giovedì 28 Marzo 2024

Il mio cane mi ha ringhiato e adesso ho paura di lui

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Una lettrice mi scrive (copio testualmente): “Cara Valeria, vorrei sapere se hai mai scritto un articolo o un libro sui “neopadroni” (non mi vergogno di dire che ne faccio parte, addirittura prendendo come primo cane un Pastore Tedesco maschio) che, per incompetenza e non conoscenza, perdono la fiducia nei loro cani ed al primo ringhio, presi dalla paura, lasciano perdere ciò che stavano facendo, rinforzando l’atteggiamento negativo del cane e mandandolo in confusione, con il risultato che non riescono nemmeno a curarlo per una semplice ferita“.
Quando ho risposto, scherzando, che un libro mi sembrava un po’ eccessivo, lei si è stupita: “Perché no? – mi ha scritto – Sono tre anni che ho un cane ed ho conosciuto tantissime persone che, si vergognano a dirlo, ma non capiscono il loro cane e ne hanno paura, per cui preferiscono far finta di niente ed al bisogno si “seda” il cane dal veterinario“.
Non ho osato chiederle cosa intendesse per “sedare” tra virgolette: non glielo chiedo, perché entrambe le ipotesi  possibili (psicofarmaci o eutanasia) mi sembrano ugualmente drammatiche.
Quasi contemporaneamente a questa email, un’altra ragazza mi chiede su Facebook se posso consigliarle un bravo comportamentalista che possa suggerire gli psicofarmaci adatti all’anziana – e mordace – cagnetta di sua madre, concludendo con queste parole: “Magari la cagnolina finirà per essere rimbambita, ma almeno sarà viva e in famiglia”.
Ci ho quasi “litigato”, perché le ho risposto decisamente ringhiando: poi mi sono resa conto di aver esagerato e ci siamo chiarite, ma ormai sono davvero ipersensibile quando sento discorsi di questo tipo. Anche perché penso che molta gente non si renda conto di cosa significhi davvero “cane rimbambito dagli psicofarmaci”.

Prossimamente pubblicherò alcuni video MOLTO esplicativi: purtroppo per ora non li ho ancora disponibili (sono stati pubblicati su FB e non è possibile “prelevarli” da lì), ma posso provare a descrivervi l’ultimo, che riguarda un border collie mordace trattato a fluoxetina e valeriana dispert.
Avete presente uno zombie? Ecco, il cane è pressapoco in questo stato. Completamente apatico, rigido sulle zampe, si muove come un cane di quattordici-quindici anni (ne ha tre).

Le foto (che in realtà sono frame tratti dal video) non rendono bene l’idea, ma forse potrete cominciare a  capire se vi dico che il video… è praticamente una foto prolungata nel tempo: perché il cane è sempre immobile, con lo sguardo vitreo. Segue i movimenti della telecamera soltanto con gli occhi, senza neppure voltare la testa: e la cosa più drammatica è che, se l’operatore si avvicina troppo, diventa ugualmente aggressivo.
Dopo aver visto immagini come questa, si potrebbe pensare che qualsiasi persona dotata di un minimo di sensibilità inorridisca al solo pensiero di utilizzare gli psicofarmaci sul proprio cane: invece NO. I proprietari di questo cane sono contenti così, perché il loro problema è stato risolto: il border non parte più per andarli ad aggredire (lo credo: non ne ha la forza), e a loro basta non andargli troppo vicino per “vivere tranquilli”.
Il pensiero di aver trasformato un animale vivo, vitale, dinamico ed atletico in una sorta di pupazzo (poco) animato non li turba minimamente: il cane è vivo, non sono stati costretti a ricorrere all’eutanasia, quindi va tutto bene. La mia domanda, ovviamente, è: “Si può definire VITA, questa?”.
La risposta la lascio alla sensibilità e alla coscienza di ciascuno.

Ma torniamo al problema iniziale, quello che sta alla base di queste atrocità: il cane che diventa aggressivo verso i familiari. Non importa che morda davvero o che minacci soltanto di farlo: quando scatta la paura, la gestione diventa quasi impossibile in entrambi i casi.
Purtroppo le possibili reazioni alla paura del proprio cane seguono un iter abbastanza preciso: e la prima reazione è proprio quella citata dalla lettrice, la vergogna.
L’umano fatica moltissimo ad ammettere di aver sbagliato qualcosa  (specie se non ha mai maltrattato il suo cane ed è convinto di avergli “dato tutto”, frase che ricorre spessissimo quando vengono raccontati questi episodi).
La parte del leone, ovviamente, la fa la retorica del cane “buono e fedele, che accetta anche le botte leccandoti la mano”: questa immagine è talmente scolpita nell’immaginario collettivo che la maggior parte delle persone – specie quelle che sono al loro primo cane – si sentono in qualche modo “tradite”.
Non sono capaci di accettare che un cane che NON ha mai preso alcuna botta – e che quindi dovrebbe essere  doppiamente riconoscente!  – possa provare sentimenti diversi dalla totale devozione e dalla cieca fedeltà.
In due parole: non riescono ad accettare che il cane sia un essere vivente senziente e pensante al quale, come a qualsiasi altro essere vivente, un bel giorno possono anche girare le palle.
Se il cane ringhia – o peggio, morde – dev’essere successo qualcosa di gravissimo: ma siccome è sempre stato trattato con i guanti, la responsabilità non può essere dei proprietari. Dev’essere per forza LUI che ha qualcosa che non va (e così ci si scarica anche la coscienza).
Siccome l’unica spiegazione sembra essere quella della malattia,  si corre dal veterinario: e qui i possibili casi sono due. O si becca il celeberrimo comportamentalista, che in nove casi su dieci ammolla subito gli psicofarmaci (con i risultati visti sopra), oppure si trova il veterinario “normale” che suggerisce, saggiamente, di far vedere il cane da un educatore, perché il problema è palesemente legato alla cattiva gestione del cane. Difficilmente il veterinario lo dirà in faccia ai clienti, però: perché quando si dice a una persona “guarda che hai sbagliato tutto”, la reazione è immancabilmente di rifiuto e di offesa. 
Il proprietario del cane, che nella stragrande maggioranza dei casi AMA davvero moltissimo il suo animale, è profondamente convinto di avergli dato il meglio: amore, cibo, coccole, gioco, passeggiate. Cosa potrebbe volere di più, un cane?

E qui, proprio, qui, sta il punto chiave. Perché il cane vuole delle REGOLE. Il cane vuole essere guidato, vuole qualcuno a cui affidarsi con fiducia, vuole il famoso leader, l’ormai famigerato “capobranco”, termine che sembra essere diventato una parolaccia, ma che rendeva tanto bene l’idea e che – se spiegato nel modo giusto – convinceva i proprietari ad assumere il giusto ruolo di comando in famiglia. Io sono sinceramente quasi nauseata a forza di ripetere che “capobranco” NON è sinonimo di “violento maltrattatore”: ma lo ripeto ancora una volta, anche perché il dannatissimo Cesar Millan (che è effettivamente un violento) ha confermato questa associazione di idee nella mente dei suoi spettatori televisivi. Quindi, ribadiamolo: il capobranco non è uno che impicca i cani o che li prende a calci (anche se bisogna pur dare a Cesar quel che è di Cesar, ammettendo che in certi casi – purtroppo NON in tutti – questi suoi atteggiamenti sono motivati dal fatto di avere a che fare con cani fortemente aggressivi, con i quali la legittima difesa è indispensabile). Il capobranco è la figura-guida, quella che dà le regole (e che può darle in modo gentilissimo) e soprattutto che le fa rispettare, sempre e comunque, sfoderando la dote principale di un capo che si rispetti: la coerenza.
Molti proprietari si ritrovano ad affrontare un conflitto serio con il proprio cane solo perché non riescono a stabilire delle routine.
Spesso di parla delle famose “regolette gerarchiche”: non salire sul letto, non passare per primo dalle porte, non mangiare per primo ecc. ecc., che oggi alcuni Guru della cinofilia sbeffeggiano, mentre altri sono già stati costretti a considerarne la validità (però gli hanno cambiato nome: oggi si parla di RSG, Regressione Sociale Guidata… e volete mettere quanto fa più figo?): ma non è neppure questo il vero problema. Il vero problema sta nel fatto che qualsiasi regola va seguita per sempre: il problema non sta nel fatto che al cane sia permesso di salire sul letto, quanto nel fatto che oggi gli sia permesso e domani no, e dopodomani di nuovo sì, e tra una settimana di nuovo no.
Il cane, in questo modo, va in confusione, non vi ritiene più “capi” affidabili e sicuri, ma pasticcioni che non sanno quello che vogliono. Quindi comincia a perdere il rispetto per gli umani di casa: e la prima volta che gli girano le palle, appunto, e che voi gli dite “giù dal letto!” quando lui invece ci sta comodo, vi fa vedere 42 denti.
A questo punto, normalmente, l’umano medio se la fa sotto (e non a torto, eh: specie quando il cane è di discrete dimensioni, la vista della sua “dentiera” spianata può far tremare le gambe anche a Rambo) e rinuncia a chiedere al cane di scendere dal letto. Così il cane scopre un’interessantissima novità: questi non solo sono dei pasticcioni inaffidabili… ma sono anche dei fifoni che puoi metterti in tasca con una ringhiatina.

A questo punto le cose, ovviamente, sono già precipitate: quindi si finisce dal veterinario, chiedendosi NON “cos’ho sbagliato?”, ma “cos’ha il mio cane che non va?”.
E arriviamo al punto a cui eravamo rimasti, ovvero al veterinario che (qualora non sia uno spacciatore di pillole rincoglionenti) suggerisce di recarsi da un educatore: dopodiché, i casi sono di nuovo due. O si finisce in mano a un vero professionista (e allora c’è ancora speranza), o si finisce in mano a un venditore di fumo: e allora siamo alla tragedia, perché costui probabilmente non avrà la minima idea di come affrontare il caso e finirà per rimandare (ancora una volta) i proprietari del cane dal veterinario: però, stavolta, sicuramente comportamentalista e spacciatore di pillole. E alla fine di questo circolo vizioso, il cane finirà o “bombato” di psicofarmaci a vita, oppure soppresso.
A dire il vero i casi sono tre… perché ci sono anche i proprietari che, stufi di mordersi la coda proprio come i cani, rinunciano (anche perché nel frattempo hanno subito un minisalasso economico) e si tengono il cane così com’è, diventandone di fatto i servitori e gli schiavetti.

Soluzioni alternative a questo drammatico stato di cose?
Be’, la prima è sicuramente quella di non arrivarci!
Il che significa che, anche se siete affascinati dal buonismo, dalla zooantropologia, dal cognitivismo e da tutto ciò che è attualmente di gran moda in cinofilia, dovreste tenere sempre ben piantato in testa (ma proprio col martello) il concetto che il cane ha bisogno di fermezza e coerenza. Non di urlacci, né di botte, né di “capottamenti” (ridicoli: a parte appunto Millan e qualche altro pirla rimasto indietro di centodue anni, nessun professionista ricorre a questi mezzucci che non sono neppure naturali, perché né i cani né i lupi “capottano” i loro sottoposti: quello che fanno è imporre la loro dominanza – psicofisica – convincendo l’altro che gli conviene manifestare sottomissione. Quindi è il sottomesso che si butta a pancia all’aria di SUA  volontà, e non il dominante che ce lo butta).
Fermezza e coerenza significa “quel che è permesso oggi è permesso sempre, e viceversa”. Significa “quando è NO, è NO”: anche se ci provi centodue volte, per centodue volte io ti ripeto che quella cosa lì non è permessa (personalmente vanto un record – credo – di un’ora e venti passata ininterrottamente a ripetere “NO!” al mio staffy che voleva mangiarsi la mia borsa. Dopo un’ora e venti, lui accettò il fatto ineluttabile che avevo la testa più dura di lui, e quella borsa non la degnò mai più di uno sguardo in vita sua. Il tutto avvenne mentre io restavo seduta sul divano a leggermi il mio libro, dicendogli semplicemente NO! ad ogni suo allugamento di muso verso la borsa. Nessun urlo, nessuna sgridata e tantomeno nessuna sberla. Solo coerenza nel ripetergli che non gli era permesso mangiarsi la dannata borsa).
Un’altra cosa che non mi stancherò mai di ripetere è che il concetto di NO! non è un maltrattamento e non riduce certamente il cane a un robottino costretto ad obbedire: è soltanto un modo (chiaro e perfettamente comprensibile dal cane) per dare regole di civile convivenza, senza le quali si finisce quasi immancabilmente nei guai. Non è così scontato, perché ci sono anche cani (santi!) che non si ribellano mai e che convivono pacificamente con proprietari permissivi e mollaccioni: ma non tutti i cani sono dei santi, e anche i santi, sotto sotto, pensano “mi è toccato un cretino, pazienza: cerchiamo di andare ugualmente d’accordo”. In questi soggetti l’aspirazione al “quieto vivere” e all’armonia di branco è più forte di qualsiasi altra considerazione: quindi  “sopportano” anche di avere un capo che, dal loro punto di vista, non vale una cicca… ma finché tutto fila liscio nella loro vita, non vedono perché far la fatica di metterlo in discussione.
Attenzione, però, perché la prima volta in cui il cane penserà – per esempio – che ci sia un pericolo da affrontare, o si troverà di fronte a qualcosa che vuole assolutamente fare anche se sa che non vi è gradita, potrebbe scattare il conflitto. Non è sempre possibile evitarli, anche se le teorie buoniste suggeriscono esattamente questo (se hai un problema, giraci intorno): e quando/se succede che il cane pacioso si ribelli, lo choc per gli umani è doppiamente forte e le conseguenze sono doppiamente problematiche.
Quindi, se volete dar retta a una vecchia cinofila che di cani ne ha avuti sotto mano una cinquecentina… ricordatevi che le filosofie buoniste vanno benissimo, che la partnership non coercitiva è una bellissima cosa, che rispettare i pensieri del cane è cosa assolutamente saggia…ma che il cane ha ugualmente BISOGNO di regole, di fermezza di coerenza.

E se siamo già arrivati al punto in cui cane vi ringhia e/o vi ha morso? Se voi avete già paura di lui?
In questo caso, la prima cosa che dovete fare è convincervi che “può succedere”.
Che non è un’anomalia né una mostruosa aberrazione, solo perché non coincide con la  “retorica di Fido”. Può succedere e succede molto più spesso di quanto non pensiate. Non dovete sentirvi traditi, né tantomeno pensare di essere gli unici a cui è capitato un anti-Fido che invece di leccarvi le mani quando lo menate vi ringhia quando lo coccolate. Non dovete neanche pensare di avere un cane stronzo e carogna, pensiero che – magari nel fondo più fondo dell’incoscio – attraverso la mente di tutti i proprietari di fronte a un ringhio, o peggio ancora a un morso.
Convincetevi, anche, che il cane spesso non ha l’esatta cognizione dei danni che può fare mordendo la pelle umana (avreste dovuto insegnarglielo voi fin da cucciolo: ma in pochi lo fanno): spesso noi finiamo al pronto soccorso solo perché abbiamo una pelle di carta velina, ma il cane in realtà  non aveva alcuna intenzione di massacrarci. Voleva solo dare una pinzata di avvertimento, o magari un morsetto giocoso. Non so a quanti di voi è capitato, ma il cane che morde, molto spesso, è quello che resta più choccato di tutti vedendo i risultati della sua azione: ci resta malissimo, non si capacita, a volte si dispera letteralmente.
Se fossimo in grado di liberarci dalla retorica del cane che non morde mai, a volte ci renderemmo anche conto che non esiste alcun vero problema, ma che c’è stato solo un fraintendimento. Un morso preterintenzionale, se così vogliamo chiamarlo.
Non è che lo si debba ignorare o farlo passar liscio, per carità: ma neppure va sopravvalutato facendone una tragedia.
A volte il rimedio è semplicissimo: basta far capire al cane che ha sbagliato e subito dopo impegnarsi in un bel programmino di regolazione del morso (se non è stato fatto all’epoca giusta).
Ma anche se il cane “voleva” effettivamente mordere e farvi un po’ male…sempre per liberarvi dalla solita retorica, pensate che anche il più pacioso, il più calmo, tranquillo e pacifista degli uomini, a un certo punto, può diventare aggressivo. Fate mente locale e ricordatevi del compagno di scuola, del collega (o magari di voi stessi!) a cui è successo di perdere la calma. Questa persona era forse pazza e necessitava urgentemente di psicofarmaci?
Credo proprio di no! Semplicemente, ha avuto un momento di giramento di palle.
Può succedere a chiunque di noi, quindi perché non al cane?
Quindi, per primissima cosa, cercate di inquadrare l’episodio nel suo contesto: chiedetevi perché è successo, cosa ha fatto scattare quella reazione. Chiedetevi anche se avete sbagliato qualcosa, senza per questo sentirvi degli imbecilli… perché guardate che capita, eh.
A chiunque e con chiunque, mica solo con i cani.
Mio figlio, una volta, quando aveva cinque anni mi ha sparato affanculo (l’aveva appena imparato all’asilo!). Gli ho spiegato, con le migliori maniere possibili, che questa non era una parola accettabile nei confronti della mamma.
Dopo una decina di giorni, nel corso di una discussione, mi ci ha rimandato con grandissima veemenza e con vera “cattiveria”: a quel punto si è preso un pattone sul sedere. E allora  l’ha capita (ma non è che per questo i nostri rapporti si siano rovinati per sempre).

Tipico esempio di addestratore “cattivissimo” alle prese con una sua “vittima”…

Ecco: una volta contestualizzato a mente fredda l’episodio, senza far tragedie e cercando di capirne l’effettiva gravità, dovrete anche valutare le possibili reazioni.
Si può benissimo ottenere che “non succeda mai più” semplicemente “spiegando” al cane, in modo chiaro e comprensibile per la sua mente, che non siamo disposti a farci ringhiare né mordere. Quando il cane è rimasto mortificatissimo dalle conseguenze della sua azione, può benissimo darsi che questo sia sufficiente.
Se invece mostriamo paura, se gli giriamo alla larga, o peggio se ci precipitiamo ad accondiscendere ad ogni sua richiesta per paura che “ci rifaccia”… allora avremo preso la peggior china possibile, perché il cane si convincerà che il ringhio e/o il morso sono armi efficacissime da usare contro di noi.
In questo caso, checché ne dicano i buonisti disneyani,  l’unica reazione davvero risolutiva è quella che ho avuto io al secondo vaffanculo del figlio. Ovvero, è assolutamente necessaria una correzione più convincente (che può andare dalla sgridata solenne al pattone sul culo: non serve certo mettersi a fare kung fu, né impiccare o strangolare il cane).
Solo che, buonisti o meno buonisti, molti hanno paura che il cane, di fronte a una reazione di questo tipo, morda in modo serio (anche perché è innegabile  che un cane di quaranta chili metta un po’ più di soggezione di un bambino di cinque anni).
Se abbiamo questo timore, la cosa più giusta da fare è filare prima possibile NON dal veterinario, nè “normale” nè comportamentalista  (perché un cane a cui sono girate le palle, o che ha pensato bene di poterci comandare a bacchetta, NON è forzatamente “malato” e quindi non ha bisogno né di un medico, né di uno psichiatra), ma da un addestratore professionista specializzato in casi di aggressività.
L’addestratore – checchè raccontino i cinofilosofi – NON è un torturatore di cani: è, appunto, un professionista che dovrà  (e saprà):
a) spiegarvi per filo e per segno qual è il problema, identificandone anche l’effettiva gravità (che il proprietari sono SEMPRE, immancabilmente portati a moltiplicare per millemila);
b) spiegarvi per filo e per segno se lo ritiene risolvibile e come pensa di risolverlo.
A questo punto sarete voi a decidere se accettare o meno la terapia proposta. Se vi dice qualcosa tipo: “no problem, mo’ lo raddrizzo io a calci nel culo!” siete ampiamente autorizzati ad andarvene e a cercare qualcun altro. Ma un professionista capace e competente non vi dirà mai così: vi dirà invece quale percorso intende seguire per riportare il cane ad uno stato emozionale corretto. E voi potrete decidere se il percorso vi convince o meno.
Può darsi che vi si chieda di partecipare ad ogni step del programma, così come potrebbe darsi che vi si chieda di lasciare lì il cane e di tornare dopo qualche tempo: in alcuni casi l’allontamento dalla famiglia e dall’ambiente in cui si è instaurato il problema diventa quasi obbligatorio per arrivare alla soluzione. Con l’addestratore dovrete instaurare un rapporto di fiducia, quindi non dovreste mai avere l’angoscia dell'”oddio, chissà cosa gli farà quando non vediamo”.
Anche questi sono pregiudizi ridicoli: un professionista competente fa quello che deve fare. Fa quello che serve.
E il modo migliore per capire come lavora è parlare con altre persone che si sono rivolte a lui ed osservare i loro cani: se li vedete allegri, sereni, scondinzolanti e collaborativi, saprete che quella persona lavora in modo corretto ANCHE se in qualche caso deve usare una correzione (che non sarà mai data “per divertimento”, per il sadico gusto di fare del male al cane, ma perché è necessaria per il suo bene. Perché l’alternativa potrebbe essere quella di ritrovarsi un cane che non ha mai preso una pacca sul culo, ma che si riduce come il border collie delle foto sopra).

Altro crudelissimo addestratore che tortura il cane con l’attivazione mentale… (notare l’aria afflitta del cane!)

