venerdì 29 Marzo 2024

De bello cinofilo (proviamo a capire perché ci si scanna?)

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

scazzi1di VALERIA ROSSI – Be’, signori miei: non faccio che ripetere, da sempre (e da mooooolto prima di aprire questo sito) che la cinofilia è bellissima solo per merito dei cani, ma che purtroppo comprende anche gli umani.
Avendo io due sole zampe, ed essendo fatta più o meno ad immagine e somiglianza del Signore con la barba bianca che si vede raffigurato in tanti pregevoli dipinti (NO! Non parlo di Babbo Natale, anche se – soprattutto per la panza – somiglio sicuramente di più a lui che a quell’altro), mi pare evidente che sono umana anch’io. E che, come tale, rientro nel novero dei “purtroppo“.
Sì, è vero, mi sono ri-scannata con qualcuno.
Sì, è vero, la mia – oltre ad essere un sincero invito a non fidarsi della cinofilia da Facebook – è stata anche una ripicca personale: d’altronde l’ho ammesso subito, cosa che non rende meno meschina la ripicca ma che mi fa pentire solo in parte… perché lo so, si dovrebbe essere superiori,  non dar peso a certi attacchi, non replicare: ma se domani qualcun altro facesse la stessa cosa che ha fatto il mio ex-amico,  so già che mi ri-comporterei nello stesso identico modo.

scazzi2Tutto questo è sicuramente umano (chi non è mai caduto in un flame scagli la prima pietra, please… ma anche se a questo punto mi beccassi un macigno nel muso, pur ammirando di cuore il lanciatore, difficilmente cambierei il mio modo di reagire alle provocazioni)… ma cosa c’entra con la cinofilia e con i cani, di cui questo sito dovrebbe occuparsi?
Ecco, questo articolo intende affrontare proprio questo problema.
Lasciando da parte nomi e cognomi, attacchi e reazioni, ragioni e torti, la domanda a cui vorrei tentare di rispondere è:  PERCHE’ ci si scanna continuamente?
Perché si dà (ed è straverissimo che la si dà) al neofita questa orribile immagine di un mondo in cui tutti odiano tutti, in cui non ci sono due che la pensano nello stesso modo, in cui la passione principale non sembra essere quella per i cani, ma quella per lo sputtanamento reciproco?
Perché mandiamo nel pallone le Sciuremarie e i Sciurmari che vorrebbero tanto affidarsi a qualcuno che possa aiutarli a gestire meglio il proprio cane, ma che trovandosi in questa specie di arena dei leoni preferiscono scappare e magari – come ha scritto qualcuno nei commenti – affidarsi al “cuggino” che incontrano ai giardinetti, con tutte le sgradevoli conseguenze del caso?

scazzi3La mia prima risposta è questa: perché, innanzitutto, siamo tutti convinti di aver ragione.
Siamo tutti maestri, ce la tiriamo da “quelli che sanno tutto”… e questo comporta la conseguente convinzione che gli altri siano dei pirla, che possano solo far danni e che questi danni, alla fine, li subiscano i cani.
Qui parlo per me: siccome amo i cani più di me stessa (o quasi… non esageriamo, va’: però li amo davvero moltissimo e sono sicuramente il centro della mia vita), ecco che ogni volta che ho l’impressione che qualcuno possa far danni ai cani, io parto già col coltello tra i denti. E per un po’ cerco sempre il confronto, giuro: cerco di capire le ragioni dell’altro. Cerco perfino di trovargli delle giustificazioni, quando spara quelle che a mio avviso sono cazzate galattiche.
Ma prima o poi si finisce quasi sempre a lottare nel fango: e siccome gli umani non sanno lottare lealmente, anch’io a volte cado nella trappola di attaccare sul personale… cosa che detesto all’ennesima potenza quando la fanno a me o alle persone a cui voglio bene. Però finisco per farla anch’io: e in un primo momento ci provo pure gusto. Poi magari mi pento,  ma è sempre troppo tardi.
Comunque, stringi stringi: anche quando NON ci sono ragioni meschine come la paura della concorrenza o il desiderio di far soldi sulla pelle dei cani, anche quando davvero si mette l’interesse per i cani al di sopra di tutto il resto… ci si può scannare, e di brutto. Perchè si è convinti di farlo proprio per difendere i cani stessi.
Anzi…più si è convinti di questo, più talebani si diventa: arrivando a volte fino al fanatismo, che si sicuro non aiuta la distensione.

scazzi4La seconda risposta è questa: perché è stato scientificamente dimostrato (così sono contenti tutti quelli che vogliono le prove provate e le bibliografie) che se prendi una popolazione di ratti che viveva tranquilla e pacifica e la chiudi in uno spazio ristretto, questi ratti cominciano a sbranarsi l’un l’altro.
Siccome coi ratti abbiamo più del 90% di DNA in comune, non stupisce che la stessa cosa succeda anche agli umani.
Succede in generale, nel mondo: dove c’è sovraffollamento ci sono guerre. E succede in cinofilia: visto che ormai ci sono (titolo di un mio vecchio articolo) “più educatori cinofili che cani”, gli spazi sono diventati troppo stretti e quindi parte il massacro.

scazzi5Soluzioni?
Be’, sì:  sulla carta ce ne possono essere. Ma non sono mica facili.
Innanzitutto bisognerebbe prendere atto del fatto che saturare un mercato è stata (ed è, essendo ancora ampiamente in corso) un’assoluta follia: e quello degli educatori/addestratori/istruttori non è solo saturo, è proprio strabordante.
Nonostante questo, si continuano a sfornare corsi e controcorsi come se piovesse, anche perché NON esiste alcuna regolamentazione in materia.
In ogni altro settore esistono, bene o male, dei paletti: quando il mercato non può più assorbire nuove attività di un certo tipo si bloccano le licenze, si fanno i corsi a numero chiuso, insomma ci si dà una regolata in base alle possibilità esistenti e alle leggi vigenti.
Qui, però, di leggi non ce n’è neanche l’ombra.
E dubito che se ne possano vedere nell’immediato futuro, perché la nostra politica è in tutt’altre faccende affacendata. Ora siamo in piena campagna elettorale, ma anche ad elezioni concluse, chiunque sarà il vincitore, dovrà affrontare “temini” di poco conto come la crisi economica, la disoccupazione dilagante, il rischio che si sfasci l’Europa… provate un po’ ad andare a dire a questi signori che ci son troppi corsi per educatori di cani, e vedrete cosa vi risponderanno!
Dunque, la soluzione più logica (una regolamentazione come Dio comanda) appare, al momento, utopistica.
Ma anche se fosse possibile risolvere, a livello legislativo, il problema dei “numeri”, resterebbe comunque quello delle competenze: e qui si torna al punto 1, cioè al fatto che pensiamo tutti di aver ragione e siamo altrettanto convinti che la “parte avversa” faccia serissimi danni ai cani.

scazzi7Anche lasciando completamente da parte il lato economico-commerciale, che sono certa sia preponderante per molti, ma non per tutti… resta questo scoglio, che non credo sia possibile tirar giù neppure con la dinamite.
Quando io vedo cani devastati dal buonismo, dall’antropomorfizzazione, dai metodi “gentili” (o presunti tali) applicati alla pene di segugio o dal bombardamento da psicofarmaci usati altrettanto ad capocchiam, esco di matto.
Giuro.
Mi vien voglia di andare a mordere personalmente le chiappe dei personaggi che hanno fatto danni così clamorosi sulla pelle di creature innocenti.
Peraltro mi rendo perfettamente conto che lo stesso sentimento possa nascere in quelli che si vedono arrivare sul campo cani altrettanto devastati dall’uso di strattonate, impiccagioni, scosse elettriche o anche soltanto calci in culo.
E così come io sono portata a pensare che se non “tutti” (perché questo non l’ho mai pensato), almeno la maggior parte dei gentilisti-buonisti-cinofilosofi sia la rovina della cinofilia, capisco benissimo come loro possano pensare che la maggior parte degli addestratori cosiddetti “tradizionali” faccia uso di coercizione e violenza e che sia quindi la rovina della cinofilia.
Essendo una di questi addestratori, o almeno essendolo stata, io so perfettamente che questo è assolutamente falso. E mi incazzo quando si generalizza: perché i macellai esistono, ma non sono “gli addestratori” tout court: sono alcuni, singoli personaggi.
Sicuramente, sull’altro fronte, i gentilisti che non hanno preso la piega del buonismo disneyano (che FA DANNI, punto, perché è contrario all’etologia del cane esattamente come lo sono collari elettrici e calci in culo) si sentono offesi dalle generalizzazioni (nelle quali talvolta casco io stessa: e se è vero che quasi sempre cerco di specificare che “non sono tutti così”, è anche vero che a volte, nei mendri più imboscati della mia mente, aggiungo: “forse”).
Perché poi, diciamolo: i successi – dell’una e dell’altra fazione – mica si vedono.
Siccome non hanno bisogno di cercare aiuto in campo avverso, i proprietari di cani che sono usciti felicemente da un percorso educativo o rieducativo (da chiunque l’abbiano effettuato) non fanno notizia.
A me scrivono  – e una volta mi arrivavano sul campo – solo quelli che son finiti in mano ai pirla: quelli che invece hanno trovato persone capaci e competenti, mica vengono a cercare me.
Lo stesso, sicuramente, accade dall’altra parte: si vedranno arrivare i reduci dal macello, mica quelli che sono stati felicemente addestrati da persone capaci.
Però, quando ne vedi uno, due, dieci, millemila... come fai a non cedere alla tentazione di pensare che siano “tutti così”? O almeno la maggior parte?
Andiamo… è umano anche questo. Sia su un “fronte” che sull’altro.
A favore della “mia fazione” (bruttissimo termine, ma purtroppo adeguato) posso dire che se non altro qualcuno di noi ha fatto in modo di produrre risultati visibili, di mostrare video, di raccontare percorsi: dall’altra parte non si è visto nulla di simile… ma non si può trarre alcuna deduzione solo da questo fatto.
L’assenza di prove a favore NON diventa una prova contraria in nessun tribunale del mondo, figuriamoci in cinofilia.
Sta di fatto che si resta l’un contro l’altro armati e che si dà questa illuminante immagine di una cinofilia spaccata in due (anzi, ormai in quattro o cinque…), in cui si pensa più a sputtanare il “nemico” che a proporre qualcosa di interessante.
Stiamo facendo, tutti, la stessa identica cosa che ha fatto la politica italiana, e con lo stesso risultato: la gente si allontana.
Non va più a votare e non va neppure più sui campi cinofili…o se ci va, viene immediatamente “arruolata” come nuovo soldato e costretta ad indossare l’elmetto: perché se non sei con me, sei contro di me. E che palle, però.

scazzi6Cosa si potrebbe fare, per metterci una pezza?
La soluzione principale starebbe nello stabilire, prima di tutto, chi ha ragione e chi ha torto: il che è impossibile, punto e basta, perché non c’è nessuno che abbia il potere o l’autorità di deciderlo.
Però si potrebbe, almeno, cercare di individuare i pirla e/o i macellai… dopodiché questi dovrebbero letteralmente sparire dal panorama cinofilo.
Ma di nuovo, chi ha l’autorità di fare una cosa simile?  Nessuno!
Neppure l’ENCI, che pur essendo riconosciuto dal Ministero resta, di fatto, un Ente privato con poteri limitatissimi (se non nulli) in campo legislativo.
C’è da dire che, almeno per quanto riguarda i macellai, la legge esisterebbe: quelli che effettuano veri e propri maltrattamenti, basterebbe denunciarli alle autorità competenti per veder chiudere i loro campi.
Perché non lo faccia nessuno (neppure quelli che sbraitano contro tutto e contro tutti), non mi è chiaro.
Malcelato senso della “deontologia”? Ma se così fosse, allora non avrebbe senso neppure sputtanare l’intera categoria su Facebook e dintorni.
Paura? Forse. Chissà.

scazzi8In ogni caso, contro i macellai le armi le avremmo, se solo avessimo il coraggio di usarle: contro i pirla gentilisti-buonisti, al contrario, non c’è nessuna legge che tenga.
Anzi! Se qualcuno si azzardasse a dire ad un Giudice:  “Guardi qua com’è ridotta ‘sta povera bestia, che ormai azzanna chiunque gli passi nei dintorni!” e poi tentasse di spiegargli che si è ridotto così a forza di carezzine, coccoline ed ammmmore… il Giudice gli chiederebbe se lo sta prendendo per il culo.
Matematico!
Come si fa a punire qualcuno per eccesso di “ammmmore”, o per eccessivo buonismo (per quanto mal interpretato e male applicato?)
E’ impensabile.
Si fa molto prima a decidere che il cane “è impazzito” e a destinarlo all’eutanasia, o nella migliore delle ipotesi a rimbambirlo di psicofarmaci.
E a proposito di psicofarmaci… gli abusatori e i mal-utilizzatori di questo strumento terapeutico (che di per sè non è certo uno “strumento del demonio”, anzi! Può essere prezioso, se usato bene. Un po’ come il collare a strangolo, per capirci… che fa danni solo quando lo utilizza un cretino) sono in una botte di ferro spessa mezzo metro, perché sono pure  veterinari. Laureati.
E – loro sì – protetti e difesi dallo Stato in persona, oltre che dal proprio Ordine e (come se non bastasse) anche dalle case farmaceutiche, la cui lobby è smisuratamente potente, come tutti sanno.
Chi si può permettere di alzare il ditino e di dire “Ehi, doc… sarai anche laureato e avrai anche fatto diciotto master, ma guarda che stai toppando”?
Per carità!
Il peggior corporativismo scatta in automatico, e nessuno si chiede se quello col ditino alzato avesse ragione o torto: va massacrato a prescindere.
Anzi!  Quando ha palesemente ragione, perché il caso clinico è lì, sotto gli occhi di tutti, e gli errori compiuti sono così palesi che li vede perfino la Sciuramaria… va massacrato di più e meglio, perché  rischia di danneggiare l’mmagine della categoria.
E anche qui, nessuno che si prenda la briga di mettere sotto inchiesta (ma anche in modo carino, eh… in privato, senza troppo clamore, giusto solo per chiarirgli un po’ le idee) il proprio collega che fa danni a tutto spiano: non sia mai!
E’ contrario al codice deontologico.
Invece attaccare chi ne ha messo in evidenza gli errori, e magari vi ha anche posto rimedio salvando  così un cane dall’eutanasia… questo va benissimo.
Strano senso della giustizia dell’etica, non trovate?
A volte mi viene da pensare che i codici deontologici siano soltanto un modo politically correct di fare della pura e semplice mafia. Però travestita da etica, che fa tutto un altro effetto.

scazzi9Insomma: di soluzioni non sembrano proprio essercene, allo stato attuale delle cose.
Una regolata ce la dovremmo dare dall’interno… ma chi sarà mai disposto a riconoscere, che so, che forse è meglio evitare di organizzare l’ennesimo corso per educatori, visto che mangerà soldi a decine di giovani illusi che poi resteranno regolarmente disoccupati?
Chi sarà il primo a dire: “Quest’anno il mio corso io non lo organizzo”, rinunciando così al relativo incasso?
Ci vorrebbero  santi & martiri, categorie di cui la cinofilia non sembra essere poi così fornita.
Dunque, non credo all’autoregolazione: e sono altrettanto sicura che almeno per i prossimi 5-6 anni chi il vero potere legislativo in mano (ovvero la politica) si occuperà di tutto, meno che di cani. E forse anche con ragione, visto che ci sono problemi ben più gravi sul piatto.
E allora, cosa rimane?
Immaginare un confronto pacifico tra le forze in campo?
Seeee… come no. Ci credo come credo nella pace a breve termine tra israeliani e palestinesi.
Qualche iniziativa, forse, potrebbe venire dalle associazioni di categoria: ma pure quelle si scannano l’un l’altra!
Anche tra loro, infatti, si è ormai arrivati all’effetto “ratti in gabbia”. Ce ne sono troppe, ognuna a caccia di soci e di sostenitori… e a loro volta in guerra contro ulteriori associazioni (tipo quelle animaliste) che anziché cercare di formare un fronte comune contro i problemi più gravi dei cani (abbandoni, maltrattamenti eccetera) se la vanno a prendere con gli allevatori e pure con gli educatori.
Diciamolo chiaro e tondo: a questo caos si vedrà una fine rapida solo se i Maya avranno avuto ragione!
In tal caso, domani sarà tutto risolto.
Se invece i Maya non ci avranno azzeccato, si proseguirà tranquillamente con gli stessi personaggi, le stesse guerre, i soliti scazzi & scanni: e alle Sciuremarie, poveracce, resterà l’incombenza di dover essere loro, in prima persona, a scartare pirla, macellai e incompetenti di ogni genere e di ogni fazione, selezionando e scegliendo “quelli bravi” …ma senza che nessuno abbia dato loro gli strumenti necessari a capire chi sono.
E amaramente chiudo qui, senza aver trovato uno straccio di soluzione realistica.
Se qualcun altro ne ha, per favore, ce lo dica.

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128 Commenti

  1. Buongiorno a tutti, scrivo rispetto alla questione psicofarmaci per i cani…perchè ne rimango ogni volta allibito che un veterinario possa prescrivere sostanze quai ansiolitici, benzodiazepine e antidepressivi ad un cane. Non scrivo a caso visto che lavoro nel settore. Ora mi viene da pensare due cose almeno:
    – quesri farmaci sono utilizzati in ambito umano per “curare” o meglio alleviare alcuni sintomi di precise patologie (ansia, depressione, schizoferenia ect.) con risultati assai incerti. Ciò significa che diamo per scontato che il manifestarsi di alcuni sintomi nel cane abbia radici nella patologia umana (intendo non che sono il prodotto della patologia umana e questa sarebbe una risposta corretta, ma che si rifanno alla sintomatologia di patologie psichiatriche). Da dove esca fuori questa deduzione sinceramente proprio non riesco a capirlo. Esistono veterinari specializzati in psichiatria animale??????????? o forse meglio esiste una pscihicatria animale???? Al proposito ricordo che tutti i casi “studiati” in questo ambito erano patologie indotte dall’uomo in laboratorio o per deprivazioni varie (es. il ragno lisergizzato che tesse una tela “impazzita”. Vorrei vedere chi di voi riesce a svolgere un minimo compito dopo che gli hanno somministrato una dose di lsd). Esistono dei ciarlatani che si spacciano per comportamentisti o psichiatri degli animali o psicologo degli animali, questo si!!!!!!!!!
    – chi dice che farmaci usati sugli uomini abbiano lo stesso effetto – risultato sugli animali???? le case farmaceutiche (li posso capire anche se non condivido), il veterinario di turno (anche), colui che si spaccia per psicologo – comportamentista (anche)!!! la maggior parte di qesti farmaci hanno effetti piuttosto pericolosi sull’uomo (ad es. tutte le benzodiazepine creano dipendenza – esistono protocolli che ne indichino uno scalare lento prima della dismissione da parte del paziente – animale? non vorrei trovarni nei panni di un cane o del suo padrone che interrompe l’assunzione in modo drastico!!! per quanto tempo sono somministrati questi farmaci? con quali risultati visto che molti sono solo sintomatici ma non curativi!! e quando si interrompono anche con le dovute cautele c’è una remissione del sintomo? ne dubito fortemente!!!)
    Con tutta sincerità credo che queste cure andrebbero rivolte al padrone e non al cane o altro animale perchè e qui ne sono convinto quasi ciecamente l’animale che agisce comportamenti “disfunzionali” (non trovo una parola che riesca a sostituire il termine psichiatrici) è prodotto di un essere umano quantomeno nevrotico.

