venerdì 29 Marzo 2024

Una cucciolata di molossoidi? Allevarla non è facile!

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Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore è la sciurallevatrice per eccellenza. Nasce a Carmagnola da suo padre e sua madre (ma più da sua madre) il 17/09/1987, da allora il 17 settembre è anche noto come "San Morbidino". Appassionata di tutte le razze canine e indicativamente di tutti gli animali esistenti sul pianeta, ha una particolare predilezione per il rottweiler, che ha le sue stesse esigenze primarie: mangiare, dormire, muovere poco le chiappe. Collabora ormai da alcuni anni con "Ti presento il cane" con le sue storie di vita vissuta tra allevamento e morbidinosità.

Fiona3di FABIANA BUONCUORE – Quanti possessori di una cagna di razza (ma anche solo “somigliante a…”) non hanno avuto la tentazione di far nascere una cucciolata in casa? Frequentando l’ambiente dei rottweiler (e sparpagliando anche “rottweileresse” in giro per il mondo, col mio piccolo allevamento), mi sono resa conto di quanti padroni non solo cadano in tentazione con una facilità mostruosa, ma addirittura acquistino la femmina proprio per far nascere le cucciolate.
Peccato che, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratti di persone assolutamente impreparate alla situazione, che non hanno la più pallida idea di cosa li aspetti e che scelgono piuttosto alla leggera di imbarcarsi in questa complicata avventura.
La riproduzione dei molossoidi di grossa taglia, poi, è decisamente un lavoro complesso e delicato: è proprio di essi che voglio parlare (anche perché è con loro che ho a che fare tutti i giorni).
Siccome ogni volta che provo a dissuadere i soggetti descritti pocanzi dall’avere una cucciolata senza adeguata preparazione finisco per biascicare frasi frammentate e senza un filo conduttore che tenga insieme il discorso (e spesso dimenticando di dire un sacco di cose), ho pensato di mettere per iscritto i miei suggerimenti, in modo da andare con ordine.
Ecco qui di seguito, quindi, un elenco della visione dei fatti che ha il proprietario medio di una cagna, seguite da un’esposizione più obiettiva e basata – anche – sulle mie esperienze.

1)   La mia cagna è andata in calore. Ma sì, la faccio accoppiare, dato che conosco un bel maschio.
Ecco, qui, se i genitori non hanno pedigree (ne sento tanti, eh!), tanto vale non spendere troppe parole, che ci ha già pensato Valeria in tutte le salse.
Si tratta di scegliere deliberatamente non solo di mettere al mondo una cucciolata ufficialmente meticcia, ma anche di correre tutti i rischi che comporta la riproduzione di un grande molossoide.
Se invece i cani sono di razza, di solito i padroni controllano giusto che i nomi stampati sui documenti siano tutti diversi, e bon: non c’è consanguineità, abbiamo la coscienza pulita.
Pochi si preoccupano di andare ad indagare su chi siano realmente quei cani, come riproducano, quali siano le doti caratteriali e cosa dicano le lastre per la displasia (se ci sono).
È un lavoro che richiede tempo e pazienza, e quando si decide di accoppiare i cani senza pianificare non si ha modo di svolgere queste indagini.
Inoltre, il sapere che il nostro cane ha il pedigree e magari l’abbiamo pagato fior di quattrini, ci induce a credere che automaticamente valga la pena di farlo riprodurre; difficilmente i padroni valutano obiettivamente pregi e difetti del cane, sia morfologici che caratteriali. Per il padrone medio, il proprio cane è sempre il più bello, equilibrato e tipico del mondo, ed in quanto tale deve sparpagliare figli.
Sarebbe invece buona norma far valutare la cagna da una persona esperta: lo stesso allevatore che ce l’ha venduta, magari, o meglio ancora un giudice ENCI, iscrivendola a qualche esposizione.

IMG_8994Mettere al mondo dei cuccioli è una responsabilità, e se da un lato non è fondamentale dare un contributo al miglioramento della razza, sarebbe quantomeno eticamente corretto non rischiare di mettere al mondo cani con difetti importanti o, peggio, caratteri poco equilibrati (a maggior ragione nel caso dei molossoidi, già abbastanza discriminati).
E le lastre ufficiali?
Oh, ma tra una cosa e l’altra son 300 euro… alla fine, entrambi i genitori della mia cagna sono sani, non vale nemmeno la pena di controllare la displasia di anche e gomiti. E poi non c’è tempo, io voglio farla accoppiare a questo calore, che al prossimo sarò più indaffarato sul lavoro. Nemmeno lo stallone ha le lastre? E vabbé, è così bello! E poi sicuramente è sano, quando gli lanciano la pallina salta e corre come un leprotto.
Ecco… NO.
Le lastre, nei grandi molossoidi, vanno fatte, punto.
Perché la displasia di anca e gomito è una patologia mostruosamente diffusa nei cani di questo tipo; perché può saltar fuori anche in cani con fratelli, genitori, nonni e bisnonni sanissimi; perché può essere presente anche in cani apparentemente sciolti ed atletici, che magari convivranno felicemente tutta la vita con questa patologia senza dar preoccupazioni: ma magari i loro figli non saranno altrettanto fortunati, e rischieranno di ereditare la displasia e di vivere un’esistenza tormentata, che comporterà anche una convivenza difficile con i padroni.
Una cucciolata non si improvvisa, ma si pianifica per tempo.

