mercoledì 17 Aprile 2024

Quando (e perché) il collare a strangolo serve ad aiutare un cane

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

tigrottadi VALERIA ROSSI – Poiché la maggior parte della discussione relativa ai cani fobici si è svolta nei commenti ad altri articoli, vorrei riprendere qui l’annosissima questione del collare a strangolo utilizzato non in addestramento, ma nel recupero comportamentale.
Per spiegare il modo in cui viene usato (anche da me… ma non solo) utilizzerò due storie a confronto: quella di Tigrotta e quella di Holly.
Come ho già detto in altri articoli, lo scorso settembre ad Avola ho utilizzato una corda da retriever per “costringere” (il termine è assolutamente corretto, visto che da sola non ci sarebbe mai venuta) Tigrotta, cagnetta fobica, ad  interagire col mondo esterno alla sua cuccia, umani compresi.
Tigrotta è quella che vedete nella foto, a metà del lavoro: perché ovviamente, oltre a farla camminare, ho passato del tempo con lei toccandola, provando (all’inizio inutilmente, data la sua paura: poi con maggior successo, visto che questi cani hanno sempre fame!) a darle qualche bocconcino, insomma “fidelizzandola”, come si dice in cinofilese, almeno in parte (perché nessuno fa miracoli in mezz’ora, sia ben chiaro!).
Qui siamo già a buon punto: Tigrotta ha ancora la coda tra le gambe, ma ha la bocca aperta, segno che comincia a rilassarsi (quando il cane è davvero terrorizzato non apre mai la bocca… se non per mordere).
Non so, sinceramente, se siano state fatte foto anche di altri momenti del lavoro: ma le foto direbbero comunque poco, perché sarebbe necessario un video e non credo che ne siano stati girati.
Il video, invece, esiste per Holly, cagnetta salvata dall’associazione americana “Hope for Paws”: ma prima di proseguire vorrei chiarire il motivo per cui sto scrivendo questo articolo.
Lo faccio forse per dimostrare a chi, nei giorni scorsi, mi ha dato della “torturatrice (nientemeno!) di cani”  che era in errore?
Ma proprio no!
Primo, perché lo sa benissimo: la sua è stata una semplice ripicca basata su una diffamazione gratuita e inventata di sana pianta, visto che questo personaggio non mi conosce e non mi ha mai visto in vita sua (e non può aver ricevuto alcuna “testimonianza” del mio utilizzo di collari elettrici e affini, visto che non possono esisterne, non avendone mai usati in vita mia!)
Secondo, perché spero proprio di non aver bisogno di dare alcuna “dimostrazione” del fatto che non mi sognerei mai di maltrattare un cane… almeno non a chi segue questo sito.
Perché, allora?
Soltanto per spiegare nel dettaglio come e perché ho utilizzato la corda a cappio (chiamiamola così, chiamiamola “collare a strangolo”, chiamiamolo “guinzaglio da retriever”… intanto sempre un cappio è!), nella speranza di riuscire a far capire ai più assatanati estremisti che un lavoro di “forzatura” può avere lo scopo di aiutare un soggetto fobico, e non certo di traumatizzarlo o choccarlo.
Non so se i più estremisti accetteranno mai di capire: però ci provo lo stesso, non solo perché i risultati sono innegabili (qualcuno potrebbe sempre dire che il fine NON giustifica i mezzi), ma perché davvero questi risultati arrivano senza alcun tipo di “maltrattamento”.
Si passa attraverso uno stress, questo sicuramente sì: ma stress e maltrattamento NON sono sinonimi, ed è soprattutto questo che vorrei riuscire a spiegare.

guinz_retrievDunque: come, quando e perché si lavora con un cappio?
Tanto per cominciare, va valutato il grado di fobia del soggetto e si deve osservare il modo in cui essa si esprime.
I cani fobici possono reagire essenzialmente in tre modi: a) scappando; b) “freezandosi”, ovvero immobilizzandosi e rifiutando qualsiasi interazione; c)  immobilizzandosi e mordendo qualora l’umano tenti di avvicinarli/toccarli.
Tigrotta apparteneva, tendenzialmente, al gruppo a): fuggiva di fronte a qualsiasi tentativo di interazione.
Se impossibilitata a fuggire (come quando era all’interno del suo box in canile) passava però alla b): rimaneva “freezata” e del tutto incapace di accettare una relazione. La si sarebbe potuta definire quasi “autistica”, perché qualsiasi cosa tu le facessi (accarezzarla, porgerle del cibo, invitarla ad avvicinarsi eccetera) cadeva nel vuoto totale.
Reazioni, zero.
Proprio nessunissima interazione, né in positivo, né in negativo.
Ci sono cani che mantengono questo comportamento per ANNI, e che per tutti questi anni rimangono in canile nella speranza che “prima o poi” si sblocchino. Purtroppo questo “prima o poi”, in molti casi, si traduce in un “mai“.
Un caso c)  (che è ovviamente il più complicato da trattare, visto che il cane reagisce aggressivamente) ad Avola fortunatamente non c’era. C’è, però, il video americano di “Hope for Paws” a cui ho accennato sopra, che descrive perfettamente la situazione “c”.
La cagnetta del video, ancor prima di indossare il “lucky leash” (loro lo chiamano così: “guinzaglio della fortuna”… ma si tratta sempre di un collare a strangolo), viene infatti catturata con un classico “bastone da accalappiacani”, che ha una parte rigida prima del cappio per poter fermare il cane qualora questi si scagliasse contro l’operatore.
La cagnetta del video non lo fa, ma altri cani – magari anche di dimensioni ben più ragguardevoli – lo fanno eccome: e siccome per salvare un cane non è che possiamo far massacrare un umano a morsi, si utilizzano strumenti in grado di poter garantire una buona sicurezza.