  2. “De bello cinofilo (proviamo a capire perché ci si scanna?)”
    …io ho una mia teoria molto meno complessa 😀 …

    arrivo or ora da un’altra discussione su questo sito avvenuta qualche mese fa sulla questione (scottantissima) del collare da usare e certi commenti (non solo di una persona eh…) mi hanno fatto ricordare di un libro letto poco tempo fa in cui un esperto analizzava i vari meccanismi della mente umana su cui fanno leva i persuasori (in genere chi deve vendere un prodotto o convincere di una “religione”). Tra i vari “automatismi” della mente umana si menzionava anche un bisogno sfrenato di coerenza relativa ad un impegno preso. In altre parole, per riportare il tutto in ambito cinofilo, una volta che io mi faccio convinto che un cane va fatto vivere e educato in un certo modo e tutto il resto è sbagliato, pur di sostenere la mia scelta sarò pronto perfino a negare l’evidenza.

    La conclusione comunque resta uguale: non ci sono speranze di pace.

  3. Direi che la domanda principe dell’articolo, “PERCHE’ ci si scanna continuamente?”, non sta trovando risposta nei commenti… solo conferme! 😛

  4. @davide. X esempio, un problema ke mi è rimasto da risolvere col mio pt è l’abbaio verso altri cani..non ti spiego tutta la storia x’ è troppo lunga, in breve fin’ora mi è stato consigliato di girarlo dall’altra parte, biscottini ecc ecc.. Risultato nullo..un altro mi ha detto ke ha un predatorio alto e non si puo fare grankè..ora ho cambiato siamo al terzo educatore, no premi in cibo, solo coccole qnd, lasciandogli guardare l’altro cane,si agita e poi si calma. Non mi resta ke provare così..ieri almeno non si è massacrato il muso sulla recinzione x abbaiare ai gatti a casa di mia madre…ma abbiamo perso anni di serene passaggiate.

  5. Vorrei ricordare che attualmente in italia non esiste nessuna scuola ne di educatore ne di addestratore cinofilo riconosciuta….quindi chiedere il il diploma è realmente inutile……ma che parlo a fare non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire….

  6. Mi è venuto in mente un fatto di alcuni anni fa: alcuni volontari presentarono nel canile dove anch’io avevo appena cominciato a fare volontariato un educatore che sarebbe venuto volentieri ad aiutarci (gratis solo la prima volta!). Io ebbi l’ardire di chiedere un curriculum, un diploma del corso di educatore, di sapere se aveva certificazioni o se aveva fatto stage particolari visto che interessava un percorso simile.

    Apriti cielo! Si offese a morte. E non mise più piede al rifugio perchè l’avevo offeso mettendo in dubbio la sua preparazione di educatore.

  7. Monica ripeto sento persone che sprecano le loro perle di saggezza tutti i giorni, non sto dicendo che tutti quelli che fanno il mio lavoro sono tutti preparati seri ed onesti, ma mi da fastidio che si sprechino giudizi senza neanche conoscere bene il mondo dei cani, a parole si costruiscono anche i castelli, ma nella vita contano i fatti, non voglio essere ripetitivo oggi chiunque si prenda un cane diventa un esperto nel settore tirando fuori teorie del tutto soggettive senza il ben che minimo fondamento di cultura cinofila…Credimi non è facile fare questo lavoro…..chi vuol risolvere i problemi col proprio cane dovrebbe farsi una domanda, cosa voglio realmente dal mio cane….pensi che sia facile capire chi hai di fronte è trovare la chiave giusta per poter risolvere il suo problema…e credimi tutto questo bene per i cani…ti assicuro che non è poi così tanto

  8. Ecco, voi non vi capite con le parole…pensate a un povero Cristo ke ha problemi col suo cane e non sa più dove andare ed a un certo punto nemmeno SE chiedere aiuto all’ennesimo educatore…così allo sconforto si aggiunge la confusione. Non spetterebbe al cliente capire se ki ha davanti è un imbecille solo se tutti fossero competenti. Non tanto x non buttare i soldi, ke già non sarebbe sgradito, ma al fine di RISOLVERE invece di far perdere tempo prezioso di vita serena insieme al suo cane.

  9. PS: non ti permettere di dire che non faccio bene il mio lavoro o lo faccio solo per i soldi, primo non mi conosci e penso che sia meglio così tu lavori con delle macchine nessuna responsabilità…facile parlare…fai un passo indietro perchè credimi non sai quanto stai sbagliando con le parole…..

  10. Aspetta …metodi che maltrattano i cani???Un educatore? Ascolta guarda che hai fatto un minestrone,non ti offendere sono convinto che da tutti si può imparare ma qui noto da quello che scrivi che le tue informazioni sono confuse, cerchiamo di fare chiarezza; Normalmente quando si parla di educatore si intende un “professionista” almeno si spera che non utilizza metodi coercitivi…almeno è quello che vogliono fare credere, quando parliamo di addestratore allora parliamo di coercizione che oggi come oggi e sul rogo…ora tu parli di maltrattamenti va bene dimmi tu così loquace è con un lessico accademicamente impeccabile se una persona che ingozza il proprio cane fino a farlo diventare un maiale questo secondo te è volere bene ai cani…chi mette cappottini alla moda umiliando l proprio cane umanizzandolo fino a rovinarlo a renderlo un essere vivente che non è in grado di gestire i vizi umani che queste “brave persone” amorevolmente gli danno….dimmi secondo te questo che cos’è…visto che ami così i cani dimmi dove eri quando anno fatto la lista nera accusando alcune razze di essere degli assassini ovviamente ingiustamente…be qualcuno ha speso soldi suoi è ha fatto ricorso vincendolo e la lista è sparita…dove eri quando volevano tagliare le palle sempre ad alcune razze non ti ho visto….parli di maltrattamenti..pari di amare i cani….allora facciamogli fare i cani!!!!!!!!!e non cani umanizzati devastati da frustrazioni proprio di chi va in giro a gridare “amo i cani”…spero che non ti arrabbierai ma sento tutti i sacrosanti giorni discorsi così nel mio lavoro, bisogna fare così BISOGNA FARE COSI!!!!!!!come si dice LONTANO DALLE PALLOTTOLE SI DIVENTA VECCHI GUERRIERI….Spero veramente che non ti offenderai ma che cercherai di capire

    • Scusa, Davide, forse non ho capito, hai davvero detto che l’addestramento prevede metodi coercitivi? Stai riportando un’opinione diffusa ancorchè superficiale e infondata o è quello che pensi tu? Perchè educazione e addestramento non differiscono per tipologia dei metodi usati (nel senso coercitivo o gentile, poi è naturale che cambia il modo di lavorare con il cane) ma per finalità! In entrambi gli ambiti possono essere usati metodi coercitivi o meno,lo scopo dell’educazione è insegnare al cane il comportamento idoneo per permettergli di vivere nella società umana, quello dell’addestramento è insegnare al cane una precisa disciplina sportiva o un preciso lavoro (che siano UD, agility, dog dance, pet therapy, ricerca in superficie, ricerca sostanze pericolose, caccia o qualsiasi altra disciplina sportiva o vero e proprio lavoro che possa essere svolto dai cani).
      Più sotto, poi, dici che non esistono diplomi. Io ho appena finito un corso di degustazione vini, non mi hanno rilasciato un diploma ma un attestato di partecipazione sì. E’vero che non ci sono diplomi per addestratori ed educatori cinofili perchè ancora non esiste un percorso di formazione ufficiale, se però seguo un corso mi verrà pure rilasciato un attestato, che dice che per per tot. ore il tal personaggio, che ha a sua volta un determinato percorso verificabile e riconosciuto, mi ha insegnato quello che sa; oppure, se sono anni che lavoro in questo settore, avrò modo di dimostrare che ho ho ottenuto tot. risultati. L’esperienza è quantificabile, se una persona ha tenuto un campo di educazione o di addestramento, o ha effettuato tot. recuperi di cani difficili, o ha portato tot. cani in IPO 3 o addirittura in campionato, ottenendo certi risultati, si può quantificare e dimostrare, e considerando che il possessore medio di cane di queste cose non ne sa nulla, è legittimo, da parte sua, chiedere all’educatore/addestratore chi è e cosa sa fare quando gli viene portato un cane, anche perchè deve dimostrare in base a cosa, per il suo lavoro, si fa pagare una determinata cifra. Avrò pure il diritto, io proprietario di cane, di poter scegliere con un minimo di cognizione a chi affidare il mio cane. O devo prendere tutto a scatola chiusa, spendere tempo e soldi, sperare di essere fortunata, e se poi non mi va bene ritrovarmi prima di tutto con un cane problematico, con tutto il pacchetto di ansia, preoccupazione e dispiacere che questo comporta, e poi a dover spendere ancora più tempo e ancora più soldi per rimediare agli errori di un altro? Mi sta anche bene che uno mi dica guarda, ho appena fatto il corso e non ho molta esperienza, ci sta, uno da qualche parte deve pure iniziare, ma allora questa persona mi garantisce che, se succede qualcosa che non sa gestire, conosce qualcuno di affidabile ed esperto a cui chiedere assistenza.

  11. Scusami barbiomalefico, ma mi sembra di aver fatto un sunto di quello che hai scritto tu, ripeto molte forse troppe volte mi sembra di parlare con persone che hanno un’esperienza di tutta una vita, ora dimmi la tua esperienza cinofila reale…non parlo di libri odierni anche perchè la maggior parte sono speculativi… Credo che nel tuo elenco del buon educatore ,istruttore, addestratore insomma chiamalo come vuoi tu ci sia da parte tua una grande passione ma ti posso assicurare che in questo lavoro non basta…psicologia animale …abbiamo difficoltà a capire l’essere umano pensa gli animali ognuno canterebbe la propria canzone ed è proprio quello che accade oggi…parli di dogmi….prova te a farti un campanella in questo mondo che ti assicuro tutto è tranne facile sincero e tutto il resto…è ovvio che molti difendano a spada tratta la loro scuola….non dico che sia giusto ma lo capisco…

    • Forse devi leggere con più attenzione, perchè nei commenti ripeto sempre la parola neofita. Io faccio il progettista software e non mi piacerebbe che la mia categoria potesse essere additata da un neofita come dogmatica. Molte persone all’interno della mia categoria difendono il proprio orticello usando Dogmi. Fortunatamente sono atteggiamenti che nel mio settore fanno in estinzione. Ti faccio un esempio di dogma che evidentemente non ha pagato relativo al mio settore: “Il mouse non serve!” e i milioni se lo sono fatti altri.
      Cosa succede nel mio campo professionale se TUTTI difendessero il proprio orticello? Semplicemente il mondo dei computer non sarebbe di primaria importanza nelle nostre vite.
      Se invece ognuno protegge il proprio orticello quando si ha a che fare con vite, allora diventa un qualcosa di riprovevole. Spesso qui si parla di un cane che viene maltrattato perchè l’educatore che protegge solo il suo orticello usa metodi che maltrattano i cani. E degli umani cosa mi dite? Per uno che si pone la domanda: sarà giusto dare una bastonata al cane se abbaia, 10 magari non se la pongono. Questi 10 sono sulla coscenza di chi ha curato il proprio orticello.
      Se difendi questo modo di pensare è perchè anche tu preferisce guadagnare soldi dal tuo lavoro piuttosto che fare il tuo lavoro al meglio. Ti voglio rivelare un segreto, ci sono un sacco di lavori di bassa manovalanza molto più redditizzi dell’educatore cinofilo.
      Ancora una volta, anche se sono un neofita, col tuo commento, mi dai l’occasione di ribadire il concetto che se una scuola forma professionisti dell’arte di proteggere il proprio orticello piuttosto che fare bene il proprio lavoro, allora è una scuola che non funziona.
      E’ per questo che in Italia è necessario riformare completamente la gestione di questo settore.

    • Non mi sembra una risposta al mio commento in cui esprimo questo concetto: “gli educatori dovrebbe abbandonare la visione dogmatica della professione per una visione cane-padrone-centrica estesa a tutte le possibili tecniche educative”.
      Chi si pone in una posizione di insegnamento in ogni ambito in cui sia non deve solo essere competente della materia, ma deve anche avere un’altra serie di capacità che in genere confluiscono nella didattica. La didattica in wikipedia implica:

      la psicologia dei discenti,
      la preparazione psicologica dei docenti,
      i problemi della motivazione allo studio e i problemi di valutazione dei discenti e dei risultati,
      le influenze sul processo di insegnamento/apprendimento del contesto culturale e sociale,
      il tema degli strumenti e dei sussidi più utili da usare,
      l’influenza del contesto educativo e le modalità di organizzazione dello stesso.

      Quindi non spetta certo al cliente capire se chi ha di fronte sia un imbecille, quanto più al “professionista” trovare gli strumenti più giusti con il cane e con il padrone che ha di fronte (si doppio lavoro). Prima di tutto però, servirebbe che chi forma questi educatori, lo faccia fornendo loro gli strumenti anche della didattica e non solo della tecnica.
      Questo non succede perchè l’approccio è dogmatico. Il dogma è più facile, citando Lagrange: “Ah! Questa è una bellissima ipotesi; essa spiega molte cose”

  12. Barbiomalefico ti scrivo come primo come grande amatore dei cani tutti senza distinzioni, e poi come professionista non esiste il metodo giusto credimi ogni cane è diverso ma ancora di più lo è ogni persona, quindi per prima cosa un professionista deve capire che tipologia di persona ha difronte, un professionista può essere il migliore al mondo ma non può pretendere che chiunque capisca quello che ha in testa…mi spiego meglio io non posso pretendere di ottenere a tutti i costi il 100% da tutti semplicemente perchè siamo tutti diversi,quindi devo trovare il modo giusto che mi dia un buon risultato senza violentare ne il conduttore ne il suo cane….

  13. x favore, ho una domanda…come è possibile riconoscere un educatore in gamba? oltre agli estremi del calcione o dell’ammmmmore,esistono degli “errori tecnici” lapalissiani, che magari agli occhi del neofita del campo di addestramento non sono così evidenti ed immediati, ma che possono comportare il non recupero di un cane o ulteriori danni? o si va a fiuto? da tenere presente ke la sottoscritta ha un cuggino in carne e ossa (!!!) ,ke ha fatto il corso di educatore cinofilo da quelli ke NON usano il collare, men che mai lo strangolo……aiuto

    • Ma smettiamola!! Oggi uno si prende un cane e due giorni dopo diventa educatore,istruttore,addestratore…Ma siete tutti esperti, non voglio parlare di me perchè sarebbe troppo facile ma vorrei sapere quanti sarebbero realmente disposti a farsi il culo a campana per imparare cosa vuol dire lavorare seriamente con i cani….ok che ognuno ha le sue idee però qui siamo all’assurdo, modo gentile, metodo dolce, gentilismo, tradizionale….le persone vogliono essere prese in giro cosi si sentono più buone, pensiamo alla Vanna Marchi e scema lei ho chi voleva e sottolineo voleva farsi prendere per il culo….auguri a tutti

      • Non è poi così facile capirci qualcosa, come scrivevo io qualche commento più su, il mondo dell’educazione cinofila, agli occhi di un neofita, è fatta da gente che racconta dogmi. La scienza è da un’altra parte. Io ho ormai decine di libri di educazione cinofila e per preferenza personale voglio usare metodi gentili. Ma alla fine anche tra libri che dovrebbe condividere le stesse ideologie si trovano delle frasi assurde del tipo: questa cosa non va fatta assolutamente!
        L’ho letto stasera e lo cito, ma non focalizziamo sull’esempio. Fare una leggera pressione sulla parte posteriore del cane per insegnare il seduto. Il libro in questione sostiene che questa cosa è un fastidio e che non appena il cane si mette seduto togliamo il fastidio e il cane capisce che se vuole evitare il fastidio è meglio che si sieda. Lo stesso volume parla per decine di pagine del fatto che il cane ha un cervello ed è in grado di ragionare sulle cose. Allora a me, che sono uno sprovveduto neofita, viene da chiedermi. Ma se il cane è in grado di ragionare sulle cose, non potrebbe concludere che la manipolazione fatta gentilmente dal suo famigliare che ama è solo un modo che ha questo essere che non conosce il modo di parlare dei cani di spiegarli cosa intende con quello strano suono di seduto?
        Anni fa ho insegnato il seduto con quel metodo ad un cane che lo ha imparato appena ho posato la mano sul suo posteriore (posato a mo di foglia che ti cade sul di dietro). Con il mio ho provato a farlo e lui non ha gradito, ma lo ha imparato subito con il metodo del croccantino.
        Ribadisco i metodi vanno applicati al cane, il miglior metodo per il cane in questione. E’ ovvio che non vorrei mai che un cane venisse maltrattato, ma può darsi, e a me non è capitato, che ci siano cani che siano per loro natura un po’ prepotenti e che con loro fargli capire che c’è un cane più grosso che non tollera le prepotenze sia utile. Se il cane mi morde, forse è per qualche sbaglio che commetto, o per qualche cosa che gli è successo nel passato, o qualcos’altro. E’ comunque un cane che ha attaccato e se io fossi un altro cane mi difenderei, quindi non c’è niente di strano nel usare in questo caso metodi meno gentili. Questo ammesso che non si possa ottenere lo stesso con i sistemi gentili. Ora la domanda è: come faccio a scegliere il miglior metodo da usare se in modo dogmatico ignoro l’esistenza degli altri o peggi li stigmatizzo?

  14. Mi sono avvicinata a questo mondo da molto poco (circa sei mesi!) ma una delle cose che mi confonde di più è proprio questo atteggiamento che trovo bene o male in tutte le persone del settore con cui ho parlato: “Quelli là lasciali perdere, vieni da me!” – “Ho sentito parlare di tizio, il suo corso non vale niente!”. Questo ha contribuito non poco a scoraggiarmi (“Oh cielo, allora non sto facendo la cosa giusta!” – “Eppure questo metodo mi sembrava ragionevole, qui mi dicono che devo usarne un altro!”) ma per fortuna non mi ha dissuaso del tutto. Mi rendo conto che il mercato è sovraffollato (anche se dalle mie parti c’è un bel piattume… e la disinformazione è sempre tanta) ma non mi pento di aver cominciato a frequentare corsi e campetti pratica, principalmente per l’arricchimento personale e, ad essere sinceri, anche per la soddisfazione ricavata. Per non parlare del valore terapeutico che “lavorare” (metto le virgolette per non offendere nessuno!) con i cani mi ha regalato.
    Sono dell’idea che si agisca sempre in buona fede, come dici te quando scrivi che “ogni volta che hai l’impressione che qualcuno possa far danni ai cani, parti già col coltello tra i denti.” Credo ottimisticamente che i cialtroni veri e propri non siano così tanti, quelli cioè che “battono cassa” e grazie tante. Se vogliamo vedere il lato positivo del sovraffollamento, si può pensare che sia bello che tante persone sentano l’esigenza di imparare qualcosa in più sui cani, magari per motivi che vanno al di là dell’ottenerne un guadagno economico.

