venerdì 29 Marzo 2024

A proposito di cani neri… perché fanno più paura degli altri?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI –  Se qualche giorno fa abbiamo sollevato il problema dei colori “indesiderati” dagli Standard di razza, oggi mi piacerebbe porre l’accento sui colori “indesiderati” (o per meglio dire, “fraintesi”) dall’uomo medio, non necessariamente cinofobo ma “impressionato” in qualche modo dai colori scuri e in particolare dal nero.
Le testimonianze sono pressoché infinite: chi ha una coppia di Labrador, uno giallo e uno nero, quasi immancabilmente si rende conto che le persone (bambini compresi, anche nell’età in cui ancora non dovrebbero essere influenzati da retaggi culturali sul nero=negativo) preferiscono accerezzare il cane giallo e si avvicinano con maggiore cautela (o evitano proprio di avvicinarsi) a quello nero.
Lo stesso avviene a chi ha, per esempio, un maremmano-abruzzese e un terranova: nonostante per un estraneo sia sicuramente più a rischio andare a pastrugnarsi il pastore maremmano-abruzzese, è proprio quello che tendono a fare tutti.
La cosa diventa particolarmente interessante, però, quando si tratta di due cani della stessa identica razza: e non solo quando il confronto è “bianco vs nero”, ma in generale quando è “chiaro vs scuro”: si si va in giro con due boxer, uno fulvo ed uno tigrato, la maggioranza delle persone si avvicinerà fiduciosa a quello fulvo e mostrerà una certa diffidenza verso quello tigrato.

Basandosi su questa reazione spontanea comunissima, nel cane il colore nero è stato anche selezionato (appositamente) in diversi casi.
Tre delle quattro razze da difesa (rottweiler, dobermann e riesenschauzer) sono solo nere (rottweiler), o “anche” nere (e il nero, pur non essendo l’unico colore accettato dallo Standard,  è di gran lunga il  più diffuso sia nel dobermann che nello schnauzer). Il nero integrale è presente anche nelle linee da lavoro del pastore tedesco.
Non è quindi tanto scontato il fatto che il labrador nero, per esempio, venga “scambiato per un rottweiler” (anche se succede in continuazione, perché la cultura cinofila media è quella che è…): è invece vero che le razze adibite a compiti di guardia e difesa sono state selezionate apposta nel colore che “faceva più paura”, così da aumentare l’effetto deterrente sugli eventuali malintenzionati. Ovviamente questo non fa che aumentare la diffidenza verso i cani scuri, perché alla sensazione istintiva iniziale si assomma il ricordo degli episodi di cronaca che hanno visto protagonisti, in molti casi, cani da difesa (ovviamente protagonisti perché mal gestiti, e non certo perché neri!).
In alcuni casi questo atteggiamento ha dato adito a clamorosi fraintendimenti: per esempio, per un certo periodo e in conseguenza dell’eccessivo utilizzo di una certa linea di sangue, i cocker fulvi hanno mostrato un’altissima percentuale di soggetti aggressivi, mentre i neri erano i cani più paciosi e festaioli del mondo. Eppure tutti andavano ad accarezzare fiduciosi i cani fulvi (lasciandoci qualche manina qua e là), mentre prima di accarezzare un nero (nonostante fossero cocker spaniel, quindi noti come “cani buoni”) quasi tutti chiedevano, quantomeno, il permesso al proprietario.

Ma perché  il colore nero, in generale, è visto in modo così negativo?
Lasciando per un attimo da parte i cani,  il discorso si può ricollegare a diverse radici: da quella religiosa (il nero è il colore degli inferi, della morte, del male) ed arrivando ai più comuni modi di dire (tipo “oggi sei proprio nero”, “sono di umor nero”), passando addirittura per la politica (le camicie nere erano il simbolo del fascismo) e per il misticismo (la “magia nera” è quella cattiva, la “magia bianca” quella buona). Un altro colore associato dalla religione al male (al diavolo, per la precisione) è il rosso: per questo, forse, i cani nero-focati, che abbinano questi due colori, sono ancora più “impressionanti” del nero puro.
Per la psicanalisi freudiana, il simbolo del cane nei sogni strettamente collegato all’istinto sessuale (strano, eh? Non succede mai, con Freud…), mentre Jung lo fa risalire ad un legame amichevole, ad un compagno di vita o ad un IO “guardiano degli istinti”: eppure, per entrambe le correnti di pensiero, sognare un cane nero è dovuto a pensieri che riguardano l’argomento della morte o della sofferenza.