La bacchetta magica, purtroppo, non ce l’ha nessuno.
Ci sono cani recuperabilissimi “con le buone” e ci sono cani che hanno bisogno di interventi più decisi: esattamente come succede ai bambini.
Certo, è vero che un cane gestito in modo corretto fin dalla più tenera età non arriva praticamente MAI ad aver bisogno di interventi forti: se c’è arrivato, nove volte su dieci, è perché avete sbagliato qualcosa voi.
Però dovete convincervi che sbagliare non significa essere degli idioti, né dei falliti, né dei pessimi proprietari: si solito significa solo essere stati impreparati a un tipo di impegno che si riteneva più “leggero”.
E se c’è qualcuno ad avere davvero delle colpe, è la nostra società che continua a promulgare la retorica di Fido e che non si occupa MAI di fare vera cultura cinofila, a partire dalle scuole e arrivando alla TV, dove ci fanno vedere Millan  o la Stilwell che (ognuno a modo suo) “recuperano” cani, ma nessuno si preoccupa di mostrarci come rendere un cane equilibrato e sicuro, senza nulla da recuperare.
Avere un cane aggressivo, o comunque un cane problematico, non è una “colpa”: non vivetela come tale.
E’ vero che avrete probabilmente sbagliato, ma non è un peccato mortale e non c’è niente di cui vergognarsi.
CREDETE fortemente a questa verità. Dopodiché, come fareste in qualsiasi altro campo della vostra vita, appoggiatevi alle persone giuste per risolvere un problema che si è rivelato più grande di voi.
Ora so già che qualcuno balzerà su a dire che “il cane è un essere vivente e non un oggetto”….ma sto per farvi dei semplicissimi esempi, senza sottintesi antietici o specisti. Gli esempi sono questi: se bucate una gomma e non siete in grado di cambiarla, chiamate l’ACI o vi scavate una fossa sotto la macchina per la vergogna? Se vi si rompe la lavatrice e si allaga la casa, chiamate un tecnico o cambiate casa e magari Paese per non ammettere di non saperla aggiustare?
Anche se il cane è un essere vivente – e per carità, nessuno si sogna di negarlo! – sta di fatto che la sua educazione è complessa e richiede conoscenze tecniche, più o meno come la lavatrice…con la differenza che nel caso di un essere vivente ci vogliono anche conoscenze etologiche, psicologiche e così via.
Insomma, il punto è questo: educare un cane non è facile ed esistono (molti) cani che non sono “alla portata di tutti”.
Purtroppo nessuno ce lo spiega mai (allevatori compresi, in molti casi) e quindi ci ritroviamo, a volte, ad affrontare qualcosa che si “è rotto” (il nostro rapporto) e che  “non sappiamo aggiustare”.
Per fortuna, però, ci sono i tecnici, ed è a loro che ci si deve rivolgere.
E l’importante è scegliere quelli giusti, non quelli “di comodo” (ovvero quelli che tacitano la nostra coscienza e che ci offrono la pastiglietta magica per risolvere tutto), né quelli che ci vengono suggeriti dalla moda del momento.
Perché  altrimenti è come chiamare il salumiere per aggiustare la lavatrice.

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165 Commenti

  1. Io penso che per gli psicofarmaci, funzioni come con le persone: a volte servono.
    Darli ad capocchiam come scorciatoia per problemi che si possono risolvere in altri modi, ovviamente, é da delinquenti.
    Idem per la castrazione, in Francia la consigliano come fosse un vaccino, anche solo per calmare il cane che tira al guinzaglio.
    E infatti mi é stata consigliata da un educatore, insieme ai fiori di Bach, perché il mio cane era indisciplinato al guinzaglio…
    Ho tra le mani un cane esuberante e attivo ( grazie al picchio… un mezzo border collie ) e fetente.
    La prima ( e unica ) volta che mi ha pinzato ho pensato “ma tu guarda sto stronzo”.
    Non mi sono vergognata, ma lo sconforto é stato immenso e mi sono proprio ritrovata in questo articolo, che credo descriva perfettamente lo stato d’animo di chi viene tradito dal fetente.
    Purtroppo non gli ho potuto dare nessuna montessoriana pacca sul sedere.
    Ribadisco “purtroppo” e rivendico il diritto di avere l’impulsivo desiderio di reagire con aggressività.
    Ma non l’ho fatto, sia perché il mascalzone era mortificato “CEEEE CHE HO FATTO??? NOOOOOO”, sia perché chi l’aveva prima di me l’ha ricoperto di botte che ha paura di me se non lo picchio, figurati se lo faccio…
    Non l’ho nemmeno castrato.
    Non gli ho dato regole perché le aveva giá ( mi chiama la Rottermaier -.- ).
    Non l’ho potuto portare da nessun esperto e mi é toccato rimboccarmi le maniche e capire per quale motivo abbia avuto l’esigenza di comunicare con un ringhio.
    Non ci é voluto molto: da bravo cane maltrattato, é insicuro e non si fida manco di me ( bel ringraziamento ).
    Su Cesar Millan io non ho una terribile opinione, ho visto varie puntate, con molti cani usa metodi non coercitivi e sugli altri non posso biasimarlo, visto che di solito sono bestioni con sviluppata aggressivitá e che se lo mangerebbero in un boccone.
    A me sti metodi gentili sempre e comunque danno un po’ la nausea, se c’é un mastino che mi dice che il bocconcino posso mettermelo su per la via d’uscita, io propendo per il metodo eestiicatsi.

  2. Ho avuto cani tutta la vita è ultimamente mi ritrovo con un trovatello di 9 mesi di cui sono innamorata persa proprio per il suo carattere “difficile” da gestire. È’ un meticcio di taglia media e assomiglia ad un incrocio tra un pastore tedesco è un rottweiler. L’ho trovato in condizioni difficili, aveva circa 3 mesi era spaventatissimo ma già dava segni di indipendenza e dominanza. È molto diffidente con le persone ( sopratutto con i maschi) e non permette a quasi nessuno estraneo di toccarlo. È territoriale e possessivo ma buono con gli altri cani. Dopo i primi episodi di aggressività molte persone mi hanno invitato a rivolgermi ad un veterinario perché quel cane mi avrebbe fatto passare dei guai. Un veterinario mi ha consigliato subito i farmaci e la castrazione ma io mi sono rifiutata. Un altro veterinario mi ha indirizzato da un comportamentalista che mi ha dato dei consigli su come gestire il cane e mi ha anche detto che comunque il cane non era matto ma che questi atteggiamenti rientravano in una casistica di aggressività media che poteva essere corretta. Io non sono brava a imporre certe regole infatti, contrariamente a come dovrei, lo faccio dormire sul letto perché ho piacere ad averlo li con me, però sono ferma su altri “no”. A volte ringhia e mostra i denti anche a me quando lo accarezzo, ma io non mi lascio intimorire, anche perché non ho paura, gli dico no, poi mi rivolgo a lui con calma e dolcezza e allora lui si calma. Rispetto al passato il cane è molto migliorato e questi episodi ora sono più sporadici. Penso che con un cane così ci voglia molta attenzione e pazienza, ma le soddisfazioni che ti dà sono grandissime. Alla fine sono come gli uomini: i più difficili sono quelli che ti fanno innamorare.
    A.B.

  3. Ma che bello questo sito! Ho digitato su un motore di ricerca “problemi con cane” e sono stata indirizzata qui. Ho letto un po’ di articoli e sono incappata in questo. Non è recentissimo, ma lo stesso inserisco una richiesta di aiuto per il mio problema.
    Ho un cucciolone di 8 mesi, meticcio peso attuale 30 Kg, portato a casa a 50gg (ora capisco…), ma da subito portato da un educatore, prima il corso di educazione cuccioli, poi il corso di educazione avanzato, ora il corso di gruppo. Il mio cucciolone non ha particolari problemi, socializza bene con umani e altri cani, è stato sterilizzato da poco, prima che raggiungesse la maturità sessuale proprio per evitare qualsiasi pulsione, insomma, non dà particolari problemi ma qualcuno si. Quello più grave è il morso: premetto che è un cucciolone molto esuberante, attivo e reattivo. Vive in casa ma abbiamo anche il giardino, dove passa qualche ora al giorno ma non tutti i giorni, quando siamo impegnati fuori casa tutti in famiglia. Viene portato fuori due o tre volte al giorno anche più di un’ora alla volta. Al guinzaglio non è il massimo, ma è gestibile (tranne quando c’è vento: allora è eccitatissimo). Due o tre volte alla settimana lo portiamo al parchetto e gioca con tutti i cani. Non ha mai mostrato aggressività, nè con altri cani nè con umani ma… morde per gioco, e se il gioco è un gioco tranquillo, morde piano, mentre se il gioco e più “attivo” tipo giocare con la pallina con la corda, o con il salamotto, capita che invece di prendere la pallina o il salamotto prende la tua mano o il braccio e fa male! Secondo problema: di sera, dopo la passeggiatona di almeno un’ora e dopo che ha mangiato il suo ciotolone di crocchette, si anima e vuole a tutti i costi giocare. Allora io magari sono seduta sul divano (sono ormai le 22.00 di sera) e ringhia (ringhio di gioco), o abbaia, morsica il cuscino del divano (sul divano gli abbiamo insegnato a non salirci e non lo fa, ma in questi momenti ci sale con le zampe anteriori) e se lo porta in giro per tutta la casa, insomma, la sera è incontenibile e allora io, che a quell’ora sono uno zombi barcollante, o gli do un osso di pelle di bufalo, così sta buono nel suo kennel a mordicchiarlo, oppure lo chiudo nel kennel. Che altro posso fare? E’ giusto così? Mi sembra di essere costante, ma è così OGNI SERA e non vorrei davvero passare i prossimo 15 anni a lottare con il cane la sera… Altro problemino: da cucciolo mordeva e tirava il guinzaglio, al che l’educatore ci ha consigliato di utilizzare un guinzaglio con la parte terminale a catenella. Effettivamente ha funzionato, anche se a volte lo morde ancora, la parte di nylon, naturalmente. C’è qualche altro sistema per fargli perdere completamente questo vizio? Mi piacerebbe poter passare al bellissimo guinzaglio di cuoio che ho acquistato ma rimesso nell’armadio dopo alcuni morsi e stattonate. Ultimissima richiesta di suggerimento (man mano che scrivo mi vengono in mente): non “lascia” nulla. Qualsiasi cosa abbia in bocca non lo lascia, vuole solo giocare al tira e molla. Abbiamo provato con alternative (altri giochi, bocconcini), sempre associati al comando “lascia”, ma non c’è verso: quando ha in bocca qualcosa non lo molla fino a che non ha perso interesse.
    I consigli che ci da l’educatore/addestratore li seguiamo tutti, ma quelli relativi a questi problemi non hano funzionato, se non parzialmente (tipo quello del guinzaglio) quindi Valeria, se puoi, aiutaci….

    • Liliana, dalla tua descrizione mi sembra di vedere un cane che si comporta da cane… anzi, da cucciolone (cosa che peraltro è!). Mi dispiace che il tuo educatore non riesca a superare questi problemini, che sono davvero cose da “ABC” dell’educazione: ma l’unico consiglio che posso darti, se così stanno le cose, è quello di provare con un altro campo e con altre persone. Perché da qui, non vedendo il cane e non sapendo esattamente quello che fa, potrei dirti solo cose generiche. Se ti dico che il cucciolo deve imparare semplici comandi come “piano”, “lascia” eccetera… tu mi rispondi “bella forza, ci arrivavo anche da sola: ma come si fa?”
      Ecco, il problema è proprio questo: non posso insegnarti “come si fa” da un commento… ma non è neppure facilissimo spiegarlo per iscritto quando si ha tanto spazio a disposizione (tipo un libro 🙂 ). Ci vuole qualcuno che ti faccia vedere “dal vivo”, e non solo: anche qualcuno che sappia adattare metodi, strumenti eccetera al singolo “personaggio”, perché i metodi “buoni per tutti i cani” non esistono.
      Quindi torniamo al punto di partenza: se l’educatore da cui vai non è in grado di risolvere i tuoi problemi, cambia educatore… però dopo ver fatto un bell’esamino di coscienza, perché a volte mi sento dire che il signor X “non mi ha risolto nulla”, e poi scopro che il signor X ha dato tutte le indicazioni giuste… ma il proprietario del cane ha continuato a fare di testa sua. E allora il povero educatore non può proprio essere accusato di nulla! 🙂

      • Cara Redazione (ma sei Valeria?) hai ragione. Ti faccio un esempio pratico sul “lascia”. Campo di addestramento, gioco con salamotto. L’addestratore usa il salamotto come preda (legato a una corda), Loky lo rincorre e lo prende in bocca. L’addestratore avvicina il salamotto alla sua gamba e lo tiene fermo con le due mani. Dopo poco Loky lo lascia “Ecco” mi dice”basta tenerlo fermo contro di sè, così non è più una preda e il cane lo lascia”. Provo a casa. Risultato: Loky che rimane appeso al salamotto anche se io lo tengo fermo con tutte le mie forze contro la mia coscia e continua a tirare. Altro suggerimento dell’addestratore: ha in bocca il salamotto o la pallina, prendi in mano quello che ha in bocca, digli “lascia” e nel frattempo gli fai vedere l’altra mano con un altro gioco o con un bocconcino, se il cane lascia quello che ha in bocca allora lo premi con l’altro gioco o con il bocconcino, dicendo “bravo”. Fatto al campo e funziona, fatto a casa no. Anzi, ha funzionato una volta sola: avevo un bocconcino in mano e volevo farmi restitiure il salamotto. Ho detto “lascia” Loky (comicissimo) aveva in bocca il salamotto ma con gli occhi guardava il bocconcino, trabuzzandoli, ha fatto tanto tirare che mi ha leggermente sbilanciata e il bocconcino mi è caduto a terra. Allora Loky ha lasciato il salamotto e si è fiondato sul bocconcino… ma questo non so se vale! Mi sa che il problema non è l’educatore/addestratore, ma sono io a essere imbranata! 🙂

  4. Salve, complimenti per il sito…lo trovo molto incoraggiante e istruttivo ed è importante visto che oggi nel nostro paese è così difficile ottenere informazioni affidabili su come muoversi quando si ha in casa un cane problematico.
    Vi racconto la mia storia…cercando di rendere ben chiara l’idea..
    Sono un appassionato di cani, ne ho avuto sempre da quanto ero piccolo di razza e non…poi ho avuto negli ultimi anni un boxer a cui mancava solo la parola…ottimo cane guardiano, fedele nn aggressivo che viveva in simbiosi piena con me…era uno spettacolo davvero..purtroppo mori di lesmaniosi…cosi dopo un pò di tempo e altri due cani decisi di riprendere un altro boxer tigrato molto somigliante all’altro che mori. Questa piccola boxer è leggermente + aggressiva ma sottomessa in famiglia e molto giocherellona..nn è capace a mordere.
    Sette mesi fà invece mi è venuta la brillante idea di regalarmi un Corso maschio nero bellissimo, l’ho preso quando aveva due mesi e all’inizio era un cucciolone giocherellone, tranquillo e tomo tomo…questo fino a 4 mesi, lo portavo dovunque in giro e nn mi dava problemi fino a che un giorno mentre stavo dai miei per poco nn azzannava mia nipote di 4 anni la quale lo stava solo accarezzando. Da quel preciso istante ho iniziato a perdere la fiducia nel mio cane… + passava il tempo + mi dava problemi fino ad oggi, praticamente ora vivo nella paura che sto cane possa fare qualcosa di brutto nn tanto a noi in famiglia quanto alle persone che nn conosce…anche se a volte ne ho paura anche per noi sinceramente. Oggi mi sto recando presso una struttura ENCI con un addestratore che mi sta aiutando e sembra che qualche miglioramento ci sia, anche se forse è ancora troppo presto…Attualmente nn posso portarlo in nessun luogo publico, perchè appena vede una persona anche a 100 m di distanza vuole morderla per nn parlare di altri cani o gatti…così quando voglio farlo uscire sono costretto a scegliere posti isolati…ma ho sempre il terrore che possa succedere qualcosa…di brutto con altre persone o animali. L’addestratore mi dice di stare tranquillo che il cane è recuperabile, ma fino ad ora comunque quando lo porto al centro continuo a mettergli la museruola perchè diventa ingestibile, nell’ultima lezione l’addestratore è riuscito a prenderlo a guinzaglio e a condurlo senza comandi…ci si è sdraiato accanto sembrava tutto tranquillo ho pensato…ok è fatta..c’è riuscito a farlo stare tranquillo…così ho riportato il cane in macchina, dopo 10 minuti sono ritornato nel campo…e sto delinq…ha aggredito di nuovo l’addestratore…e a stento sono riuscito a tenerlo dato che pesa 45 kg ed ha una forza incredibile…meno male aveva ancora la museruola.
    Alla fine l’addestratore mi ha risp. che la reazione era normale perchè nel frattempo si era fatto buio pesto e c’erano condizioni ( buio, altri cani che abbaiavano, ecc ) che rendevano possibile questa reazione.
    Oggi continuo a seguire questo programma di rieducazione, anche se…ho dei dubbi e la paura che sto cane possa continuare a comportarsi male…e spero nn si rivolti mai a me o mia moglie…ho anche paura che un giorno che avremo un bambino in casa possa creare problemi anche in questo senso….mi sento frustrato so che probabilmente che la colpa e mia che come un cretino ho preso un cane che avrebbe avuto bisogno di un padrone con più esperienza con questa tipologia di cane. Ora nn sò cosa fare e come comportarmi, quando lo sgrido mi guarda con una faccia che nn sò descrivere…quasi come se stesse pensando…mo a questo glielo dò proprio un morsetto…e spero stia pensando solo ad un morsetto. Durante la prima lezione, l’addestratore me lo ha fatto condurre a guinzaglio…il cane tirava e nn mi seguiva…l’addestratore mi ha detto di forzarlo così ho fatto…per un quarto d’ora circa con questo tira e molla con il guinzaglio…lui si lamentava come un bambino…poi mi ha dato un bel morsetto sul mio posteriore…senza troppi danni…nn ha stretto però….l’intenzione c’era, come risposta gli ho dato una bella botta sul muso…ma nn è nella mia indole maltrattare il cane, anche se in quel caso penso ci voleva..così come detto dal mio istruttore.
    Ora nn metto in dubbio l’esperienza dell’istruttore, che mi sembra molto preparato e competente dato che è un istruttore ENCI, però nn posso far a meno di pensare che se questo problema nn si risolve…sono davvero nei guai, un cane di queste dimensioni non è uno scherzo, a pensare che quando mi informai sul carattere del cane Corso la maggior parte dei siti specifici di questa razza, lo discrivono come un cane equilibrato e tranquillo con persone e bambini…che si attiva solo al momento giusto ma mai aggressivo. Macchè il mio diventa un leone solo se vede una persona da lontano. Denuncio solo questo, i siti che spiegano il carattere di determinate razze dovrebbero scrivere che il corso non è un cane per tutti…e che va gestito con pugno fermo..non è un gioco ma un’arma. Spero di poter uscire da questa situazione nel migliore dei modi…senza dover arrivare a scelte estreme, amo gli animali e soprattutto i cani..nn farei loro mai qualcosa di male..però in questo caso penso alle conseguenze. Datemi un consiglio, come posso uscire da quest’incubo? nn prenderò mai + un cane così…
    Se qualcuno di voi lo vuole..sono disposto a cederlo..anche se dovessi pagarne le spese di addestramento per farlo abiduare ad un’altra persona. Grazie.

  5. ho scoperto solo ora questo sito, sono rimasta sconvolta perchè al mio cane la vet comportamentista gli ha prescritto la fluoxetina. mio figlio ha comprato un bull terrier in un negozio , se ne è subito innamorato, aveva 6 mesi (forse). Proveniva da un paese dell’est, quindi forse tolto subito alla mammma, poi il vet ha rifatto le vaccinazioni impedendoci di portarlo fuori, quindi non ha socializzato. Risultato è diventato aggressivo in casa, specialmente con mio marito che da subito l’ha rifiutato proprio per il suo carattere a suo dire aggressivo, se vede altri cani fa il pazzo, ha aggredito un cane al guinzaglio di ina signora anziana, per fortuna senza danni per il cane e per la signora, in strada tira come un pazzo, abbaia ai motorini, alle macchine, ma non sembra aggressivo con le persone, si gira su se stesso mordendosi la coda, morde sedie e poltrone. Conclusione: due educatori ( non professionisti), una vet comportamentista che gli ha subito prescritto i farmaci ma anche alcune regole di comportamento che stiamo seguendo. Devo dire che il cane si è calmato abbastanza ma non è scimunito, ora è docile ai comandi, gioca con gioia, cammina in modo più calmo, senza tirare, usiamo però il collare a strangolo, è sempre però ancora aggressivo con i cani. In verità devo dire che evitiamo di farlo avvicinare agli altri cani, però così non socializza mai, ma ho paura che possa aggredirli. a volte in strada gli mettiamo la museruola. Anche se ci drea tanti problemi lo amiamo molto e vorremmo che lui fosse un cane felice e potesse giocare come tanti altri cani. Sono molto dispiaciuta perchè penso che non riusciremo ad ottenere buoni risultati. la vet ci ha raccomandato di insistere con la terapia comportamentale prchè poi gradatamente eliminerà i farmaci. Il cane è attivo e più recettivo agli insegnamenti, anche se ci sarà tanto da lavorare. Ora un altro cpmortamento che non so gestire è che quando torniamo da una passeggiata e lo faccio risalire in macchina mi ringhia e non vorrebbe salire. Ho pensato che non vorrebbe ritornare a casa ma come posso fare? Grazie per le risposte che vorrete darmi, vi seguirò costantemente.