Come avete potuto vedere,  al minuto 1,36 appare la scritta “I was able to work on gaining her trust once she was safe and couldn’t escape” (trad.: “sono stato in grado di lavorare sulla sua fiducia una volta che lei era al sicuro e non poteva scappare”).
Perché è a questo che serve il cappio: a “costringere” il cane, sì… ma a costringerlo a rimanere in una situazione di sicurezza, dando così modo all’operatore di conquistarsi la sua fiducia.
Ora, immagino che nessuno avrà il coraggio di dire che l’operatore di “Hope for paws” avrebbe dovuto affrontare la piccola Holly – piccola, ma decisamente ben fornita di denti! – armato di pettorina, facendosi triturare le mani nel tentativo di infilargliela: tra le altre cose credo (spero!) che risulti evidente a tutti che un cane in questa situazione di panico riuscirebbe a sfilarsi qualsiasi collare e/o pettorina, a meno che non fosse così stretto da soffocarlo/stritolarlo.
Il cappio, al contrario, può rimanere morbido e non causare alcun disagio al cane fino al momento in cui lui realizza che nessuno vuole fargli del male, che siamo lì per offrirgli sostegno e conforto, insomma che lo vogliamo aiutare e non maltrattare.
Nel video tutto questo mi pare assolutamente palese.
Ogni cane ha i suoi tempi: Holly ci ha messo venti minuti, Tigrotta (caso meno grave) ce ne ha messi circa dieci prima di accettare di essere toccata.
Ma qual è stata la differenza tra toccarla nella sua cuccia e toccarla in esterni?
E’ stata nel fatto che la situazione di “outdoor”, situazione nella quale NON si sentiva protetta come nella sua “tana”, l’ha costretta a pensare. A ragionare su quello che stava succedendo.
Tigrotta veniva approcciata già da moltissimo tempo con coccole, carezze e bocconcini, quand’era nella cuccia: ma questo non aveva portato ad alcun risultato apprezzabile, perché lì lei si sentiva al sicuro “di default” e non associava assolutamente la sua sensazione di sicurezza alla presenza degli umani.
Chiudeva la mente, letteralmente, sapendo che comunque “lì dentro” non le sarebbe successo nulla.  Il nostro scopo era invece quello di farle capire che non le succedeva nulla “se stava con un umano”, anche in altri ambienti/situazioni: e sono due cose diversissime.

holly_stressMa torniamo a Holly: al minuto 3,37 del video, quando la cagnetta ha già accettato di indossare il “lucky leash”, si legge questa didascalia: “Now, just five more stressful seconds to get her onto my lap” (trad: ora, solo cinque secondi più stressanti per farmela salire in grembo”).
La cagnetta, sentendosi costretta ad abbandonare la sua “postazione di sicurezza”, ovviamente dà di matto:  in quei pochi secondi è davvero super-stressata.
Nel video c’è un po’ di confusione, forse perchè è difficile inquadrarla mentre si ribella con tutte le sue forze… ma posso dirvi io quello che bisogna fare in quei momenti: bisogna stare molto attenti a manovrare il guinzaglio in modo che il cane non arrivi mai a strangolarsi, assecondando i suoi balzi indietro ma tenendolo sempre sotto controllo in modo che il guinzaglio non si allenti tanto da permettergli di sfilarselo.
L’azione dell’operatore si vede meglio in quest’ altro video di “Hope for Paws” (anche se è girato di notte), dal minuto 1,46:

holly_arresaOvviamente ci vuole un po’ di pratica, ma ci si arriva abbastanza facilmente, specie se ci si allena con cani un po’ più “facili” di questi.
Quando si rende conto che, qualsiasi cosa faccia, non può scappare (ma che restando lì non gli succede nulla di male), il cane si arrende: Holly accetta di salire in grembo all’operatore, Tigrotta ha accettato di camminare al guinzaglio al mio fianco.
Possono volerci cinque secondi oppure venti o trenta, non ha importanza: l’importante è solo che il cane non si faccia male.
Il fatto che alla fine il cane immancabilmente si arrenda è stato definito da qualcuno, nei commenti all’altro articolo, “disperazione appresa” (o “learned helplessness”: uno stato psichico in cui il  soggetto non reagisce più agli stimoli negativi perché è stato condizionato – sperimentalmente o dai fattori ambientali – a pensare che da questi stimoli non ci sia scampo. Dell’esperimento relativo abbiamo parlato in questo articolo: se volete andatevelo a rileggere. Qui non ne riparlo, perché è una cosa che mi infastidisce anche solo a pensarci).
Ma qual è il “succo” della disperazione appresa, in realtà? E’ il convincimento che il problema X sia impossibile da risolvere.
Per questo il cane, alla fine, “reagisce non reagendo”: ma questo era esattamente ciò che Tigrotta faceva all’interno del suo box, nonché l’esatto contrario di quanto ha fatto in esterni, dove ha accettato di seguirmi (e più tardi ha scelto spontaneamente di venire a farsi coccolare).
In ambiente-cuccia non si trattava esattamente di learned helplessness, perché gli stimoli non erano negativi: erano coccole e carezze. Però la reazione “autistica” di cui ho parlato prima era pressoché la stessa: lei non reagiva.
Si limitava ad aspettare che i volontari se ne andassero, fiduciosa nel fatto che questo sarebbe accaduto e che lei avrebbe ritrovato quella specie di omeostasi (malata e deviata, ma pur sempre omeostasi, ovvero “pace dei sensi”) che le dava il rimanersene tranquilla nel suo posto sicuro.
Quando il cane viene, invece,  obbligato ad affrontare uno stress, ma gli si dà la possibilità di superarlo felicemente (il cane scopre che non gli succede nulla di male, anzi che viene gratificato con coccole, bocconcini e quant’altro), lui impara non soltanto a superare sempre più facilmente quel tipo di stress, ma anche stress similari.
Inserisco qui sotto una delle slides che utilizzo in stage e seminari per spiegare la differenza tra eustress e distress:

 

eustress
La bibliografia sarebbe infinita, perché lo stress è stato stra-studiato da esperti di tutto il mondo: ma giusto per completezza vi cito alcuni  studi al riguardo:

– D. L. Nelson, B. L. Simmons (2004). P. L. Perrewé, D. C. Ganster, ed. Eustress: An Elusive Construct an Engaging Pursuit (First Edition ed.). Oxford, UK: Elsevier Jai.
– Lazarus, R. S. (1966). Psychological Stress and the Coping Process. New York, Toronto, London: McGraw-Hill Book Co.
– Selye, Hans (1974). Stress without distress. Philadelphia: J.B. Lippincott Company. p. 171 (Hans Selye è stato colui che per primo ha individuato i diversi tipi di stress a cui oggi si fa riferimento, quindi direi che è piuttosto attendibile, NdR).

Qual è la conclusione di tutto questo discorso?
Molto semplice: quello che facciamo affrontare al cane “obbligandolo” (in modo, sì, assolutamente “coercitivo”) ad uscire da una situazione di empasse (che sia la cuccia in canile, o l’abbandono di una postazione pericolosa in strada) è EUSTRESS e non DISTRESS!
Quindi comporta tutte le conseguenze positive che potete leggere nella slide e nessuna delle conseguenze negative che sono invece relative al distress (tanto meno la disperazione appresa).
Confondere le due cose (anche se in buona fede) è pericolosissimo, perché può far pensare all’operatore che non sia mai lecito sottoporre il cane ad alcun tipo di stress… e invece no!
L’eustress (“eu” è un prefisso greco che significa “buono”) è lecito perché permette al cane di pensare, di ragionare, di riflettere su quello che gli è successo: “Ho superato qualcosa che mi terrorizzava, ed ecco che becco coccole e bocconcini, che posso rilassarmi, che mi portano in un posto caldo e comodo…” e così via. Ragionamenti che il cane non fa in condizioni di distress, ma che non fa neppure in assenza di questa piccola costrizione, o coercizione, chiamatela come preferite… semplicemente perché da solo non trova (a volte per mesi o anni, a volte – ribadisco – per sempre!) il coraggio di superare spontaneamente quello che ritiene un terribile stimolo avverso, ovvero il mondo esterno.
Se poi qualcuno vuol continuare a pensare che sia meglio che un cane rimanga a vita in canile (o in mezzo a una strada) solo perché non accetta che si utilizzi un collare a strangolo, non posso che rispettare la sua decisione (pur pensando “poveri cani”): mi auguro, però, che si possa rispettare anche la mia, visti non solo i risultati, ma anche il modo in cui sono stati ottenuti… e che definire “maltrattamento”  mi pare davvero un filino eccessivo.

P.S.: come stava Holly dopo tre settimane dalla cattura lo si vede chiaramente nel video. Quanto a Tigrotta, oggi esce al guinzaglio con i volontari, avvicina spontaneamente gli umani per farsi coccolare, è stata dichiarata adottabile ed è in attesa di una nuova famiglia.

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74 Commenti

  1. Ciao! Io ho una cucciola di 10 mesi meticcia Labrador. É arrivata dalla Sicilia completamente impaurita di tutto e tutti. Piano piano in qualcosina é migliorata ma veramente di poco. Mi hanno consigliato il collare a strozzo ma dopo averlo comprato ho ritenuto opportuno prima lavorare su me stessa perché non voglio trasmettere al cane sensazioni sbagliate attraverso il collare. Quindi dopo un mese mi sentivo pronta ed ecco che l’addestratrice non mi ha più risposto al telefono. Altri addestratori sono fissati con la pettorina e io ho paura di usare male questo collare e di non saper aiutare la mia Darma. Vorrei vedere un video in cui qualcuno Usa questo collare in una situazione di paura del cane così da poter essere più sicura ma trovo solo video che parlano male di questo. Mi potreste dare qualche dritta?

  2. Bellissimo articolo. In quasi 50 anni di attività con i cani ho sperimentato diversi metodi per riabilitare cani problematici. Questo è quello più efficace e non ne esistono altri per le fobie. E’ altresì chiaro tuttavia, e lo si evince anche nell’articolo della signora Rossi, che il solo collare a strangolo non è certo sufficiente. Non basta accalappiare il cane e trascinarlo. Il metodo dello stress positivo è molto efficace. Non è la panacea di tutti i mali naturalmente. Anni fa ho curato un setter fobico in questo modo anni. C’è voluto un anno e mezzo per avere un cane equilibratp a tutti gli effetti. Un anno e mezzo per curare un danno fatto in pochi mesi. Detto questo non entro nella polemica ormai sfumata ma dico soltanto che la caratteristica fondamentale di un educatore o rieducatore è la sua assoluta onestà accompagnata da un rispetto profondo per il cane.

  3. Basta con questi battibecchi cinofili,come si dice dalle mie parti “nun se ne pò più e famo qwualcosa di costruttivo”…….io mi ritiro e passo alla felinofilia!!!!! ahahahaha

  4. Concordo Alice, …” ma consiglierei che a video così si aggiungesse una nota del tipo: queste azioni vengono compiute in sicurezza perché fatte da persone preparate — se il vostro cane ha un problema simile, non improvvisate, ma cercate un esperto.” Valeria l’ha ripetuto più volte in ogni suo articolo (e non credo di sbagliare), però Alice non ha tutti i torti, con alcuni forse conviene metterlo a lettere cubitali..hi hi hi

  5. tornando all’argomento dell’articolo ( dal quale mi sembra abbiamo un po’ divagato ), l’unica cosa che mi permetterei di commentare è che, indipendentemente dal metodo scelto per il recupero, sarebbe bene essere molti cauti a postare video/articoli/libri ( non parlo di questi nello specifico, ovviamente, parlo in generale, video così ce ne sono una marea su internet ) in cui si mostra un recupero, perché purtroppo un sacco di persone pensano di potersi arrangiare perché hanno visto un video su youtube.
    Sono d’accordissimo col mostrare il frutto del proprio lavoro, ma consiglierei che a video così si aggiungesse una nota del tipo: queste azioni vengono compiute in sicurezza perché fatte da persone preparate — se il vostro cane ha un problema simile, non improvvisate, ma cercate un esperto.

  6. Brutta razza soloni e tuttologi, credono di avere sempre la verita’ in tasca e che abbiano solo loro il verbo, io ho 58 anni, ho sempre avuto cani e tuttora mi reputo un emerito ignorante, questo sito di Valeria devo dire che mi ha fatto apprendere tantissime cose che non sapevo e che ho cercato di applicare ai miei cani, alcune volte posso non concordare su alcune cose, ma in base alla mia esperienza e ai cani che ho avuto, ma come si diverte qualcuno a dire il contrario di tutto solo per partito preso non me lo sognerei mai.
    Alessandro lo vorrei proprio vedere alle prese con un maremmano diciamo un po’ particolare, ma lo vorrei vedere anche alle prese con un terrier, credo molte delle sue certezze crollerebbero.

  7. valeria ti prego facci sapere se il presunto trolluccio si fara’ vivo sul serio con quella famiglia disperata e se nel caso a botte di ammmore riuscira’ ad ammansire la belva (o se ce ne sara’un altro da ricucire di brutto…)

  8. Che bello vedere un video dal grande Eldad Hagar qui! E’ diventato uno dei più famosi “rescuer” in Los Angeles (e forse in tutto l’USA. Consiglio a tutti interessati a dare un’occhiata al suo sito web o pagina Fb, ci sono molti video. Mentre i trollini continuano a blatterare contro il collare a strangolo, lui (ed altri come lui) continuano a salvare migliaie di cani dalla morte in strada o eutanasia in canile.
    In quasi tutti i video Eldad riesce a guadagnare la fiducia del cane abbastanza presto. Quel ragazzo è speciale.

  9. Credevo che da articolo serio e ben fatto questo fosse diventato la saga del trollino amoroso e dudu dadada – visto che lo strangolo giammai.
    Mi sbagliavo: aspetto di vedere Alessandro Fausto in azione. Se conosci una alternativa valida ora hai davvero l’occasione per divulgarla e riscattarci dall’abissale ignoranza.

  10. Però nei video non si vede un recupero comportamentale. Si vede il momento in cui vengono presi (non mi disturba più di tanto che si usi lo strangolo in quel momento) e si vede il finale quando sono allegri e contenti, pronti per l’adozione. Ma il percorso per arrivare a ciò? Non vorrai mica dire che il recupero comportamentale sta tutto li nel momento della cattura?
    Poi in tutta onestà nel caso della piccola paurosa ci vedo un limite di distress abbondantemente superato.

  11. ho visto i video e mi sono commossa… sono sempre la solita di lacrima facile. Certo che c’è un saccco di gente con due palle quadrate che mettono tutte loro stesse nel salvare questi poveri trovatelli… comunque per quanto riguarda l’argomento il buon senso dovrebbe guidare il nostro giudizio e non i fanatismi… ovviamente succede raramente, ma sono quasi certa che la maggior parte degli sparasentenze l’articolo non l’abbiano proprio letto. 🙂
    In questi casi non vedo come avrebbero potuto fare altrimenti.

        • PS Credo che bastian sia una donna….ma che è? Le devono venire le sue cose? Anche l’altro, sarà la stessa persona? Boh!
          Eddategli un taglio, qui c’è gente che (come me), vuole imparare, oltre che farsi due risate e voi avete letteralmente rotto i maroni!

          • Ammetto che discutere in questo modo sia assolutamente inutile e riconosco pure di aver rotto i maroni con toni un po’ così, mea culpa…
            Comunque scrivo ancora per dirti che no, non so chi sia l’altra persona, è il mio nome vero e vivo a Valdagno (VI). …e amen per la privacy, non ho niente da tener secretato…
            Giusto per togliere ‘sto dubbio…

      • Alessandro, come minchia lo metti in sicurezza il maremmano? Gli spari un sedativo e quando si svegli si trova con pettorina e museruola??? Gentilissimo come metodo…

  12. Echeppalle, ‘naltra bloggata sullo strangolo?
    Finiti gli argomenti proprio? …l’eustress poi…

    Ma senza strangolo non riuscite proprio a farcela?
    Disarmati proprio?

    Minchia, con tutte le robe che si posso fare con i cani, con tutte le cose di cui si potrebbe parlare…

    C’è gente che odia il collare a strangolo perchè non sa che farsene e perchè pensa che sia dannoso, soprattutto per i neofiti o per le persone con poco senso critico che leggono ‘ste robe per poi credere… beh… allora uno strattoncino lo si può pure dare, che vuoi che sia… e poi giù…

    Oh non lo sopportate proprio che ci sia gente contro ‘sto cazzo di collare, eh? …anzi no, chiamiamolo a scorrimento… (patetico…)
    Ma a voi che vi frega? Par che vi si minacci di togliere l’aria con cui respirate a ventilare la possibilità di farne a meno…
    Non ne siete capaci evidentemente. E’ questione proprio di capacità.

    Tristi, siete tristi cazzo…

    • Caspita, che commento tecnico e costruttivo, pieno di alternative e di metodi su come faresti tu a ottenere lo stesso risultato con altri strumenti. Hai sicuramente dimostrato l’inutilità del collare a strangolo con questo commento!

      • Tecnicamente era uno sfogo, non voleva proprio essere tecnico o costruttivo.
        A cercare di dimostrarvi alcunchè manco ci provo più.

        …poi che chi non ne può fare a meno non ne possa fare a meno è tautologico…

        Io posso. …dico, non è che ci sia tanto da argomentare alla fine della fiera…

        • No, spetta… perchè, quand’è che avresti proposto delle alternative? Alternative “tecniche”, dico… non blablabla su quanto sia brutto e cattivo il collare a strangolo, che di questi ne ho sentiti a iosa. Ma OGNI santa volta chiedo: ditemi voi come fareste, senza. E pluf, la domanda cade nel vuoto pneumatico.

    • Facci esempi, please, se no pare che si parla di aria fritta.
      Gradirei che oltre alle critiche fini a se stesse ci mostrassi alternative valide, qualora le avessi.

      • Alternative a che? Allo strangolo? Maffigurati…
        Gli argomenti si trovano, pure ovunque, c’ho mica ore a disposizione.
        Se qualcuno non riesce a farne a meno esprime un suo limite. Ci si lavora, ovvio…
        …volendo…

          • Guarda, ti metto pure mi piace sul commento se ti fa piacere, ok?

            L’alternativa al collare a strangolo è non usarlo. C’est facile.

            …spetta che te lo metto…

          • Ah, capisco. E l’alternativa alla chemioterapia è non farla (dopotutto, anche quella, piacevole non è). C’est facile.
            Ma poi i tumori come li curi?

          • Oooh che bravo che sei, e quindi un cane mordace, o un cane che non si fa toccare senza morderti, come lo recuperi? Dai, illuminaci, invece di fare il trollino 🙂

          • Ti rispondo qui, perchè sotto il tasto rispondi non mi appare…

            Gli offro un bocconcino e se non lo vuole chiamo Millan o sguinzaglio i Superdogs CaneTutor®…

            L’aria fritta, ma fritta fritta, è la storiella del leone che chi non usa lo strangolo non sa affrontare…

            Ah, no, ci sta pure il prozac e il tanax quando i talebani si arrendono!

            Fossi un troll, continuerei, invece vi lascio farvi vicendevolmente i complimenti… 🙂

            Comunque è davvero semplice fare a meno dello strangolo, ne fai solo a meno.
            Se lo sai fare… Altrimenti ti guardi in giro e impari qualcosa di nuovo.

            …comunque nell’era della multimedialità c’è proprio da rassegnarsi al fatto che semplicemente la gente si informi un attimo e si stufi di leggere cazzate a favore di ‘sti collari e certi metodi di cui NON (sottolineato) sapete fare a meno.

            Peccato per i cani… Ciau!

        • Eh già, peccato per i cani che ci sia gente che invece che scrivere stupidaggini su internet si faccia il mazzo per recuperarli, peccato davvero 🙁

          Grazie per l’enorme apporto che hai portato alla discussione e alle tue convincenti spiegazioni, sei stato veramente esauriente sui metodi alternativi (soprattutto i tuoi), non c’è dubbio che recupererai un sacco di casi difficili ogni giorno, B-R-A-V-O!

        • Si Alessandro Fausto, le tue sono solo chiacchiere e aria fritta.
          E’ palese che con un certo tipo di cani non ci hai mai avuto a che fare!
          Quando sono in uno stato emotivo teso i bocconcini te li sputano in faccia! ahahahhahah
          Chiama pure Millan, che per quanto sia discutibile magari ci offre un’alternativa alla tua aria fritta indottrinata bene bene!
          Ma com’è che quelli come te non sono mai in grado di mostrare e argomentare alternative? Mah!

          • …capisci che non usare il collare a strangolo per te/voi significa solo proporre bocconcini?

            Non ce la fate proprio… 😀

            Meno male che l’indottrinato sono io…

            Che vuoi che ti spieghi? Dipende dal cane, no? Che ti devo argomentare?

            Sono proprio questo sito e i suoi adepti ad essere una trollata unica. :-*

            Bon, dai, vi lascio, buona serata…

          • Ohhhhh… Alessandrooooo!!! Ho un caso che potrebbe interessarti: mi ha chiamato proprio stasera una signora con un problema serio: un pastore maremmano rescue, con lei da un paio di settimane, che ha mandato il marito all’ospedale. Vuoi occupartene?
            Immagino che tu sia un rieducatore, giusto? Non credo che spenderesti tutto questo tempo a parlare di cose che non conosci e di cui non hai competenza: quindi DEVI esserlo per forza. Vuoi occuparti di questo caso? Tutti stanno dicendo alla signora di sopprimere il cane, ma lei non vuole: te lo passo, ok? Non devi neanche dirmi dove stai e dove lavori, non mi interessa: basta che mi dici se l’email che vedo è reale, e la passo direttamente alla proprietaria del cane, che potrai rieducare come preferisci, ovviamente senza metodi coercitivi né collari a strangolo né altro.
            Sto parlando sul serio, il cane esiste davvero ed ha realmente bisogno (urgente) di aiuto. Fammi sapere, grazie.

          • Se è in provincia di Vicenza volentieri, fuori faccio oggettivamente fatica.
            All’oggi non mi considero un educatore ma non son a digiuno, certo…

            Dalle pure la mail.

            Sì, anche se il cagnone non è goloso.

          • Ahahah, Alessandro, ma dai, solo in provincia di Vicenza? Con tutta l’Italia a disposizione te ne poni pochi, di limiti! Ma non puoi spingerti nemmeno fino a Verona, Treviso o Padova? se il cane e’ a Vicenza e ci vai davvero posso venire a guardare come lavori? Non dovrebbe dispiacerti, critichi tanto tutto e tutti dicendo che non siamo capaci nemmeno di pensare a metodi alternativi, dovresti essere contento di avere l’opportunità di dimostrare sul campo che esistono e in cosa consistono. Visto che invece per iscritto, secondo te, non si possono proprio argomentare…. Avresti una testimone oculare, e la cronaca del tuo sicuro successo sarebbe credibilissima, fatta da me, che lo strangolo lo uso. Se tu e la signora del maremmano mi autorizzate vi riprendo pure, per te non dovrebbero esserci problemi se vengono raccolte e divulgate quante più possibili testimonianze di recuperi ottenuti senza lo strangolo.

          • Beh…
            Quando ho lavorato in passato con i cani qualche chilometro in più lo facevo anche, adesso anche no, c’avrei un po’ i miei comodi da fare, mi pare normale… 🙂

          • La signora sta nelle Marche. Quindi, che si fa? Lasciamo che lo sopprimano, perché sta troppo lontano e tu “c’hai un po’ i comodi tuoi da fare”?

          • Ma penso che per la signora vada bene anche se vai il finesettimana, quando non lavori, magari ti ospita pure, i marchigiani sono gente calorosa, e poi la cucina e’ ottima. Io qualche km per imparare sono disposta a farlo. Ma su tutta Italia quante probabilità c’erano che il cane fosse a Vicenza? Per fortuna che la signora si è rivolta ad una rieducatrice qualificata ed esperta, e non ad un fantomatico non educatatore con non definite esperienze pluriennali alle spalle. Ma almeno la differenza fra educatore e rieducatore ti è chiara? Hai presente il tipo di cani con qui lavorano l’uno e l’altro? Non sono proprio lo stesso genere.

          • Ragazzi, qui abito, mica colpa mia se la siura se ne esce con ste proposte/battutone qua… 🙂

            Che famo, ci risentiamo al prossimo articolo a favore dello strangolo? Dopodomani dico?

            Comunque che senza non sapete manco da che parte iniziare lo dichiarate esplicitamente voi…

            E’ un VOSTRO limite, visto che ritenete la cosa assolutamente inverosimile e fiorera di morsi e lividi per il supposto educatore new age…
            La quantità spropositata di “articoli” a riguardo la dice lunga, di tutto per giustificare sto coso che senza come cazzo fai con un cane…
            Si parte dal cane da tirare fuori dalla cuccia e si finisce col leone indomabile.

            Ciauuu!!!

            Una manciata di commenti sbeffeggianti e si chiuderà un’altra inutile pagina di grande cinofilia giornalistica…

            Baci…

          • Eh… ma sono proprio questi i cani con cui lo strangolo diventa indispensabile: i cani da tirar fuori dalla cuccia e quelli aggressivi, da cui ti devi difendere. Con gli altri mica serve (a meno che non ci sia un rapporto 60 kg di cane/20 kg di umana, nel qual caso lo consiglio anche per sicurezza, come ho già detto, almeno finché non si è ottenuto un controllo sicuro).
            Visto che hai glissato la mia domanda sul maremmano, te la pongo in modo diverso: cosa facciamo con i cani fobici e/o mordaci? COME stracazzissimo ci lavoriamo? “Senza strangolo”, benissimo: ma con COSA?
            Se sai rispondere, fallo: come ho già ripetuto mille volte, sarò la prima a prendere in considerazione le alternative e a buttare lo strangolo nel cesso. Se però non sai rispondere… allora l’aria fritta è solo la tua. E i cani problematici continueranno a restare sul groppone a gente come me, che magari si tura il naso e accetta di usare strumenti “politically incorrect”, però i cani li aiuta, o almeno ci prova.
            A fare cinofilia da pc son capaci tutti. Sul campo le cose sono un po’ diverse.

          • Valeria, la cosa che ammetto è di non poter rispondere in due righe senza conoscere il cane e il caso specifico…
            Non è che lo trascino fuori dal box e poi cerco di farci amicizia o gli metto lo strangolo così se cerca di mordermi cerco di trattenerlo o lo impicco…
            Il linea generale, mammmolto generale con un cane pauroso entro in un box e non faccio proprio niente, vedo che succede e valuto.
            Con un cane aggressivo parto da una gestione in sicurezza.
            Non è che piglio la mia Aygo, parto da Vicenza per andare nelle Marche per trovarmi col maremmano assassino che mi minaccia dal cancello, suono il campanello ed entro alla cazzo.
            Ci ragiono. E’ ovvio che una risposta più specifica dipende dal caso, di qui non se ne esce.
            Continuare a discutere così non porta a niente, ho iniziato io e ho sbagliato.
            Ribadisco la tristezza nel vedere ‘sta pletora di articoli a giustificazione di questo collare, che son così tanti che par proprio una fissazione.
            Altro da dire proprio non ho.

          • Alessa’… giusto per chiarire qualcosina anche a te: su questo sito ci sono, al momento, 1850 articoli.
            La ricerca di “strangolo” sul sito dà 153 risultati, di cui ovviamente molti non erano incentrati su quello ma semplicemente lo nominavano (vedi quelli sulle pillole, vedi quelli dove viene citato da altri – tipo articoli su Afra – vedi che in molti casi semplicemente rimane nei correlati e quindi nel motore di ricerca risulta lo stesso). Più i risultati generici.
            MA anche prendendoli in considerazione TUTTI (che ovviamente non avrebbe senso), lo strangolo sarebbe CITATO in meno del 10% degli articoli del sito.
            Così, giusto per rispondere alla tua accusa di parlare “sempre e solo” di collari a strangolo.
            Ah… tra i 153 risultati di cui sopra c’è pure https://www.tipresentoilcane.com/2013/05/10/miti-e-misteri-del-verde-cittadino-e-delle-cacche-canine/ perchè nei commenti c’è un “se lo becco lo strangolo”.
            Quindi, di quale pletora andiamo parlando?
            Magari se non arrivassi qui sopra SOLO quando si nomina il collare a strangolo, potremmo trovare anche qualche punto in comune. Chi lo sa.

          • Non è che qui usiamo tutti sempre e solo lo strangolo, ma sai com’è, parlando l’articolo di recupero di cani fobici con l’uso dello strangolo, facile che li si vada a parare. Nella vita di tutti i giorni poi uno usa quello che più gli aggrada, l’importante e’ che lo sappia usare. Io ho 3 collari per cane, collare in cuoio, collare a semistrangolo e collare a strangolo. Non uso la pettorina perché a me non piace, ma soprattutto è altamente inutile per gestire e comunicare con un pastore tedesco (che poi, per me, la pettorina andrebbe usata solo con le razze selezionate per il traino, ma questa e’ una mia opinione). Uso di volta in volta il collare che mi serve in base a quello che sto facendo con i cani, quindi io le altre opzioni le prendo in considerazione e le uso anche, senza sentirmi un dottor Jekyll e mr Hyde della cinofilia.
            Comunque, se vuoi dimostrare tutte le tue abilità ti metto a disposizione i miei due cani. Giochi facile perché non hanno veri e propri problemi e sono già educati e sotto controllo, il più vecchio però è molto nervoso e in passeggiata tira come un ossesso perché è concentrato sugli odori che sente, il più giovane invece quando vede cani piccoli va in tensione e abbaia (credo sia razzista perché durante la prova di resistenza, correndo fianco a fianco con una ventina di pt che non conosceva, non ha mai fatto una piega). Abito anch’io a Vicenza, sono 2 casi semplici, risolvili senza imporre alcuna correzione e io butto via strangolo e semistrangolo.

    • Io ho partecipato a un seminario di “buoni” dove non sapevano neanche pronunciare la parola “strozzo”, erano tutti molto rispettosi del cane, poi ci hanno fatto vedere due video, in uno c’era un rottweiler molto rilassato…ci hanno detto che lo hanno “aiutato” con gli psicofarmaci, ci hanno lavorato x 2 anni ma poi hanno dovuto sopprimerlo, altro video, cane di UN ANNO E MEZZO soppresso perchè “irrecuperabile”, ma voi lo sapete che un cane di un anno e mezzo è un cucciolo? E sapete che se io fossi, a mio tempo incappata in una di queste persone molto probabilmente anche il mio cane sarebbe stato da sopprimere? QUESTO è triste, molto triste…E ancora più triste è vedere che a voi dei video (commoventi) in cui si vede il SALVATAGGIO di 2 cani non ve ne pò fregà de meno, voi avete spulciato l’articolo alla ricerca di un appiglio per fare polemica…una domanda: ma voi, i cani, li amate? Vi saluto con un “w lo strozzo”…

  13. Articolo altamente esplicativo direi.
    Mò di dubbi su sto benedetto collare, nessuno DOVREBBE averne più.

    E ohhh! Adoro i video di Eldad Hagar..(Il tipo americano del “collare fortunato”.)
    Li guardo sempre! *Entra in fangirl mode* XD

  14. Non so se il paragone è consono ma volevo far presente che anche in alcuni tipi di malattie psichiatriche il paziente viene messo apposta in situazioni di stress. Un esempio è il disturbo ossessivo-compulsivo in cui lo psicologo fa delle esposizioni in cui il soggetto viene messo davanti ai suoi ostacoli.
    Se lo stress viene usato per gli uomini non capisco perchè ci scandalizziamo se viene usato sui cani. Poi, preferisco un cane che dopo un po’ di stress viene curato che uno che rimane in canile tutta la sua vita.

    • questa volta mi trovo a dissentire … ho provato a subire una costrizione e mi sento di poter esprimere il mio parere ….. avevo una cana fortemente fobica verso le persone, i rumori, tutto in pratica ….. ci ho impiegato quasi un anno , da sola, ma poi abbiamo risolto quasi tutto e veniva con me ovunuque. in quell ‘anno non ho mai forzato ciò che lei aveva paura di fare ….. per mesi non sono andata in mezzo alle persone , ma le ha viste da lontano ….. è diventato un cane “da bettola”, come dico sempre io …. lei trovava sicurezza in me, ed io in lei….. anche se la costrizione dovesse durare solo pochi attimi , siamo sicuri che non porti conseguenze sulla fiducia riposta ? non sono educatore, sono una qualsiasi sciuramaria che ha fatto tanti errori , alcuni pagati cari …. ma sentivo di esprimere questo, grazie

      • Io penso che siano cose diverse visto che queste cagnoline non hanno nessuno in cui riporre fiducia visto che non hanno un padrone, poi non so non sono un’educatrice. Comunque non volevo dire che in ogni caso si debba sottoporre il cane o l’umano ad uno stress, non ho le competenze per dire una cosa del genere. Volevo solo dire che come in alcuni casi, come il disturbo di cui ho parlato sopra, l’uomo viene aiutato venendo esposto ad uno stress anche nei cani a volte questo può aiutare. Poi, ovviamente, sta all’educatore scegliere come agire in base al cane.