IMG_20892) Ho già avuto cucciolate con la mia cagna precedente ed è sempre filato tutto liscio. Sono esperto ormai.
Le cagne non sono tutte uguali; in particolare, le femmine appartenenti a razze molossoidi sono ad elevato rischio di schiacciamento dei cuccioli, essendo molto pesanti ed avendo poca sensibilità tattile lungo il torace; hanno cucciolate numerose e possono avere difficoltà di parto dovute alle grandi dimensioni del cranio dei neonati.
Spesso ci si basa sull’esperienza di precedenti cagne… appartenenti, però a una tipologia diversa: magari una cagna di taglia media, magari lupoide. Oppure era proprio una rottweiler, ma che faceva tutto da sola e portava avanti la cucciolata in autonomia: non è impossibile.
Però non è la norma, e non bisogna dare per scontato che anche la cagna attuale farà la stessa cosa; a maggior ragione se è alla sua prima gravidanza. Non ci si può mai fidare troppo dell’esperienza nemmeno sullo stesso soggetto, men che meno quando si parla di soggetti (o addirittura razze) differenti.

3) Bisogna sempre stare attentissimi alle gravidanze indesiderate quando la cagna è in calore, quindi, figuriamoci: l’accoppiamento sarà una cosa rapida e spontanea.
Nemmeno questo corrisponde sempre al vero.
Il calore va attentamente monitorato tramite strisci vaginali ed esami del progesterone (circa 20 euro i primi, da 30 a 50 i secondi), per trovare le “date giuste”. La monta va eseguita da due a tre volte, a giorni alterni, per essere certi di coprire tutto il periodo a maggior  probabilità di ovulazione, e non è affatto detto che vada tutto liscio: a volte alla femminuccia non piace il maschio, si ribella, morde, si divincola; a volte si stanca e si siede, dato il peso del treno anteriore del maschio, che nei molossoidi di solito è importante per via della massa muscolare e delle dimensioni della sua testa; a volte (molto più raro, ma succede) è a lui che non va a genio la “fidanzata”, e magari fa due o tre tentativi scocciati per poi scendere con l’espressione da “no, guarda, non mi convince. Ce l’hai un modello più sportivo?”

Cuccioli riscaldati4) Fa tutto la natura: una volta fatto l’accoppiamento, si aspettano semplicemente due mesi, finché non arriva il momento del parto; anche in quel momento, comunque, farà tutto la mamma (proprio come faceva la mia cagna precedente, magari).
Anche qui si tratta di un luogo comune: la cagna va sottoposta ad esame ecografico dopo un mese, per accertare la gravidanza.
Se tutto è andato a buon fine, il secondo mese di gravidanza va seguito con molta cura, sia dal punto di vista alimentare (le razioni devono aumentare gradualmente ed anche la qualità del mangime deve essere superiore) che da quello dell’acclimatazione: ci vuole molta delicatezza nell’invogliare la cagna ad abituarsi al posto che abbiamo scelto per farla partorire; anche questo sarà un lavoro graduale e talvolta difficoltoso (può succedere che la cagna disdegni la sontuosa cassa da parto che le abbiamo sistemato in casa, se non si sente a proprio agio, e vada a partorire sotto un cespuglio in giardino).
Quando il parto si avvicina, generalmente conviene effettuare una lastra per poter contare il numero dei feti: questo consentirà di sapere con certezza quando il parto finisce, e se ci sono feti ritenuti.
Per quanto riguarda il parto, è davvero raro che non sia richiesta la mano del padrone (che avrà comunque allertato il veterinario) nelle mamme molossoidi. Spesso, soprattutto al primo parto, la cagna si agita, non sa bene che fare, molla i cuccioli un po’ qui e un po’ lì (talvolta lasciandoli morire senza occuparsene, perché presa dal panico), si muove grossolanamente rischiando di pestarli ed ucciderli.
Il padrone deve essere presente.
In generale io preferisco occuparmi della rottura delle placente e del taglio dei cordoni ombelicali, oltre che della pulizia del cavo orale fino al primo respiro del cucciolo: la mamma, per inesperienza ma anche solo per via delle dimensioni della sua bocca (nei cani di taglia grande i neonati sono sproporzionatamente piccoli rispetto alla mamma), potrebbe involontariamente fare seri danni: il cordone si può lacerare nel modo sbagliato avviando un’emorragia arteriosa pericolosissima per il cucciolo, che morirebbe dissanguato in un paio di minuti; gli strattoni possono causare danni di varia entità, dalla semplice ernia ombelicale alla morte del cucciolo per sventramento (macabro? Sì, ma è una realtà. Ed il padrone medio queste cose non le immagina neppure).

