mercoledì 17 Aprile 2024

Quando l’allevatore apparentemente serio è un canivendolo

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

canivendoli1di VALERIA ROSSI – Consigliare, come sempre faccio, ai miei lettori di andare in buon allevamento, o in un allevamento serio, mi sta causando crisi di coscienza.
Un po’ come suggerire di andare da un bravo educatore/addestratore, o da un bravo veterinario.
Mi vengono le crisi di coscienza perché in realtà non sono in grado di definire in modo corretto ed esauriente i concetti di “buono”, “bravo”, e così via: sono definizioni che purtroppo lasciano un po’ il tempo che trovano, soprattutto perché soggette all’interpretazione personale.
Il veterinario X sarà bravissimo per la persona a cui ha salvato il cane, ma sarà un disgraziato per l’altro proprietario con il quale ha commesso magari un piccolo errore; oppure non ne ha commesso nessuno, ma semplicemente non è riuscito a curare una malattia incurabile (siamo sempre molto severi nei confronti dei medici, umani o veterinari che siano).
L’educatore Y o l’addestratore Z possono essere Guru intoccabili per decine di persone ed emeriti pirla per altre decine (se poi scrivono su FB, parliamo direttamente di centinaia o migliaia di persone: in quel caso avremo anche le groupies da una parte e i detrattori coatti dall’altra).
Insomma, il concetto di “bravo” è sempre personalissimo: tant’è che, quando ho scritto l’articolo che si intitolava “Come si riconosce un bravo educatore/addestratore?”, ho specificato: “Sia chiaro che io posso rispondere alla domanda soltanto in base alle mie idee, al mio pensiero e ai requisiti che io cercherei in una figura di questo tipo“.
Non dovrebbero esserci dubbi nè fraintendimenti, invece, sul concetto di “serio“: seria è una persona che si impegna al massimo per fare bene il suo lavoro con scienza, coscienza e competenza. In campo cinofilo, ovviamente, questo “lavorare bene” dovrebbe comprendere anche il corollario  “…e con il massimo rispetto per i cani”.
Anche sugli allevatori ho scritto un articolo, dal titolo “Come si riconosce un buon allevatore?“: ma questo “buon” era inteso soprattutto nel senso di “serio“.
Ho buttato giù una sorta di piccolo identikit di tutto ciò che, per me, era sintomo di serietà… ma ora mi accorgo che non bastava.
Non posso dire di aver scoperto solo negli ultimi tempi che alcuni allevatori che, pur rispondendo perfettamente a tutti i requisiti che ho indicato, si comportano esattamente come i peggiori cagnari: ovvero, se ne infischiano allegramente del benessere e della salute dei cani e si interessano esclusivamente al profitto che ne deriva.
Però diciamo che più passa il tempo e più casi mi capita di incontrare sul mio cammino.
Volete qualche esempio?
Eccoli:

livera) pochi giorni fa è morto il cane di un amico: era un Flat coated, ed è cosa arcinota (almeno ai cinofili) che questa razza ha un’aspettativa di vita inferiore alla media (8-10 anni) soprattutto a causa del cancro (emangiosarcoma, osteosarcoma fibrosarcoma sono i più diffusi). Il cane del mio amico, però, di anni ne aveva soltanto sette.
Questo mi ha fatto ripensare al colloquio che avevo avuto anni fa con un’allevatrice: quando le avevo chiesto se esistesse un programma  per monitorare/cercare di migliorare questa situazione, lei mi aveva risposto con un’alzata di spalle: “Ma no… dopotutto è un problema che interessa quasi esclusivamente i cani anziani”.
Però un cane di sette anni non lo definirei proprio “anziano”.
Non so se sarebbe – o meno – possibile ottenere qualche risultato con una ricerca mirata sui riproduttori e sulle linee di sangue: mi sorprende, però, che una simile ricerca non sia neppure stata presa in considerazione. Mi sorprende il menefreghismo, insomma, proprio da parte di chi una razza la alleva e si presume che dovrebbe amarla (in compenso il test per escludere il colore giallo, non ammesso dallo Standard del Flat, si precipitano tutti a farlo).
Ah, chiariamo che questo problema non interessa soltanto il Flat, razza poco diffusa che potrebbe far pensare “vabbe’, ma ce ne sono così pochi che magari non vale neppure la pena di impostare un lavoro”. Ci sono molte altre razze nelle quali il cancro sta diventando la maggior causa di morte sempre più prematura: per esempio il Dobermann. E qui la scusa della scarsa diffusione proprio non regge;

IMG_3535RIDb) sono in attesa di ricevere e pubblicare notizie che riguardano la mielopatia degerativa nell’Hovawart: razza poco diffusa in Italia, eppure colpita da questa drammatica malattia (di cui abbiamo già parlato diffusamente in questo articolo) in percentuale non certo elevata, per carità… ma tale da far suonare un campanellino d’allarme. A differenza dei tumori che colpiscono i Flat, tra l’altro, questa patologia si può tenere controllo in allevamento perché esiste un test capace di identificare i portatori: quindi ci si aspetterebbe che tutti gli allevatori fossero ben felici di poter testare i propri soggetti e, programmando consapevolmente gli accoppiamenti, di poter garantire cucciolate esenti.
Invece no. Come è già accaduto per il Cane lupo cecoslovacco, anche in questo caso alcuni allevatori si sono incazzati abbestia perché il problema è stato sollevato, ritenendo che il grande pubblico non debba saperne nulla. I cani malati si dovrebbero quindi “scopare sotto il tappeto”, pur di non rischiare che si sappia che l’Hovawart può essere soggetto a questa malattia devastante;

c) ad un’allevatrice che ritenevo serissima, e che consideravo un’amica, ho domandato tempo fa come mai utilizzasse un mangime molto, ma molto “chiacchierato” in USA  (contiene diversi elementi sospettati di cancerogenità): mi ha risposto che i suoi cani, con quel mangime, avevano “un pelo della madonna” e che quindi lo consigliava anche ai suoi clienti (la sua razza è a pelo lungo e quindi il pelo influisce sui risultati in expo).
Poiché alleva da moltissimi anni, e quindi ha prodotto moltissimi cuccioli, le ho chiesto allora se avesse avuto modo di notare  qualche differenza tra i casi di cancro nei cani alimentati con questo mangime e quelli che invece avevano mangiato altre cose.
La sua risposta, che ovviamente ha messo fine ad ogni mia idea di “amicizia” nei suoi confronti, è stata la seguente: “Guarda, per la verità sì. Non è che possa giurarci, ma direi che i casi di cancro sono un po’ più frequenti.  Ma sai che ti dico? Per ogni cane che muore, o quasi, io vendo un nuovo cucciolo. Quindi…”
E anche qui, alzata di spalle (di fronte alla statua di sale con due occhi così che ero diventata io).

d) questo è il riassunto di un’email ricevuta pochissimi giorni fa:

Quando decisi di acquistare un cane di razza, esclusi a priori (come nel passato) di rivolgermi ad un negozio pet, alle varie fiere del cucciolo, ai traffici dall’est, o comunque provenienze dubbie, orientandomi su di un allevamento con anni di attività e riconosciuto ENCI. La razza da me prescelta non rientra tra le più popolari e neanche tra “le più amate dagli italiani”: a maggior ragione mi ero illusa che la minore diffusione e manipolazione di tale razza potesse offrire garanzie superiori.
Ecco invece l’incredibile fatto: dopo i primi e successivi contatti telefonici di prassi con l’allevatore, ci accordammo per il giorno in cui mi sarei recata con mio marito a ritirare il cane.
L’emozione di poter stringere tra le braccia quella cucciolona era veramente grande, ma quando arrivò l’ora di congedarci per riprendere il viaggio verso casa mi resi conto che non mi era stato consegnato il libretto sanitario delle vaccinazioni. Tra una chiacchierata e l’altra può sfuggire di mente, pensai, e non senza disagio glielo chiesi.
Lui iniziò a tergiversare sulla mia lecita richiesta con atteggiamenti infastiditi: io risposi che il libretto sapevo dover essere a “corredo” del cane, anche come riferimento alle future vaccinazioni e varie annotazioni sanitarie.
Vista la mia insistenza, visibilmente irritato, ci precedette nel suo ufficio dirigendosi verso una scrivania, e voltandoci le spalle per 10 minuti circa (lasciandoci come due salami!) iniziò a trafficare concitatamente tra cassetti, ante, fogli, penne, ecc. riemergendo dalle scartoffie sventolando in mano il materializzato (come per incanto) libretto sanitario.
Aprendolo mi accorsi che le fustelle dei vaccini (applicate nella pagina sbagliata!) riportavano accanto la data, ma non il timbro nè la relativa firma del Veterinario. Lo feci notare e si giustificò attribuendo tale omissione ad una “svista del Vet” ma che potevo stare tranquilla poiché era tutto in regola.
Consapevole che un allevatore serio e professionale (come credevo) non possa permettersi di essere così superficiale, me ne andai con una sensazione di incertezza.
A distanza di un anno dalla presunta vaccinazione, quando eseguimmo il richiamo, la cagna andò in shock anafilattico; riuscirono a salvarla per un pelo. Lo comunicai all’allevatore, non ricevetti mai risposta.
Non avendo elementi utili per conoscere il passato-sanitario del mio cane posso solo ipotizzare due potenziali realtà:
a) che i vaccini fossero stati realmente eseguiti nel periodo di stazionamento in allevamento senza procurare reazioni, manifestate poi in seguito, è verosimile:  ma un interessamento da parte dell’allevatore me lo sarei aspettata, non tanto per me quanto per un suo “prodotto”;
b) se i vaccini non fossero stati inclusi nel programma di allevamento per motivi ideologici o altro, ne dovevo essere messa al corrente durante le trattazioni telefoniche;
c) se l’allevatore avesse riscontrato precedenti casi di sensibilità tra soggetti nelle linee utilizzate, qualche cautela in più avrebbe dovuto adottarla.
La mia cagna inoltre corre il rischio di sviluppare una risposta analoga con esiti letali se fosse anche punta da un insetto e non potrà più partecipare alle manifestazioni canine (ma questo è l’ultimo dei miei pensieri) poiché è risultata altrettanto allergica al vaccino rabbia.
Non ho notizie, ovviamente, sui suoi collaterali e non ho modo di sapere se abbiano o meno sviluppato tali importanti intolleranze.
Inevitabilmente gli aspetti di questa vicenda oltremodo contorta mi hanno indotta a delle conclusioni personali.
Si possiede un cane di razza X, morfologicamente corretto, che vince e stravince. Fioccano richieste di monte, cucciolate, ecc. Niente toglie che in realtà “nell’intimità delle pareti domestiche” il cane da Best ogni tanto stramazzi a terra (la pasticchetta magica da somministrargli è a portata di mano!), poiché il soggetto è affetto da una patologia YY, potenzialmente trasmissibile, la quale non è stampigliata sulla sua fronte: neanche il più accorto degli esperti giudici sarebbe in grado di rilevarla durante la breve presentazione nel ring. Lo sa solo chi ci vive insieme… e che si guarderà bene dal comunicarlo,  se il fine è principalmente lucroso.
Definire questo modus operandi “filiera delle tare genetiche” penso sia il termine più appropriato.
Non voglio generalizzare, ma la mia sfiducia ora nei confronti degli allevamenti italiani è notevole”

canivendoli2Che conclusioni trarre, da tutto questo?
Che gli allevatori sono tutti degli infami, che se ne infischiano della salute dei cani?
Certo che NO: ne conosco ancora decine che continuo a definire seri, anzi serissimi e che mi hanno dimostrato con i fatti, in più di un’occasione, di essere disposti ad investire tempo, energie e (tanto) denaro per lavorare davvero nel massimo rispetto dei cani (e, non dimentichiamolo, dei clienti che acquisteranno i loro cuccioli).
Però, per quanto sia (forse) normale prendersi ogni tanto le proprie brave fregature, delusioni e disillusioni… mi sto rendendo conto che queste sono in aumento.
Che perfino alcuni “insospettabili” si rivelano almeno un po’ cagnari (se non addirittura “cagnarissimi”).
Più passa il tempo e più mi lludo che qualcosa possa cambiare, che la cultura cinofilia sia in aumento e che ci debba essere forzatamente un salto di qualità nella direzione del benessere del cane e del rispetto per lui, più mi rendo conto che le cose, invece, peggiorano.
Sicuramente la crisi economica ci ha messo del suo: si vendono meno cani (o almeno così sostengono praticamente tutti gli allevatori, anche se poi le cifre relative alle iscrizioni ENCI li smentiscono: però c’è sicuramente un sentire comune assai preoccupato), e questo può tirar fuori il “cagnaro inside” che qualcuno, magari, aveva tenuto ben nascosto fino ad oggi.
C’è anche la (giustissima) incazzatura di coloro che allevano seriamente e onestamente (nel senso che pagano le tasse) e che si trovano di fronte alla concorrenza di privati, allevatori “amatoriali” e affini che vendono a prezzi stracciati perché hanno spese minime: e devono ancora sentirsi dire che loro (quelli seri, dico) sono “dei ladri” perché vendono i cuccioli a prezzo maggiore (i motivi per cui li vendono a prezzo maggiore sono elencati nell’articolo “Mille euro per un cucciolo? Ma è un furto!”, che vi invito a leggere se ancora non l’aveste fatto, pur trattandosi di un articolo molto datato che riporta prezzi vecchi.  Oggi questi prezzi sono ancora aumentati).

canivendoli3Come ho già detto altre volte, anche i test per valutare le malattie genetiche sono inaccettabilmente cari e nessuno fa il minimo sforzo per creare “pacchetti”  che potrebbero invitare gli allevatori a testare di più, senza per questo mandare i veterinari sotto i ponti: in tutto il mondo la quantità abbassa il prezzo, quindi non si vede perché un allevatore riconosciuto, che testa trenta o cinquanta cani, debba pagare lo stesso prezzo del privato con un singolo soggetto.
E’ anche vero, purtroppo, che portare alla luce una ricerca relativa ad una patologia ereditaria significa far pensare al grande pubblico che quella razza sia l’unica ad esserne affetta: è sicuramente successo col pastore tedesco, quando la Società specializzata ha reso obbligatoria la radiografia per la displasia dell’anca. Da allora la razza è stata considerata “quella con la displasia”, quando in realtà ce ne sono dozzine di altre con incidenza molto maggiore.
Di scusanti, per gli allevatori che si trasformano in canivendoli, ne potrei trovare anche altre: ma nessuna, alla fin fine, sta in piedi. Perché non ce l’ha ordinato il medico, di allevare cani. E anche questo l’ho già detto un milione di volte, ma lo ripeto ancora. Se si ritiene di non farcela economicamente, se si pensa che un gioco serio ed onesto non valga la candela… allora si può tranquillamente dedicarsi ad altro.
Non si comincia: e se già si stava allevando, ma le condizioni sono diventate sfavorevoli, si smette.
Purtroppo, però, gli  umani non sembrano capaci di rinunciare a qualcosa che porta loro un profitto: e se l’allevatore davvero serio può smettere davvero, visto che di profitti gliene arrivano ben poco, il cagnaro, o canivendolo che dir si voglia, con i cani i soldi li fa davvero. Anche sulla pelle dei cani, li fa.
Quindi non solo non smette, ma spesso e volentieri amplia il suo raggio di azione: conosco persone, ahimé, che hanno davvero iniziato con la massima serietà… ma poi hanno scoperto il business del cagnaresimo (magari solo parziale, ma sempre cagnaresimo) e “se so’ allargati”. Se prima facevano due cucciolate all’anno, ora ne fanno sette o otto. Se prima allevavano una sola razza, oggi ne allevano tre. Eccetera eccetera.
Ovviamente aumentare la quantità fa decrescere la qualità, ma se provi a farglielo notare ti rispondono: “Vabbe’, ma perché dovrei continuare a spendere mille e incassare mille e uno, quando poi la gente mi dice che sono un ladro e fa la coda per comprare cuccioli da gente che spende cinque e incassa cinquecento?”
E tu dagli torto, almeno dal punto di vista economico!
Certo, l’allevamento non dovrebbe essere questione di soldi, ma di passione. Non dovrebbe importarti niente di tutto ciò che riguarda spese, guadagni, lucri o mica lucri, ma dovresti occuparti soltanto di fare il bene della tua razza, di produrre cuccioli sani, tipici e di buon carattere e di affidarli alle persone giuste.
Tutto molto bello, sulla carta.
Ma per far questo non devi neppure sognarti di vivere con questa attività, perché non ce la puoi fare: e lo dico per esperienza personale. A me sarebbe pure piaciuto “vivere di cani”, ma l’allevamento mi è sempre costato immensamente più di quanto non fruttasse: quindi ho continuato a fare la scribacchina, e non solo… pur di poter mantenere i cani come piaceva a me, pur di continuare a testare tutto, a tenere con me anche i nonnetti e così via, ho scritto cose che voi umani… (no, vabbe’: non pensate troppo male. Però otto anni di fotoromanzi e di romanzi rosa me li so’ fatti, e non è che ne vada particolarmente fiera).
Insomma, oggi come oggi può allevare seriamente solo chi non ha problemi economici (ma chi non li ha?), chi è disposto a infischiarsene della concorrenza sleale, chi è tanto santo & martire da accettare di essere considerato “un ladro”, “uno che lucra sulla pelle dei cuccioli”, “uno che vende delle vite” e così via, mentre la stragrande maggioranza della gente considera davvero “serio” – e magari anche “buono”, stavolta in senso etico – chi accoppia ad capocchiam Fufi e Bubi, senza uno straccio di indagine sanitaria e infischiandosene pure di tipicità e carattere, ma poi i cuccioli li vende magari a due o trecento euro, parlando di “un semplice rimborso spese” (ma quali spese, se non ha speso un centesimo?!?).
C’è da stupirsi se gli allevatori seri si avviano a diventare una specie in via di estinzione?
Probabilmente no.

canivendoli4Si potrebbe fare qualcosa per evitarlo?
Probabilmente sì, ma ancora una volta dovrebbero essere l’ENCI e i Club di razza a fare qualcosa di concreto:  per esempio obbligando a testare i propri soggetti per le patologie più diffuse in una razza (ma non soltanto “per il campionato”: proprio per la serie “se non ci sono i test, non ti diamo neppure i pedigree”).
Per esempio accordandosi con le Università per avviare ricerche serie sulle patologie più invalidanti e tragiche, così da capire quale sia la reale incidenza su ogni razza, e ancora una volta obbligando gli allevatori a fornire i dati dei propri soggetti.
Non dimentichiamo che l’ENCI ha come scopo statutario la tutela e il miglioramento delle razze canine: visto che le malattie genetiche sono in aumento; visto che perfino il cosiddetto “maltrattamento genetico”, ovvero la trasformazione di cani un tempo dinamici e atletici in orrende caricature piene di malattie, è in aumento; visto che gli allevatori seri vanno sparendo e proliferano i canivendoli… sembra proprio che questo scopo sia stato disatteso. Certo, c’è il famoso “codice etico”: ma a chi non lo rispetta non viene data neppure una tiratina d’orecchi.
E allora, a cosa serve?
Sarebbe ora di cambiare radicalmente registro, se si vuole che la cinofilia seria torni ad avere un minimo di credibilità… ma c’è un “ma” grosso come una casa: l’ENCI è fatto da allevatori. I Club di razza sono fatti da allevatori. Tutti con i problemi visti sopra.
Sembra (e mai come in questo caso il modo di dire è azzeccato) il classico cane che si morde la coda.
E non c’è neanche da sperare che sia il Ministero ad intervenire, visto che la politica, come balza agli occhi di tutti, è la prima ad interessarsi più ai soldi che al benessere, anche quando si parla di esseri umani. E figuriamoci quanto si potrà mai preoccupare dei cani.

canivendoli5Cosa rimane?
Forse la posizione animalista? “Non compriamo più cani, svuotiamo i canili, abbasso le razze” e così via?
Ah, certo… se vogliamo buttare nel cesso quindicimila anni di storia, la strada è questa.
Poi i canili non si svuoteranno mai, un po’ perché le Sciuremarie continueranno a far accoppiare cani a casaccio e un po’ perché il lucro sul randagismo è mille volte superiore a quello che interessa l’allevamento… però si potrebbe sempre provare, facendo così felici anche tutti i cinofilosofi per i quali i cani “sono tutti uguali” (peccato che poi la gente voglia i cani diversi, e scleri se non li trova adeguati alle proprie necessità: solo ieri ho saputo di una signora che si è presentata su un campo di addestramento chiedendo che le addestrassero alla difesa personale un cagnolino sui sei-sette chili che aveva come massima aspirazione nella vita quella di baciare tutti).
Bah. Sto scrivendo da due ore, e non trovo uno straccio di soluzione che sia una.
Forse l’unica, vera, possibile soluzione sarebbe quella di partire dal basso: ovvero di creare una richiesta sommamente esigente, che costringerebbe gli allevatori ad adeguare l’offerta.
Non hai fatto i test per le malattie X ed Y? Spiacente, non compro il cucciolo.
Non hai portato i cani in expo, non hanno alcun brevetto di lavoro (se la razza lo richiede), non sai neppure se i tuoi riproduttori sono equilibrati o meno? Ciao, vado altrove.
Anche questa è probabilmente un’utopia: anche perché un’offerta di qualità avrebbe comunque un prezzo elevato, e ci sarà sempre chi preferirà il cane “da tanto al mucchio”. Ma sarebbe già una gran cosa che questa fosse una scelta consapevole: che si capisse la differenza tra un cucciolo che costa X e uno che costa Y.
Perché è pure normale che ci siano offerte differenziate: ci sono in qualsiasi campo! Se uno ha bisogno di una macchina può comprarsi una Ferrari, una Cinquecento o una ciofeca dallo sfasciacarrozze: dipende da ciò che vuole e da ciò che si può permettere. Io mi sono appena comprata una ciofeca, per esempio: ma ne sono perfettamente consapevole, e non mi illudo che possa essere una Ferrari.
Sarebbe già tanto, tantissimo, che per i cani succedesse la stessa cosa: che prezzo e qualità fossero proporzionali e che la gente lo sapesse e fosse libera di scegliere.
Invece no: in campo cinofilo andiamo dal vero e proprio truffatore, che vende a mille-millecinquecento euro un cane dell’Est (senza pedigree o con pedigree fasullo, senza alcuna garanzia sanitaria, spesso senza neppure una vaccinazione…), al Sciurmario che vende a cinquecento euro il figlio di Fufi e Bubi, all’allevatore che magari è costretto a svendere i propri cuccioli di qualità perché non riesce a reggere la concorrenza dei cagnari.
E’ un macello, è il caos totale. Nessuno è messo in grado di capire cosa sta effettivamente comprando e quali sono le motivazioni che stanno dietro al prezzo X o Y.
E nessuno parta, per favore, con le solite boutade sul fatto che “il cane no è una macchina”, che “un amico non si compra” eccetera eccetera. Chi ha queste idee in testa può andare tranquillamente in canile e prendersi il cane che preferisce, fine. Fa un’opera buona e meritevole, tanto di cappello. Però non può e non deve pretendere che tutti abbiano la sua stessa visione del cane.
Io, per esempio, ho una visione dell’allevamento inteso come qualcosa che può migliorare la vita di cani e proprietari, perché l’allevatore lavora per garantire innanzitutto la salute dei suoi soggetti, e poi per creare binomi cane-umano capaci di vivere felici insieme, e anche – perché no? – per produrre cuccioli capaci di suscitare ammirazione e meraviglia per la loro bellezza (e se mi dite che la bellezza non conta niente, allora dovrete anche sostenere fermamente che Leonardo, Michelangelo, Raffaello & C. sono stati degli imbecilli che hanno sprecato le loro vite).
Per me il rispetto e l’amore per il cane significano soprattutto questo: mettere al mondo animali sani, belli e felici.
Scoprire che questa visione va scomparendo non può farmi pensare che sia sbagliata: mi fa solo pensare che molte persona ch ce l’avevano siano state obbligate, per vari motivi, a cambiarla.
Ma forse soltanto una maggiore consapevolezza nelle scelte e negli acquisti potranno riportare la cinofilia ai tempi in cui era davvero una scienza tesa a migliorare e tutelare le razze.
E questa consapevolezza spetta a voi, aspiranti proprietari di un cucciolo.
Non diamo troppe colpe a chi, per carità, ne ha in abbondanza… ma non è il solo ad averne.
Allevatori, ENCI, cagnari e canivendoli, seguono tutti, semplicemente, il mercato: cambiate la domanda e cambierà inevitabilmente l’offerta.