  15. Sì, decisamente il vestitino nun se po’ guarda’, ma per il resto il video è veramente interessante… e (per me) commovente. 🙂
    Anch’io ho usato il collare a semistrozzo in una situazione simile a quelle descritte da altri commentatori (cane non abituato al guinzaglio ma in compenso abituato a fare tutto quello che voleva, che si sfilava qualuque collare o pettorina in men che non si dica anche solo per andare a salutare un altro cane… ovviamente attraversando la strada, se possibile!)
    E devo dire che è stato risolutivo, il cane non si è mai fatto male, io ho evitato il collasso nervoso e nel giro di qualche settimana il problema si è risolto (perché quando un cane comunque docile, intelligente e non pauroso si accorge che la manovra dell’indietreggiamento sfila-collare non funziona più, smette – semplicemente – di provarci).
    Ovviamente c’è stata anche l’educazione al guinzaglio… ma senza l’uso iniziale del collare a semistrozzo sarebbe stata molto difficile.
    Perché nessuno lo dice, ma un cane abile ad evadere riesce a sfilarsi ANCHE la pettorina, e con rapidità fulminea!

  16. Ciao Valeria, ho visto il video su Holly e sinceramente penso che la vera “tortura” sia quella di averle fatto indossare quel “vestitino ad uncinetto” alla fine del video…
    A parte gli scherzi, grazie per tutti questi articoli molto illuminanti, spunti di riflessione da utilizzare anche in ambito umano.

  17. Premetto di essere una sciuramaria priva di alcuna istruzione cinofila ….l’anno scorso ho accolto una mezza maremmana di 40kg trovata in strada. Lei era “umanofobica” e quando in passeggiata incontravamo delle persone lei si bloccava rifiutando di superarle ed il suo unico desiderio era fuggire via . E dato che è tre volte più forte di me non c’era verso di controllarla.Prima ho provato con il collare “normale” ma lei si divincolava e si liberava per poi fuggire .Stessa cosa con la pettorina che cominciava a mordere fino a tagliare il nylon .Ogni volta che fuggiva era un’impresa recuperarla ,data la paura,mettendo a rischio anche la sua incolumità.
    Così provai il collare a strozzo e finalmente non scappò più…non poteva. La costrinsi ad affrontare il mondo non volevo vederla vivere solo rinchiusa in un giardino. Oggi,con una pettorina norvegese, cammina tranquilla in mezzo la gente,entra nei negozi ed ogni tanto accetta qualche carezza dagli sconosciuti anche se la maggior parte delle volte si nasconde dietro di me. Se ho trovato il percorso corretto non lo so ma almeno oggi è libera di godersi delle passeggiate e di correre in un parco senza ansia mia e sua .

  18. E’ un articolo semplicemente stupendo! 😀 i video poi, aiutano molto, e scaldano pure il cuore, visto che c’è almeno un parziale happy end (quello definitivo sarà l’adozione!)!

  19. Ciao Valeria, bell’articolo! Un ulteriore input per aprire la mente di alcuni…

    Volevo chiederti una cosa circa il video di Holly. Quando l’operatore prova a passare dal contatto con il panno rosa al contatto con la mano, in modo molto graduale, lo fa andando direttamente su una delle cosiddette “zone calde” del cane, specie se per lui siamo estranei, ovvero la testa. Mi chiedevo: non sarebbe stato più opportuno provare con un tipo di contatto più rassicurante? Oppure l’intenzione era proprio quella di porre il cane in stress (eu???) fin da sibito per accorciare i tempi? O, ancora, si è trattata di una scelta dettata dalla sicurezza (nel senso che se stai con la mano sul fianco del cane o sotto al muso, ad esempio, sarebbe stato più facile per lui mordere)?

    Grazie in anticipo per la risposta! 😉

  20. Cara Valeria tu hai una pazienza a dir poco certosina!
    Io però credo che con certa gente non ci sia proprio modo di fargli capire come stanno le cose, 1) per l’abissale ignoranza in cui versano e alla quale non intendono porre rimedio in alcun modo; 2) per il becero indottrinamento subito inconsapevolmente e 3) perchè vedono tutto in maniera alterata e distorta senza la capacità di discernere le differenze.
    Ciò che trovo in assoluto più avvilente e che per questa gente i risultati, ossia rendere un cane vistosamente più sereno e introdurlo in un famiglia, non contino proprio nulla.
    Dio salvi i cani da certa gente!

  21. Bastia’ io direi che mo hai stufato a tutti, criticare per partito preso, o per stuzzicare fa solo girare le balls a chi legge, non porta nulla di concreto sul piano pratico.

    • anche perché bastiandupalle non ha mai proposto la sua magica soluzione alternativa…si limita a inveire contro non meglio identificati “voi”. allora bastià, dicci cosa faresti tu ad esempio con i due cani dei video…..attendiamo che ci illumini.

  22. Certo che il mondo sta proprio marcendo, da che mi ricordo io il collare a strangolo fino a qualche anno fa era la norma per cani grossi, mentre per quelli piccoli c’era quello in pelle e stop.
    Io i miei cani li porto con quello a scorrimento perché non sono abituati al passaggio di mezzi pesanti e rumorosi che c’è vicino a casa da quando mi hanno deviato la strada (anche io non mi ci sono ancora abituata) si spaventano tantissimo, indietreggiano e si sfilano qualunque cosa a mezzo metro dalle enormi ruote. Con la catena al primo accenno di indietreggiamento io mi blocco e mi posiziono davanti a loro, non mi metto certo a fare il tiro alla fune con il loro collo in mezzo. Questo lo capisce non solo una sciuramaria come me, ma anche i suoi figli e i nipoti di tre anni.
    Continuare su questi toni è ottuso e puerile, a mio parere.

  23. “…vorrei riprendere qui l’annosissima questione del collare a strangolo utilizzato non in addestramento, ma nel recupero comportamentale”….Cioe’ mi stai dicendo che voi lo strangolo lo usate SOLO ED ESCLUSIVAMENTE in recupero omportamentale???? Hahahahahahahahahahahahaahahahahha ma che dite??? Allora x l’addestramento cosa usate la pettorina???? “Ma mi faccia il piacere”!!!!! Scrivete evidentemente il falso…Oppure omettete la verita’! Quale delle 2???

