giovedì 28 Marzo 2024

Qua la zampa, è Natale: racconto N.10 – La mangiatoia

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concorsonatale_racconto10Perdere il bambinello nel giorno della gara dei presepi è sfiga.
Soprattutto se concorri con un presepe vivente e il bambinello è tuo figlio.
Teo detesta stare nella mangiatoia, la recita dovrebbe durare un’ora ma dopo tre minuti lui piange o salta giù.
Lisa ha tentato con rimproveri, lodi, promesse.
L’ha deposto già addormentato, ma si sveglia.
Potrebbe scegliere un altro bambino ma Dario ci teneva a questa manifestazione, era lui l’organizzatore prima che l’incidente lo portasse via.
È quasi mezz’ora che lo cerca.
Worf!
Lisa trasalisce.
Can che abbaia non morde, can che abbaia non morde, si ripete, lanciando un’occhiataccia all’enorme rottweiler che la fissa.
Detesta quella bestiaccia: un randagio fuggito da un capannone losco, che adesso vive nei dintorni della piazza dove si terrà la gara.
Lo chiama rottweiler ma a detta di Bea, che di animali ne capisce, potrebbe avere qualunque cane nel DNA. Per lei può avere anche DNA d’agnello, ma l’aspetto resta da cane-killer.
Gira sempre intorno a Teo, da quando il pupo gli ha dato del cibo.
Sembrava innocuo, ma una volta Carlo ha preso in braccio Teo e il cane s’è avvicinato ringhiando. Ha fatto un balzo per afferrare il pupo, per fortuna Carlo ha i riflessi pronti.
Bea ha detto che è normale, sollevare un bambino così stuzzica l’istinto predatorio del cane.
A lei non frega nulla di cosa stimoli gli istinti di chicchessia: Teo non si tocca.
Cerca Carlo nella rubrica del telefono.
Quando Dario è morto ha promesso di farcela da sola, ma Carlo è un amico. Cioè, forse per lui sono qualcosa di più, è sempre gentile con lei e adora Teo.
Non gli ha dato speranze: amava suo marito e in quella bara ha sepolto due cuori.  Però adesso ha bisogno d’aiuto.
Gli spiega tutto, è uno in gamba, arriverà.
Riattaccano.
Worf!
La bestia si avvicina.
Worf!
«Non ho niente per te, sparisci».
Forse qualcuno dello staff ha visto Teo.
Meglio tornare alle prove.
Il cane è a meno d’un metro.
Worf!
Lisa pesta i piedi, per cacciarlo.
Lui indietreggia, poi torna all’attacco.
Si avvicina a testa bassa, la lingua lambisce il muso.
Scodinzola.
Bea dice che se un cane scodinzola è felice. Certo, felice di mangiarla! Si lecca pure i baffi!
In un istante morde, lei urla.
I denti afferrano solo la camicia.
Il cane tira, lei gli dà un calcio.
Lui geme, socchiude gli occhi, ma continua a tirare finché la camicia non si spezza e Lisa cade. Cuore a mille, culo a terra, occhi pieni di lacrime.
C’è sangue, sulla camicia e sul muso della bestia. Anche se non l’ha ferita.
Worf!
Il cane scappa.
Se le avessero detto che sarebbe stata coinvolta in un inseguimento con un cane, avrebbe immaginato se stessa davanti e la belva dietro, con i denti digrignati e gli occhi assetati di sangue.
Non sa perché l’animale fugge, ma forse il sangue è del pupo. Deve seguirlo.
Chiama la polizia, ansimando.
«U-ane appreso immio hambino!».
Un poliziotto dice «Eh?».
Lei prende fiato e ripete, risponde a delle domande.
Il cane si ferma davanti a un cancello.
Worf!
Lisa indica il luogo al poliziotto, riattacca.
C’è del sangue sul marciapiede, forse i padroni di casa hanno salvato Teo.
La paura per il suo bambino la fa avvicinare.
Suona il citofono, una voce familiare risponde.
Alla porta si affaccia Carlo, sorpreso. Apre il cancello senza accorgersi del cane, poi lo vede e arretra.
Il rottweiler corre nel cortile, entra in casa.
L’uomo lo insegue. Zoppica.
Lisa corre fino a un salotto.
«Mamma!» urla Teo.
Ride tra le zampe festose del cane.
Carlo è sudato, le mani tremano: «T-ti stavo chiamando».
Come se quella stanza non fosse già troppo affollata, irrompe un poliziotto «Lisa è lei?».
La donna annuisce.
Il poliziotto indica il cane, docile accanto al pupo «Quello è il cane che ha preso suo figlio?».
«No» balbetta Lisa.
Guarda Carlo, poi il cane.
Rivede il suo concetto di bestia.
Indica Carlo: «È lui».

La polizia ha trovato dei video nel computer di quell’uomo. Video che un bambino non dovrebbe mai girare.
È stata una sciocca: tutte quelle attenzioni, i sorrisi, i giocattoli. Non è a lei, che Carlo voleva piacere.
Una psicologa ha ricostruito i fatti: non è stato fatto nulla al suo bambino.
Il cane ha morso Carlo e, quando l’uomo l’ha cacciato, è corso a cercarla.
Mentre il poliziotto parla Lisa non resiste, abbraccia la bestia.
«Dudi ti piace ora?» chiede Teo «Ce la compriamo una pappa?».
Lisa sorride «Ti piacerebbe se lo portassimo a casa con noi?».
«Pessempre?» chiede Teo.
Fa quel sorriso, che la morte di Dario aveva rubato.

Lisa incrocia le dita.
Mancano dieci minuti alla fine della recita e Teo dorme nella mangiatoia.
Forse avrebbe dovuto annullare la gara, ma è l’ultimo istante che avrà, con Dario.
«Così terrai il cane» dice Bea.
«Ha salvato Teo» risponde lei «Però sono in ansia, mettersi in casa un cane da combattimento».
«È un cane da difesa, non da combattimento» spiega Bea «Ti presenterò un educatore cinofilo».
«Credi che il cane ne avrà bisogno?».
Bea ride: «Non so, ma tu ne hai bisogno di certo».
La recita è finita e Teo è ancora lì, che ronfa tra le zampe di Dudi.
Quel cane, di certo, ha geni da mangiatoia nel DNA.

Noemi Turino

 

 

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7 Commenti

  1. questo racconto mi ricorda (ma con happy end) quella leggenda irlandese(?) del levriero che salva il figlio del padrone da un lupo, e che viene ucciso dal padrone stesso che equivoca sul sangue sul muso del cane.(come si chiamava?)

  2. bellissimo e molto triste del resto i rotti sono cosi’ . Frey il vecchio faceva proprio quello: rendeva impossibile punire o anche sgridare i miei figli, e non che fosse aggressivo con noi, no, faceva interposizione. con gli estranei tutto un altro paio di maniche,….. era il terrore delle vecchie zie arcigne!

  3. 1) Ussignur, avevo appena smesso di lacrimare e mo’ mi tocca ricominciare…
    2) È per caso una storia vera?

    P.S. Ehm… solo una piccola cosa… il nome… Dudi… è bello eh… solo che… non so… mi ricorda… (Dudù)… ma poi passa. 🙂

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