di VALERIA ROSSI – “Dacci oggi la nostra polemica quotidiana?”
Sembrerebbe proprio di sì… ma più ci si addentra nel mondo cinofilo moderno e più saltano agli occhi situazioni e incongruenze che davvero ci fanno “toccare per vedere se ci siamo”.
Partiamo dal fondo, stavolta, e cioè da alcuni dei commenti riferiti al fatto che a Udine (questa è la notizia così come appare su FB) “sia stato annullato un corso per addestratori ENCI perché si utilizzava il collare a punte“.
Copincollo alcuni commenti letti qua e là:
“Ammiro la persona che ha avuto il coraggio di denunciare l’uso dei collari a punta, utilizzati durante un corso istruttori Enci qui nella nostra regione, finalmente!!! Ovviamente il corso è stato sospeso!“
“Provincia di Udine, estate 2013 Corso istruttori Enci, raccomandato dall’università di Udine. Corso comprensivo di uso del collare a strozzo con punte (non esistono collari a strozzo con le punte: i collari a punte sono sempre e solo a semistrangolo, NdR). Corso revocato per la denuncia di una persona. E’ un inizio!”
“Visto che i posti e i nomi si conoscono … sarebbe bene che ci fosse qualcuno a cui denunciare… e che faccia qualcosa però! E far chiudere il centro!”
E poi gli immancabili commenti sul collare a punte che “è uno strumento di tortura, punto e basta“… e tutto il solito repertorio gentilista che ne consegue, con allegati insulti di vario tipo (perché più si è gentili con i cani, evidentemente, e più si deve diventare cafoni con le persone, a meno che non seguano la tua stessa fede “cinopoliticoreligiosa”).
Bene: volete sapere cos’è successo in realtà? Ve lo faccio raccontare direttamente da Francesca Tosi, titolare del centro e organizzatrice del corso “incriminato”:
Durante una delle prime lezioni pratiche una corsista con un pastore tedesco si è presentata in campo con un collare a punte: chiesta una spiegazione e vedendo l’impossibilità di gestire il cane, che si proponeva pericoloso e fuori controllo viste le dimensioni ed il carattere dell’animale, l’istruttore ha ritenuto opportuno non togliere subito il collare e quindi non liberare il cane che avrebbe creato possibile danni ai cani presenti.
Non essendoci regolamenti ENCI, né leggi, né ordinanze locali che vietino il collare a punte, ed inoltre la stessa ENCI non avendo dato istruzioni precise sullo svolgimento dei corsi e sugli strumenti utilizzabili, l’istruttore non ha voluto mettere in difficoltà la corsista che mostrava di sapere ciò che faceva, considerato soprattutto che il cane si mostrava contento, scodinzolando e prestando attenzione alla conduttrice.
Successivamente una signora iscritta al corso, istruttrice di altre associazioni, ha attaccato la corsista fino al punto di portarla alle lacrime più volte. Gli istruttori, sentendosi in dovere di evitare tale situazione incresciosa, hanno comunicato tempestivamente alla quasi delegata ENCI (la quale non era presente alla lezione pratica in questione) l’accaduto, chiedendo quale comportamento si dovesse tenere.
La tecnica delegata ENCI, invece risolvere la situazione dando le giuste indicazioni, ha inviato un esposto all’ ENCI di cui tutt’ora non conosciamo il contenuto.
L’ istruttrice (gentilista) di cui sopra ha più volte cercato di boicottare le lezioni accendendo anche inutili polemiche riguardo all’utilizzo del collare fisso e cercando di interrompere i docenti sia nella parti pratiche che teoriche.
Questo è ciò che è realmente accaduto.
Purtroppo, come in tutte le cose, il racconto è stato montato fino al punto di dire che durante una lezione un cane è stato talmente picchiato che una corsista ha cercato di difenderlo e qualcuno l’ha presa a pugni ed è stata chiamata l’ambulanza… pare che tutti sapessero cosa è accaduto meno noi, visto che la denuncia è un atto interno dell’ENCI e non viene divulgato … quindi ogni genere di assurdità è concessa.
Non vi sembra un filino diversa, messa così?
Il collare a punte era della corsista, non certo “del corso”, ed è stato tollerato (non certo caldeggiato, nè tantomeno suggerito come strumento di normale utilizzo) per una singola lezione, solo per garantire la sicurezza di cani e persone presenti. Inoltre la conduttrice aveva mostrato di saperlo usare con competenza…e il cane, pur indossando questo presunto “strumento di tortura”, appariva allegro, scodinzolante e collaborativo.
Non vi sembra un caso eclatante di “tanto rumore per nulla”?
Purtroppo il rumore nasce da due fattori diversi, che vanno considerati in modo molto diverso tra loro:
1 – la presenza di persone che si sono iscritte al corso per boicottare, anziché per fare confronti tra metodologie magari diverse da quelle conosciute fino a quel momento, ma dalle quali comunque avrebbero potuto imparare qualcosa (e se pensavano di no… perché mai si sono iscritte?);
2 – l’incomprensibile reazione di chi rappresentava l’ENCI, persona alla quale – del tutto correttamente, direi – gli istruttori si sono rivolti per capire come dovevano comportarsi… e che, anziché dare risposte, ha fatto un esposto.
Ma un esposto basato SU COSA?
Non lo sappiamo, perché l’ENCI non brilla certo per trasparenza quando si tratta di analizzare casi e di prendere decisioni: però sappiamo che il corso è stato sospeso.
E qui bisognerebbe capire il perché.
Il cane è stato maltrattato? Assolutamente NO. Io non c’ero, ma ho parlato con chi invece era presente (corsisti, non solo organizzatori) e la cosa è stata assolutamente esclusa da tutti.
Allora è la semplice presenza di un collare a punte, indipendentemente dall’uso che ne è stato fatto, a poter causare la sospensione di un corso ENCI?
Sarebbe quantomeno curioso.
Molti di voi ricorderanno che io sono stata messa praticamente alla gogna da un’associazione di educatori perché, durante un corso, ho mostrato un collare a punte, senza farne assolutamente uso (se non sulla mano di un corsista, giusto per far capire l’effetto che può avere).
Per quanto la cosa continui a sembrarmi surreale, posso anche concepire che un’associazione che si proclama gentilista assuma una posizione così talebana nei confronti di uno strumento del quale vieta e rifiuta l’uso.
Ma l’ENCI?!?
L’ENCI non si è MAI pronunciato contro il collare a punte (ricordiamo che pensava addirittura di tenere “corsi per l’uso corretto del collare elettrico…”): e a mio avviso ha avuto ragione a non pronunciarsi, perché il collare a punte (a differenza di quello elettrico) si può benissimo utilizzare senza causare alcun dolore al cane.
Basta esserne capaci… ma semmai un corso per addestratori professionisti dovrebbe proprio rendere “capaci” di fare un uso corretto e professionale di qualsiasi strumento (escluso il collare elettrico, perché quello NON si può usare senza che il cane senta almeno un “doloretto”).
E qui si apre l’annosa questione sulla differenza tra “disagio” (quello procurato dall’uso corretto di un collare a punte) e “leggero dolore”, o “doloretto”, o come lo vogliate chiamare.
Per capirla, questa differenza, c’è solo una cosa da fare: indossare entrambi i collari e provare su noi stessi. Io l’ho fatto, ed è per questo che concepisco l’uso del collare a punte e NON concepisco quello del tele. Perché il tele, anche a bassa intensità, fa male. Il collare a punte, se viene semplicemente indossato, non fa assolutamente nulla. Se viene usato nel modo corretto, e cioè NON strattonando il cane per nessun motivo al mondo, ma facendogli semplicemente sentire la presenza delle punte, dà fastidio.
E se il “fastidio” per voi è già una cosa inconcepibile, ricordatevi che allora dovrete fare lo stesso tipo di guerra alle pettorine “Easy walk”, o ai “Canny collar” e a tutte le altre cavezze… perché anche queste danno fastidio al cane: altrimenti, come pensate che potrebbero funzionare? Per opera dello Spirito Santo?
Se del collare a punte sapete solo quello che vi hanno raccontato i “guru” di turno, oppure avete creduto alla famosa foto del cane col collo tutto bucato (che, come ha ammesso perfino chi l’ha fatta circolare su FB, NON ritrae un cane su cui è stato usato un collare a punte, ma un cane “cresciuto dentro” a un collare a punte)… l’unico invito che posso rivolgervi è proprio quello di indossarne uno. Anche senza avere il collo ricoperto di pelo come i cani, anche senza avere la muscolatura di un cane, basta provare per capire che, esattamente come il collare a strangolo, il collare a punte NON può fare alcun male “solo indossandolo”, e non fa male neppure se vi ci appoggiate contro (uso corretto).
Fa male se viene usato a strattoni, questo sì: ma un professionista, un tecnico competente, una persona capace di tenere in mano un guinzaglio con cognizione di causa, le strattonate NON LE DA’!
Ed è per questo che non posso davvero credere che l’ENCI abbia sospeso questo corso.
Perché l’ENCI è (o almeno dovrebbe essere) un ente fatto da tecnici.
Ovvero da gente perfettamente in grado di distinguere tra la “presenza” di uno strumento e l’eventuale uso scorretto di uno strumento.
Sospendendo il corso a causa di un esposto fatto da una sua rappresentante che NON era presente alla lezione, l’ENCI ha dimostrato di non avere il coraggio di difendere l’uso corretto di uno strumento che è sempre stato (e sempre sarà, probabilmente) presente sui campi professionali, semplicemente perché il suo uso professionale non causa al cane alcun dolore e tantomeno alcuna “tortura”.
E la professionalità dovrebbe essere proprio ciò che distingue un corso ENCI dai corsi tenuti dai venditori di fumo.
O da quelli che insegnano, sì, a gestire un cane in modo carino e gentile… purché si tratti di un meticcetto, di un golden o al massimo di un border collie.
Perché il problema è sempre lo stesso: esistono – perché il pubblico li vuole, ma anche perché li vogliono gli stessi giudici ENCI, alla ricerca di prestazioni sempre più elevate – cani dalle doti caratteriali talmente spiccate che l’uso di strumenti e metodi “forti” , almeno in certi momenti, si rende indispensabile.
E ri-chiariamo, per la millesima volta: forza e violenza NON sono affatto sinonimi. E il dolore, con la forza, non c’entra un beatissimo tubo.
Essere forti significa essere decisi, chiari e coerenti; significa sapersi imporre sul cane non facendogli pensare che se sbaglia prenderà botte, ma convincendolo che “quello che dice il boss è sicuramente giusto”.
Il fatto è che quando il cane ha doti caratteriali elevatissime (e cioè… quando è un cane della madonna!), non è possibile convincerlo sempre e solo con coccole e bocconcini.
O meglio: si può (e infatti si fa) finché il cane lavora in stato di omeostasi, tutto bello rilassato e tranquillo e senza eccessiva eccitazione. Ma quando l’adrenalina gli va a mille (e cioè, nel caso dei cani da UD, quando morde: ovvero, quando fa la cosa che gli piace di più al mondo)… allora puoi sventolargli sotto il naso anche una bistecca alla fiorentina, e lui la ignorerà. Puoi mettergli davanti anche la cagnetta più arrapante del mondo, in pieno calore… e ignorerà anche quella, perché mordere gli piace di più!
So che è inutile cercare di spiegarlo a chi questi cani non li ha mai visti e conosciuti: ma questo è un dato di fatto… e l’ENCI non può non saperlo. Quindi non può nascondere la testa sotto la sabbia e non può, assolutamente, aderire alle teorie iperbuoniste di persone che faranno anche ottimi lavori, per carità, nel loro ambito: ma che con le razze da utilità e difesa NON ci lavorano.
O, se lo fanno, lo fanno solo per renderli adatti alla vita in famiglia e alle corsette al parchetto… cosa che, per un cane davvero dotato, è un vero e proprio spreco, oltre che – lasciatemelo dire, accidenti! – un quasi-maltrattamento.
E’ come avere in casa Picasso e fargli disegnare i Paperini sugli zainetti per la scuola.
Come avere a disposizione Jimi Hendrix (pace all’anima sua) e fargli suonare il ballo liscio.
Io davvero non riesco a capire come si possa pensare di ottenere il benessere dei cani superdotati, inibendo le loro doti o deviandole su attività di poco conto e di nessuna soddisfazione. Questo presunto benessere sta solo nella nostra testa, ma non in quella del cane!
Cercate di capirlo, per favore, senza partire subito in quarta a dire che io “difendo il collare a punte” e altre amenità del genere.
Io difendo l’uso CORRETTO di qualsiasi strumento che NON causi dolore al cane, ma che mi permetta di gestire, anche in campo sportivo e non solo sul divano, cani che a stare sul divano si divertono proprio come Jimi Hendrix a suonare la mazurca.
Un pastore tedesco, o un malinois da lavoro, selezionati per “andare a 1000”, soffrono se gli permette di esprimere solo 100! Mettetevelo bene in testa, questo!
Ma so già che non lo accetterete… perché se non avete modo di fare paragoni, se non guardate la faccia, la coda, l’espressione di tutto il corpo del cane quando fa il lavoro per cui è nato, e se non la confrontate con quello che esprime facendo qualcosa di lontanissimo da ciò che lui ha nel DNA, non potrete mai capire.
Purtroppo di gente che non può capire ce n’è tantissima, troppa: perché la cinofilia new age tende a tenere i suoi adepti il più lontano possibile dai campi di addestramento. Ma non perché teme che si vedano cani maltrattati… bensì perché teme che si vedano cani davvero felici!
E che qualcuno, magari, apra gli occhi e capisca la differenza.
Poi, per carità: non ho mai negato e mai negherò che i macellai esistano. Altroché, se esistono. Ma quelle sono le mele marce, NON tutto l’albero di mele.
Chiusa questa parentesi, torniamo al collare a punte: che NON difendo a spada tratta (lo preciso, perché so già che ripartiranno le accuse in tal senso): semplicemente, ritengo che si possa utilizzare SENZA fare alcun male al cane e ritengo che, in certi casi e con certi cani, possa diventare opportuno utilizzarlo.
Perché io non lo uso?
Semplice: perché ho scelto di non lavorare più con quel tipo di cane. Perché credo che le prove di lavoro siano andate “oltre” i limiti dell’accettabilità. Perché credo (anzi, SO) che anche usando il collare a punte non arriverei, probabilmente, ai risultati voluti, perché oggi il collare a punte non basta più con certi cani, e si devono usare strumenti che vanno, a loro volta, oltre i miei limiti etici. Ovvero quelli che fanno male davvero.
Quello del collare a punte “normali” (e cioè squadrate) è un falso problema: mettetevi bene in testa anche questo. Perché in giro ci sono collari a punte limate (e quelle sì, che fanno male) e, come tutti sanno, ci sono in giro migliaia di collari elettrici di vario tipo, alcuni dei quali SI, sono veri strumenti di tortura.
Ma questi strumenti non esistono solo sui campi dei macellai: esistono anche sui campi di persone che i cani li AMANO, li rispettano… ma senza questi strumenti non riescono ad ottenere performance sufficientemente elevate da soddisfare i requisiti richiesti, indovinate un po’, proprio dalle prove ENCI.
Comunque, resta il fatto che il collare a punte “normale” è sostanzialmente innocuo, a meno che non sia dato in mano a un neofita.
E forse non era il caso di lasciarlo usare a un corsista, che in quanto tale – teoricamente – non dovrebbe aveva le competenze necessarie per saperlo usare al meglio. Non parlo della persona in oggetto, che a quanto pare sapeva il fatto suo (ma siccome non c’ero, non posso dirlo con certezza): parlo in generale.
Se io fossi stata nei panni dell’ENCI, dunque, avrei semplicemente detto agli organizzatori: “No, guardate, il collare a punte è uno strumento da professionisti: un corsista professionista non può ancora esserlo, dunque ai corsi preferiamo che non si utilizzi”.
Punto. Fine della storia.
Nessun bisogno di esposti, di sospensioni e delle immancabili demonizzazione: solo un consiglio sensato.
Ma in questo mondo cinofilo, il buon senso è diventato un optional.
Se poi l’ENCI avesse deciso di adeguarsi alla cinofilia new age (ma mi dovrebbe anche spiegare perché, visto che questa cinofilia iper-buonista ha immensi limiti e soprattutto NON VUOLE occuparsi di utilità e difesa… per l’ovvio motivo che, se per caso se ne occupasse, si troverebbe di fronte ai cani di cui sopra e sarebbe costretta ad ammettere che con questi cani il “bocconcinismo” non funziona)… allora dovrebbe innanzitutto scriverlo a chiare lettere sul suo sito; poi dovrebbe specificare bene che ai corsi ENCI non devono più apparire certi strumenti; infine dovrebbe farsi un bel giro su tutti i campi di chi è già addestratore ENCI, e sequestrare tutto ciò che buonista non è.
Ma a questo punto, dei “cani della madonna”, che ne facciamo?
Tutti a fare disc dog, obedience o doggy dance?
Ovvero (senza offesa per nessuno di questi sport… e neppure per il ballo liscio!), tutti Jimi Hendrix che suonano la mazurca?
Perché no!, dirà qualcuno.
Se devo fare uno sport in cui sono costretto a usare metodi/strumenti che non mi piacciono, evito di fare quello sport.
Perfetto: sono d’accordissimo. Credo che quel “qualcuno” sia liberissimo di pensarla così.
Ma non può pensarla così l’ENCI!
Perché è stato proprio l’ENCI (anzi, l’FCI, a dire il vero: ma il concetto non cambia, visto che l’ENCI vi aderisce) a volere certe performance.
E’ stato l’ENCI a preparare i giudici che richiedono queste performance.
E’ stato l’ENCI ad avallare e spingere la selezione delle razze affinché fossero in grado di offrire queste performance.
E’ sempre l’ENCI, anche, a richiedere le prove di lavoro per i cani da bellezza, creando così un altro bacino di utilizzatori (stavolta a sproposito, a mio avviso) di strumenti “poco gentili”: ovvero gli addestratori costretti a fare “il brevetto in dieci giorni”: ma questo è un altro discorso, che ci porterebbe troppo lontano. Quindi per ora lo accantono, anche se non va dimenticato.
Restando invece ai cani da lavoro selezionati per le prove di utilità… in pratica (oggi ho la paragonite acuta, scusatemi) è come se l’ENCI avesse fatto in modo di produrre decine di migliaia di macchine da F1, e adesso dicesse a tutti i piloti: “Sì, però andate piano, eh!”.
Magari appiccandogli sul cruscotto la medaglietta “Papà non correre”, come quelle degli anni ’60.
Questo a me sembra assolutamente folle.
Non so a voi.
Ma non mi sembra folle soltanto perché suona vagamente ipocrita: mi sembra folle anche perché le prove di UD non servono, ufficialmente, a vincere coppette, ma a fare selezione!
Le super-doti dei super-cani sono quelle che dovrebbero garantire il miglioramento delle razze, che è lo scopo STATUTARIO dell’ENCI!
Allora, proviamo a capirci: se queste sono le Formula1 della cinofilia, per quale motivo dovremmo farle andare a 60 all’ora?
E se invece vogliamo che vadano a 300 all’ora, perché dovremmo impedire ai piloti di usare un volante adeguato?
Appare evidente, dal caso in oggetto ma anche da mille altri, che l’ENCI sta vivendo un momento di transizione nel quale non ha ancora ben deciso da che parte stare: se da quella della zootecnia (che da sempre le appartiene, e che è anche l’unica percorribile se si vuole ancora parlare di selezione e di miglioramento) o da quella del buonismo di stampo animalista che sicuramente NON permette nè di selezionare alcunché (anzi… forse preferirebbe che di razze pure non ne esistessero proprio più), né di ottenere performance di un certo livello, ma che è altrettanto sicuramente il business del momento.
Purtroppo botti piene (di soldi) e mogli ubriache non si possono avere.
E’ assolutamente fuori discussione che per ottenere certi risultati con certi cani i metodi buonisti/gentilisti non bastino: quindi, se si vogliono sposare questi metodi, si deve rinunciare a un certo tipo di cani. E questo a cominciare, ovviamente, dalla selezione in allevamento, e non certo costringendo le F1 a girare in città… anche perché le F1, se girano in città, o fanno danni o si rompono.
Non si scappa. Non ci sono alternative.
I “cani della madonna” sono fin troppo esasperati? Bene, diamo dei limiti: cambiamo i regolamenti.
Passo di nuovo la parola a Francesca, che scrive:
Per prima, nella mia regione, ho provato a preparare un cane in questo modo: sono arrivata in IPO 3 con una sfilza di 70, derisa da tutti alle selezioni dei mondiali e campionati .
Visto il tipo di addestramento, tra l’altro, ritenevano ingiudicabili le reali doti del cane: infatti un giudice straniero mi ha detto “LE VERE DOTI CARATTERIALI DI UN CANE SI VEDONO ANCHE NELLA SUA CAPACITA’ DI SOPPORTARE UN ADDESTRAMENTO” .
Quindi chi fa difesa ed utilità è costretto a mentire come un delinquente solo perché fa ciò che l’ENCI chiede. E lo stesso Ente, nel momento in cui si trova ad affrontare tali questioni, punta il dito contro chi invece non si nasconde e lavora con i cani in modo onesto e trasparente.
Vorrei dire ancora due cose:
a) che essendo una grande appassionata del pastore tedesco, ritengo assolutamente giusto mantenere inalterate le doti caratteriali di questa razza.
b) che il corso che abbiamo organizzato appartiene alla “sezione 1”, quindi comprensivo della difesa ed utilità. Ma come si possono concedere corsi di questo tipo se poi non si può dare a chi paga e frequenta le ore di lezione la possibilità di imparare e di vedere le fasi degli attacchi, dove necessariamente ci sono i controlli, il bastone eccetera?
Non è, questo, un tirare il sasso e poi nascondere la mano?
Ieri è toccato a qualcun altro, oggi tocca al Free Dog , domani toccherà ad altri… ed andando avanti così il mondo della cinofilia italiana resterà in mano solo agli “educatori” con grandi biblioteche e forse un cane in casa. Persone, come quelle che hanno boicottato il nostro corso, che si ritengono terapisti comportamentali, gentilisti ecc… che prediligono farmaci e “terapie comportamentali” e che sparlano del normale addestramento solo perché non sono in grado di risolvere i problemi dei loro clienti e per questo se la prendono con chi, magari grazie ad un’esperienza più che ventennale, riesce dove loro non arrivano.
Molte persone, ormai, fuggono da queste persone che con i loro “grandi discorsi” (e nessun risultato pratico) creano problemi nelle famiglie, svuotano i portafogli e magari, alla fine, arrivano anche a consigliare la soppressione per i casi che non riescono a gestire: ma se non dovesse più esistere l’alternativa di un valido comparto cinotecnico, queste persone e questi cani dove finirebbero?
Personalmente posso solo aggiungere che NON sono affatto d’accordo con quanto ha affermato il giudice straniero (e che purtroppo ho sentito ripetere anche da alcuni addestratori italiani… perché le puttanate trovano sempre il loro bel seguito, specie se a dirle è un “nome famoso”): le doti caratteriali di un cane NON si valutano certo infliggendogli un addestramento esageratamente coercitivo.
Semmai UNA sola dote puoi valutarla così, e cioè la tempra: tutte le altre, con la “capacità di sopportazione”, non c’entrano un beatissimo tubo.
E comunque per valutare la tempra basta guardare un cane mentre gioca con un altro cane. Basta vedere come reagisce se inavvertitamente gli pestiamo una zampa (a chi non è mai successo?)
Non diciamo castronerie (e possibilmente non ripetiamole): la tempra la vedi nella vita di tutti i giorni.
E poi la tempra è genetica: o c’è o non c’è. Se c’è perché hai lavorato bene in selezione, testarla è addirittura superfluo. E se non c’è, non c’è più nulla che tu possa fare per aumentarla.
Quindi… che senso avrebbe questa frase, se non quello di giustificare i macellai?
Ma questa frase, guarda un po’, l’ha pronunciata un Giudice FCI.
Chi è, adesso, che gli va a dire che l’ENCI (affiliato FCI) sospende un corso in cui un cane indossava un collare a punte portato da casa?
Ma un po’ di coerenza, ce la vogliamo mettere?
Se posso esprimere un’opinione basata su ciò che vedo, sento, leggo ogni santo giorno… l’ENCI fa malissimo a cedere al ricatto di immagine e/o alla tentazione di sposare il gentilismo/buonismo esasperato per non perdere dei corsisti: soprattutto perché, come è già accaduto in altri campi, arriva con almeno una decina d’anni di ritardo.
Basandomi SOLO sulle persone confuse e infelici che scrivono a me, posso affermare che il gentilismo/buonismo esasperato è ormai alle corde: proprio perché non dà risultati pratici, proprio perché si è appoggiato troppo all’altro business infame degli psicofarmaci, proprio perché troppo spesso ha formato – a suon di soldoni – sedicenti “educatori” che aprono campi senza un minimo di esperienza… la gente, almeno dai venditori di fumo, sta scappando sempre più.
Solo che NON SA DOVE ANDARE: un po’ perché qualcuno gli ha spiegato che i campi ENCI (e quelli dei grandi club come la SAS) sono pieni di cattivoni maltrattatori, ma soprattutto perché l’ENCI non è ancora stato in grado di eliminare i VERI cattivoni-maltrattori e di fornire una valida alternativa che possa offrire alla gente ciò che la gente vuole (e cioè un cane educato e/o addestrato) senza ricorrere alla violenza.
La gente vuole campi in cui si vedano gentilezza (e non gentilismo), competenza (e non parole-parole-parole) e risultati (“familiari” o sportivi che siano).
In particolare, la gente che si compra una F1 vuole poterla vedere correre a 300 all’ora, sì, e non gironzolare a 50… ma non vuole neppure vederla a spiaccicare contro un muro a causa di un pilota irresponsabile.
Il compito dell’FCI, in primis, e dell’ENCI subito dopo, sarebbe quello di preparare persone capaci di costruire, da un lato, macchine perfette, e dall’altro di preparare buoni piloti.
E’ indubbio che per formarli non basta la scuola guida sotto casa, così come è indubbio che occorrono doti psicofisiche di un certo livello: e qui, purtroppo, si ricade nel caso “botte piena e moglie ubriaca”, perché per preparare persone così NON basta il corsetto con 50 ore di pratica.
Purtroppo i soldi si fanno proprio con i corsetti da 50 ore… almeno finché se ne faranno, perché ormai pure questo business sta arrivando ad esaurimento, non solo per l’assurda overdose di “diplomati” che ci ritroviamo, ma anche per l’overdose di diplomati incapaci che non soddisfano le esigenze dei clienti.
A far quello ci hanno pensato altre sigle e altre associazioni: per l’ENCI è tardi.
L’ENCI, semmai, può (e dovrebbe) sostituirlo con un frutto diverso, che magari porti un po’ meno soldi facili ma che sia in grado di mettere sul mercato VERI professionisti: cosa che non si ottiene nascondendosi dietro al dito dello “strumento brutto e cattivo”, ma semmai insegnando ad utilizzare qualsiasi strumento con competenza ed abilità e senza mai danneggiare il cane.
Se poi vogliamo vietarne qualcuno, di questi strumenti… facciamolo pure, ma con molta chiarezza e non colpendo capri espiatori a caso. Ricordando, però, che a monte ci dovranno essere cambiamenti epocali sia per quanto riguarda sia la selezione che le prove di lavoro. Insomma, è tempo di scelte responsabili e coraggiose, fatte nell’interesse dei cani prima di tutto, ma anche degli umani che intorno al cane ruotano, siano essi professionisti o semplici proprietari.
Se l’ENCI non prenderà una posizione chiara, se da un lato vorrà dare l’immagine di protettrice dei poveri porcellini, ma dall’altro continuerà a lasciar agire (nell’ombra, e tra mille sotterfugi) i Lupi Cattivi che ancora sporcano questa immagine… allora a rimetterci saranno sempre i quattro disgraziati gatti che finiscono sotto accusa per ripicca, per concorrenza sleale o magari anche per un deviatissimo sentimento “animalista” che si traduce nel non capire un accidenti di cani, ma nel voler dettare legge lo stesso in cinofilia. Che è proprio quello che sta accadendo.
L’ENCI non può più stare a guardare: ma non può neppure pensare di cedere a certi ricatti o di lasciare nel proprio brodo il settore dell’UD, perché intanto a lui interessa di più la caccia. Tantomeno può pensare di appoggiarsi, per il “settore 1”, proprio a chi ha sempre ridicolizzato (e da chi è sempre stato tacciato di essere un Ente di “maltrattatori”), come corre voce che si stia pensando di fare.
Poi, per carità… in politica ne abbiamo già a bizzeffe, di esempi di gente che un giorno si sputa reciprocamente in faccia e il giorno dopo va a braccetto: e l’ENCI, purtroppo “è” un Ente politico.
Però, a differenza degli elettori medi che sopportano di tutto e di più… i cinofili medi cominciano ad essere piuttosto incazzati. E sarebbe bene che il nostro Kennel Club se ne rendesse conto… prima che sia davvero troppo tardi per tutti, ma soprattutto per lui e per i suoi Soci.
Foto gentilmente concesse da Francesca Toso
Visto che il trollume impazza e che anche questo argomento è stato ormai sviscerato al punto di non poter più dire nulla di interessante (continuo a spiegare, anche ad Angela, che il collare elettrico in questo caso non c’entrava una beata cippa e che quindi i suoi commenti sono fuori tema), chiudo i commenti in calce a questo articolo.
ENCI news: Audizione ENCI in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati
http://www.enci.it/news/news.php?id=930
Corsi per l’uso corretto del collare elettrico: ma l’ENCI c’è o ci fa? – Ti presento il cane
https://www.tipresentoilcane.com/2011/04/16/corsi-per-luso-corretto-del-collare-elettrico-ma-lenci-ce-o-ci-fa/
Io ci sto provando a lavorare in UD senza l’impiego di strozzi, ortiche e zicchini.
Fino ad oggi ho imparato che la fatica è decuplicata e che il tempo si stira.
A parte questo, una volta che la sequenza è fissata non vedo grandi disparità con i risultati che ottenevo “prima”, e ho il dubbio che certe deficienze siano dovute a difficoltà innanzitutto mie.
[In questo periodo sono abbastanza scoraggiato, lo ammetto, ma questo sito (con le sue floride discussioni) contribuisce a mantenere aggiornata la mia motivazione: ringrazio tutti voi, e soprattutto Valeria Rossi, per l’inconsapevole supporto!]
Emilio, il punto chiave (quello per cui quasi nessuno lavora in UD senza strumenti più o meno coercitivi) è proprio quello del tempo: ci si mette molto di più. E questo, purtroppo, è un grosso handicap per chi deve vivere di questo lavoro ed è, bene o male, “costretto” a dare risultati veloci, altrimenti i clienti vanno altrove (perché son tutti “bello il mio tesoro della mamma”, almeno finché non devono prendere un brevetto: dopodiché diventano “il tesoro della mamma però deve farmi l’IPO1 entro un mese, altrimenti non posso iscriverlo in classe Lavoro”).
La risposta che si sta cercando di dare è proprio quella di non mettersi a lavorare con pettorine e bocconcini, ma di utilizzare i “vecchi” strumenti in modo diverso, senza maltrattamenti, limitando al massimo il rinforzo negativo ad un leggero disagio (non più di quello che possono provare con una pettorina easy walk o un collare a cavezza) ed eliminando del tutto il collare elettrico.
Non è che sia facile e i risultati saranno sempre più veloci con metodi più duri: però, in questo modo, si cerca magari di “raddoppiare” la fatica senza decuplicarla, di ottenere risultati in tempi più lunghi, sì, ma non “troppo” lunghi…e soprattutto di rispettare sempre e comunque il cane senza infliggergli mai un vero e proprio dolore.
Che poi un cane non possa/debba sopportare neanche un minimo di disagio… be’, a me pare folle: qualsiasi sportivo umano di disagio ne sopporta in abbondanza e non per questo smette di fare il suo sport. Lo sport è sacrificio per definizione.
Chi non vuole farlo, non lo faccia: ma pensare che il cane sia “felice” solo stando a pancia all’aria è pura follia, perché noi li vediamo i cani che piangono di gioia quando arrivano al campo e non vedono l’ora di cominciare.
Quindi sostenere che il cane “poverino, non sceglie”, e che siamo noi ad obbligarlo a sopportare fatica improbe è decisamente falso: il cane sceglie, eccome. E finché io vedrò cani che arrivano al campo saltando come grilli, scodinzolando a mille e tirando giù la porta d’ingresso a zampate per entrare, e non per uscire… continuerò a pensare che le nostre scelte combacino.
Quando ne vedrò uno che tira per uscire, consiglierò al suo proprietario di lasciar perdere lo sport, o almeno l’UD.
Scusate se mi intrometto……. Leggo più volte che: i “gentilisti” parlano “per sentito dire”……..
Vi parlo di me: nel 1997 ho iniziato a lavorare con il mio pastore tedesco. Allora facevo UD, usavo il collare con le punte senza alcun problema e assistevo regolarmente a sessioni di lavoro (fuori orario e senza pubblico) con collare elettrico…… Ero dentro a quell’ambiente ed era normale così.
Poi, alcuni anni dopo, ho scoperto il metodo Cognitivo Zooantropologico, ho iniziato a provare con i miei cani e me ne sono letteralmente innamorata. Tanto che ora lavoro come Educatore e di certo non solo su cani da compagnia! Lavoro con pettorina su cani di ogni tipo: dal Rottweiler che morde i suoi padroni, al PT che vola addosso a tutti, al Carlino che non ha alcun tipo di problema…….
Tuttora ho cani da lavoro tra cui un Grigione che, lavorato con pettorina, ha da poco superato brillantemente l’esame di brevetto per Unità Cinofile di Soccorso (Protezione Civile). Ed è una vera bomba! 🙂
Dopo questa premessa voglio fare due domande:
1 – Quante persone che usano il collare con punte, lo usano senza strattonare??? Vorrei vederle all’opera, dal primo momento in cui lo fanno indossare al proprio cane e anche quando lavorano in sessioni private….personalmente ho sempre visto strattonare. E sempre personalmente, non per sentito dire, ho visto tanti cani fare dei sonori Cai, Cai con questo tipo di collare…. E per fortuna che non fa male.
2 – Quanti di voi hanno mai provato a lavorare DAVVERO in un campo dove si lavora con metodo Cognitivo Zooantropologico? Scommetto ben pochi. Quindi chi è che parla per sentito dire???
C’è una grande confusione su cosa sia o meno il metodo “Gentile”. E su una cosa non ho alcun dubbio: come ci sono i macellai in UD, ci sono gli idioti in CZ! Essere gentilisti e usare una pettorina non significa affatto lavorare con i peluches! Ci vogliono comunque polso, coerenza, determinazione. O col cavolo ti porti un Grigione dappertutto e SENZA FARMACI!
Quindi: vi prego di informarvi meglio e di iniziare a parlare con cognizione di causa. Se non vi piacciono i gentilisti, sicuramente siete incappati nei suddetti idioti. Ce ne sono in ogni settore.
Concludo dicendo un’ultima cosa: quando sono passata alla pettorina, ho tirato un sacco di accidenti perché non riuscivo a controllare il cane! Anche quella bisogna imparare ad usarla…. Dopo qualche mese ho capito che non sarei più tornata nè al collare con punte, nè allo strozzo. Perché? Semplicemente perché il cane sta visibilmente meglio! Provare per credere. 😉
Alessandra, era proprio questo il problema, la gente che solleva polveroni e crea problemi alle persone sollevando polemiche basate sul sentito dire, e che non sono disposte e a vedere con i loro occhi la realtà che hanno di fronte. Tu hai lavorato con diversi metodi e hai scelto con cognizione di causa, e con cognizione di causa puoi avanzare critiche e suggerimenti. Ed e’ così che dovrebbe essere! Io sto difendendo a spada tratta il collare con le punte ma non perché lo consideri una panacea da usare sempre e con tutti i cani, l’ho visto usare correttamente, con i cani giusti e nei contesti giusti, per cui non mi scandalizzo se sento che una persona lo usa perché lo contemplo come possibile strumento di addestramento. D’altro canto so anche che è uno strumento potenzialmente pericoloso, che nelle mani sbagliate può fare danni. Mi sembra perciò corretto conoscere il singolo caso, e non sollevare un pandemonio e boicottare un corso solo perché, in modo aprioristico, qualcuno lo considera uno strumento del demonio. Ogni professionista può lavorare con strumenti pericolosi, i chirurghi usano i bisturi e i falegnami le seghe circolari, sono oggetti che non lasceresti mai usare non solo ad un bambino ma anche ad adulto che non li sappia maneggiare, ma non per questo bisogna distruggere tutti i bisturi e le seghe circolari e non produrne più, semplicemente li si lascia in mano ai professionisti e a chi li sa usare con cognizione di causa.
Buon giorno a tutti , in questo giorni leggendo i vari commenti sia positivi che negativi , mi sono resa conto che , nessuno ha mai dato reali spiegazioni sull’utilizzo e fanzionalità del famigerato collare a punte .
Il nome di per se rende l’idea di un antico strumento di tortura questo è innegabile .
Il suo scopo ed utilizzo è molto diverso –
In primo NON SERVE A BUCARE !!!!!
Serve se utilizzato nel modo corretto e non modificato a simulare il pizzico che la mamma dà ai suoi piccoli come ammonimento , ed in base alla mano del conduttore ed alla postura del corpo anche come semplice richaimo al gioco e come richiesta di attenzione ( molti di voi si saranno accorti che 2 cani che giocano spesso e volentieri quando vengono ignorati , richiedo attenzione proprio attarverso il pizzico sul collo .
Per questo molti cani che indossano questo collare esprimono gioia nel lavoro , non perchè chi lo usa è furbissimo ma solo perchè è il rele scopo del collare !
Quello che inganna è solo la superficialità in cui gli è stato affibbiato il nome !
Potremmo descrivere questo tipo di collare come un traduttore istantaneo , che trasforma una comunicazione interspecifica con una intraspecifica .
Ho letto molti commenti anche riaguardo ai cani da lavoro , per questo posso per rendere chiara la mia opinione mettere questo link
http://www.tosofarm.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=59:il-pastore-tedesco-e-le-prove-diutilita-e-difesa-per-la-selezione-della-razza-&catid=34:allevamento-pastori-tedeschi&Itemid=53
Scusa, Alessandra, ma dico anche a te quello che ho sempre detto a tutti quelli che facevano discorsi simili: ma che caspita significa “ero dentro a quell’ambiente ed era normale così?”
Ma cosa c’è di NORMALE nel collare elettrico e nelle strattonate col collare a punte?
Mi spieghi tu – come ho chiesto di spiegarmi a tutti gli altri “illuminati sulla via di Damasco” – perché non te ne sei andata IL GIORNO STESSO da quel campo?
Anch’io, negli anni ’70, sono andata da quello che definivano “il migliore” (leggi: quello che aveva ottenuto più risultati) e mi sono resa conto che era un macellaio: per questo il giorno dopo non c’ero già più. Ho girato, ho chiesto, mi sono informata e ho trovato altre persone da cui imparare a lavorare senza maltrattare.
Tu per quale stracaspita di motivo ci sei rimasta?!? E non dirmi “perché erano tutti così”, perché NON E’ VERO.
Seconda domanda: perché il tuo grigione-bomba l’hai messo in protezione civile, anziché continuare con l’UD?
Sarebbe veramente splendido dimostrare al mondo che un cane tosto può ottenere risultati in questa disciplina (che evidentemente ti piaceva, visto che la facevi) utilizzando solo il metodo CZ e la pettorina.
Per quale motivo non hai pensato di dare questo schiaffone morale ai macellai?
Dato che la discussione sta prendendo un carattere generale, mi inserisco, scusandomi, in quanto non credo sia il posto giusto, con una domanda personale. Sto vivendo con grande difficoltà il tentativo di inserirmi nel mondo UD. Ho due dobermann da lavoro. Ho cambiato già diversi campi e addestratori. Non trovo nessuno che mi soddisfi. O non ho risultati o trovo persone e metodi troppo duri, per il mio modo di vedere il cane. Non ho preclusioni per alcun metodo purchè in sintonia con me e con i miei cani che ripeto essendo da lavoro … pecorelle non sono (soprattutto il maschio). Non ho mai usato le punte, pur avendole viste usare in modo professionale. Vivo a Trieste. Mi piacerebbe da impazzire entrare in quel mondo con il sorriso e con la gioia negli occhi del cane … e rispondere così alle urla e alle durezze (anche non estreme) che ho visto in questi mesi. Dove vado a sbattere la testa ? 🙂
Mi piacerebbe un vero confronto sul campo. Ognuno porta le proprie conoscenze, competenze, capacità nella gestione/rieducazione di un cane davvero difficile, di taglia grande (o gigante), morsicatore, meglio se proveniente da un canile dove qualche incapace l’ha “depositato” in un box lontano da tutti, perché considerato “un caso impossibile”. E poi mi piacerebbe vedere i rappresentanti delle diverse “scuole di pensiero” impegnati nell’addestramento sportivo, dall’agility al mondio ring. E mi piacerebbe riprendere tutto, dal primo all’ultimo minuto, senza perdermi neanche un commento, senza “tagli” né montaggio. Senza scuse né giustificazioni. Sarà mai possibile organizzare il lavoro sul campo per vedere all’opera e comprendere differenze e metodi dei migliori rappresentanti delle diverse scuole cinofile italiane? Vorrei vedere gente al lavoro (con cani davvero difficili) e i relativi risultati.
Ma credo che, naturalmente, i cinofilosofi da pc accamperebbero mille improbabili scuse per evitare di “darsi la zappa sui piedi”.
Nelle cose ci vuole sempre la cosi detta via di mezzo,anche se non lo amo il collare a punte a volte può trovare una logica in casi estremi,come allo stato della forme di pensiero attuali i gentilisti hanno la loro logica ma senza esagerare,ma in tutto ci vuole un po di buon senso e di tolleranza sulle opinioni altrui, per l’ENCI il discorso è diverso, già da circa 20 anni piano piano si sta sempre più riempendo di parrucconi incompetenti che badano solo al loro interesse personale e i più di cinofilia non ne capiscono una mazza(basta vedere come hanno in pochi anni massacrato una razza canina italiana delle più belle il cane corso) e non diamo tutta la colpa alla SACC perchè loro dove stavano? perciò basta fare come faccio io ,mandare a quel paese (volevo dire fanculo ma non voglio apparire maleducato)L ‘ENCI e tutti i suoi parrucconi e vivere la cinofilia da appassionato vero senza curarsi di loro, saluti a tutti dal rapace notturno
Ma non vedete che vi contraddicete da soli? Prima la corsista si presenta con un cane “pericoloso e fuori controllo” per cui il collare a punta non gli viene tolto subito: poi invece non gli viene tolto per niente perché l’Enci non ha dato “istruzioni precise sullo svolgimento dei corsi e sugli strumenti utilizzabili” e in fondo la corsista “mostrava di sapere ciò che faceva” e soprattutto il cane “si mostrava contento, scodinzolando e prestando attenzione alla conduttrice”.
Ha fatto bene l’ENCI a chiudere il corso, e la sua “quasi delegata” a fare rapporto: i fanatici siete voi per cui gli animali non sono esseri senzienti ma macchine – come una FERRARI che se non va a 300 all’ora è da buttare – e l’unica cosa che vi interessa è vincere delle gare per soddisfare la vostra vanità. Basta leggere come parlate degli animali da compagnia: non valgono niente no rispetto ai vostri cani “da utilità”, vero?
E ‘sta bella pensata da dove ti è venuta? Io sono vent’anni che ho SOLO cani da compagnia…
PS: non c’è nessuna contraddizione nelle contraddizioni che pensi di vedere. E’ che chi si è fissato (per sentito dire) con l’idea che il collare con il collare a punte debba per forza “soffrire” non riesce proprio a capire… è inutile 🙁
Ne riparliamo quando il collare lo porterà tua nonna
Se vuoi, al massimo, il collare lo porto io, non mia nonna, ma allora, se serve questo per provare empatia, il mio cane mi sostituisce per un giorno al lavoro. Così io sento quant’e’ stressante per lui e lui sente lo stress che vivo io ogni giorno. Credo che, a fine giornata, mi riconfermerebbe il collare a punte. E so che per lui sarebbe piu’ facilmete gestibile di quello che spetta a me. Lo stress fa parte della vita di tutti i giorni, da quando siamo piccoli ci viene insegnato non ad evitarlo ma a gestirlo, per essere più forti. Basta pensare alla scuola e agli esami, allo sport e alle gare, e al lavoro di ogni giorno. Un minimo di stress (MINIMO) non è un maltrattamento, per il cane, anzi, lo aiuta a crescere, a diventare più forte e sicuro di se’. Non so se credete davvero di poter evitare ogni forma di stress ai vostri cani, se lo credete davvero allora spero per voi che non vi troverete mai in una situazione critica, perché non so se e come riuscirete e gestirla.
E già, “homo homini lupo”. E confermi quanto dice il giudice straniero con cui la Redazione non è d’accordo: LE VERE DOTI CARATTERIALI DI UN CANE SI VEDONO ANCHE NELLA SUA CAPACITA’ DI SOPPORTARE UN ADDESTRAMENTO.
Ma non so, se il tuo lavoro è tanto stressante, perché non ti licenzi? Lo puoi fare, ad ogni modo, mentre il cane non se lo riesce a togliere il collare con le punte che lo “stressa un pochino”.
Per inciso, i pastori tedeschi che si trascinano le zampe, che hanno il treno posteriore tanto abbassato per la selezione della razza voluta dagli uomini, mi fanno tanta pena! E anche voi, non offenderti Alice, mi fate pena, alle stesso modo. Avete subito lo stesso trattamento evidentemente, qualcuno vi ha cresciuto inducendovi a pensare che lo stress sia necessario. Lo stress non è affatto necessario, lo stress è dovuto al fatto che qualcuno pensa, ancora prima di capire chi ha di fronte, che si deve DIFENDERE da lui, per questo si stressa!
“L’unica passione della mia vita è la paura”
Mah, a me sembra che le favolette ve le raccontiate voi, io ricorderò sempre la preparazione per i compiti in classe e per gli esami come qualcosa di stressante, ma non distruttivo. E sono tutte prove che mi hanno formato anche caratterialmente. Illudersi che fra due esseri senzienti non possa mai esserci un conflitto (che genera sempre stress) e’ irreale e irrazionale. I conflitti li vivrai sicuramente anche tu con i tuoi cani, quindi anche tu farai vivere situazioni di stress ai tuoi cani, solo che li risolvi e non li lasci degenerare, perché è così che si fa nella vita reale.
E poi che noia questa storia della razza perfetta, hai ragione, e’ proprio da nazisti selezioanare i cani per ridurre l’incidenza della displasia e fargli vivere una vita migliore. E tutti i cuccioli con un pelo fuori posto li trasformiamo in pappa per i superdog. Mannaggia, il mio dev’essere scappato alla selezione. Il fatto che, all’atto pratico, si sia arrivati a selezioni esasperate, e’ perché in ogni campo ci sono persone intelligenti ed emeriti imbecilli. Ma non è un’esagerazione anche pensare che i cani di razza siano la rovina del mondo dei cani del cuore? Tu l’ud non solo non l’ha i mai praticata, stai anche bene attenta a non conoscerla personalmente, non sia mai che sia contagiosa, e cani da lavoro ne avrai visti solo in foto. Visto che con i tuoi cani fai solo educazione (solo nel senso che non fai altre attività, non nel senso che è un’attività minore. Con voi meglio mettere le mani avanti) non è che sei lodevole perché non usi il collare a punte, sei normale, così pure gli educatori che conosci e che non fanno UD. Quindi scusa ma niente plauso per te.
