il lupo grigio nel tempo emigrò in Asia ed Africa dove costituì delle sottospecie con caratteristiche proprie e, anche se presente in America nordoccidentale da 400000 anni (grazie alle ripetute riemersioni della Beringia il lupo era presente in Alaska), si spinse più a sud per popolare l’intero nord America solo intorno a 100000 anni fa, dove incontrò la concorrenza di altre specie di predatori fra cui alcuni canidi, come Canis dirus (che si estinse intorno a 15000 anni fa), la volpe rossa ed il Coyote che tuttora condividono le stesse nicchie ecologiche. E’ probabile che, come avviene attualmente, alcuni lupi si siano ibridati in passato con il Coyote dando origine a prole fertile (attualmente si stanno portando avanti degli studi su una nuova specie di Coyote di cui si sa con certezza avere patrimonio genetico lupino intorno al 33%).

Canis falconeri

Canis falconeri, contemporaneo dei cugini C. etruscus e C. arnensis, è indagato in diverse ricerche di genetica poiché lo si ritiene progenitore dei ‘bush dogs’ (cani dei boschi) presenti in Asia ed Africa ovverosia il Licaone (Lycaon pictus) ed il dhole (Cuon alpinus), apparsi intorno a 300000 anni fa.
Come si è già accennato, contemporaneamente ai canidi, in Africa si evolveva un’altra classe di mammiferi: i primati.
Ciò portò circa 20 m.a.f. alla nascita delle scimmie antropomorfe ed intorno a 7 m.a.f. ai primi ominidi dotati di bipedismo, con Ardipithecus kadabba, Orrorin tugenensis e Sahelanthropus trchadensis (probabilmente sottospecie dello stesso ominide e ritenute attualmente appartenenti al genere Australopithecus), alti circa 1,20 m, con andatura bipede incerta ed una capacità cerebrale molto ridotta (appena 320 cc). I successivi discendenti, come Australopithecus anamensis (4,4 m.a.f.), aumentarono di dimensioni e subirono modifiche strutturali che permisero loro una andatura bipede perfetta ed una maggiore capacità cerebrale, come in Homo erectus (da 2 m.a.f. a 100.000 a.f.) con un cervello di 900/1000 cc (circa il 75% del nostro).
Fu il primo ad uscire dall’Africa per emigrare negli altri continenti: infatti, sono stati trovati vari resti fossili in Georgia, Giava e Cina (1,8 m.a.f.) ed in Europa (circa 900.000 anni fa). Homo erectus fu il primo ominide ad utilizzare utensili abbastanza sofisticati, come asce a doppio filo, e fu probabilmente il primo ad utilizzare il fuoco.

Sahelanthropus tchadensis

I canidi, dunque, arrivarono in Africa quando la linea evolutiva che portò all’uomo era appena iniziata. Ne è testimonianza il ritrovamento recente (2007) nel deserto del Djurab (Chad) di fossili di Vulpes riffautae in associazione con Sahelanthropus Tchadensis.
Nonostante le cronache scientifiche italiane restino arroccate ad un’epoca in cui esisteva Australopithecus, cioè intorno a 4 milioni di anni fa o poco più, già dall’ultimo decennio del secolo scorso furono ritrovati degli ominidi ben più antichi: parliamo dei già citati Ardipithecus kadabba, scoperto in Etiopia e datato intorno a 5,5 m.a.f., Orrorin tugenensis, scoperto in Kenya e datato 6 m.a.f. e di Sahelanthropus tchadensis che è il più antico ominide conosciuto ed un’importante scoperta che definitivamente dimostra debba essere riconsiderata l’ipotesi dell’origine umana con un clade africano meridionale o orientale. S.t. ha una combinazione unica di caratteri primitivi e derivati che indicano chiaramente non possa essere rapportato al gorilla né agli scimpanzé, ma invece mostra una chiara appartenenza al ramo evolutivo umano e la sua vicinanza nel tempo con l’ultimo antenato in comune per gli scimpanzé e gli esseri umani. Nel Miocene superiore del Ciad, i dati paleobiologici e sedimentologici sorprendentemente riflettono un mosaico di paesaggi che può essere paragonato all’odierno Kalahari centrale (Botswana) lungo il delta dell’Okavango: laghi, paludi, aree boscose, macchie di foresta, savane, pascoli e aree desertiche. In questo mosaico le preferenze ecologiche di Tournai (questo il soprannome dato al S. T. dai ricercatori) sono ancora allo studio. Anche se si pensa che come gli altri ominidi della sua epoca debba aver preferito le zone boschive. Appare comunque chiaro che i primi ominidi frequentavano ambienti boschivi e non erano limitati all’Africa meridionale e/o orientale ma occuparono un territorio più ampio, tra cui l’Africa centrale (Ciad) e probabilmente più a nord la Libia, ma anche l’Egitto ed il Sudan.

Se ciò non fosse avvenuto, allora non si sarebbero potuti spiegare quei precoci contatti che ebbero i primi canidi con i nostri antichi antenati; anzi, si può sicuramente asserire che nel periodo compreso fra il tardo Miocene (5/7 m.a.f.) e le epoche preistoriche più recenti (6000 a.C.) avvennero innumerevoli contatti; probabilmente quando i canidi erano ancora relegati a dimensioni modeste questi potevano costituire parte della alimentazione di quegli antichi ominidi, ma quando iniziarono a svilupparsi nuove specie con dimensioni maggiori e con comportamenti sociali di vario genere, quali la caccia in muta, furono i nostri antenati a dover fuggire e spesso soccombere.
Il destino tornò a favore degli ominidi quando nel corso della storia evolutiva umana questi svilupparono la capacità di costruire utensili ed armi per difendersi e/o cacciare qualsiasi animale, canidi inclusi. Si può, perciò, asserire con una certa sicurezza che inizialmente le relazioni intercorse fra canidi ed ominidi/umani furono di tipo predatorio a favore degli uni o degli altri.
Ad un certo punto si svilupparono sicuramente anche questioni competitive, essendo gli ungulati le prede preferite da entrambi. Quest’ultima condizione era probabilmente presente già da diverse centinaia di migliaia di anni quando apparvero circa 800.000 anni fa i primi veri lupi e si trovarono a dover condividere i propri territori e la propria nicchia ecologica (l’Eurasia) con Homo erectus che già intorno a 2 m.a.f. era uscito dall’Africa per popolare i territori dell’Eurasia: come abbiamo già detto, sono stati trovati vari reperti fossili di sue sottospecie in Medio Oriente, Asia ed Europa.

I nostri antenati preistorici sembrano aver tentato diverse volte nel corso della propria storia evolutiva di domare i lupi, riuscendoci solo parzialmente o, addirittura, fallendo miseramente nello scopo. Ma i sapiens di Lazaret, una grotta che si trova nel sud della Francia poco distante da Nizza, ottennero probabilmente un esito diverso, perché quegli antichi lupi avevano iniziato a mutare molti comportamenti nei confronti dei nostri antenati per un unico fine: sfruttare ciò che rimaneva dei banchetti di caccia intorno agli accampamenti o al di fuori delle grotte in cui i nostri antenati vivevano. Quei canidi semi-selvatici, che non erano più veri lupi e non erano ancora cani, avevano ormai iniziato un irreversibile percorso che li avrebbe legati per sempre all’uomo.
Ma questa è un’altra storia…

Nella stessa categoria...

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico