venerdì 29 Marzo 2024

Se i cani “geneticamente rissosi” non esistono, allora possiamo mollarli tutti al parchetto?

Dello stesso autore...

Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Continua la serie di articoli “a catena”, ovvero scaturiti dal primo articolo sui cani “da rissa”.  Dopo che  nel secondo articolo ho specificato che “non esistono razze geneticamente rissose“, la domanda più frequente è stata: “Ma allora qualsiasi cane, se ben socializzato da cucciolo, poi può giocare serenamente con chiunque al parchetto?”
Vi rispondo con un’altra domanda: secondo voi qualsiasi umano che sia stato al nido e poi alla scuola materna, socializzando quindi perfettamente con altri umanini, da adulto passerà tutto il suo tempo a giocare a nascondino o a tombola?
E non solo: non gli capiterà proprio mai di trovare qualcuno che gli sta calorosamente sulle palle?
Pur trattandosi di due specie diverse, e pur essendo il cane molto più neotenico di noi (ovvero, per molti versi, un “eterno cucciolone”), il paragone regge: a) perché anche il cane, una volta diventato adulto, pensa di poter fare anche qualcosa di più serio che giocare sempre e comunque; b) perché simpatie e antipatie esistono in tutti gli esseri viventi e pensanti, quindi anche il cane prova questo genere di sentimenti.
Spesso ricevo email in cui mi si dice: “Il mio cane va abbastanza d’accordo con tutti, ma proprio non può vedere il cane del vicino (o di mia sorella, o della mia amica, o di miocugggino): come posso fare?”
Ma tesoro di zia, mi pare evidente quello che devi fare: girare alla larga dal cane del vicino! Perché il tuo cane, in casi come questo, non ha certo un problema di socializzazione (va d’accordo con tutti gli altri…): gli sta proprio sulle palle quel cane lì. E allora perché insistere?
Dove sta scritto che si deve andare d’accordo proprio con tutti? Tu non hai nessuno di cui ti dà fastidio la sola vista?
Io potrei fare un elenco bello lunghino… quasi tutto di personaggi politici, vabbe’: comunque lunghino.
Le mie antipatie sono quasi sempre motivate, ma di solito lo sono anche quelle dei cani: ricordo ancora che noi a volte pensiamo “Ma non gli ha mai fatto niente, non è successo niente!” solo perché abbiamo il naso handicappato. Può darsi benissimo che l’altro cane abbia mandato al nostro dei segnali olfattivi carichi di tensione e minaccia, e che sia solo questo il motivo per cui il nostro reagisce così. Un buon 30% di quello che si dicono i cani tra loro noi non potremo MAI capirlo, neppure se facciamo vent’anni di corsi, seminari e stage cinofili: perché loro  si parlano anche attraverso gli odori e noi non siamo in grado neppure di sentirli.  Figuriamoci di interpretarli.

Antipatie a parte (che esistono, e bisogna prenderne atto), il discorso principale è comunque il primo: il cane adulto, pur continuando ad amare il gioco per tutta la vita, non pensa più esclusivamente a quello.  Infatti, che cos’è in realtà il gioco?
Per gli individui giovani è una scuola di vita: è proprio attraverso il gioco che il cucciolo – esattamente come il bambino umano – acquisisce tutte le competenze che gli serviranno in età adulta.
Una volta che l’individuo è cresciuto, però, e una volta che queste competenze sono state in gran parte acquisite, il gioco acquista un altro significato: quello di momento rilassante, de-stressante, scacciapensieri. Ma in realtà, di questo tipo di gioco, abbiamo più bisogno noi del cane: perché lui, che ha una mente più semplice e si fa meno pippe mentali, è conseguentemente meno stressato e ha molti pensieri in meno di noi.
Per questo i cani che continuano a giocare volentieri per tutta la vita sono quelli in cui è stato mantenuta – volutamente, dall’uomo –  la forma mentale dell’ eterno cucciolone, perché è quella che rende anche il cane più docile e facile da gestire.
In alcune razze, altrettanto volutamente, si è scelta una strada diversa, e cioè quella di selezionare (che significa sempre “accoppiare soggetti che possiedono una certa dote”, e non “costruire nel laboratorio dello scienziato pazzo”) caratteristiche che permettessero al cane di poter svolgere determinati compiti.
I cani da guardia e di difesa, per esempio, non possono essere sempre e solo giocherelloni: altrimenti farebbero le feste anche ai ladri, o porterebbero la pallina  al malvivente che ci dà una bastonata in testa per rubarci il portafoglio.
Poiché – ricordiamolo – il cane ci considera tutti conspecifici (per via dell’impregnazione ricevuta sull’uomo), ne consegue che un cane selezionato per poter essere aggressivo verso gli umani sarà anche più facilmente aggressivo verso gli altri cani.
Non è possibile separare le due cose, non si possono spaccare i geni a metà: quello che selezioni ha ripercussioni su entrambi i mondi, intra- ed interspecifico.
Questo però NON c’entra nulla con l’essere “cani da rissa”: non è che rottweiler o un riesenschnauzer, vedendo un altro cane a cinquecento metri, comincino a fare i pazzi perché se lo vogliono mangiare.
E’ solo che, se si trovano insieme ad altri cani adulti, questi cani non si limiteranno mai a giocare allegramente e senza pensieri (anche se possono farlo), ma  disquisiranno anche di cose più serie, come il possesso di un territorio (per chi ha molta attitudine alla guardia) o il fatto che non vogliano che l’altro cane metta le zampe sul loro amico del cuore (per chi ha molta attitudine alla difesa), o anche il fatto che non vogliano averle messe loro, le zampe addosso (per chi ha una certa tendenza alla dominanza, perché si sente più figo degli altri).
Ne consegue che questi cani avranno più possibilità di litigare rispetto a quelli selezionati solo per sbavare dietro alla pallina (i retriever, per esempio, nei quali è stata selezionata soprattutto l’attitudine al riporto) o per riunire e guidare un gregge. Tutti i cani da pastore, ma soprattutto i collie, quando stanno al parchetto insieme ad altri cani spesso li trattano come se fossero pecore. Fateci caso. Corrono pancia a terra, girano loro intorno e cercano di raggrupparli.
Ho assistito personalmente a un caso in cui il cane – che era proprio un border – a raggruppare gli altri c’è pure riuscito, facendo così scaturire una rissa  tra due cani che evidentemente non si piacevano, ma che avevano scelto di stare lontani l’uno dall’altro. Il border, a forza di girargli intorno, li ha costretti a modificare la prossemica… e quando si sono ritrovati a una distanza inferiore a quella che avevano deciso di mantenere tra loro, si sono azzuffati di brutto.

Oltre ai cani che giocano meno solo in quanto adulti, e quindi interessati anche a problemi più seri (sesso, territorialità ecc.), ed oltre ai cani selezionati per avere aggressività più alta di altri, ci sono poi i cani appartenenti ad una categoria molto particolare, che è quella dei cani selezionati proprio per combattere contro i loro simili. In primis i terrier di tipo bull, ma anche l’akita (sì, patatone… Hachiko discende proprio da cani da combattimento!),  il tosa e altre razze apparentemente “insospettabili”, come lo shar pei (indovinate un po’ a cosa gli servivano tutte quelle rughe?).
Qual è la caratteristica principale di questi cani (che, se ben allevati e ben gestiti, NON sono comunque mai “cani da rissa”, anzi lo sono mediamente meno degli altri)? Quella di non ritualizzare più i combattimenti come fanno i lupi e la stragrande maggioranza dei cani: se un cane durante una lotta con un siberian husky si getta a pancia all’aria in segno di resa, l’husky smette di lottare. Se lo fa con un pit bull, il pit bull può continuare a mordere (non sempre, perché il DNA del lupo ce l’hanno pur sempre anche loro… e a volte si fa sentire). Questo accade, però, solo durante il combattimento (che sia stato voluto dall’uomo o dai cani): mentre in occasione di semplici “incontri” canini anche i terrier di tipo bull (sempre SE sono stati socializzati da cuccioli) sono capacissimi di riconoscere i segnali di sottomissione e di prenderne atto.

Concludendo:

a) non esistono cani “geneticamente da rissa”, ma non tutti i cani possono essere “geneticamente da parchetto”; anzi, esistono razze decisamente meno adatte di altre ad essere portate anche in età adulta a giocare con altri cani sconosciuti. Se siamo “parchettari inside” dovremmo scegliere razze a loro volta parchettare, anziché volere a tutti i costi che un cane “tosto” si trasformi in un bamboccione. La selezione, le attitudini, le caratteristiche delle razze vanno rispettate, non forzate;
b) tutti i cani del mondo possono entrare in conflitto e litigare, e questo accade per motivi che non sempre noi umani siamo in grado di individuare e quindi di prevenire;
c) tutti i cani del mondo, anche in età adulta, possono continuare ad interagire, giocare eccetera con conspecifici ben conosciuti e di sesso diverso dal proprio. Quindi, per risparmiarsi le rogne, è decisamente meglio scegliere questa via per far rilassare il nostro cane, qualora appartenga alla categoria “cani tosti”;
d) anche quando i cani giocano con compagni “sicuri”, la litigata può sempre scapparci: meglio sarebbe che evitassimo di farla scattare per colpa nostra (esempio classico: quello di tirare un’unica pallina in mezzo a un gruppo di cani con alta possessività), ma può comunque scattare. In questo caso, se i cani sono di pari taglia e forza, difficilmente succederanno tragedie: quindi si può anche valutare l’idea di lasciare che se la vedano tra loro. Se però ci rendessimo conto che la cosa è davvero molto seria, si potrà intervenire, possibilmente MAI da soli e senza commettere erroracci come quelli di picchiare i cani, urlare e fare sceneggiate che potrebbero solo alzare ancora il livello di adrenalina dei litiganti e peggiorare le cose;
e) il fatto che due cani abbiano litigato una volta non significa che i rapporti siano compromessi per sempre. Se però la cosa si ripete ogni volta che si incontrano (e di solito questo succede proprio quando la rissa precedente ha visto l’intervento umano, e quindi i cani non hanno avuto modo di concludere la ritualizzazione – ovvero, è rimasto “qualcosa in sospeso” tra loro), allora è inutile continuare ad incaponirsi e si dovrà prendere atto del fatto che un’amicizia è finita. Succede. E’ seccante, ma non è una tragedia. Sopravviviamo noi e possono sopravvivere anche loro;
f) le caratteristiche individuali talora sovrastano quelle di razza: al di là di ogni considerazione di allevamento (quando questo succede, in realtà, c’è da chiedersi se l’allevamento sia stato condotto con sufficienza competenza), bisogna prendere atto del fatto che esistono pit bull amichevoli con tutti, ma anche labrador “da rissa”. E se il primo caso solitamente viene accettato con molta serenità dagli umani (esclusi quelli che magari hanno comprato il cane proprio per farlo combattere… ma non riesco a dispiacermi del fatto che siffatti personaggi restino delusi), il secondo può e DEVE essere affrontato, anche perché la rissosità gratuita, come abbiamo visto in precedenti articoli, NON fa parte del normale corredo genetico del cane.

In alternativa, si deve prendere atto ed evitare di portare un cane litigioso in mezzo ai suoi simili.
Non basta dire “Eh, ma è fatto così!”.
Se è fatto così, lo disfi e poi lo rimonti (caratterialmente, s’intende!!! Non sto parlando di prendere il cane a sberloni, ma di impostare un buon programma di rieducazione con un bravo educatore-addestratore!): non lo porti certamente a far danni ad altri cani innocenti (che spesso, dopo aver incontrato l’Hulk di turno, diventano un po’ meno innocenti… perché non sono mica scemi), e tantomeno gli permetti di girare libero per strada.
Avere un cane è una responsabilità: e chi non è in grado di gestirla da solo ha il dovere preciso di farsi aiutare. Gli educatori-addestratori esistono proprio per questo.

 

Nella stessa categoria...

25 Commenti

  1. ciao!forse sono “off topic” oppure me lo sono perso in articoli/commenti ma avrei una grossa curiosità:
    faccio volontariato animalista e spesso e volentieri in canili/rifugi ho assistito a scene di “attacchi” a volte anche abbastanza pesanti.
    L’umano che gestisce il branco,ogni volta ha tenuto comportamenti diversi per calmare la situazione ma io sarei curioso di sapere quello che secondo te è il miglior metodo per “sedare una rissa” senza rischiare l’incolumità fisica dei cani e la propria (spesso ho visto gente ficcare mani e braccia tra due cani incazzati).
    Grazie!

  2. A volte però, scusa, mi chiedo….è a me che “piace vivere rischiando”? O a chi viene al parco con il cane al guinzaglio (che è come andare per strada) o a chi va “in giro per armata di una canna di bambù, non certo per picchiare nessuno, ma per spaventare i piccoli cani liberi, che si avvicinano pericolosamente e soprattutto improvvisamente alle fauci non propriamente delicate di Buddy?”…insomma chi.. è obbligato ” a sollevare il proprio cane da terra per impedire cha faccia male al TUO cane, e rischiando di farsi male essi stessi (in questa manovra mi son rotta un dito)”?
    Beh io non rischio dall’inizio.
    E siccome ho sempre adorato il parco, ho avuto bambini e giardini e quindi tanti altri bambini ospiti…sono quindi, io che rischio? Io che mi sono sempre dotata di cani con il quale potevo vivere serena? Verissimo – la legge parla chiaro – fuori dalle aree dedicate, i cani stanno al guinzaglio!
    Però è anche vero che pochi stanno al guinzaglio e la cosa è ampiamente tollerata, perchè la maggior parte dei cani fa jogging con il suo proprietario, gioca con la palla, annusa e si diverte. Corre.
    A volte, ho la sensazione che vengano usati argomenti tipo – anziani e bambini – perchè invece, i bambini che incontro al parco, spesso con Teo ci giocano felicemente e io, qualche volta, mi siedo su una panchina, accanto a un anziano e inizio a chiacchierare…di solito giocando con Teo!
    Quindi non so…ho sempre pensato che chi ha deciso di avere un cane davvero tosto, forse non pensava di “passeggiare” allegramente “a piedi nudi nel parco”…forse ha un giardino, una casa da proteggere e ha fatto una scelta meravigliosa (perchè so benissimo quanto sono straordinari tutti i cani), però di responsabilità!

  3. Diana, Teo risponde al richiamo, sono certissima, immediatamente. Lui è un giocone/riportone, gli altri cani proprio non se li fila per niente. In realtà al parco vede sono Me, rincorre foglioline e se ne va in cerca di legnetti da portarmi. Ogni tanto gli si avvicina un altro cane – Nico, se sie di Roma e “parchettara” lo sai che noi, con i cani sciolti siamo tanti – lui lo guarda e sembra dica: Non è che vuoi fregarmi il legnetto? Resta piuttosto immobile e se ne va.

    Nico, sì sono disposta a rischiare. Perchè quando scrivo “che non ho altra scelta” volevo dire che è “più forte di me”, ho bisogno di liberare il mio cane al parco, di vederlo correre e rincorrere le cose che volano e gli lancio. Ci divertiamo da pazzi…ed in vent’anni non è mai successo niente….ma lo dico a voce bassa. Ho torto io? Forse sì, ma ripeto, è come se mi chiedessi – Lo sai che tua figlia porta amici in motorino? Lo sai che non è assicurata? Si lo so. Ma lo so che vanno in due. Lo so benissimo….chiudo un occhio…nella vita ogni tanto tocca farlo…un bacio!

  4. Nico, hai ragione, completamente. cerco di evitare i parchi il sabato e la domenica. Ci vado all’ora di pranzo o la sera, quando non incontro bambini…però ci vado per camminare libera con il mio cane, non ho altra scelta.

    • Scusami Paola, ma non capisco perchè se esiste una legge che impone un guinzaglio di lunghezza non superiore al mt.1,50 (i flex sono vietati) dici di non avere altra scelta. La stessa legge impone a tutti, ma proprio tutti i possessori di cani, grandi e piccoli, di girare con la museruola a portata di mano in caso venga richiesto. Io non abito a Roma e giro per i campi armata di una canna di bambù, non certo per picchiare nessuno, ma per spaventare i piccoli cani liberi, che si avvicinano pericolosamente e soprattutto improvvisamente alle fauci non propriamente delicate di Buddy. Sei certa che il tuo Teo risponda al richiamo se parte alla carica? O piuttosto non si mette da solo in pericolo costringendo i proprietari di cani al guinzaglio a sollevare il proprio cane da terra per impedire cha faccia male al TUO cane, e rischiando di farsi male essi stessi (in questa manovra mi son rotta un dito). E soprattutto se il tuo cane libero e l’altro cane al guinzaglio si fanno male sei disposta ad accettare le conseguenze economiche e civili di quella che si chiama ‘omessa custodia?’ e costituisce un reato?

    • Beh, Paola, penso che di altre scelte ce ne siano… Ma se proprio credi di non averne, non lamentarti di ciò che incontri nei parchi di Roma (aree cani escluse, quello è proprio un altro discorso) e magari tieni il tuo cane alla larga da quelli al guinzaglio.

  5. Credevo di essere l’unica infelice umana di un cane con genetica di combattimento. Ma molto spesso mi ritrovo con umani di cani di razze diverse che all’incrociarmi cambiano marciapiede perche anche il loro cane “e’ buono con tutti tranne che con gli altri maschi” , esattamente come il mio!Quindi tutti noi consapevoli umani di cani di questo tipo ci teniamo alla larga da parchetti con microcani (o anche cani medi) , cani sguinzagliati, e similia. Il mio Buddynon sembra soffrirne….

  6. Il parco, argomento che mi interessa assai..in quanto “parchettara”. Infatti vi parlerò di “Parchi”. Io vivo a Roma, in appartamento, ma ho la fortuna di vivere tra 3 splendidi parchi che adoro. Il primo, Villa Glori, parco ombroso bellissimo, è perfetto per la camminata veloce, a Villa Glori c’è la Casa Famiglia per la quale faccio volontariato, perciò la mattina alle 12 (se fa freddo) o la sera alle 6 (se fa caldo), mi prendo un residente della Casa famiglia e me lo porto con me e con il mio cane a passeggiare.
    Il secondo è Villa Ada, grandissimo parco, ricco di sentieri, laghetti e passeggiate che ti sembra di essere fortunata come la regina d’Inghilterra…è un parco che richiede “più tempo”, quindi ci vado quando posso e spesso mi preparo anche il picnic, che mi godo con il mio cane.
    E poi Villa Borghese, dalla valle dei cani a piazze di Siena, che dire? Una meraviglia artistica e paesaggistica.
    QUINDI IO, SONO UNA DI QUELLE CHE AL PARCO NON CI RINUNCIA!
    Forse una delle ragioni, per cui ho sempre avuto un cane è anche questa. Adoro camminare nel verde di un parco.
    Prima di teo, un nanetto cavalier, camminavo veloce e serena, con una labrador femmina, ora cammino più stressata e a zig zag, ma pazienza. Al parco la stragrande maggior parte dei cani camminano sereni e felici, quasi tutti liberi (anche se non si potrebbe) e quasi tutti, molto educati.
    Però ne basta uno, che come si dice? “manda in vacca tutta la festa”.
    In tutti questi anni ho visto:
    – A Villa Ada, un american stafforshire, al guinzaglio, tentare di sbranare il mio teo, che si era avvicinato da cucciolo in versione supersottomessa! Ero nel periodo, “facciamo che non ci spaventiamo dei cani grandi”…la padrona, invece – ha per fortuna – solo sbranato me! Urlandomi di tenere a distanza il mio “cagnolino” che mai e poi mai avrei dovuto far avvicinare a uno “stafforshire”. Da allora, se ne vedo uno sto alla larga.
    – A Villa Glori, una pitbull dolcissima che si chiamava Susanna…giocava sempre con un piccolo branco di “piccoletti” in un prato – noi ci passavamo e ci restavamo pochi minuti, perchè al parco (l’ho già detto) ci vado per camminare, che mi annoio a chiacchierare…quindi, passiamo, ma mentre passiamo arriva un dobermann al galoppo, la pitbull si arrabbia e lo aggredisce, si sbranarono, letteralmente.
    – A Villa Ada, “nell’area cani”, che sta davanti a via panama, una coppia di labrador (che frequantavano quotidianamente quel luogo), appena sciolti, si fiondano su un bassotto che stava lontanissimo e lo uccidono.
    – A Villa Borghese, alla Valle dei Cani, assisto a risse quotidiane, che raramente si trasformano in tragedia, per fortuna. Devo dire che finisce in rissa anche il rapporto tra i proprietari. Sempre.
    Questo elenco potrebbe proseguire all’infinito, perchè oltre a quello che ho visto, potrei aggiungere e raccontarvi tutte le disgrazie alle quali non eravamo presenti, per fortuna.

    Ero arrivata a un punto che avrei preferito, tutti i cani – il mio cavalier compreso – se liberi con la museruola. Ne parlai anche a Valeria, che giustamente mi spiegò che non era il caso. Uno dice, teneteli al guinzaglio! Al guinzaglio è peggio. E poi se uno non è libero al parco…dove potrà mai sentirsi libero?

    Non c’è rimedio. Perchè?. Perché non posso essere serena almeno al Parco? E’ la mia isola, il mio momento di gloria con il mio cane, la mia attività fisica, il mio respiro, la mia ricarica. Vivo questo problema come un’ingiustizia.
    Per un po’ smisi di andarci. E mi ritrovai a lanciare la palla a Teo in cortile per farlo correre un po’. Ma che palle! Tra l’altro, questa scelta stava trasformando Teo in un cane antipatico e asociale.
    Ci pensai un po’ e decisi di tornare al parco.