Comunque, sto leggendo un libro molto interessante, La tigre di J. Vaillant. Ad un certo punto, parlando della cultura contadina delle aree rurali in Russia e Siberia, l’autore pone l’accento sul profondo legame che lega alla natura questi popoli, completamente ignari di qualsiasi ideologia ecologista, ambientalista e animalista. Popoli che non si battono il petto o si strappano i capelli pensando a quale scempio sia abbattere un albero per costruire una casa o uccidere un cervo per nutrirsi, ma che, nonostante questo, nutrono un rispetto reverenziale per la natura in cui vivono, perché da essa dipende la loro vita, anche se non è benigna come nelle fiabe. Un rapporto che gli ambientalisti occidentali non conoscono minimamante. Per voi la natura e i gli animali in generale e i cani nello specifico sono esseri menomati, in balia da una parte di uomini cattivi e dall’altra di voi salvatori. A me sembra che le mode ambientaliste non siano così antiche da potersi vantare di reggere il mondo. E questo e’ un discorso contro gli estremismi, non contro la coscienza e l’impegno nel preservare l’ambiente, perché io nel settore ambientale ci lavoro, e non è il lavoro in se che è stressante, sono le centinaia di idioti con cui ho a che fare ogni giorno.
Io capisco che con il metodo gentile ho recuperato un cane spaventatissimo e potenzialmente pericoloso. Non è un cane che ho pagato migliaia di euro e che sono andata a prendere chissà dove per farci le gare. E’ un povero meticcio di taglia medio-grande.
Ripeto la sostanza del mio commento: ha fatto bene l’Enci ad annullare il corso, anche perché anche io, come te , Redazione, sono indignata dall’affermazione di quel giudice straniero e dal corso ENCI sul collare elettrico… Via le mele marce dalla cinofilia, giusto? E’ ora di prendere posizione chiara, giusto? Il filmato di “Striscia la notizia” l’hanno visto in tanti, giusto? E non è una bella pubblicità. O forse no?
Quale dei due? Il primo filmato mostrava un vero macellaio all’opera. Nel secondo filmato in pratica si vede solo uno che prende a cazzotti Stoppa & C… e stando alle testimonianze di chi c’era, il cazzotto è stato ampissimamente provocato proprio perché, non avendo potuto mostrare nessun maltrattamento (hanno trovato un collare elettrico in una macchina, ma nessun cane ne indossava uno: e trattandosi di strumento di libera vendita e di libero utilizzo, non è che si potesse fare ‘sto gran servizio), hanno cercato di “creare il caso” mostrando quei cattivoni degli addestratori che menano i dolci, puri e buoni animalisti di Striscia (quelli che, tanto per dirne una, continuano a lasciar sculettare ogni sera una velina di cui si sa benissimo che ha fatto ammazzare il suo cane perché era incapace di gestirlo…ma di quello non hanno MAI parlato).
Insomma, se per giudicare l’addestramento italiano dobbiamo basarci su Striscia… allora possiamo dire che hanno beccato un macellaio straniero e che si son presi un cazzotto dopo aver stuzzicato per ore un addestratore italiano. Un po’ pochino, direi.
Continui a non volere entrare nel merito del discorso. Perché ti meraviglia tanto che sia stato annullato un corso dove venivano usati metodi coercitivi, e da una corsista, da una persona che avrebbe dovuto imparare, e quindi prima magari cercare di ottenere qualcosa comunicando con il cane, non con la coercizione.
Non siamo d’accordo tutti che con la coercizione è tutto più facile? I cani non sono esseri umani, capiscono un altro linguaggio? E quale? Il linguaggio della violenza non lo capiscono come tutti gli esseri senzienti?
Personalmente sono d’accordo con quanto dice sotto Alessandra Rossi: così, a naso, senza bisogno di essere andata all’Università, mi sembra di capire che un collare con le punte interne o un collare elettrico ancora peggio, non fa piacere al cane, se potesse ne farebbe a meno!
Ma no, il vostro scopo è superiore, come quello di Hitler, migliorare la razza!
Ma perché non vi comprate una motocicletta e non passate il tempo a lucidarla, voi educatori “coercitivi”? Non porterò mai il cane da voi, e, per fortuna, so di qualcuno che ha avuto la sventura di passarci in uno dei vostri centri “educativi”, e ci si è prontamente allontanato.
E anche con l’enci e la SAS hai avuto ben poco a che fare. Al loro interno ci sono molti ottimi elementi ma a livello di direzione e’ tutta solo politica. Se sapessi le vere motivazioni alla base di scelte in merito a fatti recenti… Scelte che con la cinofilia e l’interesse per i cani non c’entrano nulla
E questa da dove ti è venuta fuori? È vero che sono mezza cieca ma non mi sembra di aver letto da nessuna parte che i cani da lavoro sono meglio di quelli da compagnia. Io personalmente amo i pt sopra ogni razza ma ho solo loro perché non posso tenere in casa un rappresentate per razza, ma se potessi circondarmi di cani avrei con me anche malamute, Terranova, bovari del bernese, bassotti, bassett hound, bloodhound, golden retrivier, lupi cecoslovacchi, staffordshire bull terrier, jack russell, e i meravigliosi bouledogue francesi, tutti cani che con l’ud non c’azzeccano una cippa lippa. E oltre allo spazio c’è il problema che, per quanto siano tutti cani con caratteristiche che li rendono unici (come tutte le razze, in realtà quando conosco meglio una razza e capisco cosa la rende unica trovo difficile non innamorarmi), bisogna anche tener presente la compatibilità reciproca. Il golden retrivier, per esempio, e’ un cane dolcissimo e meraviglioso, però è anche così delicato che, dopo anni passati con i pt, temo che non saprei essere abbastanza delicata. Ad ogni persona il suo cane, in base al carattere e allo stile di vita. Personalmente ho aiutato due amiche neofite a trovare il cane giusto per loro, e in nessuno dei due casi hanno portato a casa cani da UD. Non li abbiamo proprio presi in considerazione, proprio perché hanno uno stile di vita e un carattere per cui non sarebbe stata una scelta azzeccata (una ha scoperto le gioie dei jack russell, l’altra quelle dei bouledogue francesi. Tipicissimi cani da UD, come dimostra il seguente video.)
http://m.youtube.com/watch?v=e5B0R6A2EpQ&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3De5B0R6A2EpQ
Il mio cane e’ il pt, che non è migliore degli altri, è diverso, e quindi ha necessità diverse anche nell’addestramento. È vero, potrei tenerlo in casa e fare solo passeggiate e giocare solo con la pallina, come ho fatto con tutti quelli che ho avuto prima, che erano si sereni, ma sai la differenza? Black non è solo sereno, è appagato. E solo da quando ho iniziato a fare UD mi sono resa conto di quanto più intenso e profondo sarebbe potuto essere il mio rapporto con i cani che avevo prima, ai quali volevo molto bene, ma con i quali non sono mai riuscita a raggiungere l’empatia e la complicità che abbiamo io e la mia bestiaccia. Non ti piace l’ud? Non ti piace l’addestramento? Non ti piace l’idea che i cani da lavoro siano diversi da quelli da compagnia (diversi, non migliori)? Per me va bene, io però ora a questo mondo non rinuncio più, a dispetto non solo di quello che berciano le persone come te, ma anche soprattutto di tutti quei politicanti che con la loro ipocrisia e cecità ti lasciano solo l’amaro in bocca.
Non so cos’è un pt. Per me un cane è un cane. Io ne ho tre e li ho presi al canile. La mia vanità non ne ha risentito, anche se quando vado in giro con uno di loro nessuno mi guarda con particolare ammirazione, anzi.
Aggiungerei che per taluni il cane è un’estensione figurata del pene. Una compensazione delle proprie insicurezze in generale, non escludo che in certi concorsi si sia orgogliosi, e rassicurati, nel far vedere chi ce l’ha più grosso.
Che dire? Io il pene non ce l’ho proprio, quindi presumo che, secondo il tuo punto di vista , sto proprio cercando di compensare il fatto di non averlo. E sono 30 anni che credevo di vivere serenamente la mia femminilità, grazie per avermi aperto gli occhi! E mi pareva che mancassero quelli dei cani sono tutti uguali, abbasso le razze. A me sembra che quelli complessati sulla razza siate voi, per me cane di razza o meticcio non cambia proprio nulla, l’ho già detto e lo ripeto, la persona consapevole sceglie il cane in base al proprio carattere e al proprio stile di vita, quindi ci sarà quello piu’ adatto al pastore tedesco (visto che pt non è chiaro), quello più adatto al maltese e quello più adatto al meticcio. Tre cani diversi che richiederanno approcci diversi. Secondo me la consapevolezza di questo dato e’ la base per costruire un rapporto davvero rispettoso del proprio cane. I cani non sono dolci creaturine indifese, sono animali meravigliosi, con una loro ben specifica animalità, e con i quali ci si può rapportare da pari a pari. Basta con questi paternalismi, nessun cane sta aspettando proprio voi per essere salvato. Se aiutate un cane a ritrovare la sua caninita’ bravi, siete sicuramente persone meritevoli, ma quando è di nuovo un cane cane trattatelo alla pari, non è un bambino da proteggere da un mondo brutto e cattivo. E di nuovo, il collare a punte non è per tutti i cani e non è per tutti i lavori, di sicuro non è per l’educazione di base e non credo proprio che sia da usare nei recuperi di cani problematici (dico non credo perché non ho mai parlato con persone che si occupano di recuperi), quindi l’esempio di Nadia non c’azzecca un’acca, non è certo meritevole di non aver usato il collare a punte, nel suo caso, anzi, mi sembra doveroso che sia stato così. Non so perché lo ripeto, tanto Nadia, Peter e c., estrapoleranno solo quello che interessa loro, ma almeno se qualcuno legge da qui forse non confonde tutto in questo minestrone.
Ulteriore appunto, e lo dico perche’ so di non essere l’unica, nessuno dei miei cani arriva da allevamenti professionali, solo amatoriali, non li ho pagati migliaia di euro, anzi, sono rimasta molto al di sotto della soglia dei mille. Nessuno dei due e’ superdog e io non sono una superconduttrice, facciamo UD perché ci divertiamo (uso il plurale con cognizione di causa, se non ci credete potete venire a vedere una tipica sessione di addestramento, a partire da quando, a casa, sentono che è giorno di campo), il grande e’ completamente escluso dalla riproduzione, e’ monorchide, ha un grado c di displasia, e’ fuori taglia e non molto angolato. Per me e’ comunque IL cane, il miglior compagno che potessi desiderare, eppure non sono io che, quando vado in giro, lo ammiro dicendo ma quant’e’ bello ma quant’e’ bravo. L’effetto pastore tedesco lo subiscono quelli che non ce l’hanno, non i proprietari, perché, se non guardo Black con occhi di mamma, ormai di pt ne ho visti abbastanza per capire quali sono i suoi difetti e che tanto figo in realtà non è, e quindi me la rido quando la gente si spertica in complimenti (un po’ meno quando mi chiedono se cerca la fidanzata). Eppure e’ lui il mio compagno e, anche se consapevole dei suoi limiti, dei nostri limiti, e’ con lui che voglio lavorare. Ci siamo anche noi che lavoriamo in questo mondo, no solo i professionisti con cani da campionato, che comunque hanno lo stesso diritto di esistere e di esprimersi del meticcio del canile, e loro si esprimono così.
Ultimissimo appunto, in merito ai fatti di Breganze non c’è ancora stata una sentenza, prima di gridare agli evidenti maltrattamenti, che già nel video non si vedevano, aspetterei la sentenza del giudice. Non sono così sicura che non si finisca con Striscia passibile di denuncia per diffamazione.
Ma poi perché siamo finiti di nuovo a parlare di UD? Credevo che l’argomento fosse un altro!
Ad aprile, mia moglie s’è ricordata del mare e delle spiagge, e del suo costume da bagno. Siccome sia io che lei adoriamo la buona cucina (e se è buona non può essere poca), le ho proposto di sciogliere un po’ di ciccia con il mio elettrostimolatore.
Quindi le ho applicato gli elettrodi sui glutei e ho attivato il marchingegno: alla prima “tirata” ha fatto una smorfia di terrore, alla seconda ad detto “ahi!” e la terza non c’è mai stata perché s’è strappata tutto e ha deciso di acquistare un costume con una marcia in più (una taglia, per capirci…).
Mi chiedo: se mia moglie non sopporta il programma sciogliciccia (provatelo, è una goduria!), perché qualsiasi cane deve sopportare il collare elettrico al minimo? “E’ solo un formicolio”, dicevo sempre, niente di doloroso. Ma non mi ero mai chiesto se anche il cane la pensasse così. E tu lo sai che cosa prova il cane quando sente quello “zic”?
Ho incominciato a farmi queste domande quando ho deciso che avrei continuato ad addestrare solo per passione, e oggi sono uno dei tanto vituperati “gentilisti”. Ammetto che alcuni cani decido di non addestrarli, perché col metodo gentile non ci caverei una rapa, ma al tempo stesso mi convinco sempre più che NON VOGLIO addestrare cani ipertipici per ciò che concerne tempra e temperamento: se mi serve il collare elettrico per addestrare una mina vagante, beh tenetevela voi la mina vagante.
Nel 2014 parto con le prove IPO dei miei primi tre cani, tutti addestrati con… “gentilezza” e il tutto documentato con riprese integrali di tutti allenamenti. Vedrete che si può!
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?17745
La Corte di Cassazione si pronuncia nuovamente a favore degli amici animali: questa volta lo fa con la sentenza 15061 del 13 aprile 2007, in relazione all’uso dei collari elettrici. I collari elettrici, chiamati anche antiabbaio, sono degli strumenti che contengono all’interno un principio elettronico, in grado di dare una scossa elettrica all’animale che lo indossa: la scarica elettrica può essere azionata dal padrone attraverso un teecomando o autonomamente quando il collare rileva un movimento brusco del collo, come accade appunto quando il cane abbaia.
La Corte di Cassazione ha tutavia stabilito che l‘uso del collare antiabbaio, rientra nella previsione del codice penale che vieta il maltrattamento degli animali in quanto provoca uno stato di sofferenza nell’animale. Nella motivazione si legge che l’uso del predetto tipo di collare, costituisce incrudelimento senza necessità nei confronti di animali, suscettibile di dare luogo quanto meno al reato di cui all’articolo 727 c.p.
Scusa, ma che minchia c’entra il collare elettrico?
“Minchia”? Forse la minchia è proprio il problema. Avete bisogno di moostrare la forza in tutti i modi.
Poi, scusa, per essere la Redazione, capisco che vi abbiano pestato un callo, ma un minimo di self control sarebbe indicativo di una coscienza immacolata.
Non risponde, hai pestato un altro callo
Eh, certo… uno pubblica un articolo che parla di collare a punte, arriva il trollino di turno con tre commenti filati tutti sul collare elettrico…e non gli si può chiedere ragione del trollaggio OT. Mi pare giustissimo.
Mario non esisterà la laurea in educazione cinofila ma il master in educazione cinofila sì e lì non esistono collari a strozzo, con punte né elettrici. È un corso post laurea che dura un anno e mezzo e i docenti sono molto conosciuti
Lucia, conosco alcuni/alcune che insegnano al master in educazione cinofila, sono molto bravi e anche molto esperti. Alcuni non usano il collare a strangolo perche’ non fanno piu’ gare da tempo e quindi non serve, sono competenti e conoscono mezzi alternativi ai mezzi coercitivi, alcuni sono anche molto furbi.
L'”animalista/gentilista” per eccellenza, quello che si sente la reincarnazioni di S Francesco, se ne avesse l’occasione sarebbe capace di piazzarsi davanti ad un lupo vero con un bocconcino di tofu!!!
Per fortuna i lupi sono schivi! Ma sui campi arriva anche gente così!
Qual’è l’opposto del termini “gentilista”? “Maleducatista?”
A quello che non arriva il buonsenso, lo compensano i cliché.
Qual è l’opposto di “persona posta commenti intelligenti, anche critici, magari, ma motivati”?
Troll.
i campi in cui vi concentrate?
Grazie e ancora grazie a Valeria, che, come al solito, ha chiarito con parole semplici e “pallute” (…….e perdio era ora!), una questione che ormai mi fa venire la nausea………….. Gli Edu-Adde-Riedu-Comporta- etc etc e chi più ne ha più ne metta, DEVONO essere professionisti, tecnici, specialisti…………oltre che soprattutto persone per bene, che hanno studiato (soprattutto “sul campo”, ma anche sui “fondamentali” ). Non ne posso veramente più di critiche da chi di cani non ne capisce una pippa e che non riesce a portare al campetto nemmeno uno Shitzu………Io lavoro con i cani da una vita (loro SONO la mia vita); fino a due mesi fa avevo un bastardino di 13 anni, eccezionale e con un carattere meraviglioso, dolce con tutti, “della madonna quando serve”, (al parchetto da me, chiamato, “il Capo del Consiglio dei Saggi”. Adesso ho anche un Pastore Tedesco “adottato” che il sangue ce l’ha (da IPO intendo, da UD, un cane che lavora e che si diverte a lavorare, porto anche lui al parco, o a correre tra le vigne, ma cosciente di “quello” che ho in mano e sicura che non possa in alcun caso confondere il suo “lavoro-spasso” con il NOSTRO tempo libero…………Quando si prende un cane non si fa alla leggera perché è un impegno, un meraviglioso impegno, ma non è un sopramobile ne un peluche che schiacci un bottoncino e lui viene a passeggio con te, è uno stupendo essere senziente e intelligente( più di tanti esseri senzienti, ma, purtroppo, umani!) Quindi, per piacere, smettetela, “gentilisti” ignoranti (non è un insulto! vedi corretta etimologia del termine), di sentenziare, prendete in mano come dice Valeria un “cane della Madonna” e fateci vedere cosa sapete fare, sul campo non sui libri……………….
Nienna, io ho un “cane della Madonna”, quando vado al parco la gente si sposta perche’ ha paura, i suoi genitori hanno individualmente vinto tutto quello che c’era da vincere in IPO. I precedenti proprietari hanno insegnato come si morde una manica a bocca piena e nel mezzo della manica ma si sono dimenticati di insegnare delle cose semplici come lo scambio, davano sempre comandi ad alta voce possibilmente con il collare elettrico. Io ora invece mi siedo nell’erba e tengo in mano una cosa che gli piace, con i guanti altrimenti se la prende a morsi, il cane viene, se vuole quella cosa deve prima obbedire al comando che gli do. Ci vuole tanto? Il cane ha sempre il collare a strangolo indossato, ma questo perche’ non posso cambiare all’improvviso il modo in cui e’ stato addestrato, e anche perche’ e’ un cane esageratamente spinto da un punto di vista genetico, io non posso stravolgere in due giorni il lavoro che hanno fatto gli allevatori.
Evito assolutamente di tirare il collare a strangolo a meno che non ci sia altra soluzione, ma siccome ho imparato varie tecniche di addestramento e non solo quelle coercitive non mi metto in situazioni da dovere usare il collare a strangolo, mi metto in situazioni in cui riesco a gestire il cane.
E ti diro’ che all’inizio mi ringhiava pure e ora non mi ringhia piu’ ma non l’ho mica preso a calci (anche se a volte se lo meritava perche’ ne combinava di tutti i colori), gli ho fatto capire che con me ringhiare non serve a niente. E’ un pastore tedesco grigio.
Redazione non capisco davvero, ogni commento ha un rispondi :si risponde al commento o all’all’articolo sono due par di maniche diversi……. il “fantastico rispon…..” era riferito ad un comme nto di un signore al quale erano stati sconsigliati i wurstel,ma non è apparso lì…. il commento all’articolo della “MITICA” Valeria ve lo mando subito…..
perdonate la cacofonia ma non sono solito rileggere e correggere 🙂
diciamo che una laurea in veterinaria con specializzazione in etologia(quella a cui CHIARAMENTE mi riferivo) sarebbe più funzionale….
mi riferisco alla mancanza di rispetto che puntualmente viene perpetrata da Valeria nei confronti dei veterinari comportamentalisti.Sono il primo a dire che ce ne siano tanti di incompetenti, ma quando ne scrive Valeria sembra sempre di star parlando della rovina della cinofilia.Aver studiato a livello universitario comportamento animale merita rispetto…solo questo…..per quanto riguarda le strumentazioni sono per la libertà personale e preciso che sono contro l’interruzione del corso in questione.
Mi irrita molto il tono che viene usato nei confronti delle altre associazioni: esiste chi studia e lavora e chi non studia e non lavora,stop….non la scuola dei competenti e la scuola degli incompetenti come si sostiene nella su citata sagra ormonale da forum arca.
poi,ribadisco il concetto già espresso sulla bacheca di Valeria: se ad un corso per cani da utilità,compagnia,sport ed agility,in un centro riconosciuto ed abilitato a dare abilitazioni da addestratore, l’unico mezzo di contenimento per un pastore tedesco è un collare a punte, credo che ci sia veramente TANTISSIMO da imparare dagli istruttori in questione.
ancora cordiali saluti ;D
e riperdonate le cacofonie……
Carlo…STIAMO parlando della rovina della cinofilia. Stiamo parlando, come mi ha detto ieri un amico, di “sostuire l’animalismo all’animalità”, che è già una cosa terrificante, ma andando poi in una direzione ancora più ambigua, che è quella di volere le risposte “in pillole” anzichè sbattersi per lavorare sul comportamento.
Io non manco di rispetto ai veterinari comportamentalisti: sostengo, perché ogni santo giorno mi arrivano testimonianze orripilanti come quella appena citata nell’altro commento, che ci siano dei veterinari comportamentalisti competenti al fianco di altri che invece farebbero bene ad andare a cavar patate. E a questi ultimi non è dovuto alcun rispetto, perché il rispetto non si conquista certo prendendo il “pezzo di carta” ma dimostrando serietà e competenza. Chi la dimostra ha tutta la mia ammirazione: chi dimostra l’esatto opposto ha tutto il mio disprezzo e mi sembra assolutamente giusto far capire alla gente che bisogna tenere gli occhi bene aperti e NON fidarsi MAI del primo che sbandiera un pezzo di carta di qualsiasi tipo.
P.S. La laurea in veterinaria con specializzazione in etologia non può essere poi così diffusa, visto che questo corso di specializzazione esisteva SOLO a Milano e l’hanno pure chiuso.
E su questo siamo d’accordo,ma altrettante testimonianze di macellai(sono molto giovane,ma ne ho a bizzeffe!) prescrittori di collari a strozzo e punte ce ne sono anche di più,proprio per la minore selettività che esiste nell’ambito.
Esistono corsi ENCI da UN MESE DI FORMAZIONE!!!!Perdonami,ma il fatto che si tocchi il mio corso di formazione da un anno e mezzo,fatto di viaggi da benevento a napoli TUTTE LE SANTE SETTIMANE per tirocinare e sentirmi almeno minimamente competente prima di metter mano su qualsiasi cane senza assistenza di chi è più esperto di me,per difendere un centro cinofilo in cui ADDESTRATORI che dovrebbero essere ESPERTI, mettono collari a punte(foto dal sito internet) su cuccioli di dieci mesi nei corsi di base e poi mi dicono che non c’è altro modo per contenere un pastore tedesco che deve fare un percorso da sez.1 è FOLLIA….ed allora Sì CHE RECLAMO RISPETTO!!!!
Le opinioni sono una cosa,anche se tu parli di cose per cui dubito che abbia formazione adeguata(e parlo dei medicinali) ma questo articolo è marketing puro ed io ODIO IL MARKETING!
Un corso ENCI e’ un corso molto difficile, almeno per la parte teorica. Non si limitano a chiederti quanti denti ha un cane ma molto di piu’. Sarebbe meglio fare un corso da istruttori prima di presentarsi ad un corso ENCI e soprattutto fare tanta pratica. Ma puoi presentarti anche se non hai mai visto un cane.
Per quanto riguarda la durata, ci sono corsi in formula week end che durano un anno e ci sono corsi full immersion da tre settimane che richiedono capacita’ di apprendimento notevole, ma il numero di ore e’ lo stesso.
Allora, proviamo a capirci con calmina?
a)il mio articolo non intendeva difendere il centro cinofilo: non li conosco, non li ho mai visti lavorare, non posso parlarne né bene, né male. Il mio articolo intendeva:
– far notare che troppo spesso ci si scaglia a testa bassa contro qualcuno solo sentito dire;
– far notare che l’ENCI, NON avendo mai proibito espressamente l’uso del collare a punte, non può decidere di sospendere un corso solo perché una corsista l’ha utilizzato. Questo mi fa pensare che l’ENCI o non sappia che decisioni e che posizioni prendere, oppure sia soggetto a qualche tipo di “ricatto morale”.
b) i corsi hanno durata diversa a seconda di chi li organizza e del modo in cui si svolgono. Se fai una lezione al mese, puoi farli durare anche dieci anni… e magari alla fine hai fatto meno ore di quello che ha fatto un mese di “full immersion”. I Corsi ENCI prevedono un minimo di 100 ore teoriche e di 50 ore pratiche: a mio personale avviso, 50 ore fatte bene, sotto la guida di qualcuno bravo, possono darti molte più competenze di 1000 ore tenute da uno che chiacchiera e chiacchiera e non arriva mai a nessun “dunque”. Io ritengo che la validità dei corsi dipenda SOLO dalla qualità dei docenti, e non dal numero di ore.
Altrimenti potrebbe sempre arrivare quello che ha fatto il corso da due anni a dirti “Ehhhh cosa credi di aver imparato, in un anno e mezzo! Sei un principiante!”…e così via fino all’eternità;
c) le opinioni si possono esprimere anche senza avere competenze specifiche in materia: ma nella fattispecie mi dispiace informarti che credo di avere un’idea abbastanza precisa di quel che dico, avendo studiato veterinaria (non ho finito, mi mancano 4 esami, ma Farmacologia l’ho data..e tutte le varie chimiche precedenti pure).
E ora veniamo alle competenze tue: quante volte hai usato un collare a punte? Sai come si usa? Quante volte, e da chi, l’hai visto usare?
eccola, in una dei suoi attacchi più gratuiti e sconsiderati.
Seguo questo sito e continuerò a seguirlo perchè scrive un sacco di cose giuste, ma queste crociate in nome dell’incompetenza proprio non le riesci ad evitare,Valeria.
In questa “sagra di ormoni” da forum ARCA viene solo una riflessione da fare alla fine: signori cari,credo che sia arrivato il momento di studiare ed aggiornarsi un po’,invece di ringhiare contro chi non la pensa come voi.
Altra cosa: questi dispensatori di pillole(e ne esistono certamente TANTISSIMI di incompetenti) hanno,a differenza di tanti che si autoergono ad esperti di settore, hanno un pezzo di carta che si chiama “Laurea” e credo che meriti più rispetto delle vostra sicumera.
un cordiale saluto a tutti da uno di quegli incompetenti usciti da queste “pseudo-associazioni”. 😀
Ciao Carlo, non ho capito che ci azzecca avere una laurea con l’avere l’abilità e l’intelligenza per saper addestrare o educare un cane.
Personalmente sono un addestratore enci e frequentatore della facoltà di giurisprudenza ( media del 27 e tre esami per concludere) e fino ad ora il mio percorso di studi universitario non mi ha insegnato niente di pratico o teorico inerente alla cinofilia….
La mia non vuole essere una polemica o una critica, ma soltanto una risposta per capire a chi ti riferisci e come intendi la cinofilia….
Guarda, Carlo, con tutto il rispetto… tre secondi fa mi hanno parlato di un cane a cui gli psicofarmaci sono stati prescritti PER TELEFONO.
Se volete credibilità e rispetto, eliminate queste pagliacciate. Poi ne riparleremo.
Non esiste una laurea in educazione cinofila.
Esistono i veterinari, alcuni sono bravi alcuni non gli porterei neanche il pesce rosso.
Se un pappagallino si sente solo e distrugge la gabbia gli prescivono calmanti, figurarsi i cani.
Quello che mi stupisce è che approviate l’uso di questi collari e che crediate siano strettamente necessari in certi casi…. Io non userei neanche lo strozzo, piuttosto cercherei qualcuno con le p…e che con pazienza, amore ed esperienza mi aiutasse col mio cane “difficile”. È brutto che pensiate che non esistano altri metodi, molto sconfortante
E’ ancora più brutto scoprire che, nonostante i millemila tentativi di spiegare la pura e semplice realtà delle cose, ci siano ancora persone che continuano a prendere per buona l’ERRATISSIMA equazione “strumento X = maltrattamento, dolore, tortura (eccetera, eccetera, eccetera).
Finché non smetterete di parlare per sentito dire, e non andrete a vedere con i vostri occhi COME questi strumenti si possano usare in modo assolutamente NON doloroso/coercitivo/maltrattante, qualsiasi discussione o confronto sarà inutile.
forse è bene ribadire a tutti,ed in primis a te,Valeria cosa sia il RINFORZO NEGATIVO:”SOTTRAZIONE DI STIMOLO SPIACEVOLE NEL MOMENTO IN CUI SI OTTIENE IL COMPORTAMENTO DESIDERATO”.
per carità,si parla sempre di medicinali e poi si osanna il saper usare i collari a strozzo e punte(come se esistesse un modo per far diventare un rinforzo negativo un rinforzo positivo) “se usati con cognizione”….ma quale cognizione mi chiedo io??????????
la cognizione di non saper usare metodi alternativi….
Se fossi un “istruttore”(e voi dell’ENCI,per quanto mi riguarda,siete la VERGOGNA DELLA CINOFILIA) che usa “con cognizione” queste strumentazioni sarei A MAGGIOR RAGIONE SCHIFATO dal fatto che LI ACQUISTINO MIRIADI DI PERSONE CHE NON SANNO COME USARLI!!!!!!!!
davvero,non so quale convenzione avete con le case prodruttrici di questi collari, ma difenderli a scapito di terapie farmacologiche DI CUI NON SAPETE ASSOLUTAMENTE NIENTE suona tanto da giornaletti feltriniani……..
Ohhhhh… eccolo qua il trollino che si mette un altro nick per darsi ragione da solo! Eppure non ti ho neppure bannato col nome di Carlo Forni (che hai usato anche su FB), quindi a che pro tirar fuori ‘sto Pippo?
Detto questo: proprio su FB, la persona a cui sta dando tanto caldamente ragione è un addestratore ENCI: quindi stai dando ragione alla vergogna della cinofilia (mentre io NON sono un addestratore ENCI, guarda un po’, quindi il tuo insulto non mi dovrebbe toccare!).
Forse è meglio se prima di scrivere ancora ti chiarisci un filino le idee, che ne pensi?
Filippo Buono, di benevento,COME Carlo Forni….vuoi il numero di carta d’identità prima di rispondere coerentemente ad una critica?
capisco che sia più comodo spostare su “mi stanno trollando” facendo la santa maria goretti della situazione….
e non banni perchè ti paghiamo scrivendo qui cara Valeria…..peggio di te non c’è
Quando Carlo Forni e Filippo Buono scrivono dallo stesso indirizzo IP, io sento puzza di troll forte e chiara. Quando mi si accusa di non avere competenze su una qualsiasi materia, rispondo di aver dato un esame universitario su quella materia e la mia risposta viene ignorata, la puzza di troll diventa ancora più forte.
Quando poi il troll INSISTE per l’ennesima volta con la storia che “mi pagherebbe” scrivendo su un sito totalmente e assolutamente gratuito, come spiegato almeno millemila volte, in cui semmai, per “darmi dei soldi” (leggi: centesimi) si deve cliccare sugli annunci di google (che chiunque abbia un sito sa bene quanto arricchiscano…), ma assolutamente NON visitando il sito, allora il trollaggio diventa palese e clamoroso.
Ergo, ti invito a cambiare modi e toni, altrimenti verrai bannato come merita chiunque sia incapace di discutere senza insultare o insinuare ridicole falsità.
e non è la prima volta che scrivo….opinioni diversamente moderate tra due persone diverse….gli sdoppiamenti di personalità non fanno per me…ma fanno comodo a te
sei veramente alla frutta se queste sono le tue risposte…..Buon “lavoro” Valeria….non disturberò più….
non si può parlare con chi non ha un briciolo di buona fede e pensa solo al Dio portafogli
Eh, sìsì… proprio io, guarda! Infatti sanno tutti quanto mi sia arricchita con i cani. Ma vai a trollare altrove, va’!
LOL, “di Benevento COME Carlo Forni”…per avere lo stesso IP dovreste essere ben più che concittadini, ma scrivere dallo stesso posto (casa/ditta/azienda), “Pippo”. Combinazione poi scrivete giusto giusto le stesse stupidaggini sulle “competenze nulle” o sul fatto che scrivendo qui “paghereste Valeria” (ma allora evitate, no? Non penso ci sarà qualcuno che sentirà la mancanza del vostro/tuo grande contributo alla discussione).
Per essere due persone diverse la pensate curiosamente in modo uguale così come a quanto pare è uguale il vostro IP…curioso, davvero curioso.
Ciao Lucia,
secondo me bisogna fare attenzione!
Leggendo l’articolo ho capito che si parlava principalmente del cane da Lavoro al quale si applica il collare con le punte (non limate) come strumento di correzione all’ eccesso di temperamento o di tempra in determinate fasi dell’addestramento!
Poi….
….leggendo i commenti, intuisco che molte persone ritengono che il collare con le punte sia il collare da applicare al barboncino che tira per strada o al cane di compagnia!
NON è così!
Un conto è l’educazione ed un altro è l’addestramento! Un conto è che il cane sappia stare al suo posto nel nucleo familiare ed un altro è fargli fare il seduto, il terra ed il resta!!
Purtroppo la cinofilia è fatta anche da persone che non sono esperte e che si improvvisano!
Oggi avere un titolo di addestratore enci o di educatore cinofilo non è sufficiente per addestrare un cane!
In giro si trovano e si vedono troppi santoni della cinofilia che affermano che ai cani non dovrebbe essere messo nemmeno il collare ed il guinzaglio perchè gli imponi ad andare dove vuoi tu, però poi se gli metti un cane aggressivo e dominante di 60 kg d’avanti ti dicono che il cane deve o essere soppresso o essere buttato in un recinto perchè non recuperabile!!!!!!
Oggi dovrebbe essere obbligatorio a tutti i proprietari di cani un corso generale di convivenza con il cane, così da insegnargli il modo giusto per approcciare con questa specie, capire i loro segnali ed inserire il proprio cane all’interno del nucleo familiare nel modo e nel posto giusto!!!
Lucia, se si tratta di recupero comportamentale sono perfettamente d’accordo che si puo’ recuperare un cane senza metodi coercitivi, ma lo stesso cane non riesco a immaginarlo che fa gare perche’ la preparazione e’ molto impegnativa sia per il cane che per il conduttore. Per fare gare e’ meglio avere un cane gia’ predisposto geneticamente a fare gare, che e’ motivato, che non patisce, che e’ molto ben socializzato con cani e persone. Almeno io la vedo cosi’. Puoi andare a fare gare con un cane cattivisssimo ma ci si complica la vita.
Nel corso ENCI insegnano al corsista come si fa a insegnare a terze persone con i loro cani ed e’ normale portare il proprio cane, anche se e’ un cane che ha problemi, non per questo il corsista non puo’ fare il corso solo perche’ ha problemi il suo cane.
Alice se vuoi in privato ti faccio nome e cognome (in ambiente cinofilo è molto conosciuta) di una delle persone che non utilizza questi metodi coercitivi, non ne ha bisogno! Poi il discorso che un cane sopporti meglio certi collari rispetto ad altri mi sembra una grande mancanza di rispetto e approfitto nei confronti del cane stesso. Antonella non importa che tu faccia l’avvocato difensore di Alice, lei mi stava spiegando il suo punto di vista e ti assicuro che non è per ignoranza se non sono d’accordo, ma proprio perché per fortuna ho conosciuto realtà diverse da queste e ne sono felice, soprattutto per i cani ^^
Anche io conosco bene persone che addestrano i cani senza collare con le punte, ma partono da un cane giovane e gli insegnano negli anni quello che deve sapere, non partono da un cane gia’ “rovinato” da altri, e se lo fanno non gli fanno fare gare di IPO ma lo fanno prima diventare un cane di famiglia, di compagnia, e in certi rari casi si arrendono perche’ non vogliono usare metodi coercitivi.
Lucia, le domande erano semplici, tu pero’ non mi hai ancora risposto. In quale disciplina sportiva opera questa persona e con quali razze lavora? Non mi interessa il nome, voglio capire se stiamo parlando della stessa cosa, ma ho il sospetto sempre più fondato che non sia così, e che tu non abbia la minima esperienza di certe discipline e di certi tipi di cane. E poi io non ho mai detto che il mio cane è difficile, il collare con le punte non lo uso per questo motivo, lo uso per correggerlo in allenamento, dove servono correzioni chiare, precise e secche, che gli causano molto meno stress di tante piccole e blande correzioni che lo manderebbero in confusione perché non capirebbe cosa sbaglia e cosa voglio che faccia. E questo lo so perché ho visto con i miei occhi cani andare in confusione, e quindi stressarsi inutilmente, perché il conduttore, per paura di fargli male, non riusciva a dare delle correzioni decise. Che poi dare una correzione decisa non vuol dire far male al cane, vuol dire solo essere decisi. Io nella vita di tutti i giorni non ci penso neanche lontanamente ad usare il collare con le punte, non è che siccome lo uso al campo e il cane lo accetta mi sento in diritto di usarlo anche a casa. Questo perché, sapendo come usarlo, so anche quando usarlo. E non lo uso nemmeno su tutti i cani, ho anche un altro pt, di poco più di un anno, e su quello, se mantiene lo stesso carattere di adesso, è probabile che non dovrò utilizzarlo. Si deve sempre valutare tutto, tipo di lavoro, razza, soggetto.
Alice, a mio avviso stai sprecando parole perché questo tipo di persone non possiede la necessaria umiltà per provare a tornare sui propri passi e cercare di valutare un punto di vista diverso.
Sono convinta che se decidi di prendere un cane ( o un qualsiasi altro animale) hai il dovere di imparare a capirlo per farlo vivere al meglio, se non lo fai, già quello è un maltrattamento. Ma per far ciò occorre mettersi nei panni dell’animale, cosa che riesce difficile ai più.
La mia insegnante di italiano ripeteva: “l’ignoranza è sempre una colpa”, quando ero a scuola la odiavo, per me adesso è come un mantra.
Per fortuna conosco personalmente addestratori ed educatori qualificati che non hanno bisogno di ricorrere a questi strumenti di tortura (perché tali sono), creati per arrecare dolore al cane… Per fortuna, sennò direi che il mondo cinofilo fa schifo se non si è capaci di usare altri metodi.
Scusa, Lucia, educatori di che tipo di cani? E addestratori in quale disciplina sportiva? Io in addestramento uso il collare con le punte ma dormo comunque sonni tranquilli, perchè mi hanno insegnato ad usarlo correttamente, vedo che il mio cane è sereno e, su 5 umani che compongono la famiglia, anche nella vita di tutti i giorni rimango io il suo riferimento, anche se non lo vizio passandogli schifezze da sotto il tavolo. Personalmente su cani da lavoro ho visto fare molti più danni con mezzi dichiarati gentili anzichè con il collare con le punte.
A quella che racconto adesso non ho assistito personalmente, mi è stata però riferita da un testimone diretto. La scena, svolta su un campo dichiaratamente gentilista, è stata questa: pt da lavoro, quindi cane con alta tempra e alto temperamento, fase 3 (attacchi), il cane tende ad andare in manica senza aspettare l’ordine, quindi va corretto. E come fanno a correggerlo? Semplice, il cane è agganciato, tramite pettorina, a 3 lunghine, e in 3 cercano di tenerlo fermo, tirandolo ovviamente da 3 parti diverse. Il tutto per non usare il collare con le punte, questo strumento di tortura, come dici tu. Quindi, in base a quanto affermi, 3 estranei che bloccano un cane, che sta spingendo per andare in manica, per quanto stress possano arrecare al cane, andando fra l’altro a ledere la fiducia nel suo umano, che era lì vicino ma non gli stava dando alcuna indicazione per lui comprensibile, non stanno maltrattando il cane perchè usano lunghine e pettorina, mentre io, che per correggere il mio cane uso il collare a punte, sono una maltrattatrice. Ah, corregere con il collare a punte significa che il cane, durante l’allenamento, indossa sia collare a punte sia collare fisso, considerando che condotta e attacchi li fa sempre libero non uso nè il primo nè il secondo, quindi quando dico correzione intendo davvero questo, ossia un’azione breve e precisa per correggere un errore, che non consiste nel tirare il cane, ma nel fargli sentire una leggera pressione che gli causa quel minimo di disagio sufficiente a fargli capire che sta sbagliando.
Non entro nel merito del discorso etico del collare con le punte, ma se metti un collare con le punte ad un border collie lo rovini per sempre, se lo metti ad un pastore tedesco da lavoro che ha una grande sopportazione dopo 2 minuti scodinzola di nuovo.
Voglio dire che i cani non sono tutti uguali e non e’ giusto usare sempre lo stesso metodo con tutti i cani, sia esso il metodo gentile o altro. Come ha scritto Alice per un cane da lavoro essere tenuto con la pettorina da tre persone e’ comunque un fastidio e sopratttutto il cane non capisce cosa vuole veramente il suo propretario. E’ un pastore tedesco, un cane selezionato, felice di obbedire al suo proprietario se gli fa capire cosa vuole da lui. L’importante e’ trovare la giusta forma di comunicazione, non necessariamente il collare con le punte o la pettorina.
Alice concordo perfettamente con te. Il collare con le punte, detto per inciso, non l’ho mai usato. L’ho visto usare. E non lo demonizzo. Come già detto il problema è che lo dico in generale i “gentilisti” non vedono, non guardano, non visitano i campi giusti, … vedono solo il loro orticello … ,ma nel bosco ci sono anche altri cani, cani come il tuo o il mio … cani che non puoi irretire con un biscottino e un semplice no … a meno come dici tu di “piallarli” psicologicamente con mezzi “violenti” … perchè sono violenti, a mio avviso, anche i mezzi che vanno a intaccare la psiche del cane. Quello che maggiormente mi da fsatidio è il parlare di cose che non si sono mai viste. Ci sono i macellai, lo sappiamo. E lo sono in tutte le attività… perchè ho visto qualche campo dove si fa agility e non erano tanto “gentili” … quindi ci sono i violenti e non li nascondiamo ma ci sono anche chi usa strumenti potenzialmente duri con saggezza. Hai detto proprio giusto: il collare con le punte come quello a strozzo, se usato bene, è un avviso, va dato leggero, per una frazione di secondo … breve,preciso, direi indolore … è come una vigorosa pacca sul cane , è un dirgli “attento” …ovviamente non può e non c’è la necessità di usarlo su tutti i cani …
Poi sul discorso etico … entriamo in un campo minato ove non usciamo più … perchè è etico far diventare un border “drogato” per la pallina?
Lucia, il collare a strozzo, a strangolo e quello elettrico sono spesso una scusa per andare a coprire una mancanza di competenze da parte dell’addestratore, oppure per ridurre i tempi di preparazione del cane. Ma in quel caso no, si sono posti il problema etico ma la fanatica ha mandato in frustrazione la corsista facendola piangere. Si parla di benessere animale ma il quel caso non e’ stato rispettato il benessere umano mandando in frustrazione una persona. Ormai il cane era gia’ abituato al collare con le punte, la corsista era li’ per imparare, anche a NON usare il collare con le punte ma questo e’ stato impedito dal comportameto della fanatica rompiballe. Se avessero dato il tempo di parlare magari si poteva togliere gradualmente quel tipo di collare, lasciare il cane ad una maggiore distanza per ridurre l’aggressivita’, fare vedere come aiutare quel cane, ma questo e’ stato impedito perche’ una fanatica si e’ messa di traverso… e quindi sono tornati tutti a casa.
Cara Valeria,
va bene tutto ma… Portare ad un corso un cane di difficile gestione non mi pare la cosa più intelligente del mondo.
Quanto al resto, mi chiedevo se collare a punte e collare elettrico non fossero equiparabili al doping: permettono di fissare le performance più in fretta e con maggiore precisione – ma è questo che ci serve? Se un cane risponde solo alla coercizione fisica, è il suo il patrimonio genetico che ci interessa preservare e diffondere?
Infine, sappiamo bene che collare a punte e collare elettrico non li si usa solo sui cani “di difficile gestione”: quando li usi una volta, poi li usi per sempre e con tutti i cani che ti capitano a tiro.
Domande poste da chi in passato ha abusato del collare elettrico: io.
Ciao,
Emilio
Trattavasi di corso x Addestratori Enci xd! Mi aspetto che ad un corso del genere vengano portati cani non facili! E’ uno scherzo? 15 futuri addestratori Enci che hanno gia’ seguito la parte pratica, piu’un paio di istruttori Enci e voi parlate di lasciare il casa?
Concordo anche io che in un corso di quel livello ci dovrebbero essere persone che sanno gestire situazioni di aggressivita’ di questo genere, affinche’ nessuno si faccia male, ne’ persone ne’ cani. Questa e’ la cosa principale. Poi si puo’ discutere di come rieducare quel cane senza collare con le punte, nel corso delle normali lezioni sul comportamento del cane.
DOMANDA
Scusate mi sono fermata durante la lettura perchè non capisco come si coniughino il “vedendo l’impossibilità di gestire il cane” e “la corsista che mostrava di sapere ciò che faceva”…Voglio dire,il cane era gestibile o no,pericoloso o no? E con il collare a strozzo stava davvero risolvendo i problemi comportamentali del cane o no? Se no perchè lo usava? Se usi il collare a strozzo su un cane “non gestibile,pericoloso,fuori controllo” di cui si ha “paura che provochi danno ad altri cani” allora che cacchio stai risolvendo/facendo?
Vorrei una risposta obiettiva,non mi ritengo una gentilista,lo dico prima che possiate farvi dei preconcetti,sono solo una neofita che non è da nessuna delle 2 parti(tradizionalisti e gentilisti…semplicemente ho un mio pensiero che a volte concorda con l’una o con l’altra ‘fazione’ o più spesso non ne appoggia le estremizzazioni!).
Silvia, non era un collare a strozzo ma un collare a punte: si vede che con quello il cane stava tranquillo, mentre senza collare diventava ingestibile. E poi mica era lì a fare terapia comportamentale: era un corso per addestratori!
Sì scusami,mi sono confusa,intendevo collare a punte! Ok,ma proprio perchè è un corso per addestratori mi sembra piuttosto strano che una persona venga con il suo cane ingestibile con il collare a punte..Se senza collare a punte diventa ingestibile allora cos’ha di positivo il collare a punte? E se non sta facendo nulla per risolvere questa situazione con il suo cane tranne mettergli il collare con le punte che però appena tolto fanno diventare il cane adirittura pericoloso per gli altri,come può sperare di diventare addestratore?
Per carità,non voglio offendere lei,ma una cosa del genere è passabile per un neofita o una persona”normale”,ma non per uno che vuole diventare addestratore,ma poi sa gestire il suo cane solo con le punte,perchè senza è pericoloso… :/
O sbaglio?
Mi scuso per gli errori di grammatica e sintassi,scrivo di fretta e non ho ricontrollato.