In realtà, tecnicamente parlando (a livello di spettrometria, non di genetica canina!) né il bianco né il nero sono colori: il primo è infatti la somma di tutti i colori, il secondo l’assenza di qualsiasi colore: ma proprio qui, forse, sta la chiave di lettura.
Secondo la cromatologia, infatti, il colore nero predispone a stress e depressione perché tende ad assorbire la luce, e quindi a “svuotare” di energia vitale  chi lo osserva, mentre il bianco riflette la luce e quindi “rimbalza” le energie verso chi lo osserva.
Questo potrebbe spiegare la reazione dei bambini ancora non influenzati da fattori culturali, religiosi e tantomeno politici (a meno che, ovviamente, non siano già stati condizionati dalle panzane sull'”uomo nero”, che mi auguro fortemente siano sparite da tutti i possibili moduli educativi), ai cani di questo colore.  Un altro fattore importante potrebbe risiedere nella maggior difficoltà di vedere gli occhi di un cane nero e quindi di poterne interpretare (anche solo istintivamente, cosa che i bambini sanno fare benissimo) l’espressività.
Sta di fatto che i proprietari di cani neri dovranno rassegnarsi a suscitare sempre un sentimento di iniziale timore in chi si avvicina: il che, però, potrebbe anche essere visto in modo positivo. Personalmente preferisco di gran lunga che la gente mi chieda “è buono? posso accarezzarlo?” (come succede con i cani neri), piuttosto che vedere qualcuno che si fionda a dare manate sulla testa a un cane bianco come la neve, ma magari – in quel momento – di “umor nero” e quindi poco propenso ad accettare certi approcci da parte di uno sconosciuto.

 

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39 Commenti

  1. Il nero è ciò che da piccoli (non) vediamo quando si spegne la luce. Riconduciamo quindi il nero a questa sensazione negativa.
    Ricordo di aver letto (ma non riesco a ritrovare le fonti) che tempo fa negli stati uniti fu condotto un esperimento:
    Un team di stuntman giocava due false partite a football in tutto e per tutto identiche a parte le divise bianche e nere che si alternavano.
    In entrambi i casi il pubblico, assistendo ai filmati, ha giudicato più fallosa la squadra nera.

  2. Nella religione islamica c’è una hadith (sarà femminile o maschile?) che afferma che il cane nero è l’incarnazione del demonio.
    In effetti ho notato che passando nei pressi di gruppi di extracomunitari con la mia cucciolotta (30 kg…) nera mi si allarga il passaggio in maniera fulminea 🙂

  3. Faccio la volontaria in canile ed è assolutamente vero che i cani neri sono all’ultimo posto nella piramide dell’adottabilità (al primo posto cani di razza, poi i cuccioli, poi i cani color miele/biondi) .
    Io ne ho adottata una, una meticcetta di 15kg nera nera nera che nessuno viene a coccolare(forse meglio così…xD). E vi racconto uello che ci è successo una volta: ero in città con Haru, camminavo sul marciapiede dietro un gruppetto di persone che parlavano in spagnolo. Ad un certo punto uno dei bambini si volta, vede Haru, si spaventa ed esclama “el diablo negro!” correndo a ripararsi tra gli adulti (che si sono fatti una bella risata..). O_o

  4. beh… in realtà ho scorperto di recente che… la melanina è collegata allo sviluppo del sistema nervoso. questo (già lo sapevo) influenza il completamento dello sviluppo della parte neurologica dell’orecchio, e nel caso esso sia completamente bianco dentro e fuori, sappiamo che può essere “non funzioante”. proprio per il legame melanina sistema nervoso.
    ma pare che anche il carattere stesso del soggetto sia influenzato dalla presenza della melanina, più chiaro più mite e vice versa.
    forse questa paura del cane nero è atavica, data dal fatto che in generale un cane nerò sarà stato più “cattivo” di uno chairo anche in passato.
    molto più faciele che il nero sia diventato il colore del “cattivo” per questo e non viceversa, essendo il colore delle streghe, il nero è pensato nell’immaginario come cattivo come assonanza…

      • le hanno dette a un corso addestratori enci, sia dalla dottoressa gallicchio che dal dottor gazzano (docente università di pisa)
        qui trovi documentazione…
        http://eprints.adm.unipi.it/113/1/elementi_genetica_cane.pdf

        uno stralcio…pechè sono 185 pagine…

        Riguardo alle modificazioni indotte dal processo di domesticazione nei caratteri morfologici e comportamentali è da segnalare quanto riportato da esperimenti (Trut 2001) di domesticazione effettuati su volpi rosse (vulpes vulpes), in Siberia, nei quali si è visto che nelle linee di animali selezionati per la domesticazione, nell’arco di 8-10 generazioni, si sono avute modificazioni interessanti non solo dei caratteri
        comportamentali (comportamento simile al cane, minor timore dell’uomo, gelosia rispetto ad altri simili, tendenza a seguirel’uomo), ma anche tutta una serie di modificazioni di caratteri fisiologici (accelerata apertura degli occhi e risposte a stimoli uditivi, risposta alla paura ritardata, precocità della sfera ormonale sessuale), morfologici (ritardata erezione del padiglione auricolare, coda arricciata, nonché modificazioni craniologiche come accorciamenti della lunghezza, aumento in
        larghezza e presenza di brachignatismo) e del mantello

        !!!!!!!!!!!!!!(presenza di mantelli variegati, con macchie bianche, di estensione via via maggiore, e quindi con interessamento dei loci ‘ estension, E’, ‘Agouti, A’ e‘spotting, S’ ).

        Da questi studiemerge che i ‘sistemi genetici neurotrasmettitori’ sono il bersaglio della pressione selettiva per il comportamento. Le attività dei neurotrasmettitori serotonina, noradrenalina e dopamina risultavano modificate nelle volpi della linea
        domesticata. La serotonina è conosciuta avere un ruolo importante nell’inibizione del comportamento aggressivo ed è coinvolta nella regolazione della divisione cellulare e
        dell’attività migratoria del materiale cellulare embrionale.
        Cambiamenti nelle attività dei sistemi neuroormonali e neurotrasmettitori producono destabilizzazioni dei parametri temporali dello sviluppo. Quindi, pur riconoscendo che non potremo mai sapere quale sia stato il corso evolutivo del cane, possiamo usare i risultati di questi esperimenti per ipotizzare parte del corso stesso.
        Si pensa che la selezione per la diminuità reattività dei sistemi recettori (diminiuto comportamento esplorativo, minore risposta agli stress ed alla paura, e maggiore docilità), abbia riorganizzato il comportamento del cane e abbia indotto anche la
        manifestazione degli altri caratteri fisiologici e morfologici propri (precocità, coda arricciata, brachignatismo, ecc..) delle razze canine più selezionate e, in generale, più diverse dal lupo. È importante notare che questi studi confutano le esistenti teorie
        che volevano che il cane fosse rimasto inalterato per lungo tempo. Infatti, in seguito a forte pressione selettiva per la domesticazione nelle volpi, nell’arco di 40 anni, si sono avute modificazioni importanti, analoghe a quelle presenti in molte
        razze canine attuali. Questa selezione può essere vista come la chiave ed il meccanismo universale della riorganizzazione evolutiva degli animali durante la storia della loro domesticazione.

        • Uhm… se partono dall’esperimento di Belyaev per trarre queste conclusioni, forse dovrebbero partire dal fatto che quelle di Belyaev non erano volpi rosse, ma volpi argentate (allevate per le pellicce): se cerchi “Belyaev fox” su google trovi un sacco di immagini. Perché conta il colore iniziale? Perché tra le modificazioni che hanno indotto a pensare a un rapporto tra docilità (quella che si ricercava nell’esperimento) e pigmentazione, tra le volpi che più mostravano segni di domesticazione ce n’erano molte pezzate… di nero. E alcune completamente nere. Ergo, da quell’esperimento sembrerebbe di poter dedurre che più melanina dia MAGGIORE docilità, e non viceversa.