  6. guarda, io non sono sta grande esperta…ma mi pare un problema di gerarchie(se ho detto una cavolata correggetemi please).hai provato a sentire un educatore/addestratore?far vedere il cane da qualcuno esperto? forse è la cosa migliore 🙂

  7. ciao valeria ti scrivo per sapere se hai una soluzione al mio problema!!! mi hanno regalato un cocker di 1 anno lui e affettuosissimo gioca con me vuole coccole ecc. pero la notte si trasforma mia madre non uo alzarsi neanche per andare in bagno che lui ringhia molto ferocemente, questa mattina mio padre l ha visto che stava salendo sul tavolo l ha sgridato scendi e lui gli ha morso la mano, dopo poco mia madre doveva andare ad aprire la finestra e gli ha ringhiato di nuovo! ( premetto che mio padre torna tardi la sera e cena quando torna quindi il tavolo e rimasto apparecchiato ma senza il cibo) quando poi sono sceso io e tornato il cane di sempre a me in 3 giorni non ha mai ringhiato ai miei genitori si!! cosa posso fare? ti chiedo aiuto senno mio padre mi fa riportare il cane dalla ragazza che me l ha regalato
    grazie in anticipo attendo tue informazioni

    • Roberto, non posso certo aiutarti da lontano a risolvere un problema di aggressività: bisogna vedere il cane, conoscere la famiglia, capire le cause scatenanti. L’unico consiglio che posso darti è quello di trovare un educatore BRAVO e di affidarti a lui.

  8. Beh nessuno è perfetto, ma dato che amo il mio cane adotterò un nuovo comportamento, perché si merita il meglio da me. Ma non credo di aver dato dell’ignorante a nessuno in questo sito o usato un linguaggio volgare. L’ho trovato dentro un cassone dell’immondizia, in un sacco di plastica, avrei potuto tirare diritto, come tanta gente fa, ma l’ho preso con me e non voglio nessun applauso per questo, ma perché il pensiero, che una creatura tanto innocente, possa subire un trattamento riservato ai rifiuti, mi da il voltastomaco e credo che le cose si possano dire in altro modo, per cercare di far capire l’errore e non sputando sentenze, non c’è bisogno di darmi del disinteressato e tanto meno, che non mi sia posto delle domande su come relazionarmi con lui. Errare è umano, e so benissimo di aver sbagliato. Io l’ho preso con me, perché possa avere una famiglia, ed è amato da tutti qui e so che se lo merita. Il mio unico rammarico è di non aver potuto salvare uno dei fratellini. Purtroppo si era ammalato dopo pochi giorni e non ce l’ha fatta, perché era troppo debole. La ringrazio vivamente dei consigli che mi ha dato. Darò un occhiata nel sito. Grazie Mille, Davide

  9. Perdonatemi, forse mi sono espresso male. Con “botte” non intendo massacrare di legnate il cane. Ma come “sculacciate”. Come si danno ad un bambino che va oltre il limite, e dove un ceffone non fa male, ma “dovrebbe” far capire che è “no punto e basta”, dove hanno fallito le parole e ci vuole qualcosa di più.

    • Rimane un’emerita ca**ata.

      Se il cane non obbedisce, non sono le parole che hanno fallito, ma sei tu, perché non hai capito assolutamente niente (né evidentemente ti sei mai interessato o posto la domanda) di come ci si rapporta ad un cane, come “ragiona” un cane, come farti considerare “leader” dal cane.

      Il cane è un animale complesso e intelligente, mica un essere idiota che si deve raddrizzare a sberle.

      Se sei disposto a fare un passo avanti, il che include per primissima cosa, piantarla IMMEDIATAMENTE con gli sculaccioni, fatti un giro in questo sito, ci sono tantissimi articoli e consigli per costruire un rapporto degno di tale nome con il tuo cane.

      Direi che se lo meriterebbe, finalmente.

  10. Grazie mille, questo articolo mi ha aiutato molto a capire determinati comportamenti del mio Artù e perché li fa! Mentre leggevo ho capito immediatamente che la situazione descritta era la mia! In famiglia da soli 3 anni è arrivato appunto il mio Artù, lo abbiamo trovato in un cassonetto insieme a tutta una cucciolata. Essendo un neopadrone non sapevo esattamente come incominciare e così chiedevo agli amici con cani, come muovermi. Tutti mi dicevano che le “botte” erano necessarie per fargli capire alcuni comportamenti “questo no” “questo si”. Ma dopo aver letto questo articolo ho capito e riconosciuto che ho sbagliato fin dall’inizio. La causa dei suoi ringhi quando lo costringiamo, per esempio, a scendere dal divano, quando cerchiamo di non farci mordere nel tentativo di sfilargli un calzino. Tutto questo è perché NOI lo abbiamo educato male! Chi lo faceva stare sul divano e chi invece no, perchè commossi dal suo sguardo da cucciolo. Chi gli dava il biscottino dopo qualsiasi cavolata, e chi invece credeva che fosse un premio. Il piccolo Artù da più retta a me che al resto della famiglia. Ringhia e “mordicchia” più facilmente, alla mia sorellina e a mio fratello, ma nell’ultimo periodo anche a mio padre e mia madre. Con me leggermente di meno, forse perché sono l’unico che ha alzato le mani, ma non è questo che voglio, alzare le mani. Il mio problema è che ringhia anche senza motivo (questo ovvio lo dico io, ma ho capito che c’è un motivo preciso) ringhia se entri a prendere una cosa nella cabina armadio, esce da dietro gli armadi e ti ringhia venendoti in contro e la mia sorellina si prende sempre dei colpi. Potete darmi voi dei consigli su come agire, su come comportarmi per aiutare il mio Artù e tutta la famiglia a vivere tranquilli. Che cosa dobbiamo modificare nei nostri comportamenti?

    Grazie Mille, Davide

    • Non so se mi fa più tristezza o più rabbia il fatto che se degli ignoranti come bestie ti consigliano di prendere a botte un cucciolo non ti viene da solo il dubbio che sia un’EMERITA CA**ATA!

  11. Anch’io non darei l’osso subito dopo aver preso la manica, può essere considerato come: Prendo la manica e vinco un premio. Considera che un cucciolo è un po’ come un bambino, sono un po’ dispettosi anche, a volte ti tirano matta solo per vedere fino a che punto possono spingersi, ti mette alla prova. Non userei nemmeno la chiusura nel kennel come punizione altrimenti darai una connotazione negativa ad uno strumento che può servire ad altri scoppi, magari dovrai chiuderlo dentro per altri motivi e lui lo prenderebbe come una cosa negativa, potrebbe dimostrare ansia o aggressività.
    Da quello che ho notato nei cuccioli, quando inizia un comportamento negativo, provi a non parlargli, perché anche le parole potrebbero essere un incentivo, anche se è un “No”.
    Più che movimenti o parole quello che loro sentono tanto è la energia che hai, se ti innervosisci e ti agiti loro lo sentono e si agitano ancora di più. Quando inizia a mordere o tirare i vestiti, ti volti verso di lui e con la mano, magari all’altezza del petto o torace lo allontani, non spingere in modo brusco, non devi farlo cadere, piuttosto devi limitare, o contenere la sua irruenza, lui cercherà di morsicarti la mano, continuerà a lottare per un po’, tu non reagire, non parlare, fissalo e tieni la mano, a limite spostala solo per evitare che lui ti morda. Sarà lunga a seconda della ostinazione del cucciolo, qualcuno si arrende subito, altri impegnano più tempo, se diventa troppo agitato puoi anche cercare di tenerlo sdraiato, senza soffocarlo o costringerlo in modo violento, ma come fanno anche i cani quando un cucciolo li rompe le scatole, non so se avete visto, gli mettono sopra una zampa o li tengono con la bocca, non gli fanno male, ma sanno instintivamente come calmarlo.
    Quando lui si sarà calmato e quindi non proverà più a mordere, allora puoi dargli un premio e il vostro rapporto si rafforzerà perché lui capirà che ha dei limiti e tu sei in grado in imporli. Come dovrebbe farlo un bravo padrone.

  12. Grazie mille per i consigli. Proverò e insisterò finchè non impara, ogni tanto mi dimentico che è un cucciolo e pretengo cose che ovviamente ci mette del tempo per imparare, utilizzando un gioco. Non credo che vada bene usare un osso perchè forse così facendo lo premio e lo invoglio a continuare, vero? Il kennel non ce l’ho, vedrò di procurarmelo, in alternativa cosa posso fare? Utilizzerò inoltre un altra parola.
    Grazie ancora per il prezioso aiuto e buona giornata

  13. Buongiorno, approfitto anche io della disponibilità per domandare alcuni consigli su come gestire il mio cucciolo di 5 mesi. Premetto che è il mio primo cucciolone e che ho cercato di informarmi come educarlo al meglio ma ovviamente le lacune e i dubbi sono tanti. Arrivo al sodo, i quesiti sono 2:
    1)fin da piccolino ho cercato di far giocare il cucciolo con gli ossini apposta, i giochi con i nodi di corda ma anche con degli straccetti. Il gioco che mi sembra preferisca è il classico “tira e molla” che però pretende di fare anche con le maniche delle maglie che indosso. Ovviamente devo lavorare per farlo smettere; qual’è il metodo più efficace? io vado con il classico “NO” ma ancora non ha smesso
    2)quando vuole giocare, o alla fine del gioco (per me, ma evidentemente non per lui)mi abbaia e se lo ignoro mi rincorre cercando di mordermi, con l’intento di richiamarmi credo non con volontà di farmi male. Spesso mi prende o sul sedere (potete ridere…) o nelle gambe. Qui sono decisamente in difficoltà perchè non so proprio come gestire la situazione. Io ripeto sempre “NO” ma non funziona.
    Cosa posso fare? Grazie mille per l’aiuto che potrete darmi

    • Uhm… un po’ difficile risponderti senza vedere effettivamente come si comporta il cucciolo. Provo a darti qualche suggerimento così a naso:
      a) dire “NO” e basta, se non sortisce alcun effetto, evidentemente non è sufficiente perché il cucciolo in quei momenti va “fuori giri”: quindi oltre a dirgli “NO” (nel senso di “no la manica”, devi dargli un’alternativa: no la manica, sì il giochino. Glielo fai vedere e glielo dai al posto della manica.
      b) se non riesci a gestire il fine-gioco, utilizza un kennel. Dagli un ordine diverso dal “NO” (che significa “non cominciare a fare una cosa”, e non “smetti di fare una cosa”), per esempio “basta”, o “stop”: se non si calma, lo prendi e lo chiudi nel kennel e lo lasci uscire solo quando si sarà messo tranquillo.

    • Io con la mia (pit presa a 1 anno da canile, molto peperina) ho risolto semplicemente smettendo di interagire con lei ed avendo tanta pazienza (inizialmente). Dopo un po’ha capito che fare la sua cosa preferita (saltare come una pazza/fare tira e molla) è possibile solo quando sono io ad iniziare e che quando smetto non c’è modo di ricominciare per sua iniziativa.

      Sono serviti a molto anche i vari esercizi di autocontrollo ed insegnare un lascia fatto bene. Ora ha 4 anni e mezzo e fa il lascia anche se è appesa alla corda e molto eccitata.

  14. Salve Redazione, volevo ottenere un consiglio per quanto riguarda il comportamento del mio cane. Sia io che il mio compagno adoriamo giocare con lui ad una specie di lotta in cui ci si rincorre, lui ci mordicchia e poi noi rincorriamo lui. Magari ci tuffiamo anche a terra e lui ci sale di sopra mordendo.
    Tutto cambia quando in questa specie di “lotta” lui non è coinvolto. ieri io e il mio fidanzato abbiamo fatto finta di litigare e picchiarci, e il cane per risposta si è alzato e ha morso il mio compagno emettendo un ringhio! Non era un morso cattivo, infatti non gli ha causato assolutamente dolore, ma sembrava quasi avvertirlo che doveva smetterla! Poi ho provato a simulare io della violenza sul mio ragazzo: lui faceva finta di ripararsi con le mani e io fingevo degli schiaffi. Stessa reazione: morso con ringhio prima a me e poi a lui (ma particolarmente si accanisce contro il mio compagno, anche se in teoria è lui il vero “capobranco”, dato che è quello che trascorre più tempo col cane, che lo segue di più).
    Pensa che sia una cosa di cui dobbiamo preoccuparci o è assolutamente normale?

    • Il comportamento del cane è normalissimo: il vostro (scusa la franchezza) un po’ meno. Mi spieghi per quale motivo dovete confondere le idee al cane fingendo di aggredirvi a vicenda, inducendolo così a “difendere” un membro del suo branco dall’altro? Gli state causando uno stress inutile e stupido. Finché si gioca, si gioca: e va benissimo farlo anche con lui, che evidentemente “morde” per modo di dire, ovvero gioca, appunto (in caso contrario sareste già finiti al Pronto Soccorso). NON va bene per niente fare questi “test”, ari-scusa la ari-franchezza, decisamente cretini, che gli fanno pensare che il vostro branco sia instabile e che quindi non possa dargli la sicurezza che merita, oltre a stimolare la sua aggressività.
      Quindi: preoccupatevi, sì. Ma del vostro comportamento, non del suo!

      • Ok,forse ho dimenticato di dire che sono stati un paio di singoli episodi: non stiamo lì a fare queste scemate ogni giorno 🙂
        Grazie comunque, ci staremo più attenti.

  15. P.s. avevo esordito dicendo che da cucciolo era bruttissimo…ora l’ulteriore problema è che è diventato uno spettacolo, corpicino da dieci chili tutto nervi e peli sparati dappertutto,inconfonbili avi spinoni e grandi occhi dolcissimi…sembra un cartone animato , e faccio fatica a far capire alle persone che non è solo un cagnolino bellissimo, ma soprattutto un cane confuso e impaurito….e che vuole stare per i fatti suoi. Io a volte non capisco.

  16. Chi scrive è una con un dito tagliato dalla seconda falange all’unghia e l’altro mozzicato per bene.
    Ho letto questo articolo con voracità, ancora con le lacrime agli occhi per la sorpresa, lo smarrimento, il dolore provato quando Charlie, il mio adorabile incasinato problematico meticcio di nove anni ha deciso di assaggiare la mia mano.,con ringhio annesso.
    Credo che con lui le cose siano state incasinate sin dall’inizio.
    Nove anni fa la sua mamma, cagnetta dolcissima di vicini ultracentenari, viene investita una settimana dopo aver messo al mondo quattro bellissimi cuccioli.
    Io mi preoccupo di aiutare i vecchietti, riesco ad allattare i cuccioli agli orari stabiliti,anche di notte, po loro iniziano a dar via i cuccioli e ne rimane uno bruttissimo, destinato al canile. Nonostante la vita in appartamento lo adottiamo piccolissimo, neanche un mese, perchè tanto i fratelli già sono andati via.
    Cresce con me, lo porto al lavoro talmente è piccolo e bisognoso di attenzioni.
    Non riesco a farlo socializzare con altri cani, se non raramente, perchè nel paese in cui vivo, che cavolo, non ce ne sono e se ci sono rimangono a casa tutto il giorno.
    Litiga per ben due volte con cani molto più grossi di lui che devo letteralmente trascinare via dalla coda perchè altrimenti me lo mangiano. Eppure nonostante odi i cani grandi, riesce a tollerare i cani più piccoli di lui, con alcuni anche a socializzare e giochicchiare, in spiaggia, in montagna, al parco.
    Il veterinario ogni volta che lo vede si stupisce della sua energia e gioia, nonostante varie malattie. Tutti lo adorano e fa le feste a chiunque.
    Entrano i ladri in casa, qualche anno fa, e da lì il mio cane cambia totalmente. Lo picchiano, emorragia interna(ho ancora le lacrime agli occhi) e lui inizia a mordere. Ogni volta che si sente minacciato righia, spesso anche con persone affettuose che vogliono fargli una carezza. Morde mia madre, mia sorella, un ragazzino che, nonostante i nostri avvertimenti, ha voluto lo stesso accarezzarlo mentre ci giravamo per andarcene…e ieri me . Lo stavo sgridando( no! Dicevo, con indice alzato…) e lui ha pensato bene di accanirsi su medio e anulare.
    Prima di leggere questo articolo ero distrutta, ora posso pensare in positivo.
    Durante la sua vita ho cercato di fare tutto in modo corretto, e Charlie, nonostante la poca socializzazione”canina”, era un cane abbastanza equilibrato, forse un po’ vivace,, a volte scatenato nei giochi, ma sapeva tornare al suo posto non appena richiamato, e anche correre libero nei prati senza pericolo che scappasse o si avventasse su chissachè…tornando subito da noi con 7n fischio.
    Ora è un cane instabile, spesso ombroso, si avventa anchecsui cani chevprima erano “amici”, non mi fido più a lasciarlo anche un solo giorno dai miei… non so veramente che fare, e soffro perchè non riesco ad aiutarlo..
    Mi hanno proposto farmaci a cui ho risposto no tassativo, e da allora sono anche timorosa di portarlo da qualcun altro che possa dirmi la stessa cosa. Non so che fare, vorrei poterlo rassicurare, vorrei poter fare una passeggiata senza il cuore in gola( anche perchè adesso c’è un cretino che porta a spasso liberi un boxer e un pittbull…molto dolci, ma non so che farebbero incrociando un Charlie rissoso e aggressivo…) Aiuto, a chi mi rivolgo? Che faccio? Grazie

    • Ilaria, il tuo caso è assai complesso (il cane ha tutta una serie di “squilibri” nati fin dall’infanzia, a cui si sono assommate esperienze negative che l’hanno indotto alle reazioni che descrivi), ma di base c’è una cosa principale: l’autodifesa, che lui interpreta in modo decisamente “sopra le righe”. Innanzitutto sarebbe il caso di verificare le sue condizioni di salute (è stato picchiato anche in testa, per caso? A volte un trauma cranico può comportare problemi caratteriali); poi ti dovrai evidentemente affidare ad un professionista che almeno ti imposti un lavoro che poi potrai continuare anche da sola. Se mi scrivi in pvt (a info@tipresentoilcane.com) e mi dici dove vivi, posso vedere se conosco qualcuno nella tua zona che possa affrontare un caso come questo.

  17. Già dall’inizio ero d’accordo con ogni parola dell’articolo, ma mi sono venute letteralmente le lacrime agli occhi quando citò Cesare Milan.Ormai mi sentivo l’unica a credere che sia un idiota.Sentendo i pareri di grande maggioranza dei proprietari di cani, scopro che sono convinti che ogni cosa che fa quell’uomo sia la soluzione a qualsiasi problema. Insomma, è diventato una specie di messia. Sono d’accordo che a volte ha a che fare con dei cani veramente pericolosi e quindi anche per autodifesa deva usare la forza, ma il 90% dei suoi interventi trovo assurdamente coercitivi e violenti. Se uno ci fa caso alla espressione negli occhi del cane, vede la paura, vede la umiliazione, cercate di paragonarla agli occhi di un cane addestrato con i metodi gentili, prima di tutto è un cane che ti guarda con occhi vivi, si vede chiaramente che è recettivo e pronto, vuole fare perché è bello, e divertente e farà piacere al suo padrone, non perché è costretto con i calci e con gli strattoni.

  18. salto a piè pari tutte le polemiche e dico solo che apprezzo moltissimo l’articolo…difatti la mia regola 1. (occupandimi specialmente di pit e bull in genere) è che basti essere più cocciuti di loro 🙂

  19. ULTIMISSIMA di ieri pomeriggio:
    vado a fare un controllo post affido, da una famiglia stupenda che ha adottanto un incrocio tra un presunto lupoide ed una corso, il cane in questione Simba un gigante di 7-8 mesi è buonissimo ed in casa molto educato, ma ha timore quando si va in giro sia delle vetrine che dei rumori forti, la famiglia preoccupata da questi sui timori chiede aiuto ad una veterinaria (comportamentalista?????) consigliata dal veterinario del cane, la quale prescrive degli psicofarmaci ed ai padroni nel frattempo pescrive 400 € da dare a lei! 400 EURO!!!
    Per fortuna il figlio degli adottanti si rifiuta e butta le medicine, va da un educatore sconosciuto trovato su internet; soluzione: quando si va a passeggio cane a destra infrapponendosi tra lui e le vetrine, passeggiate e richiamo con bocconcini, gioco strutturato e cose classiche.
    E’ facile indovinare che Simba ora è stupendo in passeggiata anche quando i padroni vanno per negozi, con i suoi 40 Kg di dolcezza ed allegria classici di tutti i cuccioli 🙂

      • Denunciare per cosa?????? 🙁 per lo schifo????

        La fortuna è stata un figlio MOLTO sveglio e degli adottanti BRAVISSIME persone…

        Gli ho chiesto il nome della veterinaria, non se lo ricordavano ma cercavano cmq di ritrovarlo magari attraverso il loro veterinario…. ma una volta scoperto il nome? se lo pubblico a parere mio mi becco una denuncia per violazione della privacy non so… l’unica certa è che la sputtano in privato con i miei adottanti della zona in modo che più nessuno vada da lei… credo!

        • Marco, hai ragione per carità, siamo in Italia e ad essere tutelati sono i delinquenti e non viceversa, ma queste cose mi mandano il sangue al cervello, soprattutto perchè non tutti sono SVEGLI come quel ragazzo.
          Complimenti per il tuo modo di agire…. ce ne fossero di persone così!

        • Bisognerebbe tener presente che il camice bianco non garantisce che chi lo indossa sia persona seria onesta e intelligente. Quindi per prima cosa usare il proprio di cervello! E poi informarsi, documentarsi, studiare; tantissimi “professionisti” riescono a vendere aria fritta proprio grazie alla mancanza anche delle più elementari conoscenze da parte dei loro clienti.