IMG_8982Una volta tagliato il cordone e fatto respirare il cucciolo, lo si può avvicinare alla mamma, permettendole di leccarlo e massaggiarlo, ma sempre ponendo la massima attenzione.
Dopo qualche minuto il cucciolo si attaccherà alla mammella e… in breve tempo ne arriverà un altro. Tutto da capo. E così via per due, quattro, otto cuccioli, dieci cuccioli… a volte di più. A volte un cucciolo va seguito più degli altri perché fatica a respirare, e così va massaggiato, ma intanto arrivano i fratelli, e bisognerebbe avere quattro mani per riuscire a seguire tutto. Poi i neonati, che cominciano ad affollare troppo il ventre della mamma, vanno spostati in una cesta riscaldata da una lampada ad infrarossi, per evitare che vengano schiacciati durante le nascite successive.
Finito il parto (dopo alcune ore), abbiamo da dieci a venti asciugamani da lavare, l’ambiente è appestato da un odore terribile, bisogna pulire tutto al più presto e mettere la mamma nel pulito.
E naturalmente attaccare i cuccioli a poppare sotto supervisione, perché il rischio schiacciamento sarà una costante per almeno due settimane. Le mammelle son solo dieci, e due di queste producono davvero poco: se i cuccioli sono di più, bisogna fare due gruppi ed attaccarli un po’ per volta. Circa un’ora in totale, poi li si rimette al sicuro nella cesta. Si son fatte le quattro del mattino? Bene, possiamo riposarci un paio d’ore, dopodiché sarà di nuovo l’ora della poppata (che dura sempre un’ora, o anche di più). E così via. Sempre, giorno e notte. Per una settimana, dopodiché potremo passare a farlo ogni tre ore, ed arrivare a pause di quattro ore.

Svezzamento2Poi i cuccioli cominceranno a mangiare come caimani, e dovremo iniziare ad aiutare la mamma preparando ad ogni poppata anche il latte artificiale, che giorno dopo giorno misceleremo gradualmente con gli omogeneizzati. Tempo per ogni poppata: due ore o più.
Quando si passerà agli omogeneizzati non diluiti, a partire dalle tre settimane, ogni singolo cucciolo dovrà essere attaccato alla mammella, poi preso da parte, ed imboccato col cucchiaino. Sbrodolerà ovunque, quindi una volta finito bisognerà pulirlo (ma non pulirgli il musino, eh: pulire muso, zampe, collo, petto… ma anche testa, orecchie, coda. Insomma, sarà completamente sbrodolato ovunque. E non chiedetemi come ci riesca). Tempo per ogni cucciolo: dieci-quindici minuti. Facendosi due conti, anche se adesso gli intervalli tra un pasto e l’altro sono arrivati a 4-5 ore, comunque non si tira un respiro ugualmente.
Poi ci saranno i bisognini. Fin qui non ne ho parlato molto perché la maggior parte del lavoro lo fa la mamma: leccando la zona del sottocoda ai cuccioli, li stimola ad evacuare ed ingurgita tutto lei. Questo per le prime due settimane, dopodiché vi guarderà stizzita, come per dire “prego?? IO dovrei leccare quella roba lì? Ma lo vedi che non è più come qualche giorno fa?? Colpa tua, che hai dato ai miei figli quelle robacce artificiali e gli omogeneizzati. Tuo il danno, tu pulisci.”
E dato che non sa che l’alternativa era far morire di fame i cuccioli più gracili (o addirittura rischiare che stesse male lei venendo prosciugata), che si fa? Si pulisce.
E i cuccioli sporcano tanto, quindi si passerà tanto tempo a pulire. E la lavatrice girerà praticamente di continuo, perché dovremo sostituire le coperte e gli asciugamani due volte al giorno.
Pian piano i cuccioli sapranno mangiare le pappine da soli, e così basterà mettere un’unica ciotolona a cui dare accesso a tutti contemporaneamente. Per poi mettere direttamente anche i cuccioli in lavatrice, dato che finito il pasto avranno più omogeneizzato sul pelo che nello stomaco.
E gli imprevisti?
Capitano anche quelli, non lo sapevate? Se la mamma è inappetente, non produce latte a sufficienza e dimagrisce a velocità supersonica. Se si becca una mastite, la mammella può arrivare a squarciarsi. Una carenza di calcio può causare una pericolosissima eclampsia puerperale, che se non presa per tempo può uccidere la mamma.
Spessissimo, alcuni cuccioli sono più deboli. Li vedremo agonizzare, boccheggiare ed infine spegnersi tra le nostre mani, osservando la scena impotenti, col cuore a pezzi, chiedendoci cosa abbiamo sbagliato. Non abbiamo sbagliato niente, ma anche se sappiamo che è inevitabile che qualcuno non ce la faccia, farà male. Tanto male.
Ma queste cose, il padrone medio, non le mette mai in conto.

IMG_20835) Una volta cresciuti i cuccioli sarà il momento di darli via: quindi rimarranno con me solo nella fase in cui è più facile gestirli finché son piccoli e si muovono poco, senza far danni; dopodiché ci penseranno i nuovi padroni.
Eh, già. Sarebbe proprio comodo.
Peccato che per legge (oltre che per buon senso) i cuccioli possano lasciare la mamma solo dopo i 60 giorni. E che a trenta cominceranno già ad andarsene a spasso da soli. Un po’ barcollanti, con passi incerti; ma saranno ovunque. Sotto i mobili, sui tappeti, nel bagno, tra i vostri piedi. Ed indovinate un po’ dove troverete, di conseguenza, i loro bisognini? Esatto. Ovunque.

6) Sarà tutto meraviglioso: adoro i cuccioli!
Certo. Finché non vi ritroverete di fronte una decina di belve fameliche che corrono dappertutto, distruggono tutto, sporcano tutto, e vi faranno venire duemilatrecentoquarantasette infarti al giorno cercando sempre nuovi modi per autolesionarsi od attentare alla propria vita.
Girare per casa indossando vestiti puliti diventerà presto impossibile. Eventuali scarpe verranno slacciate talmente tante volte al giorno che finirete per lasciarle aperte; le gambe dei pantaloni verranno masticate e strappate fino al ginocchio. Le ciabatte smetterete ben presto di indossarle, fidatevi. Il bucato lo stenderete sui lampadari.

