martedì 19 Marzo 2024

Quelli che… la cinofilia è bella perché è varia

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Siamo tutti cinofili, in un modo o nell’altro. Allevatori, educatori, addestratori, espositori, toelettatori, volontari… avete mai pensato a quanti satelliti ruotano intorno al grande Pianeta Cane? E tutti, solitamente, passano le giornate a scannarsi l’un l’altro.
E’ un fenomeno quasi paranormale, visto che dovremmo essere tutti uniti dalla stessa passione: ma tant’è… siamo umani, e gli umani senza scannarsi non possono proprio stare.
Poiché con me ci si scannano in tanti, visto che grazie a questo sito sono un bersaglio facile e ben visibile, ieri sera avevo preparato un articolo quasi serio che, oltre a stigmatizzare certe campagne mediatiche, verteva anche sull’argomento “mappecchécel’hannosempreconme”, di cui non frega probabilmente uno stracazzo a nessuno ma che mi serve per sfogare la mia caldaia interiore quando il livello del vapore sale oltre ai livelli di guardia (Shining docet).
Però non lo pubblico ancora, visto che oggi devo andare a Roma e quindi non potrei star dietro a commenti e pareri: lo metterò online domani.
Stamattina preferisco prenderla in ridere e citare, così a caso, un po’ di personaggi-tipo della nostra cinofilia.
Per esempio…

Archimede1QUELLI CHE…  l’hanno inventato loro (come, “che cosa”? TUTTO!)
Tu nomina un qualsiasi metodo, una pratica, un termine, e vai tranquillo che qualcuno salta fuori a dire che l’ha inventato lui. Anche se esiste da un paio di secoli, e il presunto inventore di anni ne ha quarantadue. O venticinque.
Ma non basta, perché la sequenza è più o meno questa: X dice/scrive una frase parlando di una teoria scientifica, o di una tecnica, o di qualsiasi altra cosa vi venga in mente: Y sostiene che X “gliel’ha rubata” perchè l’ha inventata lui, ma subito salta fuori Z a dire che sì, magari Y ne ha parlato in giro per primo, ma solo perché gliel’aveva fatta conoscere lui  (…e potete pure proseguire ad libitum. Oddio, andando abbastanza indietro nel tempo magari si arriverebbe a quello che l’ha inventata davvero… solo che di solito è morto e quindi su FB non appare).
Io annuncio ufficialmente che non ho inventato un cazzo: che sia ben chiaro all’intero universo creato.

relativitaQUELLI CHE… si autocitano a quattro palmenti
Ci sono quelli che si fanno la fotina figa, ci scrivono sopra una bella frase ad effetto, se la firmano e godono.
Se l’autocitatore è un Guru c’è sempre qualcuno che condivide, e vai di goduria multipla.
Ma questo è ancora niente, perché poi ci sono gli autocitatori scientifici: e questi mi fanno mori’.
Cioè: mettiamo che io, in un mio libro del 2010, abbia riportato una frase di Eberhard Trumler (che come i miei lettori sanno, è il mio mito per quanto riguarda l’etologia canina). Poi, nel 2015, riscrivo la stessa frase in un articolo con la seguente nota bibliografica: (Trumler, 1970 – Rossi, 2010).
Normalissimo, no?!?  E se citassi, che so, la teoria della relatività? Poi potrei mettere la nota che vedete nella foto!
Ma dài… non lo trovate bellizzzzimo?
L’autoreferenza (o la faccia da tolla?) spinta a livelli inimmaginabili: ma che figata è?
Sono sinceramente ammirata.

complotto
QUELLI CHE… sono vittime del Grande Complotto
Ovvio che, se inventi di tutto e di più, poi qualcuno ti scopiazza. Non c’è scampo.
Però ci sono curiosissime variazioni sul tema.
Per esempio: pochi giorni fa mi è stato segnalato da una lettrice che un tizio a me del tutto sconosciuto aveva copincollato pari pari un mio articolo su un gruppo di FB che vede come protagonista un cane da caccia. Per questo, probabilmente, il tizio pensava che non ci sarei mai finita sopra. E aveva ragione, perché infatti non ci sono finita: ma la lettrice sì. L’ha pescato in castagna, gli ha fatto notare che l’articolo era copiato da Tpic… e lui cosa ha risposto? Che in realtà l’aveva scritto lui, come moooolti altri articoli, compresi “molti standard”, pubblicati su “Ti presento il cane” (spero parlasse dei  miei “Veri standard” umoristici e non di quelli di razza, che vengono redatti dalle Società specializzate del Paese d’origine).
Insomma, sarei stata io a copiare lui!
Peccato che l’articolo che ha ravanato fosse del 2011 e che lui avesse sostenuto di averlo scritto “così come gli veniva”, pochi giorni fa. Ma queste so’ sottigliezze.
E soprattutto, questo è nulla al confronto di colui a cui vengono copiati libri ed opere varie che non sono mai stati pubblicati!
Anzi, lui sostiene che il motivo per cui non li ha pubblicati sia proprio questo: glieli hanno copincollati cani e porci.
Ma se non erano ancora usciti, come cazzarola hanno fatto?
Venghino, venghino, signori e signoreeeee! Solo su Facebook, in anteprima mondiale… l’invenzione più rivoluzionaria di tutti i tempi cinofili: il plagio telepaticoooooooo!!!