  15. Beh, come ho già detto sono un “educatore di strada” ed ho seguito uno dei tanti corsi di un millantatore del quale si accenna anche in questo sito (https://www.tipresentoilcane.com/2012/05/23/gli-addestratori-della-domenica/) il quale proponeva come rapporto ottimale col cane -su basi fantaetologiche- quello che adottava lui, consistente in:
    1) Tenerlo otto ore al giorno chiuso nel trasportino.
    In quanto i lupi, secondo il titolatissimo, trascorrono buona parte del giorno in tana. Con la sola differenza -aggiungo io- che nessuno ce li chiude dentro;
    2) Lasciarlo a casa di mammà e fargli visita tre volte alla settimana (!);
    4) Portarlo al campo nel quale egli lavora e tenerlo tutto il giorno da solo in un paddock (parola che lui scrive “puddock”) perché il cane non è “chiuso nel paddock” ma bensì “libero nel paddock”… e altre amenità del genere.
    Ho visto la persona (braccio destro del suddetto milantatore)che riconosco nella foto dell’articolo sopracitato tenere DAVVERO il cane otto ore in trasportino e portarlo in braccio dal trasportino al paddock.
    Queste persone che sfoggiano quei due soldi di corsi che hanno fatto elargendo perle del tipo: “Il vostro cane è il vostro biglietto da visita!” hanno cani magari addestratissimi, che sanno fare anche il caffè, ma mordaci, male/scarsamente socializzati coi loro simili e con le persone, poco urbani, che sapranno anche rotolare a destra e rotolare a sinistra tra lo stupore degli astanti, ma non sanno passeggiare in città senza guinzaglio, non sanno aspettare cinque minuti fuori da un negozio, sono difficilissimi da avvicinare e spesso e volentieri… “pinzano” chiunque gli capiti a tiro!
    Poi si scopre che tutto questo ciarpame ha origine nel fatto che il capo supremo, il millantatore, ha scelto il più bastardo di una cucciolata di cani di gran razza, gli ha insegnato tutto lo scibile cino-esibizionista (tralasciando ciò che serve davvero, tipo non strapparmi il braccio insieme al panino) ma sporca in casa e -soprattutto- sua moglie, forse a ragione, lo teme… perciò trasportino, mammà, etc.
    Povero cane e poveri gli aspiranti conduttori e educatori cinofili che prendono per buoni gli insegnamenti del suo padrone! Prima di questi corsi ho fatto studi artistici ed ho imparato che, prima di poter dire male di un pittore devo conoscerne approfonditamente il percorso artistico. Conosco bene la persona di cui parlo, i miei primi due corsi li ho fatti con lui, ed ora posso affermare con certezza che è un millantatore assoluto. Purtroppo è anche rappresentante per la mia regione di un’importante associazione nazionale, alla quale -a parer mio- non fa una buona pubblicità, soprattutto quando prende a calci i cani davanti a numerosi testimoni per poi rammaricarsi di non aver indossato le scarpe antinfortunistiche con la punta in acciaio!
    Non c’è una ricetta per far felice un cane, questo è vero, ma se il tuo cane è felice si vede subito. E allora viva la sciura Maria che non ci ha capito una mazza, lo lava col detersivo per piatti e lo mena con la ciabatta, e abbasso quelli che hanno capito tutto, si fanno pagare per insegnartelo e tengono il cane in gabbia per otto ore al dì.

  16. Giampi, è finito l’albero e non ti posso rispondere direttamente, quindi lo faccio qua: ma secondo te, “avere il controllo del cane” significa avere un robot senza emozioni? Un cane che non può spaventarsi e fare un salto indietro? Io ritengo di avere anche il controllo delle mie emozioni…ma se mi sparano un petardo in mezzo ai piedi salto per aria anch’io!

    • Giampi, sono perfettamente d’accordo con la Redazione! Io posso avere il perfetto controllo e la più totale sintonia con il mio cane, ma non è comunque una macchinetta che non può reagire in modo imprevisto ad un evento imprevisto. Che potrebbe essere anche pericoloso. Io conosco il mio cane e i suoi limiti e lo so controllare, ammetto però di non saper controllare l’ambiente che mi circonda, se tu ci riesci per favore spiegami come si fa!

  17. …esiste veramente la Sciuramaria? è carne e ossa o piuttosto puro spirito evocato ad arte come espediente retorico? Il piccolo essere indifeso, la Sciuramaria appunto, vivrebbe in balìa del vento e degli educatori,in un mondo fantastico dove la mentalità magica ha il sopravvento. Ma la Sciuramaria è estinta!! gli ultimi esemplari sono stati soppiantati da una stirpe di credulone/i, con molto tempo a disposizione e inclini ad impiegarlo dalla cartomante piuttosto che in altre opere…e badate bene che la cartomante è intesa in senso lato, ché alcuni figuri psico-eto-cino-nonsocosa altro non sono che lettori di tarocchi (non le arance, s’intende!) E’ la novella, e falsa, Sciuramaria a cercarli…così come cerca il guaritore o il dispensatore di tisane e affini per i suoi disturbi immaginari. C’è mercato perché c’è domanda. Orde di nullafacenti, senza arte né parte, signorine e giovanotti mantenuti oltre ogni limite di decenza dalle loro famiglie, si buttano a fare il corsettino che dovrebbe consentirgli di accaparrarsi le finte Sciuremarie e sbarcare il lunario. Gente che non ha mestiere cerca di fare un non-mestiere…e intanto la figura chimerica della “Sciuramaria”, con testa di signora annoiata, corpo alato di famiglia inadeguata, coda di credulone, volteggia in ampie spire…
    La vera Sciuramaria preparava il pastone, talvolta tirava una guinzagliata, portava il cane con sé a fare le commissioni e lo lavava una volta l’anno con il detersivo per i piatti…oggi le hanno usurpato titolo e sembianze. Molto meglio la vera Sciuramaria di un tempo, che di errori ne commetteva, ma spesso aveva cani abbastanza felici. Gli scanni cinofili non avrebbero avuto senso, la Sciuramaria non avrebbe degnato di uno sguardo lo starnazzante improvvisato di turno.

  18. Barbiomalefico, se tutti i proprietari – o pet owners, come ama chiamarli il più volte citato cinofilosofo- (Roberto Marchesini non volermene!), fossero come te, il mondo sarebbe migliore! Diffido da sempre, come ho gia avuto modo di dire, i GURU, i depositari della verità, quelli che hanno sempre la ricetta in tasca, di qualunque disciplina si tratti.
    Tutti, a mio avviso, hanno qualche cosa da insegnare, tutti hanno, conseguentemente, qualcosa da imparare. Angelo Vaira proviene dalla scuola di Roberto Marchesini. Poi si è dissociato per ragioni che non conosco e ha preso la sua strada. Non lo giudico per questo e non mi interessa per quale ragione si sia dissociato, ma sicuramente non può negare che la scuola di provenienza sia quella. Poi, molto probabilmente ha aggiunto qualche cosa di molto valido. Come dicevo non lo conosco e non mi permetto di giudicare. Il metodo gentile, l’R+, il metodo CZ hanno molte cose in comune, una fra tutte il fatto di considerare il cane come essere senziente, pensante e capace di elaborazioni complesse superando, di fatto, il concetto vecchio di decenni, che il cane sia fatto solamente di istinto. Per il resto stiamo parlando d situazioni che non possono e non devono essere messe a confronto perchè l’ambito in cui si sviluppano è differente. Roberto Marchesini si concentra soprattutto sull'”educazione” cinofila; parliamo, cioè, di un momento della vita del cane che va dai 2 mesi ai 2 anni circa. Lo scopo è quello di dare, esattamente come faremmo con un bambino, degli strumenti al cucciolo perché sia in grado, una volta adulto, di valutare correttamente le varie situazioni in cui si troverà ad agire. Quando qualcuno parla di cane aggressivo, cane che salta addosso alle persone, etc etc stiamo gia trattando un argomento diverso, una situazione di un cane che è probabilmente cresciuto senza questi strumenti. E’ chiaro che il modo di agire con un cane ormai adulto sarà diverso perche diversa è la situazione e la competenza del cane. Se per trattare un amstaff appena uscito da un ambito di combattimento dovrò inizare con un bastone da accalappiacani, non significa che sia sbagliato per un suo cucciolo, usare un metodo diverso. E non esclude nemmeno che dopo un po’ di tempo lo stesso metodo possa essere usato anche con lo stesso ex combattente. Serebbe come voler paragonare il metodo di insegnamento di un liceo con quello di una scuola materna (non uso volutamente l’immagine dell’università per non dare alle parole accezioni che non vogliono avere ;-)). L’obiettivo di un educatore dovrebbe essere quello di non avere bisogno di un addestratore quando il cane sara adulto, come il compito di un genitore dovrebbe essere di avere dei figli che da adulti non necessitino di uno psicanalista. Non sempre ci si riesce e gli psicanalisti ringraziano. Mi piace pensare che un educatore cinofilo sia più un consulente, che aiuti a risolvere le difficoltà di comprensione del binomio uomo-cane. Il rapporto vero dovrebbe essere fra loro e l’educatore dovrebbe, a mio avviso, avere molto poco a che fare con il cane da solo. E’ un lavoro lungo, che richiede una pazienza e una costanza infinita, e la coerenza comportamentale da genitore, appunto, da uomo o donna che crede fermamente in ciò che sta facendo. E per svolgere il quale, esattamente come per i genitori, non esiste un manuale valido per tutti, ma ci possono essere un’infinità di “dispense” di consigli e suggerimenti, tutti ugualmente validi e contemporaneamente, proprio per le stesse ragioni, potenzialmente sbagliati. come sempre, dipende.

  19. Ovviamente stavo commentando l’ articolo in se.
    Esempi ne ho diversi. Mi collego al tuo. Un educatore nonostante sapesse che al mio cane non piacesse essere presso in braccio lo ha presso suscitando nel cane una reazione forte di disagio.
    Altro esempio. Uso il metodo di turid rugaas per la passeggiata con discreto successo e noto come previsto dal metodo che le volte in cui il cane tira diventano sempre meno. Eppure un veterinario mi ha detto che senza il collare a strangolò non imparerà mai a non tirare e un educatore mi ha consigliato di strattonare forte il cane quando tira. Il mio cane con il collare a strangolò tira costantemente. Lo strattone ha sortito l’effetto di un peggiramento che ho impiegato giorni a recuperare.
    Tutto questo sai perché? Perché ognuno pensa solo a ciò che gli hanno insegnato sparando m***a sulle tecniche diverse dalle sue.

    • scusate se non c’entra praticamente una mazza, ma oggi mi è successa una cosa e la voglio sbandierare.. Come qualcuno sa il mio cane è sempre senza guinzaglio, tranne ultimamente ogni tanto, ora posso perchè guido un cariolino elettrico a 4 ruote e non ho le braccia impegnate o a camminare con i bastoni, o a far avanzare le ruote della carriola, ci sarebbero dei tendiguinzagli tedeschi credo per condurlo al guinzaglio anche in carrozzina, ma non me ne sono mai interessato anche perchè vabbè non posso raccontare la mia vita, comunque ultimamente se ho fretta e porto Buck con me (al 99,8% lo porto), se devo fare molta strada gli metto il guinzaglio, e mi piace condurlo con un dito, nel senso che il guinzaglio per praticità, per averlo sempre con me è una corda con un moschettone che quindi non richiede collare ed è a strozzo, lunga due metri, sopra al cariolino lo chiamo, gliela metto, stabiliamo insieme che un metro e mezzo della corda circa se la prende lui, e un mezzo metro io, in altre parole tengo un dito medio a suon di fanculo dove passa da una parte mezzo metro di corda e dall’altra il metro e mezzo dove è legato Buck, la parte di corda mia sta dritta verso il basso, la parte sua sta a penzoloni, fa una curva verso il basso tipo scivolo, mi sono spiegato?
      Anche capendomi pressapoco, il bello viene adesso: ho visto che non tira e non rallenta, accellera al mio accellerare e decellera, curva in base al mio scooter, quindi sono andato in uno spiazzo e mi sono messo lì, e in 5 minuti l’ho cominciato a guidare come se avessi in mano le redini di un cavallo, ci so andare a cavallo ed avendo le gambette uso praticamente solo le redini e mi ascoltano, e direi che uso il metodo gentile con i cavalli, non conosco i tecnicismi cavallereschi, ma rapportateli ai cani, e questo si traduce in me col guinzaglio tenuto (non più sospeso da un dito ma) come una redine, che mai si tira, e faccio i passi, le figure, come si chiamano quelle che si fanno nei maneggi, accellero, vadso dal punto A al punto D, ruoto su me stesso (sul cariolino) , cambio direzione, torno indietro, etc… il tutto con Buck che mi segue ed abbiamo sempre il guinzaglio lento, che pende….
      So contento ed è una cosa credo da vedere, quindi se capita mi faccio filmare e ve lo faccio vedere 🙂

    • qui volevo commentare, che lo strangolo può andare bene in certi casi, ma solo fino a un dato momento sempre che serva, se ci volesse sempre sarebbe un fallimento, e metterglielo sempre è uno stress, ed impara anche poco chi lo conduce, è più facile con lo strozzo condurlo… fino a un certo punto ci può volere, dopo, bisogna cambiare sensibilità, adattarsi dinamicamente

      • Giampi, lo strangolo serve quando il cane è già educato a non tirare, come collare più comodo e salvapelo ( si appoggia al collo e non stringe ) e come strumento di sicurezza ( se il cane si spaventa e tira indietro non rischia di sfilarselo e finire sotto una macchina.
        NON va usato come strumento per addestrare il cane che ancora tira, perché in generale il cane lo si addestra con associazioni, esche, clicker, quellp che vuoi, ma non si usano strumenti “magici”, perché questi sono solamente dei “trucchetti” che al cane non insegnano nulla, ma o gli impediscono di fare quello che vuole ( perciò obbedisce per forza ) o lo sono una punzione totalmente inutile che finisce però per spaventare il cane.

        Quindi la sequenza è: il cane tira—> gli insegno a non tirare, senza usare strumenti “magici” ( e finché tira ancora lo porto fuori con collare fisso o pettorina, altrimenti strozza )—> il cane impara a non tirare più—> posso mettergli lo strozzo: in questo caso il cane non si strozzerà ( perché non tira!! ) ma se si spaventa e cerca di scappare non si sfila il collare.
        Non mi sembra un concetto difficile…

        • Ok, appurato che lo strozzo non va usato da incompetenti con cani che tirano (sennò li stressano di più) , finiti i botti di capodanno (le paure), levati i cani con il collo grande quanto la testa, a quanti cani si sfila il collare, no per capire, non mi sembrano poi molti, mi sembra più una sicurezza inutile in più, oppure un finto controllo del cane, a parole va da dio al guinzaglio, in pratica tira come un bue

  20. Barbiomalefico e Irene, magari potreste avere anche ragione o almeno io immagino di vedere qualche ragione. Ma sarebbe meglio se esplicate più a fondo le vostre questioni perchè così non si capisce bene quello che intendete dire. Quel rivolgersi a tutti come se le opinioni espresse nella discussione fossero omogenee mi lascia un po’ perplesso. Poi che le espressioni comportamentali dei vostri cani indichino o meno problematiche in atto è da valutare, ma non bastano le poche note che avete scritto.
    Personalmente credo che non ha alcun senso prendere in braccio un cane e meno che meno da un estraneo, non lo trovo corretto nei confronti dell’etogramma canino. Invece adoro quando mi fanno le feste al mio ritorno e sicuro non glielo impedisco.
    Barbio, certo che non hai avuto fortuna con l’educatore che hai trovato. Ma non credere che siano tutti così, e non credere che sempre ci si possa arrangiare. Ti consiglio di diffidare sempre da chi getta discredito aprioristicamente sul lavoro degli altri.
    Insomma vi chiedo di andare più sulla sostanza per capirci meglio. Ne aproffitto per augurarvi buone feste a voi e ai vostri pelosi.

      • Con lo strozzo si stressano solo se li strozzi. La tua conclusione è l’esatto contrario di come la penso io: non lo si deve usare per insegnare al cane ad andare al guinzaglio (perché se tira si strozza, appunto), a meno di non sapere esattamente come usarlo (e sono in pochi a saperlo). Va benissimo invece usarlo quando per la Sciuramaria non dovrebbe servire più, e cioè quando il cane ormai sa camminare perfettamente al guinzaglio.
        Allora sì che va bene, anzi benissimo, perché il cane non si stressa e non si strozza, il pelo non si rovina…ma in caso di emergenza è l’unico collare veramente SICURO che esista.

        • Io non consiglierei a un sciurmario lo strozzo e via che non lo vedo più dopo la consulenza, ho preso a mano cani sempre condotti con lo strozzo e fanno una gran fatica a capire la conduzione, per loro è solo una lotta col tiraggio, mentre cani condotti seppur malamente col guinzaglio normale imparano meglio, sono tutti cani che tirano, la differenza è del guinzaglio/collare. Non essendo educatore/addestratore prendo a mano per un attimo cani che incontro, specialmente, e sono la maggior parte dei cani con problemi di condotta, quelli che non hanno avuto un addestramento serio o non lo hanno avuto per niente, o si sono fatti vedere un secondo da qualcuno che gli ha consigliato cosa usare. Per il faidatè io raccomanderei il collare normale

      • Uso lo strozzo con Nando, che non è un pit, da sempre: non mi sembra stressato e non ho nessuna intenzione di toglierlo. Se siamo in giro e ho bisogno di maggiore controllo, il centro affollato, cibo, innumerevoli cani,sistemo il collare per capirci dietro le orecchie di modo che la correzione arrivi senza strozzarlo e passata la situazione critica tutto torna come prima.
        Perché dovrei cambiare?

          • Dici di non essere addestratore nè educatore ma sentenzi che il collare lo uso “per finta”. Che intendi? Lo strangolo serve a strozzare il cane? Se entra in funzione solo quando serve dove sta lo sbaglio?

          • a quanto ho capito non ti serve, non ti è necessario.

            Sono convinto che si impara con le buone, spingi la schiena di un cane in una direzione e lui fa resistenza nella direzione opposta, gli chiedi di venire o andare o spostarsi in una direzione e lui, prima o poi, tu prima o poi imparerai a mandarlo nella direzione voluta senza spingerlo, senza fatica.

            Poi vabbè, se è uno sbranagatti di 80Kg e non ne hai il controllo e passi dove ci sono dei gatti… ma che ti prendi a fare (non tu) un cane senza controllo di 80 Kg che sbrana i gatti e perchè passi dove ci sono i gatti?? (metafore da jesus..)

          • Non mi è necessario perché è educato: ma non è stressato come sostieni tu nè rischia di morire soffocato o avere danni alla trachea. Dovrei usare il normale collare di nylon che potrebbe sfilarsi se il cane si impunta? O la pettorina che passa dove il cane può imprimere più forza?

          • per me se non ti trovi con collari non a strozzo è solo perchè non ti ci trovi, magari per la morfologia del cane, ma se non lo strozzi mai è come se non avessi un collare a strozzo

          • Semistrangolo, al momento, perché uno strangolo della misura giusta per la Bisturi non l’ho trovato.

    • La morfologia del mio cane è perfetta per qualsiasi collare, la mia è una scelta consapevolissima: non ho mai scritto non mi trovo, ho detto proprio che non voglio usarne altri.

      Quindi, lo strangolo è una punizione e serve a strangolare il cane che non capisce? Ok, per me questo rasenta il maltrattamento: ora capisco perché ne abbiano limitato la vendita.

      Allora perché la pettorina se il cane non deve tirare una slitta?

      Cmq il punto era che la tua affermazione declamata come verità assoluta che lo strozzo stessa il cane è falsa: evidentemente su quel cane il collare è stato usato male e crea stress per questo, no?