    Ora ci vado…e sapete come? Ci vado “rassegnata”…cerco di non pensarci. Ci vado con lo stesso stato d’animo di quando ho scelto di “far vivere i miei figli”…quindi di farli uscire la sera, di usare il motorino, di fare le vacanze con gli amici. In discoteca, per strada, ovunque è pieno di deficienti e di pericoli. Ma spero e prego che non capiti nulla…che Dio ce la mandi buona. Spero che in tutti questi anni, di essere stata almeno capace di insegnare ai miei figli un’idea di responsabilità. Insomma che almeno siano in grado di riconoscere i comportamenti idioti.
    Al parco, in mezzo a tanta bellezza e a tanti cani e proprietari fantastici, c’è qualche deficiente e anche qualche cane pericoloso (e non è una questione di razza)…spero solo di non incontrarne troppi. Spero che Teo sia in grado di riconoscere comportamenti aggressivi e che ci stia alla larga.

    Per tutto il resto, mi rimetto alla Divina provvidenza, perchè la sfiga non è prevedibile.

    Io chiusa in casa, non ci sto, Teo nemmeno e miei figli neppure. Corriamo felici nel mondo, accettando bellezza e pericoli e rimettendoci anche alla responsabilità degli altri. Più di così non posso fare.

    • Ciao Paola, sono di Roma anch’io, sono parchettara anch’io e non sono per niente d’accordo con te. Dici tu stessa che non si può girare con il cane libero al di fuori delle aree cani stabilite, però lo fai lo stesso. Se non ho capito male, la signora con l’amstaff al guinzaglio era fuori dall’area cani di Villa Ada: se Teo era libero, il torto è tuo. Io sono stata cazziata perché passeggiavo con la mia legata nei viali di Villa Pamphili, lontano dall’area cani (ce ne sono ben due): perché non la libera, povera bestia! Non la libero perché non si può, perché ci sono mamme con i bambini, magari sul triciclo; perché ci sono persone anziane che hanno tutto il diritto di passeggiare in santa pace, senza una torma di cani che li annusa o gli corre tra le gambe a rischio di mandarli per terra. Non la libero perché la povera bestia ha corso a perdifiato per due ore nel suo spazio e adesso, bella tranquilla e al guinzaglio, se ne torna verso la macchina senza rompere le scatole a nessuno e, si spera, senza essere rotta da cani in libertà che le vengono intorno. Per lo stesso identico principio, all’interno dell’area cani il diritto è dalla mia, e quindi litigo con chi pretende di venirci a mangiare, o a correre in bicicletta oppure a passeggiare chiedendo ai presenti di legare i cani perché “sa signora, io ho paura”. E qui un bel chissenefrega ci sta tutto, tondo tondo.
      Dentro Roma cerco di rispettare i regolamenti per una questione di civiltà e anche perché siamo troppi e rischiamo seriamente di darci e di dare fastidio. Mi sembra bizzarro (nel contesto che hai descritto, nella tua voglia di continuare a fare ciò che ti piace e come ti piace) rimetterti alla responsabilità degli “altri”.

  7. E poi ci sono i cani che, pur non essendo giocherellosi e riportoni, vanno comunque d’accordo con gli altri perché semplicemente li ignorano, si fanno i fatti propri, e non sentono la necessità di aggredire, né vedono come una minaccia l’avvicinarsi di un altro cane… semplicemente lo ignorano, o fanno due annusate proforma senza gicare se senza sfidarlo.

  8. Eeeeh, una delle cose belle del periodo della cucciolite, è proprio il poter vedere il proprio cucciolo giocare con tutti, senza problemi. Detesto invece quando c’è la via di mezzo dove non sai come reagirà il tuo cane con gli altri adulti. Cmq concordo perfettamente sul fatto che ognuno ha il dovere di far si che il proprio cane non causi danni di alcun tipo a terzi, nel rispetto delle regole. Regole da non dimenticare mai, soprattutto, quando si è ad esempio ai giardinetti, mentre se sono per strada e vedo che il mio cane si prepara, ringhiando e alzando il pelo, se appena posso cambio traiettoria, mentre se proprio dobbiamo passare vicini, mi preoccupo di correggere il mio cane. Peccato incontrare a volte scene dove il proprietario è molto orgoglioso del suo peloso ringhiante!