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172 Commenti

  1. Quando andai a ritirare il cane in un riconosciuto e certificato allevamento, l’allevatore quasi mi intimò di fargli avere notizie del cucciolo. Lo rassicurai ma lui con fare sconsolato mi disse che non aveva saputo più niente delle cucciolate precedenti nonostante gli acquirenti glielo avessero promesso. Mi stupii di tale comportamento ma ribadii la mia sincerità ed inoltre che la cosa mi avrebbe fatto oltremodo piacere poiché non ho amicizie in campo cinofilo e il poter mantenere contatti mi avrebbe appagata ulteriormente. Già dal secondo giorno in compagnia del cane, inviavo foto e brevi commenti del suo ottimo inserimento. Non ricevevo risposta. Pensai di aver sbagliato indirizzo e-mail ma non era così. Utilizzai allora l’opzione di attivazione notifica cioè: conferma recapito + conferma lettura. Ricevevo in tempo reale solo conferma recapito. Lo chiamai tel. per sapere se riceveva le mie e-mail e lui farfugliando mi rispose di si ma che non faceva caso alla richiesta di lettura. Sono una schiappa con i computer ma per aprire e leggere una e-mail in ricezione è comunque necessario inserire il flag su “SI conferma lettura” oppure “NO conferma lettura”. Quale fatica mentale poteva procurargli tale accortezza? Non pretendevo che mi rispondesse con un poema ma una conferma di ricezione sarebbe stato sufficiente. Perseverai comunque ad inviare notizie, episodi di vita quotidiana ed altro, corredate da foto del cane in crescita, ecc.; continuai a non ricevere “segni di vita”. Cessai i contatti; forse anche coloro che mi avevano preceduta lo fecero per i medesimi motivi?

  2. Ho letto attentamente l’articolo. E adesso che cosa faccio? Voglio comperare un cucciolo adatto a una famiglia con tre bambini dai sei ai nove anni, voglio accudirlo nel modo più consono alla sua razza e alla sua indole, sono disposta a investire energie e, ahimè. denaro per farlo addestrare, perché voglio che figli e cane stiano bene insieme senza maltrattarsi a vicenda, ma non so più di chi fidarmi. Potresti scrivere un decalogo (se l’hai già scritto indicami come recuperarlo) delle domande e delle richieste che devo fare a un allevatore per evitare che mi venda un cane non vaccinato, portatore di tare o proveniente da allevamenti non autorizzati? Grazie per l’attenzione e complimenti per la chiarezza e l’energia che caratterizzano i tuoi articoli.

    • Se la razza del cane che hai scelto è diffusa, ti consiglio di iscriverti ad un forum di appassionati di quella razza e chiedere consigli.
      Spesso ti sanno segnalare il cagnaro, magari con messaggio privato, per evitare denunce.
      Una mia amica aveva trovato un allevamento specializzato, che sembrava valido, socio del club che sostiene quella razza, pedigree, vaccinazioni ecc…, poi chiedendo nel forum l’hanno avvertita di starne alla larga e l’hanno dirottata verso un’altro che era tra i top five d’Italia, lo ha pagato un po’ di più ma è contentissima!

    • Se posso darti un consiglio, rompi le scatole! Fai un elenco degli allevatori della razza che vuoi e telefona uno per uno. Fai mille domande, informati delle eventuali malattie tipiche della razza e fai domande sui test che sono stati effettuati su ENTRAMBI i genitori, da dove viene il padre se non è in allevamento, se fanno attività anche se non sono obbligatorie prove di lavoro, risultati in expo e tutto quello che ti viene in mente. Se le risposte che ricevi sono evasive o minimizzate riattacca. Un allevatore serio che tiene ai suoi cani sarà felice di parlarti di loro e di trovare qualcuno disposto ad ascoltare. L’allevatrice dove ha prenotato la mia cucciola, la prima volta, mi ha tenuto 2 ore al telefono a parlarmi delle sue cagne (ha 4 femmine) e mi ha inviato subito le copie dei certificati dei genitori ( test medici, ma anche prove su pecore che la madre ha superato con successo a soli 10 mesi) e mi ha invitata a pranzo per vedere i cuccioli.

    • Mi permetto anch’io di consigliare perché ci sono cascata come un’inesperta dopo quasi 20 anni che gravito intorno al mondo dei cani (mai dentro completamente) e credevo di saper valutare le persone.
      Faccio breve la storia: devo “sistemare” una cucciolona di 1 anno e mi viene consigliato un allevamento di “veri appassionati”. Porto la cagna, credo di aver preso accordi e mi fido della parola (mai fidarsi della parola della gente! Es: se vuoi garanzie sui test fatti sui genitori, chiedi di avere copie dei certificati e dei pedigree e falli valutare da un veterinario capace, tenendo presente che in realtà, se vogliono, fanno vedere certificati di altri cani, dato che difficilmente uno va da loro con l’arnese per leggere il microchip e vedere che il cane sia effettivamente quello..)
      Insomma, in 2 anni la povera bestia è alla quarta cucciolata. Di un’altra loro fattrice, so che hanno venduto un cucciolo con displasia del gomito e non hanno dato la minima assistenza (morale intendo) ai giovani acquirenti, anzi, hanno detto che non si fanno radiografie a un cucciolo (la displasia del gomito, se c’è, prima si sistema, meglio è. Intorno ai 4 mesi). E sono riconosciuti ENCI e vendono sui 1.500,00 €uro…
      Insomma, bisogna aver coscienza e conoscenza, sì, ma anche fortuna…
      Se dalle tue parti il gruppo cinofilo è “fatto” di persone serie e competenti, loro potrebbero essere i primi a saper consigliare, dato che, almeno in teoria, vanno a controllare le cucciolate (loro si, controllano il microchip, almeno della madre!) e sanno se i cuccioli sono tenuti bene…

        • Per quelle ufficiali sì! Per certe razze anche 15 o 18 mesi. Sono quelle che verranno spedite, insieme al pedigree, a dei centri di lettura riconosciuti che rilasceranno e registreranno i risultati. Ma se ci sono sospetti prima (zoppie, difficoltà ad alzarsi, lamenti, ecc) si fanno radiografie. Anzi, tanti allevatori, se hanno cuccioli sui quali vogliono “puntare” spendendo in esposizioni e addestramenti vari, fanno comunque le cosiddette “preventive” verso i 6 mesi, dalle quali possono avere un’idea di quale sarà il grado di displasia del cane adulto (salvo incidenti).. Verso i 6 mesi i cani hanno praticamente finito di cambiare i denti, per cui si vede come sarà la “chiusura” e si possono fare queste, appunto, preventive dato che per la maggior parte delle razze sono le due cose più importanti (la chiusura dei denti e l’esito delle displasie).
          Invece, non sono un’esperta, ma informandomi proprio sulla questione di questo cucciolo con problemi al gomito, ho letto una pubblicazione di Asnaghi (uno dei medici abilitati a firmare i risultati ufficiali) che per i problemi al gomito, l’età migliore per intervenire è proprio sui 4 mesi. E’ ovvio che gli allevatori dicano che non si fanno lastre prima di un anno del cane. Dopo un anno NESSUNO darà più via il cane di casa. Dopo 2 mesi invece qualcuno potrebbe anche farlo (anche se non credo molti…).

  3. @Avevo lasciato ieri una risposta per Monica ma non la trovo più, forse ho fatto qualche manovra di invio errata. Ci riprovo@

    Monica credo che gli allevatori e i lestofanti in genere si approfittano e giocano proprio sulla sensibilità delle persone poiché sanno che chi ama veramente gli animali difficilmente ripudierà quel cane risultato poi “difettato” e che a maggior ragione necessita di cure e protezione soprattutto dopo averci stabilito un rapporto affettivo.

    Ma per esperienza personale, occhio anche alle adozioni, chi le propone forse non mente ma non sempre dice tutta la verità……

  4. Mi scuso nel riprendere questo articolo ma volevo aggiungere dell’altro:

    Avrei desiderato un cane ma allo status quo mi sentirei come di intraprendere un’impresa più grande di me, come il percorrere un campo minato.
    A volte chi si accinge ad acquistare un cane vede nell’allevatore colui che sarà in grado di esaudire il desiderio. Ma con il senno del poi mi sento di dire che alcuni di questi individui ci assaporano già come proprie prede…..
    Ripensando al passato mi rendo conto di aver commesso degli errori se pur in buona fede e nel massimo rispetto verso gli altri. A volte per delicatezza, per timore di offendere, per educazione, etc. si evitano di richiedere assicurazioni su cose che dovrebbero essere scontate o addirittura non si pensano affatto poiché si possiede un’etica e automaticamente la attribuiamo anche a chi abbiamo di fronte. Faccio esempi limiti ovviamente per meglio esprimermi:
    Se prenoto una camera in un Hotel medio (non una bettola) non domanderei se nel prezzo sono comprese le lenzuola pulite; se in pizzeria mi portano una capricciosa fumante non chiederei se è stata appena sfornata o riscaldata del giorno prima. Semplicemente mi fidavo.Ora non più.

    • rita, ti quoto al 100%
      Io per mesi ho messo via soldi per comprarmi la razza di cane che sognavo sin da piccola, con il quale fare attività… ma purtroppo il mio cane di attività non ne può fare, in quanto è affetto da dispalsia alle anche, ora grado D, senza contare gl altri problemi di salute che ha avuto!! purtroppo non mi posso permettere di operarlo e vado avanti a dargli cosequin, ormai da anni.
      Premetto che il cane l’ho preso in allevamento, riconosciuto ENCI!!! Quando ai tempi informai l’allevatore, l’unica cosa che mi propose era quella di “riprendersi” il cane, perchè loro dicevano di essere seri e responsabili!!
      se ora mi chiedessero dove comprerei un cane.. la mia risposta serebbe “MAI in un allevamento!!!” perchè se dopo mesi e mesi di ricerche e quant’altro questo è il risultato, preferisco rivolgermi a un privato o al canile!

  5. Valeria, non sono dubbi inquietanti, semplicemente senza fondi le ricerche non vanno avanti, quella di Berna non ricevendo piu’ sovvenzioni dai club tedeschi ha dovuto quasi fermarsi, procede solo quando avanzano fondi dalle altre ricerche. Non lo dico io, lo dice la stessa ricercatrice. E non e’ che mi faccia piacere, non e’ mai una buona cosa quando le ricerche si fermano ma e’ un dato di fatto.
    Quanto all’arrivare prima, son discorsi veramente tristi, non conta chi arriva prima, non e’ una gara, dovrebbe contare chi arriva a qualche risultato, ma anche in questo caso non dovrebbe essere una gara.

  6. Valeria ha appurato eccome…altrimenti non avrebbe scritto l’altro articolo….. ( altrimenti falle fare una smentita della smentita!)
    L’informazione è stata fatta…e non da chi sputa sentenze e si crede importante per un ruolo che ricopre nel tuo famoso Club1! Brucia sapere che qualcun altro è arrivato tre anni prima!!!!
    E con questo chiudo!

    • Simona le sentenze qui le stai sputando tu. A me non brucia nulla semmai è il contrario. Alla luce di nuove informazioni sarà Valeria a ritenere di smentire non sono certo io che glielo devo imporre.

    • Simona, prima di “chiudere” credo dovresti fornire qualche risposta al commento di Stefano Lovati in calce al secondo articolo, visto che non soltanto ribadisce le difficoltà incontrate in riunione per affrontare il tema… ma solleva nuovi dubbi piuttosto inquietanti sulla ricerca di Berna.

  7. La cosa ridicola è che mai e poi mai si sentirà dire da un allevatore “io allevo per guadagno” perchè tutti lo fanno SOLO per “passione” e la cosa mi fà alquanto ridere…

    Il problema di fondo è che tutti abbiamo un concetto diverso di passione e a mio parere quello degli allevatori non è una passione…
    Se io ho una passione per una determinata cosa, non cerco di cambiarla e invece è quello che fanno gli allevatori..
    Faccio un esempio; il pastore tedesco, che ormai di pastore non ha più nulla perchè lo hanno “cambiato” sia morfologicamente ( ormai l’80% ha un fondo schiena che quasi tocca terra) che caratterialemente… senza contare il fatto che si divise pure in categorie, in categorie?? eh si.. c’è quello da lavoro e quello da bellezza… certo perchè, il sogno nel cassetto di un pastore tedesco, è andare a fare le expo! no ma scusate, il bel vecchio pastore tedesco che fine ha fatto?? e la risposta sarà: eh, è stato migliorato… migliorato? e chi lo decide? tu allevatore? il club? l’enci? i veterinari? peccato che il cane non possa parlare! e questo è solo uno dei tanti cani di razza che ha subito il “tocco umano di cambiamento” .
    Ovviamente nessuno dirà ma che i cambiamenti sono stati fatti per far si che l’essere umano potesse trarre vantaggio dai poveri cani, ma diranno sempre che sono stati fatti per migliorare la razza..
    E anche qui che è un discorso di punti di vista… Sempre a mio parere personale il cane si dovrebbe “migliorare” in modo che lo stesso ne tragga beneficio, questo perchè avendo io la passione per un determinato tipo di razza, voglio il suo benessere… Quindi la domanda che mi sorge spontanea è: ma chi ne trae beneficio con i cani di razza chiamati ” bellezza” ?? il cane o l’allevatore?? Se un cane chiamato pastore tedesco, pastore australiano, pastore belga ecc ecc, sono cani che amano correre, lavorare ecc, perchè io allevatore lo faccio “diventare” un cane da appartamento e da bellezza? questo và a vantaggio del cane? direi di no!!
    Parliamoci chiaro, i cani ormai sono diventati i nostri “schiavi” perchè siamo noi a decidere come farli vivere, crescere, riprodursi ecc ecc. e tutto solo per guadagno!
    Parliamo del pedigree…E io privato, vado da un allevatore che alleva da 30 anni, spendendo fior fiori di soldi (che di sti tempi ce ne sono pure pochi) mi porto a casa un cane, che a 7 mesi scopro avere la dislasia dell’anca (perchè si, tu paghi il cane perchè ha il pedigree, ma sullo stesso non tutti i cani hanno fatto le lastre ufficiali e sfido chiunque a portarmi un pedigree dove invece sono tutti presenti)e quando chiami l’allevatore ti senti dire che tutti i suoi cani sono sani ed esenti e che la tua è stata sfortuna genetica (quando poi scopri che anche i fratelli e le sorelle del tuo, hanno problemi) e a quel punto ovviamente ti domandi: a cosa serve il pedigree? e la risposta è: A NULLA! Quindi anche il pedigree del cane è stato “inventato” solo per dare valore a un cane (senza contare che il valore del cane lo decide l’allevatore), per un guadagno personale!
    Quindi per terminare il mio pensiero, prima di parlare di “passione” andatevi a leggere il significato della parola e cerchiamo di dire le cose come stanno realmente!!!

    • Se l’allevatore l’Enci o il club non hanno le competenze chi le ha ? Forse Tu ? forza dacci la tua ricetta per migliorare tutto cio. c’è anche gente che vuole imparare……ti ascolto.

      • Tino, fino a prova contraria non ho detto di avere quelle che tu chiami “competenze” e poi vorrei che mi dassi una definizione di questa parola… competenze in cosa? per cosa?
        Esempio: Pastore tedesco, cane di razza, perchè lo si deve “cambiare”? chi lo ha deciso? e perchè? dammi tu delle risposte logiche.
        Io non sono allevatore, ma da quanto ho capito, tu si… Io sono solo il privato che vorebbe un pastore tedesco… perchè lo devo avere con il sedere quasi a terra? o perchè è suddiviso in bellezza e lavoro? A mio avviso il pastore tedesco è un pastore tedesco, punto! ultima domanda, ma non meno importante: perchè devo spendere fior fiori di soldi per un cane con il pedigree, quando non ho nemmeno la certezza che il mio cane non sarà portatore di malattie genetiche ereditarie?

        • Hai ragione di pretendere un cane sano, e l’allevatore deve darti le garanzie certificate per la displasia dell’anca dei genitori e se è possibile anche dei collaterali (fratelli dei genitori e nonni) ma questo non è sufficiente a garantirti l’esenzione perchè la displasia dell’anca è multifattoriale.
          se non si ha fiducia negli allevatori in generale(e non nello specifico di uno) e non si vuole spendere dei soldi per un cane, allora è meglio prenderlo in canile che almeno si fa felice un cane.

          • Tino, non è la multifattorialità il problema della displasia: è, semmai, il fatto che i cani displasici vengano ammessi alla riproduzione (vedi cani di grado C, che SONO displasici, anche se “leggermente”). Se la displasia non c’è a livello genetico, non c’è alcun altro “fattore” che possa causarne la manifestazione fenotipica. Che poi sia difficile controllarla geneticamente, che non sia pensabile escludere tutti i portatori perché altrimenti finiremmo “con quattro gatti di cani” eccetera eccetera, è sicuramente verissimo: però non si può dire che sia la multifattorialità a non garantire l’esenzione. I fattori ambientali possono modificare la GRAVITA’ della patologia, ma non possono causarla: a causarla è sempre e solo la genetica.
            Per favore, che almeno gli allevatori non sostengano tesi così scorrette e fuorvianti!

          • Tino…
            1. non hai risposto alle mie domande e già la cosa mi fa pensare, visto che sei un allevatore!!
            2. come scrive la redazione, se non c’è displasia nei parenti, non nasce dal nulla un cane dispalsico!
            3. la fiducia negli allevatori l’ho persa non grazie a uno ma più allevatori che si definivano esperti, appassionati della razza ecc ecc …
            4. mai scritto di non voler spende soldi per un cane, visto che l’ho fatto, quindi la tua frase non ha senso!
            attendo ancora delle risposte logiche alle mie domande..

        • Il pastore tedesco credo sia la razza che più ha fatto storia. Vederlo oggi mi risulta quasi irriconoscibile quantomeno dalle reni in giù. Se la displasia dell’anca ha pesantemento afflitto la razza, i tentativi per eliminare o ridurre tale patologia non sembrano aver dato ottimi risultati. Da profana quale solo direi ad occhio che sembrerebbe più un voler raggirare l’ostacolo e cioè: “se la displasia non se ne va, adattiamoci il cane attorno” rendendolo simile ad un trolley. Rimpiango Rin-Tin-Tin.

  8. Ma basta, cara Cinzia, cosa importa se Simona oltre che socia del club 1 è presidente del Club 2? ahahahah Anche tu sei socia del Club 1 e moglie del presidente del Club 1, ciò non è di nessun interesse per nessuno.
    Quello che a me premeva e preme come proprietaria ed amante della razza era ben altro, ovvero ribadire che l’Hovawart è un cane sano e robusto, ben allevato anche in Italia, una eccellenza della cinofilia, proprio grazie a criteri di selezione che hanno uno standard ben più alto della media della cinofilia italiana. Da noi non si alleva in consanguineità, né inbreeding né line-breeding. Oltre il 3% di consanguineità è già guardato con sospetto. Si accoppiano solo cani con displasia A o B, e un B si accoppia solo con A. La razza è sana anche grazie alla rigorosissima selezione nel paese d’origine e i livelli si sono mantenuti anche qui in Ialia dove è arrivato circa 15 anni fa, come allevamento. Non abbiamo patologie di razza che abbiano una incidenza significativa, da influenzare le strategie riproduttive. Ma poichè alla salute siamo molto attenti, anche fosse un solo cane affetto, ed essendoci una possibilità di operare scelte di accoppiamento coerenti, ogni sforzo va intrapreoso in tal senso. Pertanto un’accusa di “omertà” sulla Mielopatia è ingiusta e non veritiera. Le critiche sono state sulla scelta dei modi, ecc. Approccio scientifico alla questione, che mi pare più che legittimo. Concludo ringraziando Valeria Rossi che ha rettificato il suo articolo!!!! Cinzia lo puoi leggere qui:
    https://www.tipresentoilcane.com/2013/11/21/gli-allevatori-di-hovawart-smentiscono-il-disinteresse-verso-la-md/

    • Ferdinanda sono un’allevatrice io e non ho bisogno che mi spieghi cose che hai letto sull’allevamento. Non ho mai fatto notare, proprio perchè non è di interesse a nessuno (ma mi sembra che invece per qualcuno lo sia)che sono la moglie del Presidente del club. Ma ho tenuto a precisare, visto i tenori dei messaggi, che le cose vanno dette in toto e non a metà per screditare gli altri. Ribadisco, io alla riunione c’ero e so cosa è stato detto e non detto. Non comprendo sinceramente questa aggressione nei miei confronti o come al solito è il problema della volpe e l’uva.
      Avv. Cinzia Biacca, probiviro del club, allevatrice di hovawart ed infine….moglie del Presidente.

  9. Valeria non ha appurato nulla al momento e comunque visto che tu sei la prima a voler proclamare la trasparenza, la verità ecc. ho voluto io mettere in pratica tutto ciò, cosa che tu sei stata ben lungi dal fare. Non ho detto altro che la verità! Certo che non replicherai a questa mia perchè faresti un oltraggio alla tua “intelligenza”.
    Con questo chiudo.

  10. Cinzia mi ritengo troppo intelligente per risponderti e mettermi in un circolo vizioso dal quale non se ne esce….
    Valeria ha appurato le cose…nulla più da dire….

  11. Mah… io dubito fortemente che si possano paragonare le malattie ereditarie e genetiche dell’uomo con quelle dei cani.. anche perchè malattie come la syringomyelia è dovuta da accoppiamento tra consanguinei, cosa che dubito un essere umano farebbe… come dubito che una persona con un figlio affetto da una patologia grave (come la dispalsia dell’anca nel cane) si metta a programmare una gravidanza per il figlio.. parlo di figli perchè per me i miei cani è come se lo fossero.. alla fine siamo noi che decidiamo con chi e quando farli accoppiare in base a delle regole dettate non si sà bene dai chi…l’enci permette gli accoppiamenti fino a un grado C di displasia, cosa per me assurda… metti 2 c insieme e il danno è fatto! Quindi io sono del parere che la maggior parte dei cani dispalsici o con patologie ereditarie e gentiche sia dovuto da accoppiamenti sbagliati. Sul fatto di rendere obbligatori i test ti appoggio al 100%

  12. mah.. una domanda… invece di fare discussiosi infinite e sterili, perchè non ci chiediamo da dove vengono tutte queste malattie eraditarie genetetiche e non, nei cani di razza?? ci sono tantissime razze con problemi… labrador, golden: dispalsia dell’anca molto ma molto frequente, cavalier king: syringomyelia e questi sono alcuni dei tanti… tutte patologie dovute da accoppiamenti sbagliati… Forse è questo il problema principale! Dove l’uomo mette lo zampino rovina tutto… Quindi è inutile girarci intorno!

    • No, Edoardo, non è così semplice: le malattie ereditarie e non vengono dal fatto che i cani sono esseri viventi, e come tali vanno soggetti ad ammalarsi. Tu pensa a quante malattie, ereditarie e non, colpiscono ancora l’uomo… sul quale evidentemente si fanno molte più ricerche e studi, e ti renderai conto facilmente che la scienza ha ancora dei grossi limiti (non so quanto “voluti”… ma questo è un discorso che ci porterebbe moooolto lontano, forse troppo) e che non basta dire “acoppiamenti sbagliati” o “intervento dell’uomo”. La verità è che la genetica è una cosa complessa, ancora in gran parte sconosciuta, e che è ancora MOLTO lungo il cammino da percorrere prima di sconfiggere le malattie (anche solo quelle ereditarie) di cani e umani. Ciò non toglie che almeno alcune di esse siano state identificate e codificate e possano essere tenute sotto controllo…e ALMENO in questi casi, i test che consentono accoppiamenti programmati e sicuri dovrebbero essere resi obbligatori.

        • Voglio dire che diverse tesi (assai complottistiche, per carità…e normalmente non sono una persona che va dietro a qualsiasi tesi complottistica) sostengono che per alcune patologie esisterebbero già cure definitive, ma che non conviene rivelarle perchè i farmaci “di mantenimento” sono una fonte di guadagno mostruosa per le lobby farmaceutiche.
          Purtroppo esempi molto simili ce ne sono già stati in altri settori (e in generale, non è strano che ogni nuova rivoluzionaria scoperta, in qualsiasi campo, “esploda” contemporaneamente in diverse parti del mondo? Non fa supporre che fosse già lì bella pronta, ma che si aspettasse il momento più remunerativo per tirarla fuori?), quindi non mi stupirei affatto se si facessero giochetti del genere anche sulla salute umana. Spero di no…ma, appunto, “spero”. La mano sul fuoco non ce la metto di sicuro.

  13. Ultima mia replica =D, Cara Valeria, lei scrive:

    “Mi pare di aver scritto in italiano comprensibile: NESSUNO ha detto che non farà i test, ma qualcuno (“alcuni”, secondo la mia fonte) hanno detto che NON SE NE DEVE PARLARE! Ovvero, i test magari si fanno, ma di nascosto, senza informare il grande pubblico della possibilità che questa patologia colpisca l’howy.
    E’ QUESTO il punto su cui volevo porre l’accento: la disinformazione, o la mancanza di informazione, per paura che “la gente parli”. Ed è sempre QUESTO che ritengo profondamente scorretto nei confronti della cinofilia.”

    Ecco io mi sento profondamente offesa che questa “illazione” venga attribuita a me o altri…, se invece si riferisse a una discussione tra “vertici” del Club in una ristretta e segreta riunione, di cui nulla so, allora sono mortalmente spaventata…(e andrebbe chiarito)!!!
    Cordialmente

    • Simona devi anche precisare però che tu sei sì socia del club 1 ma sei anche il presidente del club 2 ed altri che hanno “parlato” hanno un ruolo in quest’ultimo!
      Inoltre ti chiedo come fai ad essere sicura di ciò che è stato detto dagli allevatori durante la riunione visto che te ne sei dovuta andare (giustificatamente) poco dopo l’inizio??
      Non amo le discussioni sterili tanto meno le verità dette a metà!
      Cinzia

  14. Scusa Valeria l’ilarità…ma in varie occasioni abbiamo invitato le persone a far fare i prelievi di sangue ai loro cani specificando il perchè…cosa pensi che ne abbiamo fatto del sangue???? lo abbiamo bevuto nelle notti di luna piena?!?!?!?!
    No…abbiamo fatto informazione!

    • Storicamente ho parlato e informato, nel mio modesto sito, di Mielopatia e altre patologie http://www.hovawartista.it/index.php?option=com_content&task=view&id=34&Itemid=71, né ho scritto sul giornalino di Club, ho promosso un sito tedesco dove si raccoglievano fondi per la ricerca sulla Mielopatia comprando (costosissimi) peluches Hovawart.
      Per l’Adenite sebacea, dopo aver pubblicato un articolo veterinario su tre cani Hovawart italiani, padre e due figli (forse 3) affetti da tale patologia… ricevetti una furiosa reprimenda.
      Mi fu imposto di togliere il post… guarda caso, accusandomi di fare inutile allarmismo, ciò da parte di degnissimi rappresentanti del Club di razza (quello ufficiale per intenderci) di cui faccio parte da 12 anni, ricoprendo nel tempo il ruole di redattrice per 4 o 5 lunghi anni e responsabile allevameto per 3 anni, quindi proprio inattendibile non credo di essere. Le cose nel tempo evolvono e ho accantonato quell’episodio, ma non ho dimenticato chi ne fu l’artefice.
      Ora cara signora Valeria, che leggo sempre con attenzione e interesse, ritengo che la vaghezza della considerazione su “alcuni (anonimi) allevatori” sia altamente fraintendibile in quanto tutti facciamo parte del Club di razza ufficiale e alcuni anche dell’associazione non riconoscita, tutta la sua argomentazione proietta una “ombra sinistra” su tutti indistintamente questi 4 gatti (ops cani ) che siamo. Non amo le congetture, ma credo di aver individuato sia chi Lei ritiene suo affidabile referente e allo stesso modo intuisco chi possa essere il destinatario della critica. Tutto ciò, per concludere che è un vero peccato, poichè al di la delle divisioni, che ancora ci sono su alcuni temi (non la salute) e ci sono state in passato, una cosa è certa e non lo penso solo io,… “Avete tra le mani le sorti una razza che è un gioiello della cinofilia” (Denis Ferretti) e questo anche grazie al buon lavoro che tutti gli allevatori italiani, oltre che quelli tedeschi, hanno fatto. Dare confusamente dei cagnari (o cmq fare di tutta l’erba un fascio) lo trovo oltre modo inopportuno e ingiusto.

  15. Basta che vai sul sito http://www.hovawartitalia.it e trovi tutto ciò che è stata la comunicazione del luglio 2012- trovi tutte le manifestazioni che abbiamo fatto con prelievo del sangue ( dal 2010) e tutti gli eventi nei quali gratuitamente facevamo il prelievo e la spedizione.
    Chiedi a tutti i clienti degli allevamenti sopra citati … quando abbiamo consegnato i cuccioli abbiamo allegato il modulo per il prelievo del sangue da inviare a Berna
    Chiedi ai clienti che hanno avuto anche problemi di adenite sebacea..la prima cosa che abbiamo fatto è stato far inviare i campioni di sangue a Berna e far controllare anche per tutto il resto!!!!!
    Vai sul mio sito e trovi il progetto eurolupa in varie news anche degli anni passati- sulle pagine dei miei cani testati trovi anche i responsi ( anche di cani morti tre anni fa!!!!)
    L’AIAH ha dato gratuitamente da anni la possibilità di un aiuto per tutti questi problemi investendo tempo e denaro….
    Noi diciamo le verità non scopiamo sotto il tappeto nulla e le cose sono palesemente in vista a tutti e tutti lo sapevano…e sono anni che lo diciamo…adesso aspettiamo la smentita!
    Se hai bisogno dei link alle pagine dei siti basta dirlo….

  16. Cara valeria . La prima cosa è il rispetto delle regole il resto sono solo pettegolezzi fatti da chi crede di sapere tutto e non sa nulla. E’ naturale che ci sia chi si comporta male ma non tutto della cinofilia è da buttare forse i pettegolezzi bisognerebbe lasciarli al bar.
    Rammento che gli esami per la tutela della saluta di una razza sono sempre proposti dai club (guarda caso composti anche da allevatori) ricercatori spesso cinofili ed allevatori, raramente da privati o giornalai.

    • Caro Tino

      Siamo passate dalle minacce di denunce e querele alle amichevoli chiacchiere di salotto ? O come é, all’improvviso ti sono sbolliti i bollenti spiriti ? Chi é il serio qui fra noi, a discutere sui fatti concreti e non sui massimi sistemi (pelosi, visto l’argomento ) ?

  17. Sarebbe utile, non per tutti ma per altri si (me compresa), che l’ENCI provvedesse a pubblicare oltre che l’attuale patinato mensile “I nostri Cani” un pur misero supplemento (anche periodico e con carta non trattata; non sia mai che debba sforare nei costi) da intitolare “Oltre le luci della ribalta”….

  18. Visto che l’ENCI è fatta dagli allevatori stessi e quindi non imporrà mai niente, visto che molto deriva dalla consapevolezza degli aspiranti proprietari, qualcuno bene informato può, per favore scrivere un libro dove siano riportate le principali malattie genetiche o con componente genetica per ogni razza canina e nel quale siano fornite informazioni relative ai test per diagnosticarle o diagnosticarne l’incidenza nei riproduttori? Almeno l’aspirante proprietario saprebbe quali test chiedere all’allevatore. Lo dico perché ogni volta che ho cercato informazioni su una razza ho trovato sempre e solo… l’elenco delle doti! Trovare una ricerca sistematica sulle malattie che possono affliggere una particolare razza è piuttosto difficile, anche parlando con gli addetti ai lavori, figuriamoci per una sciuramaria al primo cane. Servirebbe un libro scritto da studiosi indipendenti dal mondo dell’allevamento: dai veterinari per esempio (quelli seri, non quelli che prendono bustarelle dagli allevatori per scopare sotto il tappeto eventuali problemi), ma ora che ci penso… Valeria potresti scriverlo anche tu, in collaborazione con veterinari che si occupano di queste questioni. Perché no? Non sarebbe certo una soluzione ma magari un primo passo.
    Un’altra cosa che mi viene in mente è la creazione di comitati di proprietari (si potrebbe partire da tutti quelli che hanno subito una “frgatura” relativa alla salute o al benessere psicofisico del cane) che organizzassero raccolte di firme per chiedere all’ENCI l’imposizione di alcune regole. Almeno per i campioni di bellezza si dovrebbero appurare le condizioni di salute, che in expo non sono mai richieste. Si guarda se un cane è apatico, se si muove bene, se ha “Un pelo della madonna”, ma chi controlla se ha una cardiopatia asintomatica (o non sintomatica nel quarto d’ora di expo)? Nessuno, ecco appunto. In questo modo si favoriscono le ideologie estreme di coloro che vorrebbero aboolire le razze e buttare a mare tutta la cinofilia. Proprio l’altro giorno cercavo di confutare le opinioni di una mia conoscente che sostiene che il pedigree sia causa soltanto di fregature riguardanti la salute. Ebbene…. io ho una cagna presa in canile e uno preso in allevamento. Qual è quello, bellissimo, ma con un problema di salute? Quello preso in allevamento. Certo è un caso singolo, ma quanti ne conosco di questi casi singoli! No, non concordo con la mia amica, ma la salute andrebbe davvero migliorata, e sinceramente se i giudici pensassero più a quella che a cercare il pelo nell’uovo su microdifetti estetici i cani starebbero meglio. Non dico “W i cani brutti”, ma nemmeno concordo con l’anteporre l’estetica alla salute. I giudici invece… sulla salute, anche volessero, non possono saper nulla!

  19. Quello che però Valeria non ho ben capito…allora la mielopatia l’abbiamo noi dell’Hovawart o no????
    Cosa dobbiamo ancora leggere? la carta del burro???? Certo che c’è…Io ne ho una in casa malata di mielopatia…..allora mi hanno raccontato cavolate finora o me la sono inventata io per farmi bella…. cosa vuole dire “dove ci sono stati alcuni casi sospetti”…che sospetti ci sono ….è mielopatia…
    Cosa vuol dire che uno dice che non ci sono casi, un’altro allevatore fa un casino che metà basta perchè nel suo allevamento ha un cane con la mielopatia e due figli suoi che l’hanno , io ne ho una in casa da due anni…. a chi credi?????
    Non nascondiamoci dietro un dito….è successo sto casino…nessuno sa come uscirne e allora si fanno scrivere fandonie su un portale stra letto!
    Si cerca di far vedere che si fa qualcosa quando si è già stati avvisati nel 2012 che c’erano dei sospetti…quegli allevamenti sopra citati avevano iniziato da due anni prima del 2012 a controllare i cani ….questo però nel tuo articolo non si dice! Non si dice che gli allevamenti sopra citati ( e puoi mettere nomi e cognomi perchè nessuno di noi ha problemi) hanno testato una marea di cani aiutando la ricerca presso l’Università di Berna ….si dice solo cosa “fa” anzi ” vorrebbe fare” qualcuno adesso….ma l’unica cosa che ne esce che ” alcuni” allevatori non vogliono testare i cani….allora facciamo nomi e cognomi di chi ne ha testati da più tempo e ha creduto nella ricerca da più tempo….almeno non hai problemi di privacy..
    Perchè non scrivi un articolo di questo genere invece di mettere il sospetto su questi presunti ” qualcuno”?
    Questa è buona cinofilia! Puoi stimare chi vuoi ma la verità te la hanno scritta ben 4 allevatori… e un altro allevatore ha scritto esattamente il contrario quando è stato smentito dalla realtà- la mielopatia esiste in Italia e io ne sono la prova e il club lo sapeva .
    Spero che per i prossimi articoli , qualsiasi razza o argomento sia, tu abbia più tempo per informarti….
    SImona

    • Simona, ma fai apposta a non leggere, oppure vuoi proprio negare l’evidenza?
      NON HO MAI DETTO che “alcuni allevatori non vogliono testare i cani”! Cazzarola, ho già cercato di spiegarlo una dozzina di volte, e ancora mi salti fuori con questa frase?!?
      Ho scritto che alcuni allevatori erano contrari a PARLARE PUBBLICAMENTE del problema nell’hovawart. Allora, per favore, rispondi a questa domanda: tutti questi “testatori” hanno fatto informazione? Hanno detto pubblicamente, sui loro siti o in altre sedi, che la malattia interessava (anche) la razza hovawart? Gli acquirenti di cuccioli sono stati tutti informati dell’esistenza e dell’incidenza di questa patologia nella vostra razza?
      Se sì, allora mi hanno raccontato balle: fammi vedere cosa avete fatto per portare il problema all’attenzione del grande pubblico e scriverò una smentita grossa come una casa.
      Se no… allora è vero che avete tenuto la cosa nascosta (o cercato di tenerla), e la mia critica resta valida.
      Il fatto di fare o non fare i test NON C’ENTRA NIENTE!
      Qui si parla di informazione: l’avete fatta o no?
      Se sì, immagino che sarà facilmente dimostrabile. Se no, ho ragione io quando ritengo che il problema sia stato “scopato sotto il tappeto”.
      Adesso sono riuscita a spiegarmi?

  20. In tutte le Nazioni c’è chi trasgredisce la legge ma non per questo tutti devono essere delinquenti, e i giornalisti li chiamano per nome e dicono quale crimine ha commesso e se e come la legge lo ha definito colpevole.
    troppo spesso nel web si fa il tiro al piccione nascondendo poi la mano tanto nessuno dice niente anzi . Quindi per correttezza meglio dire chi non si attiene ai regolamenti,e demandarlo alle autorità competenti; il resto si può fare e dire, discutere ecc guardandosi in faccia in un luogo privato in modo da non creare confusione tanto più che non si hanno i requisiti per giudicare.

    • Caro Tino
      Questa è la scusa tipica di chi si crede furbo, e furbo non è: dimostralo in tribunale !
      Io, a parte tutto, in tribunale posso pure dimostrarlo. Ma chi paga ? Io, l’Enci succhiasoldi, o tu ? E per cosa, poi .Non lo faccio perché al mio cane voglio un gran bene lo stesso: é sano per ora, allegro, e rompipal.le come deve essere. Di portarlo alle Expo Enci non me ne puó fregar di meno.
      Ma un cagnivendolo (mi approprio del felice termine coniato da Valeria) moralmente resta tale. In divisa o senza. Ed uno che succhia dall’Enci quel che può, mi fa solo pena.

  21. Buon giorno a tutti, mi hanno appena informato di questa discussione e dell’articolo in oggetto.
    Premettendo che chiunque è libero di esprimere la propria opinione faccio però notare che per dare delle sentenze o giudizi bisogna avene le competenze e soprattutto documentare nomi e fatti, altrimenti sono solo illazioni e come tali passibili di denunce.
    l’ENCI fino a prova contraria tutela i cani di razza pura ed è l’unico ente ufficiale, se qualcuno pensa di essere più bravo, di avere idee migliori o essere depositario della verità può benissimo portare le proprie tesi nei luoghi preposti e non urlarli come verdetti.
    Siamo pieni di persone che sputano sentenze che si alzano al mattino inventandosi qualcosa di nuovo tanto per mettersi in evidenza, ma farlo insinuando le cose che ho letto in questo articolo è veramente infamante e meritevole di querela.
    Quindi chiedo a chi ha scritto l’articolo di fare i nomi e i cognomi con le prove di quello che dice assumendosi le proprie responsabilità, oppure chiedere scusa e ritrattare .

    • Caro Tino

      Come ho scritto: io ho un pedigree firmato Enci, con una data di nascita Y del cucciolo. Immagino ci sia anche una data di monta etc .. Papà e mammà figurano Tizio e Caia. Il mio cucciolo è stato visitato da un veterinario in data Y-2 (aggiungo, aveva circa due mesi): due giorni prima che secondo l’Enci nascesse. L’allevatore è riconosciuto Enci. Il giudice all’ultimo concorso nazionale ha premiato come campione italiano il padre, la madre pur iscritta non si è presentata, il mio ha avuto la qualifica “buono”. Di DNA manco a parlarne … Vogliamo fare l’esame ? Io non posso. L’Enci si
      Mi vuoi querelare ?
      Qua sono. Ti aspetto, con tutte le carte.

      • Scusa ma non ho capito,
        La discordanza delle date e’ tra il pedigree (rilasciato da enci) e il libretto sanitario (rilasciato dal vet riconosciuto enci)?

        Sono un po’ lenta, abbi pazienza….

        • Riconosciuto Enci ? Un veterinario ? E perché ? Ha superato un esame di Stato, esercita un ruolo pubblico (tipo mettere il microchip ..) . Che cas.po c’entra l’Enci ?

          • Scusa sono sempre la lenta di comprendonio….
            Ma se hai un pedigree con una data di nascita evidentemente sbagliata, perche’ non hai chiesto una verifica?
            All’ allevatore in primis E all’ enci dopo… Magari e’ stato solo un errore di digitazione…

          • Cioè, traduco il rivoltamento di frittata. Io compro un cane di razza, garantito col pedigree e sano da un allevatore Enci. Ricevo un cane che di razza è solo su carta, visto che manco la data del pedigree corrisponde (e che arriva come sai tre o cinque mesi dopo se va bene). Figuriamoci il resto. Controprova: lo porto ad un concorso, il giudice Enci mi conferma che di razza ne ha poca, di salute chissà. L’allevatore Enci si eclissa. E sarei io a contestare qualcosa all’Enci ? Ma per chi mi hai reso, per uno con l’anello al naso ? Ma che vadano dove dico io, loro e le loro carte finte bollate …

          • No, @Anacleto Merlino, hai sbagliato, dovevi assolutamente denunciare la cosa. Se non siamo noi a PRETENDERE che le regole vengano rispettate non vedo come possiamo lamentarci che le cose non vanno. Dovevi denunciare anche (ma non solo) per evitare che questo personaggio truffasse altre persone. Comportandoti così sei stato in qualche modo complice.