      • Per me se lo strozzo non serve allora è come usare altro, se invece serve O è per un breve periodo per educarlo, o se viene usato sempre alla fine si stressa il cane, e si strangola pure.
        Conosco incapaci che lo usano sempre stressando i cani, non conosco chi porta bene il cane in giro con lo strozzo impundandosi di portare quello per bisogna, se ci sai fare lo porti anche libero, se lo devi sempre correggere fino a strozzarlo, sempre, allora non ci sai fare, punto

        • Io il cane libero non lo porto, perché vivo in città e ci sono miliardi di pericoli e di possibili imprevisti (anche solo il fatto che la Bisturi, se qualcuno si azzarda a dirle “ciao bella”, parte di feste e di slapslapslap e magari non tutti apprezzano). Però uso il semistrangolo perché se succede quello che mi è successo quando la cagna si è cagata sotto sentendosi aggredita da un palloncino-tartaruga e ha fatto uno zompo indietro a un millimetro dalla strada trafficata, quel collare non si sfila e mi impedisce di ritrovarmi il cane morto spiaccicato da un’auto. Vabbe’, ma l’ho già spiegato mille volte, perché continuo a parla’ coi muri? 🙁

        • @Giampi: invece può essere che il cane non si stressa e non si strangola, sai? E anche piantatela di fare i fighetti dicendo cose tipo “se ci sai fare lo porti anche libero”. Davvero alla fine mi convinco che alcune sciuremarie – delle quali a questo punto mi onoro di far parte – hanno imparato meglio di voi saputi a trattare il loro cane.

          • No, pare che lo strozzo serva solo a maltrattare il cane: usarlo come un collare che possa tornare utile in alcuni casi non è contemplato, sempre pare.
            Ma io non ho seguito corsi e il mio cane non è stressato, ma evidentemente è solo un caso…

  21. Io ho un cane da pochi mesi, ma ho già avuto a che fare con 3 educatori cinofili, un comportamentalista, quattro veterinari e una decina di libri sul cane (principalmente educazione cinofila).
    Nonostante questa minima conoscenza del settore posso dire che quello che si vede e che si evince anche da questo articolo è che siete tutti ancora ad un primo stadio della competenza. Competenza intesa non come abilità di applicare conoscenze al vostro ambito ma come la capacità di affrontare un problema nella sua interezza.
    La cosa che ad un osservatore esterno semplice, con occhi non influenzati da dogmi, appare è semplice: c’è la volontà da parte dei singoli individui di ignorare che esistono altre modalità di educazione.
    Non si può mai escludere una tecnica che ha possibilità di funzionare solo perchè è contraria al nostro dogma, perchè è semplicemente stupido agire in questo modo.
    E’ come parlare di buchi bianchi con un fisico!
    Il problema principale è dovuto credo al modo in cui vi insegnano e vi abilitano alla pratica di educatore/istruttore cinofilo che a mio modo di vedere è simile al modello scolastico italiano, che a dirla tutta è totalmente fallimentare.
    Se ognuno di noi leggesse “breve storia di quasi tutto” si renderebbe conto che l’avanzamente umano nella storia non è mai stato fatto partendo dal noto ma mettendo in discussione il noto.
    Se prendiamo un metodo di educazione cinofila e riteniamo che sia il metodo migliore, stiamo già sbagliando, perchè un educatore cinofilo dovrebbe guardare il cane, capire il contesto ed applicare il metodo migliore per quel cane e per quel contesto. Questo ci si aspetterebbe che fosse il minimo, ma purtroppo si è anni luce (si voglio continuare con il parallelo fisico) da questo minimo. Per raggiungere un livello medio di abilità bisognerebbe essere in grado di prendere gli strumenti (di tutte le scuole di pensiero) e usarli come mattoni per costruire medoti a misura di singolo cane, considerandolo come un individuo. Infine, ma questo è oltre le qualità che ho visto e letto in giro, tramite questi mattoni trovare nuovi strumenti sempre più raffinati per educare il cane.
    Volete invece continuare come state facendo? Sappiate che diventate ridicoli agli occhi anche di un neofita quale io sono.

    Nota di colore finale, il primo dei libri sui cani che ho acquistato (un anno prima di adottare il cane!) era quello di Angelo Vaira. Nel frattempo ne comprai altri. Al mio cane ho insegnato il seduto usando il suo metodo. Un educatore cinofilo che è venuto a casa mia a fare il colloquio quando ha visto la mia biblioteca ha iniziato ad insultare l’autore di quel mio primo libro dicendo che insegna al cane a rispondere solo quando c’è lo stimolo del boccone e non a fare qualcosa perchè glielo chiede il padrone. Quella è stata l’ultima volta che ha avuto a che fare con me. Come può essere credibile l’affermazione precedente detta proprio mentre il cane dimostra di sedersi quando glielo si chiede senza usare il bocconcino?
    Questa non è una difesa del metodo di Varia, altri esercizi li ho insegnati con metodi trovati in altri libri o suggeriti dagli altri educatori cinofili che ci hanno seguito con maggiore successo.

    Quando ho un problema da risolvere con il cane, l’obiettivo non è far funzionare la ricetta che ci viene data dall’educatore cinofilo, ma riolvere il problema del cane. Ho scoperto che avere a disposizione molte ricette mi ha permesso di risolvere molti problemi. Per alcuni ho a disposizioni poche ricette che non funzionano, ma nessun educatore cinofilo mi è stato finora in grado di fornirmene altre da provare. Mi dovrò arrangiare, che peccato…

    • concordo pienamente con Barbiomalefico. Anche io da neofita ho avuto a che fare con diversi istruttori e personalmente non sopporto quelli che pensano di avere la verità da manualetto in mano senza nemmeno aver visto il comportamento del cane nella sua quotidianità, senza conoscere la razza o considerando che i cani siano tutti uguali e fatti con lo stampino: ogni cane ha il suo carattere come singolo individuo, e non è detto che un cane timido sia per forza problematico o da correggere, non è detto che un cane che ti fa le feste quando torni a casa soffra da ansia da separazione, non è detto che se il cane trema quando un estraneo lo prende in braccio è necessariamente insicuro e via dicendo.
      Ci sono troppe certezze che andrebbero ridimensionate con un po’ di umiltà e voglia di mettersi ogni giorno in discussione, perchè ogni cane è un mondo a se’, proprio come ogni singola persona

  22. Redazione…a tutte queste domande, purtroppo deve rispondere e garantire il mondo accademico e istituzionale…cioè voi! Forse bisognerebbe iniziare un po’ a cambiare sistema – anche culturale – compreso quel sentimento comune che una una volta creata la legge…si trova l’inghippo! Certo iniziare a dare responsabilità legali ai cinofili..potrebbe essere un inizio anche per definire l’effettiva professionalità di ognuno. Ma ora basta, diciamo che era un augurio per l’anno che verrà, io ho già scritto pure troppo. Un abbraccio a tutti quelli che sono qui, sopravvissuti ad ogni scontro/incontro, e anche alla catastrofe prevista dai Maya!

  23. @lunapica…sempre scherzando…”sul patentino” e chi ha detto che un grande cane non potrebbe girare libero? Oggi credo che per voi, che avete un pibull ad esempio, sia “peggio”- c’è troppa, tanta ignoranza! Ed è chiaro che il “patentino” (ahahahah), che vorrei, andrebbe preso sia dal proprietario e da cane…proprio come quello in acqua che presi con la mia labrador Nana. Per una ragione molto semplice che vivo tutti i giorni ad esempio con…Teo che, con me – al richiamo – è un soldatino…ma con Maria (mia figlia ad esempio) assolutamente no! Comunque era solo un’idea, per dare un po’ di ordine e disciplina a un mondo che veramente non ne ha, sia a livello accademico, che istituzionale e quindi le persone sono disorientate davvero…queste discussioni lo dimostrano ampiamente. Perché mentre litigano i cinofili, litigano e non ci capiamo nemmeno tra persone che amano TUTTI – i cani grandi o piccoli. Che sappiamo benissimo che NON è mai colpa loro. Altre non ne ho.

  24. @Alice oltre lo specchio….neanche Teo ama essere avvicinato troppo da cani maschi, soprattutto se lui è al guinzaglio. Libero, sta “sghiscio”, quindi io sto tranquilla, e so anche perché…è un po’ tamarro e insicuro..Io lo so, conosco benissimo la paura. Ognuno di noi, spesso ha paura, ha paura chi esce con un “piccolo” e ha paura chi esce con “un grande e potente”. Per una ragione semplice è pieno di gente di ignorante, villana e prepotente.
    Cercavo e cerco solo di capire, vista la gran quantità di addestratori che ci sono in giro, se si riuscisse a fare un po’ di cultura cinofila e a conoscere meglio le potenzialità e i difetti dei nostri cani. Si certo, è vero, forse il patentino è una cazzata? Boh, mi sembrava un inizio. Comunque una cultura di base…certo appena preso la patente nautica non attraversi l’atlantico…ma dopo un anno, magari sì!
    Inutile parlare “personalmente” qui. Abbiamo tutti cani che amiamo e stimiamo responsabilmente. E’ chiaro che se noi ci incontrassimo al parco non ci sarebbe alcun problema, siamo a scrivere qui immagino che come minimo, e come prima cosa, abbiamo cani che rispondono al nostro richiamo…non ne farei mai una questione personale. Però chiunque frequenta “la strada” e non questo mondo qui, camminando vede cani chiusi in terrazzi, barboncini avvelenati che abbaiano come pazzi a pitbull, qui c’è una signora che va in giro con un cane enorme pazzo (credo un fantasia) legato a una corda che usa da guinzaglio che si è mangiato (si trovavano entrambi al guinzaglio per strada) il bassotto di una mia amica. Sotto casa mia c’è un aiuola che è un tappeto di merda e proprio ieri mentre giocavo con Teo a Villa Glori, si è presentato un “tipo lupo”, che ci guardava con aria minacciosa, in questo caso Teo si immobilizza e io anche…e intanto da lontano, abbastanza lontano sentivo una voce che lo chiamava da un po’…una voce preoccupata….
    Tutto qui.

    • Paola, il patentino cinofilo secondo me sarebbe un grande passo avanti… ammesso e non concesso che:
      a) fosse obbligatorio. altrimenti non lo prende nessuno, perché tutti pensano di sapere già tutto. Però farlo obbligatorio comporta una serie di problemi infiniti, che sinceramente vedo difficili da risolvere almeno in Italia (in Svizzera ce l’hanno, ma loro so’ svizzeri…e comunque, stando a quanto dicono i lettori svizzeri, non è che sia stato accolto con grande entusiasmo);
      b) se a tenere le lezioni fossero persone che davvero “ne sanno di cani” (e trovarne abbastanza da coprire tutti i Comuni d’Italia… la vedo molto, ma molto dura).
      Aggiungi poi che i suddetti Comuni dovrebbero saper discernere (ma quando mai?!?) tra gente capace e gente improvvisata, tra cinofili e supercazzolatori e così via…e infine, mettici pure che, visto l’andazzo attuale italiano, c’il serio rischio che ad insegnare alle Sciuremarie ci arrivi qualcuno che dice loro che il cane deve decidere in proprio, e che al richiamo può tornare oppure no, a suo piacimento…e mi dici dove andremmo a finire? Si richierebbe che la sciura col “cane enorme pazzo” non solo lo portasse in giro con una lunghina da tre metri, ma in caso di disobbedienza al suo richiamo (magari mentre si sta mangiando il cane piccolo), ti dicesse pure “Eh, ma l’istruttore quando ho preso il patentino mi ha detto che va bene così!” 🙁

  25. Ciao Valeria, gesummaria quanto scrivi. Io al solito ho poco tempo, ma è sempre piacevole leggere la tua prosa.
    Il mio punto di vista personale è che, nel caso della buona fede,ogni essere umano coinvolto nell’educazione dei cani inevitabilmente “contamina” l’approccio con il suo vissuto pregresso, le sue attitudini, le sue qualità e i suoi difetti. Tutto qui.
    Leggerò domani quello che ha scritto Jolly Roger.
    Se tu fossi un “ciccinino” più sintetica……………

  26. D’accordo con tutto l’artciolo, però… Lo Stato non può occuparsi di addestratori macellai e educatori truffatori (perché uno che ti fa pagare un sacco di soldi per darti un cane ancora peggio di come era prima, ti sta truffando) perché “ci sono cose piû importanti, la crisi, non si può pensare ai cani”; in compenso il tempo di occuparsi dei cani l’hanno trovato quando abbiamo chiesto maggiori possibilità di accesso a luoghi pubblici col cane, o anni fa di abolire l’uccisione dopo tot tempo dei cani in canile, e qualcosa è cambiato, non si uccidono più cani in canile, è più facile e fattibile andare in locali/negozi o sui mezzi pubblici col cane, quindi perché non dovrebbero trovare il tempo anche per questo? Considerato che per quanto io possa voler portarmi il cane ovunque, evitare maltrattamenti di animali o truffe pazzesche ai proprietari è decisamente più importante che portare il cane dentro il bar invece che legarlo di fuori

  27. Questo articolo è verissimo!
    Ci scorgo l’energia e la sincerità della Valeria Rossi che adoro! 😀
    Ironicamente parlando, questo è forse l’unico articolo che vorrei contestare, perché è brutto che questo sia il mondo della cinofilia attuale…ma purtroppo, tutto quello che è scritto è verissimo.
    Io sono una di quelle che si è ritrovata “sballottata” da un “professionista” all’altro, ognuno con i suoi metodi ed ognuno pronto a dire che quello che faceva l’altro era follia!
    Io sono so quanto mi piacerebbe fare di tutto ciò un lavoro, e appena avrò a disposizione il budget economico che mi occorre, partirò “all’avventura”, ma per ora, il panorama che io mi sono trovata davanti, ha fatto tutto tranne che invogliarmi a proseguire!
    Ovviamente non sono una che getta la spugna facilmente.
    Io “per sopravvivere” ho deciso di studiare e di informarmi sempre il più possibile. Ho capito che si può imparare da tutti, sia cose utili, sia quello che NON vorremmo diventare. Lo ammetto, se trovassi una Valeria Rossi vicino a me, che ha la fortuna di vantare anni di esperienza, mi ci affiderei quasi ciecamente, perché credo che aver avuto l’occasione di lavorare con molti cani, con molti problemi diversi, sia la scuola migliore che ci sia. Io amo i cani, anch’io voglio solo il loro meglio, ma purtroppo non è facile.
    Adesso sono un po’ rincuorata perché lavoro appunto con una persona che di cani ne vede da anni e che, come me, la parola metodo gentile non vuole nemmeno sentirla nominare. Mi trovo molto bene con i suoi insegnamenti e i risultati sui miei cani felici li ho visti. Certo, poi ci metto del mio, cerco di personalizzare un po’…insomma tutti noi che abbiamo avuto almeno più di un cane, si potrà rendere conto di quanto siano diversi gli uni dagli altri, e io cerco di pormi con loro nel modo migliore, a seconda del loro carattere. Mi rendo conto che una patacca data ad uno o all’altro fanno effetti diversi, che uno preferisce il contatto fisico oppure l’altro un tipo di gioco diverso, in modo da stabilire la migliore convivenza possibile.
    Se lo si chiedesse a me, direi sempre che guardarsi attorno finché non si trova la persona che più ci sembra affidabile, sia la cosa migliore, anche se purtroppo non è molto! 🙁
    (e cmq nonostante tutto, rimango sempre della teoria che tra un premio da una parte e un no dall’altra, un calcio nel sedere non abbia mai fatto male a nessuno…e se i miei cani sapessero leggere, uno di loro sa benissimo con chi sto parlando!)

  28. Una parte del problema potrebbe risiedere nell’ultima parte dell’articolo.
    Se le professioni regolate dalla Legge, come quella del veterinario, sono fatte da professionisti che si sono dati un codice deontologico che spesso degenera nel corporativismo e spinge a difendere il collega “a prescindere”, quelle non regolate come i professionisti cinofili vanno nella direzione totalmente opposta: il virtuale e tacitamente accettato codice deontologico consiste nell’attaccare il collega “a prescindere”!
    Forse le ragioni vanno ricercate proprio in quell’eccesso di professionisti o presunti tali. Sta di fatto che un minimo di corporativismo (inteso come senso di appartenenza) in più -stando bene attenti che non sfoci in uno di tipo “setta”- non farebbe male. Giusto un po’.

  29. Leggo sempre la tua rubrica e mi piace molto. Ma non questo articolo, mi sembra un po’ ipocrita. Mi spiego, affermi che qui ci si scanna e basta e non si pensa al bene dei cani. Ma tu qui in questa rubrica sei la prima a dettare sentenze su tutti e a parlare bene di pochi (ma meritano davvero?). Quindi come puoi scrivere un articolo in cui vuoi “trovare” una soluzione a questo sparlare se poi sei la prima a farlo? Personalmente penso che ognuno dovrebbe scendere dal piedistallo e farsi un esame di coscienza! (tutti) dovrebbero farsi i cavoli propri!! Tu per prima. Ognuno sulla sua strada, e saranno gli sciura ha decidere dove andare! Per il bene dei cani? Tutti qll che sputano sentenze lo fanno per il bene dei cani. Quindi tanto vale lasciare libera scelta al proprietario medio.

