venerdì 29 Marzo 2024

L’alimentazione del cucciolo

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alicucc1di ROSSELLA DI PALMA – L’alimentazione del cucciolo è uno degli argomenti più discussi in cinofilia, nonché la maggiore preoccupazione di tutti i neo-proprietari.
Ognuno si sente in diritto e in dovere di dire la propria opinione: il cucciolo deve mangiare solo questo, devi aggiungere calcio, devi aggiungere la carne al mangime… e via dicendo.
Cerchiamo di capire quali sono i reali fabbisogni di un cucciolo e qual è il tipo di alimentazione più adatta a lui.
Cominciamo col dire che esistono quattro possibili “percorsi” alimentari: i mangimi industriali, la cucina casalinga, un misto di queste due opzioni e, infine, il Barf.
Data la scarsa diffusione del Barf in Italia, tralasceremo per il momento il discorso sui cuccioli alimentati secondo questa filosofia, interessandoci soprattutto ai mangimi e ai pasti fatti in casa.
Il mangime di buona marca è senza dubbio l’alternativa più pratica e, a conti fatti, più economica; inoltre, se oculatamente scelta, è la più sicura perché evita i frequentissimi errori alimentari compiuti soprattutto dai neo proprietari.
Solo da alcuni anni esistono sul mercato i cosiddetti mangimi “puppy” o “per cuccioli”, creati appositamente per i piccoli clienti.
Il mangime puppy, se si stanno a sentire proprietari e allevatori, sembra essere un bene indispensabile: ma è proprio cosi?
Sì e no.
In fondo generazioni di cani sono cresciute senza crocchette puppy, alimentandosi con cibi per adulti e, a volte, integrazioni supplementari… ma oggi che i mangimi per cuccioli esistono è giusto conoscerli e farne buon uso.
Però mettiamoci bene in testa che, come non si può parlare di “miglior mangime” in assoluto per gli adulti, la cosa è ancor più vera per i cuccioli.
La scelta, come si può notare entrando in un qualsiasi pet shop, è molto ampia: ma possiamo sostanzialmente suddividere i prodotti per cuccioli in due classi:
l) i “puppy” veri e propri
2) i “puppy” per cuccioli di taglia grande
Non tutte le ditte offrono un prodotto per  tipo, ma spiegano ai clienti come vanno utilizzate le loro formulazioni a seconda del cane posseduto.
I più fortunati sono i proprietari di cani di taglia medio piccola: questi soggetti hanno una crescita rapida e non presentano particolari problemi nel periodo dell’accrescimento.
I cuccioli di taglia grande, anche se si parla sempre della loro “crescita rapidissima!”, in realtà sono quelli che crescono più lentamente: e avendo anche una massa “spropositata” rispetto a uno scheletro ancora in formazione, sono quelli che hanno bisogno di un’alimentazione più accurata, perché un errore può letteralmente “sfasciare” il cane.

Ma facciamo un passo indietro: quando e come comincia l’alimentazione solida dei cuccioli?
Il passaggio dall’alimentazione basata sul latte materno a quella basata su cibi solidi è definito “svezzamento”.
Vi sono pareri contrastanti su quando vada iniziato lo svezzamento: l’ Hand (vedere bibliografia) consiglia di presentare ai cuccioli alimenti nuovi a partire dalle 3-4 settimane di vita, mentre altri nutrizionisti come la Birks o lo Strombeck invitano ad attendere le sei settimane.
La tesi che sta alle spalle di questa scelta, ben discussa da Strombeck nel suo testo, è quella della “tolleranza” ad alimenti che non siano il latte materno: il cucciolo di tre-quattro settimane non avrebbe ancora sviluppato la cosiddetta “tolleranza orale” e l’ingestione di nuovi alimenti potrebbe portare a reazioni allergiche e/o alla predisposizione ad allergie in età adulta.
Qualunque sia il periodo in cui si decide di iniziare lo svezzamento, l’alimento destinato ai cuccioli deve essere morbido, prevalentemente acquoso e facile da ingoiare: si possono usare omogeneizzati, scatolette per cuccioli con aggiunta di acqua, latte o brodo o, ancora, crocchette ammorbidite negli stessi liquidi.
Se il cibo scelto è lo stesso somministrato alla cagna in gravidanza e allattamento il cucciolo lo percepirà come più familiare per gusto e odore.
La presentazione del cibo ai cuccioli deve essere accorta e graduale: si parte da quantitativi minimi ben ammorbiditi in acqua e si alzano pian piano le dosi, riducendo contemporaneamente la percentuale di acqua nella poltiglia.
Lo svezzamento termina di norma tra le sei e le sette settimane.
Durante lo svezzamento è bene monitorare il cucciolo per valutare le reazioni al nuovo alimento: i problemi intestinali in questa fase di vita non sono rari.
Il cibo ideale deve essere facilmente digeribile e avere un tenore proteico che oscilli tra il 25% e il 30%.
Lo svezzamento non coincide con la fine della crescita che nei cani, a seconda di razza e taglia, può condudersi intorno agli 8-10 mesi o prolungarsi fino a due anni di età.
I cani di taglia piccola raggiungono il peso e la struttura definitiva intorno agli 8-10 mesi, quelli di taglia media tra i 10 e i 12; infine, quelli di maggior stazza possono continuare a crescere anche fino a due anni di età.
La crescita dei cani è idealmente raffigurabile, razza per razza, in grafici chiamati “curve di accrescimento”.
Le curve di accrescimento rappresentano l’incremento di peso medio settimana per settimana: se possono apparire superflue nel caso dei toy e delle razze medio piccole, rivestono invece grande importanza nel caso di cani di taglia grande o gigante o, ancora, in razze tendenti all’obesità.
Pretendere, nella sfera del reale, una perfetta aderenza alla curva di accrescimento, che fa parte dell’ideale, è pura utopia: ma è saggio considerare queste curve come “indizi” in grado di rivelarci se siamo sulla buona strada o meno.