IMG_21357) L’unica pecca è che sarà un po’ triste veder andare via i cuccioli, perché mi sarò affezionato: però alla fine non soffrirò così tanto, se vanno a star bene.
E ci si crede veramente, eh?
Ci si crede, sì. Finché non arriva il giorno fatidico. E allora vorreste davvero non aver mai fatto nascere la cucciolata. Perché sollevare quei batuffoli da terra, stringerli forte, baciarli l’ultima volta, augurare loro buona vita, depositarli tra le braccia dei nuovi padroni, vederli varcare la porta di casa con aria interrogativa, e scoppiare in lacrime salutandoli da lontano e guardandoli fissarvi attraverso il finestrino della macchina dei nuovi padroni vi strazierà il cuore. Sappiatelo. E non importa quante ciabatte vi avranno fatto buttare.

8) Non è certamente la cosa che mi importa di più, ma perché non considerare anche il lato economico? Dopotutto la mia cagna l’ho pagata cara, e mantenerla costa. Almeno recupero le spese.
Forse non tutti hanno un’idea chiara di cosa costi far nascere una cucciolata. Le spese in gravidanza citate sopra sono appena l’antipasto: poi verranno sacchi e sacchi di mangime premium per cagne in allattamento, per lo svezzamento dei cuccioli e per la crescita; latte in polvere, omogeneizzati, farmaci; poi vaccini, visite cardiologiche, sverminazioni; iscrizione della cucciolata e richiesta dei pedigree; bollette stratosferiche (ricordate la lavatrice a ciclo continuo e la lampada ad infrarossi? Ecco). Non faccio i conti euro per euro solo perché poi mi sento male e mi passa la voglia di continuare ad allevare, ma fidatevi: non contate di guadagnarci qualcosa.

IMG_2052Ma allora, far nascere una cucciolata è solo roba da allevatori?
No. Abbiamo solo appurato che allevare una cucciolata non è certamente tutto rose e fiori come tutti credono.
Adesso che avete letto tutto e sapete a cosa andate incontro (in realtà ve ne siete solo fatti una vaga idea, perché finché non ci si ritrova non si può realmente immaginare quanto stressante, sfiancante e dannoso per la salute sia avere una cucciolata), posso aggiungere che avere una cucciolata è un’esperienza meravigliosa. Un’esperienza che augurerei a chiunque, perché fa crescere, fa ridere, fa piangere.
Non è facile descrivere quanto davvero sia duro il lavoro che aspetta chi si imbarca nell’impresa; e allo stesso modo non è facile spiegare cosa si prova quando quei piccoli rotolini pelosi emettono il primo mugolio, si sollevano poi sulle quattro zampe, imparano a correre, giocare, mordere, e la sera si acciambellano tutti insieme nella cuccia diventata ormai troppo stretta per accoglierli tutti, per cui c’è sempre qualche culetto che sporge. L’unica è provare sulla propria pelle… però senza improvvisare e con la piena cognizione di quello che ci aspetta.

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32 Commenti

  1. fabiana…. una cosa….. dopo aver raccolto per 2 mesi pipicacchine, distruzioni oltreogniimmaginazione, ……
    quando vanno a casa, sono divisa in 2: da una parte come scrivi tu, dall’altra: menomaleeeee ! 😀

  2. Per quanto riguarda il punto 5, aggiungerei che non è affatto detto che i cuccioli trovino un padrone a 60 giorni e che possono rimanere con te per mesi e, in questo caso, per il punto 7, quando dai via un cucciolone di 6-7 mesi, alla fine ti viene proprio voglia di fare harakiri.

  3. La mia vicina padrona di una westie e maniaca del pulito, ha deciso di far fare i cuccioli alla sua cagnetta perché “è così carina!!!”. A me si è ghiacciato tutto. Le ho chiesto se si rende conto dell’impegno, dei casini e delle condizioni della casa a cui andrà incontro con questa scelta e la risposta è stata “ma non la faccio partorie mica in casa, la porto dove l’ho comperata e se ne occupano loro”. Se così sia meglio o peggio non lo so, so solo che i brividi mi corrono ancora giù per la schiena.