  20. sarebbe molto producente uscire dalle dispute ideologiche e di metodo, e parlare di fatti reali, visto che a me sembra che proprio il voler disquisire sul “sesso degli angeli” distolga dal vero problema che andrebbe sviscerato, cioè il benessere del cane, e possibilmente del suo umano….
    ciò nn toglie che nei fatti reali, duole dirlo, ma determinate “scuole di pensiero” sono sicuramente più propense di altre a prescrivere la fluexitina o simili come soluzione ai comportamenti sgraditi (nn necessariamente patologici) dei nostri compagni cani..da qui nasce la polemica anche sui metodi..(e il dubbio che i cinofilosofi nn conoscano i cani..)
    io ancora nn ho capito se i cz ci sono o ci fanno.. nel senso: tutte le paranoie ed i sensi di colpa che introducono nel rapporto pratico con l’ eterospecifico (senza in pratica trovare un’ alternativa zooantropogically correct) sono una controindicazione “fisiologica”, o sono un qualcosa di voluto, per distogliere dalle lacune di un metodo così giovane e sperimentale?
    a chi servono veramente gli psicofarmaci? al paziente o al terapeuta-educatore (di sicuro aiutano le tasche delle case farmaceutiche)?! si, nei libri si risponde chiaramente (più o meno), ma nella mia esperienza ho riscontrato nella pratica contraddizioni molto gravi, senza capire a chi darne la colpa, se al metyodo in se, o alla formazione superficiale ed inappropriata di chi lo applica (piaga diffusissima in ambiente cz)..
    di certo, a prescindere dalle responsabilità, un cane ‘ mbriaco come dexter , e come anti altri, proprio nn si possono giustificare.. e fermarsi allo scanno tra scuole senza dare alternative mi sembra inutile e fastidioso.. a noi comuni amanti del cane interessa come aiutare il nosystro amico molto più della lotta tra scuole..

  21. stiamo andando “a scuola”, io, mio marito e i nostri due cani. Non so che approccio usi l’educatrice. se funziona, per me va bene tutto. Problemi da risolvere? Per adesso: tirano al guinzaglio. Una scappa (cane da caccia). L’altro è forse aggressivo con gli altri maschi. Una caccia le lucertole per tutto il giorno, ossessivamente. L’altro è più equilibrato (credo). A parte tutto, siamo stati fortunati, e sono due cani bellissimi, e siamo molto contenti di averli con noi.

  22. Ma alla fine non è meglio parlare di cani al posto di Mangini vs Vaira, Cazzutismo Zoroastriano, se il cognitivismo è anteriore a Senofonte, …

  23. Quando si scrive un articolo sentendosi in dovere di criticare per forza questo o quell’approccio, questa o quella scuola, questo o quel professionista, è inevitabile che la discussione deragli su questioni del tutto irrilevanti, che finiscono per generare commenti sterili come quelli che è possibile leggere qui, e che rendono la lettura tediosa e alienante per la maggior parte dei visitatori ai quali, mi permetto di dire, tali questioni non interessano neppure minimamente.
    Un proprietario in difficoltà col cane se ne frega di che scuola è Marchesini; preferirebbe discutere del modo più appropriato per risolvere il proprio caso, e leggere commenti inerenti.

    • Io mi sento in dovere di criticare gli STRONZI che rincoglioniscono i cani di psicofarmaci senza sapere quello che fanno e/o perché non sono in grado di affrontare questi casi in modo diverso. E mi ci sento in dovere perché in questo modo si distruggono dei cani sani e normali.
      Se poi questo fa partire in quarta i difensori d’ufficio dei venditori di fumo e degli spacciatori di pillole, non è un problema mio.
      Rispondo a tutti per educazione e anche perché non sto qui a farmi raccontare le supercazzole da gente che i cani li ha visti solo sui libri: ma chi non apprezza il mio pensiero può accomodarsi tranquillissimamente altrove. Non gliel’ha mica ordinato il dottore di leggere Tpic!
      P.S.: le divagazioni su cos’abbia inventato Tizio o di che scuola sia Caio purtroppo nascono regolarmente dal tentativo di prendermi in castagna (cosa peraltro fattibilissima, visto che di questi personaggi poco ne so e nulla mi interessa, almeno finché non vedo cani distrutti per colpa del loro approccio non tanto ai cani, quanto al marketing) per spostare l’attenzione dai contenuti REALI degli articoli, ovvero sul fatto che di cani inutilmente rincoglioniti sia piena l’Italia. Perché lì non hanno argomenti, e quei pochi che hanno sono francamente indifendibili.
      Siccome anche l’educazione e la tolleranza hanno un limite, e siccome sui siti e sulle pagine di FB dei vari Guru si viene regolarmente bannati se solo si prova a portare una mezza critica, non è escluso che quanto prima mi comporti nello stesso modo anch’io.
      Così di discussioni di questo livello non se ne leggeranno più.

  24. te l’ho detto, informati meglio…
    “La SIUA, attraverso il suo direttore Roberto Marchesini, ha fondato l’approccio cognitivo in pedagogia e in psicoterapia cinofila definendo sia i modelli esplicativi che i protocolli applicativi. La formazione nei corsi per educatori e per istruttori implica l’acquisizione dei protocolli pedagogici (attività evolutive) e psicoterapeutici (attività emendative) realizzati con approccio cognitivo.”

    ma sei proprio come S.Tommaso! 🙂
    Devil’s Lair CZ?! naaaa

    però non mi hai risposto cosa c’è che non va nella regolamentazione Fnovi…aspetto

    • Prendo atto: avete ragione, Marchesini da Z è diventato CZ (e mo’ ha inventato pure il cognitivismo…evvai! Tanto Neisser è morto e nun se po’ più lamentà). Ero rimasta indietro di qualche supercazz…ops, di qualche anno 🙂
      Non ti ho risposto sulla Fnovi perché ho già ripetuto circa 102 volte che non c’è niente che non va, purché non si parli di “specializzazione” perché non lo è.
      Devil’sLair CZ NAAAHHHHHH!!! Mi son confusa con Grizzlyland… sorry!

  25. Cara Valeria, ribadisco un paio di concetti giusto per fare chiarezza perchè, ripeto, stai facendo disinformazione:

    1) se vai a leggere Pedagogia cinofila di Marchesini trovi un capitolo intitolato:”L’approccio cognitivo”…non lo vuoi leggere perchè pieno di termini astrusi…ok liberissima ma non puoi dire falsità sulla base di cose che non conosci, verresti meno a quel giornalismo cinofilo che tanto ami. Il mio grosso dubbio è che a te arrivino info totalmente sbagliate…anche quella frase che il cane deve fare ciò che vuole…ma dove l’hai presa?? Mai sentita!

    2)penso di essere libera di leggere e commentare ciò che voglio e non mi sembra di aver sbattuto porte Dario dal momento che non insulto nessuno ma critico. Lavorando tutto il giorno, se ho voglia/tempo, commento altrimenti no.
    L’impressione che ho è che questo spazio non sia tanto diverso dalle bacheche FB che tanto critichi, piene solo di “bravo! hai ragione, è proprio come dici!!” e appena una voce si alza fuori dal coro…giù addosso. Vabbè ne prendo atto, anche perchè mi sono anche un po’ stufata di leggere sempre gli stessi commenti.

    3) la regolamentazione, almeno in ambito vet c’è e ti pregherei, proprio per amore del giornalismo, di riportarla. E’ quella stilata dalla Fnovi per conto del ministero. E ribadisco di nuovo un concetto che già avevo scritto: le uniche vere (nel senso che si chiamano così) specializzazioni sono quelle in Igiene e sanità animale, e poche altre. Non esistono specializzazioni (come ho letto in un altro articolo) in ortopedia o altro…esistono master, college europei e altre entità universitarie (quindi pubbliche) che danno alta formazione, equiparabile in termini di ore e qualità ad una specializzazione. Perciò un med vet che si è fatto 5 anni di studi + 2 di master può chiedere al suo ordine professionale provinciale (non è nazionale come dici tu) di essere chiamato Esperto in Medicina Comportametale. L’ordine seguendo le linee guida Fnovi rilascia il benestare o meno. Ora cosa c’è che non va in tutto questo???

    4)domandare è lecito ripondere è cortese. Ti ringrazio di aver soddisfatto una mia curiosità (la tua formazione). Non ho mai scritto ne pensato che bastasse una formazione teorica o che questa fosse più importante della pratica, ma sono convinta che per essere professionali ci vogliano solide basi teoriche accompagnate da anni di pratica. La sola pratica non basta, perchè non si capirebbero tante cose…si trova quel che si cerca, ma per avere un ventaglio di diagnosi differenziali occorre sapere.

    Tolgo il disturbo.

    • Eli, rapidissimamente:
      1) se scrivere un capitolo sull’approccio cognitivo significa essere CZ, allora sono CZ anch’io, avendone parlato più volte.
      La scuola di Marchesini (SIUA) è una scuola di zooantropologia e NON di cognitivismo zooantropologico (che è cosa diversa).
      CZ sono Think Dog, Devil’s Lair school eccetera eccetera.
      2) non barare: si parlava di ortopedici umani, non veterinari! 🙂
      Ciao!

      • ennovaleria qui proprio no non hai ragione. non l’ho detto prima per non essere semrpe io a far la polemica e difendere chi alla fine non ne ha bisogno MA… l’approccio di marchesini è CZ e se vuoi… ti giro le dispense… così te le leggi e valuti. vuoi?

      • Insomma, definire TD una scuola cognitiva zooantropologia significa prendere per buono tutto quello che dice Vaira…diciamo che TD si autodefinisce cosi’ ma poi fa un minestrone di un po’ tutto quanto, clicker incluso…

  26. OT ma non troppo. Ultimamente purtroppo frequento spesso gli ambulatori veterinari ,quindi parlo con umani cino e felinomuniti, e vi posso assicurare che dell’ennesima specializzazione e della creazione della categoria dei med vet comp NON SE NE SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO! Mentre si sente molto il bisogno di vet tradizionali veramente capaci, preparati e appassionati , ormai rari.

    • Non è vero che non se ne sentiva il bisogno, è vero che c’è bisogno ancora e in modo drammatico di Vetereninari “generalisti” in gamba e esperti.

  27. D’accordissimo con Laura e Jolly Roger. Cara Valeria, sei diventata pure tu una guru, te la canti e te suoni (tanto il mio commento prenderà una valanga di pollici versi e verrà cancellato così nessuno lo leggerà). Le tue opinioni, a forza di essere scritte e ricritte alla maniera del berlusca (tecnica dello sfinimento) stanno passando per verità. E il bello è che rimangono sempre e comunque TUE opinioni…l’approccio CZ afferma che il cane deve essere sempre lasciato libero di esprimersi come vuole??? mai sentito dire una cosa del genere dal prof. Marchesini, dove lo hai letto?? Della tua opinione riguardo i med vet comp ne abbiamo già parlato e ritengo vergognoso che continui a infangare una categoria BEN DEFINITA dalla fnovi che, te lo ricordo, è stata incaricata dal ministero di definire tale ruolo per inquadrarlo nell’ambito del “patentino”. Libera di pensarla come vuoi ma continare a dire che i med vet comp sono autorefernziati è una FALSITA’. Piuttosto gli educatori/addestratori/istruttori che si definiscono comportamentalisti dove si sono qualificati? come? Il percorso di un med vet comp è chiaro: o si è formato all’estero PRIMA che ci fossero i master, o ha fatto un master con 1500 ore di lezione.
    A questo punto ho una curiosità personale: tu che referenze hai? hai fatto corsi, hai insegnato, fatto ricerca?? te lo chiedo sinceramenete perchè leggo che hai allevato e fatto addestramento ad alti livelli ma la tua formazione qual’è stata?
    Ultimamente come dice jolly roger, mi sembra che non perdi occasione per ribadire sempre quei 2-3 concetti infarciti di informazioni sbagliate che non correggi e poi dai il tuo benestare al corso della De agostini (!)…mah quella che pensi di fare non è cultura cinofila ma disinformazione.

    • E da quando Marchesini sarebbe CZ, scusa? Per quel che ne so io, Marchesini è solo Z: zooantropologia, punto.
      Secondo, io non “infango” proprio nessuno: faccio notare un’ovvietà, e cioè che non si deve definire “specialista” chi non lo è.
      Si definiscano “esperti in comportamento” e nessuno gli dirà nulla, almeno formalmente (al massimo si potrà trovare ugualmente da ridire quando qualche “esperto in comportamento” prescriverà psicofarmaci ad minchiam: ma quelli saranno casi specifici e non generici).

      Lo stesso discorso che ho fatto per i veterinari comportamentalisti vale per educatori, addestratori e istruttori. Al momento sono TUTTI autoreferenziati e la cosa mi fa incazzare esattamente come la storia dei veterinari.
      Non so se te ne sei mai accorta (non so neppure se leggi frequentemente questo sito o se arrivi solo quando si parla di veterinari), ma quello che io (e molti altri) stiamo chiedendo non è lo sterminio dell’una o dell’altra categoria: è una REGOLAMENTAZIONE seria che possa permettere a qualsiasi neofita di educare, addestrare o fare le barchette di carta con il proprio cane: a) sapendo esattamente a quale figura si deve rivolgere; b) senza essere truffato da improvvisatori e incompetenti e marketingari; c) avendo un minimo di garanzia che il suo cane non verrà maltrattato né da collari elettrici & affini, né da overdose di farmaci.
      Questa richiesta dà fastidio a qualcuno?
      Bene, allora la MIA OPINIONE è che quel qualcuno debba vergognarsi. E la ribadirò da qui all’eternità, piaccia o meno alle code di paglia e ai difensori d’ufficio.

      Per quanto riguarda la mia formazione, potrei anche dirti “machettefrega?”. Io non allevo più, non addestro più e non ho mai tenuto corsi, perché non credo ai corsi, almeno come sono fatti adesso. Al massimo posso presenziare a qualche convegno/stage/seminario su qualche specifico argomento, quando e se mi chiamano: perché non sono certo io a propormi.
      Però ti rispondo lo stesso, così ti metti il cuore in pace: come allevatrice ho fatto quello che fanno tutti gli allevatori ENCI, ovvero ho pagato.
      Di formazione nessuno te ne chiede traccia.
      Per i cavoli miei e per interesse mio mi sono iscritta a veterinaria, dove ho dato 48 esami: mi sarei pure laureata (senza nessuna intenzione di fare il veterinario: volevo solo di allevare con la massima cognizione di causa possibile) se i fatti della vita non avessero deciso diversamente.
      Comunque la mia formazione da allevatrice è stata questa: studiare vet, leggermi tutti i libri esistenti sulla mia razza, passare qualche centinaio di ore al telefono con gli allevatori che stavano nella patria di quella razza (che erano gli Stati Uniti, va’ che culo, e a quei tempi non c’era Intenet…).
      A quel punto lì sapevo forse un decimo delle cose importanti da sapere: le altre le ho imparate in 25 anni di esperienza “sul campo”. Per dieci di quegli anni ho anche “fatto ricerca”, nel senso che sono stata ore ed ore, tutti i giorni, seduta ad osservare il mio branco e a prendere appunti, fare foto, fare film. Quel materiale andato tutto perso in un’alluvione, purtroppo: per fortuna i miei occhi, le mie orecchie e la mia memoria non si sono alluvionati, e quello che ho visto me lo ricordo tutto. Non ho più i dati statistici e la documentazione che sarebbe potuta diventare “scientifica”, ma non ho mai pensato che fosse stato tempo sprecato. Se non altro mi ha permesso di scrivere (mi hanno detto, io avevo perso il conto) 81 libri di cinofilia col mio nome, più un’altra decina con un paio di pseudonimi.

      Vuoi anche il curriculum da addestratrice? Pronti! Campo, campo, campo…sbattimenti di muso, qualche dentata nelle chiappe (neanche tante, a dire il vero) e gavetta, gavetta, gavetta: prima con i cani miei, poi con quelli degli amici (gratis), poi con quelli dei clienti. Diplomini? Nessuno. Ho affiancato un paio di veterinari (metà anni ’80 e primi anni ’90, direi) dedicandomi in particolare ai problemi di aggressività, che mi affascinavano. Psicofarmaci, MAI. Non esistevano. Casi irrisolti, terminati con la soppressione del cane? Due, su trecento circa trattati.
      Per questo mi permetto di dire la mia su questo tema, se non ti fa troppo schifo. Perché i cani aggressivi io li prendevo al guinzaglio e andavo a “parlarci” assieme. Non li risolvevo a pillolate in gola: però, tranne due, li ho risolti (del tutto o in una parte accettabile) tutti, con l’aiuto di veterinari che a loro volta schifavano l’uso di psicofarmaci. Ci si metteva lì, si studiava il caso, a volte ci si faceva notte: poi si perdevano giorni, settimane, magari MESI a convincere gli umani del cane che dovevano fare così anziché cosà. Si andava a casa loro, a volte, per vedere come andavano le cose. Spesso gratuitamente. Ci si teneva a salvare i cani, non a riempirsi le tasche.
      No, corsi non ne ho fatti e diplomini non ne ho presi: anche perché non esistevano.
      Esistevano, in compenso, “quelli bravi”: e sono andata a piantare il naso un po’ da tutti, ho cercato di imparare un po’ da tutti.
      Da qualcuno sono scappata come una lepre, perché non mi piacevano i loro metodi; da qualcun altro ho imparato davvero qualcosa.
      Ma anche lì…le cose davvero importanti me le hanno insegnate i cani e nessun altro. I cani e tanti, tanti, tanti libri: me li sono letti praticamente tutti, finché sono riuscita a starci dietro e finché non ho cominciato a leggere sempre lo stesso ritornello con parole diverse, ma stessa identica musica. Allora ho cominciato a selezionare: oggi ne leggo meno, leggo solo quelli che mi sembrano portare davvero qualcosa di nuovo…e purtroppo è sempre più difficile trovarne.

      Certo, erano altri tempi. Oggi mi sento cretina persino a raccontarlo, il mio excursus cinofilo.
      Però, a giudicare da quel che vedo e sento, sono ben felice di averlo fatto così, anziché andarmi a comprare il diplomino che non mi sarebbe mai stato negato perché avevo pagato 2 o 3000 euro e quindi non mi si poteva bocciare.
      Non sono tutti così? Certo che no.
      Ma ci sono tanti, TROPPI corsi così. Ci sono i corsi in cui l’esame non si dà neanche più, perché ti stressa troppo: ecchecaspita.
      Ci sono i corsi che si tengono via skype. Ci sono i corsi in cui i cani li vedi da lontano e non prendi mai un guinzaglio in mano.
      E in questo panorama di casino generale, con che faccia potrei attaccare la De Agostini, che se non altro mi ha dimostrato la volontà di voler fare le cose per bene? L’ho attaccata, sì, quando pensavo che non ci fosse nessuna parte pratica: ora che ho saputo che invece c’è, difendo un corso che è sicuramente due spanne sopra a tanta porcheria “dal vivo” che si vede in giro.
      L’ultima che ho visto: “educatore E operatore di pet therapy in 6 giorni, prezzo 800 euro”.
      Ma chi vogliamo prendere in giro?
      Ci vogliono REGOLE. Precise, corrette, oneste e uguali per tutti.
      Io non faccio più questo lavoro da anni me ne potrei fregare altamente. Ormai godo di una certa notorietà, potrei continuare a scrivere i miei libri e/o tenere questo sito senza lasciare nessuno spazio ai commenti. Potrei gureggiare, eccome. Ti piace quel che scrivo? Lo leggi (e magari paghi anche). Non ti piace? Anda! Il mondo è grande è c’è spazio per tutti.
      Perché sto qui a rispondere a commenti che mi accusano di essere una pirla, all’una e mezza di notte?
      Solo per un motivo: perché ho una coscienza.
      Perché, anche se non lavoro più direttamente con i cani, l’ho fatto per troppissimo tempo; e in quel tempo ho conosciuto un sacco di persone davvero valide, davvero competenti, che ho imparato a stimare e rispettare.
      Bene, io non posso digerire che queste persone vengano messe in cattiva luce da gentaglia da quattro soldi che nulla sa e nulla fa (a parte vendere fumo a carissimo prezzo e scopiazzare idee e studi altrui, a volte spacciandoli pure per propri).
      Ma come si permette, ‘sta gentucola, di dare del “maltrattatore” a persone che hanno un rispetto per il cane che loro manco si sognano? A persone che mettono in gioco la propria pelle, a volte, per salvare quella di un cane, mentre loro fanno le valutazioni a dieci metri di distanza e poi mandano i cani a morire ammazzati, oppure li mandano dal “comportamentalista” che li rincoglionisce di prozac a vita?
      Leggiti un po’ ‘sta perla:
      “L’addestramento tradizionale impone i comportamenti voluti con l’uso di strumenti che causano dolore fisico (rinforzo negativo). E funziona solo se il cane non può scappare, cioè se durante le sessioni d’addestramenti il cane è legato al guinzaglio. Comunemente viene messo attorno al collo del cane un cappio (collare a strangolo), col quale lo si forza a fare certi movimenti. Ad esempio per insegnare al cane a sedersi il cappio viene stretto e il cane strattonato e soffocato finché non si siede”.
      …e va ancora avanti per diverse righe, ma a me basta già questo per farmi saltare la mosca al naso.
      E questa ha avuto almeno la faccia di scriverlo su Facebook: gli altri lo bisbigliano alle spalle, senza mai far nomi, per carità, e negandolo quando gliene chiedi ragione. Poi senti i loro corsisti che ti chiamano e ti dicono: “Ma sai che è proprio vero? Al corso mi hanno detto che gli addestratori maltrattano tutti i cani”.
      Bell’etica e bella deontologia,no? Perché a questa emerita ignorante, che non sa di cosa sta parlando, NESSUNO dice “ba”?!?
      E poi venite a scassare l’anima a ME perché chiedo una regolamentazione decente per un lavoro che neanche faccio più, solo perché sento l’obbligo morale di tutelare i professionisti seri e soprattutto i CANI?!?
      Ci vuole una bella faccia di tolla, Eli.
      Te l’assicuro.