    • Ma dove l’hai letto, che lo usiamo “solo ed esclusivamente”? Tu sei il campione (o la campionessa?!? Dài, ce lo puoi dire…è vero che sei una donna?) mondiale di fraintendimenti e malafede!
      Ho scritto un articolo per mostrare come e perché si usa in recupero comportamentale e non in addestramento. Cazzo c’entra come lavoro (io, al singolare: chi sarebbero i “voi”? L’articolo è mio, ovvero di una persona singola!) in addestramento?
      Ho sempre detto che lo uso ANCHE in addestramento, quando e se serve. Così come uso la pettorina (quando e se serve), il collare fisso, il semistrangolo e tutti gli strumenti disponibili (quando e se servono).
      Mo’ farò un cartello e me lo appenderò al collo, così magari si capisce: “Utilizzo TUTTI gli strumenti che, a mio avviso, possono darmi i migliori risultati con il singolo cane e nel singolo caso, sempre nel massimo rispetto dell’animale”.
      Però… che palle, eh!

    • Hahaha guarda quanti BlaBlaFans ci sono! Tu,ara Redazione, in tutti gli articoli e risposte a commenti scrivi SEMPRE E SOLO che x il recupero comportamentale si DEVE usare lo strozzo! Rileggi tutti i tuoi commenti degli altri articoli se nn ci credi, anche quello che interveniva il sig Mangini….Parlate sempre e solo di recupero comportamentale…

      • Io, Sciuramaria doc, fagocitatrice degli articoli di Valeria, confesso che da oggi fino a data da destinarsi userò per il lupone il collare a strangolo nelle uscite.
        Sì, lo torturerò con questo strumento immondo; sì, rischierò di danneggiargli trachea, collo, ma foss’anche il pisello se necessario. Perchè da qualche giorno è in atto la prova dei petardi e il lupone è terrorizzato al punto che da una settimana circa il pomeriggio non vuole più uscire, va sotto il tavolo, scappa, si rifugia sotto il letto quando lo chiamo per la passeggiata (mentre prima era felicissimo e mi saltava addosso con i suoi 35 leggiadrissimi kiloni).
        Ad ogni scoppio (anche lontano millemiglia) tenta la fuga terrorizzato cercando di sfilarsi il collare, non voglio che finisca sotto un’auto (e se provocasse anche un incidente?), non posso portarlo fuori già col collare strettissimo per evitare che se lo sfili, stringerlo dopo lo scoppio è comunque rischioso perchè c’è un micro-momento in cui il cane potrebbe non essere trattenibile.
        Allora da oggi divento torturatrice, ma magari gli salvo la vita o mi esento dal correre il rischio di provocare incidenti.

      • Perché di quello si parlava. Il collare a strangolo si usa soprattutto con due scopi: a) la sicurezza del conduttore (anche in addestramento…e non parlo solo di cani mordaci. Ho al campo persone che, se non lo usassero, vivrebbero con la faccia stampata per terra perché pesano la metà dei loro cani. Intanto che si lavora per insegnare ai cani una condotta corretta – senza guinzaglio, visto che al campo ci sono le giuste condizioni di sicurezza – io consiglio a queste persone di utilizzare lo strangolo (o il semistrangolo) per evitare di essere stesi a terra e/o di perdersi i cani in mezzo alla strada. Ovviamente insegno anche COME usarlo in modo da non poter danneggiare il cane in alcun modo; b) la sicurezza del cane (vedi casi di recupero).
        Per addestrare un cane in realtà non serve alcun collare, ma finché il cane non è sotto controllo io la gente in giro con la pettorina (e quindi con il cane incontrollabile) non ce la mando. Con certi cani il collare fisso basta e avanza, con altri no.
        Se “voi” (ricambio il plurale majestatis, eh!) preferite rischiare facciate per terra, risse tra cani e altre piacevolezze, non è un problema mio.
        P.S.: al mio campo trovi cani con strangolo, semistrangolo, fisso e pettorina. Quando il cane è addestrato, può indossare quello che pare e piace al conduttore. Finché non lo è, io consiglio lo strumento che ritengo dia maggior sicurezza ad entrambi.

      • Caschi male caro bastiano e visto che sostieni di non esser un troll poniti una domanda, come mai sei solo tu e nessuno ti da manforte? evidentemente ti piace sguazzare nel fare il bastian contrario, poi che molti si schierino con Valeria ti dovrebbe far ricordare un vecchio detto latino vox populi vox dei

  24. ok, il punto di svolta e’ il momento in cui holly toccata dal dito del rescuer smette di esserepronta solo a mordere( del resto in modo inibito,infatti non stringe ma cerca di sputare il laccio) do si rilassa(o si rassegna)leggermente e socchiude gli occhi, poi accetta il rifugio del corpo dell’uomo (dopo un po’ di trambusto) [che orrore quella si una tortura le mutande con pizzo indossate dalla povera innocente!] MA se la cagna non fosse stata impregnata sull’ uomo (fosse nata da un randagio) un recupero sarebbe ancora possibile o diventerebbe un’ammaestramento come un tigrotto?

    • La mancata impregnazione è irreversibile: si può ottenere una “domesticazione” esattamente come quella che si fa con gli animali selvatici… che non c’entra nulla con l'”ammaestramento”, però! Con “domesticazione” intendo che il cane impara a fidarsi dell’uomo… ma non “dell’uomo” in generale, bensì di UN uomo, o almeno di un uomo alla volta (quelli che impara a conoscere, che si prendono cura di lui eccetera eccetera). Il cane, in linea di massima, non sa generalizzare: quindi il processo per passare dalla fiducia in “un” umano (o in pochi umani) alla fiducia nell'”uomo” in generale è lunghissimo, difficilissimo… e spesso, purtroppo, si rivela impossibile.
      Per questo l’impregnazione è assolutamente fondamentale.

      • …Ciau bale!!
        E con questo mi metto il cuore in pace…Sigh…
        Mi terrò il cane psicopatico… quello che se sei fuori e lo guardi o gli rivolgi la parola ti spiana i 68 denti…
        Quello che dopo che sei entrato in casa e ti ha accettato ti “sbauscia” fino allo sfinimento con il grooming.
        Quello che se hai un bambino e lui sa che il bambino fa parte del branco… non t’avvicinà che te sbrano e poi te rigurgito per sbranarti n’altra volta che la prima non t’è bastata…
        Quello che quando sono con mamma se le volete parlare dovete stare ad almeno un metro e con le braccia ferme lungo i fianchi che se solo osate alzare mezzo dito (anche se è per salutare/ringraziare..non mi frega) vi dimostro che il t-rex non era l’unico ad avere i dentoni…

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