  4. Mi permetto di puntualizzare un sacco di cose vista la frase “Siccome ogni volta che provo a dissuadere i soggetti descritti pocanzi dall’avere una cucciolata senza adeguata preparazione finisco per biascicare frasi frammentate e senza un filo conduttore che tenga insieme il discorso (e spesso dimenticando di dire un sacco di cose),…” e sono sicura che ne dimenticherò molte anche io.
    1) Ho saputo di persone che accoppiano addirittura le proprie femmine “bastardine” per il “piacere” di fare una cucciolata. Poi regalano i cuccioli, senza vaccinazioni, senza microchip, a questo punto presumo prima dei canonici 60 giorni e senza tante accortezze riguardo l’alimentazione. Evviva!
    Quanto al fatto dei genitori che hanno il pedigree, basta vedere quanti annunci ci sono su “subito” che dicono che i genitori hanno il pedigree, ma i cuccioli no. A volte solo per ignoranza. Perché non conoscono tutta la trafila (a iniziare dalla firma del proprietario dello stallone sul modulo A). Il costo dei singoli pedigree non è poi così importante. Certo, quando l’allevatore va a presentare la domanda con il modulo B e deve anticipare l’ammontare per una cucciolata di 10-12 cuccioli sente il portafogli alleggerirsi drammaticamente, ma non per questo si deve far intendere che il costo di un pedigree sia di 100 o più €uro, quando in realtà siamo intorno ai 20/25.
    Quanto al fatto che “..difficilmente i padroni valutano obiettivamente pregi e difetti del cane, sia morfologici che caratteriali. Per il padrone medio, il proprio cane è sempre il più bello, equilibrato e tipico del mondo, ed in quanto tale deve sparpagliare figli.
    Sarebbe invece buona norma far valutare la cagna da una persona esperta: lo stesso allevatore che ce l’ha venduta, magari, o meglio ancora un giudice ENCI, iscrivendola a qualche esposizione.”
    Pochi allevatori ammetteranno mai di aver venduto un cane che è diventato l’esemplare più brutto della razza. Rimane pur sempre l’àncora della “favolosa linea di sangue”. Quanto ai giudici ENCI, siamo sinceri, ce ne sono pochi in grado di giudicare con obiettività e criterio. Ci vorrebbe un giudice specializzato nella razza in questione e con una chiara idea dell’importanza del suo giudizio. Personalmente ne ho incontrato solo uno così. Inoltre, in questi tempi di crisi, pochi vanno in expo e raduni. Costano. Quindi c’è poca concorrenza. E giudici non specialisti della razza che pur di non demotivare il privato elenca solo i pregi del cane e pochi difetti… Si sa che il mondo gira intorno al Dio Soldo. E’ tutto un business. E il privato che vede il proprio cane come il più bello del mondo, se si vede dare un giudizio così così, in expo non ci va più.
    – “Le lastre, nei grandi molossoidi, vanno fatte, punto.
    Perché la displasia di anca e gomito è una patologia mostruosamente diffusa nei cani di questo tipo; perché può saltar fuori anche in cani con fratelli, genitori, nonni e bisnonni sanissimi;…” Detta così, uno dice, allora che le faccio a fare, dato che può saltar fuori anche se tutto l’albero genealogico è perfetto. O si toglie questa frase, o si parla di quanto erano comuni anni fa (adesso non so, ma con la questione DNA e microchip mi sembra meno semplice) che si usassero le lastre di cani sani per certificare cani displasici, e comunque la malsana abitudine anche ora di non registrare ufficialmente le radiografie di cani non a posto, quindi io posso arrivare a sapere che i genitori sono a posto, 2 o 3 zii anche, i nonni forse, se le lastre erano delle loro anche, e gli altri? Non è così semplice.

    2) su questo punto ci sarebbe moooolto più da dire. Aggiungo solo che le difficoltà o facilità del parto cambiano anche con la stessa femmina per fattori diversi (età, stato fisico, ma soprattutto accoppiamenti con maschi diversi che “producono” geneticamente soggetti diversi)

    3) Qui dico che se la monta è stata attentamente programmata da strisci e analisi del progesterone, ne potrebbe bastare anche una sola. Farne 2 o addirittura 3 serve solo ad aumentare possibilmente il numero di cuccioli, ma rischia anche di far nascere una cucciolata più disomogenea come grandezza e peso dei cuccioli e anche di età degli stessi, dato che gli ovuli potrebbero essere stati fecondati a distanza di ben 6 gg i primi dagli ultimi. E qui i problemi di stare dietro ai cuccioli più piccoli ecc. ecc. ecc.
    Tra il resto, sia in questo punto che nei successivi, mi sembra che sia stato trascurato il costo più rilevante di tutti: quello della monta! A meno che non si sia amici del proprietario dello stallone e questo non sia praticamente un vicino di casa, la monta è il costo che incide di più in assoluto (salvo complicazioni gravi). Se poi devo andare in cima alla Germania per usare il maschio che trovo più adatto alla mia femmina, per fare 3 monte dovrei prendermi almeno una settimana di ferie!

    Ci sarebbe un sacco di altro da dire. Sul perché la si fa (chi fa con passione, intendo), sull’intervento umano (sono d’accordo sull’essere presente e sorvegliare e aiutare, ma non sul fare tutto al posto della femmina. Secondo me si toglie imprinting vitale, dato che ormai pare che poche femmine siano in grado di partorire da sole), sul dare via i cuccioli e chissà cos’altro mi sto dimenticando. Ma è tardi e mi fermo qui.

    Spero di non aver offeso, ma solo integrato..

    Buonanotte

  5. Non ho mai avuto pastori maremmani abruzzesi ma mi sembra che come stazza e peso siano simili ai rottweiler, quindi credo che il problema dello schiacciamento dei cuccioli sia presente anche con loro. Credo che l’unico problema specifico dei molossoidi sia questo, tutti gli altri possono essere comuni anche ad altre razze. La displasia va testata anche nei maremmani abruzzesi, e bisogna anche vedere se c’è qualche altra patologia tipica di razza da testare. Soprattutto, essendo cani con un carattere molto tosto, e’ importante che siano caratterialmente compatibili. Non nel senso che vadano d’accordo fra di loro (se convivono pacificamente di per scontato che sia così), ma nel senso che non abbiano ad esempio qualche limite caratteriale che trasmesso ai cuccioli li rendano cani problematici. Non significa che i tuoi cani devono avere caratteri fuori standard, però potrebbero essere entrambi tanto diffidenti e generare cuccioli che portano questa caratteristica amplificata fino a renderla un difetto, perché magari lo sono troppo e questo li rende insicuri. La compatibilità caratteriale e’ un’altra delle cose importati da guardare, soprattutto in razze da lavoro e con caratteri già di per se’ tosti, e non e’ per niente facile da valutare.