Un’alimentazione appropriata è fondamentale durante la crescita: carenze o eccessi alimentari possono rovinare irreparabilmente la morfologia del nostro amico e, purtroppo, anche la sua salute.
E’ noto il caso della displasia dell’anca, problematica che, in quanto regolata contemporaneamente da fattori genetici e ambientali, può essere agevolata o contrastata dal regime alimentare.
Se paragoniamo il cane in crescita a una casa in costruzione, è facile comprendere come l’utilizzo di materiali (e cioè mangimi) scadenti possa minarne le fondamenta; ma accettato questo assunto… cosa serve esattamente al cucciolo?
Tanto per cominciare, il cucciolo ha fabbisogni nutritivi e energetici differenti dal cane adulto.
La crescita del cucciolo ricorda la metamorfosi da bruco a farfalla: per trasformarsi, il nostro fagottino di pelo ha bisogno di sostanze che consentano l’adeguato sviluppo di scheletro, muscoli, organi interni, sistema nervoso e immunitario eccetera.
Il fabbisogno energetico del cucciolo in crescita é ricavabile a partire dal RER (Resting Energy Requirement), ovvero il quantitativo calorico necessario giornalmente al nostro cane.

Il RER si ottiene con la formula:

70 x (peso in kg) elevato alla 3/4

Questo dato deve essere tuttavia “corretto” con coefficienti appropriati a seconda dell’età e dello stile di vita del cane. Nel caso dei cuccioli il RER va moltiplicato per tre fino ai 4 mesi (o meglio, fino al raggiungimento del 50% del peso definitivo da adulto) e poi moltiplicato per 2,5 e successivamente per due fino al raggiungimento dell’80% del peso definitivo; a quel punto il coefficiente si abbassa gradualmente fino a 1,8 che è poi il coefficiente utilizzato per calcolare il fabbisogno energetico del cane adulto.

A scanso di equivoci ricordiamo al lettore che il calcolo del fabbisogno calorico è da intendersi come orientativo e non assoluto: può variare in relazione alla razza e ai singoli soggetti.
I calcoli appena presentati mettono bene in evidenza quanta energia sia indispensabile agli animali in crescita, energia che può essere loro fornita in due modi: attraverso grandi quantitativi di cibo o attraverso cibi ad elevata densità calorica e alta digeribilità.
La strada giusta da percorrere è la seconda.
La densità calorica dei cibi “puppy” oscilla tra le 485 e le 360 Kcal per 100 grammi di prodotto secco: hanno valori più alti gli alimenti specifici per la fase di svezzamento (poco presenti sul mercato italiano) e quelli destinati ai cuccioli di piccola taglia.
E’ importante capire come debba essere suddiviso il fabbisogno calorico del cucciolo: quale parte giochino le proteine all’interno del carico nutrizionale, quale i carboidrati e quale sia il ruolo di vitamine e minerali.
I cibi puppy presenti nei negozi hanno sempre tenori proteici più elevati rispetto ai corrispondenti cibi per adulti: questo perché le proteine sono i mattoni che l’organismo utilizza per crescere.
Senza un’adeguata ingestione di proteine, non si cresce!