  9. E` proprio vero! Durante la passeggiata ci sono amici (molti) e nemici (qualcuno)…pero` mi sembra abbastanza equilibrata la cosa. Magari potessi anche io dare una bella ringiata a chi mi sta sulle palle quando lo incontro!

  10. Ok, giuro che la frase “”Ma non gli ha mai fatto niente, non è successo niente!” solo perché abbiamo il naso handicappato. Può darsi benissimo che l’altro cane abbia mandato al nostro dei segnali olfattivi carichi di tensione e minaccia, e che sia solo questo il motivo per cui il nostro reagisce così.” mi ha illuminata.
    Lo so che è stupido, ma non avevo mai pensato a questa cosa.

    Qui a casa ci si domandava già da diverso tempo perchè il nostro cane -amichevole con praticamente tutti i cani che incontra- odiasse a morte un bulldog francese -che effettivamente non ha mai fatto nulla al nostro cane. E’ reo del solo fatto che quando il mio cane aveva sei mesi ha cercato di montarlo.- che incontriamo spesso in giro..

    Con quell bulldog, per la prima volta qualche settimana fa, abbiamo visto il nostro cane seduto, con orecchie indietro e quarantadue denti spianati. Nessun attacco, nessuna rissa, ma il concetto c’è.
    Un bel discorsetto del tipo “Mi sei antipatico. Non devi venirmi vicino.”
    Scena quantomeno inquietante.

  11. La domanda che voglio fare non c’entra molto con l’articolo ma mi ha dato lo spunto: questa NEOTENIA applicata al cane è vera o no??? Io ho un libro(enciclopedia del cane) dove c’è un tuo articolo Valeria,riguardante la neotenia. E’ lì che ho conosciuto questa parola e il suo significato,che hai saputo spiegare in maniera semplice(il paragone dell’adulto cresciuto in asilo..non so se ricordi..ma penso di sì,d’altronde l’hai scritto tu ;)) e che mi ha fatto capire diverse cose. Poi però,leggendo in giro,ho scoperto che non tutti pensano che sia vera questa teoria,che ormai è stata rivalutata ecc
    Ad es. ho ricevuto questo parere:
    “è una ipotesi di Raymond Coppinger, e lo stesso Coppinger ha dichiarato che non è dimostrata. Si può parlare di pedomorfosi, non di neotenia associata alle differenti razze, non esistono dati su differenze morfologiche associate a un differente sviluppo ontogenetico.”. e “la neotenia è un arresto dello sviluppo fisico. Nel cane questo non è dimostrato, Wayne ha rilevato i dati delle proporzioni del cranio nelle diverse razze, e il rapporto lunghezza-larghezza è costante.” ecc
    Tu che ne pensi? Da quello che mi ricordo di quell’articolo da te scritto dovrei dedurre che ritieni questa teoria valida…

    • Infatti la ritengo validissima: ma lo stesso Coppinger la ritiene ancora valida. Solo che lui, a differenza di me, considera “ufficialmente valido” solo ciò che è scientificamente dimostrabile: e la spiegazione scientificamente dimostrabile che lui aveva trovato (ovvero il rapporto tra lunghezza del cranio e lunghezza del palato) è stata smentita. Per questo Coppinger dice che “non è dimostrata” (ma aggiunge anche: “non è che io la ripudi o che pensi che non sia più vera”… e questo non l’hanno scritto, a quanto pare, quelli che ti hanno dato il loro illuminato parere.
      Estrapolare una sola frase da un contesto è sempre un modo assai poco corretto di dimostrare una tesi. In ogni caso, anche al di là di ciò che ne pensa Coppinger, l’esperienza e la realtà dei fatti dimostrano che nella teoria neotenica c’è parecchio di vero.

      • Ok grazie! Però effettivamente,basandosi solo su dati empirici,come fai a essere così certa di questa teoria? E se fosse vera solo la pedomorfosi? Infatti quelli che non la ritengono valida mi hanno scritto anche questo: “un cane può essere pedomorfico (avere l’aspetto di un cucciolo), senza essere neotenico. C’è anche uno studio di Bradshaw, secondo il quale alcune razze hanno meno comportamenti sociali di altre, secondo la scala di Coppinger, ma da che ne so nessun altro ha mai ottenuto gli stessi risultati… Diciamo che era una ipotesi interessante, ma al momento non esiste alcun dato che la valida da un punto di vista scientifico.”
        Grazie in anticipo 🙂