          • no, a quanto pare il pippone che ho linkato io fa riferimento a un altro esperimento analogo, con volpi rosse, ma la sostanza non cambia (conosco quello di baleyev). la sostanza è che, la domesticazione, che ha come unico criterio iniziale la selezione di individui più docili e mansueti, che vivono “più lentamente” e hanno una minore distanza di fuga, porta alla fine ANCHE a modifiche morfologiche fra cui ANCHE la comparsa di pezzature bianche.
            nel dna è scritto non solo “cosa” ma “come” e “quando”…
            in un certo periodo dello sviluppo del soggetto compaiono certi tratti comportamentali, o si sviluppano o mutano tratti morfologici, questi processi hanno degli orologi, che non per forza sono sincronizzati al 100% in tutti gli individui (pensiamo sempre alla variailità genetica e alla adattailità di una specie, di conseguenza…)
            se noi selezioniamo individui in cui, il loro orologio sia sfasato di modo che, l’incoscienza e la spensieratezza giovanile, permangano anceh in età adulta inizialmente in modo appena percettiile e poi accoppiando fra loro quelli con tali caratteistiche, in modo semrpe più marcato, si ottengono soggetti “domestici” come le volpi di baleyev che è un ottimo esempio velocizzato di proabilmente come è avvenuta la domesticazione del lupo in cane.
            ma inevitailmente andare a selezionare queste diverse tempistiche va a selezionare anche altri sfasamenti rispetto alal forma adulta/selvatica, quindi, dentizioni a volte errate (prognatismo/enognatismo, il gene che fa crescere la mandiola non è lo stesso che fa crescere la mascella e non è detto siano sincronizzati) muso più corto e via dicendo…

            le volpi ianche pezzate di nero che vedi in realtà sono nere con macchie bianche (cioè senza melanina…)
            non è detto che tutte debbano essere macchiate o bianche, ma che, uno degli effetti della diversa tempistica di comparsa di certi tratti caratteriali o fisici sia ANCHE la ritardata migrazione dei melanoblasti dalla cresta neurale, in un certo periodo di sviluppo del feto,il quale ritardo, se troppo prolungato, ne causa la morte (dei melanoblasti) lascianto pezzature bianche, dove appunto i melanociti (assenti)non produrranno melanina.
            la comparsa e la quantita di melanina è fortemente legata al diciamo carattere e del soggetto.e le pezzature sono quindi la conseguenza dell’accoppiare chi, essendo più mansueto, ha appunto modifiche nella sfera comportamentale, legata al cortisolo.
            la “star mutation” è uno dei possibili segni, è la macchia bianca in fronte presente non solo nei cani…ma in tanti animali domesticati.

            anche chi ha studiato umana sa che tessuto epiteliale e nervoso originano dallo stesso strato di cellule nel feto e quindi c’è forte correlazione fra “epidermide” e sistema nervoso in pratica, anche nell’uomo.
            pare che ste pezzature ianche negli animali selvatici (e non rinselvatichiti eh) non siano presenti… e che sia uno degli effetti collaterali della domesticazione.

            questo dice gente che studia quotidianamente queste cose, che paiono tutto sommato verosimili, magari fra 50 anni qualcuno ci riderà su come noi ora lo facciamo di vecchie teorie… tutta via IO non ho certo le competenze per mettermi a contestare chi, sebbene come tutti abbia difetti ed il suo carattere, ha sicuramente una cultura fuori dal normale e una conoscenza della genetica e dell’etologia canina del tutto invidiabile…
            gente che studia e lavora sul campo (non parlo di addestrare eh…) e non che fa solo chiacchiere dietro la tastiera…

          • Lupi… chi “studia e lavora sul campo” è proprio chi educa, addestra, alleva. Non certo chi spulcia libri: o almeno, non chi fa SOLO quello. Io sto in mezzo ai cani da quarant’anni, soprattutto “sul campo” (per quanto legga, studi, mi informi eccetera eccetera), e posso dire per certo di non aver MAI notato alcuna differenza caratteriale legata al colore del mantello. O meglio: a volte c’è (vedi labrador neri, sicuramente più portati al lavoro rispetto ai gialli)… ma alla fine, se vai a ben vedere, non è realmente legata al colore, ma alle linee di sangue che sono state usate.
            E’ sicuramente vero che la pezzatura è legata alla domesticazione, visto che non esistono canidi selvatici pezzati: ma ti ripeto che può verificarsi sia una pezzatura bianca che una pezzatura nera (per questo sottolineavo il fatto che le volpi di Bealyev fossero argentate, quindi quasi bianche), entrambe apparentemente legate alla maggiore docilità. Di esperimenti simili con le volpi rosse non ho mai sentito parlare (e se li hanno fatti non capisco per quale motivo li abbiano fatti, visto che appunto esisteva già quello di Bealyev).
            Comunque: conoscere la chimica che regola le emozioni è sicuramente importante, ma a mio avviso sono troppissimi i fattori che intervengono nel comportamento di un essere senziente, per poter giudicare solo da un particolare secondario come il colore. Insomma, per me questa è pura accademia: sicuramente interessante, ma non probante sul tema dell’articolo (“perché i cani neri fanno più paura?”), che per me è sicuramente MOLTO più legato ai temi religiosi, superstiziosi eccetera.