    • Illazioni? Sentenze? Verdetti? Denunce?
      Ma per favore, non cadiamo nel ridicolo e mettiamo fine, una buona volta, a questa discussione che non porterà mai da nessuna parte, finché si va avanti a “lese maestà” e non si accetta la realtà dei fatti.
      I fatti sono questi: una persona – ovviamente una persona che conosco personalmente e che non ritengo un cazzaro, allevatore e persona che ricopre un incarico direttivo nel Club ufficiale di razza (perché gli allevatori di Hovawart in Italia sono quattro gatti, ma si sono ugualmente divisi in due diversi Club, uno riconosciuto dall’ENCI e l’altro no, NdR) – mi dice che mi manderà quanto prima una comunicazione relativa al fatto che sta per essere avviato uno studio sulla MD nella sua razza, dove ci sono stati alcuni casi sospetti. Mi chiede però di aspettare, perché (testuali parole) sta “combattendo una battaglia” con alcune persone che invece non vogliono che si parli pubblicamente della cosa.
      Devo pensare che questo tizio sia improvvisamente impazzito e voglia dare addosso alla sua stessa razza, o al suo stesso Club? Devo pensare che voglia far scoppiare una guerra? Non sarebbe neppure la prima che scoppia, a quanto mi risulta, all’interno della razza… ma farla scoppiare proprio sul tema della salute mi sembrerebbe quantomeno indelicato.
      Dunque, io credo che il signor X NON mi abbia mentito e che le discussioni sull’opportunità di rendere pubblica la cosa ci siano state: esattamente come ci sono state in millemila altri Club, per questa e per altre malattie (caro Tino, forse l’unica competenza che ho, dopo quarant’anni di cinofilia, è proprio quella di conoscere piuttosto bene questo ambiente).
      A questo punto, posso esprimere l’opinione che queste persone – indipendentemente da chi siano e da quale sia il loro Club di appartenenza, cosa che non ho neppure chiesto perché non me ne frega assolutamente nulla – stiano “scopando i cani malati sotto il tappeto”? E sarò libera di esprimere questa opinione sul mio sito e di condividerla con i miei lettori?
      La risposta, ve l’assicuro, è SI. Almeno finché in questo Paese ci sarà libertà di opinione e di espressione. La cosa proibita (dalla legge) sarebbe quella di fare nomi, cosa che continuo a non voler fare perché i nomi dei presunti “contestatori” non li conosco (visto che per me sono ininfluenti), mentre quello dell'”informatore” non posso farlo pubblicamente perché sarebbe illegale. Ho detto che avrei potuto farlo privatamente (questo NON è vietato dalla legge), cosicché, semmai, vi poteste scannare allegramente tra voi per stabilire chi ha ragione e chi ha torto, ma nessuno ha alzato il telefono. A questo punto direi che sono affari vostri.
      La cosa che mi fa specie è che a scrivere indignati qui sopra siano stati (con poche eccezioni) soprattutto i membri del Club – diciamo così – numero due, mentre presumo (ripeto: presumo! Perché i nomi non li ho chiesti) che la discussione sia stata interna al Club numero uno.
      Il che mi dà, non so come mai, un vaghissimo sentore di code di paglia.
      In ogni caso ho visto che sul sito del Club numero 1 è stata pubblicata la notizia del Meeting sulla mielopatia che si terrà nel prossimo gennaio, quindi presumo (sempre) che le eventuali incomprensioni/discussioni/liti sul tema siano state superate.
      E ciò non può che rendermi assai felice, perché di queste cose, perdiana, SI DEVE PARLARE se si intende autodefinirsi “allevatori seri”.

      P.S: in tutto questo, ribadisco per l’ennesima volta, NON HO MAI DETTO, NE’ SCRITTO, NE’ PENSATO che qualche allevatore si sia rifiutato di fare i test. Questo argomento non è stato neppure sfiorato… se non nei commenti, evidentemente perché qualcuno ha letto fischi per fiaschi.

      • Però aggiungerei: l’Enci si definisce “ente pubblico” oppure “incaricato di pubblico servizio”. Rilascia però documenti pubblici (come un pedigree) che – solo nel caso mio, per carità ! – sono dimostrabilmente falsi . Esperti più di me affermano: sì, in effetti, con questo sistema vigente quel che dici è possibile avvenga … Siamo qui a discutere di canivendoli italiano, o di cavoli argentini ? Se l’Enci non fa il suo mestiere, e stando alle carte non lo fa, chi minaccia querele a chi ? Io non ho mai parlato di querele, ho parlato di un allevatore X (italianissimo) che grazie ad un Enci “compiacente?/inefficiente?inadatto.ai.compiti.istituzionali?” ( per i quali prende comunque un sacco di soldi nostri) trova una firma facile e senza troppe questioni. Una mani lava l’altra, insomma.
        Querele ? Quando mai …

  22. Buon giorno Valeria,
    Io, come altri, allevatori e non, ero presente all’unica riunione di Club in cui si è parlato di Mielopatia.
    Ho ascoltato critiche nel modo e non nel merito utilizzato dal Club ufficiale, ovvero, prima si deve spiegare a tutti i possessori di Hovawart cosa sia la malattia e a che punto sia la ricerca, specificamente per quanto riguarda la razza Hovawart, e poi invitare tutti ad effettuare il test sulla mutazione Sod1 che, ad oggi, non è ancora validato ufficialmente per la nostra razza: ovvero osservare un approccio scientifico e non emozionale sul tema. Parlo di proprietari, e non solo di allevatori, proprio perchè alcuni allevatori erano da tempo coinvolti e informati sul tema. Per anni hanno inviato al laboratorio di genetica di Berna campioni di sangue per Progetti di ricerca specifici per la razza Hovawart, compresa la mielopatia. Da luglio 2012 il laboratorio di genetica di Berna, pur specificando che il test non era ancora validato “ufficialmente” per la razza (questione di numeri), indicava nella mutazione omozigote del SOD1 un elemento determinante per il manifestarsi della malattia, anche se non l’unico. Suggerendo inoltre strategie di riproduzione prudenziali. Personalmente ho sempre seguito e finanziato, nel mio piccolo, la ricerca, inviato il campione di sangue e pubblicato sul mio sito tutti i progetti di ricerca. Quindi non posso che condividere le perplessità di chi mi ha preceduto e poichè nell’hovawart siamo vermente 4 gatti (ops… cani) e ci conosciamo tutti, non riesco a capire chi e come possa dire: “… alcuni allevatori si sono incazzati abbestia perché il problema è stato sollevato, ritenendo che il grande pubblico non debba saperne nulla. I cani malati si dovrebbero quindi ‘scopare sotto il tappeto’, pur di non rischiare che si sappia che l’Hovawart può essere soggetto a questa malattia devastante;”.
    E’ a mio modestissimo parere insultante per tutti, allevatori e proprietari di Hovawart, sopattutto per chi da anni si è occupato sia al problema che alla ricerca, ma anche per chi si è evegliato l’alra sera… perlomeno si è svegliato 🙂

  23. Scusate ma l’argomento ha preso una piega che personalmente a me non piace, credo che un discorso serio andrebbe affrontato nel luogo piu’ consono, ossia nel club di razza ufficiale, alla presenza di allevatori, veterinari e quantaltro, qui su di un giornale non ritengo giusto vada affrontato, anche perche’ si rischia di confondere le idee dei proprietari profani, o peggio instillargli paure fuori luogo

    • Scusa il tecnicismo, sono solo balle. Se il sistema fa acqua, non si aggiusta a blabla di sedicenti esperti di fronte a cui io sono un nulla, se le carte non bàttono, non bàttono … Due peli di mammà, due peli di papà e poi la garanzia che il pelo lo levo tutto al sedicente allevatore se la faccenda non torna. E’ così difficile ? Certo, se l’Enci pensa solo ai clienti suoi, che non sono io …

  24. Poi a noi, dopo tante ricerche è piovuto dal cielo un cane che non era quello sognato e cercato. Lí ti accorgi che non importa la razza o la bellezza. È come quando ti nasce un figlio e se non è il boccoloso puttino biondo con gli occhi azzurri che ti eri imnaginata per 9 mesi, ti sembra lo stesso l’esserino più bello del firmamento.

  25. Mi sono accorta adesso che il discorso ha preso ormai una piega vetetinario-scientifica. Io al massimo so qualcosa sui piselli dell’abate Mendel e in questi ambiti non ci entro. Credo solo che in chi vende e in chi compra ci dovrebbero essere ciscienza e responsabilità. Non può essere una tratta degli innocenti vendere animali. Io prima di prendere in famiglia un cucciolo mi dono informata sull’allevatore ma anche su me stessa e mi sono fatta tutta una serie di domande da psicanalisi freudo-junghiana. Ho fatto anche la gigura di merda di opzionare un cucciolo e dopo poco tirarmi indietro perché non mi sentivo ancora pronta. Ho letto, studiato, parlato con ogni padrone di cane che beccavo per strada ( anche le sciuremarie hanno tanto da insegnare), contattato educatori, immaginato ogni momento della mia giornata/settimana/ mese/anno con il cane figurandomi come avrei potuto gestire ogni situazione con il nuovo amico. Quanti di quelli che adottano un cane fanno questo? Magari perdono mesi a cercare il cucciolo strafigo nel l’allevamento strafigo. So che lei Valeria ha scritto l’articolo indirizzandolo ai padroni seri in cerca di allevatori seri. Ma comincio a pensare che anche i padroni seri siano merce rara.

  26. Cara Valeria, potrebbe scrivere un articolo altrettanto bello su come riconoscere un padrone serio da un padrone sciurmario? Così come bravi allevatori non si badce ma si diventa ( e a volte c’è anche il percorso inverso, di peggioramento). Sarebbe giusto raccontare anche e soprattutto a chii parte con la caccia all’allevatore serio, e si sbobina l’Italia in su e giù pur di trovare il cucciolo desiderato, che quella non è la fine del lavoro ma appena l’inizio. Non sono un’esperta ma ho visto cuccioli cercati con pazienza, pagati un botto e infine sprecati per colpa di ignoranza, incompetenza. Forse per alcuni bravi allevatori la poesia passa perché vendere cani a volte è come per un bravo insegnante fare costantemente lezione a una classe di caproni svogliati.

  27. E visto che si vuole la trasparenza , mi riallaccio al commento di Gemma specificando chi ,dal 2010/2011 ha iniziato a raccogliere il sangue per i test genetici a Berna, con il sangue dei propri cani di allevamento e con il sangue dei cani ceduti :
    Allevamento dell’Abete Bianco di Veronesi Simona
    Allevamento della Brughiera Comasca di Pozzi Roberto
    Allevamento della Quercia dei Falchi di Belli Fabio
    Ferdinanda Frangipane ( la sua femmina deceduta e alcuni figli della stessa)
    dott.ssa Borroni Stefania con i suoi cani e dando la disponibilità gratuita per i prelievi
    Tutt’oggi vengono inviati i campioni in occasione di manifestazioni e momenti di aggregazione.
    Perciò a Berna ci sono depositati campioni di sangue per i test genetici ( non solo mielopatia) anche dei primi soggetti importati in Italia grazie ai vecchi allevatori che hanno creduto in questo progetto.
    E con questo ho concluso…
    Buon proseguimento…..Valeria ho ricevuto il tuo numero…appena riesco ti chiamo
    SImona

  28. E’ QUESTO il punto su cui volevo porre l’accento: la disinformazione, o la mancanza di informazione, per paura che “la gente parli”. Ed è sempre QUESTO che ritengo profondamente scorretto nei confronti della cinofilia.

    Qui sei stata disinformata tu facendo si che un lettore possa pensare male di qualsiasi allevatore….

  29. “NESSUNO ha detto che non farà i test, ma qualcuno (“alcuni”, secondo la mia fonte) hanno detto che NON SE NE DEVE PARLARE! Ovvero, i test magari si fanno, ma di nascosto, senza informare il grande pubblico della possibilità che questa patologia colpisca l’howy.”
    Ma chi te lo ha detto???????
    Alla riunione NESSUNO ha mai accennato al fatto di non fare i test o di non parlarne …e c’erano TUTTI gli allevatori ufficiali e “amatoriali” …tu mi sembra non fossi presente….e chi c’era per te ti ha dato informazioni errate….magari prendere qualcun altro a campione e chiederglielo prima di parlare male di questi ” alcuni” non ben definiti?

  30. Il Club ufficiale ha i miei risultati e la mia dichiarazione che ho un cane affetto da Mielopatia…e tutti gli allevatori lo sapevano…perchè non c’è niente da nascondere…..e io non lo ho mai nascosto.
    Allora se non ci sono casi, come scritto sopra al Presidente come mai sul sito ufficiale risulta altro? Come mai se non ci sono casi si chiedono i controlli scritti in rosso e a caratteri cubitali????
    Come mai sto casino è uscito da tre casi ” accertati”…. ( escluso il mio)
    Certo che c’è confusione, ma nelle dichiarazioni di alcuni non certo all’interno degli allevamenti….
    Si vuole la certezza dei test, si chiede il controllo sanitario e poi si dichiara che non ci sono casi accertati? Ma stiamo scherzando forse?
    Se Valeria avesse avuto voglia di informarsi meglio senza sentire una campana sola, dall’alto della sua esperienza, avrebbe da sola capito cosa scrivere e cosa non scrivere.
    Simona

  31. Infilandomi di straforo in questa discussione,da proprietaria, posso solo dire una cosa.
    Già nel 2010/11 l’AIAH (ASSOCIAZIONE ITALIANA AMATORI HOVAWART)ha invitato tutti noi proprietari a fare il test per la mielopatia, attrezzando zone di prelievo nei luoghi in cui erano organizzati i vari incontri di razza. Non mi sembra, quindi, che non ci fosse la volontà di affrontare il problema…

  32. Se la tua fonte fosse bugiarda????
    Parli sempre del bene della cinofilia…così non la stai facendo!
    e con questo ti lascio nelle tue certezze….un domani qualcuno che ricoprirà lo stesso ruolo della persona che ti ha dato informazioni false te ne darà altre…e le scriverai…questa non è verità di cronaca ma scrivere cose senza avere conferme e certezze…
    Mi spiace ma non è così che si fa del bene alla cinofilia
    SImona

    • Io vedo tante code di paglia… ma tante eh… Il presidente dell’HOI sopra dice che non ci sono casi confermati di DM in Italia, i commenti sotto lo smentiscono, allora, chi ha torto e chi ha ragione? A commenti si fa poco: fatti, documenti e trasparenza, altro ché!

      E purtroppo è vero, anche se Valeria sapesse i nomi e se fosse tutto vero, i NOMI NON LI PUò FARE LO STESSO perché tra Privacy e legge sulla diffamazione fatta per proteggere i disonesti non se ne cava le gambe!!

      Invece di polemizzare, mettete PUBBLICI i risultati DM dei vostri cani e risolvete la situazione, no? Saranno i fatti a smentire a quel punto… mi sembra tanto semplice…

      Molto rumore per nulla…

      • “I NOMI NON LI PUò FARE LO STESSO”… Vero e sacrosanto, ma non serve Enid, è capitato anche a me di discutere e di ripetere certe cose, ma c’è chi nasce così, non è colpa sua, anche se gli spieghi 10000000 di volte la stessa cosa, nun ce sente!

  33. Tu cara Valeria dammi prove certe che qualcuno ha detto che non farà i test!!!!
    Perchè io lettore devo dimostrartelo…sei tu che devi dimostrare quello che hai scritto nell’articolo!
    Simona

    • Ma ancora con questo “non farà i test”?!?
      Proviamo a capirci, Simona? Con calma e senza litigare?
      Rileggi la frase “incriminata”:

      “alcuni allevatori si sono incazzati abbestia perché il problema è stato sollevato, ritenendo che il grande pubblico non debba saperne nulla. I cani malati si dovrebbero quindi “scopare sotto il tappeto”, pur di non rischiare che si sappia che l’Hovawart può essere soggetto a questa malattia devastante”.

      Mi pare di aver scritto in italiano comprensibile: NESSUNO ha detto che non farà i test, ma qualcuno (“alcuni”, secondo la mia fonte) hanno detto che NON SE NE DEVE PARLARE! Ovvero, i test magari si fanno, ma di nascosto, senza informare il grande pubblico della possibilità che questa patologia colpisca l’howy.
      E’ QUESTO il punto su cui volevo porre l’accento: la disinformazione, o la mancanza di informazione, per paura che “la gente parli”. Ed è sempre QUESTO che ritengo profondamente scorretto nei confronti della cinofilia.

  34. Cara Valeria, non sono io che devo dire i nomi! L’articolo non lo ho scritto io e se le fonti sono sicure e certe allora è lei che deve dimostrare la veridicità di ciò che scrive.
    Io sono una semplice lettrice….lei invece è la giornalista che dovrebbe informarsi su ciò che pubblica e informare correttamente chi legge… se non ne è sicura sarebbe meglio non mettere l’ infelice frase “quindi ci si aspetterebbe che tutti gli allevatori fossero ben felici di poter testare i propri soggetti e, programmando consapevolmente gli accoppiamenti, di poter garantire cucciolate esenti.
    Invece no. Come è già accaduto per il Cane lupo cecoslovacco, anche in questo caso alcuni allevatori si sono incazzati abbestia perché il problema è stato sollevato, ritenendo che il grande pubblico non debba saperne nulla”…
    Sembra ci sia un po di confusione ….mi piacerebbe sapere allora per quale motivo debba spendere soldi e prelievi su cani per avere un responso che si ha solo con un esame dopo il decesso.
    Io il test alla mia Ultra ( come già detto sopra) lo ho fatto ( e non solo quello)..perciò o non è ammalata fino a morte e responso certo oppure è malata…perciò o i test non sono attendibili o lo sono….qualcuno lo spiega bene????…
    Allora i test non sono validi, sono validi….? Secondo me c’è una tale confusione ………
    Anche io come Roberto non ho problemi a firmarmi anche perchè, come già ribadito sopra ero presente alle varie riunioni allevatori della razza e mai ho sentito dire da nessuno che i test non li farà!!!! Smentitemi!
    Simona Veronesi

    • Ehm… Simona, vedo che di confusione ce n’è effettivamente tanta. Quando parlo di “testare i cani” mi riferisco alla ricerca della mutazione del gene SOD1, ovvero alla ricerca della coppia omozigote DM/DM, che è l’unica a far manifestare fenotipicamente la patologia.
      SE il tuo cane risulta DM, l’unica cosa che devi fare è evitare di accoppiarlo con un altro DM: se lo accoppi con un DM/n o con un n/n la malattia nn si manifesterà mai.
      Che c’entra il responso autoptico con la prevenzione?
      Il test si fa per prevenire, per mirare gli accoppiamenti! L’esame autoptico si fa per vedere se il midollo present materia bianca degenerata, unico modo per conclamare effettivamente la malattia, perché i soli sintomi (per quanto drammatici) potrebbero essere attribuibili ad altre patologie (difficile, ma non impossibile, a voler proprio cercare il pelo nell’uovo: ma per parlare di casi conclamati BISOGNA cercare il pelo nell’uovo).
      I test sono validi (se eseguiti nel modo giusto, of course!) per capire se il cane X presenta la mutazione “a rischio” (DM) e per evitare di accoppiare due portatori di questa mutazione.
      Ma se fai confusione su queste cose, allora di cosa stiamo parlando??? 🙁
      Per quanto riguarda i nomi, ripeto: non li posso fare perché facendoli pubblicamente – e quindi infrangendo la legge sulla privacy, che non ho inventato io e che mi sta pure sulle palle, ma c’è! – si rischiano querele e altre rotture di palle che sinceramente preferisco proprio evitare.
      Mi sono detta disponibile a parlarne in privato, ma non lo volete fare.
      Ho anche detto che se mi darete prove certe che nessun allevatore ha trovato da ridire sulla possibilità di parlare pubblicamente del problema (è QUESTO che ho scritto, e non che qualcuno “non vuole fare i test”: non mettetemi in bocca, e neppure nella tastiera, parole che non ho mai detto né scritto) sarò non solo prontissima, ma anche FELICISSIMA di smentire ciò che mi è stato detto precedentemente.
      Che altro devo fare, scusate?

      • Solo una correzione, Valeria: un cane affetto DM/DM dovrebbe essere usato in riproduzione ESCLUSIVAMENTE con un N/N, con un DM/N c’è il 50% di possibilità che i cuccioli risultino DM/DM. Immagino stessi scrivendo di fretta ;).

  35. Io non sputo su nessuno signora Valeria. Se questo è quello che ha colto, mi spiace ma non ha capito nulla. Io ho cercato di difendere piuttosto! Quello che non trovo giusto è che lei sputi sugli allevatori dicendo cose assolutamente false. Il mio intento era quello di fornirle informazioni serie e dimostrabili per dare una corretta informazione. Lei preferisce non ascoltare? Peccato ha perso l’occasione di fare bene. Peccato, speravo di poter essere utile. Sarà per un’altra volta con qualcuno più disponibile. I chiarimenti in privato non servono a nulla quando non si è disposti a rivedere la propria posizione in pubblico. Due persone hanno appena dichiarato che quanto affermato non è corretto, ma lei fa orecchie da mercante. La sua intenzione è più che chiara. Noto con dispiacere la venialità con cui a preso le mie parole sul “pagare”, non c’è peggior sordo dichi non vuol sentire! Resta il fatto che invece di chiudere discussioni a lei spiacevoli, dovrebbe verificare a pieno le informazioni in suo possesso prima di scrivere, non per altro almeno per rispetto di chi legge.