cartellinoQUELLI CHE… la coerenza prima di tutto
Qui c’è da stra-spaziare: si parte da chi lancia anatemi contro il collare a strangolo e poi pubblica DVD con foto di cani che lo indossano e si arriva a chi lancia gli stessi identici anatemi e poi va ad insegnare ai corsi ENCI, dove il collare a strangolo è considerato un normalissimo strumento tecnico. Per tacer degli educatori gentilisti che vengono fotografati mentre fanno un attacco col collare a strangolo… quando gli addestratori kattivissimi, per fare gli attacchi, normalmente usano la pettorina.
Carramba, che sorpresa!
Ma ancora una volta, questo è niente: perché il top della coerenza viene sicuramente raggiunto dai gruppi di FB che “sono per la condivisione”, “amano il confronto”, “sono aperti al dialogo”… e poi bannano il primo che osa dire “sì, ma…”.
Un MA è più che sufficiente per il cartellino rosso.
Per un “non sono d’accordo” può partire l’anatema, con maledizioni a te e a tutta la tua discendenza.

QUELLI CHE… perculano la gente che scrive su Facebook invece di lavorare coi cani.
Eheheh… (risatina sadica) … si vede che non hanno niente da fare. Hanno i campi vuoti. Non ci va un cane che sia uno“.
Peccato tutto questo lo scrivano… dove? Ma su Facebook, ovviamente!
Dove li trovi dalle 00.06 del mattino alle 23,59 di sera.

likeditoneQUELLI CHE… per un piede servono almeno sette-otto scarpe.
Bacheca di X: “Y è cretino, non capisce un cazzo di cani, dovrebbe andare a cavar patate!”
Commento di Pincopallino: “Sì, è vero, non mi piace quello che dice!”. Clic su “Mi piace”.
Bacheca di Y: “X è un idiota, non capisce un cazzo di cani, dovrebbe andare a raccogliere ravanelli!”
Commento di Pincopallino: “Hai ragione, non sono per niente d’accordo con quello che dice”.
Clic su “Mi piace”.
Bacheca di Z: “Avete letto come si scannano tra loro X e Y? Che due deficienti, andassero a seminar carote!”
Commento di Pincopallino: “E’ vero, hai ragione, queste liti sono la rovina della cinofilia!”. Clic su “Mi piace”  e cuoricino aggiuntivo.
Ah… ovviamente Pincopallino è amico di X, Y e Z. E ognuno di loro è convinto che rimanga amico degli altri due “per spiarli”, visto che gli copincolla in privato tutti i loro messaggi: in realtà, con tutti gli ortaggi che vengono menzionati, forse spera solo di farsi, prima o poi, una minestra di verdura. Altrimenti non si spiegherebbe.
Di fronte a cotanti personaggi, comunque, a me vien voglia di usare il particolare “like” riportato qui sopra.
Non so a voi.

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14 Commenti

  1. quello a cui hanno copiato il libro prima che lo pubblicasse……è veramente il migliore!!!!!!
    ma dove vive?..avrà la casa piena di microspie e telecamere installate a sua insaputa chissà da chi….pirati informatici pagati per sorvegliare H/24 i suoi file…..che vitaccia!!

  2. Forse non si accontentano del “minestrone”, ma ambiscono alla notorietà dell’Arcimboldo ;-))) (con tutto il rispetto e l’ammirazione all’autentico artista da parte mia!)

  3. Bhe dai aumento un po’ la pressione della tua caldaia, vai a leggerti gli articoli di amicoANTIDIGOSbassottoPUNTOit e dimmi se non ti pare di averli già letti da qualche parte o magari che so… già scritti…. :asd:

    • A be’, questo e’ proprio clamoroso. Non e’ che ci abbia speso piu’ di tanto, certo e’ pero’ che il primo articolo che ho preso a caso di copiato aveva addirittura il titolo (e’ il caso del tira-molla).

      Pero’ proprio mentre stavo scrivendo ci ho preso gusto e ne sono andato a prendere un altro (perche’ i cani ci leccano?) dove se l’argomento puo’ essere abbastanza comune, l’impianto dell’articolo titolo dei paragrafo compreso no.

      Per esempio:

      Titolo “bassotto”: Perchè i cani ci leccano?
      Titolo “Tpic”: I perché cinofili: perché i cani ci leccano?