        • Be’, la pedomorfosi “è” vera per forza: quella è un dato di fatto, non una teoria. E’ fuori discussione che esistano cani che mantengono, anche in età adulta, l’aspetto fisico di un cucciolo (ma è stato l’uomo a selezionarli così, non la natura). Si parla di neotenia solo quando alla morfologia si abbinano caratteri psichici tipici del cucciolo: la giocosità, la scarsa gerarchizzazione eccetera eccetera.
          Se tu leggi la scala neotenica di Coppinger e poi fai i debiti paragoni con i cani che conosci, ti accorgerai che in moltissimi punti “ci azzecca”. Certo, non sappiamo ancora il perché: magari un giorno la scienza potrà anche dimostrarcelo in modo “misurabile”. Per il momento, io prendo atto del fatto che certe caratteristiche psichiche corrispondano – nella realtà – a certe caratteristiche fisiche. Non è scientifico, è empirico? Pazienza: se mi serve, ne faccio comunque tesoro :-). So bene che non tutti la pensano come me, ma a me, finora, è tornato mooolto più utile ragionare sul “vissuto” che sullo “scientificamente dimostrato”.

  12. quindi se mi trovo un cane aggressivo o meglio litigioso devo portarlo dall’educatore ??
    ma è sicura questa cosa? quindi non rientra nell’ambito comportamentale

    • Che significa “non rientra nell’ambito comportamentale”?!? Secondo te di cosa si occupano, se non di comportamento, educatori e addestratori?
      No, non è assolutamente detto che tu “debba” portare il cane litigioso da qualcuno: se sei un esperto cinofilo, se conosci la psicologia canina, se sai cosa fare e come muoverti, puoi anche sistemare le cose senza l’aiuto di nessuno. Ma se NON sei in grado di gestire la cosa da solo…allora sì, devi andare da una persona più esperta e farti aiutare. Ovvio che deve trattarsi di un esperto vero e non di un improvvisatore.

        • Diciamo che l’educatore dovrebbe “capire” che c’è un problema: poi, se è una microcavolata, può risolverlo anche in proprio. Se non è in grado, passa la palla all’istruttore. Sempre che tutti sti termini abbiano un significato: per me, per esempio, esistono tre sole categorie. a) persone che se ne intendono di cani; b) persone che stanno facendo studi/esperienza per arrivare prima o poi ad intendersene di cani; c) persone che farebbero meglio ad occuparsi di pomodori. 🙂

          • anche raccogliere i pomodori è una professione,ma bisogna in un certo modo distinguere …uhm dimentica c’è anche il comportamentalista e cosa fa,cura i pomodori?

          • Alcuni di loro farebbero un gran bene all’umanità (oltre che alla cinofilia) se curassero i pomodori: altri sono persone preparate davvero, non semplicemente “indottrinate”, che possono formare binomi preziosi con gli educatoraddestratoristruttori collaborando, ognuno con le proprie competenze, alla risoluzione dei problemi.

  13. Sempre interessante nonche’ illuminante!
    Sono sempre Angelica….convivente con Cleopatra Canaan di 8 anni. I primi 4 anni di vita di Cleo sono stati impostati e gestiti non male, malissimissimo ….(dal mio EX compagno che non voleva farla avvicinare da nessuno , sia quadrupede che bipede e ovviamente anche da me che non sono stata in grado di gestirlo…..)durante quei 4 anni, non sono nemmeno riuscita a far piacere Cleo a mia sorella e viceversa, ora che la situazione e’ serena sia per me (felicemente sposata) sia per Cleo che bene o male va d’accordo con i quadrupedi e tutto sommato tollera i bipedi basta che non le pestino le zampette e/o non entrino in casa sua! vorrei tanto che le “due” andassero d’accordo ma non c’e’ verso! Mia sore ha paura di Cleo e, Cleo appena la vede tira fuori tutto il repertorio di segnali negativi/aggressivi che conosce, dai denti alla postura,al pelo ritto ….anche delle orecchie!! ah dimenticavo, mia sore viene da me 5/6 volte l’anno, viviamo lontane. Ho qualche speranza oppure , come suggerisce Valeria , in taluni casi evitiamo semplicemente che i “due soggetti” si incontrino visto che non tutti possiamo andare d’accordo?
    Grazie a tutti!!!!!!!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultimi articoli

Scarica la nostra app!

E' gratuita e potrai rimanere facilmente aggiornato su tutti i nostri contenuti!

Scarica l'app per sistemi Android
Scarica l'app per sistemi Apple

Ti presento il cane
Condividi con un amico