          • e da dove sarebbe nata la superstizione? la motivazione reale quale sarebbe?
            io sono dell’idea che se i nazisti hanno escluso il bianco un po è anceh per questo motivo, ne ho visti ormai tanti di bianchi ma mediamente non hanno tempra rispetto ai colorati, e si che tanti cani che vengono dall’america sono stati incrociati assieme ai colorati fino a 2 -3 generazioni fa, e si che vedi che fanno atrtacchi alla manica e quant’altro certe linee di sangue ma poi quando tocchi con mano, la tempra… manca, o è molto meno che negli scuri… c’è poco da fare

  5. quanta verità !!!! Ho due labrador, il maschio miele e la femmina nera. Non c’è nulla da fare, tutti si avvicinano al maschio nonostante sia un fuori taglia e quindi molto più grande della femmina. Da cucciola l’hanno scambiata per ogni razza possibile, dal pitbull, al corso fino al rottweiller. Adoro in medesimo modo i miei due pelosoni però devo ammettere ad esempio che l’espressione del muso e degli occhi del miele sono evidenti, quelli della nera decisamente no, a volte devo avvicinarmi per capire se ha gli occhi aperti o se sta dormendo

  6. la mia prima cagna era una meticcia simil volpino, nerofocata, nessuna si avvicinava, e lei prferiva. poi la labrador GIALLA, e tutti venivano da lei, in modo più o meno gentile, e lei non sempre gradiva. ora ho due barboncine nere, che nessuno coccola, e gradirebbero, e 3 hovawart, due neri focati, che gradirebbero, e la figlia, GIALLA, che è giovane, e non sempre gradisce, e si avvicinano solo a lei, gridando “bella” e andandole contro…. se ho tutti con me, non si avvicina nessuno, se non chiedendo se può, meglio! cani neri per sempre!

  7. C’è ancora tanto medioevo nella cultura occidentale. Il nero è il colore del male, degli inferi, de lo dimonio. Prima di Coco Chanel non lo si sarebbe mai usato per dei vestiti che non fossero funerarie gramaglie.
    Gatti, cani ma anche galli neri, nel panorama di profonda ignorantitudine e superstizione del bel paese, sono malvagi o portano sfiga.

  8. Bianco o nero, non mi fioderei mai su di un cane senza chiedere il permesso…fin da piccola i miei genitori mi hanno sempre raccomandato: “prima chiedi al padrone se puoi accarezzarlo!!”
    A me quindi sembra una cosa normale ma mi rendo conto che non tutti i genitori hanno questo buonsenso!
    Comunque Scattino anche io preferisco i cani scuri 😉

  9. Questo è un tasto dolente per me che ho un rottweiler.. ogni volta che accennano al suo pelo nero mi viene un attacco di nervi e devo controllarmi con tutte le mie forze.. c’è da dire che il mio Uther non ha mai attaccato ne persone ne cani, i due labrador miele che escono ogni mattina con lui invece hanno costretto vari cani ad andare dal veterinario perchè estremamente possessivi dell’intero paesino..girano liberamente da soli per l’intera giornata e quando arriva l’estraneo scatta la rissa.. però loro sono labrador color miele e tutto gli è concesso, ora odio quel colore e preferisco il labrador nero e quello chocolate..

