venerdì 29 Marzo 2024

Ti presento il… Mastiff

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mastiff6di CLAUDIA LIPPI e VALERIA ROSSI
ORIGINI E STORIA

Come tutti i molossoidi, si presume che discenda dal mastino tibetano.
Sulla sua presenza in Inghilterra esistono testimonianze legate all’invasione romana della Britannia, nel 55 a.C.

bassorilievo_molossoI legionari romani si sarebbero trovati di fronte due tipologie canine, entrambe molto agguerrite: un tipo più basso, molto tarchiato, con testa molto grande, che azzannava preferibilmente i polpacci (forse l’antenato dell’odierno bulldog) e un secondo tipo dalla statura altissima e dalla forza straordinaria, che i romani identificarono con i mastini assiro-babilonesi raffigurati nel coccio trovato a Birs Nimrd (Ninive), oggi conservato al Brithis Museum di Londra.
I molossi inglesi, chiamati dai romani “pugnaces”, le suonarono di santa ragione ai cani che i romani avevano portato con sè in Gran Bretagna (molossi dell’Epiro): quindi, conquistate le isole britanniche, i legionari portarono con sè i grandi cani inglesi per utilizzarli nelle arene in combattimenti contro bestie feroci.
Ma com’era arrivato il Mastiff in Inghilterra?
Una teoria sostiene che furono i mercanti fenici ad introdurre in Gran Bretagna i molossi assiri, tesi credibile perché fenici ed assiri avevano rapporti commerciali.
Una seconda teoria ritiene invece che l’origine del Mastiff sia celtica: sarebbero stati i celti, migrati verso la Gran Bretagna tra il 2000 e il 1700 a.C., a portare con sè i propri cani, sempre di origine asiatica (prima delle loro migrazioni i celti intrattenevano rapporti con diversi popoli orientali). Dopo la caduta dell’impero Romano il Mastiff fu usato come cane da guardia con il nome di “ban dog” (cane da catena).
mastiff_antIl re normanno Knud il Grande (995-1035) promulgò addirittura una legge che obbligava ogni centro abitato ad avere almeno un mastiff come protezione contro i lupi.
Dopo la conquista normanna della Britannia, la lingua di nobili e letterati divenne il francese e il “ban dog” venne chiamato “mastin”. Dal 1300 il termine tornò ad essere inglesizzato in mastiff (ma anche mestiff, masty, masty-hound).
Nella storia della razza un fondamentale episodio accadde durante la guerra dei Cent’anni, quando Sir Peer Legh, ferito in battaglia, fu protetto e difeso per giorni dalla sua cagna mastiff, fino al suo ritrova mento e alla sua salvezza. Per questo la famiglia di Sir Peer, riconoscente, allevò tutti i discendenti di quella cagna e il mastiff divenne il cane preferito dalla nobiltà, cantato perfino da William Shakespeare (Enrico V).
Possedette dei mastiff anche la regina Elisabetta I, che li utilizzava come cani da combattimento (alla faccia della leggendaria cinofilia inglese! Ma erano altri tempi…) contro orsi e leoni.
Il mastiff continuò ad essere allevato con passione per tutto l’800, secolo che vedeva nascere anche la cinofilia ufficiale, gli standard e le esposizioni di bellezza.

Peter Pier, 1899
Peter Piper, 1899

Tra i primi soggetti presentati in esposizione brillò soprattutto Peter Piper, un cane che potrebbe vincere ancora oggi!
L’inizio del Novecento vide ancora un buono sviluppo della razza, fino alla prima guerra mondiale che purtroppo la decimò portandola sull’orlo dell’estinzione. Fu cosi necessario incrociare con il bullmastiff per recuperare un patrimonio genetico in grado di ridare vita alla razza.
Negli anni ’30 e ’40 il Mastiff era tornato all’antico splendore… finché la seconda guerra mondiale non gli inflisse un nuovo, durissimo colpo.
All’inizio del conflitto alcuni cani erano stati mandati in America e in Canada, per salvarli dalla guerra e dalla fame: quelli rimasti in Inghilterra subirono le drammatiche conseguenze della scarsità di cibo e la razza finì nuovamente per scomparire… con l’unica eccezione di una cagna, Sally of Coldblow, che era ancora in buona salute e in grado di riprodursi. Sally venne accoppiata con maschi reimportati dall’America e produsse in tutto 30 cuccioli, praticamente l’intera popolazione rimasta in Inghilterra. Ovviamente, negli anni successivi, si dovette per forza lavorare in fortissima consanguineità, il che portò ad alcuni problemi di salute e carattere. Per risolverli si dovette nuovamente ricorrere all’incrocio con il bulmastiff. L’influsso esterno, però, non comportò gravi problemi di tipicità, e la razza riuscì per la terza volta a tornare grande e possente come un tempo.