  30. “La cinofilia è bellissima solo per merito dei cani, ma che purtroppo comprende anche gli umani”
    Cominciamo già male. Una posizione animalista talebana, come hai più volte descritto nei tuoi articoli. Una presa di posizione non verificabile, utile solo a costruire l’ideologia che pervade il resto dell’articolo. Sia chiaro, la mia non è una critica. Ognuno è libero di fare quello che vuole a casa sua, compreso prendere qua e la alcune questioni e su queste costruirci un immaginario che si vorrebbe fedele al mondo della cinofilia odierna.
    Chiediamoci allora cos’è la cinofilia. L’insieme delle relazioni tra cane e umano? Una parte illuminata degli esperti di cani? Una parte degli operatori che hanno fatto una lunga gavetta da quando non esistevano testi che potessero indirizzarli? Una parte degli operatori che si sono successivamente formati perchè i testi e altri supporti multimediali ad un certo punto hanno visto una buona divulgazione? Una parte di operatori che si sentono tali tracciando una linea di confine con gli incompetenti sciur qualcosa? Una parte di operatori che ritengono la parte umana del binomio quale risorsa imprescindibile per il benessere del cane?
    Non si legga alcuna ironia nelle categorie di cui sopra, semplicemente possibilità di scelta nel panorama mediatico attuale. Ognuno può partire da una scelta a seconda del suo vissuto e su quello costruire un campo di azione.
    Non pretendendo, però, di avere la verità in tasca: è e resterà sempre una visione personale e parziale della realtà. Quando a tale immaginario si avvicinano i seguaci allora possiamo essere sicuri che il confronto tra le parti non può esserci sull’oggetto del contendere – i cani – ma diventa una questione squisitamente politica, di religione, di guerra per bande.
    La soluzione ottimale, e qualcuno già la pratica, è astenersi dalla battaglia e proseguire per la propria strada. Il che non rende automaticamente vincitorice, proprio no, la fazione che resta sola sul campo di battaglia mediatico. Anzi, la stessa è costretta dalle circostanze a creare nuovi nemici da attaccare per poter legittimare se stessa.
    Queste dinamiche esulano completamente il mondo cinofilo, sono pura e semplice espressione delle relazioni umane. Se esiste qualcosa di disneyano è la pretesa che i cani in quanto tali possano essere elemento unificante nella presunta speranza che l’amore provato nei loro confronti possa far scattare un passo avanti. Nella realtà sfruttiamo i cani a scopi ben più miseri, nel migliore dei casi l’imposizione caratteriale di uno sull’altro protagonisti umani delle vicende.
    Che caratteristiche devono avere i nemici da creare e attaccare per giustificare il proprio rancore o l’incapacità di approfondire la nostra conoscenza oltre il nostro vissuto? Poche. Devono essere definiti e semplificati in una categoria virtuale e deve essere impossibile la sua declinazione sul reale.Alcuni nomi delle categorie: tradizionalisti, disneyani, buonisti, gentilisti, cinofilosofi, talebani, animalisti, quelli contro il collare elettrico, elettronico, a scorrimento o a strangolo, contro la pettorina, la lunghina, la punizione positiva, il rinforzo negativo, la gerarchia, la dominanza, il cognitisvmo e la zooantropologia, Millan o Vaira, ecc. ecc.
    Ma poichè tali categorie sono create ad arte e indeclinabili nella realtà l’unico risultato è attaccare sul personale a base di cani pancioni con ansia da separazione. Ben poca cosa direi.
    E se invece la soluzione non fosse il riduzionismo a categorie ma l’apertura verso la progressiva integrazione delle complessità sul campo? Detto in altre parole, se invece di ammorbare le discussioni altrui riducendole alle proprie convinzioni (e facendole collassare per altro) si tentasse di affrontare le cose con occhi nuovi? Esempio: qualcuno afferma che l’accoppiata gerarchia/dominanza non esiste e propone un paradigma differente, potrebbe anche essere vediamo di spiegarci e capire se tale possibilità è praticabile. Magari si arriva ad una nuova formulazione etologica e psicologica condivisa. Altro esempio: apprendere per imitazione, DoAsIDO, vogliamo provare e capirci di più – conseguentemente a nuovi approcci sul funzionamento delle mente – o vogliamo comunque e sempre ridurre ad una questione di condizionamento, rinforzi, ecc.
    La conoscenza cinofila ne trarebbe importanti avanzamenti, sempre che non ci sia la presunzione di credere che sui cani tutto è gia stato detto, immutabile nei secoli.
    Tra l’altro una posizione di questo genere non va vissuta come un fallimento personale perchè viene messo in discussione un proprio operato portato avanti per decenni, ma anzi è una posizione totalmente scentifica, che procede per sperimentazioni, fallimenti ma anche giuste intuizioni. Un’umiltà nel senso di evoluzione che rende grande la statura di chi vi si approccia. Al contrario, l’ingessarsi sulle proprie convinzioni crea stagnazione, negatività e scomparsa dalla storia.
    Perchè ci si scanna nella dimensione di FaceBook? Per quanto detto sopra. Perchè le categorie ideologiche vengono applicate al cubo nei media di questo genere. A priori bisogna essere consapevoli di come funziona una comunicazione breve, asettica e informale, tendente all’estremizzazione semantica. L’estremizzazione sta nel fatto di concepire il linguaggio verbale nell’uomo, a differenza degli animali, prevalente e significante. Niente di più sbagliato. La componente verbale nell’uomo rappresenta circa il 30% di quello che comunichiamo, così che il restante 70% del messaggio non viene recepito. Di conseguenza il significato che si ricava dalle parole non dipende dall’intenzione contenutistica di chi scrive ma dall’atteggiamento globale di chi legge.
    Il media funzionerebbe solo se i contributi fossero postati per integrazione positiva, non per discussione. Non è una novità questa, già all’alba dell’epoca internet tali problematiche erano conosciute nelle prime forme di forum. Tant’è che sui thread ognuno diceva la propria opinione ed era sempre presente un’area denominata semplicemente Flame dove si andava a lanciarsi reciprocamente merda sul ventilatore nella convinzione condivisa che i contenuti siffatti non avevano alcuna pretesa scentifica.
    Nell’epoca dei moderni social network tale impostazione è stata volutamente modificata perchè lo scazzo, a torto o a ragione, è ritenuto più interessante del confronto.
    CI SI SCAZZA PRATICAMENTE PERCHE’ CIO’ E’ INSITO NELLA COSTRUZIONE TECNOLOGICA DEI MEDIA IN QUESTIONE E SENZA ESSERE CONSAPEVOLI DI TALE DINAMICA.
    Questa è la pura e semplice verità, i contenuti espressi in tale contesto non hanno alcun valore comunicativo sul piano del confronto.
    Nel merito delle soluzioni da te proposte non posso che ripetere quanto affermato sopra. Non ha senso cercare soluzioni quando l’analisi è sbagliata in partenza. Tutti i fattori che citi (colpa degli educatori, degli addestratori, dei veterinari, dei comportamentisti, di chi da strattoni, di chi bocconcini, di chi psicofarmaci, dei laureati o dei privi di diploma, allevatori e così via), pur condividendo il fatto che qualcuno individualmente non è minimamente all’altezza del lavoro che fa, sono categorie che hai arbitrariamente scelto per tracciare un quadro a te intellegibile.
    La realtà parla più semplicemente di un ambito vissuto da molti operatori di varia estrazione ed esperienza che umilmente nei propri territori cerca di fare qualcosa, con più o meno successo nella direzione del benessere, innanzi tutto dei cani e conseguentemente dei loro proprietari.
    Su due punti però voglio dire qualcosa di più.
    Leggi, ordini, regolamenti. Mi trovi, allo stato attuale, completamente contrario. L’operatore cinotecnico (senza comparto) è al giorno d’oggi un impiego gratificante dal punto di vista personale, fonte di reddito – minimo aggiungo – in un periodo di grossi problemi occupazionali. Anche se a volte la precaria preparazione può causare problemi di gestione, nella gran parte dei casi si ha però un indirizzamento corretto nel senso della relazione all’interno del binomio. E’ questo è un dato di rilevanza fondamentale direi. Invece pensare di creare un’ulteriore casta di super esperti, super pagati ai danni dei soliti precari è come gettare il bambino insieme alle fasce. Molto presuntuoso e molto fuori della realtà.
    Che i sciur qualcosa sfuggano dalla cinofilia da tastiera per dare ascolto ai cuggini da campetto poi è uno stravolgimento quasi colposo. Le dicerie in campetto sono le prime con cui si viene in contatto e basterebbe una sorta di educazione base in quei posti dislocata, per diffondere un minimo di competenze. Che senso ha sparare colpe sugli educatori? E’ solo una ben minima parte di persone che vengono a contatto con gli educatori, la gran parte non sa neanche che esista tale possibilità.
    Hai ragione quando affermi che l’incontro con certi educatori (singoli individui, non categorie omogenee) può essere più dannoso che altro. Allo stato attuale purtroppo è un rischio che bisogna correre e può essere affrontato solo facendo informazione in senso indicativo, nomi alla mano. Altrimenti è solo ideologia, sperando nella sensibilità del proprietario nel capire che qualcosa non va bene nel percorso educativo o addestrativo che ha intrapreso. La necessità è quella di mettere al corrente che esistono valide alternative, altrimenti chi quel percorso educativo ha cominciato e non è contento cadrà pure lui nell’errore delle categorie ideologiche pensando che tutti gli operatori sono macellai succhiasoldi.
    Invece la questione del mercato come presunto regolatore delle relazioni umane, dei corsi vari ci fa entrare direttamente sulla totale sopravvalutazione della propria importanza di chi oggi utilizza il web per proporre, discutere, criticare….. credere di essere uno specchio fedele del mondo dei cani odierno. Qui ci vuole molta ma molta più umiltà e consapevolezza di cosa stiamo parlando. Facciamo la somma di quanti ne discutono nei forum, di quanti seguono siti e blog particolari sull’argomento, aggiungiamoci il numero di educatori e addestratori presenti a vario titolo sul territorio nazionale e aggiungiamoci pure qualcosa altro a nostro piacimento.
    Si arriverà ad una cifra comunque insignificante rispetto aii milioni e milioni di cani presenti, ill che spiega l’esplosione di corsi cui attualmente assistiamo. Il mercato da questo punto di vista è in forte espansione perchè esiste una fortissima richiesta in tal senso. Non è lontanamente vero che gli educatori ed affini siano più di quelli che servono. Troviamo le forme per aiutare quelli che da poco si sono affacciati a questo mondo per diffondere le minime condizioni di relazione nelle famiglie, nelle scuole, nei parchetti, e laddove è possibile.
    Creare una casta dove si accede per poter operare solamente dopo corsi che durano una vita è allo stato attuale garanzia di abbandono a se stessi di milioni di relazioni che potrebbero essere in qualche maniera attraversate. E garanzia si di un analfabetismo cinofilo di ritorno laddove si è colpevolmente lasciato il cuggino quale unico referente territoriale.

      • L’analisi di Jolly non è replicabile: nel senso che partiamo da due punti di vista totalmente opposti (sul cane: quelli sugli umani sono in gran parte condivisibili) e quindi si finirebbe in una discussione infinita che, sotto, sotto, si ridurrebbe a un: “ho ragione io”, “no, ho ragione io”…
        Provo a spiegare meglio: Jolly ritiene “possibile” un confronto costruttivo e arricchente tra le diverse “fazioni” (lasciamele chiamare così…tanto, allo stato attuale, di questo si tratta. Che ci piaccia o meno).
        Scrive: “Esempio: qualcuno afferma che l’accoppiata gerarchia/dominanza non esiste e propone un paradigma differente, potrebbe anche essere vediamo di spiegarci e capire se tale possibilità è praticabile. Magari si arriva ad una nuova formulazione etologica e psicologica condivisa. Altro esempio: apprendere per imitazione, DoAsIDO, vogliamo provare e capirci di più – conseguentemente a nuovi approcci sul funzionamento delle mente – o vogliamo comunque e sempre ridurre ad una questione di condizionamento, rinforzi, ecc.”
        Ecco, per me il paradigma non è praticabile semplicemente perché ho visto “mille cani” ( 😀 )e in tutti, nessuno escluso, ho visto con i miei occhi la realtà della buona, vecchia etologia “classica”:
        quella vera, ovviamente, non quella rivisitata e corretta dai Millan della situazione. Quella in cui i rapporti gerarchici, la dominanza e la sottomissione non solo esistono, ma in molti casi sono talmente palesi ed evidenti che li potrebbe capire anche un bambino di tre anni. In altri casi, al contrario, sono fatti di sfumature molto più sottili e ci vuole un cinofilo competente per saperli “leggere”. Ma ci sono, ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
        Negarli è pura follia: è come dire che la terra è piatta. E sinceramente NON riesco a pensare che si possano perdere tempo ed energie nel cercare una “formulazione condivisa” con chi insiste nel sostenere che la terra è piatta.
        Tra l’altro, questi signori si fanno smentire perfino da coloro che citano a sostegno delle proprie tesi: Bekoff, Mech e altri si sono sentiti perfino in dovere di chiarire quello che pensano “davvero” e che è ben diverso dalle fantasiose interpretazioni di alcuni cinofili italiani.
        Bekoff ha scritto: “Il concetto di dominanza sociale non è una leggenda. Una leggenda è una storia inventata. Quello di dominanza era e rimane un concetto molto importante che è stato frainteso ed utilizzato impropriamente”.
        Mech ha detto: “Questa errata interpretazione e completa disinformazione mi perseguita ormai da anni. In alcun modo io rifiuto il concetto di dominanza.”
        Questo clamoroso “richiamo all’ordine” l’ho pubblicato integralmente qui… ma nessuno sembra averci dato molto peso.
        E’ vero: io sono piuttosto chiusa sulle mie posizioni etologiche. Ma non perché tema qualche “fallimento” (non potrei neanche fallire, non lavorando più con i cani), bensì perché certe interpretazioni (sbagliate e smentite dagli stessi Autori, vedi sopra) dei concetti di gerarchia e dominanza FANNO DANNI serissimi…e questi danni li vedo tutti i giorni.
        Quindi non posso che continuare a combattere “il nemico” che non è tale, dal mio punto di vista, perché la pensa in modo diverso, ma perché la pensa in modo tale da fare danni seri sui cani.
        Purtroppo migliaia di educatori vengono formati ogni giorno su basi inventate di sana pianta. Questa è la realtà, non è un “punto di vista”.
        Quindi la discussione non porta da nessuna parte, perché quando mi trovo di fronte qualcuno che dice “la dominanza non esiste” riesco solo a rispondergli: “Ma sei cieco, o cosa?”.
        In alternativa posso solo pensare che abbia un concetto totalmente folle del termine “dominanza”: che la veda, appunto, alla Millan, tradotta in ringhi, morsi o, se interspecifica, strattonate, impiccagioni e calci nel sedere. CERTO che quella “dominanza” non esiste (o meglio: esiste solo in alcuni casi, decisamente rari)! Ma la dominanza non ha nulla a che fare con tutto ciò, così come le gerarchie non hanno nulla a che fare con la dittatura… e chiunque si occupi di etologia lo sa benissimo da almeno cinquant’anni. Non c’è bisogno di falsare la realtà per spiegare come funzionano davvero le cose: però la realtà bisognerebbe conoscerla, anzichè credere a quello che raccontano persone impreparate (o direttamente in malafede, alla ricerca del business buonista che fa tanto colpo sulle Sciuremarie).
        Ecco, più o meno ho risposto (anche se indirettamente) a Jolly: ma continuo a ritenere che sia un dialogo tra sordi e continuo a ritenere che certe posizioni siano incompatibili e quindi rendano impossibile il confronto, proprio perchè siamo al livello di terra rotonda vs terra piatta.

        • Grazie per la risposta …
          pensavo ai ben pensanti “etologi” … si saranno incazzati non poco a loro tempo con Cristoforo Colombo! … nessuno voleva credergli, ma sono bastate tre caravelle mal ridotte … per trasformare la terra da piatta a rotonda (o meglio sferica) … l’etologia cognitiva 🙂 … Buon Natale!

    • E’ tutto vero quello che dici Jolly Roger.
      Peccato che giusto alcuni mesi fa, se non erro è stato organizzato un convegno (non ricordo dove e quando, ma se non ricordo male la Rossi era proprio tra le organizzatrici) che sarebbe dovuto divenire, nelle intenzioni di chi l’ha organizzato, un metodo di confronto tra le “opposte fazioni”.
      Risultato: l’altra “fazione” ha disertato in massa. Alcuni non si sono presentati adducendo scuse un po’ puerili, altri sono rimasti a casa perché “con l’altra fazione non si discute”.
      Quindi di cosa stiamo parlando? I tuoi intenti sono nobili, ma più che su queste pagine, dovrebbero essere fatti presente nelle pagine “olistiche, gentili, buoniste” e via cantando. No?

      • Dario P. io sono un battitore libero – anche se non ho mai nascosto le mie simpatie cz – e per tanto i miei interventi non servono a prendere posizione a favore di una o dell’altra campana. Anzi laddove intervengo non è mai per sottolineare posizioni di principio ma semmai per buttare elementi di discussione dove mi sembra di scorgere discussioni che tendono ad ingolfarsi. Poi saranno gli altri che se vorranno prenderanno in considerazione gli spunti. Altrimenti pazienza. Ti garantisco che le cose che affermo le pubblico in vari ambiti, non solo qui.
        Sulla questione del famoso convegno ho già detto la mia nel post precedente e l’ha rimarcato anche Valeria nella risposta. Confronto vuol dire condividere le idee per arrivare a qualcosa di nuovo. Scontro vuol dire trovarsi faccia a faccia a difendere a spada tratta le proprie ragioni senza che ci sia nessuna volontà di condividere. Il convegno a cui fai riferimento era pensato e preparato fin dalle premesse come uno scontro all’arma bianca e organizzato da una delle tante parti presenti nel mondo cinofilo odierno. Ti sembra strano che tanti hanno pensato di non parteciparvi? Questa dinamica che esula dal mondo cinofilo l’ho già descritta sopra. Chi non vuole scontrarsi procede per la propria strada senza lasciarsi coinvolgere. Chi si presenta non può dirsi vincitore; il così autodefinito comparto cinotecnico che allora ha ritenuto opportuno partecipare alla discussione facendo gruppo dov’è finito ora? In cerca di altri nemici a partire dall’interno di se stessi? Non prendere le mie parole in senso critico, dico questo da osservatore esterno credimi, a me non ne viene niente in tasca. Comunque sia personaggi come Valeria se non ci fossero nel mondo cinofilo bisognerebbe inventarli perchè grazie alla sanguinità che esprimono permettono a tutti di capire meglio con chi relazionarsi. E questo, aanche se non sembra, dal mio punto di vista è un complimento.

        • Io non c’ero e non posso dire nulla. Dall’articolo presente su questo sito non sembrava proprio uno “scontro all’arma bianca”. Dall’articolo dedicato al convegno a me sembrava (e sembra) tutto tranne una “sfida, ma un tentativo di far chiarezza nel variegato e anarchico mondo delle figure cinofile più o meno professionali. Non ho visto scritto da nessuna parte “venite qui e vediamo che sapete fare” (l’ho visto scritto DOPO il convegno, nell’articolo su dominanza/Mech/Beckhoff, quando ormai la via del confronto sembrava miseramente fallita).
          Poi dato che non ero lì, e dato che anch’io come te sono un “osservatore esterno”, di più non posso dire.

          • La mia impressione si ricava da centinaia di post sparsi tra vari luoghi di discussione e relativi commenti. A memoria, oltre a qua anche su Agorà Cinofila, sulla pagina di Giovanni Padrone e altri ancora. Purtroppo non è semplice reperire tutte quelle risposte, ma ti garantisco che il tenore non era dei migliori già da prima del convegno.

          • Forse può essere che sia stato “interpretato” come qualcosa che non aveva mai avuto intenzione di essere? Io comunque c’ero e posso assicurare a chiunque che l’atmosfera non è certamente stata quella del “piede di guerra”.

          • A scanso di equivoci, non mi interessa ne mi permetto di rivangare la discussione pre e post convegno in questione. Mi interessava solamente dimostrare, per quanto possibile, come la dinamica umana illustrata nel mio primo post si adegua bene al percorso di tale convegno.