    Cordialmente
    Roberto Pozzi (io il nome e la faccia ce li metto senza problemi)

    • Ovviamente la mia richiesta di chiarirsi in privato era legata alla possibilità di rivedere quanto ho scritto in pubblico… trovo quantomeno strano che lei non abbia colto il significato. Guardate che non mordo, eh… 🙂

  36. Non credo proprio signora Valeria. Io le ho esposto dei fatti dimostrabili. Se lei poi non vuole prenderli in considerazione, il discorso è un altro. Se ritengo qualcuno “colpevole” di qualcosa devo anche dire di chi sto parlando e non mi devo nascondere dietro alla richiesta di sapere chi è “innocente”. Sul discorso dei casi accertati poi, è stato il Club a scrivere a tutti gli allevatori parlando di casi di mielopatia e di due decessi. Ora io mi aspetto che se qualcuno diffonde queste informazioni le abbia prima verificate. Ma vedo che purtroppo questa non è una buona abitudine. Purtroppo devo constatare che si preferisce buttare giù quattro righe per creare scalpore piuttosto che fare un articolo serio, con informazioni preventivamente verificate, e soprattutto utile a chi legge. Probabilmente la caccia alle streghe per qualcuno paga, ma questo non è un mondo che mi appartiene.
    La saluto cordialmente
    Roberto Pozzi

    • Visto che questo sito è totalmente gratuito, non vedo come potrebbe “pagare” qualcosa a me riferire cose inesatte. Cosa vuol sapere? Chi mi ha dato l’informazione? Mi chiami: i miei numeri di telefono appaiono chiaramente sotto la voce “info e contatti”. Non credo che a nessun lettore di questo sito possa fregar di meno di chi, cosa, quando: i nomi sono fatti privati (anche perché esiste la privacy… purtroppo) e non ho nessun problema a parlarne in privato. Qui è meglio chiudere questa discussione, visto che non era certo mia intenzione far apparire gli allevatori di Hovawart come comari che si contraddicono l’un l’altra e pensano solo a sputtanare il “nemico” (cioè l’altro allevatore): invece questa è l’immagine che sta emergendo. Ripeto, sono a disposizione per qualsiasi chiarimento in privato.

  37. Buongiorno signora Valeria. Le scrivo in merito alla parte dell’articolo riguardante l’Hovawart. La informo che quanto da lei riportato non è assolutamente vero. Mi riferisco al fatto che nessun allevatore di Hovawart si è incazzato abbestia perché il problema è stato sollevato, ritenendo che il grande pubblico non debba saperne nulla. Nessun allevatore di Hovawart ritiene che i cani malati si dovrebbero quindi “scopare sotto il tappeto”, pur di non rischiare che si sappia che l’Hovawart può essere soggetto a questa malattia devastante. La patologia è nota nel mondo Hovawart da diversi anni. Infatti in Germania esistono da decine di anni database della razza con indicati tutti i casi di Mielopatia riscontrati (così come di tutte le alte patologie). Da alcuni anni presso l’Università di Berna sono attivi studi su alcune patologie, anche sulla mielopatia, specifici per la razza Hovawart. Contrariamente a quanto sostenuto dal Presidente dell’HCI, di cui i sono socio, anche in Italia almeno un caso è noto da un anno e mezzo e altri tre da qualche mese. Io ero presente alla riunione tra allevatori nella quale si è anche parlato di questa patologia, ero presente ad altre discussioni sull’argomento e nessun allevatore ha fatto quanto da lei scritto. Non ho avuto il piacere di incontrarla in queste occasioni, quindi deduco che ciò che lei scrive è qualcosa di riportato. Sarebbe cosa onesta citare la sua fonte, una fonte che la ha fatto commettere un passo falso. Possiamo dire che ci sono stati due approcci diversi alla patologia da parte degli allevatori. Alcuni, dopo la segnalazione da parte del Club di tre casi di mielopatia (non capisco perché ora il presidente neghi la cosa) si sono buttati a testare tutti i loro cani (il Club sul sito ufficiale invita tutti i proprietari a sottoporre i cani al test, non solo chi riproduce), altri allevatori hanno preferito approfondire la cosa, interpellando specialisti della materia, veterinari, genetisti, l’Università di Berna, club esteri con maggiore esperienza tenendo presente che il test tanto sollecitato ad oggi non è, ripeto non è, validato per la razza Hovawart (probabilmente lo sarà a breve….) e che l’insorgenza della patologia è multifattoriale. Nessuno si è mai sognato di negare o di cercare di nascondere la patologia. Alcuni allevatori hanno optato per un approccio scientifico dell’argomento, così come dovrebbe sempre avvenire in ambito sanitario. Anche perché il Club di razza si è limitato ad invitare tutti a fare il test, ma non ha speso una parola sulla patologia, sulle sue caratteristiche, sull’insorgenza, sulla diagnosi, sulla terapia, sull’utilità di testare i cani. La cosa curiosa è che quelli che passano per i “contrari” sono poi gli allevatori che in realtà hanno testato più cani degli altri. Le spiego: mentre il Club riconosciuto Enci sottovalutava la patologia, l’Associazione Italiana Amatori Hovawart (associazione amatoriale)inviava da alcuni anni campioni di sangue all’Università di Berna, dando un grosso contributo alla ricerca. La dottoressa responsabile dello studio per ringraziare della collaborazione (che continua ancora oggi) ha fornito i risultati dei test, non solo sulla mielopatia, a chi ha inviato campioni di sangue tramite l’AIAH. Risultato: come dicevo gli allevatori che qualcuno cerca ripetutamente di mettere in cattiva luce sono quelli con più riproduttori e cuccioli testati! Io posso dimostrare punto per punto ogni mia affermazione qui riportata, mi chiedo se lei può fare la stessa cosa. Sono convinto che purtroppo lei è caduta vittima di chi a cercato di strumentalizzare questa patologia che, ripeto, era comunque già nota da anni. Sarebbe un atto di onestà fare una rettifica a quanto da lei scritto sull’argomento. Mi scuso per la lungaggine del mio scritto, ma era doveroso un chiarimento. L’argomento richiederebbe ulteriore tempo e spazio, ma spero di averle fornito materiale per poter dare una corretta informazione. La ringrazio per l’attenzione, Roberto Pozzi.

  38. L’enci….le istituzioni….sarebbe bello se lavorassero! Sono 7 mesi che attendo che due delle mie femmine vengano finalmente riconosciute come riproduttrici selezionate…Fatti tutti i test richiesti,passati con ottimi risultati,pagato….e sono 5 mesi che sn attaccata al telefono,che mando mail…..alle mail nn ricevo neanche risposta,al telefono mi dicono sempre che spediscono tutto l’indomani…Li ho fatti anche contattare dal presidente del mio club,e anche a lui hanno detto che 2 giorni dopo sarebbe stato fatto tutto…E’ passato un mese.Probabilmente devo andare a incatenarmi in viale corsica per ottenere cio’ che mi spetta…E mi chiedo,gia’ ne avranno poche richieste essendo una cosa opzionale,se dovesse diventare come vorrei obbligatoria???? Io sono sempre piu’ delusa da tutto il sistema enci,e pensare che la mia idea di allevamento era avere tutti soggetti riproduttori selezionati….Non ci riusciro’ mai grazie alle loro tempistiche!!!

  39. Cara Valeria, vorrei sapere i nomi e cognomi degli allevamenti che non vogliono testare gli Hovawart per la mielopatia….perchè se lo hai scritto è perchè lo sai con certezza !
    Non è affatto vero che non ci sono casi perchè dagli esami fatti all’Università di Berna risulta un cane malato al quale era stata diagnosticata la patologia e il Club lo sapeva già da almeno un anno e mezzo!!!!!!!!!!!
    Non so come mai viene scritto che in Italia non ci sono casi accertati!
    Il cane è MIO e pertanto lo so bene…come so benissimo che altri allevatori e privati hanno già i risultati degli esami ricevuti da Berna- esami fatti due /tre anni fa…..
    Mentre qualcuno non faceva nulla ed ha fatto scoppiare il casino nel giro di pochi giorni, altri sono tre anni che testano i cani!!!!!
    Prima di scrivere forse sarebbe bello interpellare più allevamenti se si vuole fare un articolo veritiero !!!!
    Sempre a lanciare ….. su alcuni per farsi belli…non ci sto!
    Siamo pochi allevamenti e far sembrare alcuni poco professionali è qualcosa di veramente misero!
    Simona

    • No, Simona, non so nomi e cognomi perché non li ho neppure chiesti. Se una persona che ritengo affidabile, per la sua qualifica e per la posizione che occupa, mi dice che “qualcuno è contrario”, non vedo perché gli dovrei chiedere chi, come, quando, nomi cognomi e indirizzi. Questa non sarebbe più informazione, ma pettegolezzo da tanto al mucchio. Tu puoi dirmi con certezza, anche tu da allevatrice, che tutti gli allevatori italiani (almeno quelli con affisso, visto che per l’ENCI “allevatore” è chi produce una cucciolata e che non possiamo certo conoscerli tutti) testano i cani e che nessuno ha mai posto obiezioni al programma di ricerca concordato dal Club?
      Se sì, non trattandosi stavolta di pettegolezzo ma di informare sulla serietà e la qualità morale di queste persone, invito TE a fare nomi e cognomi. Farò i salti di gioia, te l’assicuro, se scoprirò che mi è stata riferita un’informazione sbagliata e che siete tutti assolutamente d’accordo sul verificare la salute dei vostri soggetti.
      Per quanto riguarda il fatto che non ci siano casi “accertati”, non ho risposto prima perché tutto sommato è anche vero: finché non c’è un referto autoptico che confermi la diagnosi, di “caso accertato” propriamente detto non si può parlare.
      D’altronde, se le autopsie non si fanno, diventa anche difficile ottenerli, i referti: dopodiché si può dire (come facevano anche alcuni allevatori di CLC) che si può parlare solo di “sospetti” ma non di “certezze”.
      Resta il fatto che i casi “molto sospetti” (chiamiamoli così, va’…) ci sono, in questa come in mille altre razze, perché una cosa è sicuramente assodata dalla scienza ufficiale: la mielopatia degenerativa può colpire tutte le razze canine conosciute e sarebbe cosa buona e giusta che i test si facessero per tutti. Ovviamente, di solito, ci si muove solo quando “tocca a noi personalmente”: io non avevo mai testato i miei husky anche perché neppure sapevo che esistesse questa malattia… finché non l’ho avuta in casa. Se allevassi ancora, oggi farei test a tutto spiano.
      Quello che mi sorprende è che, come sempre accade, in un modo o nell’altro gli allevatori (o i Club) finiscano per prendersi a mazzate reciproche su argomenti che invece dovrebbero unire, non certo dividere.
      C’è stato un caso di mielopatia nel Bichon Barbonato del Madagascar (non andate a cercarlo, non esiste!): tutti gli allevatori di bichon barbonati dovrebbero unirsi come un sol uomo e produrre subito circolari informative, modalità, indirizzi dei laboratori in cui testare i riproduttori. Cosa importa che abbia cominciato prima il signor X o il signor Y a fare i test? Cosa importa che ci siano uno, due o mille casi?
      Per come la vedo io, “uno” è già troppo. Ma se l'”uno” può essere comprensibile, perché è il primo campanello di allarme, “due” per me sono già una quantità inaccettabile.
      Mi dispiace che tu abbia vissuto (o stia vivendo) la stessa drammatica esperienza che è capitata a me, perché vedere un cane colpito da questa malattia è una cosa devastante: ma proprio per questo l’unica cosa che dovrebbe interessarci è far sì che nessun altro la debba vivere, né cani né umani.
      E’ molto, ma molto triste vedere che su argomenti come questi non c’è quell’unità totale che qualsiasi cinofilo si aspetterebbe dagli allevatori seri.

      • Ciao, volevo solo intervenire per confermare quanto detto da Simona, sul fatto che alcuni allevatori informano e invitano a fare il test. Premetto che Simona non è l’allevatrice alla quale mi sono rivolta, questo a testimoniare che non sono di parte e che lei non è l’unica (ho avuto modo di conoscerla sucessivamente). Io sono stata informata ed ho fatto fare il test. Grazie al cielo allevatori seri ce ne sono ed io ho avuto fortuna a rivolgermi ad uno di questi. Ah, il test è stato fatto all’incerca due anni e mezzo fa (il cane ne ha tre e mezzo)

  40. Riassumendo il Tosca-pensiero:
    Io allevatore X con elevate capacità intuitive pretendo ed esigo che coloro che impunemente osino desiderare di possedere un mio prodotto si sottopongano al mio giudizio supremo attraverso un’attenta analisi visiva affinché possano o meno essere prescelti tra i molteplici aspiranti in attesa di giudizio.

    P.S. Sarebbe utile sapere se a quei due poveri cristi fosse stato fatto l’invito!

    Ribadisco: l’onestà è in disuso

    ciao ciao

    • non l’ha ordinato il dottore ai due poveri cristi di venire a cheidere un cane a un allevatore che ci tiene ai suoi cani. per lui ci sono le organizzazioni che buttano su tonnellate di cani dai canili del sud, i negozi multirazza e le fiere del cucciolo… probabilmente questi gli daranno il cane senza fiatare…

  41. “dopo i primi e successivi contatti telefonici di prassi con l’allevatore, ci accordammo per il giorno in cui mi sarei recata con mio marito a ritirare il cane.”

    Già qui vi sarebbe dovuto risuonare un enorme, gigantesco, campanello d’allarme: Un allevatore serio non solo propone, ma ESIGE, che voi andiate almeno una volta a visitare il cane presso l’allevamento, prima anche solo di considerarvi come futuri padroni di un suo cucciolo…

    • davvero?!
      ma scusa…se l’allevamento è lontanissimo? magari anche all’estero?
      una selezione degli allevatori i clienti, in qualche modo la fanno…spero sempre valga la stessa selezione dei clienti da parte degli allevatori (che a quel punto, necessariamente immagino, dovran vivere di altro lavoro ché se devi guadagnare potrai anche selezionare non proprio in modo puntigliosissimo…).
      qualche chiacchierata al telefono spero sia fattibile in ogni caso…e serva a scremare… l’invito a recarsi in allevamento la vedrei sempre come mossa gradita e a tratti dovuta (secondo me conviene anche al cliente, ovvio)… ma non mi spingerei fino all’ “ESIGE che voi andiate prima ecc”.
      sia chiaro, non sono polemica, non sapendone nulla sto proprio chiedendo…con una punta di stupore.
      è prassi normale che l’allevatore serio esiga, prima della vendita, un incontro dal vivo?

      • Che un allevatore voglia vederti, parlarti, osservare come interagisci col cane, capire se hai un’idea di quello che stai per fare, assicurarsi che tu conosca le esigenze di un cane, chiederti come intendi gestirlo nel quotidiano e durante le vacanze, insomma farsi un quadro della persona a cui sta per affidare un cane, sì, è normale per gli allevatori seri.

        A loro non interessa quanti chilometri tu debba fare. Della serie: Vuoi il mio cane? allora vieni a farti vedere, vieni a conoscere il cane. Se non alzi il derrière significa che tu, acquirente, non sei serio e se ti fermi al primo “sacrificio”, il che non è un buon segno.

        Per gli acquirenti altrettanto seri non è un problema, anzi non vedono l’ora di andare a vedere il cuccciolo e non si lasciano sfuggire l’occasione di sommergere di domande l’allevatore riguardo a qualunque cosa riguardi il cane.

        Gli allevatori seri hanno liste d’attesa già per le cucciolate successive e tu puoi solo sperare che scelga te.

        Una allevatore serio, tra l’altro, in genere mette nel contratto che se tu non puoi più tenere il cane,lo devi ridare a lui, perché è lui che lo piazza nuovamente.

        • Dipende … L’allevatore del mio yoshi non ha preteso una visita preliminare. Semplicemente non mi ha detto che aveva una cucciolata “pronta all’adozione”. Io sono andata, lui mi ha fatto vedere gli adulti per vedere le mie reazioni alla mole dei cani e per farmi interagire con loro(San Bernardo)poi mi ha fatto il terzo grado e una volta soddisfatte le sue esigenze e le mie mille domande… Mi ha buttato in mezzo ai cuccioli, mi ha fatto sbranare dai loro dentini aguzzi e, vista la mia espressione da “voglio venire a vivere qui, ti prego adottami” nonostante le mani sanguinanti, ha deciso di darmi il cucciolo. Beh, in effetti è stato come fare una visita preliminare, penso che se non mi avesse ritenuta adatta mi avrebbe detto “sorry, non ho cuccioli”

    • Tosca mi sembra alquanto singolare che per considerare “seri” gli allevatori, questi debbano imperiosamente esigere una visita domiciliare da parte dei futuri acquirenti. Instaurare rapporti telefonici, scambio e-mail sulle motivazioni della razza prescelta, informazioni su come, dove e con chi vivrà il cane, notizie varie, foto e quant’altro, prima, durante e dopo è auspicabile. Se si hanno necessità od esigenze particolari nella prima-scelta di un cucciolo, uno o più incontri risulterebbero certamente utili per entrambi, ma se questo esigere è elemento essenziale nel determinare la serietà degli allevatori, tale ristretta elite dovrebbe anche essere in grado di garantire a controprova di tanto rigore, cucciolate solo ed esclusivamente eccellenti morfologicamente, clinicamente e caratterialmente, prima, durante e dopo la cessione. Se così fosse peccherebbero comunque di presunzione ed alterigia poiché nella realtà la certezza assoluta sulle dinamiche della genetica non sono state ancora inventate.
      Quando non si è egocentrici e megalomani, accordarsi con elasticità del caso, all’insegna della correttezza, onestà e trasparenza reciproca, credo sia sufficiente per chi vende e per chi acquista.

      • Non è l’unico criterio, pensavo fosse evidente…

        Un allevatore che voglia conoscere l’acquirente secondo me è un allevatore serio, secondo te è un egocentrico megalomane perché accordarsi per telefono e via mail è più che sufficiente.
        Liberissima di pensarla così, non siamo tutti uguali.

        Non mi è ben chiaro il nesso tra l’allevatore che ritiene importante conoscerti siccome non vende i suoi cuccioli per email, e il suo dovere, in cambio (di che, di grazia?), “garantire cucciolate solo ed esclusivamente eccellenti morfologicamente, clinicamente e caratterialmente, prima, durante e dopo la cessione.”

        Riassumendo il rita-pensiero:
        telefono e mail sono più che sufficienti per l’acquisto di un cane, e tu, allevatore spocchioso che addirittura vuoi vedere me, acquirente, sappi che o garantisci cucciolate eccelse o se no nisba, zitto e muto!!
        Razza di presuntuoso, altero, megalomane, egocentrico.

        Ripeto: il mondo è bello perché é vario…

        ciao ciao

      • io se il tipo non mi convince non gli do il cane. non è un telefonino non mi basta sapere “te lo compro” … voglio vedere in faccia chi lo prenderà. eccezioni si possono fare, persone “conosciute” su cui hai garanzie di terzi, persone molto lontane q cui accorid di venirlo a prendere direttamente, salvo poi rispervarsi di non darlgielo se al momento in cui vengono non ti sfagiolano… èerò mio par epiù che normale, quando si affida una vita che si è visto nascere e a cui si è provveduto per almeno due mesivoler sapere con chi si ha a che fare …
        non si tratta di essere megalomani ma di tenerci ai propri “nipotini”

  42. Ora ho davvero le idee confuse accidenti! Intanto ti ringrazio, Valeria, perché è più di un anno che leggo e rileggo i tuoi articoli (e i tuoi libri) per cercare di imparare il più possibile sul mondo della cinofilia. E questo perché da anni sto valutando di prendere un cucciolo di golden retriever ma ho continuato a rimandare per paura di non essere abbastanza informata. Ora finalmente il momento sembra vicino e ieri, per la prima volta, sono andata a visitare due noti allevamenti con i miei genitori. Il primo, mi dispiace dirlo, mi ha fatto una pessima impressione, il secondo, invece, a pelle, mi ha emozionato tantissimo!

    Ed ora vengo al punto e spero tanto di poter avere un tuo parere. Basandomi sull’ identikit del buon allevatore che avevi fatto in passato potrei dire di aver trovato un allevamento serissimo. I proprietari allevano golden e labrador e sono stati molto gentili e disponibili.. Hanno risposto a tutte le nostre domande e ci hanno fatto vedere tutti i loro cani che a me sono sembrati semplicemente bellissimi. Mi chiedo però se un buon allevatore è tale solamente se cresce cani e cuccioli in casa propria (con relativa socializzazione). Da quello che avevo letto ero sicura che avrei voluto affidarmi ad un allevamento più piccolo, in cui i cuccioli vengono identificati da subito con un segno distintivo in modo da poterne osservare da subito il temperamento. Quello che ho visitato ieri, invece, aveva una quarantina di cani (tra labrador e golden) e circa 4/5 cucciolate da un mese circa..un cane adulto (dolcissimo, di cui sia io che i miei genitori ci siamo innamorati a prima vista) vive in casa con gli allevatori (marito, moglie e figlia), gli altri invece sono tenuti su dei recinti posti all’esterno, in mezzo al verde oppure su dei box, sempre esterni..i cuccioli sono all’interno di una specie di serra (non saprei come chiamarla), con luci adatte a riscaldare l’ambiente e porticine su ognuno dei loro box che permettono alle mamme di entrare e uscire da li..Si sono preoccupati di non farci toccare i cuccioli dentro i box perchè non ancora vaccinati. Non avevano nastrini al collo o altri segni distintivi, e non erano allevati in casa..eppure il calore di quel posto e quei musetti mi hanno conquistato. Se non fossero mesi e mesi che cerco di informarmi su internet avrei immediatamente prenotato un cucciolo lì (vista anche la differenza dal primo allevamento visto, che pure è conosciuto e famoso). Mi ha frenato il fatto che non fossero tenuti in casa e che fossero tanti e non ben distinti. Eppure quando ho chiesto se sarebbero stati in grado di consigliarmi il cucciolo più tranquillo mi hanno detto di si (ma come, se sembrano tutti uguali?). Ovviamente ho deciso di vederne altri..ma quelli più piccoli non hanno cucciolate sempre disponibili nel periodo che voglio io.. Li invece pare che bene o male riuscirei a far combaciare i tempi. Non credo proprio sia una specie di “fabbrica sforna cuccioli”, anche perché la cagnetta che tengono a casa con loro ha avuto da poco una cucciolata quindi mi hanno detto che prima di 7/8 mesi non la faranno più riprodurre. Da questa descrizione cosa ti sembra, Valeria? Mi rendo conto che non è facile dare una valutazione così ma non credo di poter fare nomi e cognomi. Mi piacerebbe sapere come poterti contattare in privato semmai perché mi fido dei tuoi pareri. Grazie!