      • “Perché a questa emerita ignorante, che non sa di cosa sta parlando, NESSUNO dice “ba”?!?
        E poi venite a scassare l’anima a ME…”
        Te lo spiego io Valeria. Perchè la stragrande maggioranza dei ciambellani autoreferenziali che impartiscono queste perle di saggezza, utilizzano come mezzo per diffondere il Verbo il proprio profilo Facebook (luogo in cui puoi selezionare utenti e commenti: quelli non graditi vengono placidamente rimossi), o al limite qualche sito internet a proprio nome in cui vengono pubblicati articoli, ma non vi è spazio per i commenti ed eventuali critiche. Come in tv: output a manetta, ma niente input.
        Qui invece è permesso a chiunque di entrare (magari buttando a terra la porta, come la nostra Eli), sputare veleno e scomparire, senza che nessuno cancelli i commenti poco graditi.
        Eli, ma ci sei o ci fai? “Tu che referenze hai?” (!!!) sarebbe come se io facessi un corso più o meno accelerato di architettura (ma anche una laurea in Architettura: il concetto è identico), per poi pretendere, dopo aver preso il “pezzo di carta”, di andare ad insegnare ad un muratore di sessant’anni come si tira su una casa… poi se quello mi ride in faccia magari mi indigno e gli do dell’incompetente perchè io ho il dimplomino (o la laurea), e lui la licenza elementare! E pazienza se fa questo mestiere da quando NON IO, MA MIO PADRE aveva le braghe corte! Io ho il pezzo di carta, vuoi mettere!?!? Mi spiace per i tuoi veterinari comportamentalisti o per i tuoi CZ Eli, ma nessun diplomino, attestato, laurea, specialistica, master ti renderà più “titolato” di uno che si è fatto un mazzo così sul campo, a decidere come trattare con un cane problematico. Certi mestieri si imparano facendosi venire i calli alle mani, Eli. E te lo dice uno che studia Scienze politiche, e per definizione le teorie, filosofie, fuffe, pippe mentali sono il mio pane quotidiano.

        • Complimenti Dario, aggiungo solo che non metto il pollice verso sul commento di Eli (dopo 3 verrebbe nascosto), altrimenti non si capirebbe bene la tua risposta che è ineccepibile!

        • D’accordo su molte cose ma non potete non ammettere che la veterinaria è stata la prima a voler fare chiarezza in questo senso e a richiedere un percorso minimo decente, quantificabile, controllabile, confrontabile e realmente formativo. Poi è ovvio come in tutte le professioni e tutte le specialità che la pratica rende migliori. Un cardiologo con 20 anni di esperienza a parità di formazione e aggiornamento è migliore di uno che ha appena iniziato a praticare. Poi ‘sta storia del diplomino dice tutto e niente: dice tutto se ti riferisci ad un corso di 8 ore per diventare operatore pet terapy ma non dice nulla se ti riferisci ad una LAUREA come quella Veterinaria + una specializzazione di 3 anni e 1500 ore. Lo so perfettamente che esci da questo tipo di formazione che sei un principiante ma un principiante FORMATO e anche molto duramente. Quindi il paragoge o il definire diplomino questo percorso è semplicemente RIDICOLO!

          • Franco, ma figurati se penso che il diplomino e la laurea siano la stessa cosa! Sarei proprio un idiota: cosa studierei a fare se fossi convinto di una simile sciocchezza? Io mi riferivi alle “diagnosi” caratteriali e comportamentali di un cane: per poterle fare non c’è nessuno più accreditato di uno che coi cani ci lavora da una vita, a prescindere dai suoi studi (per questo ho fatto l’esempio del muratore). Per le diagnosi che riguardano la salute, è ovvio che a farle debbano essere sempre e solo i veterinari.

      • Valeria, perchè non hai anche scritto che ci sono persone come me, che ti hanno chiesto di venire da te A QUALSIASI CIFRA e tu, a dimostrazione di quanto sei coerente con quello che scrivi e quello che fai, mi hai risposto che non fai più questo lavoro?
        Venghino signori e signore addestratrici…… c’è un pollo da spennareeeeeeeeeeee!!!!!

        • comunque non c’e’ niente di male a chiedere un compenso per una prestazione professionale (e sottolineo professionale, quindi per piacere non ribattetemi che molti non sono capaci, che hanno il diplomino, ecc.). L’importante e’ che esso sia adeguato e che, come tutte le prestazioni professionali, sia chiaro fin dall’inizio il risultato che si vuole ottenere, cioe’ l’oggetto della prestazione.

        • Dario grazie per il chiarimento ma sai in queste cose si fa presto a generalizzare. Io non voglio difendere la categoria “a prescindere” e non voglio far passare l’idea che una formazone anche ottima sia una condizione sufficiente per considerarsi ottimi comportamentisti. Ma se da una parte si deve iniziare questa proposta dal mondo veterinario mi pare, tra tante realtà, una delle migliori come autoregolamentazione e che mettono la persona in grado di partire con il piede giusto. Poi il bravo professionista si farà con gli anni (se spesi bene seguendo gente in gamba). A dirla tutta non vorrei neppure che paszsasse l’idea che considero l’approccio medico ai problemi comportamentali quello ideale rispetto ad altri. Non è così solo che onestamente, al momento, mi pare uno dei meglio definiti e garantiti.

  28. Bellissimo e utilissimo articolo Valeria, complimenti.
    E’ bello anche vedere tanta partecipazione nel post-articolo.

    C’é una cosa che mi lascia perplesso nel tuo pezzo: quando dici che il Veterinario
    (non comportamentista) ti invierá da un bravo Educatore.
    Hai parlato dei Vet. comportamentalisti spaccia-pillole, e giustamente.
    Forse peró hai dimenticato i Veterinari ordinari che per ogni alito di traverso
    di un cane consigliano la castrazione, anche chimica, arma finale che spesso
    abbatte le resistenze dei proprietari.
    Qua da me é un disastro, evidentemente in tempi di crisi molti Vet. stanno
    preoccupandosi del “cassetto” chiudendo molti dei loro scrupoli in un altro
    di cassetti.
    Ed é una strategia di sicuro successo visto che la maggior parte dei proprietari
    ha una grande soggezione, e seguono il Vet. in queste follie.
    Poi non succede nulla, e allora il Vet. si giustificherá dicendo che il cane ha
    delle patologie mentali, che non c’é niente da fare, che lui in tutta onestá ha
    provato a fare quello che era oggettivamente giusto fare, con quello che la
    medicina mette a disposizione etc etc.
    Di queste storie prima ne sentivo una ogni tanto, adesso una almeno ogni 2
    settimane.

    Ciao Valeria, grazie per ció che fai e ció che dai.

    • E’ vero, c’è anche il problema della castrazione facile, anche questa “figlia della TV” (Stilwell in testa…che adesso arriva in Italia a fare sfracelli di ascolti “dal vivo”): e la castrazione per risolvere alcuni problemi comportamentali (aggressività in testa) ha più o meno lo stesso effetto degli psicofarmaci, ovvero scarsissimo se non nullo. Il fatto è che la castrazione (anche se fatta per i motivi sbagliati) comporta sempre dei lati positivi, come la prevenzione sanitaria di alcune patologie: quindi me fa incazza’ de meno, per dirla proprio papale papale, rispetto all’abuso di psicofarmaci.
      Però prima o poi parlerò anche di questa, perché è un’altra cavolata molto “di moda” 🙁

      • Hai ragione, e ovvio che la castrazione presenta anche lati positivi.
        Peró venderla come panacea, o come unica risorsa disponibile per
        arginare il problema significa truffare le persone, infischiandosene
        di Ippocrate, codici deontologici etc.
        E il fenomeno é ben piú esteso del iper-impasticcamento perché in caso
        di problemi col cane sono ben pochi quelli che pensano ad affidarsi
        ad un educatore, men che meno ad un Veterinario comportamentalista, figura che
        almeno da me in prov. di Mantova, conoscerá una persona su diecimila…forse.
        Ma quasi tutti invece ne parlano prima con il loro Veterinario di fiducia, e… zac!!

        • Peró penso di essere andato un pó OT, mi scuso, mi fa piacere che hai in cantiere un pezzo anche su questo problema,
          peraltro non nuovo, ma che la crisi economica ha, secondo me, esacerbato.

  29. Grande Valeria!!
    lo dico nonostante anche io abbia notato l’aumentare del numero di articoli “polemici” su alcuni argomenti,ma dico grande perchè credo che questo sia l’unico modo per avere qualche speranza di far venire quache dubbio alle persone che leggono e che magari,fino ad ora ,non si erano posti i dubbio che esistano altri metodi.
    Credo che l’Italia,più di altri paesi,viva di stereotipi e di omertà…. una classe “forte” non riesce ad esere contrastata semplicemente con l’obbiettività degli argomenti,bisogna insistere e commentare….credo che Valeria faccia un grande lavoro in questo senso….e credo anche che anche per una persona sola che riuscirà a non finire in mano a macellai…sia valsa la pene scrivere e litigare…perchè penso che l’ignoranza stia alla base di errori inconsapevoli fatti da persone che magari non si rendono neanche conto di nuocere al propio cane…
    Io per fortuna non ho mai avuto a che fare con veterinari comportamentalisti…ma ho avuto a che fare con veterinari ritenuti dei grandi geni ma che mi hanno rovinato un gatto che è rimasto menomato per tutta la vita(e ho assistito personalmente all’operazione di chi,per fortuna,è riuscito a limitarne i danni),si sono accaniti terapeuticamente sul mio pastore tedesco sperimentando cure che non portavano a nulla e che io,troppo tardi purtroppo,mi sono accorta essere solo una sperimantazione e basta etc etc…. non per questo non porto più la mia borderina dal vet,anzi,ne ho trovato uno che mi piace che reputo competente e rispettoso…ma se posso evitare che anche solo una persona vada dai macellai che ho incontrato io lo faccio,lo grido e lo ripeto!!!
    credo anche che Laura dovrebbe sentirsi meno punta sul vivo per l’articolo,alla fine se lei fa parte delle persone che lavorano correttamente perchè prendersela tanto?? perchè invece non fare scudo contro chi,facendo parte della categoria dei veterinari,ne rovina la reputazione e l’immagine?? perchè non ha commentato il caso di Dexter….io dico chiaramente che il sistema migliore per giudicare qualcuno,soprattutto in questo campo,è la meritocrazia….e il merito si guadagna con i risultati REALI…non con sigle siglette…e meglio il metodo tuo,no quello mio…faccio parte di questa associazione,no di quell’altra…studio veterinaria e faccio l’università…se è questo il metodo di paragone ti assicuro che conosco persone laureate in medicina con una tesi compilativa…bene, io da uno così non mi farei guardare neanche un brufolo…e sempre medico è….e sempre veterinario è uno che ha ridotto un cane come Dexter invece di cercare l’alternativa….
    ok…la smetto…scusa Valeria per l’essermi dilungata troppo…..alèèèèèèèèèè ci si vede domani!!!!!!!

  30. Mi permetto di intromettermi anche se non ho lauree non ho frequentato master e non ho neppure la qualifica di educatore cinofilo…tra l’altro neppure la storica esperienza di Valeria (che ammiro da molto e credo un ottima giornalista).
    1) Tutti i cani se ben educati da cuccioli ma anche dopo (sono il presidente di una Onlus che in 2 anni ha gestito oltre 250 cani di un canile che molti di voi definirebbero lager) non hanno motivo per ringhiare o mordere la mano che gli da il cibo! Valeria conosce bene l’educatore cinofilo che ci ha aiutato e che ci aiuta in questo compito non facile!
    2)Se il tuo cane ti ha ringhiato la colpa e’ TUA o della tua incapacità di gestirlo(o colpa dell’allevatore o peggio negoziante che te lo ha venduto) nel caso SUBITO un bravo educatore! Anche qui credo che Valeria stessa in ogni regione sappia consigliarvene uno (Valeria non mi smentire!!!) o farsi consigliare ma non fidarsi del primo proposto.
    3) Gestire le risorse SEMPRE, in primis il cibo ma anche gioco spazi coccole e come vuole natura il vostro pelosetto sara’ docile e buono(poi una pacca sul culo l’ho tirata anche ad uno dei miei cani oggi, senza fargli male, perché non ascoltava il mio basta e continuava ad abbaiare ad un gatto)
    4) Ci sono casi di cani pazzi(anche se io non ne ho mai visti) e nel caso posso capire l’utilizzo di medicinali ma (e qua mi tiro addosso mille critiche) ha senso un cane stordito o non nel pieno delle sue capacità? Magari in quel caso uno pensa anche alla soppressione…mai capitato ma mai dire mai!
    5) L’unica veterinaria comportamentalista che ho conosciuto l’ho trovata terribile! Una rondine non fa primavera e cosi un caso non fa la totalità…ma…
    5) Ultimo punto sta polemica tra Laura e Valeria a parere mio interessa poco il 99,99% dei lettori perché tutti gli altri i loro problemi li risolvono con il buon senso e l’aiuto di un educatore 😉

  31. Io sono d’accordo con solo metà dell’articolo e non è la prima. Ho un cane lupo cecoslovacco maschio di 2 anni e mezzo (non era il primo cane della mia vita) con cui ho iniziato a lavorare da subito per instaurare un rapporto fondato su fermezza coerenza ecc…come citato appunto nell’articolo…sempre fatto socializzare, frequentato persone, luoghi diversi fatte puppy class dai 3 mesi con altri cuccioli, poi junior class ecc con educatori esperti ecc…con i familiari lui è molto buono, ma con gli estranei già da piccolissimo e nonostante gli sforzi, le lezioni ecc è sempre stato timoroso e diffidente (nonchè piuttosto fobico di una serie di cose come biciclette, passeggini, sedie a rotelle e simili che ora tollera se non troppo vicine)….cmq morale della favola dopo due anni di lavoro, 3 diversi educatori e comportamentalisti, l’ultima spiaggia è stata su consiglio del veterinario la castrazione e la somministrazione di fluorexitina (sotto controllo di un comportamentalista) e comunque continuando a fare lezioni da un educatore per continuare a migliorare il comportamento fuori casa).
    Il mio cane sta MOLTO MEGLIO, non è affatto rimbambito, gioca corre, fa tutto esattamente come prima, non ha lo sguardo vitreo, non è rigido nei movimenti, è solo più sereno, anche se nonostante tutto, certe cose, come le sue paure fuori casa non si siano ancora risolte a pieno, ma noi comunque continuiamo a lavorarci con costanza.
    Ora io non so se ci sono comportamentalisti o veterinari che invece di lavorare come si deve danno dosi troppo elevate di farmaci che poi riducono in stato semivegetativo gli animali, ma posso assicurarti che con un giusto dosaggio (il nostro è il minimo per la sua taglia) per noi ed il nostro cane ha fatto la differenza nella qualiità della vita dei membri umani, ma soprattutto animali della famiglia.
    Dunque il sentirmi additata come una padrona schifosa perchè drogo il mio cane invece di educarlo per togliermi il problema invece di cercare di risolverlo non mi va proprio a genio perchè così non è e sparare sentenze a zero facendo di tutta l’erba un fascio invece di additare chi abusa di queste sostanze che invece nelle dosi adeguate possono essere utilissime lo trovo offensivo e sbagliato.

    • Domani posterò i video del border collie (sono riuscita a trasferirli). Ilaria, nessuno ti ha dato della “padrona schifosa”, tanto per cominciare: poi, può essere che ci siano veterinari in gamba che riescono a trovare i giusti dosaggi per non ridurre i cani come questo. Però io di casi come questo ne ho già visti fin troppi. Il punto è che non si conoscono esattamente le dosi giuste per il cane, perché non c’è ancora una sperimentazione sufficiente (come nel caso del vaccino contro la leishmaniosi, le vere cavie sono i nostri cani: si stanno sperimentando su di loro gli effetti dei farmaci psicotropi, specie quelli a lunga scadenza). Tu ti sei presa una razza particolarmente difficile sia da allevare che da gestire (il CLC è in testa alle classifiche dei cani soppressi perché divenuti ingestibili): non so quali problemi in particolare potesse avere il tuo, può anche darsi che non ci fossero alternative alla (solita) abbinata castrazione + psicofarmaci.
      Io non dico che ci siano sempre: dico che non ho ancora incontrato un caso in cui questo abbinamento fosse davvero indispensabile, ma dico anche che non ho certo conosciuto tutti i cani del mondo. Però, nei prossimi giorni, parlerò di diversi casi (li sto raccogliendo, non è un lavoro facile né veloce) di cani che hanno avuto prescizioni di psicofarmaci e che invece, guarda caso, sono stati perfettamente recuperati senza farne uso.
      Allora io dico che in tutti questi casi (e sono tanti) il comportamentalista ha preso una scorciatoia comoda alla faccia del vero benessere del cane. I proprietari, di solito, non hanno colpe: oddio, se io fossi nei panni dei proprietari del border che vedrai domani, qualche problema me lo porrei… però, in un caso come il tuo, se il cane è migliorato, gioca ed è sereno, è ovvio che siate soddisfatti. Ripeto: magari nel caso del tuo cane questa era davvero l’unica via. Ma a forza di vedere cani che sono tornati ad essere sereni e felici senza bisogno di impasticcarli né di castrarli, se permetti io consiglio sempre di rivolgersi prima ad uno specialista di recuperi comportamentali, e POI, semmai (nel caso questo fallisca) di ricorrere al farmaco: ma come ultima spiaggia, non come scorciatoia.

      • Valeria, anche in umana, gli psicofarmaci tendono a dare risposte “soggettive” a pari dosaggio con persone dello stesso peso/età/sesso …, per questo il bravo psichiatra tiene sotto controllo il paziente chiedendogli periodicamente durante gli incontri eventuali effetti indesiderati.

        Da “cinofilo” anche a me non piacciono moltissimo, ma ad esempio ci sono casi in cui probabilmente non se ne può fare a meno: ad esempio, ho visto in passato un cane che messo in un qualsiasi posto sconosciuto non prendeva contatto con nessuno, e batteva il perimetro in modo compulsivo fino a sfinirsi; giusto il tempo di riprendere fiato e via di nuovo così. Come si possa affrontare una terapia comportamentale senza l’ausilio di farmaci, in quel caso, mi sfugge

        • Mc, ti assicuro che è fattibilissimo. Ci vogliono però educatori capaci, che sanno quel che fanno, il tempo necessario (che può variare da pochi giorni a diversi mesi) e tanta tanta tanta pazienza.
          Ho visto in canile recuperati ed affidati cani – fobici, od ossessionati, od aggressivi e dichiaratamente mordaci, od iperattivi – sui quali non avrei scommesso un centesimo, eppure… e certo senza nessun psicofarmaco.

        • Prossimamente su questo schermo… te faccio vede’ pure il cane ossessivo-compulsivo, tirato fuori senza uso di farmaci. Prima però mi devo scarica’ tutti i video e ripostarli su Youtube: mi ci vuole un po’ di tempo.
          Comunque, ribadisco: sicuramente esisteranno, al mondo, cani “incurabili” senza psicofarmaci. Il punto è che la stragrande maggioranza dei comportamentalisti (o sedicenti tali) li rifila alla prima visita, senza fare alcun tentativo alternativo. Certo, non tutti i cani si riducono come Dexter: ma trovo che sia un vero e proprio maltrattamento imbottire un cane di farmaci (dei quali si conoscono solo in parte gli effetti) prima di aver accertato l’assenza di alternative. E’ questo andazzo, che condanno: andazzo peraltro sempre più diffuso, e da stoppare velocemente perché è solo business fatto sulla pelle dei cani (e sulla buona fede/ingenuità dei proprietari).

  32. spammerò ovunque questo articolo, che centra un argomento che mi stà molto a cuore..
    la paura di essere morsi fa molte vittime, nn solo tra gli umani, ma anche tra i cani
    pochi giorni fa una persona mi raccondava del suo defunto “giok terriè” (?) adottato in canile che aveva morso l’ altro cane di casa e risolveva a pinzate i suoi conflitti con chiunque.. il problema era stato “risolto” limandogli i canini.
    avevo letto in un libro di campbell di questa pratica, ma è la prima volta che incontro qualcuno che l’ ha usata..e mi sono venuti i brividi, mi sono abbastanza alterata e nn ho voluto ascoltare altro (quando mi sale troppo l’ arousal poi esagero) ma questa persona davvero nn capiva il mio sdegno, secondo lui aveva fatto una cosa relativamente umana, per risolvere un gravissimo problema..
    io bollivo e pensavo che 10 min prima mi diceva del suo attuale setter che ha cominciato a ringhiargli quando è in cuccia e ad aggredirela cagnetta ciecasorda con cui vive.. eppure stà facendo il corso da educatore cz, e si impegna tanto..
    a breve ai cani che scappano sarà amputata una zampa per risolvere il “problema”…questo cane che per starci vicino deve essere sempre meno cane mi fa tanta pena 🙁

  33. Io invece ho costantemente paura che morda altre persone perchè con me è sempre stato gentile e docile. Che io gli tolga un osso o un boccone trovato nel bosco dalla bocca, che lo suturi dopo un incontro molto ravvicinato con un tasso o una nutria etc non si rivolge mai a me con fare aggressivo. Al più mi prende la mano in bocca con estrema delicatezza se proprio gli sto facendo male.
    Eppure conosco la segnsazione che si prova quando non ci si fida del proprio o si ha paura perchè come detto la proietto sul cane quando si avvicinano a lui altre persone e che vengono minacciate. E’ un misto di fiducia tradita, di ineluttabile di incontrollabile. E i sensi di colpa, quelli sempre presenti: cosa mai gli ho fatto quando era nel periodo sensibile? Cosa mai non ho fatto per correggerlo? L’ho dominato con troppa convinzione e l’ho spaventato? Non l’ho dominato con troppa convinzione e l’ho reso prepotente? Ma anche dubbi contingenti di “oddio cosa faccio? “. Faccio finta di nulla? Faccio l’arrabbiato e gli dico no? Gli do una bella pedata nel culo? Lo distraggo?
    Insomma qualsiasi cosa faccia o abbia fatto o non faccia o non abbia fatto per metà degli ESPERTI che ho contattato in passato sono COLPEVOLE. Quindi a conti fatti sono SEMPRE COLPEVOLE.
    Sapete cosa penso? Che alcuni cani nascono stronzi, più di altri e alcuni di essi lo sono in modo totale. E che tutti GLI ESPERTI non hanno realmente saputo aiutare il mio cane.