Dicevo: ‘ che però appena tolto fa essere il cane per quel che è,ovvero pericoloso per sè e per gli altri’
Sivia, un corso di addestratori ENCI e’ rivolto a persone che fanno gia’ questo lavoro di professione anche se in teoria potrebbe andare una persona che non ha esperienza. E’ anche un momento per confrontarsi perche’ ognuno proviene da esperienze diverse. Ci puo’ essere quello esperto in un settore ma completamente ignorante in un altro, ma ognuno a modo suo dovrebbe essere gia’ capace di risolvere problemi di educazione ed addestramento.
Quella ragazza aveva trovato come soluzione il collare con le punte, il cane sa che se fa qualcosa di sbagliato sentira’ fastidio e quindi se ne stara’ tranquillo, e non si vanno a innescare escalation di aggressivita’ che portano disagio al cane.
Quel cane ormai ha imparato che quando ha quel collare al collo non succede niente di male e quindi e’ sereno perche’ ci pensa la proprietaria a risolvere i problemi e lui non deve fare niente. Non si sente obbligato a intervenire a meno che non venga uno a 3 cm di distanza.
Voglio dire che da quanto ho capito io per quel cane con quel tipo di collare si accorciano le distanze che fanno scattare l’aggresivita’ e il cane puo’ stare vicino a persone e cani. La situazione ideale per iniziare un percorso di rieducazione basata su esperienze e competenze del cane.
La situazione ideale per consentire alla proprietaria di seguire le lezioni di quel corso.
Non e’ bello da scrivere ma e’ cosi’.
Si potrebbe insegnare a quel cane a essere sereno anche senza quel tipo di collare ma ci vuole tempo, molto tempo, e’ un procedimento graduale, e comunque bisogna per prima cosa analizzare le cause dell’aggressivita’.
Comunque non si va a boicottare un corso senza proporre delle alternative VALIDE.
Il corso avrebbe potuto essere l’occasione per dire a quella ragazza come gestire il suo cane senza collare con le punte, ma non le e’ stata data questa possibilita’ per colpa di una fanatica con il paraocchi, io immagino che in questo momento quel cane abbia ancora il collare con le punte, il cane non e’ stato aiutato.
Silvia, mi invento uno scenario, perché non ero presente e posso solo presumere, ok?
Presumo, dunque… che trattandosi, a quanto ho capito, della prima lezione pratica, ognuno si sia presentato con il proprio cane: ci sarà stato chi aveva il pacioccone e chi magari aveva un cane aggressivo.
Questo, si dice, era molto aggressivo con persone e umani: evidentemente la conduttrice, che era lì per IMPARARE (a questo dovrebbero servire i corsi, no?), non era in grado di tenerlo tranquillo senza collare. Col collare, invece, il cane stava buono: e siccome non dava segni di sofferenza nè altro (per questo hanno detto che la proprietaria “sapeva usare il collare”: perché evidentemente non lo strattonava nè “torturava” in alcun modo!), gli istruttori gliel’hanno lasciato tenere, PRESUMO con l’intenzione di spiegarle, durante il corso, modi alternativi per gestire il suo cane.
Poi non ho neppure idea di che storia ci fosse dietro al cane: magari l’aveva preso in canile, già adulto e già aggressivo. Magari ha sbagliato lei a tirarlo su, si è resa conto di aver fatto degli errori e quindi ha pensato “facciamo un bel corso da addestratori, così mi insegnano come non sbagliare più!”
Sono tutte supposizioni, ripeto: che però potrebbero tutte giustificare l’accaduto.
Poi, ripeto: io un collare a punte, a un corsista – proprio perché, se è corsista, non può essere professionista – in linea di massima non lo lascerei utilizzare. Ma dipende anche dalle situazioni…e comunque gli istruttori hanno chiesto alla delegata ENCI proprio per capire come dovevano comportarsi dopo quella prima lezione, quindi il problema se lo sono posti anche loro.
Se lei avesse risposto “non lasciateglielo più usare”, probabilmente non sarebbe successo tutto ‘sto pandemonio: ma le cose semplici sono sempre… troppo difficili! 🙂
Capisco,ma a questo punto una domanda mi sorge spontanea,perchè forse ho frainteso il significato di corso Enci per addestratori: a questi corsi può partecipare chiunque?
Io credevo che si trattassero di corsi per certificare tramite l’enci la figura dell’addestratore a persone comunque già nel campo cinofilo come educatori ecc
E’ solo che mi sembra strano che una persona che non sappia ancora ben gestire il suo cane si presenti a un corso per addestratori..Io mi rivolgerei a un corso sì,ma per la rieducazione !
PS: Per il resto credo d’essere d’accordo,ma dovrei fare diverse domande sull’uso di questi strumenti che ancora non mi è chiaro,alcune te le ho fatte su FB…Quando ho tempo magari le scrivo qui.
Eh, lo so, c’è la solita confusione tra educatori, addestratori eccetera. No, il corso ENCI non è per gente che “fa già”: può partecipare anche chi non ha mai visto un cane. L’ENCI li chiama (correttamente, a mio avviso) “corsi per addestratori”, perché in questi corsi non si insegna soltanto ad educare cuccioli (cosa limitativissima), ma si insegna come educare un cucciolo e ANCHE come addestrare un adulto a scopi sportivi (ci sono tre sezioni: la 1 comprende cani da utilità, compagnia e agility, la 2 i cani da pastore, la 3 i cani da caccia).
Ciao Silvia, purtroppo o per fortuna ai corsi per addestratori ci vanno sia chi ha esperienza e lavora in questo campo e vuole “ufficializzare” il proprio lavoro con un titolo riconosciuto dalla più alta autorità cinofila nazionale( l’ENCI ) sia chi di cani non ne capisce nulla e pagando la quota di iscrizione vi partecipa per imparare (e dopo pochi mesi si vanta addestratore facendo disastri immani)! Di conseguenza mi sembra ovvio che chi ha un cane a casa se lo porta al corso con lo scopo di imparare ad addestrare cani partendo dal proprio! In tutto il mondo si usano collari elettrici, con le punte, a strozzo etc etc e naturalmente non tutti li sanno usare e spesso si usano con troppa superficialità! Giustamente posso confermarti che non è possibile addestrare tutti i cani con la stessa tecnica e che non è possibile usare con tutti il bocconcino! Nell’addestrare cani ho notato che questi si basano su certi meccanismi mentali conseguenziali alle loro esperienze di vita ed ecco forse perchè il cane con quel collare era gestibile e senza no. Adesso non conosco la situazione concreta, ma ipotizzando una situazione mi è venuto da pensare così…..
scommetto che chi oggi chi è contento che sia stato annullato il corso ieri difendeva le gare ad agosto di agility….
Non c’entra nulla.
I cani muoiono anche a casa quando c’e’ caldo.
E’ ora di finirla di colpevolizzare l’agility dog. Queste associazioni cinofile contrarie al collare a strangolo sono le prime a colpevolizzare l’agility, forse anche perche’ non sono capaci di portare un cane in gara.
Nel codice deontologico della FICSS c’e’ scritto:
Vieta l’utilizzo di strumenti quali: collare “a strozzo”, collare elettrico, collare con le punte, collari a soffio (aria, citronella, ecc.)
Quando parli con un educatore FICSS e’ probabile che ti dica che le discipline agonistiche sono stressanti per il cane, e che e’meglio farsi una passeggiata con il cane. E allora che non critichino qualcosa che non conoscono solo perche’ non hanno la costanza e la capacita’ di preparare un cane per una gara.
Non sanno quanto si diverte un border collie in una gara di agility.
Nonostante nel loro codice deontologico non ci sia nulla contro l’agility si ostinano a parlare male dell’agility, dove si usa il bocconcino e i cani vengono tenuti benissimo.
Non sarai mica un educatore cinofilo FICSS anche tu ?
Mi dirai perche’ portare un cane in gara, se una razza di cane e’ stata selezionata da secoli per fare una deteriminata cosa e’ giusto che la faccia, perche’ la fara’ molto bene.
guarda io non colpevolizzo nessuno, dare le colpe è sempre facile risolvere le cose meno. come ho scritto anche nel post di ieri se proprio vogliamo andare e fare una analisi di fondo le gare (TUTTE LE GARE di qualsiasi disciplina ) sono fatte solo per soddisfare l’ego dell’umano. solo uno che vuole negare l’evidenza dirà che non è vero. la gara quando dura ? 1 minuto ? 2 ? e tutto il contorno ?lo stare in macchina un tot di ore , l’aspettare il proprio turno nel kennel , il tornare indietro altre tot ore . ho visto gare di agility con persone che si son fatte 350 km per esserci.complimenti. della gare dell’arrivare primo o ultimo al cane frega una cippa di niente secondo me. al cane interessa che il padrone a fine percorso gli dia un bravo , una carezza e magari un bocconcino. un border collie si diverte molto di più se può stare un ora ad allenarsi in un campo che stare 2 minuti in una gara. lavorare , correre saltare al cane fa benissimo perchè si scarica ma la gara , le classifiche , i podi sono tutte seghe mentali dell’umano
Hai ragione ci sono i fanatici che vogliono il podio a tutti i costi ma e’ anche vero che i cani si abituano anche ad avere un proprietario imbecille e non patiscono. Il cane e’ uno degli animali che si adatta piu’ facilmente alle abitudini dell’uomo. A molti cani piace stare nel trasportino e dormire piuttosto che stare a casa da solo perche’ hanno l’ansia di separazione.
Bisogna pensare come i cani, non proiettare sul cane il nostro modo di pensare.
Una mia amica ha preso un cane di razza e si e’ accorta fin da subito che ha la displasia alle anche, percorre 350 km ogni settimana per fargli fare l’agopuntura e alleviare le sofferenze. Qualcuno potrebbe dire che il cane sta nel trasportino per 3 ore per fare una cura non riconosciuta dalla medicina ufficiale, eppure il cane e’ contento di stare accanto alla sua proprietaria, e’ rilassato e si fa delle grandi dormite. Non vedo differenze con un cane che fa una gara di agility ogni 15 giorni.
Io ho partecipato in luglio ad una gara di agility e c’erano 25 gradi perche’ era in montagna su di un altopiano, l’anno scorso ho partecipato ad una gara di agility in agosto e ho incontrato un turista bolognese che viene in quel paesino da 30 anni per rinfrescarsi. Dipende dove si organizza una gara, si puo’ organizzare una gara in agosto ma in posti freschi e ventilati.
Ritornando all’argomento del corso ENCI annullato per colpa del collare con le punte, l’ agility e’ una delle 3 discipline argomento di esame di un corso per addestratori ENCI, le altre due discipline prevedono gare orientate alla selezione di cani per la riproduzione. Tutta l’ENCI e’ orientata alla selezione delle razze dei cani e le gare AGONISTICHE servono appunto per questo. Non possiamo parlare male dell’agility senza mettere in discussione l’intera organizzazione di corsi per addestratori ENCI che preparano cani per le gare, compresa l’utilita’ e difesa e l’obedience agonistica.
Per fare gare ci vuole un cane adatto dalla nascita, oppure un cane estremamente preparato.
Ovvio che se prendi un cane dal canile e lo porti a fare una gara difficile ti fa come minimo 3 giri di campo di corsa per compensare il disagio.
Quelli che parlano male dell’agility sono quelli che non la sanno fare e la disprezzano per questo motivo.
Cani che si fanno male ce ne sono dappertutto dagli incidenti di caccia al disc-dog ai cani della protezione civile che mettono il piede in una buca.
Se parliamo male dell’agility mettiamo in discussione l’organizzazione di corsi ENCI e allora cosa stiamo qui a parlare.
Purtroppo l’uomo vive di seghe mentali ma una singola gara è frutto di un allenamento costante nel tempo che non dura due minuti, ma giorni, mesi, anni! Questo allenamento ed in particolare questo tempo trascorso con il cane, crea un rapporto che per il cane è fondamentale, senza dimenticare che senza quell’allenamento certi tipi di cani andrebbero incontro a varie problematiche comportamentali! Quindi la gara non è altro che il frutto ed il senso delle ore che trascorri con il cane, poi se ad una persona non piacciono le gare, si va a scegliere un cane tranquillo con una tempra, temperamento e soglia di reazione bassa, così da goderselo sotto il divano quando guarda la tv. Ritengo che tutti i proprietari dovrebbero fare un corso di addestramento ma non per il cane, ma per se stessi! Ben vengano tutte le discipline sportive con i cani ma che abbiano a cuore il rispetto dell’animale indipendentemente dal metodo o dai mezzi usati!
Marco, sono d’accordo con te. Sono due anni che sto preparando il mio cane per l’ipo 1(non siamo professionisti, possiamo prendercela con calma), e dopo i recenti fatti avvenuti in seno alla SAS mi era passata la voglia di rinnovare la tessera. Tanto lo faccio prima di tutto per passione. L’ho rinnovata solo per poter conseguire i brevetti. Vanità personale? Perché no, e’ umana, ma anche il desiderio di avere una conferma ufficiale ai risultati ottenuti dopo due e più anni di lavoro con il mio cane. Perché per me e’ è sarà sempre il più bravo cane del mondo, però se me lo dice anche qualcuno più esperto di me che ho fatto un buon lavoro magari so che non lo è solo nella mia testa. E magari so cosa devo correggere, non solo sul cane ma anche su di me,
sono d’accordo con te
Mi piacerebbe vedere tutti quegli “animalisti convinti” che sono contro il collare a strozzo in presenza di un Rotweiler o un molosso qualsiasi, che nasce e viene selezionato in un allevamento, tipo in Germania dove per fortuna esistono ancora cani veri.
Secondo mè al posto del wurstel gli rifilano subito la pastiglietta dopo essersela fatta nelle mutande.
La cinofilia attuale sta sfociando in idiozia, perchè oramai è diventato un business a portata di tutti.
a Emmanuele:
concordo…infatti molti di questi “iper-gentilisti-animalisti” vorrebbero che i cani da lavoro scomparissero (o i cani di razza in toto, a seconda del grado di fanatismo), e soprattutto che scomparissero tutti quei cani da utiulità o da lavoroi dotati di tempra forte e di istinti che loro e i loro bocconcini non possono controllare (e che gli fanno paura):
x loro i cani dovrebbero essere tutti amichevoli anche da adulti con ogni persona sconosciuta e con ogni cane adulto di qualsiasi sesso, rifiutare ogni sfida da parte di altri cani, avere un predatorio basso o almeno una sequenza di caccia incompleta, non tendere ad allontanarsi dal proprietario (come invece fanno molti cani da caccia, e spiegagli tu a non farlo con un wurstel se ti trovi in un bosco!), privi di territorialità e di istinto alla guardia e alla difesa del proprietario e non dovrebbero essere cani da presa o cani che prediligono giochi “violenti” come il tiro alla fune (spesso aborrito) e la lotta, molto docili e quasi autoeducanti in modo che ogni educatore con alle spalle un corso da 50 ore possa insegnargli i rudimenti dell’educazione con qualche bocconcino (chiaramente devono essere anche cani molto golosi) facendo bella figura con la Sciuramaria di turno x aver insegnato al cane il SEDUTO (ma no, x alcuni anche questa è coercizione e la condotta al guinzaglio si fa con pettorina e lunghina da 3 m, cosa molto pericolosa in città..) i “sole 10 lezioni”.