mastiff1IL CARATTERE
La prima caratteristica che colpisce in questa razza è la dolcezza con cui il mastiff si affida all’uomo; questi cani vivono letteralmente per il padrone. Un mastiff abbandonato a se stesso, anche se avesse immensi spazi a disposizione, non sarebbe mai felice e realizzato.

L’allevatrice Claudia Lippi ci parla cosi dei suoi cani:

“Il mastiff è un cane equilibrato sia verso l’uomo che verso gli altri animali: se è ben allevato e socializzato si può andare sul sicuro, perché non è mai un attaccabrighe. Anche verso i cani che non conosce, di qualsiasi sesso, taglia e peso, ha sempre un approccio amichevole e mansueto.
Nonostante la mole è un cane che si può portare ovunque, anche nei locali pubblici, dove si muove con molta delicatezza e attenzione. La stessa attenzione la usa anche in casa, chiedendo sempre il permesso prima di accomodarsi, per esempio, su un tappeto. In casa in mastiff è pacato e tranquillo, ma sa essere anche allegro e giocoso.
Viaggiare gli piace, purché sia abituato alla macchina fin da piccolo, perché a lui interessa stare dove sta il padrone: però il ritorno a casa è sempre una festa.
Se per caso la famiglia è minacciata da un pericolo, il mastiff si trasforma e tira fuori il carattere e la determinazione necessari a salvaguardare la sicurezza di chi ama: non occorre addestrarlo alla difesa, perché agisce spontaneamente… ma solo in caso di effettivo bisogno!

mastiff2E’ un cane capace di adattarsi tanto alla sedentarietà quanto alla vita sportiva: è molto adatto a un proprietario che ama stare in casa, ma che ogni tanto va a farsi una gita al mare o in montagna. Il suo mastiff passeggerà volentieri con lui e nuoterà anche con disinvoltura. Sapendosi adattare a diversi stili di vita, è un cane adatto a moltissime persone: ma soprattutto è perfetto per chi ha bambini o piccoli animali domestici, perché con loro è di una pazienza infinita. Bisogna distinguere, però, tra cani che “sopportano” pazentemente i bambini e cani che li amano con tutto il cuore: il mastiff appartiene a quest’ultima categoria e lo si vede dal modo in cui li segue, non li perde mai di vista, gioca con loro con tutta la delicatezza di cui è capace. Anche con le persone anziane è delicatissimo e premuroso, ha un vero rispetto per loro, ne percepisce le difficoltà di deambulazione muovendosi con sensibilità e tatto. E’ veramente un cane “buono”, che a volte riesce a rimediare anche agli errori umani con la sua grandezza d’animo e la sua innata dolcezza.
La prima definizione che viene in mente, incontrandolo, è quella di cane “saggio”. La prima volta che mi sono trovata faccia a faccia con un mastiff (e dico “faccia a faccia” in tutti i sensi: sia perché la sua testa si trova quasi… ad altezza d’uomo, sia perché la forma quadrata la rende decisamente più somigliante a una faccia umana che a un muso canino!) ho avuto la sensazione di poter contare sulla lealtà e la trasparenza di un amico incorruttibile. Questo mi ha spinto, diversi anni fa, ad acquistare la mia prima femmina: e da quel momento non ho più potuto separarmi da questi splendidi cani.
Oggi ne ho molti, nei vari colori (fulvo con maschera nera, albicocca e tigrato), provenienti da diverse linee di sangue inglesi, olandesi e anglo-americane.
Certamente la selezione del mastiff è molto difficile, perché ci vogliono anni di lavoro per valutare fino in fondo il patrimonio genetico di ogni riproduttore e poter conoscere pregi e difetti di ogni linea di sangue: ma è un lavoro ricco di soddisfazioni, soprattutto perché si vive costantemente al fianco di cani dolcissimi, che ti mettono veramente il loro cuore in mano. Vedere questi giganti che si affidano totalmente a te ti riempie di tenerezza, tanto da aiutarti a superare anche i momenti difficili.