    • il mio cane è ben educato, quando era piccolo per insegnargli a nn mordere simulavo il guaito dei cuccioli quando provava a farlo.
      Quando esagerava in determinati atteggiamenti lo mordevo al collo come avrebbe fatto la madre.
      Il mio non è un cane telecomandato, è semplicemente educato, socializzato ed ha un bel carattere.
      quando era piccolo l’ ho osservato e o cercato di capire(anche con l’ aiuto di un’ addestratrice APNEC) quali fossero i suoi interessi.
      Nonostante sia un dobermann non è troppo impavido…
      gli piace giocare con l’ acqua ed è bravissimo nei giochi in cui si usa il naso.
      Pensavo di cominciare con lui un percorso per insegnargli la ricerca di persone e sono sicura che ci riuscirà e sarà bravissimo.
      Al mio cane piace imparare ed ama soprattutto che sia io ad insegnargli le cose.
      Mi è piaciuto moltissimo questo articolo, perchè sto facendo tirocinio presso un centro cinofilo e abbiamo avuto diversi casi di cani problematici.
      Al momento io mi limito ad osservare e a fare domande alla persona con cui lavoro.
      E mi sono resa conto che il vero problema dei cani che hanno problemi, sono gli atteggiemti sbagliati, o i messaggi sbagliati che noi(e parlo di noi esseri umani) trasmettiamo al cane.
      Mi è capitato lo scorso anno di portare fuori il mio dobermann a tarda sera(abito su una strada trafficata da camion e non mi piace uscire cn lui quando ancora quei bestioni sn in circolazione) quando a 100 metri di distanza un ragazzo mi ha chiesto se poteva avvicinarsi e toccare il mio cane. io gli ho semplicemente detto di non avvicinarsi in modo aggressivo e di accarezzarlo sui lati della testa e non sopra( mi hanno spiegato che è un atto di dominanza ed è meglio che gli estranei nn abbiano un atteggamento di domanianza)
      Quel ragazzo si è comportato esattamente come gli ho detto e dopo 10 secondi il mio dobermann se lo stava pomiciando!
      Bisogna avere l’atteggiamento giusto…sia noi “proprietari”(non è un termine a me gradito, mi definisco compagna umana)che la gente che incontra la coppia uomo-cane per la strada.
      Poi magari questa è solo una mia idea…non sono un’ educatrice, sto ancora studiando!

  34. Alessandra, dici che “non ti è venuta paura di lui”, ma non ci hai più provato, ergo: hai paura esattamente come me! Il mio si limita a ringhiare e non mi ha mai dato morso, ma se mi avvicino anche solo per mettergli l’antipulci, si abbassa tutto e comincia a girarmi intorno, della serie: uomo avvisato mezzo salvato ed io rimetto a posto la fialetta. Se non ci facciamo aiutare da qualcuno più esperto di noi, dubito che riusciremo mai ad avere un giusto approccio con i nostri cani. Parlo da profana ed, anzi, mi fa piacere sapere di non essere sola!

    • Anch’io ho lo stesso problema. Il veterinario mi ha consigliato di castrarlo così perde un pò di aggressività. Io non so cosa fare….

      • Laura, la castrazione non c’entra niente con l’aggressività, ma ha a che fare con un’abitudine acquisita del cane radicata nel tempo, che di certo non elimini tagliuzzando a destra e a manca (anche una cagna può essere aggressiva: in quel caso cosa tagli???).
        Io credo che i veterinari dovrebbero smetterla di sconfinare in campi che non gli appartengono, specie se i risultati sono quelli di dare il “consiglio del cuggino”, avvalorandolo con un certificato di laurea.
        Cerca un buon campo di addestramento nella tua zona, o affidati a un buon educatore cinofilo.

        • concordo.la mia vet di fatti è contraria a castrare i cani così tanto per… se fosse per lei non lo farebbe poi ovvio se il padrone insiste la decisione finale resta a lui ma se le chiedono un consiglio del tipo ma poi si calma lei lo sconsiglia…

  35. Ho adottato due cani dal canile. Il secondo arrivato è un cagnone che è stato per sei anni in canile da solo nel box (perché forse non va d’accordo con gli altri maschi). Un giorno abbiamo provato a pulirgli le orecchie come ci aveva fatto vedere la veterinaria, e …. zac … mi ha morso. L’ho sgridato ben bene, non è più successo, ma io non ho più provato. Sto cercando di abituarlo ad essere manipolato, spazzolato etc… Certo non mi è venuta paura di lui.

  36. E che ne pensate della dipendenza dagli articoli di Valeria? io in breve mi sono ritrovata “drogata” ……Grandissima Valeria! Sai che il mio rapporto con Cleopatra (sempre la solita Canaan) e’ migliorato ? non che prima fosse teribbile, ma un tantino piu’ complicato questo si’, leggendo questo tuo ultimo, mi e’ venuto in mente un episodio accaduto con la mia prima cagnolina, una Lupa Alternativa (me la regalarono spacciandola per Pastore Tedesco scartato dalla finanza incrocio con Lupo vero….non ho mai saputo la verita’)con un carattere “importante” una sera a casa con amici, la Giuditta non la smetteva di rompere per giocare e dopo innumerevoli “bastarompere” si mise sotto il tavolo a ringhiarmi…..mi sono messa sotto il tavolo con lei e guardandola fissa negli occhi le sussurravo “NO” (hai visto che ho tolto subito il capslock? 🙂 ) con tono molto basso ma deciso. Dopo poco ha abbassato le orecchie e ha semsso. Riemersa dal tavolo….mi sono tremate le gambe!!!!!!!! Pero’ la Giuditta non ha piu’ osato ringhiarmi! All’epoca aveva piu’ o meno 2 anni. Mi merito “biscottinoooo” o “patta” ? 🙂
    Ai lettori l’ardua sentenza

    • dimenticavo! Sto leggendo anche il tuo libro sulla comunicazione con il cane! lo consiglio a TUTTI!!!!!!!!! lo definirei illuminante!!!!!!

      • Angelica sei stata grande, io non ne avrei avuto il coraggio……sic! Concordo con te sulla dipendenza degli articoli di Valeria ed anche io stò leggendo: “Comprendere il linguaggio del cane” e “Comunicare con il cane”, uno più bello dell’altro!

    • Lo sai che tu hai tendenze suicide? Hai esattamente fatto tutto quello che potevi per farti mordere … ringrazia di avere una cane rispettoso 😉

      • secondo me un pò dipende dal carattere del cane, un pò dal tuo.. se magari è la prima volta che ti ringhia, e tu sei ragionevolmente sicuro che nn ti morderà, perchè conosci il tuo cane e percepisci l’ esatta intensità della sua sfida, cioè quanto è davvero convinto di quello che sta facendo,ma pensi anche di sapere cosa fare anche nel caso che ti morda (di solito in questi casi si tratta di pinzatine, nn di vere aggressioni), il dimostrargli che il suo ringhio nn funziona proprio per niente, ed invece di impaurirti lo mette in una situazione “imbarazzante”, risolve probabilmente il problema per sempre senza colpo ferire.. attenzione a nn spaventarlo troppo, altrimenti potrebbe far proprio male.. nn dovrebbe essere una cosa violenta,nè esitante, più un dimostrargli che nn lo prendi sul serio.. in ogni caso qualcosa ti devi inventare, in alcuni casi ci vuole anche il “santo pattone”, perchè dargliela vinta la prima volta è sicuramente il modo migliore in assoluto per essere davvero morso prima o poi.. e quando un cane potente capisce che il morso è una buona soluzione, allora il problema si fa molto più complicato..

  37. Con il cane di mia mamma è bastato un “ahi!” (senza pacca sul sedere, né reazione/punizione di alcun tipo e non l’ho nemmeno detto a volume alto) e la volta successiva che mi ha preso la mano è già partito con un “mordicchio” molto più delicato che ha subito “sfumato” in una leccatina…

  38. E ai cani che mordono per allegria che si fa?
    Il mio morde piano, certe volte è una carezza coi denti, ma certe volte si agita e si agita e si agita che se ti becca un po’ di male lo fa (anche se raramente arriva a bucare la pelle). Lì non sai più (e secondo me nemmeno lui lo sa) se vuole giocare o ti vuole spaventare o “condurre”… Un po’ abbaia, un po’ mostra i denti, un po’ invita al gioco, un po’ ti corre intorno puntando ai polsi.
    Io ho i miei trucchetti (la lattina coi sassolini, il bastone da fargli mordere in alternativa a me) ma se mi prende alla sprovvista gli faccio una specie di scena tamarra, con le mani sui fianchi, andando verso di lui, guardandolo male e dicendogli (voce da bullo) “non ho paura, sai, non ho paura” (così mi convinco anch’io) e intimandogli di sedersi… se arrivo a farlo sedere è fatta. Si trasforma e torna buono. Arrivo sempre a farlo sedere: alle volte dopo un minuto, alle volte dopo 5 (che sono lunghi!).
    Confesso che le prime volte, avevo un poco paura… ora lo trovo solo molto noioso… ma soprattutto: è sbagliato?

        • Procedura: indispensabile, lavorare sempre in condizioni controllate dall’umano e non dal cane: decidiamo noi quando si gioca/lavora.
          Parte prima: si può iniziare con uno straccetto, con un boccone, con qualsiasi cosa piaccia al cane (cosa da prendere in bocca, ovviamente).
          Si porge il gioco/cibo al cane, se lui si avventa si dà il “piaaaanoooo!” (dev’essere proprio un ordine moscio e strascicato) e si frappone l’altra mano tra l’abita “preda” e il muso del cane, in modo che non possa raggiungerla. NON tirare indietro la mano col premio, altrimenti il cane si eccita anziché calmarsi. Ripetere finché il cane non approccia più gentilmente. Quando fa effettivamente “piano”, concedergli il premio e lodarlo con grandi sceneggiate (bravo! bravissimo! good boy! eccetera eccetera). Ripetere più giorni di fila, finché non ha capito il concetto di “prendere piano” le cose.
          Parte seconda: giocare alla lotta col cane: quando lui inizia a mordere braccia, mani, gambe o quel che normalmente morde, dargli il “piaaanoooo” e mettergli di nuovo la mano davanti al muso. Importante: NON TIRARE VIA il piede-braccio-mano, ma semmai spingerlo leggermente verso la bocca del cane (se morde proprio forte, anche giocando, indossare pure guanti, giacche ecc.)
          Appena lui ammorbidisce il morso, lodi a dismisura. Alternare questo gioco con un bel tira-molla con lo straccio, che potrà mordere forte quanto vuole.
          Alternare gli “oggetti” dicendogli sempre “piano” sul corpo umano e lasciandolo invece sbattere quanto vuole sullo straccio. Di solito, alla fine, i cani si convincono che mordere pezzi di umano è meno divertente che mordere lo straccio, quindi prediligono quello. In ogni caso, imparano a regolare il morso sul corpo.
          Di solito bastano 4-5 lezioni per ottenere un risultato apprezzabile.

          • Quello (“piano”) gli è stato insegnato da piccolo ed effettivamente non occorre più dirglielo… quando è normale. Alle volte dà dei “morsichini” che sono un bacio coi denti.. una carezza…
            E’ quando si agita, si eccita etc che non riesce a fare più piano che tanto… se è di umore ubbidiente si sfoga mordendo l’erba o scavando freneticamente una buca. Appena è in grado di rispondere a un comando (nel mio caso “seduto”) si placa.
            Ora non lo fa più né in casa né al guinzaglio ma solo libero all’aperto. Non spessissimo (diciamo due volte la settimana, cioè una al giorno di quando è libero) ma SEMPRE se io mi metto a correre.

          • Il tu’ cane ha un predatorio esaggggerato. Ma con il manicotto-straccetto ce lo fai gioca’?

          • PS… per dire, il mio cane prende dalla manu un biscottino a ossetto lungo nemmeno due centimetri e lo spezza senza nemmeno sfiorarmi coi denti… esercizio fatto per insegnargli il “piano”…

          • Sì che giochiamo al tira tira, è l’unico gioco con umani che gli piace. Non lascia neanche ammazzato, nemmeno se mi pietrifico. Anche in questo caso lo faccio sedere e allora lascia. Il “seduto” è la modalità dell’obbedienza

          • io invece che dare il “piano” grido AIAAAAAAAAA (anche se non fa male, ma solo se stringe un pochino di più), funziona: a seconda di quanto in quel momento sia scatenata o allenta la presa, o spalanca proprio la bocca, o mi lecca dove stava mordendo…
            effettivamente alla lunga capisce!
            cosa ne pensate? può essere davvero utile?

    • A me sembra “sano” che un cane morda “per allegria” … d’altronde sono “orientati oralmente” (no, non è una categoria di YouPorn)

        • Hai mai provato a fare dei giochi di stimolazione mentale e evitare i giochi violenti? Come dire, magari sarebbe il caso di aumentare l’attività fisica per farlo sfogare la troppa energia e l’ansia (anch’io ho un cane ansiosissimo) e diminuire i giochi in cui perde il controllo prediligendo giochi più calmi e che lo stimolino mentalmente. Trovo che sia un segnale molto positivo il fatto che tu riesca a farlo calmare con i comandi, quindi non è un cane fuori controllo o che non riconosca la tua leadership, è solo molto esuberante e quando si eccita esagera.

          • Tina, grazie… ma il problema è quasi superato… ora non mi pinza più quando giochiamo. In compenso è diventato attaccabrighe con altri cani.
            … tra 5 giorni torno al campo e vediamo col nostro istruttore di lavorarci un po’…
            Attività fisica ne fa molta. Credo che abbia bisogno di autocontrollo e fiducia in se stesso… credo…
            Comunque, male non gli farà lavorare in quel senso.

  39. PRESENTE!!!! Ebbene sì, non mi vergogno di dire che il mio cane mi tiene “sotto scopa”. Se decide di non voler farsi mettere l’antipulci… una bella ringhiata ed io rinuncio, se decide di non voler farsi toccare da nessuno… una bella ringhiata ed io rinuncio, se decide che il veterinario debba stare a distanza… una bella ringhiata e puntura di sedativo! Di consigli ne ho avuti tanti, ma questo articolo mi ha dato una speranza e cioè di fare un bell’esame di coscienza (anche se per onore di verità ho sempre capito che il problema ero io e non lui) e CREDERE di più in me stessa.
    Cara Valeria, potresti aiutarmi a trovare “quello giusto”?

      • Nicoletta, secondo me tu dovresti cercare un ottimo campo di addestramento. A livello “casalingo”, io al posto tuo inizierei gradualmente a far capire al mio cane che non ho paura di lui, che le sue scenate lasciano il tempo che trovano.
        Quanti anni ha il tuo cane? E’ da tanto che fa così?

        • Dario il mio PT ha 3 anni e mezzo, a sei mesi ha fatto il corso di obbedienza, poi è passato all’agility. Pochi mesi fà, in allenamento, mi sono accorta che al terzo giro ha zoppicato, ho smesso subito di farlo correre ed il giorno dopo dal veterinario è venuto fuori che aveva un’artrosi “vecchia” dovuta ad un trauma non capito e non curato. Probabilmente un padrone esperto si sarebbe accorto, anche se lui continuava a correre ed a saltare come un matto e tutto si poteva pensare, meno che avesse un ginocchio pieno di liquido ed una forte infiammazione alla cartilagine. Ma il fatto che fino a due anni si faceva fare tutto e poi ha cominciato ad avere un altro atteggiamento DOVEVA farmi capire che aveva qualcosa che non andava e questo NON ME LO PERDONERO’ MAI.
          Lì, ha detto degli esperti, è venuto fuori il perchè lui non si voleva far toccare, manipolare ecc. ecc…, tanti consigli, ma, nonostante dichiari che sarei disposta ad andare ovunque senza nessun problema a pagare qualsiasi cifra, pur di essere aiutata VERAMENTE, ancora non sono riuscita a trovare una persona preparata e veramente capace di farlo. Non mollo e continuo pazientemente, ma sempre con la paura di sbagliare, a farlo in casa da sola, ma questa maledetta convinzione che non stia facendo le cose giuste con lui non mi aiuta.

          • Ah beh, allora la cosa cambia. Può darsi che il tuo cane reagisca così perchè crede che in seguito ad una manipolazione possa provare dolore (un pò come quando qualcuno vuol toccarmi il polso che mi sono rotto parecchi anni fa: so che non proverei alcun dolore, ma la cosa mi fa ugualmente andare di matto!). A questo punto credo sia una reazione di difesa, e forse non c’entra niente il fatto che si sia messo in mente di scavalcarti gerarchicamente. Forse potresti provare a manipolarlo dolcemente, tipo quando lo spazzoli, e a proporgli la cosa come un momento di festa che culmina con dei premi in cibo… può darsi che cambi qualcosa! Infine io proverei ad ignorarlo e lasciare che sia lui ad avvicinarsi per farsi accarezzare (in genere lo fanno in modo inequivocabile), ovviamente non per giocare: qui devi essere tu a proporre il gioco e decidere quando smettere.
            (Ovviamente tieni presente che io NON sono un esperto, quindi prendi con le pinze ciò che ti dico: quello che scrivo è semplicemente ciò che farei al posto tuo).

          • Grazie Dario, comunque ho anche chiesto a Valeria di indicarmi un buon rieducatore e sono sicura che lei mi indicherà una brava persona.

  40. GRANDE Valeria
    Bellissimo articolo!!!!!!!
    Ora se non ti dispiace (senza neanche darti un soldo per i diritti d’autore, visto che siamo senza) stampo l’articolo e lo do a tutti i nostri adottanti!!!
    Regole, coerenza, pazzienza, costanza, attenzione, gioco, lavoro ed amore… solo questo mi sembra! Non è facilissimo ma neanche troppo difficile!
    Tutti i miei cani di cascina che avevano un lavoro, regole… etc quello detto sopra MAI si sono osati, mai hanno ringhiato ad uno dei miei figli o a me, le galline che escono dal pollaio vanno a mangiare la loro pappa e loro si spostano 🙂
    Se per ignoranza (nel senso buono della parola) poi il tutto capita, SUBITO da un bravo educatore!

  41. “Il che significa che, anche se siete affascinati dal buonismo, dalla zooantropologia, dal cognitivismo e da tutto ciò che è attualmente di gran moda in cinofilia, dovreste tenere sempre ben piantato in testa (ma proprio col martello) il concetto che il cane ha bisogno di fermezza e coerenza.”

    Scusami, ma io veramente mi sono un po’ stufata di leggere ad ogni articolo degli attacchi con il CZ.
    Sembra quasi che in tutti i corsì CZ, il cane venga trattato come un simpatico animaletto di peluches, a cui non vanno insegnate regole, che può fare quello che vuole e che viene ignorato quando fa qualcosa che non va.

    NON E’ VERO. Le regole esistono, i cane deve avere un proprio ruolo e una propria posizione all’interno della famiglia, i proprietari devono comportasi in modo coerente e fermo (e soprattutto coerente), i NO servono (eccome se servono!),il cane non va sempre ignorato quando fa qualcosa che non va e se ci scappa la patta su culo non casca il mondo (anzi).

    Sicuramente alcuni corsi vendono aria fritta (e a caro prezzo), ma queste generalizzazioni ormai mi sembrano uguali a quelle dei cinofilosofi che attaccano in toto gli addestratori (e che pure non sono vere, perché ognuno ha la propria idea in merito, e non tutti per fortuna ne pensano male).

    Scusa, ma a questo punto sembra che gli unici che hanno la verità in tasta siano gli addestratori e che chiunque venga da una scuola “moderna” sia un incompetente.

    • Essessejey, io non discuto il modo in cui gli educatori CZ insegnano l’importanza delle regole e dei comandi (il NO! è comunque bandito dai gentilisti, intesi come “quelli che seguono il gentle training”, che è poi il metodo di riferimento dei CZ, che un metodo loro non ce l’hanno): io discuto il modo in cui la cosa viene recepita.
      Quando smetterò di ricevere almeno 6-7 email al giorno in cui mi si dice “il mio cane è stato sempre trattato con aammmmooreee, lasciandolo libero di pensare e di decidere, come mi hanno spiegato (Tizio, Caio, Sempronio…), ma adesso mi ringhia”… allora mi convincerò che qualcuno spiega in modo comprensibile l’importanza delle regole. Fino ad allora, la mia (sempre più numerosa) esperienza mi dice che, qualsiasi cosa i CZ insegnino, viene recepito come “il cane deve fare tutti i cavoli che vuole”.

      • Penso che il problema principale sia dato dal fatto che di corsi per educatori se ne stanno organizzando a migliaia, rilasciando a qualsiasi allievo il diplomino che lo convince di essere in grado fin da subito di seguire dei cani.