    • Sette/otto mesi? Tra un calore e l’altro dovrebbero passare sei mesi: quindi, saltandone uno, dovrebbe passare un anno e non 7/8 mesi. Mi sembra che questi signori facciano coprire la cagne ad ogni calore (il che non mi piace affatto): e non mi piacciono granché neppure le quattro/cinque cucciolate in contemporanea: come potranno seguirle correttamente? In quanti sono gli umani che si dedicano all’allevamento?

      • A me più persone hanno parlato benissimo dell’allevamento Thuaidh di Aviano della Signora Mari Mandelli. Chi ci è andato mi ha riferito che non ha nessuna gabbia, ha tutti i cani in casa con lei (una decina o poco più). Ogni giorno va con tutti a passeggiare per boschi. Se può essere d’aiuto…
        ciao a tutti

      • Sulla questione dei 7/8 mesi mi sono spiegata male..i cuccioli li ha avuti circa 5/6 mesi fa quindi mi hanno riferito di volerne aspettare altrettanti in modo da non farla coprire anche al prossimo calore.. A parte questo, comunque, ho deciso che guarderò altrove.. Proprio per la questione del numero di cuccioli che ho visto.. Era il dubbio che avevo e me l’hai confermato quindi ti ringrazio. Presto andrò a visitare l’allevamento think twice di Laura Lazzaretto di cui ho letto solo opinioni molto positive.. Quindi in questo caso penso di poter fare il suo nome.

        • io comunque preferirei un allevamento dove i cani vengono tenuti in casa e non nei box…questo influisce positivamente sulla socializzazione dei cuccioli. Meno cani, meno cucciolate ma di migliore qualità, secondo me. Prova ad andare a visitare l’allevamento Evermagic a Serravalle Scrivia.

  43. La soluzione è fare cultura cinofila, a tappeto.
    Cosa anche facile e fattibile, se la parte seria della cinofilia, anzichè perder tempo a litigare coi cialtroni e vendtori di fumo, se ne fregasse e si occupasse invece di istruire e seguire il mondo delle sciuremarie.

  44. Concordo e ringrazio sentitamente l’autrice dell’art. per quanto scritto e commentato poiché mi ritrovo in vissuti analoghi alle vicende narrate di molti di Voi.
    Ciò che mi sento di sottolineare a piena voce è di non essere complici di chi o coloro ci hanno raggirato. Non nascondere mai e a nessuno le condizione di salute (anche sospette) dei ns. animali, rinunciare senza indugio a proposte allettanti tipo “ci facciamo una cucciolata!” od anche “dovrò pur recuperare i costi per l’acquisto del cane e le impreviste spese veterinarie sostenute” ed accettare con coscienza le mancate prospettive espositive.
    Non rinnoverò più le iscrizioni al Club di razza ed anche se non mi è più ben chiaro di che cosa si occupi l’ENCI, una magra soddisfazione, per quanto mi riguarda, c’è stata: ingannata si, ma contenta e coglionata no.

  45. Se io allevatore volessi comprare due o tre cuccioli a 30 € cad dall’est e infilarli tra le mie cucciolate ufficiali, dichiarando all’Enci (tanto ho 3 mesi di tempo per dichiarare la nascita…) che sono nati dall’accoppiamento XX per XY riesco a farlo? Magari l’accoppiamento non c’è nemneno mai stato, il cane e la cana non si sono mai dati nemmeno un’annusatina, non ci sono state spese per strisci, radiografie, cibo per cane in gravidanza etc etc…La mia è solo una domanda: può succedere una cosa del genere?

    • par proprio sia schifezza tipica degli allevatori/cagnari…
      da due genitori in regola, con documenti in regola, testati ecc…nascono tre cuccioli…ne vengon dichiarati, che so, sei che avranno rispettivi pedigree in regola…e ta-daaa…come per miracolo i guadagni raddoppiano (anche le eventuali rogne, ovvio, soprattutto perché spessissimo i cuccioli aggiunti arrivano da chissàdove).
      tutto giusto quanto detto dall’articolo… di allevatori seri, scrupolosi e realmente appassionati alla tal razza…ne esistono, non ho dubbi…ma parallelamente si trova di tutto.
      a tal proposito…se ho capito bene, ma qui ho meno certezze e chiedo conferma a voi… spesso è anche la legge italiana, poco chiara o addirittura farlocca, a complicar le cose.
      non avendo mai avuto cani e non avendo in famiglia nessuno con cani…io davvero non ne sapevo nulla.
      quando ho deciso per il quadrupede ho letto un po’ in giro, ho cercato, mi sono informata, entro umani limiti, ovvio… e mi sono imbattuta spessissimo in allevamenti di vendita di razze varie.
      si chiamavan proprio così “allevamento tizio….allevamento caio”, essendo in zona ho buttato un occhio…per la legge italiana se allevi cani apparentemente di razza, ma legalmente meticci in quanto sprovvisti di pedigree…sei comunque in regola! sei allevatore!
      no ma fatemi capire…ma se son tutti qui a dire che i senzapedigree non si comprano perchè di meticci, anche bellissimi e gratuitamente adottabili è pieno il mondo…come è possibile questo?
      e ancora…
      faccio appello diretto agli allevatori seri: dite, pubblicate serenamente il prezzo dei cuccioli selezionati che vendete…se davvero non avete nulla da nascondere non dovete nemmeno vergognarvi! e spesso chi decide di comprar la tal razza…terrorizzato dai vostri silenzi (nei fora o nei siti on line) temendo cifre irrangiungibili, spesso poi va dai canari che, udite udite la follia, sparan cifre di poco, pochissimo inferiori a quelle di allevamenti selezionati!
      certo voi direte, colpa di chi compra informandosi poco e/o male… va bene, ci sta, una scelta per la vita va comunque programmata, studiata e ponderata… ma anche voi venite incontro a noi comuni mortali magari anche poco abili nelle ricerche on line…
      il cliente deve fare risposte chiare e ricerche mirate…l’allevatore, quello serio, a queste domande deve dare risposte altrettanto chiare…veniamoci incontro insomma 😉

    • Ti rispondo per esperienza diretta. Si.
      Non c’è bisogno di prenderli all’Est: ma se comoda, si può anche andare a prenderli lì.

    • Teoricamente no, nel senso che c’è sempre la possibilità che ti arrivi un controllo di cucciolata. Solo che un tempo “doveva” arrivarti, quindi era certo (o quasi…) che arrivasse il controllore dell’ENCI a verificare che la madre avesse davvero partorito e stesse allattando, che i cuccioli fossero della razza giusta eccetera eccetera. Adesso i controlli sono diventati “a campione”: ti possono arrivare, oppure no.
      Quindi, in pratica, SI, è possibile anche fare intrallazzi di questo genere 🙁

      • Cara Redazione

        Non é solo possibile, è una certezza … Eppure, se i concorsi e la struttura Enci non fossero questa lucrosa farsa (vedi i lasciti immobiliari all’Enci …) sarebbe facilissimo metterci rimedio. Col cucciolo ti do’ due provette, sigillate e firmate, coi peli di padre e madre. Se hai dubbi a spese tue gli fai l’analisi DNA, se non torna col tuo cucciolo e con i peli del deposito io Enci ti spedisco a calci in c.lo. Se hai ragione paga Pantalone nell’interesse pubblico (che si suppone Enci abbia), sennò paghi tu. Difficile ? Solo se ti scoccia fare l’ente serio …

        Pura fantascienza: meglio il lingua.in.bocca fra giudici ed cinque-sei allevatori blasonati a cui ho assistito all’unico concorso cui siamo andati.

      • ma se anche arriva un controllo di cucciolata non farà mica il test del DNA ai cuccioli, no? quindi se si “infilano” in una cucciolata dei bebè di altri genitori, stando attenti magari che siano tutti nati più o meno negli stessi giorni, non credo possano beccare gli allevatori disonesti. O sbaglio?

        • Purtroppo è vero che si possono infilare “bebè estranei” in una cucciolata: ma non è così scontato che più cagne possano partorire proprio lo stesso giorno, e fare pure cuccioli discretamente omogenei. Diciamo, quindi, che SE ci fosse un controllo ad ogni cucciolata non sarebbe poi così facile fare dei pedigree a cuccioli “infiltrati” (per quanto possano esserci differenze tra un cucciolo e l’altro, cani che hanno anche solo una settimana in più degli altri, in fase neonatale, li sgami proprio facilmente!).
          Il vero problema è che i controlli non sono soltanto casuali: sono anche oggettivamente pochi. E sull’alta probabilità di non essere beccati è assai facile che qualcuno ci marci.

    • Per quanto riguarda l’allevamento cani non posso rispondere, ma per i gatti posso garantire che “ravogli” e schifezze ne possono avvenire tante, senza il minimo controllo 🙁 Cambi di pedigree, cucciolate di genitori registrate su altri genitori…e chi più ne ha più ne metta!

  46. Cara Redazione
    Io ho comprato un cucciolo di pastore maremmano-abruzzese un anno e mezzo fa, da un allevatomento nominato. Con pedigree, naturalmente.
    Falso, naturalmente: il pedigree intendo. Il cane non so, ma credo proprio di sì. So però che il mio veterinario ha capacità paranormali, l’ha visitato, e vaccinato, due giorni prima che nascesse secondo l’Enci. Tutto scritto … Sarebbe figlio di un campione italiano e di una pluri.premiata: l’unico giudice che l’ha refertato l’ha descritto come ” poco tipico, orecchie a manico di anfora, qualifica buono”: una mezza cioféca, sembrerebbe. Non credo abbia avuto torto, al padre non vi somiglia per nulla, e vedo anch’io che non è di razza pura. Con tutto quel che comporta il non esserlo per un cane di questa razza (a me delle expo non frega una fava, ma dell’incolumità fisca sua e mia si)
    Sono stato fortunato, il mio Frankenstein è sanissimo ed abbastanza di buon carattere. Io gli voglio un gran bene per tante ragioni, e lui a me, ma è stata una truffa. Non è cane squilibrato, per fortuna, e spero che non mi muoia lí per lí. L’allevatore però si fa pubblicità su questo sito.
    Basterebbe poco: le mie pecore hanno fatto l’esame del Dna per la qualifica di razza, perché l’Enci riempie carta e basta ? Badterebbe un ciuffo di peli …

  47. Io sinceramente credo che il problema di base sia culturale. Ci sono troppe persone che credono che “un cane e’ un cane” e che scelgono solo in base all’ aspetto físico ignorando il carattere; ci sono persone che comprano il cane senza nemmeno sapere che i test genetici esistono (figuriamoci richiederli); ci sono persone che credono a tutto quello che sentono in televisione; ci sono persone che non sanno cosa sia uno standard di razza; ci sono tanti che prendono un cane e nemmeno hanno letto lo standard di razza; ci sono persone che credono che esistano le versioni toy di tante razze che non la hanno e che non fanno nemmeno lo sforzo di leggere l’ elenco delle razze riconosciute sulla pagina dell’ Enci (o della Fci)… e spesso tante persone hanno tutte queste caratteristiche allo stesso tempo.
    Come ci si puo aspettare che una persona che crede che il pedigree serva solo per fare expo, che crede che il chihuahua toy sia una razza a parte, che ha scelto il cane perche lo ha visto in televisione (nella borsetta della famosa di turno), che va a prenderlo senza aver mai letto lo standard di razza, che… come si fa a sperare che una persona del genere arrivando dall’ allevatore gli chieda se il cane e’ testato per malattie genetiche? C’e’ in giro gente che crede che i veterinari siano esperti di razze, che crede a tutto cio che dice il cuggino di turno, che…
    Purtroppo alla base della cinofilia (tra i proprietari di cani) regna l’ ignoranza piu totale.
    Per non parlare della superficialita di tante federazioni nazionali.
    Dico solo che per una assurdita burocratica al momento di iscrivere Balrog al RSR messicano io sono stato registrato dalla federazione come “allevatore di mastini spagnoli”; io che ho solo un cane maschio, che non si e’ mai accoppiato, per la Fci sono ufficialmente un allevatore…

  48. Caro Ulisse,
    chi ama i cani ama il meticcio, ma ama anche le curiose e meravigliose differenze tra un barboncino e un dobermann ed è felice che le razze vengano preservate, tutelate e migliorate. Questa la mia stringata risposta perché:
    1-non mi va di dire altro;
    2- non capisco perché leggi “ti presento il cane”.

  49. Ho letto quasi tutti i commenti. Chi più chi meno riguardano allevamenti, associazioni oppure club cinofili (amanti dei cani) Ma quali amanti dei cani??? Siete solo razzisti e inciucioni “il mio……. qui il mio…… là” Il vero amante dei cani e di tutti gli animali se ne frega della razza e nutre ribrezzo sia per chi li alleva che per chi li compra. Da lì c’è passata l’umanità, razzismo e schiavismo così con i cani si sono inventate le razze e così il cane da amico dell’uomo diventa merce ….vero cari allevatori??? Quando chiesere ad Einstein di che razza fosse rispose “RAZZA UMANA” così faccio con il cane che mi accompagna nella vita rispondo “RAZZA CANINA” Fighetti di tutto il mondo invece di COMPERARE un cane andate nei canili E’ GRATIS

    • C’era una cortese richiesta in fondo al mio articolo: “Non partite con la menata del cane che non si compra”.
      Speravo fosse recepita.

      • Scusa la franchezza Ulisse, ma i “salvatori della cinofilia” li sento tutti i giorni, domanda: “Hai mai fatto il volontario in un canile?”
        Io SI, l’ho fatto per quasi 4 anni, e posso dire di averne viste di ogni, e sono orgoglioso di dire di avere 2 cani: Guenda una Bovara e Camillo meticcio tg. media. Sono uno fighetto? Non penso… come tutti raccolgo gli escrementi di entrambi tutti i giorni e tento di educali civilmente.
        Perché devi partire a spada tratta contro le persone che decidono di avere una certa razza, definendoci “fighetti”?
        Il cane è uno splendido animale, che ha mille sfacettature create dalla sua selezione ed evoluzione (come le persone) se mi paragoni un Chihuahua, a un Doberman, a un meticcio… bhè non ci siamo capiti!

      • Ulisse se io in un cane ricerco determinate caratteristiche, mi devo rivolgere ad una razza espressamente creata per quello che cerco, un meticcio dara’ affetto, amore, e’ gratis tutte le cose che dici, ma non avra’ quelle cose che io cerco in un cane.
        Quanto ai fighetti mi vien da ridere, non credo sia da fighetti alzarsi alle 5 del mattino con qualsiasi tempo, portarlo a camminare e nuotare, asciugarlo riportarlo a casa, raccoglòierne le deiezioni, fargli fare almeno altre due uscite nel corso della giornata e non certo per le vie del centro a farlo ammirare.
        I fighetti son ben altri compresi i falsi moralisti.

      • No valeria, adesso c’e’ la nuova moda che ti vendono un meticcio con meno di 2 mesi, 1 vaccino, no documenti (asl e ovviamente microchip) a 280 euro… Ma non l’ ha venduto. No! E’ stato un rimborso spese! Un affarone!!!

      • Una persona che definisce i meticci, i canili, i volontari, le adozioni, delle “menate”, non merita una risposta (una educata, perlomeno).

      • Anche perché il cane GRATIS devono ancora inventarlo. Un cane preso in canile (anche se gratis) ha bisogno di vaccinazioni, cibo e annessi e connessi esattamente come un cane di razza. A meno che Ulisse non sia come il mio vicino di casa, che alla vista di un cane di razza, esclama:-ma quei cani li devi portare dal veterinario, e poi mangiano solo mangime che costa. mica come il mio bastardino che è sano (cioè non ha mai visto un vet) e mangia i nostri avanzi!

    • Sabato mattina mi sono alzata all’alba e ho attraversato mezza provincia per una prova di resistenza, a pranzo ho mangiato un boccone al volo con il dolce sottofondo dei miei familiari, che si esibivano nell’ormai conosciutissima hit “questa casa non è un albergo, sempre in giro con quei cani, se non inizi a frequentare altri esseri umani non ti si piglierà nessuno”, il pomeriggio di nuovo al campo a lavorare fino a tardi, domenica mattina altra levataccia per le piste, poi passeggiata distensiva in mezzo a campi e boschi (non si può mica solo lavorare), bardata in stile clochard con stivaloni di gomma e giaccone sporco di default perché che lo pulisci a fare, se dopo un secondo ti ritrovi già le zampate stampate dappertutto (in questa stagione sono pure in 3D, grazie al fango), con le tasche debordanti bocconi per il più grande, perennemente morto di fame, e palline per il più piccolo, perché il richiamo e’ ottimo ma sai mai che gli venga qualche schizzo, e per concludere in bellezza il week-end pulizia profonda di box e cucce, con tutti gli annessi e connessi, e pulizia della macchina, con aspirazione completa di fango e peli (che non si sa come arrivino sempre ad invadere finanche il cruscotto, e a metterli tutti insieme mi ritrovo un terzo cane da fighetta), e lavaggio di tutte le incrostazioni di bava. E perché sei hai cani da fighetta devi avere anche una macchina tirata a lucido in stile fighetta (la targa obliterata e tenuta su con dei cordini perché il piccolo ci si è rifatto i denti e’ infatti un dettaglio molto cool); non la tiro a lucido perché, se mi fermano, mi denunciano all’ufficio d’igiene e mi fanno rottamare l’auto come possibile arma batteriologica. Si, dopo un finesettimana così riposante ti senti proprio un fiore, e soprattutto very posh!

      • Alice, sei fantastica!!! La questione dei peli poi…questa mattina prima di uscire ho sbaciucchiato il gatto e il cane…..cheffffigura di m….a metà mattina parlavo col mio Prof e….SEMBRAVA AVESSI LA BARBA!!! Mi si sono attaccati tre lunghi peli sotto il naso e al mento (ehhhh, però mi ero messa il fondotinta nè) e siccome sono rincoglionita assai, mentre tiravo fuori il fazzoletto per dimostrare che NON erano peli miei (sono vanitosa?) mi sono cascati tre biscottini a forma di osso…Sono una frana!!!
        hemmm…uscendo dall’OT, fortunatamente, io ho avuto c….nel scegliere l’allevatore (che tra l’alto è un inglese e una inglese straordinari), da quello che leggo e sento in giro, c’è veramente da stare attenti, ma a volte non basta!

    • a Ulisse: a parte tutto il resto x cui ti hanno risposto, noi umani abbiamo accettato di condividere cibo calore, la nostra vita, con i cani perchè CI ERANO UTILI x vari compiti, x questo già ai primordi dell’associazione cane-umano si sono diversificate razze o meglio tipologie di cani adatte a certi compiti..il “meticcio generico/cane generico” amato solo perchè ci da amore (senza pretendere da lui alcuna attitudine/caratteristica particolare) è una cosa abbastanza moderna, prima o il cane era utile a qualche compito oppure non mangiava.
      La selezione da bellezza è una cosa moderna (200 anni circa, anche se animali da compagnia in numero limitato esistevano già prima), e ancor + la selezione solo da bellezza di razze da lavoro..ma i cani da lavoro diversificati x tipologia fisica/attitudinale (erano razze anche prima dell’avvento dei predigree e delle expo) ci sono da almeno 10mila anni (e se il cane non avesse avuto la capacità di diversificarsi fisicamente e caratterialmente x adattarsi a vari climi, compiti ed esigenze dubito che avrebbe avuto tanto successo al nostro fianco)..

    • Gratis?? Qualcuno è andato a vedere quanto incidono i canili sulle tasse che dobbiamo pagare? Probabilmente anche sulla famigerata IMU? Non c’è niente gratis a “sto mondo (in Italia ancor meno). Dietro ai cani “gratis” dei canili c’è un losco giro di interessi. Non propriamente animalisti. Quel “gratis” è comprensivo anche delle accise sulla benzina e sul gasolio più cari d’Europa, dell’IVA (in aumento), delle tasse occulte e non che paghiamo su TUTTO.
      Gratis è solo l’affetto che ti dà un cane, quando hai stabilito un rapporto di fiducia. E questo indipendentemente dalla razza o non razza.

    • Quoto e sottoscrivo, Ulisse. Alla tua definizione “razzisti” e “inciucioni” aggiungiamo “snob” e “insicuri in cerca di uno status symbol”, et voilà! Ogni volta che leggo o sento la frase “tanto i canili non si svuoteranno mai”, detta il 99% delle volte da uno/a pseudo-amante dei cani mai entrato in un canile e che spende migliaia di euro per i suoi purissimi esemplari, mi vengono i brividi. Certamente i canili non si svuoteranno mai, non certo grazie al vostro aiuto, e non finchè esisteranno i cagnari, le Sciuremarie, e gli snob, tre categorie da cancellare dal pianeta. Due paroline: amare i cani non significa amare solo la razza cui appartiene il vostro cane (questo fa di voi dei razzisti, non dei cinofili).