mastiff3L’abbraccio di un mastiff è terapeutico… ed è per questo che abbiamo pensato di cominciare ad utilizzarli proprio per la pet therapy.
Potrebbe sembrare strano l’utilizzo di cani giganti in questo campo, ma ci siamo resi subito conto che invece erano assolutamente ideali: infatti infondono grande sicurezza nelle persone assistite, specie verso i portatori di handicap, nei confronti dei quali sembrano avere una sensibilità particolare. Inoltre, non essendo molto dinamici, non saltando addosso e muovendosi sempre con calma sono davvero ideali per l’approccio con i bambini che hanno paura dei cani.
Il bambino non si preoccupa mai delle dimensioni: quello che lo mette in allarme è l’approccio troppo energico, tant’è vero che i bambini fobici solitamente strillano impauriti anche di fronte a un cagnolino toy, se questi cerca di giocare o di saltare loro addosso. Con il mastiff questo non succede, perché lui aspetta sereno e tranquillo che sia il bambino ad avvicinarlo con i suoi tempi, senza alcuna forzatura. I risultati ottenuti sono davvero eccezionali.
Ricordiamo però che a monte di questo meraviglioso carattere ci sono due presupposti fondamentali: un allevamento davvero selettivo, che si preoccupi costantemente di conservare l’equilibrio caratteriale, e una buona socializzazione del cucciolo.

SONY DSCIl piccolo mastiff è un cane molto sensibile e un po’ diffidente, che ha bisogno di essere portato prima possibile (appena finite le vaccinazioni) a conoscere il mondo e i suoi abitanti.
E’ bene cominciare con luoghi poco affollati, in modo che il piccolo possa abituarsi gradualmente a tutte le novità: in seguito potremo visitare luoghi diversi e sempre più movimentati.
Prima del termine delle vaccinazioni i cuccioli dovrebbero vivere sempre e solo in casa, come avviene nel nostro allevamento, a costante contatto con le persone, abituandosi così ai rumori domestici, alla TV eccetera.
Solo cosi il cane riesce a distinguere tutto ciò che è quotidiano, normale e innocuo da ciò che invece rappresenta un potenziale pericolo. E da grande interverrà esclusivamente in condizioni di effettivo bisogno, senza diventare un cane che abbaia per nulla o che si mette in allarme per situazioni normalissime”.

mastiff4CRESCITA CORRETTA=SALUTE
Per avere un buon Mastiff è necessario prestare la massima attenzione alla sua crescita.
E’ possibilissimo alimentarlo con mangime industriale, perché oggi ne esistono di veramente ottimi, perfetti per le esigenze di crescita di un molossoide.
E’ importante che il mangime sia ben equilibrato e bilanciato, completo di tutti i principi nutritivi… ma la cosa più importante è stare attenti a non eccedere con le dosi, specie quando il cane è in crescita! Un cucciolo o un cucciolone troppo pesanti rischieranno sempre di avere, da adulti, problemi allo scheletro, alle articolazioni, ai tendini.
Non bisogna avere fretta: ci vogliono circa 36 mesi perché il maschio raggiunga la taglia definitiva (24 mesi per le femmine, che sono più “piccine”).
La crescita nel primo anno di vita è veramente impressionante: nel primo periodo il cucciolo crescerà di circa 2 kg alla settmana, per raggiungere, da adulto, un peso di 80-100 kg per i maschi e di 65-80 kg per le femmine.

E’ facile intuire che una crescita cosi imponente va protetta da incidenti e da sforzi eccessivi: la massa muscolare, infatti, non cresce di pari passo con lo scheletro e con le cartilagini, che hanno bisogno di più tempo.
Se si eccede con il cibo, si rischia di avere una massa muscolare troppo pesante per un supporto scheletrico ancora immaturo, con conseguenze facilmente immaginabili.

mastiff8Se non ci sono problemi particolari non è necessario eseguire esami specifici; è invece opportuno controllare periodicamente il cane qualora mostrasse, durante la crescita, segni di lassità articolare, deviazione degli arti, zoppie, borsiti o altro.
Naturalmente, trattandosi di una razza di grande taglia, esiste il problema della displasia dell’anca: per questo vanno soprattutto controllati i riproduttori, perché la displasia è sempre su base genetica anche se poi può essere influenzata (anche in modo vistoso) dai fattori ambientali.
Per crescere bene un mastiff dovrebbe essere tenuto il più possibile a riposo nei primi mesi di vita: non dovrebbe salire e scendere scale fino ai 4-5 mesi, perché lo sforzo meccanico potrebbe danneggiare articolazioni e tendini, non deve assolutamente fare salti, dovrebbe giocare con cani non troppo più grandi di lui… e neppure esageratamente piccoli, perché i mini-cani sono agilissimi e scattano come molle a destra e a sinistra.
Se un cucciolo pesante come il mastiff tentasse di imitarli, potrebbe farsi del male.
La pazienza è la dote fondamentale di un buon padrone: se si ha troppa fretta di arrivare a vedere il cane “finito”, magari per fini espositivi, si rischia solo di rovinarlo.