        Io fra poco finirò il mio corso, ma non mi sentirò assolutamente in grado di cominciare fin da subito a lavorare, se non con cani che non hanno problemi e che necessitano giusto di qualche consiglio. (tra l’altro mi piacerebbe anche fare esperienza da qualche parte, ma non saprei come)

        Esistono educatori (di scuola CZ) in gamba, ma probabilmente ne esistono altrettanti che sono incompetenti e che fanno solo danno.

        La cosa che non mi piace è appunto questo generalizzare 🙂

        • Lo so, non piace neanche a me…solo che quando ho provato a fare nomi precisi sono stata minacciata di azioni legali. E non è che la cosa mi spaventi più di tanto (esistono il diritto di critica e soprattutto i fondati motivi per le critiche), però, sinceramente, non posso neanche spendere e spandere migliaia di euro in avvocati ogni volta. Quindi devo stare per forza sul generico.
          Che ci siano educatori CZ in gamba ne sono convinta e consapevole (e ne conosco anche alcuni che stimo, anche se non mi trovo d’accordo su alcune cose): purtroppo, forse, i venditori di fumo sono più numerosi e quindi fanno più accoliti. E a me arrivano i pacchi di email 🙁

          • Quoto Valeria, i venditori di fumo sono tantissimi e continuano ad aumentare sempre di più. Anche dalle mie parti si tengono corsi per “istruttori” riconosciuti dall’ENCI, ma ho visto promuovere persone giovanissime che di esperienza diretta con i cani ne hanno poca per non dire ZERO. Che il metodo sia gentile, CZ o coercitivo, mi spiegate come è possibile che con questo pezzo di carta diventino ESPERTI DI CANI ed insegnare ad altri come rapportarsi con il proprio cane?
            Sinceramente prima di affidarmi a qualcuno di questi, preferisco leggermi i libri di Valeria ed armarmi di tanta, tanta pazienza!

          • Brava Nicoletta: il primo passo deve farlo il proprietario, siamo in un periodo storico in cui deleghiamo tutto a terzi

          • Restare sul generico è anche e sopra tutto più comodo per sostenere una certa idea.
            Scusa se te lo dico Valeria ma per portare avanti la tua battaglia stai progressivamente esprimendo contenuti sempre più estremizzati nei tuoi articoli. Se vai avanti così resterà poco o nulla di interessante e tutto per partito preso.
            Mi piacevano molto i tuoi interventi un po’ di tempo fa perchè davi spazio alle sfumature, al fatto che ogni cane è un mondo diverso.
            Ora parli come un qualsiasi guru e stai creando la tua cinofilosofia.
            Scusa della franchezza e scusa se lo dico in casa tua su TPIC ma mi premeva farlo perchè in fondo mi spiace che sia andata così.
            Detto ciò non ti tedio più e non tornerò sull’argomento in questa sede.
            Comunque sia buon lavoro.

          • Be’… generico fino un certo punto, direi. E’ vero, ho smesso di fare nomi (almeno finché non mi gireranno abbastanza le balle da farne nuovamente), ma le cose che dico sono tutte sostenute da prove documentate. Hai visto i video di stamattina?

          • Jolly Roger scusa se mi intrometto, ma da come parli sembri un esperto cinofilo. Gli articoli, viceversa, vengono letti anche da persone non esperte, ma sicuramente non “stupide” e che in ogni argomento possono trovare spunti e risposte nel rapporto con il loro cane. Di guru ce ne sono tantissimi in giro che si guardano bene, però, dall’esporsi nero su bianco proprio perchè un minimo di intelligenza tra il genere umano, fortunatamente ancora esiste!

          • Si Valeria li ho visti i video e sono tremendi. Comunque sia leggo quasi tutti i tuoi articoli, a parte quelli che trattano di materie che non mi interessano. Ovvio che non sono nessuno per dirti cosa devi fare ma sarebbe il caso di fare nomi e cognomi, perchè creare categorie per colpire presunti leader è un’operazione politica, non la ricerca della verità. E chi vede in te un riferimento si adegua nell’opinione. Stai facendo una mossa identica e speculare rispetto a quella che vuoi combattere. Io credo che vada trovata una via differente altrimenti è solamente guerra a 360 gradi mandando gli eserciti inconsapevoli al massacro.
            Nicoletta: non sono un esperto cinofilo, sono un semplice appassionato come tanti. Proprio per il motivo che dici tu credo che gli spunti si trovano nelle sfumature e non nelle generalizzazioni che creano danni.

          • Scusami Valeria ma non c’è bisogno di nomi precisi per non generalizzare. Mi sembra che numerosissime volte sei riuscita a far capire ai lettori che non tutti gli addestratori sono macellai,ma che anzi quest’ultimi neanche possono definirsi tali,smentendo la generalizzazione comune che vuole tutti gli addestratori ed educatori tradizionali come macellai.
            Dai tuoi articoli passa sempre un po’ il messaggio che tutti gli educatori CZ siano quelli che rovinano i cani a suon di biscottini e gentilismo esagerato.

          • Ma non è vero! O almeno, se è vero è assolutamente preterintenzionale 🙂
            Dividiamo le sue cose: io NON sono favorevole ad alcune basi su cui si poggia l’approccio CZ, prima fra tutte quella che il cane dev’essere “totalmente libero di esprimersi”.
            Etologicamente parlando (ma anche per quella che è tutta la mia esperienza con cani che, ti assicuro, sono sempre stati lasciati MOLTO liberi di pensare!), parlare di libertà “assoluta” significa snaturare il cane.
            Il cane è un animale sociale e una società – qualsiasi società – si basa sulle gerarchie. Piramidali, circolari, a forma di orologio a cucù, è ininfluente: le gerarchie sono la base (indispensabile) di qualsiasi mondo in cui si lavori in cooperazione e non individualmente. Quindi il fatto che si neghino i rapporti gerarchici è, per me, una partenza col piede sbagliatissimo.
            Secondo punto: nove cani su dieci non reggono proprio l’overdose di responsabilità che viene loro attribuita quando li si lascia “troppo liberi” e li si “costringe” – letteralmente – a risolvere problemi, prendere decisioni eccetera. Ho visto con i miei occhi, ma mi sono stati “raccontati” almeno dieci volte tanti casi di cani che, scollati da questo approccio “iper-responsabilizzante” ed inseriti in un contesto in cui “io ti dò delle regole da seguire”, hanno smesso di manifestare problemi caratteriali anche seri.
            L’esempio che faccio è sempre lo stesso: è giustissimo lasciare una certa libertà di espressione a un bambino di due anni, non devi “schiacciarlo” nè inibirne la personalità… ma se lo costringi a fare il sindaco di Roma, il bambino finisce al manicomio.
            (sì, lo so che non è la stessa cosa, ma senza fare esempi antropomorfi spesso è difficile capirsi).
            Quindi, per farla molto,molto breve: a mio avviso l’approccio CZ rischia (rischia, eh…non sempre succede, per carità: ma succede troppe volte perché non mi preoccupi) di causare problemi che con una gestione del cane più etologica (non coercitiva, non violenta, non impiccante né strattonante: semplicemente più vicina alla vera natura del cane) non si manifesterebbero mai.
            E questo vale, per come la vedo io, in generale.

            ALTRO punto, completamente diverso: ESISTONO (e ne conosco anche) educatori CZ che sanno vedere i limiti, che non esasperano questo tipo di approccio, che comunque consigliano di dare regole e di costruire un rapporto sociale corretto (anche se gli vengono le bolle se devono parlare di “dominanza”, non importa: a me interessa che dicano le cose giuste). Esistono, ma sono veramente pochi…e anche a quei pochi, da quello che ho potuto vedere, spesso “sfugge di mano” il cliente: che anche per colpa di molte espressioni “cinoegizie”, difficilissime da capire, finiscono per capire una parola sì e dieci no e per cogliere solo l’aspetto buonista-disneyano, che mettono in pratica esattamente con il biscottinismo e il gestilismo esagerato.
            Ultima cosa: certi atteggiamenti decisamente talebani (parlo per esempio della fissazione per la pettorina non in alternativa al collare “a strangolo”, sul quale se non altro si può discutere, perché è vero che in mano a un deficiente può far danni, ma al COLLARE di qualsiasi tipo, anche fisso e morbido), non aiutano sicuramente il confronto né migliorano la cultura cinofila generale. A me la storia (postata qui da una lettrice) della Sciuramaria che ha tentato di darle un CALCIO perché il suo cane indossava un collare a catena (in posizione fissa e non a strangolo!), da un lato ha fatto anche ridere, ma dall’altro mi ha fatto seriamente preoccupare.
            Come si fa a discutere e a scambiarsi opinioni costruttive, se si fanno “guerre di religione” di questo tipo, basate sul nulla assoluto?
            Ecco…queste sono le azioni/dichiarazioni/reazione che a volte mi fanno partire l’embolo e rispondere a tono, con generalizzazioni (non volute né pensate) ad altre generalizzazioni…che temo, invece, SIANO volute e pensate.
            Può darsi che io sia prevenuta e in malafede, non dico di no: però la sensazione è forte.

          • valeria scusa. tu sai come la penso dei guri… tu sai che ho fatto un corso ad approccio CZ e nonostante non mi piace l’aria di business…e quindi il ricambio troppo veloce dei tutor non sempre abbastanza formati, e l’apertura continua di nuovi corsi ovunque, sai anceh che le basi teoriche le trovo corrette… anche se un po’ esagerate (a mio avviso quandoccevocevo)
            per cui non è il metodo o la filosofi che contensto ma (un po’) come è gestita…
            però
            NON E? VERO che secondo l’approccio CZ il cane deve essere libero di fare quello che vuole
            anzi, il tutto si basa sulla creazione di regole sociali, dell’inserimento del cane in una società e quindi l’acquisizione e l’interiorizzazione di tali regole, del dare loro regole a volte anche “senza senso” (inteso pratico per noi…) per far capire loro che non tutto è concesso e che delle regole venno rispettate
            sono i primi a dire che il cane, senza tali regole e senza fargli capire ruolo er ango a cui deve sottostare, sclera in quanto caricato di responsabilità a cui non può far fronte…
            e che volendo spesso i cani fanno volentieri a meno del comando… se possono.
            sono i primi a dire che l’educatore problemi comportamentali di cani adulti spesso non può gestirli e deve rivolgersi a colleghi specializzati in ciò o a un veterinario che faccia una diagnosi sulal salute prima, epr capire se qualcos anon va e POI magari si comincia con una terapia comportamentale
            sono i prmi a dire che se il cane da problemi che loro chiamano in altro modo tu di dominanza, vanno “rimessi al loro posto” con regolette sulla gesione soprattutto delle risporse dei tempi e dei modi di svago ecc ecc.
            SE POI la gente capisce quello che vuole non è colpa dell’approccio CZ del resto sui commenti qui ne hai la prova dato che tu sei stata accusata di promuovere l’elettrico al posto degli psicofarmaci…
            ma l’approccio in se non è sbagliato.e non dice quello ceh hai appena scritto tu ma quello che sostieni in genere tu con parole cinoegizie alla supercazzola ok ma i concetti son gli stessi che porti avanti tu insomma.

  42. due considerazioni:
    1) mercoledi ho avuto modo di partecipare ad un incontro che parlava anche di problemi di aggressivita’. La comportamentalista relatrice ha precisato che lo psicofarmaco non risolve in alcun modo il problema, allevia solamente il sintomo. Direi che questo messaggio dovrebbe avere piu’ diffusione in modo da evitare il pensiero “cane rimbambito = problema risolto”.
    2) Ma davvero esistono ancora educatori che come prima cosa, non parlano di coerenza e di regole? Io personalmente fatico a crederci.

    • @daniele: esistono educatori che non parlano di coerenza nell’educare/crescere i figli e genitori che non si pongono il problema di conseguenza, non stento a credere che la stessa situazione si presenti nel mondo della cinofilia…

  43. Sono un veterinario e ho un cane problematico, io lo definisco Black Soul. Dopo vari tentativi e ben tre visite presso comportamentalisti (non veterinari) non ho risolto nulla perchè nessuno di fatto si è preso la rsponasabilità di aiutarmi. Ho provato molti metodi tratti da una ventina di testti e molte filosofie, il cane non è ingestibile anzi è molto ubbidiente e molto collegato e controllabile tanto è vero che in 3,5 anni non sono mai arrivato ad avere un problema effettivo. Certo le passeggiate sono rilassanti solo per lui ma questo è un altro discorso. Ad un certo punto ho deciso di provare a somministrare Fluexetina 20 mg ad una dose di attacco piuttosto bassa (1,2 mg/kg). Ho deciso per il bene del cane di tenere duro nel vederlo trasfigurato e sfruttare quel periodo per provare a controcondizionarlo. Ma non ho resistito, mi pareva di tradirlo e di chiudere il suo cervello, bello e reattivo che io amo, in una bottiglia di cocacola. Ho interrotto la somministrazione e ho iniziato ad amarlo così com’è. Sto sempre attento ad non incrociare altri cani dello stesso sesso e a non farlo accarezzare da sconosciuti. Ma io voglio il mio cane e non un paramecio (con rispetto per i parameci). Oggi sconsiglio l’uso di farmaci e lo prendo in considerazione esclusivamente come ultimissima ultimissima ultimissima spiaggia e in acccoppiata ad un robusto programma comportamentale.

    • “Ho interrotto la somministrazione e ho iniziato ad amarlo così com’è. Sto sempre attento ad non incrociare altri cani dello stesso sesso e a non farlo accarezzare da sconosciuti.”
      Beh non è detto che ogni cane debba essere amante delle coccole degli sconosciuti o debba andare per forza d’accordo con tutti i cani del mondo 😉

      • Straconcordo e ancora di più se possibile!!! Ma cos’è questa mania che i cani devono essere buoni con dei perfetti estranei ? E delle razze selezionate proprio per la guardia e la difesa che ne facciamo? Le sterminiamo tutte?

    • non sei l’unico… anche io la mia boxerina la tengo lontata da tutti gli altri cani… insomma, preferisco avere un cane poco socializzato che un cane che ne ha bucherellato un altro!
      ma non potrei mai pensare di darle dei medicinali che la rimbecilliscono solo perchè è un’attacca brighe!
      collare corto e polso fermo sono ad oggi una buona soluzione…

  44. sempre io… posso farti una domanda? Buddy (sempre lui) ce l’ha a morte (a ragion veduta) con un cagnetto e quando lo vede fa la cresta e si avventa ringhiando contro la siepe divisoria alzandosi sui posteriori. Che ce l’abbia con quel cagnetto non mi importa (ce l’avrà sempre con lui), ma temevo che rompesse la rete o saltasse oltre anche se la a siepe è comunque alta 1.60. Le prime volte lo richiamavo più volte e appena smetteva gli davo un premio… poi ricominciava. Le ultime volte mi ha fatto proprio arrabbiare e dopo avergli detto, ridetto URLATO “NO” ho usato un metodo alla Milan … gli ho messo 2 dita tra le costole con forza dicendo un bel NO alla tedesca. poi l’ho fatto mettere a terra. Avevo un po’ paura nel far questo perchè mi fissava con odio misto a stupore. Però adesso continua a far vedere i denti al cagnetto, ma non si alza più sui posteriori, e se mi vede mi riguarda con odio e stupore. Avevo altro modo?

    • Sì, ci sono altri modi, anche se non sempre funzionano tra cani confinanti, ognuno dei quali vede probabilmente nell’altro un competitore territoriale. Però di solito si lavora sulla desensibilizzazione (che non è solo “ti chiamo e ti premio”, ma un lavoro molto più lungo che prevede la presenza di entrambi i cani e di entrambi i proprietari, cosa non sempre attuabile).
      Il fatto è che con questo comportamento (lecito dal punto di vista dell’imporre la tua gerarchia) ti sei “messa di mezzo” in un conflitto irrisolto tra i cani, dando – dal punto di vista del tuo – “ragione al nemico”. Questa è una cosa che può rovinare sensibilmente il rapporto cane-umano, perché è visto come uno sgarbo gravissimo. Spero non sia il tuo caso.

  45. una cosa sola mi chiedo…ma perchè continuate a ripetere che i cani non capottano gli altri cani ma si capottano da soli. non è vero, non è assolutamente vero. li vedo, i miei, ma non solo i miei, capottare di forza a volte un altro cane, fra loro nel branco ma anche con cani esterni. spesso è un cucciolo/ne ma a volte pure adulto… a spallate a zampate a musate e a volte prendendoli per la pellaccia e cercando di tirarli giù mentre l’altro oppone resistenza.si a volte sono i capottati che si capottano da soli a volte ancor prima che l’altro provi a toccarli con la bocca sul collo… ma lo fanno eccome.
    poi sia chiaro, va fatto con conizione di causa, sapendo cosa come quando. e non essendo noi cani,magari meglio lasciar perdere e usare altri metodi e dar loro delle regole che non “sottometterli” alla millan, ma lo vedo in continuazione fare…

    • PS anche da certi addestratori purtroppo, e non certo perhcè hanno visto millan, ma da ben prima che la millanmania esplodesse su sky

    • Lupi, non è fisicamente possibile che un cane ne capotti un altro prendendolo a zampate o musate o prendendolo per il collo: è l’altro che cede. Altrimenti possono star lì per l’eternità.

      • dipende dalle dimensioni dei 2 cani… se uno di 30-40 kg da una zampata a un cucciolo di 7 scommetti che lo capotta?se un cane arriva di corsa lanciata con la spalla addosso ad un altro scommetti che lo capotta? se un cane arriva di corsa e con la bocca da una botta forte sul collo ad uno più piccolo lo ribalta, senza contare che ho visto io scene di tiramolla con la pelle del collo e le zampe puntellate di quello che non si vuole ribaltare… a volte vince il capottatore a volte non ce la fa ma quantomeno ci prova.
        che dire vedrò di fare dei filmati e pubblicarli sennò sembra che me lo sogno

        • A’ Lupi… ma certo che lo capotta! però non era quella l’intenzione! Dai… quando giocano i cani si capottano l’un l’altro continuamente, ma qui la dominanza c’entra proprio poco! Invece mi confermi se che quello che non si vuole capottare si puntella sulle zampe, non c’è modo di capottarlo… a meno che non sia lui a cedere. Io non ho mai detto che i cani dominanti non provino a “far” capottare i sottomessi: è l’azione fisica che non fanno, perché non ci possono riuscire fisicamente, non avendo le mani.

          • non è detto che arrivano di botto a spallate o musate e giocano… a volte lo fanno per rimettere in riga un altro di solito appunto giovane cucciolo/ne esuberante e rompipalle
            a volte quando il giovane arriva baldanzoso balzellando lo “zampano” al volo facendolo cadere e poi gli balzano sopra…(profittando del fatto che sta saltellando) a volte ce la fanno quando uno si puntella a capottarlo lostesso… a volte il capottato sta zitto a volte reagisce comunque, di scene ne ho viste tante…comunque sia certo, non hanno le mani, non prendono le zampe per far leva e farli cadere come può fare un umano.questo è certo ma a volte ci riescono e l’intento non è certo (sempre) giocare. anzi ho visto che spesso per giocare anche l’adulto stesso dominandte sul pischello è lui stesso che si mette a panciainsù e lascia che il cosino lo mordicchi al collo ma li appunto giocano.

    • Valeria, perchè accusi un’intera categoria di ignoranza e di pressapochismo? Sarebbe come se io accusassi tutte le Valeria Rossi d’Italia di parlare a vanvera. E soprattutto, perchè non sei sincera con chi ti legge? Lo sai benissimo che un cane che arriva a mordere i proprietari che lo “amano alla follia” è un cane che in lingua umana è stato “coccolato, abbracciato, pettinato, toelettato, messo nel letto a dormire coi proprietari” mentre in lingua canina è stato “vessato con smanacciamenti invadenti, aggredito quotidianamente con prese da lotta greco-romana, rosicchiato ripetutamente con attrezzi puntuti, ficcato a forza nell’acqua e sapone e poi phonato rumorosamente, infine svegliato malamente più volte nella sua cuccia (il letto) dai rigiramenti di un rompiscatole nella notte.” A questo punto, trovi che sia necessario menarlo (responsabilmente) o smettere di rompere i cosiddetti al cane e cominciare a trattarlo da cane? Va bene la serena convivenza, ma quale convivente umano ti permetterebbe di trattarlo così? (non me ne volere, ma sei tu che hai fatto il paragone con gli umani) Un figlio lo accetta fino alla maggiore età, poi, squilibrato e psicopatico, ti manda al diavolo e se ne va a drogarsi; un coinquilino che con te divide solo l’affitto o ti caccia o se ne va. Un cane non può: ha il guinzaglio e se gli riesce la fuga ha comunque il microchip. Ricordiamoci, quando si fanno i paragoni fra la coppia uomo cane e i gruppi spontanei di canidi che si trovano in natura che: 1) loro parlano la stessa lingua e solitamente sono anche parenti, 2) se uno non ci sta bene, se ne può andare e se non se ne va è perchè ci trova la convenienza, non perchè è psicologicamente dipendente da un ipotetico capobranco.