  31. Bellissimo articolo. Molto attuale. Tocca dei punti che mi hanno davvero colpito (negativamente) da quando sono entrata in questo mondo (cinofilo). Secondo me, però, la questione andrebbe distinta in due punti che non sono così assimiilabili, nonostante ad una prima vista possano sembrare parte della stessa questione: il perché ci si scanna e la regolamentazione in questo mercato. Il perché ci si scanna, io credo, è parte di una questione globale, che riguarda l’umanità, come hai detto tu stessa, in particolare l’epoca in cui viviamo. Mi è successa la stessa identica cosa quando le mie bimbe erano in fasce: tutti erano pediatri, pedagoghi ed esperti di puericultura, chiunque aveva un consiglio, anzi un precetto non richiesto, su cosa dare da mangiare su come vestirle o trattarle. Così è con i cani (per quanto ho riscontrato). Chiunque SA cosa si deve fare, e soprattutto SA che quello che stai facendo tu è sbagliato a priori ed il motivo per cui è sbagliato è semplice: è perché non te l’ha detto lui!. Prima di entrare in questo mondo, sentivo dire che chi ama un animale ha una sensibilità superiore, è più umano e tollerante. Invece, ahimé, ho riscontrato in area cani, persino nei canili (non in tutti fortunatamente), parte di quella stessa intolleranza che in giro si vede ovunque, per qualsiasi questione o campo (umano o animale che sia). Altra cosa è la questione del proliferare degli operatori, della mancanza di regolamentazione e dell’assenza di fonti a cui affidarsi. La proliferazione degli operatori è la normale conseguenza della crescita di un mercato che non è regolamentato non solo per quanto riguarda gli educatori, ma neppure per quanto riguarda la vita dei cani (si vedano regole sul loro acquisto e sugli allevamenti), per cui ci sarebbe davvero tanto da fare/rivoluzionare, l’assenza di fonti io la vedo invece come un proliferare di fonti inopportune che, se da una parte ampliano la visibilità di un mondo, dall’altra creano una confusione indicibile. Mi riferisco alla rete dove chiunque può scrivere (pensa, lo sto facendo pure io!!!), improvvisarsi educatore cinofilo, esperto, tuttologo. Diciamo che è la prima questione quella che mi soffrire maggiormente. Forse per la seconda semplicemente siamo poco pronti, attrezzati, dobbiamo crescere. La seconda (lo scannarsi)… mah, ho poca fiducia… mi auguro cresceremo anche su questo, prima o poi…

  32. Sono tanti anni ormai che cerco di insegnare ai proprietari come risolvere i problemi di convivenza e di rapporto con i loro cani. Quando io, secoli fa (ahimè) entrai con il mio cane in un campo di addestramento per fare “il corso base” i metodi erano collare a strangolo e premio. Non mi posi mai il problema se fosse eticamente corretto o no anche perchè non feci alcun male al mio cane (non la “strattonai” mai dato che era una cagna docilissima) che imparò tutta una serie di esercizi ma sopratutto fare quel corso mi fece appassionare all’addestramento, mi fece vedere il mio cane e i cani in generale sotto un altro punto di vista con il risultato che non smisi più. Il mio pensiero in merito alle risse per cominciare tra gentilisti e non, è che come dice la signora Paola e come si legge nell’articolo, a rimetterci sono i proprietari dei cani che giustamente non sanno più da che parte sta la verità. Con certi cani non sono sufficienti solo i bocconi, ci vuole fermezza e durezza e attenzione, non sto parlando di maltrattare il cane ma di sapersi rendere conto che non tutti i cani sono uguali e che nemmeno tutte le persone lo sono e che quindi non sempre a forza di wurstel risolviamo un problema magari di aggressività sul proprietario. E’ sempre questione di cosa ognuno di noi intende per “maltrattare”. Ieri stavo spiegando ad una coppia che ha appena iniziato il corso, che per rieducare il loro cane, dovevamo cercare di avere un cane “con un po’ di fame” per fare gli esercizi. Notare che ho detto: “Sarebbe utile che smetteste di rimpinzare tutto il giorno il cane, dategli i suoi due pasti al giorno e tenete i bocconcini per gli esercizi.” La signora, con la faccia tutta contrita mi ha risposto:”Ma questo è un lager!” Sempre alla stessa coppia ho detto: “Dovete cercare di smettere di coccolare il cane, lasciatelo in pace e portatelo a correre almeno due volte al giorno per un’ora ogni volta.” La risposta è stata:”Ma scusi eh! Cosa mi sono presa un cane a fare? Lei ce l’ha proprio con cani, poverini!” Ah un piccolo particolare: questa coppia è venuta da me perchè il cane ha morso più volte il marito, e non stiamo parlando di un cane feroce ma di un cane di 20 kg “umanizzato”. Allora, io non sono una che maltratta i cani oppure lo sono? Sono contraria in assoluto a “picchiare” il cane o ad usare altri metodi violenti ma un minimo di disciplina non mi pare sia una crudeltà! Questo stesso cane è arrivato da me con una diagnosi di “squilibrio” e una cura di psicofarmaci addosso. Ci andrebbe una regolamentazione, anche per i veterinari troppo facilmente dispensatori di diagnosi che terrorizzano i proprietari (che già lo sono a sufficienza) in modo che le persone possano capire chi è capace a fare cosa e chi no. Sarebbe un bene per tutti, addestratori o educatori, che dir si voglia, compresi.

  33. ahahahah…Lunapica…vero! Sembravi tu però! beh ho risposto e vi racconto il mondo che vorrei!

    – VORREI CHE TUTTI I CANI POTESSERO “ANDARE A SCUOLA”.
    – VORREI CHE TUTTI I PROPRIETARI DI CANI POTESSERO “ANDARE A SCUOLA”
    – VORREI CHE CI FOSSERO PATENTINI / VALUTAZIONI PER POTER ESSERE LIBERI AL PARCO PUBBLICO (proprio come per i cani da salvataggio)
    – VORREI CHE LA SALUTE MENTALE E QUINDI IL BENESSERE DI UN CANE VENISSE CONTROLLATO
    – VORREI CHE ESISTESSE UNA PATENTE DI PROPRIETARIO DI CANE COME ESISTE QUELLA PER GUIDARE L’AUTOMOBILE.
    – VORREI CHE CI FOSSERO PROFESSIONISTI ABILITATI A FARE QUESTO MESTIERE
    – VORREI CHE CI FOSSE UN CONTROLLO SUGLI ALLEVAMENTI E SUL TRAFFICO DI CUCCIOLI
    – VORREI VEDERE CROLLARE I NUMERI DI INCIDENTI, ABBANDONI E MALTRATTAMENTI
    – E INOLTRE VORREI CHE LE MULTE PER CHI NON RACCOGLIE LA CACCA DEL CANE…ANDASSERO DA 3.000 A 5.000 SULLA BASE DEL LUOGO E DEL PESO DELLA STESSA!

    E credo non siano cose irraggiungibili….

    • d’accordo su tutto tranne che sul peso della cacca.
      Non è che se acciacchi una cagata di un pechinese fa meno danni, il risultato è identico ^^, anzi, è maggiormente subdola perchè poco visibile 😛

    • Non demonizziamo le cacche di cane; con i marciapiedi pieni di cartacce, buste di plastica, mozziconi di sigaretta, bottiglie di plastica e quant’ altro non sono quelle a fare la differenza. Anzi sono una delle poche cose biodegradabili che si trovano sui nostri marciapiedi. Ed una sola batteria AA buttata sul marciapiede (e in parecchie citta si trovano anche quelle) inquina piu di 10 chili di cacca di cane, solo che la cacca di cane e’ piu appariscente. Trovo inutile (ed imbecille) accanirsi contro le cacche di cane se non si fa una autentica campagna contro chi butta immondizia (compresi i mozziconi di sigaretta ed i fazzoletti di carta) in strada

      • Eros senza dubbio le deiezioni sono biodegradabili ma le cartacce o le pile, per quanto degradanti, non lascian tracce sotto le scarpe o sulle ruote dei passeggini.
        Non è piacevole armarsi di giornali, guanti di lattice, stracci e disinfettante e perdere almeno mezz’ora a pulire le seconde, senza contare il micidiale tanfo. Per le prime, se, ops, poi devi guidare, ti sei giocato il tappetino.

        • Anna tu hai ovviamente ragione, ma in un mondo dove si butta in strada di tutto e’ assurdo “fare crociate” contro le cacche di cane. Sarebbe un altro discorso se avessimo strade pulite. E purtroppo quelli che attaccano i canemuniti non appena vedono una cacca (e ho letto qui delle storie al limite della follia), spesso sono gli stessi che buttano in strada di tutto; e tutta questa mondezza in strada aiuta la propagazione delle malattie, oltre a poter finire in bocca a qualche bambino o cane, con conseguenze sulla salute. Sono uscito per una breve passeggiata con Balrog (dalla quale sono rientrato in questo momento) e ho raccolto la sua cacca anche oggi, ma vedendo tutto quello che c’era sul marciapiede ero seriamente tentato di lasciarla li.

          • @Eros se partissimo dall’assunto che essendoci ignoranti che in giro gettano di tutto allora è inutile pretendere che si raccolgano le deiezioni canine, e dovremmmo andare in giro con gli scafandri. Credo sia giusto impegnarsi perché si eviti di insozzare sia con materiale “bio” che con sostanze di altra natura.
            Fosse per me renderei obbligatoria addirittura la raccolta della bisogna felina, ché il fatto d’esser solitamente piccola non la rende per questo più igienica o profumata; purtroppo utopia dato che gatti non vanno al guinzaglio e tutto dipende dall’abitudine dei proprietari di dotare o meno i loro mici d’acconce lettiere.
            Per quanto concerne l’obbligatorietà del guinzaglio e di una corretta educazione sono pienamente d’accordo con te. La dimensione del cane non è vincolante. Né i proprietari di cani di piccola taglia possono sentirsene esentati in virtù delle dimensioni del loro compagno a quattrozampe.
            L’unica volta in cui sono stata morsa l’autore era un bassotto a pelo corto tenuto col flexi. Me ne stavo beatamente andando per i fatti miei sul marciapiede quando sento un ringhio e poi mi ritrovo codesto botolo attaccato alla gamba. Danni nessuno a parte un bel livido perché indossavo degli stivali in cuoio spesso. Avrei voluto usarli sul fondoschiena della sua proprietaria, non per il comportamento del cane, isterico senza alcun dubbio, ma per l’occhiata assassina che mi ha lanciato la sciura quando me lo sono sgrullato di dosso. Chissà, forse avrei dovuto porgere anche l’altra caviglia…

          • Ma infatti io anche oggi la ho raccolta; pero’ mi danno fastidio quelle persone che si comportano come se solo la cacca di cane sporcasse. Io sono costretto a fare lo slalom tra la mondezza per evitare che Balrog metta in bocca qualcosa che non dovrebbe (ha 4 mesi e mezzo, quindi e’ proprio nell’ eta in cui i cuccioli cercano di mettere in bocca di tutto) e se lui fa cacca in strada (evento raro perche normalmente la fa in giardino e non durante le passeggiate) io devo essere guardato male se tardo troppo ad estrarre la busta di plastica dallo zaino. Sarei d’ accordo con le multe contro chi non raccoglie gli escrementi del suo cane se le stesse multe fossero applicate a tutti quelli che gettano immondizia in strada; ma punire chi ha dimenticato per una volta la busta di plastica a casa o chi ne ha portata solo due e si ritrova con il cane che quel giorno caca tre volte e poi lasciar buttare in strada qualsiasi tipo di mondezza senza prendere provvedimenti… questa diventa una caccia alle strege cinofoba. Vogliamo essere giusti? Cacca di cane non raccolta, 50 euro di multa? E allora devono essere 50 euro anche per chi butta in terra un fazzoletto di carta o un mozzicone di sigaretta.
            Infatti ho scritto il mio commento in risposta ad un , che sono sicuramente cifre assurde e da cinofobi

  34. Io, non dico mica che lei e il suo cane, devono stare a casa! Ci mancherebbe! Dico che forse, se il suo cane attacca ogni altro cane che gli si avvicina, dovrebbe, potrebbe, magari migliorare questo comportamento, prima di andare dove sicuramente, incontrerà cani sciolti che non ubbidiscono per niente. Tutto qui.Certo, per semplificare le cose la legge cita chiaramente TUTTI I CANI AL GUINZAGLIO! Salvo dentro quegli stupidi “recinti” a loro dedicati! PUNTO.
    Non mi pare un modo professionale per risolvere il tutto!

    • Scusa, evidentemente ho letto male io…

      Certo, sarebbe augurabile che la signora risolvesse il problema innanzitutto per lei e il suo cane. Però se lei è così accorta, il disagio ricade su di lei e magari le va bene così (follia).

      Mi preoccupa di più il signore con il cane sciolto che lo lascia avvicinare impunemente perchè “tanto è buono”.

      Per il resto come detto prima, sono d’accordo con te: basterebbe rendersi conto delle responsabilità che comporta avere un essere umano.

    • @Paola/Teo:

      io ho una pitbulla che NON è attaccabrighe (non ha MAi fatto risse, le è capitato qualche volta di diufendersi da cani che la attaccavano e molte vole su mio ordine si è lasciata ripetutamente mordere da cagnetti che la mordevano ripetutamente..), ma NON GRADISCE essere avvicinata da cani estranei, soprattutto se dello stesso sesso e soprattutto se avvicinandosi lo fanno violando l’etichetta canina (ovvero correndo di fronte al mio cane e ignorando qualsiasi suo avvertimento e arrivati a distanza muso a muso cercano di zamparla x gioco senza manco annusarsi: sta cosa la fanno + spesso i labrador che i microcani, o meglio dei labrador tarlucchi e inetti socialmente visto che equivale ad uno sconosciuto umano che ti corre incontro e ti abbraccia senza manco presentarsi..è un comportamento anormale insomma). Lei quando il cane le corre incontro (al guinzaglio: mi capita in CENTRO GENOVA quindi è sempre al guinzaglio x ovvi motivi) già a vari m di distanza da inequivocabili segnali di NON VOLER ESSERE APPROCCIATA (non sklera, non ringhia su 2 zampe ne abbaia come una matta, ma fa capire che non vuole quel contatto canino), segnali che INTENSIFICA man mano che il cane si avvicina, e a cane vicinissimo passa a sbattere i denti a vuoto prima a 30cm dal collo del cane, poi riduce la distanza sbattendo i denti altre 4-5 volte..poi di solito anche il cane + idiota (perchè un cane adulto che fa così è un idiota sociale, un cane DOVREBBE riconoscere i segnali degli altri cani e reagire di conseguenza PRIMA di esasperare un altro cane) desiste e va via..ma se entro il 5° “sgnap” nell’aria il cane non andasse via? forse la mia farebbe a ragione uno “SGNAP” nel collo del cane (un pizzicotto, non uno sbranamento, ma tanto basta x far cainare il labrador di turno o sanguinare il cabvalier destando l’indignazione della gente che parteggerebbe tutta verso il cane sguinzagliato e quindi IN TORTO), e se no basterebbe farebbe di +… certo la mia ha un perfetto LASCIA e se attaccata da cani piccoli se le dico di non reagire è capace di farsi mordere a sangue x 20 minuti stando ferma come una statua…però perchè IO che porto il cane al guinzaglio dovrei avere paura o subire gente che mi dice di mettergli la museruola a vita solo perchè cani altrui illegalmente liberi NON SANNO reagire coerentemente ai segnali dei cani che hanno davanti (ad es avvicinando cani che dimostrano di NON VOLER INTERAGIRE) e che non rispondono nemmeno al richiamo del proprietario che potrebbe almeno evitare il peggio bloccando il cane socialmente inetto (perchè un cane che non distingue un cane festoso da uno che ringhia è + inetto di un cane ringhioso o almeno sono a parimerito) con un comando in modo che NON VADA a rompere i coglioni ad altri cani che non ne hanno alcuna voglia?

      a me personalmente non frega nulla se uno vuole portare un cane libero in centro città in barba alla legge, ma SE LO FA, allora O il suo cane deve avere abbastanza buon senso non solo da camminare sempre sul marciapiede er fermarsi agli attraversamenti a ANCHE da LASCIAR STARE cani che NON VOGLIONO essere appocciati, o DEVE essere abbastanza sotto controllo e controllato che il proprietario possa richiamarlo PRIMA che si avvicioni ad un cane che NO VUOLE essere approcciato!

      Un amstaff o un pitbull che cercano di azzannare ogni cane che gli passa vicino non sono ben educati, ma se un terrier di tipo bulla adulto semplicemente ignora gli altri cani, ma NON GRADISCE l’essere approcciato da cani sconosciuti (che magari nemmeno lo fanno nel modo coretto)..non vedo perchè debba essere molestato da cani sconosciuti “tanto buoni” che costringono la proprietaria ad andare in giro con bastoni o a non passare + in ceryi posti o a mettergli la museruola sempre…

      La MIA LIBERTà finisce dove INIZIA LA TUA, quindi tu sei libera di mollare i tuoi cani ma il mio cane è libero di non gradire averli intorno alle zampe! ..e visto che la legge è dalla parte del cane al guinzaglio (anche se scoprendo che è un amstaff mi sa che la legge se ne andrebbe a puttane e l’amstaff avrebbe torto anche x essersi difeso dall’attacco di cani + grossi ma di razze considerate buone: x questo anche quando ho ragione cerco di evitare che la mia si difenda, infatti nessuno dei cani che ha attaccato la mia mandandola dal vet ha portato a me la + minima proposta di pagarmi il veterinario o le cure..al massimo c’era qualche patetica scusa o spesso solo astio verso di me o nulla) sei TU che devi, se proprio vuoi mollarli, fare in modo che non molestino cani che non hanno voglia di fare amicizia…

      • applausi sui cani socialmente inetti, purtroppo ce ne sono tanti e passano inosservati, da qui il mio temere che certe razze stiano perdendo il linguaggio innato

        • Alice, hai tutta la mia comprensione, ma se ancora una volta la tua pittbull viene attaccata da un microcane isterico o da un cane buono ma socialmente inetto, anche se è solo un graffio, fatti pagare il vet! Io sono per il quieto vivere e non mi piace attaccarmi a certe piccolezze con l’unico risultato di avere soddisfazione minima e il fegato gonfio, ma se una volta tanto il proprietario idiota e arrogante di uno di questi cani si trovasse a dover sborsare soldi, forse inizierebbe a capire che anche il suo cane, se pure piccolo, se pure buono, può fare danni se lui non è in grado di controllarlo!

      • Alice sono perfettamente d’ accordo con te e ti capisco. Io ho un incrocio di mastino spagnolo e mastino napoletano di 4 mesi e mezzo, che a 4 mesi era gia 53 cm al garrese per 29 chili, e che potrebbe facilmente arrivare a sfiorare il quintale. E non voglio che diventi un cane passivo solo perche ci sono in giro dei deficienti con microcani disadattati che vengono lasciati liberi. Chi non sa (o peggio non vuole) insegnare al suo cane come comportarsi non dovrebbe uscire di casa. E poi perche mai dovrei evitare che Balrog si difenda? Se un deficiente ha un chihuahua suicida la colpa non e’ ne mia ne di Balrog, il quale ha anche il diritto di avere i suoi giorni no. Chi vuole che il suo minicane viva a lungo deve avere abbastanza cervello da insegnargli a non attaccare un mastino spagnolo. E visto che la legge e’ dalla nostra parte dovremmo iniziare a denunciare i padroni di minicani psicotici che attaccano i nostri cani (presunti) “grandi e cattivi”. E forse quando dovranno iniziare a pagare multe e veterinari inizieranno a controllare i loro cani; visto che se non ci arrivano con l’ intelligenza bisogna farcerli arrivare con la forza

        • Se un cane di qualunque taglia approccia un cane che non vuol essere approcciato e quest’ultimo lo sbrana evidenzia che ci sono due cani mal socializzati. Visto che però infastidire è meno pesante di sbranare (dico così perchè un cane piccolo qualche tempo fa è stato sbranato in una sgambatoio a mantova e nemmeno stava infastidendo il cane grosso!) è corretto che chi ha sbranato subisca pesanti conseguenze (anche il padrone). Sarebbe come dire se tu mi insulti al semaforo non lamentarti se scendo e ti do una coltellata. Questi concetti che esprimete sono la causa principale del luogo comune che vuole che i cani grossi siano normalmente posseduti da persone poco intelligenti (fortunatamente su 10 pazzi che girano con i cagnoni io ne conosco un paio che sono normali e i loro cani non morderebbero nessuno).
          Vi consiglio a questo punto di leggere almeno l’introduzione del libro “l’intesa con il cane: i segnali calmanti di Turid Rugass (http://www.amazon.it/gp/product/8889006064/ref=as_li_qf_sp_asin_tl?ie=UTF8&camp=3370&creative=23322&creativeASIN=8889006064&linkCode=as2&tag=g01a31-21). Scoprirete così la storia di Vesla che “sa sempre cosa fare e riesce a placare gli altri cani”.
          Questo per avere come obiettivo che il vostro cane piccolo “sappia” come comportarsi con i cani grossi e il cane grosso “sappia” come calmare il cane piccolo.