FCI Standard N° 264 / 02.03.2011 MASTIFF
ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010
UTILIZZAZIONE: Cane da guardia e da difesa
CLASSIFICAZIONE FC.I.: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi – Cani da montagna – Bovari svizzeri e altre razze
Sezione 2.1 Razze molossoidi – tipo mastino
Senza prova di lavoro

mastiff9

BREVE CENNO STORICO: Il Mastiff, forse non esattamente nella forma che conosciamo oggi, è presente fra noi da molti secoli, ed ebbe la sua parte nella storia da molto prima della Battaglia di Agincourt, nei primi anni del quindicesimo secolo. Persino allora il Mastiff era conosciuto per il suo coraggio e per il suo istinto di guardia. È risaputo che quando i Romani invasero la Britannia, vi trovarono un cane di tipo mastiff, e ne furono così colpiti che presero alcuni esemplari per farli combattere nelle arene di Roma. Quando i Normanni arrivarono in Britannia il tipo mastiff era talmente comune che la parola francese “dogue” entrò nel linguaggio inglese. La razza si era quasi estinta dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma importando nuovi esemplari, la forza numerica e la qualità della razza cominciarono a risorgere. Combinando grandiosità con buon equilibrio naturale, il Mastiff è un cane estremamente grande sia in altezza che in circonferenza, dal torace ampio e profondo, pieno di sostanza, con ossa grandi e forti.

ASPETTO GENERALE – La testa, nei suoi contorni generali, appare ben squadrata, da qualsiasi parte la si guardi. La larghezza è desiderata e deve essere uguale ai due terzi della lunghezza totale della testa. Il corpo è largo, disceso, lungo, potentemente costruito, su arti ben distanziati e in appiombo. I muscoli sono nettamente definiti. La taglia è desiderabile, ma solo se viene associata alla qualità e se viene mantenuta l’assoluta solidità della costruzione. L’altezza e la sostanza sono importanti se le due cose sono armoniosamente combinate. Grande, potente, ben costruito.
PROPORZIONI IMPORTANTI: La lunghezza del corpo misurata dalla punta della spalla a quella della natica è maggiore dell’altezza al garrese.
CARATTERE E TEMPERAMENTO: Una combinazione di imponenza e coraggio. Calmo, affettuoso con i padroni, ma buon guardiano. Normalmente indifferente con gli estranei; la timidezza è inaccettabile.

mastiff10TESTA – REGIONE DEL CRANIO
Il cranio è ampio fra gli orecchi, la fronte è piatta, ma forma rughe quando il cane è in attenzione. Le sopracciglia ( archi sopraccigliari) sono leggermente rialzate. Il profilo trasversale del cranio forma una curva un po’ appiattita. Da una linea mediana fra gli occhi una depressione risale al centro della fronte e si prolunga fino a metà del cranio seguendo l’asse sagittale.
Stop  fra gli occhi ben marcato ma non troppo brusco.
REGIONE DEL MUSO
Tartufo Nero. Grande, con narici ampiamente aperte se visto dal davanti; piatto (non appuntito o rivolto all’insù) se visto di profilo. Muso corto, ampio sotto gli occhi; resta quasi parallelo in ampiezza fino all’estremità del tartufo. Troncato, cioè smussato e squadrato, in modo da formare un angolo retto con la linea superiore del muso; di grande profondità dal punto del tartufo alla mascella inferiore.
La lunghezza del muso in rapporto a quella complessiva della testa è di 1:3. La circonferenza del muso (misurata a metà strada tra gli occhi e il tartufo) in rapporto a quella della testa (misurata prima degli orecchi) è di 3: 5.
A riposo, qualsiasi esagerazione nelle rughe o eccesso di pelle è inaccettabile in un cane adulto.
Ll labbra divergono ad angolo ottuso rispetto al setto nasale, e sono leggermente pendule in modo da presentare un profilo quadrato.
Mascelle/denti: mascella inferiore ampia fino alla fine. Canini sani; potenti e ben distanziati. Incisivi a tenaglia (bordo contro bordo) o con la mascella inferiore che sorpassa la superiore (forbice rovesciata) ma mai in modo tale da essere visibile quando la bocca è chiusa.
Guance: muscoli delle tempie e guance (temporali e masseteri) ben sviluppati
Occhi: di media misura, ben distanziati. Colore nocciola scuro, il più scuro possibile; non si deve vedere la congiuntiva. Le palpebre rilasciate sono altamente indesiderabili. Esenti da evidenti problemi oculari
Orecchi: piccoli, sottili al tatto, ben distanziati, inseriti nei punti laterali più alti del cranio, in modo da continuare la linea trasversale superiore; sono piatti e aderenti alle guance quando il cane è in riposo.