Il fabbisogno proteico è molto elevato durante lo svezzamento e decresce lentamente approssimandosi all’età adulta e a peso e altezza definitivi.
Associazioni ed enti deputati al controllo della produzione mangimistica hanno calcolato i quantitativi di proteine minimi necessari ai cuccioli: per I’AAFCO (American Association of Feed Control Officials) e la CVMA (Canadian Veterinari Medical Association) non si può scendere sotto al 22%.
I mangimi in commercio presentano per-centuali proteiche che oscillano tra il 32% e il 23%.
L’attendibilità dei i tenori analitici è tuttavia parziale: un mangime con un 23% di proteine di elevato valore biologico (il valore biologico è legato alla natura delle fonti proteiche) può, in linea teorica, fornire una quantità di proteine superiore a un mangime che sulla carta presenta un 26% di proteine di scarso valore biologico.
Riportiamo in questa tabella i contenuti di proteine e grassi di alcuni mangimi commercializzati in Italia, per offrire al lettore un quadro d’insieme.

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Parlando di proteine non va dimenticata l’importanza dell’amminoacido arginina che, se non è “essenziale” nell’adulto, lo è invece nella dieta del cucciolo.
Oltre alle proteine è importante che i mangimi puppy contengano una quantità elevata di acido linoleico (acido grasso essenziale) stimata intorno ai 250 mg per kg di peso.
Se i grassi utilizzati nel mangime sono ricchi di acido linoleico, una percentuale di circa 5%-10% di lipidi è sufficiente; in caso contrario, per supplire al bisogno di acido linoleico, occorrono percentuali più elevate.
Purtroppo i tenori analitici non ci dicono nulla sulla qualità e il tipo dei grassi contenuti nel mangime: possiamo aiutarci solo osservando la lista completa degli ingredienti.
Un altro parametro da tenere in considerazione è il quantitativo di calcio e fosforo presente nel mangime e il rapporto tra le dosi dei due minerali.
I cuccioli necessitano di quantitativi di calcio e fosforo maggiori rispetto agli adulti, sia per via di esigenze legate alla crescita, sia a causa di un metabolismo di assorbimento non ancora perfettamente funzionante: fino a circa 10 mesi le percentuali di calcio assimilate dai cuccioli possono variare tra il 90% e il 40%.
I quantitativi minimi e massimi di calcio e fosforo sono fissati nei valori della tabella 2.

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E’ da considerare anche il rapporto calcio-fosforo, che è ottimale quando oscilla tra 1:1 e 1,8: 1.
Altri minerali importanti sono il rame e lo zinco: l’assorbimento dello zinco può essere influenzato da calcio e fosforo (un eccesso di questi due minerali va a scapito dello zinco).
Lo zinco è importante durante tutta la fase di crescita: il periodo critico per lo zinco è quello tra i quattro e i sei mesi.
Per quanto riguarda il rame è sufficiente ricordare che una carenza di rame può portare a iperestensione delle falangi distali, piedi piatti (nell’anteriore) e, nei casi più gravi, anemia.

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4 Commenti

  1. ho un cucciolo di whippet di due mesi e sono un po’ confuso dalle mille idee diverse sull’alimentazione. L’allevatrice mi ha detto di dare 150-155gr per 3 volte al dì, un altro allevatore che conosco di darglielo ad oltranza e fino a sazietà. Sinceramente non so come regolarmi e come capire se il cane ha bisogno o meno di mangiare qualcosa in più di ciò che mangia già. La mia preoccupazione (magari eccessiva) e che avendo 75 giorni ed avendolo da 10 non è aumentato di peso di un solo etto.

  2. Vorrei sapere se sia possibile dare ad un cucciolo di Husky di 4 mesi un osso del ginocchio di bovino adulto per arrotare i dentini, ovviamente crudo.

  3. Vorrei fare una domanda sull’alimentazione anche se non strettamente dei cuccioli.
    Io ho sempre avuto l’abitudine di date ai miei cani (ma anche gatti) settimanalmente del tuorlo d’uovo crudo o dell’olio di fegato di merluzzo anche due volte a sett. in muta. alcuni dicono che è inutile e che è una mia fissazione ma i miei animali hanno sempre uno splendido pelo lucido e morbido. é davvero solo una mia mania?
    Cmq sono dell’idea che “male non gli fa”.:)

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