    • Alice ti ringrazio per i consigli, quando avrà il 3° calore (prima non l’ho fatta accoppiare) la mia Maremmana avrà 22 mesi ed il maschio 16 mesi. Stravedono l’una per l’altro e dividono pacificamente il loro territorio (400 mq recintati con 2 querce e 6 ulivi) con una meticcia di taglia media di 12 anni. Ogni giorno li porto a passeggio per un’ora sciolti tra boschi e campagne, non mi si allontanano più di 10 metri, sono regolarmente vaccinati, sverminati e microchippati ma lastre non ne ho mai fatte……ci penserò.
      Caratterialmente sono opposti, la femmina fa la guardia solo se sta dentro il recinto, fuori è dolcissima, fa le feste a tutti. Il maschio è diffidente, si fa accarezzare solo da me e mia moglie (figli non ne abbiamo) gli ospiti li terrorizza, fortuna che gli sta simpatico il veterinario….. se mi siedo anche fuori dal recinto o al parco ringhia a chi si avvicina (mi fa la “guardia”),fortuna che al mio NO si azzittisce, se diventa troppo aggressivo non lo porterò più in giro sciolto. Speriamo di no. Se i probabili cuccioli saranno una via di mezzo dovrebbero essere ok.

      • Massimo, che un maschio e una femmina che vivono assieme vadano d’accordo e’ la norma, significa che sono due cani equilibrati, non necessariamente però che siano compatibili per un accoppiamento. Inoltre a 16 mesi credo sia ancora difficile valutare il carattere del maschio, visto che i cani di taglia grande maturano più lentamente e a nemmeno un anno e mezzo sono paragonabili ancora a dei ragazzini. Personalmente, per esperienze negative passate sono contraria alle cucciolate “casalinghe”. In famiglia abbiamo sempre avuto pastori tedeschi, quando avevo circa 12 anni avevamo un maschio ed una femmina, entrambi con caratteri equilibrati ma diversi, quasi complementari. Abbiamo fatto due cucciolate e a parte i problemi di salute (mio padre purtroppo e’ a tutt’oggi del partito ci pensa la natura, quindi niente lastre, nessuno spazio adeguato per il parto e per le prime settimane di vita dei cuccioli, e tutti gli altri errori e le cose da non fare in questi casi e di cui si è parlato in questo e in altri articoli) anche dal punto di vista caratteriale alcuni cuccioli si sono dimostrati non equilibrati e di difficile gestione per i proprietari. Eppure i miei cani fra loro andavano d’accordo e avevano caratteri complementari. Quindi, ed è solo un consiglio, per una valutazione caratteriale fatti aiutare da qualcuno che abbia maturato una valida esperienza. Se hai preso i tuoi cani da un allevatore esperto fatti consigliare da lui, io non allevo e al momento non ho intenzione nemmeno di mettere a disposizione i miei maschi, ma da alcuni anni frequento alcuni allevatori seri e appassionati e ti posso assicurare che un allevatore serio non ti dirà di non accoppiare a priori, temendo che tu gli rubi possibili acquirenti, anzi, ti darà sicuramente un giudizio onesto e sincero.
        E se decidi di fare la cucciolata non pensare alle lastre, falle e basta. Perché per te la cucciolata sarà una fatica ma anche una gioia e una soddisfazione per soli 4 mesi, ma per chi si porterà a casa i tuoi cuccioli si tratta di 12 anni e più da vivere insieme, quindi hai la responsabilità di fare tutto il possibile per far nascere cuccioli sani. Ovvio che poi i problemi possono esserci comunque, succedono anche agli allevatori seri, ma se si fanno le cose seriamente si fa di tutto per evitare che succedano o almeno per ridurre al minimo le possibilità che si verifichino.
        Come ti dicevo, io sono contraria alle cucciolate di privati, per quello che ho vissuto in passato e per quello che so ora dell’allevamento serio, sono però consapevole che non tutti i privati che fanno cucciolate sono incoscienti e sprovveduti come lo siamo stati noi, e d’altronde anche gli allevatori seri ed esperti hanno cominciato con una cucciolata casalinga. L’importante e’ fare tutte le cose per bene, il che implica anche farsi aiutare da qualcuno più esperto di noi nel valutare i reali pregi e difetti dei nostri cani, perché noi proprietari, pur condividendo la vita con uno, due o più cani, non siamo comunque davvero esperti della nostra razza preferita, e per noi i nostri cani saranno sempre e comunque i migliori.

  6. Ho una coppia di Pastori Maremmano Abruzzese, sono indeciso se fare o no una cucciolata, sono più facili da
    seguire rispetto ai molossoidi?