  10. cambio il nome perché mi accorgo solo ora di una omonima 😉 non credo che c’entri nulla con l’opinione comune, però` mi viene in mente il discorso della selezione del bianco da depigmentazione come carattere co-ereditato assieme al processo di domesticazione nelle specie animali da affezione e da reddito/zootecniche. Chissà` se c’é una seppur recondita, subconscia correlazione o se magari la depigmentazione fra capo e collo ha una vera influenza sul carattere leggibile anche da conspecifici…

  11. I due cani prima di Axel erano neri, la prima capitata ( i miei erano andati al canile e lei è stata la prima a correre loro incontro), il secondo cercato. Adesso ho un bolognese e per forza bianco deve essere 😀

  12. Ma solo io mi fionderei sul labrador nero, sul boxer tigrato ecc ecc ecc? o.O deve esserci qualcosa di sbagliato in me XD Preferisco i cani scuri o per l’ appunto rossi (o almeno con le mucose chiare) tipo i pit bull red nose, o gli husky rossi… sono l’ unica? o.O

  13. noi abbiamo adottato una “nerina” (con qualche sprazzo bianco sulla pancia) anche perché ci hanno detto che in canile i cani neri non vengono mai adottati. anch’io ero partita a non volere un cane nero ma appena sentita questa cosa mi sono nascosta per la vergogna e ci siamo portati a casa la cagnolina più dolce, vivace e intelligente del mondo…

    • anch’io ho adottato un “nerino”… con qualche decorazione bianca sulla pancia… dolce ed affettuoso, potrebbe essere il fratello della tua, tranne che è un micio 🙂 posso assicurare a tutti che i gatti neri portano tanta fortuna!

      • io il gatto ce l’ho tutto nero completo, senza neanche un pelo bianco XD però non l’ho voluto io, è lui che ormai 15 anni fa mi si è piazzato davanti alla porta di casa.. e non ho potuto fare altro che accoglierlo!

  14. Io noto che Axel, che notoriamente ama qualsiasi essere vivente si ponga nel suo raggio di lingua-azione, ha sempre un attimo di esitazione se incontra un cane nero. Ma forse, nel suo caso, potrebbe essere dovuto al fatto di essere nato tra cani bianchi

  15. I cani ninjaaaaa!!!!! Mamma che paura! Pero` a pensarci ho avuto una gattona che avevo trovato nell`immondizia quando aveva circa un mese, e` diventata 9 kili, davvero grossa (oltre che grassa) ed era tutta completamente, salvo gli occhi verdi, nera. Fra tutti i gatti che avevo in casa , a volte anche 6 o 7, era quella che i cani in visita o lasciati per un po` in pensione da me lasciavano piu` in pace, che temevano di piu`, io pensavo che fosse per la mole ma forse era per il colore! Ora ho un cane bianco e uno scuro e non ho notato tanto che la gente accarezzi di piu` quello bianco pero` questo potrebbe dipendere dal fatto che in Giappone il colore della morte e` il bianco? Che articolo interessante! Grazie Valeria!

  16. È proprio vero, nessuno si chiede se sia sicuro accarezzare (pastrocchiare) il mio samoiedo (senza sapere nulla sulla razza), perché è “un batuffolo”.. probabilmente se fosse nero la gente si farebbe più scrupoli e forse avrebbe perfino paura della sua ‘luposità’!

  17. Ma magari tutto cio fosse vero anche per me!
    Ho un bernese, quindi per lo più nero focato. Eppure tutti appena lo vedono ci si avventano per pastrugnarlo senza nemmeno chiedere permesso.
    Sarà per quella spruzzata di bianco su muso e petto?
    O sarà per l’aria ancora cucciolotica?

    Lo spero altrimenti da grande le dovrò prendere la pettorina borchiata tamarra sperando in un poco più di pace e rispetto da parte dei passanti. Che poi non chiedo molto, solo che mi chiedano “posso?” prima di correre letteralmente a pattonare la capoccia del cane. -_-

    • è che al morbido bovaro tu resistere non puoi… devi devi devi pastrugnar… io per non farlo mi faccio trascinare via dal Pedro, ma l’istinto primario sarebbe di coccolare tutti quelli che vedo con gli occhi a forma di cuore…

      • Ahah grande citazione!

        Anche il morbido bovaro soffre di “luogo comunite” avendo la fama di cane buonissimo tenerissimo calmissimo.
        Però anche a lui posson girar le balle e, vedo con la mia, non è detto che voglia interagire proprio con tutti (e ne ha il diritto).

        Poi non è il “pastrugnamento” in se che mi infastidisce, quanto il fatto che questo avvenga senza mai chiedere permesso in modo irrispettoso del cane e del padrone.

        Io penso che tu, per il solo fatto che sei qui a leggere, faccia parte della categoria che chiederebbe “posso?” 🙂 E a chi me lo chiede io rispondo sempre “certo!”
        Ma a chi mi “assale” il cane io ringhio ahah.