Certo cani così sono l’ideale come cani da compagnia in città x le varie sciuremarie o x anziani o x chi magari vuole che il figlio di 10 ani qualche volta possa portare il cane a spasso da solo…ma x questo ci sono tanti meticcetti in canile e tante razze da compagnia appositamente create…invece x altri utilizzi è necessario che il cane abbia altre doti, anche perchè magari on a tutti piace quel tipo di cane (e se non appiattiamo il carattere delle razze avremo ancora x il futuro cani con caratteri e attitudini diverse fra loro e adatti x ogni proprietario e situazione o lavoro).
hai ragione, ma le esigenze cambiano e cambia anche la nostra vita, per tenere con noi un cane in città deve avere quelle caratteristiche che descrivi così bene e per ottenerle non c’è bisogno di forme di coercizione particolarmente spinte.
comprendo che l’ipocrisia regna sovrana soprattutto quando è al servizio del guadagno, non sono sicura di essere d’accordo con il discorso dei cani – ferrari, ma sono sicura che cani di così difficile gestione non dovrebbero essere dati in mano a chiunque. la vicenda del corso avrebbe potuto essere risolta in modo da tutelare tutti e la decisione di chiudere il corso è sicuramente vile, è il solito atteggiamento di chi non prende posizioni chiare e non le sostiene non appena viene contraddetto.
per ciò che riguarda certi strumenti posso arrivare a comprenderne l’uso solo in casi estremi, quando è in gioco la vita stessa dell’animale, ma sono felice che i miei sette cani (un bernese placidissimo e sei meticci da canile) non mi abbiano mai messa nella posizione di dover prendere in considerazione certi metodi o certi strumenti. Quando avevo otto anni sono stata assalita da un pastore tedesco al guinzaglio, mi ha morsicato in testa, me la sono cavata con una quindicina di punti e dieci giorni d’ospedale, quest’esperienza non ha cambiato il mio amore per i cani, ma di sicuro non sento di amare molto chi esalta le qualità aggressive dei cani e poi con leggerezza li consegna a degli incapaci, perchè alla fine chi ci rimette sono sempre i cani che incapaci di distinguere tra un reale pericolo e un aspetto della nostra vita, rischiano la loro pelle
per fedeltà all’addestratore o al padrone.
Il fatto è che sono troppo vecchio per essere sorpreso. Sorpreso dall’idiozia delle persone e dagli effetti dell’estremismo. Qualsiasi estremismo sia. Le persone affette da estremismo non vedono, non parlano, non ragionano. Sono solo violente. Le cose che dice Valeria sono così ovvie e banali che a persone di media intelligenza dovrebbero sembrare quasi superflue. Una noia sentirle. Come si fa a contraddire il pensiero per cui nessun strumento è di per se è pericoloso, solo l’uso che se ne fa può renderlo tale. Come si fa a non capire che non c’è “un solo” cane, ma mille cani e ognuno di loro ha il suo linguaggio. Come si fa a non capire che ci sono cani che ti mettono alla prova ogni giorno e che ti “parlano” con la forza, che ti sfidano, ti provocano, perchè ti testano continuamente … perchè è il loro modo di esistere … non parlo solo di cani da lavoro, ma anche di altre razze estremamente determinate … parlo ad esempio di mastini, cani ovviamente tipici, non da compagnia, e come fai se ad un mastino viene in mente di “avvicinare” un altro maschio? di non ubbidirti in certi momenti in cui deve ubbidirti… tutti gli strumenti nominati (collari a strozzo o con le punte)sono strumenti di educazione, di controllo, certo in mano a persone che sanno farlo, non sono strumenti fine a se stessi. Devono insegnare qualcosa a cane. Usati nel modo giusto, al momento giusto, al cane giusto. Anche io li ho visti usare con brutalità …,ma ho anche visto usarli bene. Sono certo che nessun “gentilista” puro ha mai avuto cani di un certo tipo…e finge di non vedere le mille violenze psicologiche che umani, con il collare assolutamente fisso e ovviamente morbidissimo, infliggono giornalmente ai loro cani.
Non vietando l’ENCI l’uso del collare a punte non credo si possa mettere alla porta un corsista che lo usi in modo appropriato, il corsita ha tutti i diritti legali di partecipare al corso!
Io concordo con la decisione presa, un collare con le punte non deve essere minimamente tollerato, secondo me andavo fatto presente immediatamente alla persona incriminata e -in caso si fosse rifiutata- allontanata subito. Scusate ma non si doveva neanche presentare con uno strumento di tortura del genere e il fatto che lì per lì gliel’abbiano fatto tenere la dice lunga…
Addirittura! Cioè, a quella povera ragazza l’hanno massacrata, l’hanno fatta piangere, ma non è ancora sufficiente! Andava proprio cacciata dal campo e magari ci stava anche qualche sberla, così impara! O al limite slegare il cane e lasciarlo libero di papparsi qualche conspecifico! 😀 figo!
Il gentilismo: dalla lotta ai macellai impicca-cani degli anni ’70-’80 che non concepivano l’esistenza di alcun metodo diverso dal “calcio in culo”, al non concepire alcun metodo diverso dal bocconcino. E’ curioso vedere come chi inizia a combattere posizioni bacchettone, ottuse, talebane, reazionarie finisce per assumere posizioni bacchettone, ottuse, talebane, reazionarie.
Lucia, da come parli sono sicura che non hai mai lavorato in UD con un pastore tedesco, di sicuro non hai mai visto un soggetto di linea da lavoro all’opera, e se hai mai visto un collare con le punte con i tuoi occhi non l’hai mai visto usato con cognizione di causa. Scusa se la mia ti sembra un’affermazione arrogante ma è quello che emerge dal tuo commento, così assolutista e completamente slegato da qualsiasi esperienza reale e concreta. Almeno nel campo dell’addestramento da UD.
C’è una storiella che secondo me si adatta molto bene alle persone come Lucia.
Tempo fa partì l’ennesimo attacco contro gli allevatori “sfruttatori”, che non amano i cani, che ci lucrano sopra eccetera eccetera. Inizia la solita discussione tra l’animalista di turno e una mia amica, allevatrice serissima che i suoi cani li adora e che vive per loro: niente, l’animalista non si smuove di una virgola. A un certo punto, scoprendo che abitano piuttosto vicine, la mia amica le dice “Ti invito a casa mia: vieni, vedi come tengo i cani, ti spiego come lavoro, potrai vedere che vivono tutti in casa prendendo coccole dal mattino alla sera, che non possiedo neanche un box…”.
E l’altra risponde: “Visitare un allevamento? MAI! Gli allevamenti mi fanno schifo!”.
E’ esattamente come dici tu, Lucia: non hanno idea di quel che stanno dicendo. Ripetono a pappagallo ciò che il guru di turno gli ha inculcato. Ma se gli chiedi di venire a vedere con i loro occhi, gli occhi li chiudono… forse perchè hanno troppa paura di scoprire che hanno speso mesi o anni a ripetere cose false e ridicole, che riportavano solo per sentito dire.
E questo non possono accettarlo.
Lucia, non so se sai quanto costa un corso di addestratore ENCI, potrebbe costare 100 euro al giorno per almeno 15 giorni lavorativi sono corca 1.500 euro, nessuno ha il diritto di interrompere un corso di questo genere per futili motivi. E per futili motivi intendo che si poteva prendere il cane, togliere il collare con le punte e metterlo nel trasportino, senza andare a danneggiare persone che hanno fatto i salti mortali per avere il tempo di partecipare al corso. Questa disturbatrice fanatica sarebbe da fargli causa per recuperare i danni agli altri corsisti. Questa fanatica e’ andata li’ apposta per danneggiare gli altri, non e’ tollerabile.
Se ha le sue idee io le rispetto ma se ne sta a casa sua, si e’ comportata in modo asociale.
Se non voleva vedere il collare con le punte doveva dare un’alternativa alla gestione del cane, altrimenti stava zitta.
un cane con problemi sociali non deve essere presento in un ambiente pubblico con decine di altri cani.
Altimenti non di giustifica in alcun modo il collare con le punte.
Se ha i suoi problemi, prima i risolve altrimenti se ne sta a casa sua, si e’ comportata in modo asociale.
In teoria il ragionamento che fa giampeco e’ giusto, in pratica si dovrebbe fare il contrario, abituare gradualmente il cane a tutte le situazioni in presenza di cani e persone. Il cane che sta a casa peggiora perche’ non fa esperienze. Se io porto un cane aggressivo ad un corso con tante persone e tanti cani e’ normale aspettarsi una reazione emotiva dal cane. Io personalmente lo avrei portato il cane, con le adeguate cautele sia per non mordere gli altri sia per non fare soffrire al cane situazioni di disagio.
E come si fa a migliorare un comportamento sociale se non lo si porta nel sociale? Stai dicendo una fesseria. Con i modi corretti, con i tempi giusti (in pratica con un buon professionista)il cane con comportamenti sociali non corretti lo si porta nel sociale. Per fargli capire che non gli succede nulla se ci altri altri cani o altri umani. Non puoi risolvergli i suoi problemi sul lettino dello psichiatra … il tuo è il classico ragionamento talebano di chi pensa di sapere tutto ed invece … con calma, decisione, senza farsi prendere dal nervosismo il cane associel lo si porta nel sociale, solo così suopererà le sue “aranoie”.
Per il collare con le punte parti e/o partite sempre dallo stesso punto (non ascoltando mai quello che dicono gli altri): pensate sempre che metterlo significa dargli strattonate micidiali. Non è così. Ho visto cani con il collare a punte che solo per il fatto di averlo e per il fatto di sentire qualcosa di diverso si trasformano (in meglio)… o al limite con una piccolissima tensione del guinzaglio … ho detto piccolissima … puoi credere o non credere ma so , come dice Valeria voi non volete vedere. Ho visto il conduttore stare fermo e non tirare affatto, è il cane che tira e si autopunisce … e non decine di volte, ma solo qualche volta perchè tutto fa parte di un percorso (ripeto se fatto da professionisti)tarato sul quel cane.
Uno dei problemi è che bisogna “studiare” … e lo si fa solo andando avedere i campi di addestramento, i professiosti, vedendo cani diversi, razze da lavoro e cani prolematici … non sparando parole dal giardnetto di casa …
cioè, non mi è chiaro,redazione, non concordo assolutamente col commento (ma chi l’ha scritto aveva letti l’articolo? se si perché questo commento, altrimenti: SORDA/O?
Ero stata tentata di partecipare al corso ma purtroppo per lavoro mi mandano via sempre con comunicazioni all’ultimo secondo e per più settimane e non riesco mai ad organizzarmi. Ero felice del fatto che in Friuli ci fosse un corso così interessante. La regione è piccola e non offre molte occasioni, speravo di poter partecipare in una riedizione in una fase lavorativamente più tranquilla. Peccato!
Mi è capitato poche volte di vedere corsisti così maleducati da ostacolare i docenti durante le lezioni.
Un atteggiamento ostile e saccente verso istruttori Enci, in un corso in collaborazione con l’Università di Udine in cui credo insegni anche R. Marchesini, lascia abbastanza perplessi…
Se si è in disaccordo, a meno di assistere a reati, si è sempre liberi di allontanarsi e non partecipare!
Solidarietà piena a Francesca e anche alla corsista, attaccata in prima persona da una che definire persona e’ eccessivo, meglio definirlo individuo cafone e ottuso. Se anche avesse utilizzato il collare in modo errato, cosa che comunque non sembra sia successo, non è certo aggredendo una persona che le si insegna qualcosa, soprattutto se sta partecipando ad un corso, il che dimostra che ha la volontà di imparare e dialogare (a meno che non si sia appunto dei boicottatori). Tanta tristezza per il mondo dei cani da lavoro, che a quanto pare e’ sempre più incompreso e bistrattato. Qui rischiamo davvero di perdere un patrimonio inestimabile. Sono sempre più delusa dagli atteggiamenti delle istituzioni, prima la SAS con il caso di Breganze e adesso l’enci, sembra che siano più occupati a tenere saldi i loro rapporti politici e i loro interessi più che a fare vera cultura cinofila, e anche qui se n’era presentata l’occasione. D’altronde siamo in Italia, questo e’ lo stile nostrano.
Unico appunto/domanda: secondo me il giudice Fci non aveva tutti i torti quando parlava dell’addestramento e delle capacità del cane si sopportarlo. Come qualsiasi forma di addestramento/ educazione un minimo di stress e’ sempre presente e anzi, la capacità di reggerlo e’ effettivamente un test sulla tempra. Anche per gli uomini studiare, imparare un lavoro o una disciplina sportiva comportano un certo livello di stress. Aboliamo la scuola, lo sport e il lavoro (eh, magari questo si)? È lo stress e’ maggiore quando facciamo un esame o una gara, non è però che non li facciamo, li facciamo eccome e se li superiamo siamo anche contenti di aver fatto tanta fatica. Lo stress che il cane può sopportare varia da razza a razza, e i cani da lavoro lo sopportano molto più facilmente. Ovvio, questo non è una giustificazione ai metodi estremi, e’ comunque necessario porsi e rispettare dei limiti etici e deontologici.
Non ho mai fatto uso ne di collari a punte..ne di collari elettrici..ma non ho fatto mai uso neanche di pettorine..ne di cavezze..ne nulla di gentilista.
Uso il guinzaglio a strozzo…
Quindi mi ritengo esattamente nel mezzo tra i coercitivi e i gentilisti..
Dico no ai miei cani…e li adulo con la voce e mai con il cibo…qualche volta ci litigo e mi scappa di dargli anche uno sculaccione..ma questo l ho fatto anche con mio figlio. E i miei cani sono sereni..
Per questo mi trovo nel mezzo, perchè agli estremi ci sono sempre le esagerazioni..
Soprattutto giudizi su cose che non si conoscono…
Se un cane è mordace..e il biscottino non funziona…e non funziona neanche i dieci amore al giorno e voglio recuperarlo…prima di sopprimerlo le provo tutte..e anche prima di dargli le pasticche di antidepressivi, sarei disposta ad usare un collare con le punte…
Oggi c è l abitudine di parlare senza conoscere..oggi ci sono persone che hanno avuto un cane e si mettono a discutere con chi è trent anni che ci vive di cani…per questo che nascono discussioni che non costruiscono.ma che distruggono..sia i cani che le persone !
Ormai la cinofilia somiglia sempre di più a Scientology. Appena ho letto il titolo nemmeno volevo continuare, ma i cani delle foto sono troppo belli e non sono riuscito a fermarmi! 🙂
Io sono stato criticato da una iscritta ad una associazione contraria al collare a strozzo perche’ faccio agility dog usando come premi i wurstel. Dice che devo chiedere al cane cosa piace.
Mi verrebbe da rispondere che al mio cane piace mangiare i wurstel.
Ma questi istruttori di queste associazioni, oltre a risolvere i problemi comportamentali dei cani da compagnia e creare zizzania nella cinofilia, che cavolo sanno fare?
Nel loro biglietto da visita dovrebbe esserci scritto: aderente all’associazione XYZ come educatore cinofilo di base per CANI DA COMPAGNIA.
Cosi’ se un cane non e’ da compagnia dovrebbero stare zitti perche’ non sono qualificati.
Nel loro biglietto da visita dovrebbe esserci scritto: “Educatori cinofili di peluche”. Ovviamente, quelli senza batteria e che non riproducono alcun abbaio, se no non sono capaci di educarli…
fantastico! rispondigli proprio così!
Della serie: non c’è mai fine al peggio. E il peggio ve lo segnalo io. Oggi, sul quotidiano “Il Giornale”, c’è un articolo dal titolo “Il cane uccide? Ergastolo al padrone”, a firma di Oscar Grazioli, un veterinario. Ebbene, l’articolo parla di una proposta choc di un Lord inglese, che vorrebbe mandare in galera, a vita, i proprietari di cani morsicatori. L’articolista conclude il suo intervento dicendo:”Gli inglesi sicuramente esagerano, ma di certo noi facciamo la solita figura dei cioccolatai, tra ministri che istituiscono la black list dei cani, sottosegretari che vogliono mandare a scuola chi ha cani “impegnativi”(verrebbe da ridere se non fossero faccende drammatiche” e animalisti estremisti che vogliono riabilitare Erode, il cane che ha sgozzato mezzo asilo. Ne riparliamo al prossimo morto, comed’uso nel nostro Paese.”. Quindi i cani “impegnativi” vanno soppressi tout-court, a morte gli educatori cinofili che vogliono recuperarli? D’accordo che fa caldo, ma qui rasentiamo la follia. Solidarietà piena agli organizzatori del corso.
Ho letto alcun articoli di questo Oscar Grazioli, scrive cose strane, a volte l’ignoranza si percepisce chiaramente dai suoi articoli come quando in altri articoli scrive di non prendere Pitbull perche’ e’ una razza che non serve a niente.
A mio parere la zanzara e’ un animale che non serve a niente, non un pitbull affettuso e fedele.
eccheppalle! …. mi viene da dire solo questo!