      …e fin qui ci sta.

      Secondo paragrafo del “bassotto”: Non potendo mettere il pannolone l’unica arma della madre è la lingua,
      Secondo paragrafo “Tpic”: visto che non può né mettergli, né cambiargli il pannolone…

      Terzo paragrafo “bassotto”: Quindi per i cuccioli neonati il leccamento equivale ad un insieme di affetto, attenzioni, sicurezza e pulizia: un mix di sensazioni piacevoli che da adulto vorrà riprodurre per compiacere qualcuno.

      Terzo paragrafo “Tpic”: Sta di fatto che, per i cuccioli neonati, il leccamento equivale a un insieme di affetto, attenzioni, sicurezza, pulizia: un mix di sensazioni piacevoli che lui vorrà riprodurre anche in età adulta quando intende compiacere qualcuno.

      Titolo paragrafo “bassotto”: Quali sono i possibili significati del leccamento?
      Titolo paragrafo “Tpic”: Quindi, quali sono i possibili significati del leccamento?

      Data pubblicazione “bassotto”: 28 novembra 2014
      Data pubblicazione “Tpic”: 4 settembre 2013

      Mi fermo qui perche’ mi sono stufato di fare copia-incolla ma certo che viene da pensare che un conto e’ prendere spunto, ma in questo caso fa quasi tenerezza.

      • Mi hai incuriosito e sono andato a dare un’occhiata, anche quello sul bassotto che mangia l’erba è curiosamente simile a quello pubblicato qui il 3 febbraio…però loro sono più avanti, dato che sono riusciti a scrivere

        “Ma perchè l’ho fanno? Cosa gli porta a mangiare l’erba?”

        Il prossimo articolo dovrebbe essere “come uccidere l’italiano in poche semplici mosse” 😐

        • Io ho rinunciato: dopo “Cinque regole per evitare che un cane libero ci morda” e’ praticamente impossibile sbagliare un colpo.

  4. Credo che sia Il sig. Einstein che la sig.ra Rossi abbiano copiato da un mio pensiero…e non è difficile, perché spesso penso ad alta voce. E comunque è stato pure mal interpretato e strumentalizzato. E=mc² significa, lo chiarisco una volta per tutte, “Espertodicinofiliamoderna” = “Marketing” x “Cani²”. La potenza su Cani sta ad indicare che più ne sono, meglio è…e adesso corro a metterci una bella R di marchio registrato!

  5. Odio chi ruba e si attribuisce anche un singolo pensiero. Mi è capitato varie volte ma quella eclatante è quando in terza elementare è venuto a trovarci un poeta amico della maestra che a un certo punto ci ha chiesto di scrivere e leggere una poesia.
    La mia era:
    gli animali sono carini
    alcuni grandi altri piccolini
    ma non importa la grandezza
    so che son tutti una bellezza
    mi sparò un pippotto sul fatto che non bisogna per forza fare la rima..
    Anni dopo lo vedo da Costanzo sempre in veste di poeta, l’unica sua poesiachenonimportafareperforzalarima , praticamente le uniche sue parole in quella presenza sono state. . Immaginate

  6. Andrei oltre dicendo che queste sono le dinamiche di qualsiasi gruppo sociale, succede in azienda alla macchinetta del caffè e succede ove ci siano più di quattro persone che parlano dello stesso argomento… se poi quell’argomento ti dà da mangiare, è tutto amplificato. E’ l’uomo (inteso come essere umano) che è così, non i social network. Chiaro che con FB & C. è tutto “nero su bianco” e più immediatamente percepibile…

    • Ahhhgggh…Valeria! Mi ha rubato il commento che avevo già fatto io sull’altro tuo articolo!!! 😉 Ovviamente scherzo, ma il succo è uguale e stra condivido!!!

    • Oh, si puo’ andare oltre tranquillamente. E’ che sui social network in fondo si riproducono le dinamiche della vita reale e infatti si sparla degli altri e ci si attribuiscono i meriti degli altri organizzandosi in gruppi chiusi. Chiaro: cosi’ come nella realta’, finisce che quello che si e’ detto a Tizio sara’ raccontato da Tizio a Caio pero’ su Facebook manca il concetto di “full contact” e con esso vengono a mancare anche i freni inibitori o l’istinto di sopravvivenza che dir si voglia perche’ si forma la convinzione che lo schermo e la tastiera ti proteggano dal rischio che l’altro ti gonfi come una zampogna.

  7. Eh, sono quasi stufo di commentare sulle dinamiche di Facebook, ma siccome per una volta arrivo primo e non buon ultimo non sono riuscito a resistere alla tentazione.

    Il commento sta tutto qua: queste sono dinamiche tipiche del social network e di Facebook in particolare; la cinofilia e’ solo uno dei millemila contesti in cui si declinano.

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