      • Laura, anche a te dico: quando mi porterai prove documentate (mi bastano un centinaio di email…) di Valerierossi sparse per tutta Italia che parlano a vanvera, non me la prenderò se tu dirai che le Valerierossi parlano a vanvera. Al massimo potrò dirti “io cerco di non farlo”…però non potrò fare l’avvocato difensore di tutta la categoria, perché dovrò ammettere che la maggioranza delle Valerierossi parla a vanvera.
        I cani trattati con tanto ammmmmoreeeee spesso sono vessati esattamente come dici tu (o quasi, suvvia!): però, se sanno stare nella società umana e conoscono le regole, sanno anche capire e “subire”.
        Anche perchè è una scelta che il cane – spontaneamente – ha fatto migliaia di anni fa: quando si instaura una collaborazione bisogna anche accettare qualche compromesso.
        Non può esistere che un cane ti si rigiri perché l’hai spazzolato o perché gli vuoi fare il bagno. Certo, tu sei responsabile del modo in cui lo fai…però lui non deve reagire a questo tipo di regole sociali. E siccome non deve farlo, preferisco dargli un pattone per spiegarglielo piuttosto che rincoglionirlo di prozac. Se i cani venissero trattati “da cani” (nel senso corretto della parola) non ci sarebbe bisogno né di una cosa, né dell’altra: ma qui parliamo di cani su cui, ormai, il danno è stato fatto.

        • perchè, tu hai portato prove documentate? i sentito dire ancora in Italia non sono prove. e poi, c’è un motivo per cui i cani dovrebbero stare volentieri in questa società umana nella quale non stiamo bene neanche noi? se un cane ti si rigira non è perchè l’hai spazzolato, ma per il modo in cui l’hai fatto. ti piace il modo in cui mi sto rivolgendo a te in questo momento? è sgradevole vero? eppure i contenuti sono del tutto educati, ci dev’essere qualcosa che non va e quel qualcosa ti impedirà di gradire l’avere a che fare con me, probabilmente non avresti nessuna voglia di farti spazzolare i capelli da me in questo momento. che faccio, ti do un pattone o cambio i miei modi?

          • ma se dessimo una sterzata alla discussione verso qualcosa di costruttivo? Giusto per far arrivare l’ora di cena 🙂

          • hai ragione! mo’ mi vado ad inventare la cena…. povero marito! vala’ che la Cleo ha i suoi corcchini! 🙂

          • ‘sto commento è sparito prima che potessi leggerlo… però mi sono accorta che c’era 🙂
            Il modo in cui tu ti stai rivolgendo a me non è sgradevole: è comico. Tant’è che ti rispondo perfino ai commenti nascosti!
            Io le prove documentate le ho: peccato che siano email private che non renderò pubbliche finché non avrò le necessarie autorizzazioni (che peraltro sto chiedendo). Resta collegata, Laure’… avrai qualche sorpresa, nei prossimi giorni!

          • Il mio commento è nascosto perchè queste sono le impostazioni del sito: se un commento non piace a due persone, viene nascosto. Non mi sembra molto democratico, ma il sito non è mio, è tuo e puoi scegliere di nascondere quello che vuoi, probabilmente puoi anche cancellare. Oppure puoi ascoltare quello che non sai. Anch’io ho prove documentate che il lavoro dei veterinari comportamentalisti funziona, ma non sono email private, sono lavori scientifici pubblicati e che chiunque può leggere. Tanto per essere costruttivi, poi, aggiungerei che 1) i veterinari comportamentalisti CZ provvisti di un titolo di studio (e quindi tali definibili per la federazione nazionale dei medici veterinari, detta per brevità FNOVI) ad oggi in Italia non ci sono: il primo master universitario è in corso. Questo vuol dire che coloro che si definiscono tali sono o persone autoreferenziate (come te) o medici con comprovata esperienza, validata dalla comunità scientifica veterinaria italiana. Personalmente punterei sui secondi e considerei i primi per quello che sono al momento, ovvero persone che dicono di essere quello che non sono, che possono o no avere comunque delle capacità, ma che non possono essere annoverate in una categoria alla quale non appartengono: sarebbe come dire “ho avuto a che fare con un odontotecnico che si diceva dentista, ma non era per niente bravo, dunque i dentisti non sono bravi.” 2) Un veterinario comportamentalista, a meno che non sia ANCHE educatore, dell’educatore si avvale esattamente come il dentista si avvale dell’odontotecnico e l’ortopedico del fisioterapista, perchè sono figure professionali necessarie nella terapia. Certo, se io fossi un ortopedico, non manderei un mio paziente da un fisioterapista che sostiene che la chirurgia ortopedica e i farmaci antiinfiammatori sono delle idiozie da incompetenti e che l’unica soluzione a qualsiasi problema ortopedico è la fisioterapia. Ritengo quindi che ti sarebbe molto utile una chiacchierata di persona con un vero veterinario comportamentalista.

          • Ma secondo te io scrivo dalla luna? Non ho mai parlato con nessuno, non conosco veterinari, traggo le mie conclusioni pescandole da un cappello?
            Tanto per cominciare, il “vero” veterinario comportamentalista non esiste, perché non esiste una scuola di specializzazione. Sono tutti, per l’appunto, autoreferenziali: e non mi interessa minimamente che a dare queste referenze siano associazioni di veterinari dai nomi roboanti. Sempre autoreferenza è (io non mi definisco certamente comportamentalista, quindi “come te” de che?!?).
            I master (belli costosi, a quanto ne so) sono svolti in aula senza neppure la presenza di un cane, esattamente come moltissimi corsi per educatori (e se qui qualche cane si vede, non è MAI un cane con seri problemi di aggressività).
            Dopodiché, la splendida abbinata educatore improvvisato + comportamentalista autoreferenziato (o referenziato da associazione privata) produce gli sfaceli che si vedono nei video.
            NON sostengo e non ho mai sostenuto che non esistano ANCHE persone preparate, nell’uno e nell’altro campo: ma sostengo e urlo a piena voce che ci vogliono regole più SERIE. Perché i troppi, troppissimi “comportamentalisti della domenica”, esattamente come gli addestratori della domenica, devono SPARIRE.

            P.S.: i commenti vengono nascosti dopo 3 voti negativi dei lettori, non certo miei. Io non utilizzo i “pollici”, se non in rarissimi casi (che dichiaro) e solo per commenti positivi. La possibilità di votare i commenti è stata chiesta dai lettori stessi…e ‘sto plug-in funziona così.

          • Laura, scusa se insisto, ma perchè invece di fare polemiche con Valeria, non prendi in considerazione il fatto che questo articolo ha toccato un problema nascosto, ma che coinvolge tantissime persone, le quali hanno bisogno di aiuto e speranza e questo articolo ne è un esempio, almeno per me, positivo? Anzi, mi auguro di trovare altri “millemila” commenti di gente esperta che dica la sua, per leggerli tutti. Credo che le battaglie ideologiche e/o di categoria, andrebbero fatte in altre sedi, magari coinvolgendo solo persone esperte come voi.

          • Nicoletta, il punto è proprio questo: certe cose si vorrebbe che rimanessero nascoste. Quindi il “cattivo”, per certa gente, non è quello che causa il problema, ma quello che lo porta alla luce.
            Succede continuamente, in ogni campo. Non c’è da stupirsene.

        • Valeria,
          qui è opportuno chiarire alcuni punti, perchè io trovo che alcune cose che dici siano giuste, ma altre sono chiaramente frutto di disinformazione.
          1)La definizione di “vero veterinario comportamentalista” te l’ho data, le regole sono state definite dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, detta FNOVI (puoi visitare il sito FNOVI quando vuoi) la quale detta legge in materia di deontologia professionale veterinaria e non è una associazione privata (da non confondersi con scivac, anmvi, ecc.) ma pubblica e fondata per tutelare i diritti dei consumatori. Pertanto, tutti i veterinari che scrivono sul proprio biglietto da visita la definizione “comportamentalista” senza averne i titoli andrebbero denunciati all’ordine di competenza. Dopodichè si farà quel che si può: tieni presente (ma lo saprai e non è mia intenzione nascondere nulla, ma magari denunciare quanto e più di te, come potresti evincere dal mio darti tutti gli strumenti per denunciare a tua volta) che a millantare si divertono anche i medici umani e la malpractice medica è malattia diffusa in ogni professione sanitaria.
          2) Io parlo e difendo esclusivamente il veterinario comportamentalista CZ, se non altro perchè non ne conosco altri: non posso contraddirti sugli altri indirizzi. Ma tu non conosci affatto il comportamentalista CZ: ti ho detto che questo titolo accademico al momento non c’è perchè il primo master universitario CZ(altro titolo rilasciato da ente pubblico, l’università appunto) è in corso e guardacaso lo sto frequentando. Posso dirti solo una cosa: finora si è fatta solo pratica in campo: cani su cani, di proprietà e di canile, ne studiamo la comunicazione, mettiamo in atto attività pratiche, ecc. Ancora niente pattoni, questo è vero, ma di farmaci si è parlato ancora meno che dei pattoni (siamo a metà del corso)e solo in termini medici appunto: interazioni con altri farmaci, recettori coinvolti, farmacocinetica e farmacodinamica, ecc. Evidentemente quindi ne sai ancora poco di master CZ per poterne parlare, ma da questo mese è possibile accedervi come uditori: puoi fare domanda e a me piacerebbe vederti lì con noi.
          3) Quando ti ho definita “autoreferenziata” mi riferivo al tuo definirti “educatrice, addestratrice, esperta” com’è che ti definisci? O meglio, a che titolo ritieni di saperne di più dei “normali” proprietari, da poter dare consigli?
          4) Infine ti quoto pari pari: “sostengo e urlo a piena voce che ci vogliono regole più SERIE. Perché i troppi, troppissimi “comportamentalisti della domenica”, esattamente come gli addestratori della domenica, devono SPARIRE”: cento volte più forte vorrei urlarlo io.
          Piesse: per Angelica: se vedo uno che usa collari elettrici (peraltro vietati dalla legislazione italiana), ma anche a strozzo, ma anche pattoni, ma anche strattoni, come minimo lo aggredisco verbalmente a rischio di querela: lì si che mi vedresti agguerrita! 🙂

          • Laura, partiamo dal fondo: qui sì che sei disinformata (“purtroppo”, aggiungo, perchè sarei TROPPO contenta che tu avessi ragione): il collare elettrico non è affatto vietato dalla legge italiana. L’ordinanza che lo vietava è stata sospesa (in toto, tra l’altro, annullando così anche altri importanti contenuti) dopo che i produttori di collari elettrici hanno fatto ricorso al TAR e l’hanno assurdamente vinto. Che è un po’ come se i produttori di vergini di norimberga facessero ricorso contro la legge che vieta la tortura, perché ci rimettono, e il TAR desse loro ragione.
            Detto questo:
            1) la FNOVI è una federazione e non un’associazione, ma “è” privata nel senso che non è statale, né sotto l’egida di un Ministero.
            Quindi un titolo fornito da questa federazione può avere, per carità, più “valore” oggettivo dell’autodefinizione di “comportamentalista” che si dà da solo un veterinario generico…ma fino a prova contraria, l’ortopedico a cui fai riferimento tu fa una scuola di specializzazione universitaria: il comportamentalista no. Non è quindi possibile definirlo “uno specialista” in senso strettamente tecnico.
            2) come puoi difendere il “comportamentalista CZ”, se tu stessa dici che ancora non esiste?
            3) a dire il vero io non mi definisco proprio. Quando devo farlo, mi definisco “giornalista cinofila”, perché questo è ciò che sto facendo. In passato ho fatto l’allevatrice (“certificata” da un affisso ENCI, che se non altro “è” un Ente ministeriale…) e l’addestratrice (non certificata da nulla, perché ai “miei tempi” non esisteva alcuna qualifica). “Esperta” non credo di essermici mai definita in vita mia: magari “una che qualcosa di cani ne sa”, dopo quarant’anni di cinofilia attiva. Ora che sono diventata “passivissima”, perché non lavoro più con i cani da quindici anni, posso solo definirmi scribacchina cinofila :-). Ritengo di saperne di più dei normali proprietari proprio perché 40 anni di vita in mezzo ai cani spero mi abbiano insegnato qualcosina in più (non tutto: ho sicuramente ancora molto da imparare, e ne avrò ancora quando sarò sottoterra. Sulla mia tomba penso di far scrivere: “Cominciava a capire qualcosa di cani. Continua nella prossima vita” :-)).

          • 1) Veramente la FNOVI raggruppa tutti gli ordini veterinari italiani e per ora gli ordini professionali sono ancora istituzioni riconosciute dallo Stato come le sole a poter autorizzare all’esercizio della professione.
            2) E tu come puoi parlare del comportamentalista CZ se non sai cos’è? Io ti ho detto che non ci sono persone che hanno conseguito il titolo universitario, ma ti ho anche detto che esistono figure professionali validate dalla comunità scientifica italiana e internazionale.
            3) Per quanto possiamo io o tu condividerne l’operato, il titolo universitario (università = ente pubblico, ricordiamocelo) di Veterinario Comportamentalista esiste già, anche se non ancora quello con indirizzo CZ. E non essendo una scuola di specializzazione a fornirlo, ma un master universitario, quel titolo ha valore legale (sempre per ora) e il dottore che lo consegue non si chiama “specialista”, si definisce “esperto”: l’uso di queste parole è ben regolamentato.
            Poi, scusami, perchè devo spiegartele io queste cose: ti ho detto che se vuoi parlare con cognizione di causa puoi visitare il sito FNOVI e leggere la regolamentazione, così da poter denununciare gli stessi millantatori che detestiamo entrambe, perchè non lo fai?

          • 1) veramente quello si chiama “Ordine dei Veterinari” e mi risulta che sia uno solo (almeno, ai miei tempi era uno);
            2) scusami, dove hai letto “comportamentalista CZ” in un qualsiasi mio articolo?
            3) se parliamo di “veterinario esperto in comportamento”, mi sta bene. Se parliamo di “veterinario comportamentalista” definendolo uno “specialista”, no!
            4) e perché non lo fai tu? Il dovere di un cronista è quello di informare: ed io questo faccio. Se dovessi denunciare tutte le schifezze che vedo passerei la vita tra avvocati (che peraltro non ho i soldi per pagare) e tribunali. A parte questo, non si può denunciare qualcuno per “millantata professione inesistente”! Per questo chiedo REGOLE chiare, precise, ben definite: quando ci sarà la legge, potranno esserci anche i fuorilegge. Ma per ora non c’è nulla di tutto questo, e un qualsiasi veterinario generico, se così gli gira, può prescrivere un chilo di prozac al giorno a qualsiasi cane senza che nessuno possa sognarsi di dirgli “ba”.
            Questa è la realtà dei fatti. Se non ti sta bene, come non sta bene a me, invece di litigare con me prova ad interpellare il “tuo” (e non mio) Ordine e a chiedere chiarezza. E’ il tuo lavoro, dopotutto, mica il mio (io Vet non l’ho manco finita, mi mancano 4 esami). Perchè dovrei essere io a tutelarlo? Io faccio il mio mestiere: informo. Sperando che anche gli altri facciano il proprio.

            P.S.: lo stesso vale per i sedicenti “educatori” diplomati dal corso di due week, per gli “addestratori della domenica” e così via.

      • Laura, scusa, ma stai generalizzando proprio tu. Il mio cane non è stato coccolato e abbracciato (non perchè sono una dura, ma semplicemente perchè non gli piace) tolettato, non dorme nel mio letto, eppure ho diversi problemi con lui. Evidentemente ogni cane, come ogni padrone, ha una sua personalità ed un bravo addestratore deve poter cogliere queste sfumature per aiutare veramente entrambi a vivere un rapporto cane-umano nella maniera giusta. Questo spesso non succede e scriverlo non vuol dire generalizzare!

        • In quali occasioni il tuo cane ti morde? Magari, oltre al parere di Valeria, puoi ascoltare anche il mio. E poi puoi anche scartarlo, chi lo sa? Io ho parlato di generalizzazioni nel caso di Valeria che non perde occasione di accusare tutti i veterinari comportamentalisti di lobotomizzare i cani con farmaci fuori luogo. A volte, anche usare l’aggettivo “alcuni” per non essere costretta a fare nomi, potrebbe evitarle il marchio di infangatrice di professionalità. Inoltre, fra persone come me e Valeria, che parlano con i varii proprietari, la definizione di proprietario che “ama il suo cane alla follia” è abbastanza scontata e certo tu non vi rientri: si tratta di persone che hanno un rapporto morboso col proprio cane, il quale solitamente sostituisce un figlio neonato (ed ecco perchè gli concedono tutto). Tu sembri (dalle poche parole che hai scritto) una persona che ama il suo cane come un cane e che ha qualche perplessità, tutto qui.

          • Laura il mio cane, per ora, non mi morde, forse perchè capisce che gli basta il ringhio per farmi desistere da qualsiasi cosa stò facendo nei suoi confronti. Comunque, non me ne volere, concordo con Valeria che troppe persone ricorrano a farmaci per cercare di risolvere i problemi. Ma non c’è da meravigliarsi, infatti, oggi, questa soluzione è praticata non solo sui cani, ma anche sugli umani ed addirittura bambini. Questo è un dato di fatto e denunciarlo con articoli non mi sembra negativo, anzi, può aprire gli occhi a tanti padroni di cani inesperti come me!

          • scusate l’intromissione, non sono “del settore”, nella vita mi occupo decisamente di altre cose ma adoro i cani anche se sono “solo” alla mia seconda esperienza. Mi sembra che tu Laura, sia molto agguerrita e risentita nei confronti di Valeria (mai e poi mai mi permetterei di tentare di difenderla, sto solo scrivendo una mia impressione in merito alla discussione), purtroppo nella mia piccola esperienza ho veramente visto tanti padroni di cani mal consigliati dal “santone” di turno che, tra collari elettrici e psicofarmaci, tendono a spillare quattrini non solo facendo il male del cane ma NON risolvendo il problema, qui non si dice che TUTTI i vet.siano degli spacciatori di xanax (o simili) ma semplicemente si mette in guardia i padroni da questo potenziale e probabile pericolo.

          • Sono perfettamente d’accordo con te su tutta la linea. Non mi sono sbagliata su di te: sei una persona ragionevole. Ci sono un sacco di proprietari che chiedono “ma non c’è una pillolina da dargli per farlo stare buono?” e che non hanno nessuna voglia di impegnarsi per migliorare il rapporto col loro cane facendo qualcosa di costruttivo: questi proprietari possono incontrare una persona seria che gli risponde di no, oppure possono trovare (e trovano) chi li accontenta. Ci sono un sacco di cani spacciati per “aggressivi” che in realtà vivono coi loro proprietari nel malinteso. Un comportamentalista CZ si pone proprio l’obiettivo di insegnare a cani e proprietari a comunicare in modo corretto: la coerenza è importante, ma non è la sola regola, anche il rispetto della diversità fra uomo e cane è fondamentale. Un cane ringhia anche ai suoi cuccioli quando è necessario e il modo in cui ringhia fa anche capire se c’è astio profondo (succede, purtroppo) o se è solo un “guarda, questa cosa non mi piace per niente: se siamo amici, non la fare.”. Non tutti i cani si esprimono così: un cane con un carattere diverso si immobilizzerebbe, tremerebbe o scapperebbe, ma sarebbe come dire esattamente la stessa frase, solo che chiaramente sarebbe considerato un cane “buonissimo” che “si fa fare tutto”. L’uso dei farmaci ha un senso in alcuni casi e un vero comportamentalista non li spande a pioggia ovunque per tenere tutti i pazienti sedati e risolvere così i problemi: anche in psichiatria umana ci sono quelli che anestetizzano tutti e quelli che applicano il metodo cognitivo (si, è mutuato dall’umana, ovviamente però adattato alla struttura neurologica del cane). Tieni presente che, a seconda della sensibilità dei soggetti e anche delle esperienze vissute, ma anche, infine, dalle capacità dei proprietari (perchè si, spesso è anche colpa loro, ma non è una legge e comunque qualcosa bisogna pur fare per cercare di migliorare le cose) un cane può essere solo infastidito, un po’ incompetente nelle relazioni sociali, avere un carattere particolare o può essere intrappolato in una vera e propria psicosi dalla quale, qualunque cosa si faccia, non può uscire se non con l’aiuto di un farmaco che gli permetta di vedere oltre la sua gabbia di fobie e quindi di apprezzare le esperienze che farà con l’educatore e di trarne insegnamento. Ti è mai capitato, per esempio, di essere così terrorizzata da non riuscire a pensare nemmeno a come salvarti da una situazione? Poi sarà passata, ma immagina un cane che vive così h24: come farà a capire qualcosa? Sono questi i soggetti che hanno bisogno di un farmaco.

          • Laura, grazie, è proprio questi tipi di interventi che mi piace leggere e potermi confrontare.
            E’ molto interessante quello che hai scritto soprattutto su come si esprimono i cani, ho una domanda sull’ultima frase.
            Tu scrivi: Ti è mai capitato, per esempio, di essere così terrorizzata da non riuscire a pensare nemmeno a come salvarti da una situazione? Poi sarà passata, ma immagina un cane che vive così h24: come farà a capire qualcosa? Sono questi i soggetti che hanno bisogno di un farmaco.
            Purtroppo già a 6 anni mi ci sono trovata nel vedere mia madre immobile nel letto con una corona tra le mani ed io nelle ginocchia di mia nonna che gli strappavo tutti i bottoni della camicia.
            Ho avuto una gran fortuna: proprio quella nonna mi ha aiutata a non arrivare a vivere h24 in quella situazione, ma non dandomi farmaci, aiutandomi, invece, con la sua vicinanza, la sua pazienza, dandomi regole ed insegnamenti continui sul rispetto, la morale e la comprensione.
            Laura, questo vorrei diventare per il mio cane, il suo punto di riferimento, il suo esempio di vita, la sua spalla dove piangere o gioire. MA DA SOLA non ci riesco e chiedo aiuto, ma troppo spesso non trovo risposte!

          • Non credo che ci sia bisogno di Valeria Rossi per infangare la categoria dei veterinari, purtroppo per i nostri animali ci riescono benissimo da soli

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