  50. Rileggendo quest’articolo mi sono ricordato di quando due anni fa ero alla disperata ricerca di un allevatore serio per la mia Guenda (Bovaro del Bernese). Posso dire che subito che sono invidioso, per chi ha trovato subito un allevatore serio e ne sia stato contento. Io per trovarne uno, che oggi posso dire “soddisfatto”, ci ho messo dei mesi, svariati chilometri fatti in macchina e la convinzione (come diceva Valeria) che non sempre tutti possiamo avere la stessa opinione di una persona (dottore, allevatore, educatore). Non mi sento un educatore e ne un istruttore, cinofilo, ma uno che ama i cani, e dopo anni passati con alcuni amici pelosi ho deciso di concedermi il “lusso” di comprarmi proprio quella razza, anziché andare come, con i cani precedenti, a prenderli in canile.
    Potrei (e mi era venuta l’idea) di scrivere un diario sulle cosa che si può trovare in giro, ma poi ho pensato che le querele poteva fioccare come la neve e per cui ho optato per la trasmissione orale, con chi mi chiedesse dei consigli. Quello che mi sono sempre chiesto è stato: “ma nessuno viene a vedere e/o controllare la struttura? A verificare cosa dicono gli dicono gli allevatori (fregnacce o verità), e cosa per me fondamentale come consegnano un cucciolo! (con annesso corredo)”
    Inizialmente ammetto che ero partito dicendo: “controllo quelli che ci sono in zona sia quelli che si definiscono Allevatori o pseudo tali e poi vado da quelli consigliatemi!”
    Ho visto cagne chiuse dentro box con i piccoli, dove l’unico contatto con l’uomo era durante l’ora della pappa, altrimenti sempre in stato “selvatico” per mantenere l’indole forte ed autonoma. Ho visto cuccioli di 40 giorni vestito come un’astronauta per evitare la trasmissione di malattie/germi e batteri nell’ambiente, questi cuccioli per tutti i 60 giorni vivevano rigorosamente tenuti in un ambiente “sterile e pulito”, e quando escono? Mistero!
    Ho conosciuto allevatori che alla domanda: “nel caso di un cucciolo chiaramente fuori standard, lei che fa?” (lo standard servirà ben a qualcosa?), non ho chiesto sconti e/o regali, volevo solo avere risposte (visto con i miei occhi c’erano dei soggetti già fuori standard) mi sono sentito rispondere che lui non li regala, e piuttosto che regalarli li lascia al canile o se proprio alla Natura.
    Una allevatrice finita la sessione di conoscenza domande/risposte mi ha risposto: “Certo che vuoi proprio sapere tutto!” se sapevo tutto potevamo anche ovviare questa allegra chiacchierata.
    Disperato per la scarsa qualità e professionalità, ho iniziato a farmi chilometri per scoprire che esistono persone serie che chiedono, se avessi preso un cucciolo da loro, di mantenere dei contatti di essere informati e contattati nelle varie fasi. Di persone che creano campioni che spesso vincono gare (e ti spingono a parteciparvi!), e all’opposto di altri che allevano con amore, ma che fanno pochi cuccioli all’anno e che hanno liste di attesa lunghe, quasi peggio di come se si dovessi prenotare una visita con il CUP. E poi in mezzo alla massa ho trovato lei, una signora che mi ha convinto nel suo modo di essere, di lavorare e di allevare, ma che fatica!
    E poi leggi di Fabiana Buoncuore, di quando ha “affidato” i suoi cuccioli ai nuovi proprietari, che non ha dormito, e che il giorno dopo è corsa a chiamarli per sentire come stessero e se c’erano dei problemi, e mi ripeto a mo di preghiera “esistono persone speciali… esistono persone speciali…”

    • ciao, sono un’amante anche io dei bernesi e ho intenzione di prenderne uno ma non nell’immediato futuro quindi sono ancora in fase esplorazione. Sarei interessata a conoscere i nomi di questi allevamenti per avere un’opinione in più! io sono in Liguria ma mi muovo nel nord-centro italia per un cane che sia sano ed equilibrato. Alle expo non sono interessata, il cane deve essere esclusivamente un membro della famiglia e al max abbaiare se arriva qualcuno dalla porta. Se hai tempo e voglia.. steobe88@hotmail.it 😉 GRAZIE!

    • Anche io ho acquistato un bovaro del bernese e mi sono trovata a fare le tue considerazioni. Io ho scelto l’allevatore che ha posto a me dei paletti. Quello che ha esordito dicendo “io seleziono guardando per prima salute e carattere.. Se il cane non ha la punta della coda bianca pazienza”, quello che prima di darmela si è assicurato che avessi un giardino non pavimentato, quello che alla mia domanda “vorrei andare in montagna quando il cucciolo avrà 6 mesi. è un problema?” mi ha risposto “dipende”.
      L’ho trovato serio ed ho preso la bestiona da lui nonostante ci separasssero 8 ore di macchina e fosse il più caro tra quelli che ho sentito.
      Non me ne sono pentita.

      Con la mia prima e per ora unica cucciolata (da privata) ho cercato di fare il meglio che potessi. Nella mia ignoranza ho cmq cercato un maschio sano, di buon carattere, con un buon pedigree e con le lastre ufficiali perfette, mi sono fatta seguire passo passo dal mio veterinario, ho letto mille cose, ho tormentato la povera Valeria con mille mail, non ho lesinato in spese su NULLA, ed ho fatto seguire i cuccioli da un educatore nella socializzazione. Ho rifiutato di dare un cucciolo alle persone che pensavo non fossero adatte a questa razza (e viceversa).
      Ad un cucciolo i testicoli son scesi in ritardo e mi sono offerta (nel caso non scendessero) di rimborsare metà della cifra pagata (l’altra metà copriva a malapena le spese). Ho cercato di essere chiara ed ho consigliato a chi voleva un cane da expo di rivolgersi a un allevamento serio e quotato (non perchè i miei cuccioli fossero brutti ma perchè un allevatore “esperto” può riconoscere delle potenzialità morfologiche in un cucciolo, cosa che io non so fare).
      Sono in ottimi rapporti coi proprietari dei “miei” cuccioli e sono felice perchè penso di aver scelto benissimo.
      Davvero mi offende sentire che i privati sono spesso comparati ai cagnari e mi offende l’equazione “cucciolata da privati=cucciolo di serie B”.

      • Bhè mi spiace che ti senti offesa, ma posso non essere d’accordo con te? Ci sono allevatori bravi e allevatori raccapezzati, come ci sono privati bravi e privati caproni; ma tutti i bravi allevatori da qualche parte sono partiti. Leggi per esempio questo post scritto da una Allevatrice (con la A maiuscola) che pone una domanda elementare, e spiega tutto il senso.
        https://www.facebook.com/notes/stefania-keepinmind-bertazzoli/il-soggetto-migliore/10152394029248242

        Ora la prima domanda che mi viene spontanea da farti è “Perchè hai fatto accoppiare la tua Lana?”. Le risposte posso essere mille: volevi avere un suo cucciolo, volevi provare l’ebrezza della maternità, del caos e la rumba che portano i cuccioli?
        Seconda domanda, hai trovato un allevatore serio a 8 ore di macchina e poi? È sparito… Credo che un bravo allevatore sia colui che richieda almeno di essere informato e ti possa dare dei consigli utili per trovare il giusto maschio per una monta, giusto per mantenere una filosofia nella linea di sangue. Ti copio (spero non ne abbia male) cosa dice Silvana Vogel Tedeschi (una delle più note esperte di questa razza, ma applicabile per tutte le razze): “Ciò che mi aspetto dai proprietari dei nostri cuccioli(…) Mantenere i contatti con me informandomi dello stato di salute e del carattere dei loro cuccioli, per poter condividere i momenti di gioia, come pure le preoccupazioni o i dubbi che sorgono in chi adotta un bovaro. Anche quando crescono e diventano adulti mi fa davvero piacere poterli seguire, per conoscere i risultati degli accoppiamenti che ho scelto e perché ricordo ognuno di loro con affetto, pure a distanza di tempo.”
        Non critico chi fa accoppiare la propria femmina, o voglia far fare delle monte al proprio maschio, ma non basta che il cane sia esteticamente bello e che abbia fatto le lastre per intraprendere la carriera da Allevatrice Amatoriale. La linea che separa l’AMATORE dalla SIURAMARIA a volte è molto sottile, fin troppo spesso (se non sempre) si incappa in cuccioli a prezzi da far concorrenza agli allevatori, e a sto punto ti chiedo: Perché per prendere Lana hai fatto 8 ore di macchina?

        • Diego: Per carità sei liberissimo di non condividere. 🙂 Peraltro non mi rivolgevo direttamente a te ma a un modo di pensare.
          Ho fatto accoppiare la mia Lana perchè è un esemplare tipico, di buon carattere e sano e perchè mi sono “appassionata” di bernesi. Non escludo di ripetere l’esperienza e non escludo di aprire in futuro un piccolo allevamento.
          L’ho presa perchè desideravo un cane e un bernese era il cane che meglio risponde alle mie esigenze in questo momento della vita. Non l’ho presa specificatamente con l’intento di farla accoppiare ma non escludevo di farlo (cosa che ho comunicato all’allevatore quando l’ho presa).
          Allevatore che peraltro non è sparito (e mi dispiace molto di aver dato quest’impressione). Per mesi gli ho mandato una mail ogni settimana perchè voleva che pesassi Lana durante tutto l’arco della crescita per controllare che non crescesse troppo in fretta ed è sempre stato disponibile per qualunque mio problema, dubbio e necessità. Ha persino messo una sua foto sul suo sito.
          Semplicemente vivendo così lontano (e non avendo maschi “papabili” per l’accoppiamento in allevamento) ho preferito farmi seguire dal veterinario (di cui mi fido).
          Riguardo gli “introiti” ti assicuro che sono ridicoli. Nulla che valga due mesi (di cui uno trascorso a pulir cacche), in cui sei assorbito in ogni minuto libero del tuo tempo da questi piccolini così pieni di vita. Lo fai perchè è un’esperienza meravigliosa, perchè c’è qualcosa di magico in questi nanetti che crescono e perchè vederli venir su belli, sani e felici e rendere felici delle famiglie è una cosa meravigliosa.

          Se volessi arrotondare farei, in tutta franchezza, altro (possibilmente qualcosa che non preveda l’interazione con la cacca :-P).

          Tati: Non ci siamo capite: io penso che le cucciolate dei privati (parlo esclusivamente di quelli scrupolosi) rispondano a un certo tipo di esigenza.
          Vuoi un cane campione di expo? Vai da un allevatore esperto e quotato e ti prendi un cucciolone di 8-9 mesi dalla morfologia estremamente promettente. Vuoi un cane sano e seguito col pedigree “con “quell’aspetto e quel carattere” per la vita in famiglia? Puoi scegliere un allevatore o risparmiare un pò e rivolgerti ad un privato. Chiaramente prendendolo da un allevatore (scrupoloso) hai la sicurezza di una persona che può consigliarti con maggior scrupolo e (si spera) competenza e la conoscenza di una “linea di sangue” di cui bene e male si conoscono alcune caratteristiche. Io stessa ho scelto un allevatore per questo motivo.
          Però spesso “target” d’acquisto di chi si rivolge a un privato fa spesso concorrenza non agli allevatori ma ai negozi.

          Non mi sognerei mai di dichiararmi “allevatrice esperta”, anzi sono sempre stata oltremodo chiara con tutti riguardo i miei limiti e la mia inesperienza! è stato altrettanto chiara a tutti però la mia scrupolosità e la mia volontà di “fare le cose perbene”.
          Posso, non senza grossi handicap, giudicare la morfologia di un bernese adulto ma in un cucciolo di uno\due mesi non riesco a “vedere” il cane che sarà. Se tu sei in grado di farlo hai tutta la mia stima.
          Per riprendere la tua metafora non sarai Ferran Adrià, non sarai una che cucina per lavoro ma potrai pure definirti una “che cucina con amore” e magari anche offenderti se senti dire che “chi non ha fatto l’alberghiero” cucina sempre e solo un mucchio di porcherie”?!

      • Scusa ma non ti seguo. Parli di cuccioli di serie A e serie B, e quindi mi sono incuriosita, allora ho riletto quello che hai scritto e rileggendo deduco che per te i cuccioli di serie A sono quelli che nascono “da un allevamento serio e quotato”, possono andare sicuramente in Expo, di conseguenza i cuccioli di serie B provengono dai privati e/o da scarti degli allevamenti. Se ragioniamo così, sei quindi tu, però, la prima che classifichi i tuoi stessi cuccioli di serie B, (cito) “non perchè i miei cuccioli fossero brutti ma perchè un allevatore “esperto” può riconoscere delle potenzialità morfologiche in un cucciolo, cosa che io non so fare” dunque cosa hai fatto? Ti sei buttata nell’allevamento dopo aver letto (si spera) qualche libro di genetica o cinofilia, non hai mai frequentano esposizioni e non ti sei mai confrontata con giudici e/o altri allevatori (almeno non ne parli), ipotizzo quindi che ti consideri una intenditrice di questa razza solo perché ne possiedi un esemplare, ma non esperta da giudicare ciò che fai nascere tra le tue mura? Quindi cosa hai fatto nascere, se non sai giudicare le potenzialità? Quale filosofia sta alla base del tuo allevare?
        Ti faccio un esempio. Mio figlio e mio marito mi ripetono tutti i giorni che sono una brava cuoca, a questo punto decido di aprire un ristorante, tanto so cucinare bene! Secondo te quindi posso definirmi una cuoca come Cracco, Cannavacciuolo o Barbieri? Istintivamente stai ridendo e pensando “oddio no! dai! per arrivare ai loro livello ne devi fare di gavetta, studiare e sperimentare”, bene l’allevamento non è diverso da questo. Non puoi pensare di “essere” allevatrice se non hai delle competenze che ti portano ad essere realmente oggettiva sulle cose che stai facendo, non ci si alza una mattina e si scopre che Bubu è in calore e taaac mille mail, chiama il veterinario, leggi su internet ed ora sono una guru dell’Allevamento, però ci si offende se ci dicono che abbiamo cuccioli di serie B… facciamoci un esame di coscienza.

  51. Valeria hai ragione, troppi club di razza, minimizzano le tendenze a certe patologie della loro razza. Innanzitutto credo sia importante che si tratta di patologie possibili in tutti i cani, ma che una razza ne sia particolarmente colpita DEVE indurre attenzione in coloro che amano i cani, e se li vendono dovrebbero fornire tutte le garanzie del caso. (non si fa cosi anche con le auto?). Io sono incazzato con chi esaspera le prestazioni dei cani, con chi li umanizza troppo perchè tutto questo è mancanza di rispetto, e amore.
    I randagi? Una piaga un po’ voluta x speculazioni, pietismo e voglia di sentirsi buoni, molto per ignoranza.
    Credo proprio che Enci debba rivedere bene il suo ruolo, Rilasciare un pedegree non è solo x le esposizioni, quindi morfologia dell’albero genealogico, e obbligo di test e garanzie di esanzione dalle patologie geneticamente trasmissibili, DEVE ESSERE requisito indispensabile al rilascio dello stesso.
    Che questo valga anc he per i privati ovviamente.
    cordialità

  52. noto allevatore di pastori tedeschi, chiacchierando gli dico “io li testo anche per la mielopatia”
    e lui “io no faccio solo lelastre per la displasia tanto la mielopatia viene quando sono vecchi”
    no comment…

  53. Anche io per fortuna ho trovato un allevatore serio, anche se il cane in questione era un lazzaretto ambulante. Ma ogni problema è stato affrontato con l’appoggio dell’allevatore, è stato lui a chiamarmi per dirmi che i fratelli del mio yoshi avevano la gastroenterite, che poi ha manifestato anche lui il giorno dopo, ed è stato lui a pagare le spese del ricovero. Il cane è morto da più di un anno e ancora siamo in contatto, e lui ad ogni cucciolata mi avvisa che un cane per me è sempre disponibile a costo zero. Per questo, pur avendo adottato ora un trovatello, se dovessi fare il bis andrei da lui.
    @valeria: anche io voglio leggere un tuo romanzo rosa! 🙂

  54. In tutto questo caos che è l’odierna cinofilia, una cosa almeno mi rincuora: sapere che Valeria ci ha messo due ore a scrivere quest’articolo! Me la fa sembrare più umana 🙂
    Battute (per sdrammatizzare) a parte, questa realtà degli allevatori canivendoli che guardano solo al proprio interesse mi riguarda da vicino, considerando la storia del mio cane. Ma che tristezza… non so davvero che altro dire.

  55. Ho letto l’articolo con estremo interesse e ho riletto il vecchio articolo che avevi scritto sempre sul discorso allevatori. Ho letto anche quello che si potrebbe fare e ti giro qualche domanda: ma quando l’allevamento è riconosciuto ENCI e si sa che fa “pasticci” rinsanguando la razza con sangue che non c’entra nulla? E quando lo stesso allevamento è praticamente a capo del club di razza? Che si fa?! Inoltre, non ricordo se in questo articolo o nell’altro parlavi dei risultati in EXPO….e se sempre il suddetto allevamento è talmente una potenza che ha il monopolio nelle Expo, anche laddove di cani più belli e più bravi ce ne fossero e in automatico (perché per alcune razze anche le Expo sembrano peggio della mafia!) devono vincere i suoi cani, che fai?! Spesso si hanno allevatori che sulla carta sono fantastici, hanno grandi campioni, poi arrivi lì e, a differenza di quanto scrivevi, l’allevatore non è mnimamente amato dai suoi cani e, dell’ultima cucciolata, nonostante non siano passati i 60 giorni, la madre la trovi in un box e i cuccioli sono separati da lei, senza contare che di una cucciolata di 7 cani, 4 sono già stati venduti. Io un cucciolo così l’ho preso, consciamente, e ci ho sbattuto le corna, adesso è un cane che mi piace molto, ma ovviamente ci ho dovuto faticare, senza contare che a volte, quando meno me l’aspetto, qualche “recrudescenza” dovuta alla mancata cura avuta dall’allevatore nei primi due mesi, esce fuori. Eppure questo allevamento ne sforna in continuazione e il risultato è che sono cani problematici per la maggior parte, che vengono dati via dopo il primo anno, anno e mezzo. A volte, mi spiace dirlo, ma ci sono privati che fanno una cucciolata con molto più criterio, che ci stanno dietro, non solo li vaccinano e li sverminano, ma fanno i test di rito e stanno attenti a tenerli il tempo necessario con la madre e a introdurli nel mondo, iniziando a far conoscere loro quanto più possibile, vista la loro tenera età. Io mi chiedo come si possa sminuire comunque lo strapotere di allevatori così!!!

    • Ti rispondo come posso:
      a) se si sa che un allevatore “pasticcia” con varie razze, ovviamente, la cosa andrebbe denunciata all’istante: però ci vogliono prove certe (leggi: DNA) e bisogna accollarsi le relative spese. Presumo che, in presenza di prove certe, l’ENCI si muoverebbe… ma a me non risulta che siano mai state fornite queste prove. Di chiacchiere ne ho sentite tante (in parecchie razze…), di denunce circostanziate non ho mai avuto notizia;
      b) non credo che nessun allevatore possa avere il “dominio assoluto” sulle expo. Anche qui le chiacchiere si sprecano, le illazioni pure…e in diversi casi c’è sicuramente un fondo di verità: ma un conto è avere “nella manica” qualche giudice, un altro è averli tutti sotto controllo, dagli italiani agli stranieri. Non credo (ripeto, non “credo”… poi in questi casi le prove sono praticamente impossibili da ottenere, a meno di non ricorrere a intercettazioni o cose simili!) che esista alcun allevatore che controlla proprio tutto: quindi basta cercare di evitare i giudici “sospetti” (o al limite, andare all’estero). Non che questo giustifichi la “mafia” che indubbiamente esiste (eccome, se esiste!): però non possiamo neppure utilizzare la “mafia” per giustificare il fatto di non avere un cane all’altezza (e purtroppo ne ho sentiti taaaaanti che accusano “giudici venduti” e affini, quando poi hanno in mano un cane palesemente mediocre);
      c) il fatto che l’allevatore non ami i suoi cani (e viceversa) per me è una delle condizioni che mi fanno scappare a zampe levate: per altri non è così, evidentemente… ma poi le conseguenze si vedono. Tu stessa hai potuto notarle, ma dici di aver scelto coscientemente, quindi che te posso di’? Spero che ti sia servito da lezione per il prossimo cane che acquisterai…
      d) di privati che “ce la mettono tutta” (più di molti allevatori) per crescere una cucciolata sana e di buon carattere è sicuramente pieno il mondo: però anch’io potrei mettercela tutta per fare un’ottima operazione a cuore aperto. Potrei metterci tutta la passione e l’impegno del mondo…ma resta il fatto che non saprei da che parte cominciare e che probabilmente tutto il mio amore e la mia passione non mi impedirebbero di ammazzare il mio paziente. Il privato non può (se non in casi davvero eccezionali) avere tutte le competenze necessarie a programmare, allevare, gestire una cucciolata: o per lo meno, non può averle allo stesso livello di quelle che dovrebbe avere un allevatore.
      Se poi mi dici che molti allevatori, con tanto di affisso, hanno ancor meno competenze della Sciuramaria… non posso che dirti “sì, è vero, hai ragione”. Però qui rientriamo nel problema ENCI, che gli affissi li concede a cani e porci: sull’altra faccia della medaglia, in compenso, ci sono i molti – grazie al cielo – allevatori che non hanno faticato a prendere l’affisso, ma che le competenze se le sono fatte lo stesso, con lo studio e con l’esperienza. La cosa grave è che non abbiamo alcun mezzo sicuro per identificarli…

  56. In qualità di Presidente dell’Hovawart Club Italia ringrazio Valeria per l’attenzione che pone sulla salute dei cani e tengo a precisare che a tutt’oggi non abbiamo casi accertati di Mielopatia negli Hovawart ma, essendo consapevoli che questa patologia può colpire tutte le razze, ci siamo prontamente attivati suggerendo a tutti coloro che vogliono fare riprodurre i propri soggetti di testarli al fine di evitare accoppiamenti non compatibili. Inoltre, stiamo avviando un progetto di ricerca sulla malattia in collaborazione con un Istituto Universitario e sul quale a breve potremo dare ulteriori dettagli. All’interno del Club di Razza, ci teniamo a non sottovalutare qualsiasi aspetto relativo alla salute. Ringraziandoti ancora, ti saluto cordialmemte.