COLLO leggermente arcuato, moderatamente lungo, molto muscoloso; la sua circonferenza è circa 2,5 – 5 cm inferiore a quella del cranio misurato davanti agli orecchi
CORPO
Linea superiore: orizzontale
Dorso: largo e muscoloso
Reni larghi e muscolosi; piatti e molto ampi nelle femmine, leggermente arcuati nei maschi.
Torace ampio, alto e ben disceso fra gli anteriori. Costole ben cerchiate e arrotondate. False costole profonde e ben estese all’indietro.
Ventre: fianchi ben discesi

CODA – inserita alta, scende fino al garretto o un po’ più in basso. Ampia alla radice, si assottiglia all’estremità. Pende diritta a riposo, ma quando il cane è eccitato forma una curva con la punta rivolta in alto, ma non al di sopra del dorso.
ARTI ANTERIORI – Aspetto generale: equilibrati e in armonia con i posteriori
Spalla leggermente obliqua, pesante e muscolosa
Braccio leggermente obliquo, pesante e muscoloso
Gomiti nell’asse del corpo
Avambraccio: arti diritti, forti e distanziati l’uno dall’altro; ossa larghe
Metacarpi diritti
Piedi anteriori: larghi, rotondi e chiusi. Dita ben arcuate. Unghie nere.
POSTERIORI – Aspetto generale: ampi, larghi e muscolosi. La forza nel posteriore è di suprema importanza; i garretti vaccini in soggetti adulti sono inaccettabili
Gambe ben sviluppate
Metatarsi: garretti angolati, distanziati, e perpendicolari al suolo sia in stazione che in movimento Piedi posteriori larghi e rotondi e chiusi . Dita ben arcuate. Unghie nere
MOVIMENTO estensione facile e potente data dal posteriore, fluente forte, con passi che coprono molto terreno. In movimento la linea dorsale rimane orizzontale. La tendenza all’ambio è indesiderabile. È essenziale l’assoluta solidità.

MANTELLO
PELO corto e ben aderente, ma ruvido sul collo e spalle.
COLORE albicocca, fulvo o tigrato. In ogni caso, muso, orecchi e tartufo dovrebbero essere neri, con nero attorno ai bordi degli occhi, e che si estende verso l’alto, nella regione situata fra le orbite. Eccessivo bianco sul corpo, torace o piedi è inaccettabile.

DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto e la severità con cui questo difetto verrà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e ai suoi effetti sulla salute e benessere del cane.
DIFETTI ELIMINATORI:
Soggetto aggressivo o pauroso
Qualsiasi cane che mostri chiaramente anormalità d’ordine fisico o comportamentale sarà squalificato.

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto

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16 Commenti

  1. Personalmente non mi ero mai affacciato a questa Razza, mi ha interessato subito la lettura delle doti caratteriali.
    Da un anno stò studiando che tipo di cane Inserire nella mia famiglia, Adibito alla Guardia,
    Nella mia situazione, un po’ particolare visto che possiedo già un Jack maschio e una Staffordshire femmina.
    Necessito di un cane capace di tollerare l’ irruenza del Jack, questo eliminando ottime razze come anche il Rottweiler, o il Doberman, preferendo per esempio nostrani Mastino Napoletano o Cane Corso.
    Il Problema però è la salute del Primo, oramai quanti riuscirebbero a fare effettivamente una guardia anche dentro casa…fra problemi di salute e gestione.
    Nel Corso del resto sebbene più incline alla tolleranza verso i cagnetti (sicuramente più di un Rott) e se ben Allevato e Rustico, nessun problema Particolare ( poi può sempre capitare, ma con tutte le razze) può capitare anche un soggetto più dominante e molto meno paziente con relativa tragedia in casa.
    Da quello che posso essermi documentato fino adesso invece il Mastiff sembra avere una marcia in più in questo senso estremamente più tollerante (probabilmente dovuto anche alle generose dimensioni fin da cucciolo) mi chiedo se però anche il senso di guardia e territorio è stato mantenuto.
    Mi piacerebbe saper dil parere di Valeria (che come sempre gentilissima in parte mi rispose per email a suo tempo riguardo la mia situazione) o Claudia
    Certo serve una Macchina solo per lui se si vuole andare da qualche parte……..

