mercoledì 27 Marzo 2024

Addestratori macellai, ma famosi e intoccabili

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Qualcuno, ogni tanto, mi chiede perchè non scrivo più spesso articoli umoristici.
Mi dicono tutti che sorridendo e divertendosi si capiscono tante cose, non ci si stufa a leggere (come capita invece con gli articoli troppo seri o troppo tecnici) e intanto si ricevono messaggi importanti.
Sono ovviamente d’accordo (altrimenti non mi sarei mai sognata di iniziare  serie come “I veri Standard”, “Quelli che…” eccetera): ma il fatto è che, per scrivere pezzi umoristici, bisogna anche avere un po’ di predisposizione mentale al divertimento e all’ironia. E di solito ce l’ho, giuro che ce l’ho: sono profondamente convinta, forse l’ho già detto, che l’ironia (e non l’ottimismo!) sia il sale della vita. Cerco sempre di filtrare tutto attraverso il velo della sdrammatizzazione, cerco di essere autoironica perfino quando mi sputacchierei da sola negli occhi con la cannuccia ricurva.
Però, a volte, la voglia di sorridere ti passa proprio.
Non ce la fai a scherzare, non trovi neanche uno spizzichino di humour in quello che vedi, che leggi o che ti viene raccontato.
Oggi è una di quelle giornate lì.
Una di quelle in cui mi arrivano telefonate e mail capaci solo di farmi girare le palle a elica: e non è che girino di meno solo perché sono metaforiche.

parrellOggi ho parlato con un’amica romana che ha numerosi contatti con i volontari del Parrelli (il canile di cui abbiamo parlato in questo articolo) e che voleva propormi di intervistare qualcuno di essi: ho detto sì, certo, volentieri… purchè mi dicano nomi e cognomi, però, perché altrimenti le testimonianze non hanno alcun significato.
Lei mi risponde che è impossibile, che non c’è speranza di avere dichiarazioni firmate… ma non per vigliaccheria, bensì perché ogni volta che un volontario ha provato a metterci la faccia e a denunciare quello che succede là dentro, dal giorno dopo non è più potuto entrare in canile.
E siccome i cani da là dentro escono solo per qualche ora al sabato e alla domenica, quando i volontari possono portarli a sgambare un po’… nessuno di loro vuole privare i “suoi” cani di questa mini-possibilità di vivere qualche momento “normale”.
Prendo atto, capisco.
Tiro moccoli ferox tra me e me, ma capisco.

Poco dopo mi ritrovo su FB con un’altra amica, che vive da tutt’altra parte d’Italia: lei mi racconta di un’addestratrice che mette allegramente sul proprio profilo foto di cuccioloni di otto-nove mesi lavorati con il collare a punte.
Che non è vietato e che – in alcuni casi – può anche essere usato con criterio, come qualsiasi strumento (parliamo ovviamente di “punte” squadrate e non certo di quelle limate, perché in giro ci sono pure quelle… ma almeno quelle su FB non le ho ancora viste): ma sicuramente NON si può pensare di usarlo su un cucciolone!
Rispondo amaramente che non c’è molto che si possa fare, visto che il collare a punte è lecito e che non è vietato neppure il collare elettrico, contrariamente a quanto molti credono. Mi rendo conto che la mia interlocutrice è particolarmente toccata da questo argomento, le chiedo come mai… e lei mi dice “aspetta, ti scrivo una cosa, se ne hai voglia la pubblichi. E se non ti va… almeno mi sarò sfogata un po'”.
La “cosa” che mi ha mandato è quella che leggete qui sotto:

bambina_punte 

Inorridita. Alla mia prima esperienza con un cane, tanti anni fa, mi rivolgo ad un addestratore. Tutto bene con il mio primo cane, perchè è dolce ed educato e svolge bene tutti gli esercizi perchè gradisce molto il premio in cibo. Quando dopo anni arriva il secondo cane, invece, le cose cambiano: è un cane che io considero sempre “felice ed esuberante”, invece secondo l’addestratore (riconosciuto da più associazioni, anche Enci) è un cane che va messo in riga…e non con le buone maniere.
La cosa mi viene messa come: “o la si risolve così, o non si risolve. Quando lo chiami non viene, quindi una scossa e via, tutto sistemato! Oppure preferisci che scappi e magari finisca sotto ad una macchina?”.
Stupida io, certo… che presa dal panico mi sono lasciata convincere… per non parlare dei tironi e tutto il resto, ma non ne parlo perchè ancora mi fa male il cuore.
Per fortuna sono rinsavita e ho scoperto che c’è un mondo migliore, fatto di complicità con il cane, di gioco e di rapporto. Il cane non sta con me per paura, ma perchè sceglie di stare con me.
Io ci metterò una vita per riconquistare la sua fiducia e non mi dimenticherò mai, finchè vivo, quel che ho permesso gli venisse fatto… son rimasta lì a guardare con lo stomaco chiuso, anche quando lui con gli occhi mi chiedeva aiuto… ma mi era stato detto che era l’unica cosa giusta.
Ora continuo a chiedermi come ho fatto a lasciarmi condizionare così, come ho anche solo potuto pensare che i problemi si risolvano con la violenza? E non solo io… ma anche tutte le altre persone che frequentavano (e frequentano) quel centro!
Oggi almeno io ho capito che sono stata stupida e ignorante… e vorrei trovare il modo per far capire a tutti gli altri cinofili alle prime armi che quei metodi sono sbagliati, ma come fare?
Tanti guardano Cesar Millan e si convincono che l’unica maniera giusta sia quella di sottomettere il cane: quando cerchi di spiegargli che non è così, ti insultano o ti ridono in faccia. Io mi deprimo… mi spiace per i cani che purtroppo voce in capitolo non l’avranno mai. Poi oggi vedo delle foto, pubbliche, su Facebook… di cani che fanno addestramento con il collare a punte: addestratore riconosciuto Enci, che ha anche un allevamento. Scrivo subito a Valeria, le chiedo se sia possibile fare qualcosa: nelle foto c’è anche una bambina che lavora con il suo cucciolone con il collare a punte. Lei mi dà la risposta che non avrei mai voluto leggere… purtroppo quel collare non è proibito. E’ tutto il giorno che penso se scrivere e cosa scrivere: ma come si può non proibire la violenza e il maltrattamento fatto ad un cane? Per cosa poi? Per vincere una coppa? Ma soprattutto… che insegnamento ne trae una bambina a cui viene insegnato ad educare il suo cane così? Vorrei fare un appello, condividiamo il più possibile, facciamoci valere, diamo voce ai cani che purtroppo subiscono in silenzio… se non possiamo eliminare dalla faccia della terra questi addestratori, facciamo almeno in modo che non abbiano clienti, che le persone si sveglino e si rendano conto che la violenza non serve a nulla!!!

collare_elettrico_apertSarà che mi giravano già da prima, sarà che che sono curiosa di mio, sarà che ci tengo sempre a sapere i nomi legati a certe storie giusto per essere ben sicura di NON mandare mai un cliente, neanche per sbaglio, ad un macellaio… ma ho insistito per farmi dire chi fosse questa persona.
Non quella delle foto, perché quella sta lì in bella vista su FB e non pensa neppure per un attimo di nascondere ciò che fa… ma l’altra: l’addestratore secondo cui un cane che non risponde al richiamo “si sistema solo col collare elettrico”.
Ottenuto il nome, sono rimasta basita scoprendo che questa persona non è solo addestratore ENCI (e di altre associazioni, udite udite, di stampo gentilista!), ma è anche giudice di prove di lavoro in più di una disciplina: ma a me, per assurdo, ha colpito in particolare scoprire che è giudice di IPO.
(Attenzione: il “per assurdo” è riferito al sentire comune  – sentire indotto da chi ha scelto di sputtanare in ogni modo possibile una delle discipline cinofile più complete e più gratificanti per il cane che esistano al mondo – e non certo al mio personale pensiero sull’utilità e difesa, che è sempre stata il mio pane quotidiano e che amo più di qualsiasi altro sport cinofilo).
Sta di fatto, comunque, che il giudice di UD sarebbe tenuto – come da nuovo regolamento FCIa tutelare il benessere del cane prima di ogni altra cosa e quindi a segare senza pietà qualsiasi conduttore sospettato di aver fatto uso di strumenti che contrastino con questo benessere.
Riporto un piccolo stralcio dello stesso regolamento:

L’uomo ha l’obbligo etico di educare ed addestrare a sufficienza il proprio cane. I metodi che devono essere utilizzati devono fondarsi su conoscenze sicure, basate su studi di etologia e di cinologia. Per ottenere gli obiettivi di educazione, addestramento, o allenamento che ci si prefigge, deve essere impiegato un metodo non violento e positivo per il cane. Strumenti di educazione, addestramento o allenamento non specie compatibili non sono ammessi (in conformità con le norme a tutela del benessere animale). L’impiego del cane nello sport si deve basare sulle sue qualità naturali, sulle sue potenzialità e sulla sua disponibilità; non è ammesso influenzare le naturali prestazioni del cane con medicinali o strumenti non adeguati.

Bene: mi pare che collare elettrico, strattonate e affini non siano considerabili “non violenti”, né “positivi per il cane”.
Direi proprio che rientrano a pieno titolo tra gli “strumenti non adeguati” che vengono definiti “non ammessi”.
Ma allora, qualcuno vorrebbe spiegarmi come si può far giudicare l’adeguatezza di un conduttore a queste norme… da un giudice che sul suo campo fa proprio uso di questi mezzi?
Mi pare che l’ENCI dovrebbe dare una risposta precisa a questa domanda: ma purtroppo c’è un piccolo problema collaterale, e cioè il fatto che nessuno abbia il coraggio di porla, visto che il personaggio in questione (l’addestratore/giudice) è particolarmente “potente”.
La stessa amica che mi ha mandato lo sfogo di cui sopra non se l’è sentita di farmi pubblicare il suo nome, perché da quando ha lasciato il campo le è stata fatta terra bruciata intorno.
E mi scrive ancora:  “Chi si sente tirato in causa se la prende sicuramente con i miei cani in qualche modo, solo di questo ho paura… Tanta gente sa come lavora, ma tutti hanno paura, nessuno parla se serve.  Quella persona è troppo influente.
Mi sento tanto sola in questa crociata… c’è l’omertà come nella mafia, tanto che mi fanno sentire in colpa se lo dico in giro!  Ma io non mi sento in colpa se dico la verità: mi sento in colpa solo perché il mio cane è rovinato ed io sapevo che era sbagliato…ma stavo lì e la sera piangevo… fino a che ho trovato il coraggio e sono esplosa!”

cinomafiaIl brutto è che quello della nostra amica non è certo un caso isolato. In cinofilia c’è una vera e propria “mafia” che tocca tutti gli ambienti, da quello espositivo a quello delle prove di lavoro. E nonostante tutti i casini e i vari commissariamenti (che però riguardavano soprattutto i soldi: mai – almeno mai che io abbia saputo – il problema del rispetto per il cane), l’ENCI non è mai stato in grado di fare una vera pulizia e di eliminare alcuni (perché sono solo “alcuni”, grazie al cielo) tromboni & alti papaveri che hanno fatto quasi più danni dei loro corrispettivi politici ed economici.
Certo, finché in Italia corruzione, minacce, omertà e paura la faranno da padrone nella vita di tutti i giorni, sarà difficile pensare di poter cambiare qualcosa nei microcosmi come quello della cinofilia (che poi tanto “micro”, tutto sommato, non è).
Purtroppo anche le leggi sulla privacy e sulla diffamazione (che in pratica proteggono i delinquenti, anche se lo scopo con cui sono nate era sicuramente encomiabile, perché era invece quello di proteggere gli innocenti) ci mettono il carico da undici: non si può parlare in ambito cinofilo perché ti segano le gambe, non si può denunciare pubblicamente un macellaio o un giudice corrotto perché è lui che querela te… e come se non bastasse, anche chi avesse il coraggio di metterci la faccia e di far emergere il torbido ha sempre paura che le ripercussioni, alla fine, vadano a ricadere sui cani (d’altronde è comodissimo prendersela con loro: non si rischia quasi nulla e si può fare molto male al proprietario umano).

Soluzioni, rimedi, risposte?
Non ne ho.
L’unica cosa che posso consigliare a chiunque capiti – senza saperlo – sul campo di un macellaio (che non è sempre riconoscibile a prima vista: ormai tutti gli addestratori del mondo, appena arrivi sul loro campo, ti parlano di rinforzo positivo, di bocconcini, di clicker… tutto il loro splendore di stronzi lo rivelano solo quando ormai li frequenti da un po’ di tempo), di non fare piazzate, anzi di non dir nulla di nulla, ma di cominciare a riprendere quello che succede col telefonino (ormai ne abbiamo praticamente tutti uno in grado di fare riprese video).
Dopodiché si potrà mostrare su youtube chi è e cosa fa il Signor Macellaio, anche senza essere identificati: e se ci sarà bisogno di qualcuno che faccia “rimbalzare”  il video, impedendo che finisca insabbiato, “Ti presento il cane” sarà prontissimo ad assumersi questo compito. Ed anche a chiedere spiegazioni e ragioni a chi di dovere.

addestratore3Io sono francamente arcistufa di difendere con le unghie e con i denti la figura dell’addestratore, per poi dovermi ritrovare a leggere cose come quelle che mi ha raccontato l’amica su FB. E sono arcistufa di scoprire che dietro a queste storie non c’è l’addestratore improvvisato della domenica, ma personaggi di grande impatto, famosi, vincenti, rispettati, intoccabili.
Ebbasta.
Cominciamo a toccarne qualcuno e vediamo che succede: perché la figura della pirla per colpa loro, io non la voglio più fare. E tutti gli addestratori seri non la vogliono più fare, così come gli allevatori seri non la vogliono più fare per colpa dei cagnari.
Io sono e resto convinta che in Italia ci siano veramente moltissimi addestratori bravi, capaci, preparati, competenti…e ANCHE capaci di amare e rispettare davvero i cani.
Così come sono convinta che ci siano moltissimi politici onesti.
Il brutto è che “quelli che contano” finiscono per essere sempre gli altri: che proprio perché non hanno scrupoli, forse, riescono a dare la scalata a tutti i vertici possibili.
Be’, è ora di cambiare qualcosa. Tra poco ci saranno le elezioni (intendo quelle ENCI, non quelle politiche. Lì non basterebbero due video, purtroppo) ed è ora di cominciare a chiedere programmi che non siano le solite barzellette che leggiamo da 50 anni.
E’ ora di cominciare ad esigere un VERO cambiamento nella cinofilia, che parta proprio dal benessere e dalla tutela del cane: ed è ora di dare il proprio voto, se si è soci, solo a chi darà garanzie in questo senso.
Nel frattempo, i macellai sputtaniamoli. Almeno mediaticamente. Almeno via Internet.
C’è stato chi, utilizzando solo questo mezzo, ha ribaltato mezzo mondo politico: possibile che non lo si possa fare anche con questi cagnari da quattro soldi?
Il maltrattamento è un reato, non dimentichiamolo: chi ne fa uso a scopi addestrativi deve sparire. SUBITO.
E chi non ci garantisce di prendere seri provvedimenti contro i macellai – fossero anche figli della gallina bianca – non dovrebbe vedere neanche lo straccio di un voto: sempre che i soci ENCI vogliano davvero definirsi “cinofili”.

NOTA: le foto che illustrano l’articolo non hanno ovviamente alcun rapporto con le persone citate (ad eccezione di quella della bambina con il pastore tedesco, che è proprio la foto di cui si parla e di cui abbiamo comunque oscurato il viso)

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134 Commenti

  1. sono daccordo con tutto ciò che dite.. tranne qualcosa ad esempio il fatto che il cane non va sottomesso secondo me è sbagliato perchè il cane ha delle gerarchie precise che vi piaccia o no ed a questo punto io devo assumere un ruolo di superiore nè di subalterno ne di uno di parilivello… un’altra cosa io non sono contrario a dare strattonate con il guinzaglio non dico certo di impiccare il cane o di dargli strattonate con tutta la forza possibile ma a dargli dei colpetti come correzione non ci trovo nulla di male secondo me è come una sculacciata più o meno forte.. e poi dite sputtaniamoli facciamo i nomi ecc ecc ma in realtà non li fate ditelo chi sonoqueste persone così almeno una volta che lo sappiamo le evitiamo no? o almeno evitiamo i loro metodi

    • Gianni Franco, nun se po’ fa’. In Italia, se becchi uno che ruba, proprio con le mani nel sacco, e il giorno dopo tu scrivi “Pincopallino è un ladro”, Pincopallino ti può querelare. Finché vigono queste leggi, i nomi non si potranno mai fare e i delinquenti saranno sempre protetti.

      • A meno che qualche utente non faccia i nomi anonimamente..ammesso che su internett si possa restare anonimi

  2. Per Eros. Purtroppo ricevo via mail le notifiche delle sciocchezze che scrivi al mio riguardo e ti rispondo per l’ultima volta. Le prossime mail di notifica finiranno nel cestino come spam e verrano automaticamente eliminate. Caro eros, si vede che sei un tipo molto, molto intelligente. L’ho capito subito. Ma, purtroppo, discutere con te non mi interessa affatto. C’ho di meglio da fare!!!

  3. Secondo il mio punto di vista ci sono aspetti legali e aspetti etici, personaggi ed eventi pubblici e altri privati. Ma in ogni caso in uno spazio privato, anche se sono stato invitato dal proprietario ad assistere a qualcosa, non mi sognerei mai di far foto o filmati senza chiedere un’autorizzazione, a prescindere dall’esistenza di una legge in merito o no. Non credo faccia piacere a nessuno se un ospite, ad una cena “aperta” a casa nostra si mettesse a fare fotografie o a filmare come cuciniamo uno stracotto o apriamo una bottiglia di vino. lo considereremmo quanto meno un po’ maleducato.
    Un altro aspetto è il diritto d’autore, la proprietà intellettuale etc. Quello che dice Claudia Bacchi è sacrosanto, la fotografia, il filmato sono una proprietà intellettuale ma lo è anche il lavoro, la tecnica dell’operatore (lo voglio chiamare così) che sta lavorando su un animale: io posso benissimo avere una mia tecnica esclusiva per lavorare con un cane e non avere nessuna voglia di svelarla/insegnarla/divulgarla se non a pagamento; è un mio diritto. In questo caso non solo divulgare pubblicamente una foto o un filmato è reato ma anche il suo semplice possesso senza averne titolo. Come la licenza di un software. Se noi abbiamo sentore che quella particolare tecnica comporti un reato facciamo comunque bene a denunciarlo con tutti i supporti che siamo in grado di produrre, ma stiamo anche pronti a ricevere una contro querela per violazione della privacy, dei diritti d’autore etc.
    A titolo di esempio, per meglio chiarire la materia, qualche anno fa un sistemista informatico che conosco bene, ha denunciato un suo cliente perché, nel tentativo di rimuovere un virus dal suo pc si è imbattuto in una serie di email di evidente contenuto pedopornografico. Immediata è stata la controquerela da parte del suo cliente per violazione della posta (reato penale), e poiché le prove dell’attività pedopornografica erano state acquisite commettendo un reato, non hanno potuto essere utilizzate e il pedofilo è stato rilasciato immediatamente. Il sistemista, invece, ha avuto un processo, per fortuna finito bene.
    Detto questo, se vogliamo tornare all’argomento “riprese e foto denuncia”, nulla vi impedisce di fotografare e riprendere comportamenti illegali e utilizzarli per avallare una denuncia. E’ bene sapere, però, che queste riprese potranno essere utilizzate solo per fare partire un’indagine delle forze dell’ordine ma non potranno essere usate in un tribunale in quanto illegali. Un magistrato, a seguito di una vostra denuncia, in base alla gravita di quanto evidenziato dalle vostre riprese, potrà fare installare delle telecamere nascoste dalla polizia al solo scopo di certificazione del reato. Questo è legale tanto quanto lo sono le intercettazioni telefoniche fatte dalla polizia per smascherare altri crimini.

    • “Non credo faccia piacere a nessuno se un ospite, ad una cena “aperta” a casa nostra si mettesse a fare fotografie o a filmare come cuciniamo uno stracotto o apriamo una bottiglia di vino. lo considereremmo quanto meno un po’ maleducato.” Per favore non esageriamo. Se si organizza una cena tra amici e uno fa un paio di fotoricordo senza chiedere il permesso di tutti i presenti sarebbe “maleducato”? La tua idea di “educazione” e’ decisamente molto personale… visto che secondo te il 99% della popolazione serebbe maleducata.
      Poi e’ sbagliato dire che “queste riprese potranno essere utilizzate solo per fare partire un’indagine delle forze dell’ordine ma non potranno essere usate in un tribunale in quanto illegali”; infatti non sarebbero assolutamente illegali, ma semplicemente “non divulgabili” per la mancanza del permesso di farlo (la cosiddetta liberatoria). E definirle illegali significherebbe invece che e’ illegale anche averle senza divulgarle, cosa assolutamente inesatta.
      E secondo te potrebbe essere reato se io filmassi il “mio cane” sul campo di addestramento´per poi rivederlo a casa ed analizzare il suo comportamento? Perche potrebbe violare il diritto d’autore sulla tecnica per lavorare sul cane? Ma se io pago per andare al tuo campo tu accetti di insegnarmi quella tecnica (dietro compenso economico) e quindi utilizzare dei video (a livello personale, senza divulgarli) per impararla meglio non modifica la cosa, avendo io pagato perche tu mi insegnassi la tua tecnica speciale e segreta.

  4. Per Eros: comunque capisco il tuo punto di vista. Io sono un caso limite, peggio di Dario. Non ho voluto il fotografo neppure al mio matrimonio: in foto vengo malissimo. Ma, in generale, la gente è ben contenta di essere fotografata e pubblicata ovunque, specie su questo facebook che ora va tanto di moda, perché il fatto di comparire la fa sentire protagonista. Quindi penso che tu possa andare nei campi, fotografare la tua fidanzata e altri senza grossi problemi. Ma chi vuole, ha diritto a difendere sua riservatezza. Io quella degli altri la rispetto, e non diffondo mai foto senza il consenso firmato dell’interessato, sia che scatti foto di vacanze, sia che scatti foto nei campi di addestramento e persino foto di gare, che pure si possono diffondere. Anche qui però, caro eros, ci sono dei limiti, nei quali non mi addestro per non rischiare altre semplificazioni. Io non mi accontento neppure di un’autorizzazione verbale, perché chi me l’ha data potrebbe in futuro cambiare idea e mettermi nei guai.
    FINITO

  5. L’articolo e i commenti mostrano come vanno le cose. Ci sono molti incompetenti che addestrano cani e per incompetenti intendo quelli che conoscono un solo metodo di addestramento e usano solo quello con tutti i cani. Io credo invece che l’educazione e l’addestramento vada personalizzato a seconda del cane. Faccio l’esempio del labrador costretto a sedersi picchiandolo, secondo me se si e’ contrari all’uso del bocconcino almeno la prima volta si poteva fare una eccezione per quel cane, tanto per insegnare l’esercizio.
    Per quanto riguarda il veterinario che consigliava il libro di quello che usa il collare elettrico per favore IGNORIAMO completamente quello che dicono i veterinari riguardo l’addestramento, hanno un punto di vista troppo diverso.
    C’e’ anche da dire che quello che fa l’educatore/addestratore e’ sempre soggetto a critiche, qualunque cosa faccia. Chiediamoci anche come mai tanti proprietari si prendano cani “di moda” e poi vadano dall’addestratore a farlo ‘sistemare’ per delle cose che sono invece tipiche di quella razza.

  6. posso fare una domanda da totalmente profana del mondo IPO? ma un giudice esperto ed attento non si accorge se un cane è stato lavorato col Tele? perchè in questo caso andrebbe penalizzato: un cane che per raggiungere certi risultati necessita di un addestramento del genere non deve venire messo in riproduzione, ha qualche problema evidentemente, vi torna il ragionamento?

    • Irene la differenza non la fa lo strumento, nel senso, non è che un cane lavorato con tele ha qualcosa di diverso da un cane lavorato senza tele! è il metodo che fa la differenza nell’addestramento, non lo strumento 😉

  7. Caro Dario, mi sembra che stiamo andando parecchio fuori tema rispetto all’argomento, quindi aggiungo poche righe e poi vi lascio alla vostra discussione sui campi di addestramento, molto più interessante dei diritti d’autore. Ovvio che ci sono foto libere da diritti d’autore e foto coperte dai diritti d’autore, che decadono comunque quando l’opera ha compiuto 50 anni. Ci sono siti, come facebook, nei quali l’iscrizione è subordinata alla rinuncia di tali diritti. Altri no. Ciò che conta è sapere che non è affatto vero che una foto è mia finché la tengo nel cassetto e diventa automaticamente proprietà del mondo nel momento in cui la pubblico. Ci sono due modi di cedere una foto: cedere il diritto alla sua pubblicazione, nel qual caso l’autore ne resta proprietario, e cederne i diritti d’autore, nel qual caso l’autore ne perde la proprietà. Naturalmente, oggi c’è un overdose di foto orribili pubblicate ovunque, persino foto che ritraggono minori o situazioni private (contenti loro!) totalmente libere da diritti d’autore. L’importante è sapere che non è così per tutte le foto che girano sul web. Io stessa ho inserito alcune foto mie in una banche dati rinunciando ai diritti d’autore.
    Idem per quanto riguarda i testi. La signora Valeria Rossi ha messo a fondo alle pagine il simbolo © copyright. Non credo sarebbe contenta se i suoi testi fossero copiati e incollati in giro per il web e che chiunque li possa leggere senza passare dal suo sito. E a ragione, perché per lei sarebbe un danno. Idem per le testate giornalistiche online: il giornalista viene pagato per fornire l’articolo, e ti pare che il Corriere della Sera online o chi per esso ti permetta di fare un copia/incolla e sparpagliarlo ovunque? La condivisione è tutta un’altra cosa. Tra l’altro, le testate online l’hanno resa disponibile solo da pochi anni. La condivisione non ti permette di appropriarti dell’articolo e di usarlo come se fosse tuo, ti rimanda per la lettura alla testata giornalistica stessa che lo pubblica, in modo che sul sito giri il contatore. Ora vi saluto e vi lascio alla vostra discussione sui cani.

  8. @ Claudia Bacchi. Sei parecchio fuori strada. Le foto appartengono alla proprietà intellettuale, disciplinata dalle direttive europee sui diritti d’autore, nonché dalla Legge italiana. Le foto sono “tue” fin quando le fai, le sviluppi e le metti nei tuo bell’album nello scaffale del salotto. Le foto pubblicate su internet COPERTE DA COPYRIGHT possono essere pubblicate previa autorizzazione del titolare del diritto su di esse. Laddove la copertura di copyright non esiste -come avviene per la stragrande maggioranza delle foto beccate qua e là su internet- tale obbligo non sussiste e la riproduzione può avvenire senza problemi.
    Nel momento in cui tu decidi di mettere le foto che ti ritraggono in rete (Facebook, Google, tweetter, fai tu) CHIUNQUE PUO’ UTILIZZARLE E RIPRODURLE (nei limiti della legge ovviamente: ovvio che tu non puoi prendere una mia foto e dire, anche senza fare il mio nome: “Costui è un noto spacciatore di droga”).
    Idem per i filmati da te citati: tu non puoi mettere un video su Youtube e poi pretendere che nessuno lo guardi o lo diffonda appellandoti a fantomatiche leggi sulla privacy o sui diritti d’autore!
    Idem per i testi: Valeria Rossi non può pretendere che nessuno condivida su Facebook questo articolo DOPO che LEI STESSA l’ha immesso nella rete! Marco Travaglio non può pretendere che nessuno condivida su Facebook un suo articolo che egli stesso ha pubblicato sul sito internet del Fatto Quotidiano.
    Solo se sono coperti da diritti di copiright (proprietà intellettuale) il titolare può decidere come diffondere e riprodurre la sua opera (esempio tipico: gli E-book. Tu mi paghi e io ti mando il testo per email; tu lo diffondi senza la mia autorizzazione dopo che io te l’ho venduto causandomi un danno economico? Io ti denuncio).
    Sul fatto che nessuno può fotografarti e filmarti senza la tua autorizzazione hai pienamente ragione.

    • Ps. Chi scrive è uno che ha piantato su litigi della Madonna durati anche giorni con la propria fidanzata (e con amici) ogni volta che questa decide di pubblicare la “fotina carina carina” che ci ritrae. E l’ho fatto appunto perché so la fine che può fare una foto pubblicata su internet, proprio perché ritengo sacra la mia privacy. Ogni volta che un mio amico tira fuori una macchina fotografica, io mi divincolo come un’anguilla, proprio perché so a cosa sarà destinata quella foto (il fottuto Facebook).
      Ma di Legge si parlava: è quella non lascia spazio ad interpretazioni di comodo.

  9. PS. Comunque, io a casa mia non voglio nessuno. Vietato fotografarmi, anche nel campo di addestramento. Chi l’ha fatto e ha pubblicato una mia foto l’ha dovuta poi cancellare. Non perché usavo il collare elettrico: ero seduta su una panchina. Ma io, ripeto, non sono un personaggio pubblico, non voglio essere fotografata e pubblicata su facebook o youtube con immagini che non approvo. Se a te la cosa va bene, sei liberissimo di farti filmare e fotografare. Ma chi vuole difendere la propria privacy ha diritto di farlo e, per fortuna, ha ancora delle leggi che lo tutelano.

    • Vietato fotografarti? Spero tu stia scherzando. Se io venissi ad addestrare il mio cane al tuo campo e mia moglie volesse fare qualche foto per l’ album di famiglia tu lo vieteresti? Ma lascerei il campo insultandoti senza darti la possibilita di replicarmi.
      Un altra cosa e’ il non dare l’ assenzo per la pubblicazione delle foto (su siti sociali, giornali, riviste, pagine internet o quello che sia).
      Perche una giornalista confonde il divieto di divulgazione con quello di ripresa? E anche la cancellazione da un sito delle foto che ti ritraggono non comporta la distruzione di tutte le copie in possesso di chi ha scattato la foto. Ho gia linkato la legge in questione ma sembra che non sia servito.

  10. Forse non hai capito tonybull, che già il fatto di non presentarsi con nome e cognome mi sembra la dica lunga. Io non parlo di me. Ho spiegato cosa dice la legge. Sei liberissimo di non tenerne conto.

  11. Neppure le Forze dell’Ordine possono commettere un reato per smascherarne un altro. Figuriamoci se lo può fare un privato cittadino. Esempio. Negli Stati Uniti, per smascherare un traffico di droga, un poliziotto può infiltrarsi, proporre la vendita di droga e arrestare chi ci casca e la compra. Forse che da noi guardiamo troppi telefilm americani e pensiamo che le leggi siano le stesse? In Italia, se un poliziotto fa la stessa cosa, si veste da delinquente e va in giro ad offrire droga, commette un reato (istigazione al reato, appunto) e finisce in galera.
    Lo stesso principio trasferito nel campo di addestramento si traduce così: chi usa il collare elettrico potrebbe avere dei guai seri, ma chi lo ha ripreso a casa sua ne avrà anche di peggiori.

    • Secondo la legge esiste anche una categoria chiamata “prove non ammissibili”, o sbaglio? E le prove non ammissibili non comportano obbligatoriamente un reato commesso da chi le presenta, neanche quando fotografiche. Non generalizziamo troppo. Fare una foto senza autorizzazione non puo essere messo sullo stesso piano del “poliziotto che si veste da delinquente e va in giro ad offrire droga”, soprattutto se per fare la foto non ho violato nessuna legge. Se io entro al campo perche autorizzato (come tutti gli altri proprietari dei cani presenti) e faccio qualche fotoricordo per mio uso personale non e’ reato. E se dico alla polizia che le ho, chiedendo se possono essere utilizzate come prove di un maltrattamento, mi risponderanno semplicemente che non possono essere utilizzate; ma non avendole io divulgate non ho commesso nessun reato. Infatti dire di avere delle foto non rientra nella “divulgazione” delle stesse. Dici di essere giornalista, allora fai informazione e di le cose correttamente invece di semplificare all’ eccesso. Poi le persone intelligenti (e qui ce ne sono moltissime) trarranno da sole le corrette conclusioni, senza aver bisogno che tu semplifichi per loro.

    • invito ad informarsi prima di scrivere, visto che la discussione è importante e sacra ma solo se fatta partendo da basi “vere”. chi scrive “Neppure le Forze dell’Ordine possono commettere un reato per smascherarne un altro.” e ancora “In Italia, se un poliziotto fa la stessa cosa, si veste da delinquente e va in giro ad offrire droga, commette un reato (istigazione al reato, appunto) e finisce in galera.”, non conosce il diritto.
      Non parlo dell’America perché non la conosco, ma in Italia per smascherare un reato le forze dell’ordine hanno l’IMPUNITA’ se ne commettono a loro volta. è l’istituto dell’AGENTE provocatore. certamente stessa cosa non può fare il privato cittadino. comunque riprendere un reato e consegnare la ripresa alle autorità non è reato! anzi, è un dovere civico.

  12. Sono una giornalista, mi occupo quindi di informazione oltre che di Utilità e Difesa. Da anni scatto foto e giro filmati in molti campi di addestramento e in occasione di gare. Preciso, dunque, che i campi di addestramento, tutti, sono privati, compresi i campi che appartengono a club di razza, come i campi S.A.S per esempio, riservati ai soci. In teoria, chi non è tesserato non potrebbe entrare. Pubbliche sono le piazze e le strade, e neppure tutte.
    Capisco che la sacrosanta libertà di critica e di opinione permetta a chiunque di esprimere il proprio pensiero, ma mi aspetterei una maggiore informazione da persone che si occupano da anni di cinofilia, addetti ai lavori direi. E’ anche vero che la diffusione di internet ha reso più democratica l’informazione, perché chiunque può pubblicare la propria opinione, visto che costa poco o nulla. Però le leggi restano sempre le stesse della carta stampata. Inoltre, nel caos del web, vale ancora di più la vecchia regola aurea di chi fa il mio mestiere: sono il rigore e la correttezza dell’informazione a decretare la serietà di una testata/sito piuttosto che un’altra.
    Dunque, nei campi di addestramento non è possibile fotografare o filmare, né gli ambienti né le persone, senza l’autorizzazione dei gestori/proprietari. Di più, per le persone serve anche l’autorizzazione dei diretti interessati, cioè dei soggetti fotografati o filmati. E ci mancherebbe altro! Quando mi alleno, il mio cane mi salta addosso, mi butta fango dalla testa ai piedi, e vorrei vedere che qualcuno mi fotografasse! A volte, metto anche dei berretti che te li raccomando. Se a qualcuno venisse in mente di buttarmi su youtube, farei rimuovere subito il filmato e chiederei i danni perché lederebbe la mia immagine. Sono una persona privata, mica un personaggio pubblico.
    Consiglio di non accontentarsi di un consenso verbale, ma di richiedere una dichiarazione liberatoria firmata, come fanno sempre fotografi e giornalisti.
    La situazione cambia in occasione di gare aperte al pubblico che si svolgano in campi privati. In questo caso, chiunque può effettuare riprese, ma solo durante la gara. Alla chiusura dei cancelli, si devono spegnere le telecamere.
    Di più. Le foto sono considerate opere di ingegno e sono soggette alla legge sui diritti d’autore, dunque non è ammesso appropriarsi di foto altrui e pubblicarle come fossero proprie, dopo averne fatto mambassa sul web. In pratica, vale per le foto ciò che vale per i testi (e i filmati). Anche questa è una cattiva abitudine che va bene finché dura.
    Le foto scattate non possono essere usate per corredare articoli che possano ledere l’immagine del diretto interessato, il quale può chiederne la rimozione in qualsiasi momento.
    Mi sembra di aver finito.

    • Claudia, attenzione, però: qui non si parla di riprendere la normale attività di un campo. Qui si tratta di riprendere dei maltrattamenti. Quindi, rifaccio la domanda: riprendere un reato (per procurarsi prove concrete per una denuncia e non certo per fare vedere Tizio o Caio su youtube), è reato o no?

      • Assolutamente d’accordo con Claudia Bacchi.
        Nulla da eccepire, infatti, sulla gradevole dialettica della (giornalista?) signora Valeria Rossi, ma passa una bella differenza tra il corretto e lo scorretto…
        Riprendere una persona o una attività privata in luogo privato senza debita autorizzazione è reato. Punto. Che piaccia o no a chicchessia. compresa la signora Rossi.
        Riprendere un reato, potrebbe essere al limite accettabile (salvo giudizio di un tribunale). Ma stabilire – a priori e soggettivamente – che una certa azione sia un reato non è sufficiente perchè essa lo sia veramente… E questo vale per tutti. Signora Rossi compresa.
        Questo significa che io sia d’accordo o, peggio, difenda chi commette davvero reati di maltrattamento nei confronti dei cani? ASSOLUTAMENTE NO!
        Semplicemente affermo che non si può combattere l’illegalità con altra illegalità.

        • Riprendere senza autorizzazione sarebbe reato? Ma dove? La legge proibisce la divulgazione delle immagini, non la ripresa delle stesse. Il reato e’ far vedere le foto fatte a “una persona o una attività privata in luogo privato senza debita autorizzazione” ma se uno le facesse per tenerle per se non ci sarebbe nessun reato (a meno che venga violata qualche altra legge non fotografica). Invito tutti a rivedere le leggi in questione perche noto una grande confusione tra divieto di scatto e divieto di divulgazione (che non sono la stessa cosa)

    • Una domanda a Claudia Bacchi: ma……… tutte le foto sui giornali csd ‘scandalistici’ sono tutte autorizzate dai diretti interessati? foto rubate con i tele, nelle loro case/giardini/barche , per strada ecc..
      pare nn c’entri con la polemica in essere in questo articolo, a me, invece, pare di si …
      grazie per la risposta.

      • Molti personaggi dello spettacolo, vivono di scandali e di gossip. Specie quando lavorano poco e non hanno altro modo di far parlare di sè. Posso assicurarti, non per sentito dire, che nel 90 per cento dei casi sono i diretti interessati a chiamare i paparazzi, e fanno telefonare in redazione dagli amici per accrescere il finto scandalo. E’ un giochetto che funziona e fa comodo a tutti. I pochi personaggi dello spettacolo che vengono fotografati senza il loro consenso, devono accettare la dura legge della fama, e accettarla nel bene e nel male, cioè anche quando diventa scomoda. Sono personaggi pubblici, come i politici. Malgrado questo, anche per loro vale il diritto alla privacy. Quando Lilli Gruber fu fotografata in topless da uno dei più famosi paparazzi italiani che se ne stava appollaiato su una pianta (neppure tanto alta) mentre lei prendeva il sole nel giardino della casa dei suoi genitori in Sardegna, e le sue foto furono pubblicate su Novella 2000 e su Oggi, ricevette un risarcimento di 250 mila euro. Lo sapevano i direttori dei due giornali che commettevano un reato pubblicando le foto? Certo che sì. Ma intanto speravano di incrementare le vendite dei giornali, e più vendi, più gli inserzionisti pubblicitari pagano. I giornali non guadagnano dalle vendite, ma dalla pubblicità: più copie vendono, più alzano il prezzo agli inserzionisti (ma in questo caso la Rizzoli ci ha pesro, e parecchio). Lo stesso vale per i siti internet: più contatti hanno (più gira il contatore), più pubblicità raccolgono e più guadagnano. Ma in questo non c’è nulla di male. Anzi. Da qualche parte i soldi devono arrivare. Purché arrivino con sistemi leciti.

        • grazie 🙂 immaginavo ci fosse complicità da parte dei fotografati, come sapevo che è la pubblicità che fa guadagnare le riviste e nnle copie vendute.
          cmq grazie x le precisazioni 🙂

    • Ma la legge sulla privacy non parla assolutamente di divieto di fotografare o filmare, piuttosto parla di divulgazione. Quindi chiunque ti potrebbe fotografare ricoperta di fango (se per farlo non viola altre leggi) ma sarebbe obbligato a tenere le foto per se. E se ai fini pratici fnali le due cose si equivalgono, invece il divieto di fotografare in quanto tale non esiste

      • Caro eros, questo lo so benissimo. E’ il mio lavoro. Ho semplicemente semplificato il concetto in questa sede, perché mi pare che qui, ciò che conta, sia il concetto. E il concetto è che se mi riprendi nuda e poi non puoi dare la foto a nessuno per divulgarla, pena la condanna a pagarmi i danni, quella foto è come se tu non la vessi. Vuoi fare le veci del giudice della Corte d’Appello che mi fece la stessa domanda all’esame di Stato per l’iscrizione all’Ordine? Ma se ti becco con i piedi dentro casa mia posso buttarti fuori eccome. Comunque, ora vi saluto. In questa discussione mi sono imbattuta per caso, ma non mi interessa più di tanto. Anche perché di gente in giro che scatta foto e le pubblica su facebook o altro è pieno il web, e certo non mi metto a fare la lezioncina a tutti. Ho ritenuto opportuno precisare alcuni punti che mi sembravano importanti. Se tu venissi al mio campo, un campo privato, mi fotografassi e pubblicassi le foto che mi ritraggono, denuncerei te e il proprietario del campo che l’ha permesso. Vi saluto davvero. Fate un po’ come vi pare.

        • Tu dici che hai “semplificato il concetto in questa sede, perché mi pare che qui, ciò che conta, sia il concetto”, ma non sono proprio d’ accordo. Le persone che frequentano questo sito sono intelligenti e perfettamente in grado di trarre da sole le conclusioni; senza dovergli semplificare le cose. E perfettamente in grado di capire la differenza tra il divieto di fare foto ed il divieto di divulgarle.
          Invece mi lascia perplesso la tua frase “Se tu venissi al mio campo, un campo privato, mi fotografassi e pubblicassi le foto che mi ritraggono, denuncerei te e il proprietario del campo che l’ha permesso”; infatti e’ completamente fuori luogo il “pubblicarla” visto che il mio chiarimento riguarda lo “scatto”. Ma se non riesci a separare le due cose il problema e’ del tuo editore, non del mio. Il mio commento a cui hai risposto non parlava minimamente di divulgazione di immagini; da brava giornalista rileggilo. E se hai voglia di affrontare il tema del “diritto allo scatto” separatamente da quello al “diritto alla divulgazione” va benissimo; pero’ per rispetto dell’ intelligenza di chi frequenta questo sito non confondere le due cose

  13. Non dico a causa di “persone come lei”, perché non la conosco, signor Alberto, ma è proprio a causa di scritti come il suo che la cinofilia va a rotoli, che immagine ne ricava chi si imbatte in questi commenti senza conoscere per nulla l’ambiente, magari solo perché è al suo primo cucciolo e vuole farsi qualche lettura? Che la cinofilia sia proprio un bel ginepraio in cui sono tutti contro tutti e dove il cane passa in centesimo piano, come ripete mille mila volta Valeria; frasi come:
    ” Lei crede che con i miei sessanta anni…”
    ” io allevavo e gareggiavo…ancora prima che molti fantomatici eros e tonybull imparassero a camminare”
    ” sono un funzionario amministrativo di una grande azienda ex ufficiale dell’esercito”
    proprio in linea con il conformistico pensiero macho della nostra italietta.
    poi la chicca in stile Dalla Chiesa (non il Generale, la figlia):
    ” non ho mai venduto un solo cucciolo ma li ho sempre e solamente ” AFFIDATI ”
    Ad un neofita viene proprio voglia di scappare a gambe levate dall’ambiente, che amarezza.

  14. Non entro nel merito del discorso falcone borsellino and company che non c’entra un bel fico secco con la cinofilia.. nè del discorso “quando io avevo i cani tu ancora succhiavi il latte”(embè, quindi solo perchè uno è giovane non può parlare :O ?!).. però mamma quante storie per una semplice foto! nell’articolo non si parla nè del conduttore in questione (che conosco anche) nè di nient’altro del genere, ed è anche stato scritto che le foto sono solo un abbellimento e non sono direttamente legate a ciò che è scritto nell’articolo, quindi qual è il problema?!… mah…

  15. Cara Signora, non intendo replicare ulteriormente sul caso ma le dirò solamente che LEI ha la mia E-mail e se vuole veramente cambiare le cose non deve fare altro che contattarmi ed avrà tutto il mio appoggio morale e materiale per affrontare il problema cominciando da una bella denuncia alle autorità competenti.
    Lei crede che con i miei sessanta anni possa spaventarmi di quattro lazzaroni che offendono il nostro sport e la nostra dignità? non basta mirare nel mucchio sperando che qualcuno cada ma bisogna centrare il bersaglio. Solo così potremo sperare di avere trasparenza e giustizia. Inutile rispondere alle varie farneticazioni che ho letto in risposta alla mia precedente dove io sarei uno del gruppo, si mette in dubbio che io sia un allevatore riconosciuto, ( forse io allevavo e gareggiavo con passione, fatica, sacrifici, economici e non, e amore sconfinato per i miei amici cani ancora prima che molti fantomatici eros e tonybull imparassero a camminare )mi preme far sapere a chi si permette di insinuare un mio interesse economico dietro a tutto ciò che in un trentennio non ho mai venduto un solo cucciolo ma li ho sempre e solamente ” AFFIDATI ” a persone competenti e di mia esclusiva fiducia. Faccio presente che sono un funzionario amministrativo di una grande azienda ex ufficiale dell’esercito che alle spalle della propria poltrona in ufficio non ha la foto classica del presidente nè del Papa ma quella icona che resterà scolpita nei ns. cuori per sempre e cioè FALCONE E BORSELLINO INSIEME ( che penso non abbiano bisogno di un profilo su internet ). Salutandola le ribadisco il mio sostegno, semprechè si abbia le armi ( prove concrete ), per poter combattere, altrimenti le chiacchiere da bar restano a zero.

    • “Farneticazioni”… ma il nome dell’ allevamento non appare; e io continuero’ a mettere in dubbio che il signor alberto sia un “allevatore riconosciuto” finche non dira’ chiaramente chi e’. Invece di nascondersi dietro storielle sulle foto di alcuni eroi della storia italiana recente e di darmi del fantomatico farneticante. Qui in messico questo modo di parlare lo chiamiamo “cantinfleo”, parla, parla ma non dice nulla. Si vergogna forse di dire quale e’ il suo allevamento? Ha paura di esporsi? Non ci ritiene degni di sapere? Perche si nasconde dietro le mail private? Di cosa ha paura? Io ho detto sempre chi sono; sono un italiano quarantenne di professione fotografo (e mi chiamo veramente eros) che vive a citta del messico e che grazie a un cucciolo di 5 mesi ha scoperto la cinofilia. Non sono socio enci (ovviamente, visto che vivo in messico), ne giudice, ne allevatore. E con il mio cucciolo frequento due volte a settimana un campo vicino casa (camellon del periferico, di fronte al mercado de constitucion). E sono molto meno “fantomatico” di uno che vorrebbe che lo riconoscessimo come “allevatore riconosciuto” solo perche lo dice lui. E si torna al nostro “asino parlando di orecchie”, visto che da dei fantomatici a noi ma non vuole dire chi e’ lui. Cosi come si puo applicare lo stesso “asino parlando di orecchie” al “farneticanti” visto che lo sproloquio sulle denunce per le fotografie e’ ancora presente in questa pagina (in modo che tutti si possano rendere conto di chi sta “farneticando”.

    • Il fatto che tu hai cominciato prima di me o di chicchessia non ti dà assolutamente maggiore dignità di esistere…. Se vuoi ti indico almeno una dozzina di miei coetanei, e ancora più giovani anche, che gareggiano anche ai mondiali, piazzandosi pure e che non trattano con sufficienza neanche i novizi…

  16. Questo articolo, così come i tanti commenti che lo seguono, in merito alla questione “maltrattamenti” è naturalmente rivolto ad un pubblico caratterizzato dalla etereogeneità. Fatta questa piccola premessa, dopo avere letto sia l’articolo che i relativi commenti mi viene spontaneo fare alcune considerazioni:

    1- chi scrive “a favore dei cani” (di qualsivoglia razza e/o “destinazione d’uso”) dovrebbe, visto il tipo di accuse che vengono lanciate nell’articolo contro ignoti (non troppo ma non anche abbastanza da renderli individuabili!) e alle tecniche da questi usate (solo riportate per sentito dire e non verificate di persona!), prendere in considerazione che, una volta pubblicato in rete il suo scritto (di cui naturalmente si assume ogni responsabilità, è ovvio!!!) chi legge non necessariamente è “colto” a sufficienza da discernere tra “realtà”e “verità”. La prima riguarda i fatti così come effettivamente si svolgono, la seconda invece dipende da come la prima viene interpretata e riferita assoggettata alla propria visione delle cose! Ciò fa innescare un ulteriore meccanismo interpretativo dando così adito ad un immaginario collettivo che può scaturire in un pensiero comune facilmente contagioso: “addestrare un cane significa maltrattarlo, quindi meglio stare lontano dagli addestratori”!

    2- sempre chi scrive associa all’articolo delle immagini che, intenzionalmente, raffigurano (così come nell’insieme facilmente si interpreta) vittime e carnefici. In un’immagine infatti viene raffigurata una giovane donna con un cane che svolge attività di addestramento e nelle altre due giudici, conduttori e figuranti che svolgono la loro attività. Ciò che salta all’occhio è che nella foto della giovane donna viene oscurato il volto mentre nelle altre le persone sono facilmente individuabili. E’ ovvio quindi che nel caso della giovane donna resta l’anonimato mentre per le altre persone no. Tale ultima palese ed oggettiva constatazione fa sì che un’individuo viene tutelato nella privacy mentre gli altri no. Perchè non comportarsi in egual modo per ogni soggetto? Perchè non scegliere immagini chiare ed esplicite, di cui internet è strapieno, che raffigurino in modo inequivocabile i comportamenti inidonei a cui l’articolo fa riferimento? Nessuna delle immagini messe nell’articolo ha attineza con quanto in esso contenuto: nessun maltrattamento ma persone che praticano la loro attività e/o il loro sport senza violenza alcuna!!! Qual’è allora il senso???

    3- Tra i contenuti dei commenti si trova l’invito di filmare con il cellulare i “reati” (perchè tali sono tutte le azioni di violenza e maltrattamento sugli animali) che avvengono nei campi di addestramento. Domanda: ma i campi di addestramento non sono luoghi privati? Che io sappia si; quindi praticamente si vuole combattere un reato commettendone un altro? Ma non sarebbe più semplice non frequentare più i campi degli addestratori che utilizzano la violenza per ottenere un risultato? Ma cosa c’è di tanto pericoloso nel fare una denuncia a cui seguirebbero delle indagini? O forse il timore nasce dal fatto che a seguito di tali denunce qualcuno smetterebbe di ottenere i risultati e quindi perderebbe visibilità e conseguentemente un profitto economico? Ho la sensazione, soprattutto facendo una sintesi tra articolo e commenti, che dietro alcuni nick name utilizzati per tutelare la propria identità si trincerino falsi animalisti che esprimono la loro opinione sfavorevole ai metodi coercitivi che dicono di conoscere bene ma che non praticano e soprattutto che non denunciano! Per farla breve armiamoci e partite!? Ma insomma i reati ci sono o no? Tutto l’amore verso i cani dov’è quando si parla di esporsi in prima persona? Omertà, questa è la parola giusta da utilizzare! Vittimismo e codardia: un connubio perfetto.

    4- In uno degli ultimi commenti, un lettore lamenta l’associazione di una fotografia all’articolo e ne richiede la rimozione. E qual’è il problema? Perchè non rimuoverla visto che non solo non è attinente al contenuto dell’articolo ma consente di individuare facilmente chi vi è raffigurato? Se è vero che chi scrive il suo pensiero, sia nell’articolo che nei successivi commenti, è libero di farlo, altrettanto è vero che chi ne viene coivolto ingiustificatamente, anche se solo indirettamente, ha diritto di replica e di soddisfazione e non in ultimo di essere estraniato dal tutto! Sostiture le foto con altre più pertineti, non solo renderebbe chiaro a tutti nei particolari il contenuto dell’articolo inerente a tecniche di addestramento poco etiche ma eviterebbe di associare alla notizia, nell’immaginario collettivo, attività sportive lecite e socialemente molto utili. Si addestrano cani anche per operazioni di salvataggio, ricerca di persone scomparse, antisommossa, antidroga, per i non vedenti o altri individui portatori di handicap senza dimenticare la pet-therapy, ecc…!!! Anche questi cani vengono addestrati da professionisti a fare bene il loro lavoro e leggendo l’articolo qualcuno potrebbe pensare che anche gli addestratori di tali cani usino tecniche violente!! Non c’è dubbio che il danno apportato a tali figure professionali ed agli utenti che ad essi si rivolgono riceverebbero un danno non indifferente.

    5- Personalmente ritengo che sia etico:
    a) scrivere la realtà accertandosene prima e dettagliandone i contorni, le sfumature, i particolari;
    b) accertarsi che la fonte da cui provengono le notizie sia attendibile non per conoscenza e fede personale ma attraverso prove oggettive sulle quali ricostruire le vicende descritte;
    c) imputare i reati elencandoli minuziosamente ma associando ad essi individui precisi (le carceri sono stracolme di persone che dopo anni di detenzione basati su voci di corridoio vengono rilasciati perchè innocenti!!!);
    d) vagliare con oculatezza quali siano le ripersussioni di quanto si vuole pubblicare e soprattutto prendere in considerazione il target a cui l’argomento è rivolto;
    e) fare un passo indietro quando ciò che si scrive crea disagio, disappunto e/o danno all’immagine di un qualsivoglia individuo che, pur sempre non paragonabile ad un VIP, viene leso e chiede di riparare al danno;
    f) mai ritenersi ostinatamente nel giusto: la propria libertà finisce dove inizia quella dell’altro.

    6- Scrivere un articolo come questo induce, senza offesa alcuna, a pensare anche ad una qual forma di pubblicità riservata al proprio profilo. Chi, come me, si interessa di sapere chi è l’autore, autrice in questo caso, di un articolo tanto quotato in soli tre giorni, può essere indotto a pensare che la “giornalista”, avendo affrontato un argomento così attuale e sentito, come testimoniano i continui servizi televisivi al livello nazionale, sia spinta a mettere in rete una miccia per accendere un falò che farebbe luce sì sull’argomento ma anche, e non certo meno, su se stessa. In poche parole una sorta di auto-pubblicità mediatica di non poca rilevanza.

    7- Sono un’amante degli animali tutti ma in particolar modo dei cani ed è per questo che ritengo che l’articolo, se pur valido dal punto di vista ideologico, è altamente dequalificante per la categoria dei cinofili in generale (non tutti addestrano i cani e anche tra questi non tutti frequentano “cattive persone”). Le accuse fine a se stesse non servono a nulla. Gli ignoti resteranno tali e quindi si tratta di parole al vento. L’autrice dell’articolo, che ho conosciuto solo ieri per caso e virtualmente, certo non manca di esperienza, come si evince dal suo profilo, non solo nel settore cinofilo ma anche nella vita di relazione, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di pubblicare un ulteriore articolo finalizzato al reintegro tra i veri addestratori cinofili di tutti coloro che lavorano onestamente e correttamente in ogni settore per il bene comune attraverso l’addestramento dei nostri amici a quattro zampe che spesso salvano la vita altrui, si immolano per il loro padrone e ci regalano il loro amore incondizionato.

    Concludo auspicando che tutta questa discussione porti ad un unico risultato positivo: lealtà verso i cani ma soprattutto onestà fra gli uomini.

    • Bianca, provo a risponderle punto su punto:

      1) il meccanismo che lei ipotizza deriva dalla tendenza umana di fare di tutta l’erba un fascio, che sicuramente non si può imputare a chi racconta dei fatti. Su qualsiasi articolo di qualsiasi giornale, a meno che non si faccia pura e cruda cronaca senza opinionismo si sorta, si possono innescare meccanismi di questo tipo: per evitarli si può solo tacere. Ma tacendo si fa anche il gioco di chi delinque/maltratta eccetera. E’ esattamente la mafia a suggerire l’omertà, se non erro;

      2) il senso delle immagini era quello di illustrare “momenti” della disciplina di cui si stava parlando, punto e basta.
      La foto oscurata è oscurata in quanto ritrae una BAMBINA, e non una “giovane donna”. I minori vanno tutelati, gli adulti no…anche perché gli adulti, come scitto chiaramente a fondo pagina, stavano lì di passaggio, a titolo appunto “illustrativo” e non certo perché c’entrassero nulla con i personaggi di cui si parla (altrimenti tanto valeva fare nomi e cognomi, eh! Tacere il nome e metterci una foto sarebbe stato davvero ridicolo).
      In Italia i nomi non si possono fare… ma non si possono neanche sostituire con una foto. Poiché il personaggio accusato è un giudice, ho utilizzato una foto in cui i giudici si vedevano solo di spalle (e comunque non avevano nulla a che fare con la persona di cui si parla): non ho pensato che si potessero incazzare conduttori e figuranti dei quali, nell’articolo, NON si fa assolutamente cenno. Ma siccome si sono incazzati, ho tolto la foto.

      3) un campo di addestramento pubblico, su cui si tengono lezioni pubbliche, dal mio punto di vista è un luogo pubblico. Se così non è, ritiro l’invito a filmare…ma mi piacerebbe che qualcuno più esperto di me in materia di privacy me lo confermasse.
      Però, a questo punto, resta solo la famosa “parola dell’uno contro quella dell’altro”, che non mi pare porti molto lontano in caso di denuncia. Personalmente, anni fa (non c’erano ancora cellulari né videocamere) andai a denunciare un caso di maltrattamento ai Carabinieri e mi sentii rispondere che “avevano cose più importanti da fare”. Allora lo denunciai all’ENCI e non ebbi mai più risposte.
      Omertà e codardia indubbiamente ci sono da più parti: ma visti i risultati ottenuti da chi ha provato a parlare (non solo indifferenza, ma anche minacce vere e proprie) non mi stupisce che ci siano.

      4) la foto è stata rimossa da mo’, proprio per finirla con polemiche che invece evidentemente proseguono (e comunque, ribadisco il punto 2);

      5) evidentemente la mia “fonte” è persona conosciuta, nella quale ho fiducia. Ma siccome non mi bastava una sola fonte, ho interpellato un altro cinofilo che lavora nella stessa zona e che mi ha confermato tutto punto per punto.
      La lezioncina di morale seguente, che mi pare sempre riferita ala foto, mi pare superflua visto che la foto è stata rimossa PRIMA che lei scrivesse questo commento: quindi, magari, dare prima un’occhiata non sarebbe stato male.

      6) questo è semplicemente ridicolo, visto che questo sito (gratuito, lo sottolineo per l’ennesima volta) fa circa 15.000 visite al giorno anche quando tratta di argomenti assai meno “piccanti”: quasi non riesco più a star dietro al lavoro che comporta, quindi tra un po’ i lettori dovrò mandarli via, anziché cercarne di nuovi…

      7) guardi che semmai si dovrebbe fare il percorso esattamente contrario: sono ANNI che difendo a spada tratta la categoria degli addestratori, alla quale peraltro mi pregio di appartenere (o quantomeno, di aver appartenuto per molti anni), come lei saprebbe probabilmente se avesse mai letto qualche altro mio articolo e non fosse arrivata qua solo perché spinta da qualche interesse specifico (personale o altrui, non so).
      Ma proprio perchè ho sempre difeso questa categoria, se permette, MI GIRANO FORTEMENTE I COGLIONI (anche quelli che non ho) quando mi rendo conto che esistono ancora persone accreditate dall’ENCI che fanno uso di strumenti e metodi che contrastano in modo drammatico con il termine stesso di “cinofilia”.
      E quando mi girano i coglioni, io lo dico: non proteggo i “miei simili” solo per stupido e cieco corporativismo. Così come attacco i “cinofilosofi” che stanno rovinando questo ambiente, così come me la prendo con gli spacciatori di pillole, me la prendo anche con i veri e propri delinquenti che continuano ad addestrare cani, a giudicare cani o ad allevare cani. E mi aspetto che l’ENCI faccia qualcosa per eliminare questi personaggi, NON per proteggerli. Chi vuole proteggerli, o coprirli, o insabbiare la realtà, è un dannatissimo complice di questi dannatissimi stronzi. E sia ben chiaro che, se non ci fossero stati loro, i cinofilosofi, i disneyani, i buonisti che stanno rovinando pacchi di cani NON SAREBBERO MAI NATI.
      Lei vuole fare finta di niente solo perché in questo Paese il delinquente non è chi delinque, ma chi lo denuncia? Libera scelta sua.
      Io ne ho fatto una diversa.

      • Scusi Sig.ra Rossi, ma quando ho mai asserito che che bisogna additare chi denuncia? o che chi delinque deve restare impunito?
        Credo di avere chiaramente manifestato le mie convinzioni ed opinioni che erano, ed è palese, solo ed esclusivamente rivolte al carattere dell’articolo ed alle modalità con cui lo stesso è stato strutturato.
        Mi rendo conto comunque che, contrariamente a quanto si attende da persone di un certo spessore culturale, civile, etico e morale, in questa grande nazione sono sempre più numerose le persone intolleranti e prevenute, che dimostrano così una mancanza di argomentazioni sufficientemente valide tanto da sostenere un contraddittorio il cui fine ultimo dovrebbe essere quello di erudire taluni, dissuadere altri e promuovere idee da poter perseguire con fermezza e convincimento.
        Io non sono dotata degli attributi che lei declama con tanto fervore, e se mi permette, utilizzando un linguaggio che poco si addice ad argomentazioni serie, soprattutto quando non si conoscono personalmente gli interlocutori. Certi termini, lasciamoli a chi non conosce l’anatomia umana…

        Il mio ruolo nella società, ormai da lungo tempo, vede tutte le mie giornate impegnate ad addestrare le menti umane ad ottenere il miglior risultato con il minimo sforzo ( e non ho detto il maggior risultato, che è tutta un’altra cosa…) attraverso la conoscenza, unica arma che consente ad un essere vivente di trovare la migliore strategia per non soccombere. Forse però codesto spazio, che pensavo fosse riservato ad un dibattito di livello superiore, è poco affine a chi come me crede nello scambio di opinioni , che comprendono naturalmente anche le critiche, senza che le stesse diventino aggressioni accusatorie fine a se stesse.
        Esistono addestratori che commettono il reato di maltrattamenti? Si?
        Scusi ma non comprendo quale sia il suo suggerimento per far si che vengano perseguiti ma soprattutto resi innocui.
        Se poi anche gli alti vertici sono “complici” consapevoli o meno (la legge non ammette ignoranza), beh allora penso proprio che sia necessario un intervento drastico fatto di astensioni dai voti, dalle manifestazioni sportive, dalle riunioni, ecc…
        Se si decide di fare la guerra a qualcuno di pericoloso ogni arma è lecita purchè colpisca il giusto bersaglio.
        Vorrei sottolineare a chi ha letto il mio primo intervento che la sua allusione, Sig.ra Rossi, al mio intervento difensivo nei confronti di qualcuno mi fa sorridere. Il fatto che una persona non condivida le sue idee non è un nemico ma solo un essere pensante dotato di intelletto e capacità di discernere tra ciò che ritiene giusto e ciò che invece pensa essere dannoso e inutile.
        In ultimo vorrei dirle che ritengo di essere in grado autonomamente di scegliere i testi da inserire nella mia biblioteca personale.
        Senza rancore.

        • Bianca, lei è liberissima di leggere ciò che più le aggrada: però, prima di consigliarmi di scrivere cose che ho già scritto almeno duemila volte, sarebbe stata tenuta almeno a dare un’occhiatina al sito per capire come la pensavo.
          Altrimenti bastava risparmiarsi il suggerimento. Tutto qua.
          Per quanto riguarda il mio linguaggio, è vero: sono aggressiva. Ma sono aggressiva proprio perché sono stufa, arcistufa e megastufa di sentirmi dire: “Ehhhh!!! Tu difendi gli addestratori, ma guarda Tizio cosa fa…e Caio come rovina i cani…e Sempronio col collare elettrico”…e avanti così.
          Ma sa qual è la cosa veramente irritante? Che se io accuso un comportamentalista (e magari fosse uno solo…) di essere uno spacciapillole, arrivano qua centodue comportamentalisti a difendere la categoria a spada tratta.
          Se invece accuso un addestratore/giudice (ma magari fosse uno solo…) di maltrattare i cani, qua arriva soprattutto gente che si preoccupa delle foto che ho usato e che pensa solo a salvaguardare la propria immagine e/o la propria lesa maestà.
          Non è molto incoraggiante.

          • Non voglio fare nessun tipo di polemica perchè perloppiù sono in linea con quello scritto dalla signora Rossi.
            Io sono il primo a puntare il dito sulle categorie a cui appartengo:
            -Per quanto riguarda la categoria degli educatori/addestratori la verità(almeno la mia, di verità)
            è che c’è la contrapposizione fra i talebani delle metodologie gentili e i talebani della coercizione “sempre e comunque”: mentre ai primi contesto il fatto che, non tutti ma molti di loro, piuttosto che usare una pur minima forma di pressione, e non intendo metodologie “dolorose”, preferiscono l’eutanasia. Per quanto riguarda i secondi, contesto il fatto che alcuni di loro, pur avendo le competenze per utilizzare metodologie, non applicano quest’ultime, e cito perchè “non hanno tempo da perdere”…
            -per quanto riguarda la categoria dei comportamentalisti contesto i “farmacisti” sempre e comunque e quelli contrari alle “pasticche”, anche in questo caso, mai e per nessun motivo…

  17. Scusa Alberto ma se sei uno dei raffigurati nelle foto dovresti parlare per te, e non per tutti gli altri che credo siano in grado di difendersi da soli qual’ora ce ne fosse bisogno. Inoltre non credo che la lettera diffami proprio una bella cippa, poichè gli addestratori in gamba sono ben apprezzati per il lavoro che fanno, visto che sono in pochi!Non si può negare che il mondo della cinofilia è pieno di cagnari che vivono sulla pelle degli amici a quattro zampe e di addestratori che non sono adatti a farlo, questa lettera a mio avviso dovrebbe servire a ricordarcelo ogni tanto, e magari a pensare di cominciare a fare qualcosa, perciò il tuo commento è più che fuori luogo.

  18. Sono un cinofilo da sempre, allevatore con affisso, e non sopporto certe affermazioni scagliando la pietra e nascondendo la mano. La Signora autrice dell’articolo dovrebbe avere il coraggio di fare nomi e cognomi delle persone perseguibili a norma di legge invece di sputtanare una categoria di SPORTIVI, CINOFILI VERI, che amano il loro sport e i loro amici animali. Se la Signora vuole veramente fare qualcosa faccia il nome del giudice di modo da poter fare pulizia di un pò di melma che galleggia nel nostro sport al posto di mettere solo delle fotografie che nulla hanno a che fare con il testo dell’articolo e che infangano l’onorabilità delle persone inquadrate le quali hanno già dato mandato ai propri legali di adoperarsi ad ottenere legittima soddisfazione presso le competenti sedi giudiziali. Invito la Signora a contattarmi per E-MAIL e a chiedere scusa a tutti coloro che amano questo sport e che lo praticano in modo sano e che sono stati tirati dentro con estrema leggerezza e strafottenza.
    Penso proprio, come dice lei all’inizio dell’articolo, che una bella sputacchiata non guasterebbe, cospargendosi la testa di cenere per quello che afferma, senza avere cognizione del danno che ha arrecato a molte persone che pur essendo giovani anagraficamente nulla hanno da invidiare alla Signora come competenza, esperienza e amore per gli animali. La invito calorosamente a porre rimedio a tanta pubblica diffamatoria bramosia di giustizialismo, non finalizzato, che non si addicono ad una vera, sincera, appassionata ricercatrice della verità. Una Signora della sua esperienza (?)non avrebbe dovuto neanche pensare di pensare ad una così stolta leggerezza da non fare nomi e cognomi ciarlando di cose che infangano solo chi rappresentato in foto. Intimo la Signora a togliere SUBITO le foto in essere e chiedere pubblicamente scusa agli interessati.

    • Qui in messico diciamo “un asino parlando di orecchie”. Sarebbe il caso che per coerenza l’ “allevatore con affisso” dicesse quale e’ il suo allevamento in modo da esporsi, prima di attaccare una persona accusandola di “scagliare la pietra e nascondere la mano”. E sento schifo di fronte a un (presunto) allevatore che invece di preoccuparsi di come risolvere la situazione per il bene dei cani decide di sprecare il tempo minacciando denunce per le foto che corredano un articolo. E il mio schifo diventerebbe ribrezzo se davvero il (presunto) allevatore davvero denunciasse chi pubblica delle foto invece che chi maltratta i cani. Se l’ allevamento e’ reale, allora l’ allevatore per coerenza dovrebbe dire quale e’, per permettere di sapere con chi si ha a che fare, e di evitare l’ allevamento di un ipocrita che si definisce cinofilo e che pero’ poi si preoccupa piu di giochini di potere che del benessere dei cani. Qualsiasi vero cinofilo lotterebbe contro chi maltratta i cani, piuttosto che contro chi pubblica foto che non gli piacciono.

    • Alberto, nonostante il tono del suo commento meritasse un’immediata sparata a quel paese, anzichè una scusa, ho preferito inserire a fine articolo un piccolo disclaimer sulle foto, anche se avevo scelto appositamente una foto in cui i giudici (visto che la persona accusata di maltrattamenti è appunto un giudice) si vedessero solo di spalle, per evitare qualsiasi fraintendimento.
      Gli unici che si vedono in faccia sono i figuranti, che non vengono in alcun modo chiamati in causa: non si vede quindi come potrebbero risultare “infangati” da un articolo che non se li fila di pezza e ritengo quando meno risibile sia la richiesta di scuse (per cosa?), sia il riferimento ai “legali a cui sarebbe già stato dato mandato” (de che?). Poiché il figurante dell’ultima foto è Luca Meneghetti, che è un amico e che non penso si sarebbe mai sognato di adire a vie legali senza neppure darmi un colpo di telefono nel caso gli seccasse essere raffigurato, e quello con i bull terrier e i mafiosi è lo screen shot di un giochino, quindi ritrae personaggi immaginari…ritengo che lei, “Alberto”, sia o il conduttore o il figurante della foto col rott. Se è così, credo di aver riconosciuto in lei un rappresentante delle Forze dell’Ordine: il che davvero mi rattrista, visto che sono proprio le persone come lei che potrebbero intervenire con fermezza su chi i cani li maltratta, anziché prendersela con presunti attacchi a chi non viene neppure citato.
      Il disclaimer era comunque dovuto, e l’ho inserito: a togliere la foto non ci penso nemmeno, perchè la sua richiesta non trova giustificazione. Dispostissima a discuterne con il suo avvocato, se crede.
      Quanto al fare nomi e cognomi… a parte il fatto che semmai dovrebbe chiederlo all’autrice della lettera e non a me, perché io non ho assistito personalmente ai fatti (ma conosco chi ha assistito e mi fido di ciò che mi ha raccontato), lei dovrebbe sapere benissimo che in questo Paese, facendo i nomi, si va incontro a querele e rogne di ogni genere, perché la nostra legge tutela i delinquenti e penalizza chi li denuncia. Quindi, se vuole, si adoperi per cambiare le ridicole leggi sulla diffamazione a mezzo stampa, anziché prendersela con chi almeno “prova” a puntare il dito contro lo schifo e la mafia che dilagano in cinofilia.

  19. Io accetto che determinati ausili vengano usati come ultima prova per il recupero di problemi comportamentali gravi , sicuramente meglio il collare con le punte o il tele ad una iniezione , ma non per lo sport.
    Il mio cucciolone con la tempra che ha non avrebbe problemi a sopportare un collare con le punte , ma perchè metterlo se è possibile provare altre strade ed avere la sua collaborazione in altri modi .

    • ciao nikt. il problema dell’utilizzo de collare elettrico e delle punte, al di là dell’eticità e della efficacia/efficienza, diventa evidente quando si abusa dello stesso (intendo in quantità):l’abuso, che qualitativamente è sempre tale, quantitativo di tali strumenti di tortura porta all’inevitabile assuefazione al dolore con conseguente inefficacia della correzione

    • Autocito un pezzo del mio post sopra:
      “Il mio cane, un rott, è stato addestrato in alcuni esercizi con l’ausilio dello strangolo non per ambizioni di vitorrie ma per avere un controllo ed un rigore ferreo nell’ubbidienza di base(ricordo che se un rott per qualsiasi motivo punti una persona e non si è in grado di fermarlo con un urlo a qualsiasi distanza non è bello, per così dire..). Paradossalmente quando mi approccio al’ipo ed altri brevetti non uso mai metodi coercitivi perchè lo faccio esclusivamente per divertimento mio e del cane.”

      Non ho esperienza diretta di altre razze che non siano il rottweiler e nello specifico quella ormai piccola percentuale di rott di linea tedesca che non sono stati rovinati ed ammorbiditi per aumentarne la commerciabilità e l’estetica non funzionale.
      Detto questo ritengo abbastanza poco realistico essere in grado di fermare il cane nel suo momento di massima agressività senza aver mai utilizzato una qualsiasi punizione positiva per lo meno nella fasi iniziali del’addestramento.

      • “piccola percentuale di rott di linea tedesca che non sono stati rovinati ed ammorbiditi per aumentarne la commerciabilità e l’estetica non funzionale”

        ottioooooo ogni volta che lo leggo e ne parlo mi si rigirano le budella, perchè è verissimo purtroppo (evvabbè si sarà capito che sono rottweilerista anche io hihi) .. ok basta perdonate l’off topic 🙂

        • Anch’io, quando ho cominciato la pensavo come te….Anzi criticavo aspramente le metodologie gentili che ritenevo, e forse come era applicato allora era vero, inefficaci se non controproducenti….Da almeno 5 anni, che coincidono con il mio percorso formativo per rieducatore comportamentale, ho cambiato drasticamente le mie metodologie operative, utilizzando il mero rinforzo positivo…. E ti dirò di più: fra il collare a strangolo e quello a punte molto probabilmente, ma anche no, preferirei quest’ultimo, perchè nell’ottica delle correzioni dure è, almeno, più efficiente….
          P.S. E’ proprio con i cani a tempra dura, indocilità marcata e/o alta aggressività eviterei TUTTI i mezzi coercitivi per evitare i conflitti… Ci sono tantissimi altri appigli, vedi gestione delle risorse, che permettono di lavorare il cane in modo ottimale…

          • un cane di tempra alta, indocilità marcata, e alta aggressività se lo lavori con metodi coercitivi ti si mangia (se ti va bene)!! c’è da dire che un cane così non è un cane sportivo però, quindi più che di addestramento parlerei di educazione o rieducazione appunto…

          • Preciso che io sto parlando di semplice ubbidienza e di controllo del cane non di rieducazione comportamentale di alcun genere, nella quale la mia esperienza è per mia fortuna nulla.

      • Se il cane mostra aggressività bisogna eliminare il problema che porta all’aggressività, non contenere il cane che, al ripresentarsi dello stimolo scatenante, porrà in essere lo stesso problema…

  20. Sì, sono d’accordo sul non demonizzare lo strumento, però ci sono razze e, all’interno delle razze singoli cani, adatti a fare lavoro, altri no, se li porti a fare lavoro usando il collare con le punte non credo che il cane ti correrà incontro per mettersi il collare, poi sicuramente ci sono le eccezioni come in tutti i casi e sicuramente ci sono dei bravi addestratori che sanno quando utilizzare determinati ausili, spero davvero di incontrarne, fin’ora grandi delusioni.

    • Assolutamente ciò che penso! Per questo bisogna procedere molto cautamente e per gradi. Credo che gli errori piu comuni ai due estremi siano:

      Addestratore macellaio: se il collare con le punte mi ha dato buoni risultati con X allora con Y saltiamo le tappe e lo usiamo subito.

      Signora che “ama tanto tanto gli animali” propietaria di beagle, labrador, ecc: il collare con le punte è uno strumento del demonio perchè se guardo il mio negli occhi spancia e poi se tanto se non mi ascolata non fa del male a nessuno

  21. Articolo veramente interessante .
    Io pratico utilità e difesa con i miei due cani , mi sono dovuto scontrare con questa concezione del cane da IPO ed ho quasi pensato di smettere per il mal di stomaco che mi viene alla vista di un cane fritto e schiantato sotto il conduttore ( visibile anche in gara , ed i giudici continuano a far finta di niente ed invece di buttar fuori il conduttore rimproverano solo un’eccessiva chiusura del cane).
    I miei due cani sono lavorati completamente con rinforzo positivo ; con uno non mi sono mai stati neppure proposti collari o metodi coercitivi essendo di tempra bassa e molto duttile , per un bocconcino farebbe di tutto! Mentre per il cucciolone di tempra durissima e veramente tosto , già a 6 mesi mi è stato detto che o punte o con questo cane potevo smettere , me ne sono andato giurando che avrei attaccato salamotto e giacca al chiodo.
    Penso che oltre a tanta ignoranza cinofila ed etologica ci sia anche l’impazienza di volere arrivare in due anni ai risultati , si mette le punte ancora prima di insegnare le cose al cane e poi via cane fritto avanti il prossimo.
    Un cane a tempra dura si abitua allo stimolo negativo che deve essere sempre maggiore per essere efficace , e così dalle punte quadrate si passa a quelle affilate per tenere alto lo stimolo e via dicendo…
    Io ho fortunatamente trovato due addestratori che condividono le mie idee , rispettano i tempi miei e dei miei cani (e non semplice nel mondo dell’UD) , con loro ho trovato la chiave per avere collaborazione dal cucciolone che ora va come un treno. Certo la fatica è maggiore , perchè è necessario dosare ogni minimo stimolo (esterno e ovviamente positivo) per rispettare la naturale risposta del cane , oltre a dover insegnare l’autocontrollo al soggetto invece del contenimento ecc… E’ dura i miei cani sono aperti e sereni ed ovviamente più imprecisi, probabilmente non vincerò mai niente , ma la sera quando torniamo dopo una giornata di lavoro e ci accoccoliamo distrutti tutti e tre sul divano , siamo felici , sereni e soddisfatti. Posso veramente dire di amare i miei cani. Magari non vincerò mille premi , non mi farò un nome nell’ambiente , e avrò solo le mie due lire in tasca… ma mi sarò divertito tanto ..lo sport e la passione dovrebbero essere questo.

    • Nikt… facciamo i nomi!!! Quelli dei macellai non si possono fare perché ti querelano, ma far nomi in positivo SI PUO’ eccome!
      Quindi, a te e a chiunque altro… fateli, i nomi di quelli che rispettano i cani!

    • In realtà non è proprio vero che i giudici continuano a far finta di niente, il regolamento parla chiaro sotto quest’aspetto: i cani chiusi vanno penalizzati, e , almeno le gare che ho visto io (che sono tante anche se non tutte ovviamente) hanno applicato alla lettera; cani con mostravano segni di sottomissione sono stati fortemente penalizzati come punteggio, altri, che mostravano segni molto più evidenti penalizzati a tal punto che non hanno passato la prova. E’ vero che ancora non tutti i giudici hanno recepito in pieno questo aspetto, ma sono sicuramente molti e il loro numero sta crescendo 😉

      • Confermo a mia volte per le gare a cui ho assistito.
        Sono inoltre decisamente d’accordo sulla penalizzazione inflitta ai cani chiusi.
        Il problema qui è che si fa una stupida battaglia contro gli strumenti senza analizzare il cane, si parla semplicemnte per buonismo.
        Il mio cane, un rott, è stato addestrato in alcuni esercizi con l’ausilio dello strangolo non per ambizioni di vitorrie ma per avere un controllo ed un rigore ferreo nell’ubbidienza di base(ricordo che se un rott per qualsiasi motivo punti una persona e non si è in grado di fermarlo con un urlo a qualsiasi distanza non è bello, per così dire..). Paradossalmente quando mi approccio al’ipo ed altri brevetti non uso mai metodi coercitivi perchè lo faccio esclusivamente per divertimento mio e del cane.

        Detto questo quando mostro lo strangolo al mio cane, lui viene da solo e tenta di infilarselo perchè vuole lavorare, non ha mai dato alcun segnale di disagio, ma solo coda alta ed entusiasmo.

        Quindi vi chiedo: è maltrattamento se il cane non si sente maltrattato?

        • Non so se sono io che non ho capito, ma non credo che si stia imputando qualcosa al collare a strangolo, (o sì?). Io lo uso per portare a spasso i miei cani, trovo che con quelli di cuoio o corda si affaticano molto di più e provino più disagio, inoltre quando io portavo la mia belga a fare lavoro non è che con lo strozzo chissà cosa fai, almeno per la mia esperienza. Il problema è quando rifilano al cane di 6 mesi il collare con le punte, utilizzato nel modo in cui lo visto utilizzare io (e sinceramente non saprei in che altro modo si possa utilizzare) è da denuncia, tant’è che il mio belga non si è più avvicinato ad un collare per due mesi e dopo aver detto ciò che pensavo a quei matti non l’ho mai più portata. Come dicevo non è che tutti quelli che fanno lavoro sono dei cattivi addestratori, ma tutti quelli che ho visto io fin’ora sono degli esaltati. Spero di incontrarne di migliori.

          • Ho citato lo strangolo solo per fare un esempio, ciò che provo a dire è che ritengo sbagliato puntare il dito sullo strumento. Quello che conta è il cane, lo studio della sua personalità e delle sue reazioni agli stimoli dati.

            Gli addestratori di cui parli sono degli incompetenti perchè hanno utilizzato un strumento fuori luogo per un cane di quell’età e di quella tempra, non per averlo usato in generale.

            Come hai detto giustamente i tuoi cani sono abituati ad un coretto uso dello strangolo e per te è normale perchè li vedi reagire normalmente, ma lo stesso strangolo può avere gli stessi effetti devastati su altri cani come il collare con le punte l’ha avuto per il tuo cucciolone.

        • impossibile squalificare qualcuno perchè ha il cane chiuso, poichè il giudice non può sapere come è stato lavorato il cane: è possibilissimo che il conduttore abbia lavorato senza la benchè minima coercizione, però il cane sia chiuso come suo atteggiamento personale (è raro ma possibile), nel qual caso non è giusto squalificare un binomio che non ha nessuna colpa. Per cui giusta la penalizzazione perchè nello sport occorrono anche cani dotati; non di sicuro giusta la squalifica 😉

          • Si vede quando il cane è chiuso in modo artificiale, e comunque, siccome le prove di lavoro servono, o meglio servirebbero, ai fini selettivi di razze adibite all’ud, e non solo, il cane che mostra un atteggiamento chiuso andrebbe precluso dalla riproduzione: se tale atteggiamento fosse insito nel soggetto sarebbe ancora più grave, ai fini selettivi…. Un cane con tali caratteristiche (GENETICHE) difficilmente arriverebbe a ipo3. P.S. All’ultima gara fmbb ho visto groenendel e tervueren fallire il cal: scommettete che tali cani verranno, comunque, adibite alla riproduzione…

          • esattamente un cane così difficilmente arriverebbe all’ipo3 (infatti io nemmeno lo presenterei), poichè non ce la fa a prendere i punti necessari per avere il brevetto (ed è giusto che sia così). E’ la squalifica che è eccessiva, perchè, anche la legge italiana ce lo insegna, nessuno è colpevole prima che sia stato provato che lo sia, e il fatto che il cane sia chiuso è un indizio non una prova 🙂

    • nikt, complimenti a te ed ai tuoi addestratori.
      Ti auguro buon lavoro, a te ed ai tuoi cani.

      Anche a me picerebbe sapere i loro nomi e la città.

  22. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, mi rendo conto che ci sono tanti addestratori e non sono tutti uguali, ma tutti quelli che ho conosciuto che fanno lavoro sono degli esaltati, definiscono un cane “una merda” perché non morde subito come fanno i malinois, e se un cane non morde come dicono loro lo danno via. Ho visto molto questo atteggiamento con i cani da lavoro, perciò spero di incontrare addestratori più furbi in futuro!Non sono contro lo strozzo, ma dopo aver visto quello che si fa col collare con le punte, tempra o no, ai miei cani quell’oggetto infernale non lo mette più nessuno.

  23. A me è sempre stato detto che i cani che vincono in IPO oggigiorno sono preparati tutti con ausilio di collari elettrici.
    Poi ovviamente i preparatori non lo ammetteranno mai….un po’ come il vincitore del Mr Olympia che asserisce di essere natural.

    Io, che rimango un inguaribile ottimista, spero che qualcuno di non elettrificato ci sia.

  24. In parte è vero quel che dice Luigi: la tempra del cane conta molto. Però sul discorso dei risultati la faccenda è più complessa. Tra i cani da caccia so con certezza che si selezionano espressamente cani dalla tempra sempre più forte perché sopportino poi il dressaggio, fatto immancabilmente con il tele. E mi sta bene che un cane da lavoro debba avere tempra ma… allo scopo di fare il suo lavoro o allo scopo di tollerare i maltrattamenti? E’ un circolo vizioso. I cani da prove son diventati cavalli da corsa, paragonati a ferrari e usati esattamente come fossero mezzi, oggetti. In un altro articolo, non ricordo più quale, proprio Valeria ha detto che anche i giudici dovrebbero avere aspettative più ragionevoli in prova perché certi risultati si ottengono solo con metodi coercitivi. Insomma non è che con le cattive non si ottenga, si ottiene, ma chi controlla poi quanti cani ci hanno lasciato un polmone o hanno avuto problemi di salute in seguito ad un certo agonismo sfrenato? E’ una situazione simile a quella del doping. Non si può produrre un cane che va a mille all’ora e piega in modo precisissimo ecc. senza forzarlo. Tornare anche nello sport cinofilo a limiti più accessibili?

    • Chi controlla dovrebbero essere i proprietari dei cani.
      Mi spiego con un esempio: compro un border collie con l’idea di farne un campione di agility, magari lo scelgo anche consapevolmente con un certo pedigree sportivo. Vado dall’addestratore e trasformo un cane da conduzione di gregge in una specie di Vettel del tunnel, ma… MA dopo due o tre anni di gara il mio cane è zoppo e non può più fare gare. Prego notare che non è vecchio, ma già inutilizzabile a livello agonistico! Cosa faccio? Compro un altro border e vado dallo stesso addestratore, creiamo un altro mostro dell’agility e via andando per cicli infiniti della durata di due anni? Sono masochista? Forse, di certo ho comprato uno due dieci cento cani solo per soddisfare il MIO spirito agonistico, per vincere IO le coppe coppine coppette. Che gli frega al border zoppo e pallino-dipendente del podio?

  25. Leggendo certe cose mi ritengo fortunato ad aver incontrato un addestratore serio; nonostante io viva in messico, paese cinofilicamente arretrato rispetto all’ italia.
    Gia siamo stati a 7 lezioni (piu un paio a cui abbiamo assistito prima di iniziare) e Balrog e’ uno dei veterani della classe per cuccioli. Devo dire che lui fa obbedienza e le basi dell’ agility e che per esempio a Balrog di agility fa fare solo il tunnel e lo slalom (al rallentatore) ma niente salti perche dice che essendo un molossoide in sviluppo gli potrebbe causare danni alle articolazioni. Per attirare l’ attenzione del cane distratto invece del calcetto alla Millan usa due dita (come quando noi tocchiamo sulla spalla di un amico per farlo girare). Rimprovera chi non accarezza abbastanza spesso il suo cane. Ci fa usare biscotti premio. Ha chiesto che tutti ci portassimo dietro una bottiglia d’ acqua con lo spray per rinfrescare i cani nei giorni piu caldi. Adesso mi ha chiesto di comprare un fischietto (di quelli normali da arbitro di calcio) per lavorare sul richiamo. E siamo in messico. In italia mi aspetterei un ambiente ancora piu avanti e leggere certe cose mi fa credere che in fondo non si stia cosi piu indietro rispetto a voi (voi come paese, non come persone; non voglio offendere nessuno ma non riesco ad esprimermi meglio)

    • Una buona notizia per il Messico che non produce solo addestratori alla Cesar Millan e spacciatori di droga.
      Del resto anche noi non produciamo solo politici inciucciosi e mafiosi. Meno esterofilia fa bene all’autostima 🙂

      • Abbiamo anche noi addestratori seri; o “normali”, visto che e’ cosi che andrebbero considerati invece che casi rari. Noi (al campo dove vado) abbiamo in programma la partecipazione a una manifestazione organizzata da una nota marca di crocchette (non faccio nomi) per aprile (inizialmente prevista per marzo ma poi spostata per dei permessi); e dobbiamo ancora decidere chi partecipera’ alla gara di obbedienza e chi a quella di bellezza (ovviamente il tutto e’ aperto ai meticci). E non ci si scanna ne si litiga, siamo solo un gruppo di canemuniti che vogliono fare un esperienza nuova. E non capisco perche’ tanti privati diano cosi tanta importanza alle gare, manifestazioni, prove di lavoro, ecc… In fondo non sono allevatori, non mangiano grazie a questo e teoricamente dovrebbe interessargli piu il rapporto con il cane (e il suo benessere) che la preparazione di una gara. Eppure si continua a sentir parlare di gente che lascia maltrattare il proprio cane da pseudoaddestratori. E la storia della paura della ripicca non la capisco proprio. Paura di ripicche verso il proprio cane? E che gli cambia a un privato se non vince una expo? Tanto mica campa di quello; a me potrebbero anche promettere l’ iscrizione di Balrog come capostipite e la successiva vittoria del campionato italiano (o messicano), ma non lo lascerei mai maltrattare in cambio di questo

        • Già, mi scappa di pensare che certa gente (proprietari privati, non allevatori) proprio ci campi. Nel senso che se hanno il campione di turno vendono le monte “casalinghe” a 2-300 euro l’una senza nemmeno garanzia di successo sulle future possibili cucciolate. Niente male per chi possiede un “pet” d’affezione, non un “animale da reddito”. Magari non ci mangi 365 giorni l’anno, però va benissimo come integrazione esentasse.
          Altrimenti tutta sta frenesia agonistica non si spiega affatto, tranne con una malattia che necessita di intervento psichiatrico.

  26. Non ho letto tutti i commenti e spero di fare una domanda già fatta. Riguardo alle elezioni ENCI….che influenza si può avere?? Come si fa a chiedere determinati programmi??
    Non so come funzioni ma credo che il tutto avvenga all’interno…e che siano i membri del consiglio attuale a votare. O no? Vorrei capire.
    Insomma….chi è che può avere un qualche peso politico ? E come?

    • Ma no, non votano solo i membri del consiglio attuale…altrimenti le liste servirebbero a ben poco! Votano tutti i Soci. Chi può avere qualche peso politico? Tutti…sempre che votino secondo coscienza e non secondo l’andazzo del “dammi il voto che poi ti prometto…XYZ cose”.

  27. Vi racconto un’annedoto capitaomi domenica sera. Rientravo dalla passaggiata con la mia meticcia e incontro una ragazza di circa 17 anni a passeggio con un cucciolo di 5 mesi di Australian sherpherd Blue Merlo (con muso totalmente bianco).
    Mi fermo e chiacchieriamo 10 minuti, 2 coccole al cucciolo (timidissimo, un pò diffidente ma che mostra di gradire immensamente qualche grattino).
    La ragazza mi racconta che aveva già avuto un labrador, aveva preso il cucciolo (gli era stato dato dall’allevatore senza pedigree perchè essendo troppo bianco non rispettava gli standard… non ho commentato!), ma preparatevi perchè arrivo al bello…
    Le ho chiesto se pensava di addestrarlo.
    Lei mi risponde che pensava di voler fare agility, per il momento gli faceva fare qualche piccolo esercizio al cane e ed iniziare un pò di obbedienza tra un paio di mesi, doveva informarsi sui costi e avere l’approvazione dei genitori.
    Per gli esercizi, aveva chiesto consiglio al veterinario, che a sua volta gli aveva consigliato un libro scritto da un’inglese (o un’americano di cui non ricordava il nome), il veterinario le aveva detto che l’autore tratta anche l’uso del collare elettrico, che per il momento non serve ma volendo fare agility un giorno forse….

    Io sono rimasta a bocca spalancata, ho guardato il cucciolo e ho guardato lei.

    A quel punto le ho consigliato di leggere http://www.tipresentoilcane.com, una ragazza di 17 anni non ha a disposizione soldi e sicuramente sarà molto interessata a acquisire qualche conoscenza senza chiedere soldi a mamma e papà.

    Ancora adesso non mi capacito della cosa e spero di aver capito male o che la ragazza abbia frainteso qualcosa…. Che il veterinario si sia laureato nell’anteguerra???

    • Beh dalle mie parti c’è un veterinario che se gli presenti un cane meticcio malato ti suggerisce di eliminarlo perchè non ha senso spendere soldi per un cane senza pedigree. Non è questione dell’età ma della sensibilità secondo me.

  28. Sarà che spesso mi succede di avere un atteggiamento del tipo “bastian contrario”, però forse si sta estremizzando troppo la cosa. Premetto che NON sto difendendo il tizio in questione o i vari macellai, perchè tali rimangono e quindi perseguibili (scegliete voi come). Però secondo me la distinzione va fatta sul metodo , non sullo strumento: se prendiamo un cane di tempra molto molle, per “romperlo” non serve nemmeno il guinzaglio, basta dirgli una serie di “no” e il cane è perso, nè più nè meno come il cane della lettera nell’articolo; al contrario se prendiamo un cane con una tempra molto molto alta, ti si può consumare il dito a forza di premere il bottone del tele e il cane non cambia di una virgola! Ovviamente non parlo per sentito dire…. A riprova di questo guardate per esempio il campionato IPO italiano dei pastori o dei malin: sono veramente pochi i soggetti che si mostrano chiusi e timorosi, sembrano tutti felicissimi e apertissimi, eppure il 99,9% dei soggetti è lavorato con collare con le punte, e penso un buon 90% è lavorato col tele (i dati li ho inventati ma credo di sbagliare di pochissimo). COMPRESI i vincitori ovviamente.
    Con questo voglio semplicemente dire che il “macellaio” secondo me non è quello che usa certi strumenti, ma colui che, non avendo sensibilità cinofila, li usa senza nessuna cognizione.

    • Beh se non parli per sentito dire, presumo che quanto meno, tu abbia visto usare questi strumenti…
      La tempra del cane è solo una scusa. In ambito agonistico c’è chi vuole cani duri perchè non si fa che rincorre, ottusamente, prestazioni starordinarie. Tanto poi il cane, utilizzato come uno strumento sportivo, passa la vita tra box e campo.
      Tu cerchi di sottilizzare sulla presunta “sensibilità cinofila” di macellai o vincitori di coppette. Non ti consco, però, faccio fatica a credere al tuo spirito da bastian contrario. Viste le tue affermazioni, mi è più facile considerarti un fiancheggiatore o ammiratore, se non addirittura parte, di quel “sistema”.

      Chi ABUSA dello strozzo, chi usa il collare con le punte o elettrico E’ un macellaio ed un incompetente.
      Il fatto che abbia vinto, o vinca, millemila coppe non lo giustifica ne lo colloca al difuori del gruppo dei pezzi di merda.

      • La tempra del cane non è una scusa, è cosa oggettiva: visti con i miei occhi e in diverse situazioni cani prendere botte allucinanti di tele che non fanno una piega, mezzo secondo dopo la botta già sono con la coda alta belli arzilli pronti ad andare avanti, con gli occhi fissi al conduttore imploranti di avere la pallina per giocare allegramente. E ho visto cani che a un semplice “no”.. anzi meno.. a una semplice occhiataccia mettono la coda tra le gambe, abbassano le orecchie e si schiacciano per terra. Non la vuoi chiamare tempra? chiamala come vuoi, ma è cosa oggettiva vista con i miei occhi.
        Del fatto che i cani sportivi passano la vita tra box e campo ho centinaia di esempi dove non è così.
        Quelli che tu chiami vincitori di coppette sono persone che sono riuscite a addestrare il cane meglio di altri, tanto da vincere un campionato (siamo ancora all’interno della sezione addestramento vero??) per cui va bene non essere d’accordo sugli eventuali metodi, ma non si può mettere in dubbio il risultato. E non si può nemmeno mettere in dubbio lo spirito dei cani che , ripeto, sono quasi tutti gioiosissimi e apertissimi (guardare per credere)
        Io non sto sottilizzando niente, dico solo che se un addestratore ha una certa sensibilità cinofila, riesce ad usare bene qualsiasi strumento, e per bene intendo senza danneggiare il cane fisicamente e mentalmente. Affermazione dimostrata e dimostrabile andando a vedere delle prove al campo. Se un addestratore non ha sensibilità cinofila riesce a rovinare un cane senza usare un bel niente! è qui che secondo me sta la differenza, non nell’uso o non uso di certi strumenti.
        Poi il mio spirito di bastian contrario era riferito a tutti questi commenti che gridano tutti in una certa direzione, non al mondo di chi questi strumenti li usa 😉

        • Io non discuto i “risutati”. Dicuto il metodo, i conduttori, i giudici, gli allevatori e l’ente.
          In pratica, “Il Sistema”. I risultati sono solo un’ovvia conseguenza.

        • Luigi, concordo al 90%. Non posso, però, concordare sull’uso di uno strumento violento come il tele solo perchè esistono cani di tempra dura.
          E’ come dire “siccome questo bambino è figlio di Tyson, lo educo a cazzotti nel muso”. Magari ha ereditato la tempra paterna e li regge senza fare (apparentemente) una piega, ma i cazzotti sono sempre cazzotti e alla fine suscitano sempre una reazione.
          Tu dici che “chi vince ha sempre ragione” (insomma, in soldoni il tuo ragionamento è questo, no?): io ti rispondo che ha ragione se vince per sei-sette anni di fila con lo stesso cane. Allora sì, vuol dire che ha saputo dosare con sensibilità qualsiasi tipo di intervento/strumento eccetera e che è riuscito a non “bruciare” il cane e ad ottenere risultati validi e duraturi.
          Però quanti super-vincitori conosci, che hanno continuato a presentarsi con lo stesso cane? E quanti cani, invece, hanno vinto tutto per due anni e poi sono scomparsi nel nulla? Dove sono, che fanno, come stanno? Qualcuno se lo chiede?
          Se un cane, solo perché è tosto, deve essere spremuto e bruciato nel giro di due-tre anni e poi è da buttar via, allora l’addestratore non è bravo: è un pezzo di merda.
          Anche Mourinho stravince tutto con le squadre che allena…per due anni. Poi lui se ne va altrove, e le sue ex squadre finiscono merdesime in classifica: chissà come mai. Solo che nel caso dei calciatori, so’ cazzi loro: perché possono scegliere. I cani no.

          • Riuso la tua similitudine e la modifico per rendere meglio il concetto che penso. E’ come dire: “questo bambino lo educo come tutti gli altri, quindi con amore, gioco e spiegazioni assolutamente non violente. Però dopo non voglio che faccia o non faccia una determinata cosa per qualsiasi motivo (valido ovviamente): prima gli dico “se non lo fai (ovviamente vale anche in senso positivo non solo negativo) ti dò un premio” … ma lui lo fa… poi gli dico “se non lo fai ti dò un premio che ti piace di più… ma lui lo fa… poi gli dico se non lo fai ti do tutto quello che vuoi.. ma lui lo fa.. poi li dico no quando lo fa, ma lui è figlio di tyson e del no se ne infischia.. e quindi lo fa… poi gli tiro un pò un orecchio quando lo fa.. ma lui è figlio di tyson e qunidi la tirata di orecchie manco la sente.. e quindi lo fa.. allora gli dò una sberla e, dato che è il figlio di Tyson la sberla che a me avrebbe fatto piangere lui appena la sente, però la sente, quindi capisce che non lo deve fare” … un pò più lenghetta ma così rende meglio l’idea del mio pensiero 😉
            No in effetti io non dico che “chi vince ha sempre ragione” dico che “chi vince ha raggiunto il risultato quindi qualcosa di buono deve aver fatto considerando che ha vinto!”
            Assolutamente d’accordissimo sulla seconda parte , in effetti cani che vincono tutti gli anni non ne esistono, ma come è giusto che sia. Invece potrei fare qualche esempio (e non lo faccio perchè con tutte queste minacce di denuncia and company non mi sembra il caso) di cane che vince a 7 anni una importante gara italiana di addestramento.. e posso assicurare che non è stato addestrato solo con pallina e bocconcini (certo per la maggior parte sì, ma non totalmente). E aggiungo che è un cane che il proprietario tiene libero senza guinzaglio anche in mezzo alla gente (per far capire non è che sia schizzato o malato mentalmente). Questo solo per ribadire e sottolineare il mio pensiero che è la sensibilità cinofila a fare la differenza, non lo strumento (anche se ovviamente ammetto che senza sensibilità fare danni con certi strumenti è mooooolto più facile che senza) 😉

          • Condivido completamente il pensiero di luigi, che poi è lo stesso di chiunque abbia un cane da lavoro tosto ed essendo una persona responsabile ricerchi il controllo completo del cane(ipo ed altro).

            L’utilizzo del collare con le punte è indispensabile per alcuni cani(pochi e qusi sempre sono i migliori)nell’insegnamento di comandi come per esempio un ferma.

            E fa ridere vedere in giro la gente che implora il golden di tornare dalla mamma sventolando bocconcini senza risultato, per poi condannare il corretto utilizzo dello strozzo e del collare con le punte. Ricordo che se un rott fosse in mano loro sarebbe un cane estremamente pericoloso, invece di essere una splendida e dolcissima razza.

            Il macellaio è colui che usa questi mezzi a sproposito, sbagliando modalità, tempistica e soggetti.

          • Sono realmente molto interessato a sapere se chi condanna a priori(ho specificato sopra che bisogna essere professionisti per usarli a dovere) questi strumenti abbia mai avuto(non visto una volta dal cugino) un cane di genitori e nonni tutti ipo3.

            O siano semplicemente proprietari di cocker e meticci che ignorano un mondo intero fatto di altri tipi di cani e per supponenza, falso spirito animalistico e politically correct giudicano ciò che non conoscono

          • quando si usa il tele anche su di un cane di tempra dura,chi ha esperienza di comportamento,lo nota subito,prendiamo il lavoro “il lascia a distanza”;quando il conduttore dà l’ordine:lascia!!!il cane toglie la presa con scatto e brontolio aspettandosi la scossa e guarda adestra esinistra x vedere chi è stato(perdendo la vigilanza).un giudice con le palle dovrebbe subito squalificare il conduttore che ha creato un cane “malato”si,perchè un cane deve essere “sano”tranquillo x recepire le informazioni datogli dal suo capo-branco quando lo prepara e in gara.un cane telecomandato non vincerà mai se compete con cani preparati con competenza e metodologia.quando si ha un cucciolo di gran tempra bisogna nel gioco o con indifferenza ad insegnargli di lasciare,un pezzetto di legno che prende durante la passeggiata ,non so una carta…e cosi tutti i giorni,anche quando sale su un marciapiede dare l’ordine op,cosi inizia naturalmente senza stres quindi”sano”un RAPPORTO di fiducia la chiave sta nella parolaRAPPORTO CHE SI INSTAURA TRA I DUE PROTAGONISTI!!!!zio pranzi

          • Giuseppe pienamente d’accordo! Comunque tranquillo che un cane che perde la vigilanza prende insufficiente pieno su quell’esercizio. Se le perde tutte se ne va a casa senza brevetto, quindi anche su questo il regolamento ipo è ben chiaro 😉

          • Ragionamenti disarmanti. Ma vi rendete conto? Tempra, risultati, sensibilità e chi più ne ha più ne metta. Per cosa? Per addestrare il cane a fare risultati?
            Ero rimasto al fatto che alcuni strumenti tra quelli indicati potessero essere usati in percorsi di rieducazione. Non so come e non mi interessa saperlo qui perchè si tratta di casi particolari, diversi uno dall’altro.
            Però la discussione sta travalicando il buon senso e finalmente emerge un nucleo di ragionamenti sempre sotteso ma mai esplicato nel mondo dell’addestramento.
            Una volta di più tutto il mio rispetto per coloro, che considerate traditori, che hanno preso la larga dalla bolgia infernale che state tratteggiando.
            Senza voler generalizzare, ma mi sa che i cinofilosofi hanno tutte le ragioni per attaccare alcuni ragionamenti che ruotano attorno a questo modo di vedere la cinofilia. E dico di più, incolpare i cinofilosofi perchè la cinofilia è ai minimi storici (cosa su cui non sono d’accordo per altro)detto da un certo pulpito corrisponde al voler, oltre ogni immaginazione, preservarsi il diritto alla prevaricazione del più forte sul più debole. E tra le righe, costi quel che costi.
            Sempre più convinto che se un cambiamento in meglio nel mondo cinofilo potrà esserci dovrà passare per una nuova visione dell’animale e della relazione.