  57. Carissima Valeria, conosco tutto (o quasi) dell’ambiente encino; ma amo i cani di razza, amo la competizione ed ho vissuto nel “circo” per oltre 50 anni. Ma, dopo i primi anni, che mi sono stati utili per capire quel “quasi tutto”, mi sono isolata. Sono andata avanti da sola, senza ascoltare pseudo amici e ignorando corrotti e corruttori. In silenzio ho sofferto, ma ho amato ed allevato i miei cani nel migliore dei modi. Sani e belli e rispettando lo standard. Oggi, attorno a me, non c’e’ nessuno, perche’ non sono mai stata una musa appigionata e come tale ho infastidito troppi. Ho conosciuto molti allevatori come quelli da te menzionati. Oggi sono ancora piu’ numerosi, perche’ lo show ha preso decisamente il sopravvento sulla passione per la razza. Animalisti e non animalisti si rivolgono al cane in modo egoistico, deviato e altamente criticabile. Il cane resta un essere superiore, un alleato meraviglioso, ma amato male. Pochi, troppo pochi sono coloro che possono essere definiti amatori sinceri e corrretti, allevatori rispettosi e sinceri. Ciao, ada

  58. Bell’articolo…
    Purtroppo però è proprio la cultura di base che non c’è.
    Io ho un Cane Lupo Cecoslovacco, quando dico che l’ho pagato 1400 euro (e non è neanche uno dei più cari), mi guardano con tanto d’occhi… ma così tanto? Ma è un furto, come si fa…
    Si fa che io con l’allevatore, un pò per merito, un pò per fortuna, mi sono trovata benissimo.
    Tutti i riproduttori testati per displasia, DM e dwarfismo, cuccioli tutti vaccinati regolarmente, col loro microchip,libretto e pedigree da ritirare in delegazione enci, dati all’anagrafe comunale compresi.
    Ho anche la fortuna di averlo vicino casa… e quando la prima cucciola che avevo preso ha preso il tetano l’ho subito avvisato… lui è stato estremamente partecipe, anche quando è venuta a mancare. Testardamente ho insistito con la razza e sono tornata da lui, stessa situazione, ogni tanto viene anche a vedere come sta il cagnaccio ed è disponibile a consigli per lastre, esami e alimentazione… e io non dovrei pagarlo????? Non è un santo e i cani costano, chiunque ne abbia uno dovrebbe saperlo.
    Proprio perchè esistono questi allevatori gli altri dovrebbero essere stroncati!

  59. Con i cani “di moda” è forse più facile informarsi. Quando non lo è, conosci proprietari che hanno il cane di 13, 8 o 5 anni, preso sano bello ed equilibrato nel l’allevamento X dove nel frattempo le cose sono cambiate, per la crisi, per la perdita di poesia, perché al padre si sono affiancati i figli, forse più imprenditori che allevatori. A volte anche informandosi mesi si prendono cantonate. Poi non è detto che da chi non è serio si prendano necessariamente cantonate o da chi lo è si trovano sempre cani sani e belli. Però l’allevatore serio accompagna cani e
    padroni nel bene e nel male, si prende le sue responsabilità e usa gli “errori” come esperienza per migliorare….non fa certo “spallucce” se qualcosa va storto.

    • xPaola: Io non ho mai avuto cani “di moda”. L’unica razza che poi è diventata “di moda” era il Cane Corso, ma io avevo preso ancora prima del bumm. Le altre come il Setter Irlandese, L’Alano, il Tervueren ma anche il Pomeranian non erano mai di moda. Il Pastore Tedesco è l’unico tra di loro che di moda forse sempre stato un po’, ma nei miei tempi chi voleva avvicinare al mondo dell’addestramento per forza di cose sceglieva un Pt. Per qui no, non credo che centri se di moda oppure no, se non nel caso in qui uno dovesse scegliere una razza quasi o del tutto sconosciuta.Anzi ne sono convinta che sia molto più difficile trovare l’allevamento giusto quando si tratta delle così dette razze di moda…

      • Volevo dire che quando un cane è “di moda” fioriscono allevamenti come le primule in primavera e, secondo me, è piu facile fare un confronto. Quando per una razza hai 3 allevamenti in tutto e tutti sembrano seri, pensi di andare sul sicuro, invece….

        • Appunto, nascono improvvisamente così tanti che per una persona poco esperta diventa molto più difficile fare una scelta occulta. Non parlando del fatto che per forze di cose ci saranno molto più cani selezionati ad capochiam, perciò aumenta la possibilità di imbattersi nei soggetti problematici sia al livello caratteriale che di salute, oltre ovviamente di quello morfologico.
          Come ho scritto prima può essere ugualmente problematico anche la scelta di una razza semi sconosciuta, ma questo abbastanza comprensibile…
          Quello che volevo dire prima era proprio questo: non basta che un allevamento apparentemente sembri seria. Bisogna prima di tutto informarsi bene sulla razza e poi sugli allevamenti. Oggi giorno quando tutto alla portata di mouse è molto più semplice che non una volta. Per dirne una,quasi per ogni razza esistenti si possono trovare anche dei forum dove se ne parlano di tutto ciò che riguarda quella determinata razza, compresa l’esperienza con i vari allevatori.
          Ce ne sono tante altre cose che possono aiutarci nella scelta, ma di questo Valeria aveva già scritto diverse volte.

  60. E’ molto difficile. Purtroppo se un allevatore e’ serio si Sa! solo con l’ esperienza e dopo molte altre fregature.
    Per questo ringrazio il mio allevatore, la sua famiglia e tutti i suoi nani.
    Per me c’e’ sempre stato, nel bene, nel male anche quando mi doveva sgridare (e ti urla, certo) per qualcosa che avevo fatto.
    Anche quando ti fa aspettare anni per avere quel cane, perche’ lui sceglie cosi’!

  61. Si potrebbe fare (non so se esiste giá) una lista delle varie patologie piú importanti per cui vanno testati i cani? So che variano da razza a razza,ma credo sarebbe utile avere una lista di riferimento da consultare per chi vuole acquistare un cucciolo, perchè purtroppo su internet c’è una confusione inaudita e nn sempre è facile per un neoproprietario, che magari nn ha conoscenze di veterinaria/genetica, capire quali sono le malattie per cui una razza andrebbe asslutamente testata, quali sono opzionali e quali inutili e di conseguenza valutare un allevatore.

    • Ma scusa, quanto ricerca un neo proprietario prima di prendersi il cane? 5 minuti e poi acquista? Io ci ho messo MESI ad informarmi, in tutto quel tempo si ha modo di conoscere non solo allevatori ma soprattutto altri proprietari che sono disposti a dare una mano e spiegare tutto (e lo dico perché ho ricevuto aiuto da loro quando mi stavo informando, e ora che sono proprietaria a mia volta faccio lo stesso)… non è per cattiveria, il prontuario sarebbe sicuramente COMODISSIMO e fantastico, ma non ci sono solo le malattie ereditarie, c’è da imparare a valutare un attimino (o da farsi aiutare) a capire se il cane è non solo sano ed in standard fisicamente ma ANCHE E SOPRATUTTO caratterialmente…

      Insomma, anche informarsi deve essere fatto a modo, non cinque minuti a guardar foto… OK guardare foto, ma poi leggere, vedere cani dal vivo, parlare con chi con quella razza ci vive, ecco!

      • Ti posso garantire che anche se passi mesi a cercare e informarti sugli allevatori, non è detto che alla fine non ti becchi la “fregatura”.
        Io ci ho messo mesi a girare per allevamenti ( anche perchè la spesa non era poca), chiedere informazioni, guardare i genitori della cucciolata e a scegliere… ma alla fine mi son preso la mia “fregatura” con un allevatore riconosciuto enci con tanto di affisso!! Cane con displasia all’anca e pure criptorchide e ho anche scoperto che i fratellini e le sorelline non erano messi meglio!! A guardare il pedigree la prima domanda che sorge spontanea è “ma com’è possibile?” Nessun parente con dispalsia al massimo c’è un B, tutti campioni di riproduzione e bellezza, mega pedigree perfetto.. e una cucciolata piena di difetti… Detto questo, a mio avviso, fin quando l’enci “camperà” grazie agli allevatori, non cambierà mai nulla!

        • Aspetta, Eduardo, a prescindere che secondo me l’affisso Enci NON è indicativo della qualità (e infatti io son finita da una cucciolata privata), quando si prendono “prime cucciolate” (se non era una cucciolata ripetuta, ovviamente, non lo dici nel commento) ci si assume una certa percentuale di rischio sulla riuscita, perché la ricombinazione genetica è una bastarda. Specie perché la displasia è TANTO multifattoriale.
          Non so di che razza si parli, quindi non so se valgano le stesse cose della razza che ho io, ma è una cosa che un buon allevatore (e 10 minuti di ricerca on line sulla displasia dell’anca) evidenziano subito. La differenza è che un buon allevatore, se capita una cucciolata del genere, non la ripete, magari rimborsa qualcosa ai proprietari (vizi redibitori, coperti se si ha un contratto), e si preoccupa di sapere come stanno i cuccioli.

          Un cagnaro, NO.

          • Fino a prova contraria già solo il fatto che un allevatore è riconosciuto enci “dovrebbe” essere una garanzia.. chissà che forse sono io sbagliato e che ho sempre immagino che l’enci si degnasse di controllare gli allevamenti, prima di accettare l’iscrizione.. l’affisso a un allevatore cosa di più.. quindi forse sempre per la mia fervida immaginazione, credo che dovrebbe essere una cosa in più che garantisca “la qualità” altrimenti a cosa serve l’enci? e io, perchè devo pagare fior fiori di quattrini per un cane con il pedigree? (che attualmente me lo domando lo stesso, perchè a parte dirmi chi sono i genitori e parenti, non fà.. senza contare che le lastre ufficiali nemmeno sono obbligatorie)
            Per quanto riguarda “prima cucciolata”, no non era la prima volta che i genitori del mio venivano accoppiati e se non erro era già la 3 volta…
            Per la displasia di certo a 2 mesi non si vede se il cane ne è affetto ( per quanto possa essere la displasia, multifattoriale si sà che di base c’è il fattore ereditario, perchè non credo che in una coppia che non è portatrice possano nascere 3 cani displasici) … ma il criptorchidismo si nota si, visto che il mio veterinario se nè accorto subito.. quindi in quel caso l’allevatore se ne è fregato altamente di controllare. Per quanto riguarda il rimborso l’allevatore se nè lavato le mani alla grande e l’unica cosa che mi è stata proposta è stata la sostituzione del cane ( cosa che ovviamente non ho fatto)e quindi che fai? spendi milioni di euro in avvocati? per cosa poi? tanto anche se vinci la causa, che minimo dura anni, i soldi che prendi li devi dare all’avvocato!! e nel frattempo le operazioni al cane comunque te le devi pagare tu…
            Io personalmente da un allevatore non andrò mai più e questa rimane la mia idea, poi per carità ci saranno anche le mosche bianche, ma il rischio non lo corro più…

        • non mi fa rispondere sotto.

          Purtroppo, come dici tu, l’affisso ENCI DOVREBBE (condizionale d’obbligo) essere segno di qualità, ma al momento è solo indice che uno ha almeno DUE fattrici e fa tre cucciolate ogni due anni (così è, non ci sono altri requisiti se non sbaglio). La cinofilia in Italia FA SCHIFO, purtroppo.

          Ma degli altri fratelli non ci sono casi simili? oppure anche le precedenti cucciolate hanno lo stesso problema?

          Sulla displasia, purtroppo anche due genitori esenti possono produrre prole affetta, proprio perché la ricombinazione genetica è una stronza.

          Riguardo al criptorchidismo, a 2 mesi non è ancora definitivo, in genere si danno alcuni mesi ai testicoli per scendere, però il comportamento dell’allevatore non è comunque stato corretto.

          Io ti ripeto, avrò avuto culo, ma mi sono rivolta ad un’allevatrice privata invece che ad un grosso allevatore… e mi son trovata straseguita, ecco.

          Però capisco la tua incazzatura, ne hai sicuramente ragione…

          • “Fino a prova contraria già solo il fatto che un allevatore è riconosciuto enci “dovrebbe” essere una garanzia…” Mi spiace deluderti ma la prova contraria c’è eccome, è scritto sul sito dell’ENCI nero su bianco:
            “… tutti coloro che intendano allevare in modo serio, avranno la possibilità di dare da subito un proprio identificativo all’allevamento, che nel tempo, PUO’ DIVENTARE O MENO, anche un marchio di qualità…”

            Penso che questa frase sia abbastanza chiara. L’affisso non è una garanzia, ma un semplice “cognome” il quale può anche dare delle garanzie sì, ma non è una cosa automatica. Una volta sia capito cosa davvero significa l’affisso, viene anche più facile a comprendere che non basta basarsi soltanto su questa caratteristica per la scelta di un cucciolo.

            Per qui non ci sono delle certezze assolute su dove andare prendere un cucciolo, ci sono soltanto per quanto riguarda a dove NON andare. Negozi, fiere, commercianti di cani ecc…lo sappiamo tutti, se ne parla da una vita.

            Rimangono gli allevamenti con l’affisso o quelli amatoriali e in alcuni casi anche privati.

            Io personalmente fino adesso quasi tutti i miei cani avevo preso negli allevamenti con tanto di affisso. 2 volte ho preso dai privati ma sapevo benissimo cosa c’era dietro a quei cani, conoscevo sia i genitori che la genealogia dei loro cani.
            Anche adesso sto aspettando un cucciolo da un privato, ma da un privato che aveva fatto tutti gli accertamenti per quanto riguarda la salute della sua femmina, conosco la genealogia del cane oltre che i risultati raggiunti in expo e nello sport. Ovviamente conosco altro tanto bene anche il maschio che intendono utilizzare, proprio per questo ho deciso di prendere un cucciolo da lì. Una combinazione molto promettente che mi piace molto.
            Purtroppo la sicurezza totale non esiste quando si tratta di essere viventi, di qualsiasi specie si tratti, ma con un po’ di buon senso si possono notevolmente ridurre i rischi. Certo per questo ce da andare un po’ più a fondo, fare delle ricerche e poi non fa certo male conoscere un po’ la razza in questione ecc…

  62. Noi abbiamo purtroppo avuto una brutta esperienza. Il nostro cucciolo sta bene ora, ma due giorni dopo essere arrivato a casa siamo dovuti correre dal veterinario. Diagnosi: tosse dei canili. Niente di grave per carità….il cucciolo però non ha mangiato per 4 giorni e beveva solo perché gli davo con la siringa. Aveva la temperatura corporea bassa e dirmiva tutto il giorno. L’ allevatore, che ho chiamato solo per avvisarlo di controllare gli altri cani, mi ha risposto che tosse dei canili lui non ne ha mai vista. Ci sono rimasta malissimo, non l’ha presa certo a casa mia…. In compenso ho trovato un bravo (e serio) veterinario che lo ha curato a forza di punturozzi di superton e penicillina senza voler essere pagato. Ora il cucciolo sta bene, è allegro e solare. Il suo allevatore non ha mai chiamato per sapere come stava. Il mio cucciolo non è di quelli di moda, l’anno scorso all’Enci ne sono stati iscritti solo 53. Forse varrebbe la pena metterci più amore, perché è l’ingrediente più importante per ottenere bei cani, sani e felici. Alla fine il 99% di chi prende un cane , anche se di razza, cerca un amico che possa fargli compagnia più a lungo possibile, non un oggetto da esposizione.

  63. L’hai detto Valeria, il problema sta alla base. In questo nostro paese la diffusione della cultura non è mai stata, purtroppo, vista come LA priorità. E poi i nodi vengono al pettine, ovvio. E’ di questi giorni la notizia agghiacciante che le nostre “autorità” hanno secretato per anni al confessione di un noto camorrista che ha descritto a puntino come sia stata avvelenata buona parte della Campania, forse per “tenr buona la popolazione locale e poter continuare a vendere i prodotti alimentari”. C’è voluta un’indagine dei militari americani… E poi, per la stragrande maggioranza dei “consumatori”, e cioè di tutti quanti noi, è l’apparenza che conta (es. il pelo della madonna) e la sostanza non si sa neanche che cosa sia. Ho sentito dire che in Svezia in genere si casca bene se si compra un cane…

    • E purtroppo il problema è che la base non si smuove neanche con i cannoni… perchè che il problema sia politico, sanitario, culturale o conofilo, secondo me proprio non lo vede, ma neanche se glielo spieghi! O forse un po’ lo intuisce, ma non interessa e dopo un’alzatina di spalle torna tutto come prima… E’ una cosa sconcertante e demoralizzamte soprattutto perchè dilaga anche tra i giovani, come me, che considero forse essere il motore da cui molti cambiamenti potrebbero partire, se ce ne fosse la voglia.

    • “Molte persone, volpinisti carissimi, mi hanno chiesto più di una volta chi intendessimo noi di VICP ( Gruppo Facebook VOLPINOITALIANI : CHE PASSIONE) per “allevatori seri”. Ho sempre risposto così: sono quelli che non se ne infischiano allegramente del benessere e della salute dei cani, che non badano solo al profitto che ne deriva dal loro commercio, che rispettano le regole del Codice Etico ENCI e delle associazioni di tutela a cui sono iscritti, che prevede, fra l’altro, il rispetto delle fattrici e dei riproduttori. Non alimentate il commercio di cani senza garanzie! Siate selettivi e rivolgetevi solo ad allevatori seri, preparati e rispettosi dei loro cani. Visitate l’allevamento o la casa che ospita la cucciolata, accertatevi che i genitori siano in buona salute e vivano il più possibile secondo natura. Esigete i test PLL e rotula, nonchè il Pedegree che è un DOC che certifica le origini e la genealogia del vostro cucciolo. Sarà importante per fare accoppiamenti mirati e “sani” e non costa più di 50 € !!! Ci sono, poi, allevatori che selezionano da trent’anni per rimanere nei limiti di taglia dello standard, non possiamo consentire che in questo gruppo venga mortificato il loro lavoro e stigmatizzati i loro cani, assimilandoli a “pupazzi di peluche o nanerottoli”! Invitiamo queste persone, che crediamo si siano iscritte nel nostro gruppo
      con strane intenzioni, a non disprezzare il lavoro di selezione di oltre trent’anni svolto con serietà, passione e amore da allevatori con i “titoli” per essere definiti tali e a cercare i loro interlocutori altrove. In facebook pullulano gruppi di volpino italiano, nati, morti e risorti come i funghi nei boschi. Tali gruppi, magari, potranno dar migliore accoglienza alle loro affermazioni, noi non le condividiamo per scelta, altrimenti saremmo già usciti dalla cinofilia ufficiale, anche se ne siamo da sempre critici, ma positivi e PROPOSITIVI osservatori.” G.Voglino

    • carissimi, estimatori del cane di raZZA, PER IL BENE DEL VOSTRO ANIMALE RIVOLGETEVI, CERTAMENTE AD UN ALLEVATORE SERIO, CHE VI ASSICURI IL BENE DEL PROPRIO CANE,MA RICORDATEVI CHE E’ PER TUTTA LA VITA, E SOTTOLINEO TUTTA LA VITA, IO IN CANILE VI ASSIUCURO, DI CANI DI RAZZA NE VEDO TANTI, COMPRATI, VEZZEGGIATI, A NATALE E SCARICATI, DA SAN VALENTINO IN POI, E PER ME NON ESISTE UNA RAZZA DI CANE, ESISTE UNA RAZZA DI PADRONE LALLA

      • a lella:

        non “di razza”, ma cani di “similrazza” prodotti da cagnari e cucciolate amatoriali (quanti hanno un pedigree e sono in standard come morfologia e carattere?): i cani ben allevati rarissimamente finiscono in canile (anche perchè solitamente se ci sono problemi l’allevatore se li riprende anche dopo anni, e fa una cernita pure sulle persone a cui li vende).

        Spiegare di andare dall’allevatore superserio a spendere mille euro e poi dire “però in canile ci son tantissimi cani di razza gratis che vi aspettano” è un controsenso (e NON è vero), perchè sennò la persona ignorante come fa a capire che esiste una DIFFERENZA ENORME (anche semplicemente in salute fisica e mentale x così dire, oltre che come aspetto e ATTITUDINI) fra il cucciolo del petshop o della “cucciolata privata” di “similrazza” che costa tot e quello dell’allevatore serio che costa almeno il doppio?

        SE VOLETE UN CANE CHE SOMIGLI A UNA CERTA RAZZA GRATIS forse potrete trovarlo in canile (ma 99,9% sarà un ex cucciolo proveniente da canifici/cagnari o cucciolate fatte a caso..però soprattutto se adulto potrete sapere + facilmente il suo catrattere/aspetto e se è sano), se ne volete uno realmente selezionato della razza tal dei tali allora dovete cercare una persona seria che alleva e sborsare i dindini..

        Ho visto ad es nelle pagine sui pitbull che cercano casa (centinaia e centinaia di soggetti): fra tutti moltissimi erano “similpitbull”, molti sembravano pitbull ma chissà cosa erano (anche la mia sembra un pitbull ma non è al 100% pura), e UNO aveva un pedigree e proveniva da un allevamento (non so quale non so se serio). Idem in canile: i cosiddetti pitbull sono presunti pitbull, pitmix e “probabili pitbull senza pedigree ne selezione alle spalle” (favolosi animali domestici, ma non spacciamoli x qualcosa di uguale a quelli ben allevati e selezionati; altrimenti perchè io non potrei accoppiare la mia con un similpit e vendere i cuccioli a 300euro o comprar un cucciolo dal vicino di casa che ha una femmina presa al petshop e la fa coprire con quello del postino? è questo che certi discorsi fanno pensare alla persona media).
        ————–

        • Ciao Alice! Hemmm…scusa, ma sono appena tornata da una brutta esperienza e ho letto solo ora il tuo commento 😀 hi, hi…sono andata a cercare cosa avevo scritto in precedenza (anche perchè condividevo quello che avevi scritto), mi chiedevo:”lella, vabbè che sei fuori fase, ma…” Poi ho capito, non sono io!!! Tu hai risposto a una certa Lalla, io sono Lella, ma tu hai scritto a me…insomma hai capito no?…Ha, ha, ha Ciaoooo

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