  2. Anche a me risulta che i più antichi cani britannici fossero levrieri simil deerhound usati nella caccia grossa, la tradizione inglese x i molossi è solo medioevale,e dal punto di vista logico se si vuole accettare la teoria del flusso di questi cani dall’est e dai fenici sarebbero dovuti arrivare prima da noi che in britannia. Mastiff, neo, corso, questi molossi europei sembrano versioni + o meno modificate del primigenio molossus romanus, il + simile all’originale forse è proprio il corso, comunque il mastiff quanto a salute e movimento mi sembra stia meglio del m.napoletano (anche se non ci vuole molto)ed ha un bel carattere.
    sig.todaro se mi risponde volevo parlarle della belva di gevaudan, avrei qualcosa da dire anch’io sull’argomento

  3. Salve a tutti/e specia alla sig.ra Valeria!

    Signare ero quella persona la quale l’ho assillata per il pastore del caucaso. non so se ricorda di me.
    Ora sono in procinto …dopo mille pensieri di acquistare un bullmastiff leggevo molti siti e forum che è un cane straordinario…! ho potuto visitare una cucciolata..i genitori molto buoni anche con me..si facevano accarezzare tranquillamente specie il maschio (enorme) la femmina + diffidente solo all’inizio mi si è avvicinata per accarezzarla.
    che mi consiglia maschio o femmina? come scegliere un cucciolo? sono 2 femmine e 7 maschi mi sembra. i maschietti sono di colore chiaro e la femminuccia + sul rossastro (come padre).
    Potrei avere dei consigli da Lei? la ringrazio molto!
    Saluti

  4. completamente d’accordo con Todaro, io avevo fatto solo la precisazione solo sul fatto che i cani dei Britanni non erano dei molossoidi ma dei levrieri e neanche tanto adatti a fare la guerra, e sopratutto i cani Pugnaces romani non hanno mai preso un sacco di botte dai cani inglesi,come erroneamente sosteneva l’articolo, e sopratutto il Mastif deriva dal notro molosso ,per il resto il Mastif è un gran bel cagnone da compagnia,e qualche volta anche da guardia,ma molto blanda però,il nostro corso tradizionale quando è alla guardia è un altra cosa ,ringrazio Todaro per l’esauriente e magnifica spiegazione storica , saluti a sentirci Aquila della notte

  5. A proposito degli errori, Anna, è vero, è che quando si scrive di getto su un forum a volte lo si fa senza rileggere.
    Per quanto riguarda la negazione della derivazione del mastiff inglese dai cani assiro-babilonesi la cosa è più complessa. A mio parere il sangue di questi cani mesopotamici (e afgani e indiani)scorre nel mastino napoletano e nel corso (fino a pochi decenni fa la stessa razza), insieme a quello dei cani balcanici (che però non erano, questi ultimi, molossoidi ma cani da pastore, a volte incrociati col lupo). Per esempio il famoso Peritas, il cane di Alessandro Magno, non gli fu donato da un re asiatico come si dice ma, prima della sua partenza alla conquista dell’Asia, da alcuni suoi amici dell’Epiro. Alcuni confondono Peritas con i cani che re Poro, India, mostrò ad Alessandro Magno facendone combattere quattro contro un leone asiatico. Non lo uccisero affatto, come invece si crede, venendone invece gravemente feriti, ma Poro dimostrò quanto fossero insensibili al dolore facendo tranciare da un suo soldato con la spada, durante il combattimento, una zampa a uno di questi poveri animali. Il cane continuò la lotta col leone senza fermarsi. Alessandro, che amava gli animali, ne fu disgustato e anche se in seguito ne ricevette dal re 150 esemplari preferì sempre Peritas (che non era un molossoide ma un lupoide)e a ragione, tanto che durante la battaglia di Gaugamela il cane azzannò al labbro un elefante da guerra salvando il padrone caduto da cavallo (l’elefante però uccise Peritas). Questi cani molossoidi (l’esercito persiano ne aveva decine di migliaia da guerra, provenienti da tutto l’impero) ricevuti da Alessandro, in aggiunta a quelli catturati durante le precedenti invasioni persiane in Grecia, diedero vita ai molossoidi di oggi, accoppiandosi con quelli lupoidi già utilizzati e allevati dalla tribù dei Molossi in Epiro (insomma, in origine i cani dei Molossi erano lupoidi e non molossoidi, tuttavia il nome l’hanno dato loro). Una parte di questi cani finì in Italia, incrociandosi con i nostri cani, ed entrando nella miscela che diede vita ai canes pugnaces. Tuttavia, il molosso dell’Epiro al tempo di Roma non veniva ritenuto superiore al canis pugnax tanto che quando Roma battè i macedoni e conquistò la Grecia confiscò (molti mesi dopo la vittoria, e non catturando i cani da guerra greci durante lo scontro) molti di questi cani, mandandoli però a combattere nelle arene (tranne qualche esemplare particolare, suppongo). Pertanto, ritengo che il nostro mastino abbia in parte sangue di cani mesopotamici e quindi l’abbia anche il mastiff inglese e gli altri molossoidi. Certo, si va indietro nel tempo non di poco…