  7. bell’articolo….giusto e responsabile!

    piccola considerazione personale….quando viene detto che il padrone deve essere presente perchè il cane potrebbe schiacciare i cuccioli ecc ecc…e in sostanza viene espresso un concetto del tipo ” la natura non sa fare il suo corso se non siamo presenti noi”
    beh in quel caso….quando noi ci mettiamo a prendere i cuccioli li puliamo, gli stappiamo il naso…tagliamo il cordone ecc….in quel momento siamo NOI che non ci staimo imponendo in mezzo alla natura.
    Se non ci fossimo….LA NATURA FAREBBE IL SUO CORSO….e se la natura “decide” che su sette cuccioli 3 muoiano per diversi motivi….è così che doveva andare.
    Quindi non parliamo di natura, parliamo piuttosto di umanità (=ci dispiace far morire dei cuccioli) oppure nei casi peggiori di venalità (=non facciamo morire quello che per noi potrebbe essere fonte di guadagno)

    • Alessandro, la “natura” col cane c’entra come i cavoli a merenda. Il cane è un “prodotto” dell’uomo, della domesticazione, della selezione. Il cane in quanto cane, “in natura” si sarebbe estinto: il suo ambiente “naturale” è la famiglia umana, tant’è che si chiama -e non a caso – canis lupus familiaris. Molte razze canine non potrebbero neppure riprodursi senza l’aiuto dell’uomo: significa forse che siano “innaturali”o in qualche modo “sbagliate”? Secondo me no, perché l’aiuto dell’uomo ce l’hanno e possono contarci. Perché vivono in una società che “è” il loro ambiente naturale… e se ne prendono onori ed oneri, come tutte le specie animali del mondo.

      • …. e nel caso in cui il “canis lupus familiaris” si riproduca senza aiuti…. quelli che sopravvivono appartengono alla razza “canis truzzus tamarrus bastardicus..” 🙂

    • Parere mio per Alessandro:
      che sia stato Dio o Madre Natura ad affiancarci l’essere cane, sono convinta che un minimo di istinto gli vada lasciato. Poi è ovvio che sei lì con la tua cagnetta che ha bisogno di te, la sostieni e, se puoi, salvi i suoi cuccioli. Perché sono anche “tuoi”, nel senso che te ne senti responsabile. E poi, quando arriva il momento di venderlo, ti sembra di dover chiedere il doppio per quel cucciolo che ti ha fatto sudare 7 camicie e al quale ti sei legato tanto per il fatto di averlo aiutato a vivere… Non è solo “natura” o “umanità” o “venialità”, c’è responsabilità, affetto, senso del dovere e del pretendere, passione, desiderio di vedere come diventerà, un sacco di cose che, sì, fanno parte della nostra “umanità”, ma intesa in tutto il suo complesso.
      Definire semplicisticamente il cane come “un prodotto dell’uomo” è come definirlo un’automobile e mi deprime. A me piace pensare che anche l’automobile deriva da prodotti estratti dalla natura. Tutto viene da lì. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

  8. Io non ho esperienze con cucciolate canine, i miei tutti meticci e tutti sterilizzati, ma mi sono trovata diverse volte a svezzare micini rimasti orfani, perchè abbandonati nel classico secchione o perchè la mamma è stata investita ecc…E’ un vero incubo, è vero non fai in tempo a finire di dare il latte e pulire tutti i piccoli dopo averli aiutati ad evacuare che è già ora di ricominciare. Poi è vero non tutti ce la fanno e li ti si spacca il cuore perchè non puoi far niente, per non parlare poi di vederli andar via…Infatti una cucciolata di cinque fratellini, che ho con me da quando avevano 4 giorni, non ce l’ho fatta a vederli partire e sono rimasti tutti con me. Se serve lo rifarò mille volte per salvare la vita a quei batuffolini, ma che fatica…

  9. Quante volte mi sono sentita ripetere: “ma poverina, perchè vuoi farla sterilizzare, falle fare i cuccioli, che poi è anche di razza e li vendi e ci guadagni pure!”. Una mia collega ha insistito per voler far accoppiare la mia corgi (al primo calore tra l’altro) con il suo setter (?!?). Per non parlare dei proprietari di meticci arrapati, che non vedono l’ora di tirarteli dietro. Io non me la sento di gestire una cucciolata, non tanto per i cuccioli in se ma perchè dovrei trovare dei proprietari decenti a tutti e so già che finirei per essere invadente per controllare che me li tengano come li terrei io.

  10. Scusate però credo che un Allevatore serio qualche introito alla fine ce l’ abbia ed è anche naturale altrimenti di cosa campa? perché se ha un’ altro lavoro non legato ai cani lo voglio vedere 2 mesi assente…..
    Da li ad Arrichirsi questo magari no

    • Purtroppo devo dire (perché ce so’ passata…) che l’Allevatore serio non può “campare di cani”. L’allevamento, se fatto bene, non rende, o meglio rende qualcosina quando tutto fila liscio. Appena una minima cosa va storta, ci rimetti anche le mutande. Sembra impossibile, ma l’Allevatore serio DEVE farlo per passione e non per soldi: perché quello che entra, esce…se non quella volta lì, la volta dopo. Quindi, i casi sono due: o fai un lavoro (com’era il mio caso, all’epoca) che ti permette di stare con i tuoi cani tutto il giorno (ovvero, lavori in casa tua come facevo io, di mestiere scribacchina), oppure fai diventare la cinofilia un lavoro ma affianchi all’allevamento altre cose che ti permettono di mettere insieme uno stipendio: per esempio un campo di addestramento o una pensione. Non credo ci siano possibilità diverse.