      • Vero verissimo!!!! Appurato che “ci stanno” fatto le debite presentazioni, chiesto un frettoloso “permesso” io pastrugno.E poi un bovaro scusa mamma del bovaro, ma proprio se le tira!
        In ristorante tra l`altro viene spesso un labrador tutto tutto nero e pure lucido, Bogy (in onore di Bogart), lavora come “riproduttore di cucciolini bellissimi”, ecco quello e`, col bernese rubacuori qui sopra, l`eccezione che conferma la regola, clienti che non lo hanno mai visto prima mollano la lasagna a mezzo si fiondano a coccolarlo. Ora lui non fa una piega, e` abituato fin da giovane, ha la faccia nera (da poker) che tira baci e carezze, immagino ritenga gli siano perfino dovuti…la faccia la cambia invece radicalmente se mi vede arrivare con una mano in tasca dove SA che ci sara` una crosta di parmigiano per lui!…sara` anche qualcosa di atavico ma e` ben strano che molta gente abbia paura del cane nero cosi` bello e affascinante e tirabaci!

    • sfido, il bovaro bernese ha la faccia canina piu’ dolce che si sia mai vista, come potrebbe non risultare immediatamente simpatico?

  18. io una volta avevo un lupetto nero, quando andavo in giro,era buonissimo un pezzo di pane ma la gente che ne aveva paura diceva anche “e poi è nero”
    è chiaro che chi nasce nero nasce cattivo no?
    come è anche vero che i bimbi fecero vincere la mia pastorina svizzera ad un sfilata per gioco, in quanto tutta bianca…
    secondo me… il nero è stato legato a tutte quelle cose “cattive e brutte” in quanto “il colore della notte” e la notte fa paura,il buio e la notte fanno paura, nascondono le cose… i ladri e i predatori arrivano di notte ecc…

  19. che dire?
    I gotta walk, can’t stand still – got a flamin’ heart, can’t get my fill,
    Eyes that shine burning red – Dreams of you all through my head!
    Ah ah – ah ah – ah ah – ah ah – ah ah – ah ah – ah
    (solo io penso che robert plant somigli ad un levriero afgano?)

  20. Ho letto su di un libro del 1912, un manuale sul cane di P.A. Pesce, scritto molto bene per essere dell’inizio del secolo, che anche le pecore hanno più soggezione dei cani neri.I cani da pastore venivano spesso selezionati in base al colore del mantello,perchè il nero era molto più efficace, perchè immediatamente riconoscibile.
    Qundi la paura atavica del predatore nero è presente anche in altri animali, non solo nell’uomo

  21. Io vivo la stessa cosa: ho una cagna beige, e una nera. Sono piuttosto simili, nonostante siano due meticce entrambe, più o meno stessa taglia, più o meno stesso tipo di pelo (frangiato e semilungo), più o meno….ma la gente si fionda sulla biondina, nonostante sia decisamente più esagitata della grande. Tutti fanno i complimenti alla piccola, mentre la nera viene lasciata immancabilmente in disparte.
    Anche in canile, se ci si fa caso, i cani neri fanno più fatica di quelli bianchi o chiari ad essere adottati.

    • @enrica:
      io sapevo che in USA dove anche i cani che passano quegli assurdi test comportamentali (e che quindi vengono giudicati “adottabili” e non soppressi direttamente all’arrivo al canile) vengono soppressi se non adottati entro 30 giorni (le politiche cambiano leggermente da stato a stato e fra canile e canile ma l’andazzo è quello)…i cani neri che arrivano in canile hanno 2 volte + probabilità di finire soppressi sia nella fase iniziale (durante il test comportamentale) sia di venir soppressi perchè non adottati entro i 30 giorni nonostante magari siano assai + docili di altri cani di diverso colore presenti nel canile.
      Questa tendenza è tanto diffusa che alcuni canili cercano di fare giornate speciali x far adottare cani neri o di metterli in gabbie lontane da cani bianchi nella speranza di renderli + appetibili e altri fanno fotografare solo i cani neri da fotografi professionisti perchè in foto rendono meno e soprattutto in USA molte adozioni si hanno x via delle foto diffuse in archivi web…

  22. Domanda un po’ da cuggino: ho notato che diversi cani, anche abbastanza socializzati, presentano un certo livello di diffidenza per i cani. Pura casualita’ di cio’ che ho osservato io oppure ci sono studi a riguardo?

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