  6. Anna, sì la bibliografia c’è. Non ho voluto citare il più recente testo sui cani da guerra perchè l’ho scritto io, comunque è “I cani in guerra: da Tutankhamon a Bin Laden”, 2011, Oasi Perdisa Editore, 435 pagg.

  7. So di essere pignola ma per credere, o sconfessare, vado sempre a fare ricerche bibliografiche.
    C’è una bibliografia relativa a quello che sostenete sia tu, @Aquila della Notte, che @Giovanni Todaro?
    C’è una bibliografia che neghi, dimostrandolo, la derivazione del mastiff inglese dai cani assiro-babilonesi?
    Se sì si possono avere?

    p.s. ammetto di essere molto rompina ma al singolare il cane pugnace in latino è “canis pugnax”. Al plurale “canes pugnaces”. Altrimenti usiamo la traduzione italiana e non se ne parli più 😉

  8. Quello che ha scritto Aquila della Notte è vero. Praticamente tutti i molossoidi europei derivano dai canis pugnaces dei romani, basta guardare la cartina dell’impero e i molossoidi che ci sono. In effetti i britanni avevano cani usati in battaglia ma i romani, in battaglia, non li incontrarono mai e inoltre erano dei grandi levrieri (come l’irish wolfhound di oggi). In nessun testo romano in realtà (quello che si scrive è inventato di sana pianta)si accenna mai a cani britanni usati in battaglia (Cesare nel De bello gallico, sull’invasione della Britannia descrive tutto nel dettaglio, anche cervi e altri animali, ma cani mai)e fra l’altro, per chiarezza, i britanni persero tutte le battaglie contro i legionari.Se c’erano, e c’erano, quei cani in battaglia andavano bene contro indigeni male organizzati e selvaggi, non contro reparti disciplinati, tanto che i romani li importarono sì ma per farli combattere nelle arene come tanti altri animali inutili sul campo (anche gli elefanti da guerra catturati fecero la stessa fine, servivano poco o niente). Se questi grandi cani britanni fossero stati tanto utili i romani li avrebbero subito utilizzati (come fecero con il gladio spagnolo, i pantaloni dei barbari, il pilum dei bruzi, le navi dei cartaginesi e così via)e oggi da noi ci sarebbero i discendenti. Non è del tutto vera neppure la storiella dei procuratori cinofili romani che avevano il compito di trasferire detti cani a Roma, perchè di tali procuratori (17) ce n’erano in tutte le province romane e badavano a tutto (cavalli, prodotti commestibili, orsi per i circhi, ecc.). Insomma, i cari inglesi e i loro sostenitori ne hanno raccontate di sciocchezze. Che poi il nostro canis pugnax derivi da altri cani da guerra (non tibetani, che i tibetani non furono un popolo militare espansionista e quindi niente cani bellici) indiani, mesopotamici (prima di tutto persiani, ma intendo impero persiano) è possibilissimo ma di fatto il cane militare antico più efficiente è il nostro (o meglio, era). Il mastiff inglese di oggi è un ottimo e bonario cane, ma selezionato troppo grande e con notevoli difetti funzionali (ma ha un ottimo carattere e lo consiglio se si ha spazio), come capitato purtroppo con il mastino napoletano. Per chiudere, quando i romani incontrarono validi cani da guerra che li misero in difficoltà lo scrissero dettagliatamente, come accadde nella battaglia di Vercelli. Il canis pugnax, per farvi capire, per uso e diffusione militare era come oggi il pastore tedesco e il belga. Dall’incrocio fra i nostri pugnaces e i cani britanni nacquero il mastiff, il bulldog e altrove il rottweiler, i mastini spagnoli e portoghesi, i dogue francesi, i bovari svizzeri e così via. In 13 secoli di impero c’era tutto il tempo per lasciare cuccioli in giro. Non solo, le legioni avevano al seguito i mercanti che acquistavano i bottini di guerra dai soldati e vendevano loro alimenti aggiuntivi e avevano bestiame e quindi cani da gregge per proteggerli. Insomma, non dimentichiamo i progenitori dei nostri mastini abruzzesi, pure loro si sparsero con le legioni, cosa che non si sa generalmente.