          • Spero seriamente che tu stia scherzando. Un cane che un giorno e’ di cattivo umore e reagisce ad una provocazione gratuita mentre cammina al guinzaglio per i fatti suoi, secondo te sarebbe socializzato male? Ma hai mai visto un mastino spagnolo? O un mastino inglese? Sai che se dessero anche solo un colpetto leggero (per loro) a un chihuahua o a un yorkshire sarebbe sufficiente per ucciderli? E che quando uno cammina con un cane grosso al guinzaglio puo anche non accorgersi del minicane schizzzato che appare dal nulla attaccando? Il tuo discorso potrebbe essere logico solo se si parlasse di aree cani (ma tu non lo fai), dove chi ha un cane grosso deve stare attentissimo; ma se definisci socializzato male un cane solo perche reagisce ad una aggressione ricevuta mentre cammina al guinzaglio… allora tu di cani non ne capisci niente. Anche perche spesso certi minicani schizzati non si limitano ad abbaiare minacciosi, ma addirittura cercano di mordere. E quello “poco intelligente” qui sei tu, che stai colpevolizzando i cani grandi tenuti al guinzaglio invece che i minicani aggressivi tenuti liberi. Anche domenica mentre uscivamo dal campo di addestramento Balrog e’ stato attaccato da un minicane psicotico; lui camminava tranquillo al guinzaglio dentro ad un parco, quando uno yorkshire toy (di quelli venduti dai cagnari) e’ sbucato da dietro ad un cespuglio e ha saltato per morderlo in faccia. Per fortuna balrog nonostante abbia solo 4 mesi e’ gia abbastanza alto e il minicane non e’ riuscito a morderlo. Quindi il topo mascherato si e’ allontanato abbaiando e Balrog si e’ voltato verso di me guardandomi perplesso. E se il minicane lo avesse morso? Balrog ha 4 mesi e mezzo e ha gia subito 3 attacchi di questo tipo senza reagire; quanti ne deve subire senza reagire per poterlo definire socializzato? E se un giorno reagisse? Semplicemente perche di malumore? Allora secondo te sarebbe un cane socializzato male? Il pazzo sei tu, che vorresti “pesanti conseguenze” se un giorno (dopo tanti attacchi ricevuti rimanendo impassibile) Balrog reagisse. Le pesanti conseguenze dovrebbero subirle quelli come te che continuano a difendere i deficienti che lasciano liberi minicani sociopati. Quindi chi e’ grosso deve lasciarsi insultare gratis tutti i giorni? E senza reagire… neanche con uno spintone (perche se dato da un mastino spagnolo ad un chihuahua lo spezzerebbe). Chi lascia libero un minicane schizzato per strada o in un parco e’ un criminale, va contro la legge, contro il buon senso e contro le regole di civile convivenza; e chi li difende e’ un nemico della societa. Cani aggressivi liberi non ce ne devono essere, di nessuna taglia (nemmeno di quelli di un chilo di peso); e chi non e’ d’ accordo e’ palesemente un incompetente ed incivile. E parlando dell’ esempio che fai tu di mantova; un cane grosso psicopata lasciato libero in un area cani (o in un qualsiasi altro luogo pubblico) senza precauzioni e’ solo un segno di incivilta, ma e’ altrettanta incivilta lasciare libero un cane piccolo aggressivo. Io non posso fare piu di portare Balrog tutte le domeniche al campo di addestramento e tenerlo sempre al guinzaglio; e sentir dire da un incompetente che se un giorno, dopo decine di aggressioni ricevute senza reagire, una volta reagisse allora sarebbe un cane socializzato male e che sia io che lui meriteremmo pesanti conseguenze… posso solo provare disprezzo per chi colpevolizzerebbe noi invece che i deficienti i cui cani ci aggrediscono

          • Non capisco perchè non posso rispondere a eros sotto, quindi rispondo sfruttando sopra. Eros credo che tu abbia qualche problema con l’italiano visto che ho iniziato il discorso dicendo che ci sono due cani socializzati male e non solo di quello grande. Ma ti rendi conto che il padrone del cane è responsabile del proprio cane? Se a schizzare fuori in una giornata di malumore del tuo cane mentre tu sei immerso nel tuo ego ad uscire fuori fosse un bambino scappato alla madre? Solo perchè al cane girano lo può mordere o uccidere? Pero tu stia scherzando.
            Io ho un volpino italiano e gira al guinzaglio, l’altro giorno un tipo schizzato girava con un meticcio grande il doppio del mio libero che lo ha attaccato. Fortunamente, anche se era al guinzaglio (grazie alla pettorina) il mio cane è riuscito a evitare il morso e ad agire per calmare l’altro e l’altro si è calmato. Non è andata così bene a mia sorella che mentre passeggiava con il suo border collie femmina al guinzaglio ha incrociato un pastore belga libero che l’ha aggredita e morsa. Anche in questo caso la fortuna è stata che il pastore era si vede abituato ad essere picchiato dall’umano “capo branco” che lo gestiva per cui quando mia sorella ha fatto per reagire è bastato il gesto di tirare un calcio a farlo scappare via.
            Se hai un cane grosse devi stare attentissimo perchè è in grado di uccidere, e uccidere è molto più grave di infastidire. Ma questo non giustifica chi ha i cani piccoli e li lascia liberi, per me dovrebbero essere denunciati, dovrebbero pagare una multa salatissa, dovrebbero togliergli il cane e impedirgli di averne altri per sempre (tipo intedizione dalla compagnia animale).

          • Io problemi con l’ italiano? E tu allora? Per non parlare dell’ ego… infatti leggi solo quello che vuoi leggere.
            La parte in cui ho scritto ti e’ sfuggita o la hai ignorata volutamente? E anche questa ignorata allegramente perche non ti faceva comodo?
            A parte il fatto che in italia la mancata custodia di minore e’ un reato e che quindi se qualcuno lascia che suo figlio giri liberamente andando a molestare tutti i cani che incontra, allora puo essere denunciato (il fatto che non lo si faccia perche “solo sono bambini” non cambia la legge).
            E se il tuo volpino o il collie di tua sorella avessero reagito all’ aggressione? Che sarebbe successo? Avrebbero dovuto essere soppressi loro ed andare in prigione voi? Perche questo fa capire il tuo , o devo pensare che avendolo tu riferito solo “a chi sbrana”, allora i cani piccoli possono reagire agli attacchi e quelli grandi (parliamo sempre di cani al guinzaglio, in entrambi i casi) no…
            Quindi i cani piccoli se attaccati mentre stanno al guinzaglio possono reagire o no? Perche la legge deve essere uguale per tutti, indipendentemente dalle dimensioni del cane.
            E come regolarsi con i cuccioloni di taglia gigante? Un mastino spagnolo di 7-8 mesi puo gia pesare tranquillamente 60 o piu chili, ma non si puo pretendere che sia lui perche sicuramente troppo giovane per calmare un cane adulto che lo sta aggredendo
            Poi vai a leggerti gli articoli sull’ aggressivita dei cani al guinzaglio e su come il guinzaglio possa influire sulle loro reazioni impedendogli dii scappare quando attaccati (qui su tpic ce ne sono e li puoi trovare facilmente, sempre che tu voglia imparare qualcosa invece di difendere un idea fissa senza sentire ragioni)
            Se vuoi continuare a parlare di cani grandi e cattivi che girano sciolti fai pure, e se gli attacchi subiti ti hanno traumatizzato mi dispiace. Ma smetti di accusare i cani grandi che vengono portati rigorosamente al guinzaglio e che vanno anche a corsi di obbedienza, perche il tuo atteggiamento serve solo a fomentare l’ intolleranza.

          • @barbiomalefico, mi permetto di intromettermi nella tua discussione con eros, non posso rispondere sotto per cui ti rispondo qui sopra: ma stai scherzando? Io ho un pt, non va d’accordo con gli altri cani, per questo non lo porto mai sciolto se non dove sono sicurissima che non ne possiamo incontrarne, ma se per strada incontro un microcane pazzo che ci viene incontro con fare aggressivo ti pare giusto e corretto che io debba slogarmi tutta per tenere la testa del mio cane sollevata in modo che non pinzi il cane-suicida di turno, contemporaneamente cerchi di scacciare con le gambe il molestatore (rischiando di farmi mordere), e magari debba pure mettermi ad urlare come una pazza per attirare l’attenzione del proprietario, che nel frattempo se ne sta strafregandosene di quello che fa il suo adorato tesoruccio? Che, fra l’altro, il microcane sciolto non viene necessariamente ucciso da cani grandi grossi e cattivi, può anche essere investito da una macchina, io stavo per farmi tamponare da 2 macchine per evitare un bassotto sciolto che si è buttato in mezzo alla strada, se investivo il cane ero tenuta a soccorrerlo, ma se io e altre 2 persone fossimo finite in ospedale, allora come la mettiamo? Di sicuro, se fosse successo, sarei stata io più preoccupata per il cane che il suo proprietario, perchè vicino ad una strada trafficata io il mio cane non lo lascio sciolto! Ti pare giusto che ogni volta che esco il lavoro che faccio per insegnare al mio cane a rimanere calmo con gli altri cani sia rovinato da questi elementi? Io sono responsabile del mio cane, del suo benessere e dei danni che può causare, e mi comporto di conseguenza. Mi aspetto che gli altri facciano la stessa cosa, ma se non lo fanno non è colpa mia e nemmeno del mio cane. Nonostante questo, poichè ho un cane grande, grosso e che, come dici tu, può sbranare, presto più attenzione alla sua educazione di quanto facciano i possessori di cani piccoli e innocui, e non perchè qualcuno me l’ha chiesto, anche se molti sembrano esigerlo, ma perchè sono consapevole del mio cane. Non si può dire la stessa cosa di molti proprietari di cani piccoli. Per quanto rigaurda il discorso bambino, un genitore che non ha mai spiegato al proprio figlio che i cani sconosciuti non si toccano se prima non si chiede il permesso è un emerito idiota, e un genitore che lascia il proprio bambino scorrazzare per strada senza controllo è un delinquente. L’estate scorsa, durante una scampagnata in montagna, con la figlia di un’amica, 3 anni e innamorata dei cani (anche lei a casa ha un pt, quindi non c’è taglia che la spaventi), ho preteso che prima di accarezzare il cane di turno chiedesse sempre il permesso! E non abbiamo incontrato grosse belve, ma rispettivamente una yorkshire, un beagle e una meticcia di taglia piccola, tutti palesemente buoni e desiderosi di giocare, ma questo lo vedevo io che ormai di cani comincio a capirne qualcosa, non posso pretendere lo stesso da una bimba di 3 anni. E comunque, se vai a controllare, vedrai che la maggior parte di ferite provocate da cani ai bambini, morsi o graffi o altro, sono causati da cani di piccola taglia. Io stessa, da piccola, ho sempre avuto pastori tedeschi, che si facevano fare qualsiasi cosa, e l’unico morso che ho ricevuto è stato da parte di un cane di piccola taglia (fra l’altro è stata colpa mia perchè ero andata ad infastidirlo, e quindi poi mi sono pure presa una sgridata da parte dei miei, quindi vedi sopra).
            Non so dalle tue parti, dalle mie però è più facile vedere cani piccoli girare sciolti e comportarsi in modo aggressivo, completamente fuori controllo, piuttosto che cani grandi, perchè in genere chi possiede cani grandi sa cosa può fare il suo cane e e si comporta di conseguenza. Non sto dicendo che tutti i proprietari di cani grandi sono vittime che sanno tenere i cani alla perfezione e tutti i proprietari di cani piccoli sono dei pazzi che trasformano i propri cani in palle di pelo isteriche e fuori controllo, e non mi riferisco a te, che avevi comunque il cane al guinzaglio e sei stato aggredito da un cane sciolto più grosso, e mi dispiace che ti sia successo. Chiunque possieda un cane ha però il dovere, verso il proprio cane e verso gli altri, di controllare il proprio cane, evitare che causi danni e assicurarsi che non corra pericoli inutili. Indipendentemente dalla taglia. E un danno è anche rovinare il lavoro che un’altra persona fa con il suo cane per renderlo meno aggressivo con gli altri cani. E’ un danno anche se il proprietario del cane piccolo non lo vede.

  35. Lo so bene, so tutto.
    La mia storia in breve:
    Nato e cresciuto in una famiglia di cinofobi ho, per qualche strana ragione, sempre amato i cani e ne ho avuti alcuni, tutti rigorosamente meticci, senza alcuna cognizione di causa cercando (talvolta con successo) di farne dei cani felici.
    Didda, Coso, Alonzo… dovunque ora siano mi stanno aspettando per riprendere da dove abbiamo interrotto. Poi Clementina, otto anni di simbiosi (ancora in atto) molto vicina alla perfezione. Poi un corso base ed uno avanzato per educatore cinofilo presso una persona che non esiterei a definire un millantatore, del quale hai avuto modo di parlare senza nominarlo nell’articolo “Educatori dela domenica”. Un uomo che insiste nel tenere corsi da mille euro ed a sfornare Educatori Cinofili disoccupati. Lui stesso perde più clienti di quanti ne riesca a soddisfare, perché altro non fa che vendergli per 300 euro le famose dieci regole, che probabilmente lui stesso ha scaricato da internet come tutti i video e le dispense che somministra durante i suoi corsi.
    Non ho aderito a nessuna associazione nazionale, un pò per pigrizia, un pò per i contrasti avuti con i rappresentanti di tali associazioni, ma un paio di soddisfazioni me le sono levate.
    Ad esempio nel sentirmi dire che il cane del mio insegnante trascorre otto ore al giorno in trasportino, con tante belle motivazioni fanta-etologiche, per poi scoprire che i veri motivi sono che sporca in casa e che non va d’accordo con (leggasi “morde”)sua moglie! O vedere lo stesso cane che gli piscia la sedia, o sapere che lo ha mollato in casa della mamma e lo vede si e no tre volte la settimana.
    Oppure vedere gente che dal trasportino al paddock porta il proprio cane in braccio e così via.
    E vedere invece Clementina, ormai nove anni vissuti senza guinzaglio, completamente “centripetata” sul sottoscritto, coi sedicenti migliori educatori cinofili della mia regione che le offrivano wurstel e crocchette semiumide di gran marca, fissa su di me, immobile ed insensibile a tutte le loro dottrine dei miei stivali. L’ho vista eseguire (pur con la flemma che la contraddistingue) al primo colpo percorsi, esercizi, cagate che non le ho mai insegnato. L’ho vista stupire il grande Aldo La Spina e tutta l’audience della giornata trascorsa con lui al campo con tutti i loro cani superaddestrati e di gran razze, ma troppo facili da destabilizzare: cambiando un solo elemento non sapevano neppure fare un “seduto”.
    Clementina, meticcio urbano senza guinzaglio, se li è messi in tasca tutti eseguendo -ripeto- al primo colpo esercizi ai limiti dell’obedience (tipo: passo-seduto-passo-seduto-passo-seduto per cinquanta metri) tra lo stupore degli astanti.
    Ed ora sono un educatore di strada, un freelance squattrinato, che ha studiato tante cose che non trovano applicazione nel mio mondo, che ha imparato l’arte e ne ha messa da parte un bel pò.
    Ho mostrato loro come trasformare in Clementina un cane mai visto prima, l’ho fatto davanti a tutti, in un canile, con un cane -appunto- mai visto prima.
    Mi hanno allontanato dalla loro associazione, cancellato dalla mailing list, rifiutato su facebook.
    Beh, non sanno cosa si perdono.
    Ora c’è anche Giuditta, meticcia di cinque mesi, trovata a fine agosto.
    Quello che non le ho ancora insegnato, gliel’ha già spiegato Clementina. Girano con me, in città, tutte e due senza guinzaglio.

      • Scherzi? Per me lo è davvero! Non dico di aver capito tutto di tutti i cani del mondo, non dico di non aver mai commesso errori, non ti prometto che non ne farò mai più, ma i miei cani (in quello che gli chiedo) sono difficilmente superabili!
        Se qualche grande della cinofilia sognava un mondo nel quale i cani hanno il guinzaglio lento e i proprietari vivono serenamente la loro relazione con il loro amico a quattro zampe, io ti dico che faccio quasi lo stesso sogno, solo che i cani sono senza guinzaglio. E se vuoi davvero vedere se la tua “idea di come dovrebbe girare il mondo” funziona, smetti di parlarne e prova a viverla. Io lo faccio e (per me e le mie due pelose) funziona, perciò non mi servono altre prove. Il mio lavoro consiste principalmente nel tentare di spiegare come ho fatto io.

    • wow!mi piace come parli…co calma, senza rabbia, senza frustrazione( anche se c’è…ed è giusto che sia)Sicuramente il tuo “tocco magico”è il tuo “essere”.Non perderlo!Puoi sempre aiutare chi non ha i soldi pe fare corsi..ed un cane aiutato vale più del denaro

    • Meno male!!!!!Sono un addestratore aspettavo proprio che qualcuno potesse insegnarmi qualcosa…..meno male che esisti….
      Ps: Girare senza guinzaglio è illegale……

      ATTENZIONE A QUELLO CHE SI DICE………………

      • Hey, percepisco del sarcasmo!
        La legge… beh, per la cosiddetta legge in Italia non esiste neppure la figura professionale dell’Addestratore, sicchè, a meno che tu non possa dirti “Medico Veterinario Comportamentalista” è meglio che non vanti professionalità legalmente inesistenti (fonte: http://www.educane.com/formazione_educatore_cinofilo.htm) perciò mi pare che… ci vediamo tutti e due stasera in questura a costituirci, ok?
        Per il resto, diciamo che io non sono di questo pianeta, così rispondo a tutti e tre.

  36. Se ci fossero regole e responsabilità, da chi rilascia permessi ecc. probabilmente ci sarebbero regole per essere “cinofili”, “comportamentalisti” …..e quindi molti meno “cinofili”….del resto posso forse fare la psicologa perché ho cresciuto due figli?

  37. Valeria, LA LIBERTA’ E’ UNA FORMA DI DISCIPLINA! vale anche per noi! Certo che libero un cane che al richiamo arriva subito! Per fortuna i miei ubbidiscono immediatamente, almeno a quello! Non sono mica matta…ma vedi è un MIO buonsenso. Se per teo fosse obbligatorio un “patentino” lo esaminereste sulla sua socializzaione, sul richiamo ecc ecc…e poi deciderete voi, esattamente come un meccanico decide se la mia auto può o meno circolare per strada, un vigile se passo con il rosso o un consiglio di classe se i miei figli possono essere promossi alla classe successiva!
    Proprio questo intendevo!

      • scusami, il patentino potrebbe essere una buona idea…ma su che basi? parli della sua socializzazione e richiamo. Quindi un cane aggressivo non può avere il patentino? non può esistere? Non sarebbe più opportuno un eventuale valutazione del padrone, ergo della sua capacità di gestione del cane e del suo senso di responsabilità?
        PER ME la signora con il cane ringhioso al guinzaglio il patentino se l’è meritato al pari del tuo Teo, in quanto conosce le problematiche del suo cane e le affronta in maniera sensata, mentre tanti padroni che ragionano con il “tanto è buono” non dovrebbero vedere cani se non fotografati…

        • PS ho preso Teo e te come esempi in quanto hai tirato fuori l’argomento patentino, molto interessante, ma non volevo essere provocatoria!