          • Jolly io sono invece tradizionalista: il cane nasce perchè era utile all’uomo. Se non lo fosse stato non sarebbe così com’è oggi. E ritengo che il massimo rispetto per un cane sia quello di fargli fare ciò per cui è nato ed è stato selezionato per anni, ossia essere utile all’uomo. Non mi piace l’antropomorfizzazione del cane. Non mi piace la spersonalizzazione del cane da quello per cui è nato. Questo per me è il rispetto: ovviamente parere personale.
            E poi se non dici che risultati e quant’altro non servono, allora che ci sta a fare la sezione “addestramento” ? basterebbe la sezione educazione/rieducazione 😉

          • Luigi, posso essere d’accordo. Ma per quanto mi riguarda l’addestramento serve per valorizzare il lavoro del cane e i metodi devono essere non coercitivi e calibrati su quel limite e su quel soggetto specifico.
            Se gli obiettivi sono la performance oltre quanto può dare il cane in apertura e rinforzo non sono più d’accordo. Se si insiste su questo non si fa il bene del cane ma solo dell’ego del proprietario.

          • Jolly, ma su questo credo che siamo tutti d’accordo, dal primo all’ultimo. Macellai compresi… perché loro ti diranno sempre che sui loro cani NON è coercitivo neppure il collare elettrico, e che i limiti (di sopportazione, si presume…) sono ancora ben lontani. E’ questo il punto cruciale: dare dei limiti “etici”, che sono difficilissimi da interpretare proprio perché c’è cane e cane, oltre che situazione e situazione.
            Personalmente non mi scandalizzo per niente se un addestratore strozza un cane che stava saltandogli alla gola: la legittima difesa è una cosa normalissima. Invece divento una bestia se lo strozza per “insegnargli” qualcosa. Va sempre valutato tutto caso per caso, cane per cane, conduttore per conduttore: per questo è difficile tracciare delle linee che valgano sempre e comunque.
            Purtroppo il gentilume (non il gestilismo, ma proprio il “gentilume”!) ha pensato bene di tracciare una linea che va oltre ogni logica: non addestriamo più nessuno perché è una brutta cosa, non giochiamo al tiramolla perché il cane diventa cattivo, non facciamo UD perché il cane “sembra” cattivo, non usiamo il collare a strangolo perchè in teoria si potrebbe impiccare il cane…e alla fine, con ‘sti cani, non ci facciamo più niente. E i cani che non fanno più niente si stressano sul serio…con tutti i risultati che vediamo ogni giorno :-(.

  29. Che rabbia e che tristezza…
    Non credo che ci siano soluzioni a breve-medio termine … e neanche a lungo termine, per la verità.
    E’ inutile nascondersi, sicuramente non saranno tutti così, ma quelli che lavorano senza alcun rispetto del cane sono, nettamente, la maggioranza. Dalle mie parti, un compatto, assoluto, 100%.
    Alcuni lavorano così perchè i “risulati” sono rapidi. Altri perchè sono, semplicemente, ignoranti come capre(con tutto il rispetto per le capre). E se il cane non si piega o si “rompe” chi se ne frega. Si cambia cane!
    L’ENCI è marcia e pensa solo ai soldi ed al “potere” (LOL). Chi dovrebbe applicare e/o far ripettare leggi se ne strafotte, perchè tanto sono “solo” cani.
    Un esempio banale: Questa estate sono stato ad una manifestazione cinofila locale. Presenti un migliaio di persone tra cui moltissimi bambini. Dopo lo show dei cani di razza e dei meticci, si è esibita una unità cinofila dei Carabinieri. Solite cose: attacco lanciato, obbedienza etc. Bello, affascinamte, però, OGNI comando era accompagnato da un violento strappo (relativamente “lento” e forte da sollevare l’anteriore del cane), in sostanza un’impiccagione, rigorosamente perpendicolare al terreno… Quel magnifico grigione sopportava stoicamente ogni cosa, ma era tutto tranne che contento. Bene, tra tanti “ohhh!!!” e “wow!!!” tutta quella gente che avrà pensato? Una, ed una sola cosa: “E’ così che si fa!”
    Ma che ci aspettiamo se è pensiero diffuso che gentaglia come CM è un dio? Quando anche i veterinari osano dire cose come “questo cane lo devi dominare, sottomettere!” (a tre mesi!!!).
    L’Italia è un paese basato sul pensiero mafioso. Non ne usciremo. MAI.

    • Consapevole di attirarmi gli strali della comunità, una cosa però la devo dire: il “pensiero mafioso” è ben radicato anche in chi non fa denuncia per paura di ritorsioni. Se ci sono gli estremi, la denuncia va fatta sempre: questa è l’unica vera arma che abbiamo a disposizione ma – a quanto leggo – è paradossalmente la meno usata, perfino da chi si è visto quasi ammazzare il cane in mezzo alla strada. I video vanno certamente girati (più di uno, magari) e poi allegati alla denuncia, che deve essere il più possibile completa. La forma anonima non serve a niente, ma anzi ottiene il risultato opposto: conferma al macellaio l’idea di essere un intoccabile. E di fatto chi non denuncia contribuisce a renderlo intoccabile.

  30. Cara Valeria,

    la faccenda è molto semplice, l’arma più vincente contro queste persone c’è. Video ?? Per me non servono.
    Sputtanamenti ?? Per me non servono.

    L’unico rimedio è far capire alla “massa” che semplicemente non bisogna mettersi in mani sbagliate e fare a loro terra bruciata intorno. Come ? Semplice…. io ho già avuto esperienza in quello che stò per dire. Organizzato un Pool di “veri” professionisti del settore (meglio se sconosciuti) … intendo quelli a cui importa l’animale, non il profitto o la pubblicità il marketing, perché vedi Valeria, ce ne sono di persone validissime cui non interessa il successo ma che rischiano la vita ogni giorno con lupi selvatici o cani traumatizzati gravemente da riabilitare o altro.. ma attenzione, non dico mica chi lo fa per il cinema…(anche se alcuni li stimo) . Parlo di alcuni professionisti che lavorano in silenzio tutti i giorni sulla vita reale, tangibile, cotta e magnata.

    Fatto questo, basterà organizzare degli spettacoli gratuiti a tutti amanti e lavoranti del settore … e dimostrare sul campo (che a mio avviso è cosa migliore) cosa succede lavorando l’animale in un certo modo… cosa succede lavorando l’animale in altro modo…. e soprattutto far riscontrare alle menti che non c’è più cosa sbagliata che usare certe “tecniche” (che alla fine nemmeno sono tecniche). Far riscontrare tangibilmente a tutti cosa provoca a lungo andare un’addestramento eseguito in modo errato, sbagliato e soprattutto fugace…

    a disposizione. R

    • Rudi…già tentata questa strada. Risultato? I membri del “pool” si sono messi a litigare l’uno con l’altro, si sono divisi in “sotto-pool”, hanno cercato di farsi le scarpe a vicenda e così via.
      Io sarei pure tentata di riprovarci (magari con maggiore attenzione a chi si inserisce nel pool): però mi sono cascate le pall…braccia e mi serve un po’ di tempo per ripijammi.

      • beh…. se è successo ciò che mi dici, non erano gli elementi giusti …

        ma vedi per arginare questa situazione non servono video, denunce o quant’altro… visto il sistema giuridico Italiano, che fa ridere i polli .. sarebbe solo tempo sprecato. A mio avviso ciò che ho esposto è l’unica maniera per allontanare e mettere a tacere chi non SA fare il nostro mestiere. semplice, pratico….. 🙂

        R

        • Rudi, scusami ma NON è semplice e pratico: per esempio, parli di “organizzare spettacoli gratuiti”. Bellissimo, mi piace un sacco.
          Questo pool di addestratori seri e bravissimi se ne va quindi in giro per tutta Italia (altrimenti non serve) a dare dimostrazioni di come si fa/come si non fa questo lavoro. Ma chi paga? Le spese di viaggio, gli alberghi, le giornate di lavoro perse…chi le paga?
          Questo sarebbe quasi un lavoro a tempo pieno, eh…bisognerebbe girare almeno per tutte le maggiori città italiane, perché se non fai un lavoro capillare non serve a molto. Quindi i casi sono due: o troviamo un pool di cinofili filantropi e miliardari, che possono dedicarsi a regalare la propria arte alle Sciuremarie di tutto il Paese…oppure dobbiamo trovare uno sponsor, e non uno piccoletto, perché qui si parla di TANTI soldi. Anche solo per muoversi, mangiare, dormire. Anche ammettendo che tutti ‘sti cinofilantropi non prendano un centesimo, non credo che gli si possa chiedere anche di smenarci di tasca: quindi, serve uno sponsorone. Che, a questo punto, diventa il tuo padrone: o almeno ti condiziona pesantemente. E ammesso e non concesso che tu l’abbia trovato…sei già ad alto rischio.
          Poi, tu dici: “fai vedere cosa succede se lavori bene, e cosa se lavori male”. CIOE’?!? Ti metti a strattonare cani o a usare il tele per far vedere che così non si fa? Be’, io col cavolo che ti faccio una dimostrazione del genere!
          Quindi possiamo solo far vedere “come si fa” in modo corretto. Ma lo fai vedere a delle Sciuremarie che si godranno forse lo spettacolo, diranno “oh, che bravi cagnolini”…e poi vedranno Millan o Pattison in TV e non capiranno la differenza fra noi e loro, proprio perché sono Sciuremarie, non tecniche, non esperte, non addette ai lavori.
          E se vuoi te ne trovo ulteriori, di difficoltà….ma queste mi sembrano già sufficienti. Se hai le risposte, sarò felicissima di leggerle!

          • E se si cominciasse dalle scuole, invece che dalle piazze frequentate dalle sciure impellicciate con il cagnetto in braccio e la volpe attorno al collo?
            i bambini sono molto più svegli e scafati, se vedono una cosa che non gli piace te la spiaccicano in faccia e non si accontentano della risposta in politichese che non spiega nulla, ma serve solo a girare la frittata (e a pulirsici il c–o dal bisogno grosso). sono il miglior “opinion leader” che si possa desiderare e condizionano gli adulti con efficacia, anche quelli che rispondono solo “stai zitto tu che sei piccolo e non capisci niente”, proprio perchè vogliono CAPIRE, andare a fondo, e a suon di perchèperchèperchè squagliano i cosiddetti e smuovono le coscienze impigrite e comatose degli adulti. Per cambiare è importante partire dalle nuove generazioni, far cambiare abitudini e convinzioni ai vecchi è una guerra ai mulini a vento!

          • Valeria, ti rispondo in base a come scrivi tu e poi faccio le mie considerazioni a me sembrano quisquiglie quelle che esponi il problema vero è altro :

            questo pool non va in giro. Basta una persona (5 o 6) in base alla zona di provenienza per tutta l’Italia. Un programma condiviso da tutti. Nessuno paga è questo il nocciolo. Come potrebbe essere un lavoro a tempo pieno ? Basta fare un minimo di pubblicità e organizzare gli eventi in CFRE aperti a tutti i più grandi d’Italia… invitando ovviamente per un confronto diretto anche le altre parti, le grosse associazioni. Vado avanti …….. strattonare cani ?? NO … hai mai sentito parlare di cani figuranti ???? Io si… non mi sembra cosi difficile addestrare 4 cani figuranti in grado di far un confronto diretto fra metodi.

            Il problema valeria è sempre e solo uno in Italia. QUASI NESSUNO si sentirebbe di costituire una cosa del genere ed entrare in un progetto del genere solo per la gloria, senza prendere nulla e magari spendendosi qualcosa… poco….

            devo ricordarti … che se facciamo questo lavoro lo facciamo per i cani.. non per il marketing per il business per le TV …. il problema Valeria è che il 97% lo fa invece proprio per queste cose . Il sistema ha portato il cosi detto professionista a spostare gli obbiettivi primari, dagli animali al rendiconto economico, è questo il problema, tutto ruota e gira intorno alla pecunia alla speculazione, se ci fai caso molti dei cosi detti professionisti si pestano i piedi a vicenda per fare a gara a chi ce l’ha più lungo.. ma hanno meramente perso di vista l’obbiettivo principale. Cara Valeria per carità, io non sono l’unico e la cosa mi rende molto felice e sono orgoglioso di aver rifiutato contatti TV e business di ogni genere per arricchirmi sulla pelle degli animali. Non lo farò mai. A me basta guadagnare quel poco che serve per campare e vedere gli animali felici e contenti dopo aver lavorato con me… non mi interessa altro.. questo è il problema valeria… il resto sono cose risolvibilissime. un’abbraccio.

          • Rudi, 5 o 6 persone che fanno “spettacoli” solo nella loro zona di residenza? Mi pare moooolto poco.
            Quelli si troverebbero di sicuro (e già se ne fanno un sacco, di iniziative così, anche senza pagare nessuno: se non ci si muove, spese non ce ne sono), ma non è certo con così poco che si riesce a dare un’informazione capillare.
            Il confronto diretto si è provato a farlo e non è stato accettato… insomma, secondo me la fai troppo facile. Però, se riesci a mettere in piedi qualcosa di questo tipo, fammi un fischio: io ti do massima disponibilità.

          • Cara Valeria, io sono abbastanza d’accordo con Rudi e contemporaneamente con te: ciò che Rudi propone è splendido ma forse anche un po’ ingenuo. Io ci ho provato anni fa in un altro ambito e, dopo l’entusiasmo iniziale, i campanilismi hanno avuto la meglio. Tu lo sai, io nasco SIUA, approccio CZ e la sola idea che strumenti coercitivi (per usare un eufemismo) vengano ancora largamente utilizzati mi fa rabbrividire. Ora ho abbandonato la scuola di Marchesini per ragioni che non sto qui a raccontare (se vuoi lo farò in privato) ma, al di là dei pensieri filosofici e personali convinzioni, mi pare che siamo tutti piuttosto d’accordo che un cane vada trattato e considerato in modo diverso rispetto a quanto fatto finora. Le scuole si stanno moltiplicando in tutto il mondo e l’Italia, siamone orgogliosi per una volta, è in testa a questa rivoluzione. Metodo Gentile, R+, CZ…poco importa, in fondo. ciò che accomuna queste scuole è il riconoscimento della dignità del cane in quanto essere vivente e senziente. Il fatto che ci siano tante scuole è indicativo di un pensiero che si sta allargando a macchia d’olio: se c’è una scuola significa che ci sono allievi e quindi persone che desiderano approfondire. Internet ha aiutato molto a diffondere pensieri di una cinofilia diversa: oggi possiamo tranquillamente leggere gli studi e le osservazioni della Rugaas di cui fino a qualche anno fa ignoravamo persino l’esistenza. La notorieta di personaggi come Cesar Millan si sta, alla fine, rivelando un boomerang: la sensibilità verso il benessere animale che ha trovato in Italia è qualcosa a cui non era abituato negli usa e il muro di gomma sperimentato qui non credo se lo aspettasse. Cosa voglio dire con tutto questo discorso: che secondo me mettersi a fare battaglie mediatiche, accusatorie e magari rischiose sullo stile degli animalisti vegani non solo serva a poco ma possa anche essere controproducente. Molto meglio, a mio avviso, continuare a diffondere una cultura del rispetto, lavorando bene come come stiamo facendo. ci vuole sicuramente molto più tempo, ne sono consapevole. ma se mi passi il paragone c’è la stessa differenza che passa fra il tuo o il mio modo di relazionarci con un cane e quello di Cesar Millan: lui otterra forse un risultato d’effetto in breve tempo mentre per noi ce ne vorrà sicuramente di più, ma il nostro sarà (considerando solamente il fattore tempo) un risultato duraturo e il suo no.

  31. A me è successa la stessa cosa, ho portato i cani in un centro di addestramento. Il primo è stato facile, anche se avevo cominciato a notare delle cose un po’ strane, col secondo è stato un disastro. Posso dire che mi hanno rovinato il cane, è bastata una volta, le hanno messo un collare con le punte e l’hanno massacrata per un’intera lezione, non l’ho mai più portata e ci ho messo due mesi per riuscire a rimetterle il collare facendole capire che andavamo in passeggiata e non al centro di addestramento. Vorrei solo averlo capito prima che quello era un centro di pazzi!!!