  11. Già, appunto… aggiungo che l’idea che i MIEI cuccioli non siano tenuti con l’amore di cui hanno assoluto bisogno, ha fatto si che mi sia sempre rifiutata di far riprodurre i miei pelosi di qualunque tipo. Non potendo girare per le case delle nuove famiglie col mitra carico, sterilizzo tutte le ragazze per tempo. Lo so che se tutti facessero come me cani e gatti si estinguerebbero, ma mi pare che per ora non ci sia questo pericolo! Ora Fabiana, continua per favore a scrivere dei tuoi cani, eh?

  12. Saul Colombo è evidente che non hai letto gli altri articoli di Fabiana o visionato il suo sito … quindi non saltare a conclusioni affrettate. Se c’è una persona che fa questo mestiere per pura passione fidati che è lei!

  13. ma porca miseria Fabiana!! Ma sei sempre fantasticamente commovente…!! C’ho la lacrima che mi sbuca dall’occhio….adesso vado a rileggermi il “… non è che avresti uno modello più sportivo?” così mi passa.. 🙂
    Però, riuscire a far ridere piangendo o piangere ridendo non è mica da tutti.
    Sei sempre la migliore!!

  14. Complimenti a Valeria, complimenti a Fabiana e a tutti coloro che contribuiscono a rendere sempre più completo e fantastico questo sito! Ogni giorno, ormai da mesi, aspetto con ansia nuovi articoli e quando arrivano sono sempre una soddisfazione! Mai visto sito di cultura cinofila fatto meglio 🙂

  15. Ciao a tutti! Premesso che quando ho deciso di far accoppiare la mia canessa ho seguito pedissequamente il punto 1 ( e vi posso quindi assicurare che qualche soldino parte già così, perchè è bello…), ebbene, una volta portata dal maschio della mia allevatrice, la mia Zaira non ne ha voluto sapere!! Mi ha guardato sconcertata e terrorizzata col fumetto che diceva: “Ma col cavolo!!! Non la vuoi tu una progenie, la devo volere io?!?”.Quindi occhio che la frase “la natura fa il suo corso” è una stupidata incredibile…Non è detto!!!

  16. Brava Fabiana! Dalla parte della proprietaria: come già ripetuto spessissimo qui da tanti, continuare ad avere consigli e suggerimenti sull’allevamento del cucciolo serve tantissimo e fa distinguere l’allevatore serio…tu continua a scrivere cose interessanti con competenza…e, quando dai via un cucciolo, concediti anche un sospiro di sollievo…

  17. Ho conosciuto almeno un paio di propietari di cani che, dopo avermi insultato a manetta con frasi tipo “Tu vai contro la natura!!” perchè non voglio far accoppiare il mio chihuahua (viene da un negozio-è un regalo-passato sconosciuto e blablabla), mi confessano candidamente che tenteranno di vendere i cuccioli per sbarcare il lunario. I loro cani sono tenuti “secondo natura”: niente vaccinazione, niente guinzaglio, niente chip e si lavano quando piove; i cuccioli saranno perfetti, farà tutto la mamma e loro ci ricaveranno un sacco di soldi. Viva la natura…

  18. Si va beh…con la premessa che sono assolutamente contrario alle cucciolate improvvisate casalinghe…questo articolo lascia un po’ pensare. Chi costringe da anni a questo calvario questa allevatrice? Continua a rifarlo per ” poter ammirare il culetto che sporge dalla cesta del cuccioletto” ? mmm. Poco credibile.

    • Quindi ? Per cosa lo farebbe? Per i soldi? E’ noto infatti che tutti gli allevatori (quelli seri, non i cagnari) hanno le megaville alle Maldive 😀
      Semplicemente viene spiegato che fare una cucciolate – specie nel caso di molossoidi – NON è tutto rose e fiori, come troppi “papà/mamme improvvisati” pensano, magari perchè hanno la visione disneyana dei due cani che si sono tanto innamorati, della cagna che deve fare la cucciolata perchè ha tanta voglia di maternità, e pensano che il parto andrà tutto liscio perchè nei film Disney mica ci sono i cuccioli che muoiono schiacciati dalla mamma o perchè sono più deboli degli altri.
      Quelli che guadagnano sulla pelle dei cani sono gli importatori e gli esportatori che la cucciolata non se la cagano, prendono i sopravvissuti e a 2 settimane li buttano sui camion, e non accoppiano tanto i molossoidi quanto le razze che “vanno di moda”. Chi fa una cucciolata seriamente e la segue come si deve sia PRIMA che DOPO il parto, non va certo a guadagnarci…

    • La passione vera e’ quando sei profondamente consapevole di tutte le reali difficoltà che un’esperienza comporta e la porti avanti lo stesso perché le soddisfazioni compensano e superano l’impegno richiesto. Non sono le cose facili quelle che ti prendono di più, non tutti però siamo fatti per le stesse cose difficili.

    • Si chiama passione. La stessa che ti fa spendere 70 euro a settimana per campare 10 meticci, 4 cani di razza e un gatto senza neanche uno stipendio fisso. Quando c’è quella i soldi li spendi e non ti frega di farlo, che sia per i cani, la moto o i videogame. Come diceva la buonanima di mia nonna: “Dove c’è gusto,non c’è perdenza.”

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