    • Certamente Todaro e tutto quello che tu hai scritto è sacrosanta verita e al sottoscritto queste cose le ha insegnate il mio amico Flavio Bruno che in fatto di cane Pugnaces è un enciclopedia vivente ciao a seintirci Aquila della notte

  9. @Aquila della Notte nell’articolo si dice che gli antichi romani identificarono questo cane con quello degli assiro-babilonesi. Diverso dalla razza da loro utilizzata fino a quel momento come canis pugnax in battaglia.
    Che il corso o il mastino napoletano, ambedue filiazioni del nostrano “cane da masseria” meridionale, possano derivare o effettivamente derivino da questi esemplari non è importante ai fini della descrizione del mastiff.
    Io penso 😉

    • No no nel’articolo si dice chiaramente che i cani romani le presero dai cani britanni,e questo è tutto da dimostrare, che il Mastif derivi dai cani Assiro Babilonesi è ancora tutto da dimostrare( i celti non li hanno mai incontrati), che il Mastif derivi e abbia del sangue del molosso Italico invece e talmente evidente che basta guardarlo,e come ho scritto prima i Romani erano talmente pragmatici che se il cane (ammesso che esisteva ma non c’era)britanno era superiore al loro lo avrebbero adottato subito,ma cosi non è stato,e il Mastif è apparso in Britannia dopo l’arrivo dei romani , se no siete d’accordo fate pure tutte le ricerche che vi pare(noi le abbiamo già fatte)e il Mastif non c’era, e penso che per la descrizione del Mastif invece sia importante fare chiarezza da dove deriva,e siccome si parla(nel’articolo) di Pugnaces gli unici che avevano il Pugnaces erano i nostri avi non certo i Celti britannici ,detto questo viva il Mastif,che è un ottimo molosso,anche se io continuo a preferirgli l’originale saluti a sentirci Aquila della notte

  10. Piccola postilla,e se si va a vedere e a scavare nel carattere del Mastif c’è molto ma molto del cane corso o mastino napoletano o cane da presa che sia(tanto il cane è sempre quello) saluti Rapaceschi notturni

  11. Va tutto bene , solo che da recenti studi starebbe risultando che i romani trovarono in Brittania si dei grossi cani Celtici,ma non erano i Pugnaces, ma i loro levrieroni, e i Pugnaces romani le suonarono alla grande ai cani Britannici, perche erano cani da guerra addestrati alla guerra e i cani Brittanici no e poi insediandosi e conquistando la Brittania fecero quello che avevano sempre fatto in quei casi, lasciarono i loro cani ai coloni romani(che erano per lo più ex legionari avezzi al Pugnaces) e il Mastif deriva come tutti i molossi europei dal cane Pugnaces romano(detto anche difensore della corte)perchè i romani erano molto pratici e se veramente avessero trovato un cane superiore al loro ,lo avrebbero adottato subito per i loro usi ,invece hanno continuato ad adoperare il loro perchè funzionava meglio e non le ha mai prese da presunti molossi Britannici perchè non esistevano ,e queste cose stanno venendo fuori adesso con studi più approfonditi, il tutto senza togliere niente al Mastif che è e rimane un simpatico cagnone,ma che sotto sotto è farina del nostro sacco alla faccia di quegli spocchiosi degli inglesi saluti da Rapace notturno

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