    • Si ma….io ad esempio qualche anno fa ho revisionato la mia auto che non andava più bene nemmeno per uno sfasciacarrozze tanto era un bidone….eppure è stata revisionata. Perchè? Beh semplice, il meccanico è un amico e a questo mondo basta pagare per vedere esauditi i propri desideri, o almeno buona parte di essi!
      Allo stesso modo potrei prendere il patentino cinofilo! Preoccuparmi del pezzo di carta, del timbro ma non dei contenuti!
      Io credo piuttosto che ognuno di noi debba fermarsi, riflettere e prendere coscienza che la responsabilità delle scelte è nostra, non di un ente che regolamenta e legifera per una categoria, qualunque essa sia, che poi ha il solo onere di attenersi al rispetto di queste.
      Insomma mangiare sempre la pappa pronta!
      E’ vero che servono delle linee guida, che è necessario che alcune situazioni vengano denunciate pubblicamente per il bene di tutti, soprattutto dei neofiti e delle Sciure come me!, ma è anche vero che siamo in un periodo storico dove le informazioni sono accessibili, dove da FB ai libri (buoni vecchi cari distillatori di sapere!), se ognuno di noi ha la volontà vera, può acculturarsi su ogni argomento, compresa l’etologia, la comunicazione e la psicologia canina!
      Io ad esempio negli ultimi mesi sto collezionando tutto ciò che esiste di cinofilo, da Fisher a Valeria Rossi passando per il campo di Paolo Villani e le pagine FB e i blog e i forum! Eppure non ho intenzione di diventare educatore/addestratore/istruttore, lo faccio per me stessa e spero che ne possa beneficiare anche Mollie! Ad un certo punto frequentando un campo di addestramento e parlando con addetti ai lavori e partecipando al primo stage cinofilo della mia vita mi sono resa conto che non potevo pendere dalla labbra di chiunque avesse una buona dialettica…mi sono accorta che avevo necessità di verificare quello che mi veniva consigliato soprattutto in funzione del fatto che spesso i consigli sono contrastanti. Dovevo crearmi quegli strumenti che non esistono per tutelare me e la mia canuccia! La strada è lunga e faticosa, ci mancherebbe, molto più semplice aspettare che qualcuno prepari la pappa, ma rende LIBERI! Liberi di valutare e riflettere in modo ‘attivo’ su quello che ci viene suggerito e proposto!
      Quindi ben vengano le leggi, ben vengano le denunce, ben venga l’associazione consumatori, ma soprattutto, che venga il buon senso e l’indipendenza intellettuale in ognuno di noi!

    • Per me la patente la devono fare anche per chi vuole fare il genitore…non scherzo!Guardate un po cosa fanno con i bambini…prima lo fanno con i cani poi passano ai figli!

  38. Cara Ary, LA LIBERTA’ E’ UNA FORMA DI DISCIPLINA! In tutti i campi. Sono una sciura e voglio essere libera di scegliere, ci mancherebbe! Ma vorrei essere protetta da REGOLE E PROFESSIONALITA’!

  39. Leggo sempre la tua rubrica e mi piace molto. Ma non questo articolo, mi sembra un po’ ipocrita. Mi spiego, affermi che qui ci si scanna e basta e non si pensa al bene dei cani. Ma tu qui in questa rubrica sei la prima a dettare sentenze su tutti e a parlare bene di pochi (ma meritano davvero?). Quindi come puoi scrivere un articolo in cui vuoi “trovare” una soluzione a questo sparlare se poi sei la prima a farlo? Personalmente penso che ognuno dovrebbe scendere dal piedistallo e farsi un esame di coscienza! (tutti) dovrebbero farsi i cavoli propri!! Tu per prima. Ognuno sulla sua strada, e saranno gli sciura ha decidere dove andare! Per il bene dei cani? Tutti qll che sputano sentenze lo fanno per il bene dei cani. Quindi tanto vale lasciare libera scelta al proprietario medio.

      • Ary, pur non essendo completamente d’accordo con quanto scrivi, voto il tuo commento per due ragioni: 1) per essere essere critici e severi con l’autore di un articolo sulla sua pagina è necessario avere il coraggio delle proprie idee. E io rispetto molto questo coraggio. 2) Non mi trovi d’accordo sul fatto che ognuno debba farsi gli affari propri: etologi, educatori opratori del settore, oltre che per sacrosante ragioni economiche e prima di queste, cercano di dare un messaggio, di trasmettere un credo. Si tratta del benessere di una specie ed è giusto che ognuno faccia tutto quanto è nelle sua possibilità per diffondere la propria idea visto che gli animali da soli, non potrebbero farlo. Farsi gli affari propri equivale a fare finta di nulla mentre si assiste a una violenza su una donna o un bambino limitandosi a dire a tutti che noi ci comportiamo diversamente. Ma a parte questo sono completamente d’accordo con la tua osservazione secondo la quale sparare a zero su tutti sia, non solo inutile e scorretto ma, alla fine, anche noioso e fuorviante per chi legge. Io, non l’ho mai nascosto, sono in formazione con il cino-filosofo – Valeria, sapevi che anche noi in SIUA lo chiamiamo cosi, apertamente? – ma ho 50 anni e faccio fatica ad accettare i dogmi ad amare i “guru” acriticamente. Anzi, all’interno della scuola sono ormai conosciuto per quello che si incazza se una lezione non è resa comprensibile anche per chi ha solo la 5° elementare. Cerco di informarmi e promuovo incontri fra teorici della cinofilia e chi tutti i giorni lavora nei canili, proprio perche a volte il mondo reale può discostarsi un po’ da quello accademico. Leggo quanto scrive Marchesini, gli articoli di Valeria Rossi, mi guardo cosa faccia la CREA, il BIANCOSPINO, seguo il lavoro di Ivano Vitalini e Simone Dalla Valle. Tutti, ma proprio tutti, hanno qualche cosa da insegnare. Anche Cesar Millan è riuscito, nonostante lui, a darmi degli spunti di riflessione. Io sono anche istruttore subacqueo e anni fa avevo creato un sito in cui invitavo i colleghi di tutte le didattiche, in naturale concorrenza fra loro, ad esprimere le proprie idee ma soprattutto a motivare le proprie scelte in modo corretto e circostanziato. ne è nato un gruppo, istruttori di diversa provenienza, i quali pur non rinnegando la propria origine e formazione, ha accolto un argomento, un modulo, un sistema di una didattica concorrente. A loro non è cambiato nulla se non un arricchimento culturale e gli allievi subacquei ne hanno beneficiato il sicurezza, piacevolezza delle immersioni e semplicità dei corsi.

        • Grazie marco. Quello che volevo dire con “ognuno si faccia i fatti propri” (non lo intendevo come un mettere la testa sotto la sabbia o andare in giro con i paraocchi) è che forse, se si guardasse un pò di più nella propria cerchia, non sarebbe tanto male. Scendere anche dal piedistallo, mettersi in discussione, accettare il dibattito. Ma chi lo fa? La verità assoluta non c’è l’ha in mano nessuno.

    • Ma non mi basta neanche la risposta che ti ho dato prima :-). Aggiungo:
      a) che nell’articolo (ma sei sicura di averlo letto?) ho lasciato volutamente fuori quelli che del bene dei cani se ne infischiano e pensano solo ai soldi. Ho detto invece che ci si scanna anche QUANDO si pensa solo ai cani, perchè si è (tutti) convinti che gli altri ne facciano il male;
      b) proprio per questo motivo, col cavolo che mi farò mai gli affari miei! Secondo te devo stare a guardare mentre migliaia di cani vengono ammazzati, o rintronati di farmaci, o abbandonati solo perché qualcuno non ha saputo fare il suo lavoro, per il quale magari è anche stato pagato fiori di quattrini?
      No, sorry: infilare la testa nella sabbia non è mai stata la mia disciplina preferita.

      • Specifico solo che è un altra Ary….se no sembrerei impazzita essendo intervenuta più volte nell’ultimo scanno! 😀
        Mi sa che passero a firmarmi col nome completo!
        Arianna

  40. Sono Paola (quella Lei..di Teo), posso permettermi di dare un piccolo suggerimento? Forse – a livello istituzionale – sarebbe il caso di rivolgersi all’Associazione Consumatori. Guardatela dall’altro punto di vista, il NOSTRO, cioè quello dei consumatori, i famosi Clienti.
    In questa situazione un Cliente non si sente protetto. La cura del cane – che riguardi la sua salute fisica (veterinario) o psichica (comportamentalista) implica un coinvolgimento emotivo gigantesco e ci si trova davanti a Clienti che – spenderebbero qualunque cifra pur di cambiare una situazione negativa. DOBBIAMO ESSERE PROTETTI da regole precise.
    Il “buonsenso” direbbe siamo qui tutti – veterinari e cinofili – per il “bene” del cane. Ma non è sempre così, i “cani” sono sfruttati anche da chi lavora per loro e spesso lo è anche la nostra buona fede…e spesso il “buonsenso” manca a noi, che per il nostro cucciolino per la nostra sopravvivenza siamo disposti a tutto. Ho incontrato nella mia storia di 3 cani, persone serie e grandi cialtroni che mi hanno sempre spennata. Parlo, nel mio caso, di veterinari, perchè per fortuna i miei cani, sono stati tutti magri, tranquilli soli a casa e buoni con tutti. Proprio ieri una mia amica mi ha raccontato di aver speso 3.500 euro di esami in una clinica – signora vorrà mica non escludere questa o quella patologia? – per poi scoprire che non servivano assolutamente a nulla. Anche in campo psicologico e comportamentale i danni che si possono fare sono enormi e non solo economici.

    Però per una causa servono i numeri e le persone (i cani, purtroppo, contano poco). Dubito che ci sia interesse a “proteggere” un gruppo di cinofili seri, che per quanto tanti, sono pochi. Però noi – che abbiamo cani – e siamo tanti, sarebbe davvero un nostro interesse che questo settore venga DISCIPLINATO e REGOLAMENTATO. Da esami, patenti etica e professionalità.
    Vorrei che fossero regolamentate anche alcune “cure” perché non ci si può trovare di fronte a due metodologie completamente diverse – tipo strozzalo o tipo MAI strozzare un cane -Personalmente, ho fatto anni di psicoterapia, ogni terapeuta è diverso, ma la metodologia è una…può partire da punti di vista diversi, può essere più o meno veloce…ma non è che quando una persona prova uno psicologo può incontrarne uno che le dice: signora, mandi tutti a quel Paese e un altro che dice, signora, dovrebbe provare l’aerobica! La scelta si gioca su altri fronti che sono “empatia”, “vicinanza”, “comodità”, “conoscenza”.

    Del resto le “regole” per quel che riguarda il mondo cane…rappresentano davvero “un mondo cane”. In tutti i campi. Anche il più semplice: passeggiare col cane al parco. Ad esempio proprio qui, riguardo al parco, c’è stata una piccola discussione tra me (che ho un cavalier king) e una signora con un cane di una razza tipo American Stafforshare – non mi ricordo…Ora lei giustamente sosteneva che tutti i cani – per legge – devono stare al guinzaglio. Di essere costretta a camminare al parco con una canna per scacciare i cani che si avvicinano al suo. Che per toglierne uno dalla sua bocca si è rotta un dito e mi ha anche chiesto se sarei pronta a prendermi una denuncia da lei, per il suo dito nel caso le toccasse di estrarre dalle fauci del suo cane, che il mio (senza guinzaglio) e si facesse male. La signora ha ragione. Ho torto io.
    Però dov’è il buon senso?
    Io che amo camminare al parco con i miei cani liberi, ho sempre scelto cani con i quali poter godermi questo momento sociale e salutare in santa pace e in totale serenità. Io e teo, giochiamo, scherziamo con altri cani, anziani e bambini. Non sarebbe molto più semplice che chi sa di avere un cane mordace (a prescindere dalla razza) semplicemente è meglio che non vada al parco? Come regolamentare questo problema?
    Beh, se ci fosse un’associazione di cinofili.
    Se, per legge, si dovesse essere “obbligati” a prendere noi proprietarie cane un “patentino” per poter andare in giro con il nostro cane libero o meno. Per conoscere almeno le basi della gestione e della responsabilità di avere un cane in famiglia. Se fossero obbligatori controlli biennali, per vedere come sta quel cane..
    Se per un cinofilo rilasciare questo patentino comprendesse una vera responsabilità.
    Sono certa ci sarebbero un milionesimo degli incidenti.
    E probabilmente migliaia di cinofili dell’ultima ora in giro!

    Del resto, tutti parlano di “cani come figli e come membri della famiglia”, ma al dunque, dovessimo mandare nostro figlio da uno psicologo…quanto ci informeremo? Vi rispondo io, molto, molto, molto approfonditamente. I nostri figli, per la loro formazione…non vanno forse a scuola tutti i giorni? Non sostengono almeno 2 esami al giorno?

    MA SCUSATE, PERSINO PER L’AUTOMOBILE SONO OBBLIGATORI REVISIONE E BOLLINO BLU.

    Se, se, se….se mio nonno avesse le ruote…
    Ma di se..si sa….

    C’E’ TANTO, TROPPO, TUTTO DA FARE!

    • Paola Teo, per quanto condivida alcune tue considerazioni, mi si è accapponata la pelle quando ho letto “Io che amo camminare al parco con i miei cani liberi, ho sempre scelto cani con i quali poter godermi questo momento sociale e salutare in santa pace e in totale serenità. Io e teo, giochiamo, scherziamo con altri cani, anziani e bambini. Non sarebbe molto più semplice che chi sa di avere un cane mordace (a prescindere dalla razza) semplicemente è meglio che non vada al parco?”

      E cerchi il buon senso nella signora? Lei e il suo cane devono stare a casa perchè TU possa passeggiare e farti i comodi tuoi? Ha perfettamente ragione: sono la prima ad odiare le aree cani, ma il cane si scioglie se se ne ha il controllo, che vuol dire anche poterlo richiamare quando ci sono cani legati e non farlo avvicinare.

      • I cani che non ubbidiscono devono stare al guizaglio. Esattamente come i cani ringhiosi.
        Non è solo la signora amstaff-munita a dovere prendere provvedimenti. I microcani non hanno più diritti solo perchè sono micro.

      • Io conosco molta gente che va al parco-cani con il piranha al guinzaglio e pretende di scioglierlo nel acquario del pesci rossi…e se come io ho “dei pesci rossi” anche se hanno 30kg l’ uno…preferisco tagliare la testa al toro ed andarmene…questo è giusto?? Tra i 2 mali preferisco il cane ubbidiente sciolto per strada e quelli non gestibili legati anche al parco cani!
        Poi, tutti noi vogliamo avere ragione, tutti noi abbiamo la propria libertà…ma io preferisco andarmene da queste situazioni( TANTE VOLTE A ROMA) ed avere i miei cani con la pelliccetta intera

    • Paola, qualche giorno fa hai “discusso” con due persone: una ero io, l’altra la signora con l’Amstaff. Se continui a dire cose come questa: «Non sarebbe molto più semplice che chi sa di avere un cane mordace (a prescindere dalla razza) semplicemente è meglio che non vada al parco? Come regolamentare questo problema?», io non posso far altro che ripetere ciò che già ti ho scritto. Questo “problema” è già regolamentato: è vietato condurre cani privi di guinzaglio al di fuori delle aree assegnate. Punto. Quella in torto sei tu (e lo sai, e non ti importa; anzi: “non puoi fare diversamente”, per usare ancora parole tue). Non so, forse potremmo dire che a forza di regolamentare tutto e tutti, magari ci si rimette… Fai tu.

      • non sarebbe molto più semplice che chi ha un cane con un determinato problema ne prendesse coscienza e si comportasse in modo da gestire il problema stesso in sicurezza per il suo cane e per gli altri? Chi ha il cane mordace va dove gli pare ma tenendolo al guinzaglio ed aggirando, se può, situazioni potenzialmente stressanti/pericolose (magari evito le marce a sei zampe, che sono tanto belle ma anche affollate di cani, e prima o poi te ne ritrovi qualcuno a pochi centimetri), chi ha il cane che non risponde in modo perfetto al richiamo va anche lui dove gli pare ma LO TIENE LEGATO PURE LUI, anche se il cane è il più buono del mondo, perchè se non ne ha il pieno controllo comunque sta mandando il suo cane incontro ai pericoli. In un mondo perfetto sarebbe bello che tutti insegnassero al proprio cane una condotta per cui anche in città non ci fosse bisogno del guinzaglio, il mondo perfetto però non eiste, e personalmente sono anche molto diffidente verso la presunta perfezione.

    • È vero, se ci fosse più cultura dal basso, patentino e revisioni, ci sarebbero in giro meno educatori dell’ultim’ora, educatori/addestratori che oggi rischiano di essere visti come bravissimi ad occhi marieschi, perché se su dieci cose ne sbagliano nove, con l’unico metodo che da un risultato positivo il cane può migliorare moltissimo. I cani rispondono benissimo a pochi cambiamenti nella direzione giusta, quindi anche il guru cinefilosofo alle volte ci prende.. quindi si scanna per le sue teorie

  41. E all’interno di ogni fazione ci sono sottofazioni a loro volta divise in fazioni …
    Prova ad andare a filmare una gara da bordoribg in qualsiasi disciplina e quando la riguardi concentrati sull’audio invece che sulle immagini … 😉

    • Francamente credo anch’io che “la soluzione” non sia a portata di mano, se per soluzione intendiamo quella che prioritariamente guarda al bene del cane.Certamente non potrà nemmeno esserci se pensiamo soltanto a quella che più piace a noi. Non sono un conoscitore di questo “mondo”, ma vivo anch’io le situazioni di molti, dal momento che con me c’è un cucciolone di 9 mesi con il quale cerco di stabilire un rapporto che mi permetta di fare alcune cose insieme, quelle possibili, e possibilmente il più possibile.Quello che voglio dire, e che in parte è frutto delle esperienze dirette e delle cose che mi capita di leggere , è che possono convivere metodi diversi di educare il cane (semplificando basterebbe osservare nel corso dei lustri che abbiamo alle spalle le differenze,le diverse analisi e i differenti metodi presenti in campo educativo. mi riferisco agli umani). Dando per scontato ciò che oggi è già perseguibile e punibile con le attuali leggi, in assenza, o anche in presenza di un preciso codice deontologico e di autoregolamentazione, varrebbe la pena di pensare proprio ad una puntuale legislazione, che magari coinvolga più da vicino istituzioni e associazioni, penso al territorio, al comune, alla circoscrizione.., che preveda, tra l’altro,figure precise (un soggetto sopra le parti) i cui compiti siano di garanzia, di controllo e di tutto ciò che serve affinchè il lavoro di educatore cinofilo venga svolto come si deve.Secondo me sarebbe un peccato abbandonare questa strada al fine di contribuire a trovare non la soluzione ma una dignitosa soluzione, che riconosca la validità di metodi diversi ma esclusivamente rispettosi dell’integrità del cane.E’ chiaro a molti (non a tutti) che le priorità per la vita concreta dell’85% delle persone di questo paese sono ben altre (il restante 15% è quello che possiede quasi tutto, di sicuro la parte del restante 85%), e lo saranno ancora per un bel pò, ma questo non impedisce ,ad esempio, a chi ha una qualche forma di rappresentanza del “mondo cinofilo” di farsi promotore, portavoce o soggetto di pressione.

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