  32. Arcigiusto. Ma non esiste solo l’IPO. Esiste, purtroppo, anche la cinofilia venatoria, e non mi riferisco al fatto che abbia come scopo la caccia (argomento che non mi interessa qui), ma a come vengono trattati i cani. E vorrei che la cosa fosse detta. I cani destinati a prove di lavoro (tipo grande cerca per es.) sono tutti “lavorati” col collare elettrico. La giustificazione dei più sensibili all’opinione pubblica è che a grandi distanze (quelle della grande cerca sono in effetti grandi davvero) si può comunicare col cane solo in quel modo. Altri dicono usano la solita giustificazione: “meglio una scossa che l’investimento da parte di un tir o il combattimento con un capriolo”. I più dicono, a me che non ho velleità agonistiche e mi limito a frequentare un quagliodromo perché è recintato e posso lasciar correre i cani in sicurezza, che se continuerò senza collare elettrico il mio cane “scapperà sempre di più” (e alle spalle deridono le donnette dal cuore tenero). Bene, in cinofilia venatoria il collare elettrico è usato da tutti. OK, non li conosco, però frequento un pochino l’ambiente: volgiamo dire la stragrande maggioranza? E non parlo solo di cacciatori: parlo di cacciatori, dresseur professionisti, allevatori che partecipano alle prove. I giudici lo sanno benissimo. E lo fanno pure loro! E tra gli altri maltrattamenti imposti ai cani da grande cerca c’è il digiuno forzato (perché siano più leggeri e perché siano più obbedienti al conduttore che porge il bocconcino, ma anche nella convinzione che la fame amplifichi l’impulso predatorio… mah) e la costrizione in box piccoli per periodi prolungati perché quando vengono liberati abbiano più voglia di correre. Non voglio parlare di chi teneva i cani in veri lager, li affamava, li rendeva aggressivi per la fame, li costringeva a correre dietro ad un’auto: è un caso estremo ed ha già ricevuto una parte di quel che meritava. Ma è osannato ancora da molti dell’ambiente. Ed emulato. Che dire? Io denuncio il fatto in sé. Mi basterebbe che in cinofilia venatoria nascesse qualche pazzo alternativo che tratta i cani con rispetto, ma temo che non succederà mai. O almeno che non sia una cosa proponibile a breve. Spero di sbagliare.

  33. Sono d’accordo anch’io che filmare questa gente serva a poco, perché se compare la persona con nome e cognome, questa può fare la segnalazione e il video viene prontamente rimosso, almeno su you tube e se si utilizzano siti, basta risalire all’indirizzo ip è si è raggiunti da querele e denunce.
    Non trovo giusto che tu Valeria ti esponga in questo modo. Quello che tu e persone come Claudio (Mangini) potete fare, e lo fate quotidianamente, è informare la gente che questi metodi sono sbagliati, che ci sono altre vie e quello che noi possiamo fare è condividere e diffondere il più possibile questi concetti, tramite social network, ma anche dal parrucchiere, in panetteria, con chiunque conosciamo che possegga un cane e anche no.

  34. E’ capitato anche a me (o meglio, a mio padre), in provincia di Varese.
    Dopo aver preso un maschio di akita, abbiamo deciso di portarlo in questo centro più che altro per permettergli di socializzare (in zona non ci sono aree cani). Allora era un cucciolone di 6 mesi e andava d’accordo con la maggior parte dei cani. Certo, aveva le sue antipatie, come tutti. Ma per essere un maschio di akita, nostro malgrado scarsamente socializzato, era un tesoro. Comunque, l’abbiamo portato lì per socializzare e ci hanno consigliato un corso base di obbedienza.
    Detto, fatto. Mio padre segue con lui due lezioni. Il cucciolone risponde tranquillamente ai comandi (che già conosceva) e si lascia condurre docilmente al guinzaglio senza tirare, stando “al piede” (cosa che già gli avevamo insegnato).
    La maggior parte degli esercizi viene effettuata col cane libero da guinzaglio, mentre altri cani sono liberi, e lui non dà problemi.
    Nonostante questo, visto che si tratta di un akita maschio di 6 mesi (e SOLO per questo), viene vietato a mio padre di lasciarlo libero nell’area dedicata allo sgambamento a fine lezione. Può andarci esclusivamente da solo, anche se con la maggior parte dei cani ha dimostrato di andare d’accordo (gli unici con cui ha dato problemi erano un rottweiler e un pit bull, entrambi maschi, e una meticcia in calore aggressiva con tutti).
    Ma va bene. Diamine, l’educatore ne saprà di sicuro più di noi. E poi già durante il corso ha contatti (decisamente civili) con gli altri cani, quindi è già qualcosa. Va bene così e magari, più in là, ci diciamo, la cosa migliorerà.
    Dalla terza lezione iniziano i guai. Non nei confronti del mio cane (più che altro perché se ci avesse provato penso che mio padre l’avrebbe steso U.U), ma nei confronti degli altri: un cucciolo di shiba tira al guinzaglio? Collare a strozzo. Direttamente. Senza passare dal via. Ma va bene, ci diciamo (anche se il fatto che venga usato su di un cucciolo mi puzza alquanto). Magari insegnerà ai proprietari ad usarlo come si deve. Magari è temporaneo.
    No, ora posso dirlo: non era temporaneo. Lo shiba in questione vive a 50 metri da casa mia e ancora, dopo un anno e mezzo, va in giro con lo strozzo, tira come un dannato e si mangia persone ed animali. E lui il corso l’ha seguito fino in fondo.
    Ma torniamo a noi. L’episodio che ci ha convinti a lasciar perdere ha come protagonista un labrador che non vuole imparare il comando “seduto”.
    Riassunto del punto di vista dell’educatore (gentilista fino al midollo, stando al sito internet): il tuo amico non vuole sedersi? Tira indietro il guinzaglio fino a strozzarlo e dagli un sacco di mazzate sul muso col guinzaglio di cuoio.
    Ovviamente la povera bestiola non capiva, non si sedeva, le mazzate aumentavano e la padrona? Osservava tranquillamente quello scempio.
    Ah, naturalmente in tutto questo nessuno aveva pensato di usare un cavolo di biscotto da piazzargli sopra al naso e spostare indietro (va be’, non mi sto spiegando ma sono sicura che tutti, qui, sanno come si insegna a un cane a mettersi seduto con l’ausilio di un premio).
    Ora. Io non sarò un genio e di certo non mi intendo di addestramento. E non sono nemmeno una ferma sostenitrice del metodo gentilista in tutto e per tutto (diciamo che, in materia, sono d’accordo con Valeria).
    Però, un educatore gentilista, che non riesce a far sedere un labrador e, per rimediare, lo mena come se non ci fosse un domani… ecco… secondo me dovrebbe essere frustato con un guinzaglio in cuoio. Giusto per fargli capire che è un’emerita testa di cavolfiore.

    • Forse intelligenza e spirito critico son merce rara, ma.. i proprietari dello shiba, dopo un anno di strangolate non si son accorti che il cane tirava ancora? e che pensano? voglio dire, non esiste IL metodo universale, ammesso e non concesso che l’addestratore abbia suggerito quello giusto, se UN metodo non funziona, passa ad altro, no? e capisco la sudditanza psicologica, ma dovrai pur dirgli: sono perplesso, lo strangolo non funziona, non vedo alcun miglioramento.
      E’ vero che noi inesperti ci rivolgiamo a “chi ne sa” fidandoci ciecamente del loro giudizio, ma cavolfiori! (questa mi è piaciuta 🙂 ) gli occhi per vedere li abbiamo! e il cervello per pensare anche! se l’addestratore fa cose che non ci piacciono o ci facciamo coraggio e glielo diciamo (a quattrocchi, mica serve sputtanarsi davanti a tutti), o cambiamo campo.
      Inoltre, pagare qualcuno affinchè mi educhi il cane e vedere che il cane dopo un anno di corso è ineducato tanto quanto prima, e l’addestratore insiste col suo metodo come un bisonte che abbatte gli ostacoli a suon di cornate, dovrebbe suggerire qualcosa…

    • non credo all’articolo,niente nomi,niente video,niente denunce anonime all’autorità competenti,ecc.ecc.la signora ha continuato a frequentare il corso senza smettere alla prima lezione!gli altri frequentatori del campo sono complici dell’addestratore perkè non protestano,ma,solidari con questo pseudo macellaio approvando i suoi metodi di insegnamento!o sono tutti stupidi o tutti sadici;non credo,cividale del friuli,udine stessa hanno una storia cinofila nel campo dell’addestramento a livello internazionali,i metodi innovativi e non cruenti si apprendevano nei loro campi sas-la signora valeria ne sarà a conoscenza e ne avrà avuto anche riscontro.ci si spostava ogni tanto a far visita alle varie sezioni sas x confrontare le rispettive metodologie ed esperienze.comunque l’articolo deve far riflettere!!!!!saluti.zio pranzi

      • Giuseppe, io il nome ce l’ho, ovviamente. Solo che, viste le nostre bellissime leggi (privacy e diffamazione a mezzo stampa), non posso farlo perché verrei querelata io.
        La parte più interessante del tuo commento è comunque la seconda: perché i frequentatori del campo non scappano?
        Me lo sono chiesto anch’io. L’ho chiesto a tutti quelli che pontificano: “Ahhhh!!! Io per anni ed anni sono stato un bastardo coercitivo perché mi avevano insegnato così, ma poi ho visto la luce!”. E vederla un po’ prima?
        Anche a me avevano cercato di “insegnare così”. Me ne sono andata alla seconda lezione. Però, evidentemente, il mito di “quello bravo” è troppo forte. Se poi “quello bravo” è anche influente/potente eccetera, all’ammirazione iniziale subentra la paura di ritorsioni. Oppure c’è un misto tra le due cose. La ragazza che mi ha scritto mi ha confessato di sentirsi in colpa dopo aver scritto quelle cose, nonostante sappia di aver ragione. E’ una specie di “sindrome di Stoccolma” che ho già visto in moltissime persone soggiogate da addestratori, istruttori, insegnanti e via cantando (mica succede solo in cinofilia).
        E’ verissimo che i primi ad utilizzare metodi innovativi e sempre meno coercitivi sono stati i campi SAS. Però è anche vero che sugli stessi campi ci sono stati – e ci sono tuttora- i macellai: e che l’ENCI non ha mai fatto una beneamata cippa per fargli cambiare sistema.

        • Sono d’accordissimo sul fatto che te ne accorgi quando maltrattano il cane, infatti io dopo la prima volta che le hanno messo quel collare, non ho mai più portato la mia cagna, nonostante avessi già pagato l’intero corso!E dicendogli anche ciò che penso di loro!Non c’è peggior cieco di che non vuol vedere!

  35. non so… “di pancia” mi sembra che documentare su youtube le situazioni possa essere un’ottima soluzione, ma “di testa” credo sia imprudente (possono querelarti eccome!).

    per conto mio, la denuncia alla Pubblica Autorità è sempre la strada più corretta.
    in questo caso, valuterei con il Corpo Forestale dello Stato (che esegue spesso sequestri per maltrattamenti) se possano essere d’aiuto.

    altrimenti, siccome non sempre questi “gentiluomini” rilasciano le fatture, anche la Guardia di Finanza forse può sanzionarli (non per maltrattamento, purtroppo)

    con i filmati del cellulare, invece, che si può fare?
    andare alle “gare” a cui loro partecipano, e mostrare i video ai giudici, tutti i giudici, prima dell’esibizione.

    • Espada, possono querelarti se scoprono chi sei. E il web permette parecchi escamotage in questo senso. A gente di merda si può e si deve rispondere con metodi altrettanto di merda… sempre che non si trovi finalmente il coraggio di prendere gli stessi video e di portarli direttamente alle Forze dell’Ordine. Solo che lì il tuo nome e la tua faccia ce li devi mettere per forza: e io quelli che si preoccupano per i propri cani li capisco BENISSIMO, perché ci sono già stati casi in cui ci hanno rimesso proprio i cani. E se non ci rimettono fisicamente (caso tutto sommato raro, per fortuna) ci rimettono la carriera: a chi non è capitato di aver pestato i piedini a qualche personaggio “importante” e di non aver mai più vinto un CAC-passato uno ZTP-visto un podio? E a quanti giudici onesti e seri è capitato di non essere più chiamati a giudicare da nessuna parte perché non avevano fatto vincere chi “doveva” vincere?
      Credo che ogni cinofilo con qualche annetto di esperienza possa raccontare almeno un caso simile, capitato a lui o a qualche suo conoscente. La mafia cinofila C’E’, c’è da sempre e nessuno ne parla, se non nei bisbigli di bordo ring, stando bene attenti a non farsi beccare.
      Però, finché si tratta di coppette che non si vincono più, posso anche chiudere un occhio. Posso anche smettere di andare in expo (tanto, per quello che son diventate…il significato zootecnico è andato a farsi benedire almeno al 60%). Ma quando si tratta di maltrattamenti, zitti non ci si può più stare.

      • “E a quanti giudici onesti e seri è capitato di non essere più chiamati a giudicare da nessuna parte perché non avevano fatto vincere chi “doveva” vincere?”

        Al mio addestratore!

        Ha giudicato UNA gara. A tutti quelli che gli chiedevano “oh, mi raccomando, ho bisogno di fare il brevetto etc etc” diceva “sì sì”.

        Poi su non ricordo quanti (mi pare una ventina, forse meno, ma più di 10), ne ha fatti passare TRE.

        Indovinate un po’? Stranamente non l’hanno più chiamato -_________-‘

  36. Andiamo su questi campi, facciamo i finti clienti e giriamo questi benedetti video!
    Si chiede un appuntamento informativo….così per conoscersi un attimo….si lascia il proprio cane a casa e si va a vedere come lavorano!
    Troppo semplicistica la cosa? Io dico proviamoci!

      • E va bene Marcello…ci può stare quello che dici….però chiedendo di poter assistere da “bordo campo” a qualche lezione magari si riesce a riprendere qualcosa!
        Non diamogliela vinta a tavolino….facciamo dei tentativi!
        Furbizia non è sinonimo di intelligenza!

        • Guardate che non sono così furbi come pensate, nel centro di addestramento dove andavo io nuovo o no non si facevano tanti scrupoli convinti che il loro metodo sia corretto, ne avrei avuto da riprendere!Lo farei anche adesso se non gli avessi detto tutto quello che penso di loro e del loro centro di addestramento, però non sarebbe difficile filmare lì, vi assicuro

      • Ma infatti non si deve essere “nuovi”. Bisogna andarci per un bel po’. L’ho detto anche nell’articolo, che non solo è impossibile filmarli al primo incontro, ma è assai difficile anche CAPIRE quello che fanno, perché ormai sono tutti clickerini e bocconcini. E’ quando si fidano di te, che cominciano a far emergere la loro vera faccia: ed è lì che bisognerebbe inchiodarli.

  37. “…cerco di essere autoironica perfino quando mi sputacchierei da sola negli occhi con la cannuccia ricurva”.
    Questa è meravigliosa! Mi rendo conto che non è l’aspetto più importante dell’articolo, ma è proprio meravigliosa!!!

    Comunque, condivido appieno quanto scritto, e mi piace la proposta di raccogliere e pubblicare video.
    Spero tanto che qualcuno la raccolga.
    Detto questo, spero che la gente, in futuro, magari anche grazie a questo articolo, eviti di farsi influenzare da una persona, solo perché è l’esperto o perché è famoso. Se provocano del dolore fisico (o psichico) a un essere vivente, stanno sbagliando, punto. Ricordo una persona che dava colpi di guinzaglio sul cucciolo, quando faceva la pipì in casa, e già mi sembrava terribile. Ma era una persona inesperta, che un addestratore faccia di peggio, trasmettendolo a chi gli crede…e che sia famoso, quindi con tanta gente che gli crede, è davvero da stroncare. Che poi, come tutte le cose davvero da stroncare, sia difficilmente stroncabile, è un’altra storia.
    I miei cani non saranno un modello di educazione (una risponde benissimo al richiamo ma…quando chiamo l’altra!) e io non sarò la padrona migliore del mondo, ma non gli ho mai fatto del male, e quando li porterò da un esperto, al minimo segno di violenza nei loro confronti, le cane in quel posto non metteranno più zampa.

  38. Come Marcello mi aspetto molti commenti.
    E soprattutto qualche video che riprende questi mal-destratori su Internet.
    Chi non crede al potere delle immagini chieda a Mangini…
    Infine, ma non meno importante, video interviste ai vertici dell’ENCI, così
    vediamo in faccia chi dovrebbe far qualcosa.
    Cadranno nella rete!

  39. Bellissimo e coraggioso articolo di denuncia da parte della anonima Signora, e un grande plauso a Valeria Rossi per averlo pubblicato e commentato.

  40. Argomento “tosto”, difficile, spinoso e nessuno replica o commenta?
    Purtroppo di personaggi e situazioni come quelle descritte ce ne sono in giro tanti, ma anche uno solo sarebbe uno di troppo!
    Bisogna anche dire che ci sono padroni di cani che cercano questi personaggi perché convinti che solo menando il cane gli si possa far capire qualcosa.
    Dirò una cosa scontata, ovvia, lapalissiana, trita e ritrita ma, secondo me, basilare: se non si inizia dalle scuole elementari a spiegare ai bambini cosa sono gli animali e come rispettarli saremo sempre qui a incaxxarci per i macellai che strattonano, usano le punte e i collari elettrici.
    Per il resto non posso che essere più che d’accordo con Valeria. Foto e video di questi personaggi sono importantissimi per poterli smascherare e farli smettere!

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