di VALERIA ROSSI – Prendo spunto da una discussione apparsa sul gruppo FB “Solo amici cinofili”: si parla di una bimba molto piccola (un anno e mezzo) che approccia un cane con grande entusiasmo (gli mette le mani in bocca e lo bacia). La proprietaria del cane dice al padre che forse non è il caso di farle fare così con tutti i cani che incontra, e il padre risponde “Non sopporto i bambini che hanno paura dei cani, perciò accetto anche questo rischio”.
Il commento della persona che ha postato il racconto è stato: “Grande papà! Crescerai una grande bambina” (già un filino incoerente, visto che era stata lei stessa a mettere in guardia questo signore contro ciò che potrebbe accadere se la piccola approcciasse in questo modo un cane meno gentile con i bambini).
Il commento della maggior parte dei cinofili (e dico subito che è anche il mio) è stato: “Crescerai una grande bambina… se ci arriva, a crescere!”.
Perchè è indubbio che i rischi esistono, in questi modi troppo disinvolti.
Io dovrei stare zittissima, visto che ho raccontato più volte di quanto mio figlio quando, appena più grande della bambina in questione, ad una expo si infilò nella gabbia di un rottweiler definito dal proprietario “molto aggressivo”… e la cosa finì con i due che si dividevano amichevolmente i biscotti (del cane).
Non ho mai raccontato, però, che al figlio, dopo averlo recuperato dalla gabbia, feci un mazzo così: a) perché mi era scappato approfittando di un mio momento di distrazione (stavo pettinando il cane); b) perché gli avevo già insegnato da tempo che i cani non erano tutti come i suoi e che qualcuno avrebbe anche potuto non gradire i suoi approcci.
E’ anche vero che mio figlio sapeva come avvicinare un cane: non si sarebbe mai sognato di abbracciarli né di baciarli a tradimento. A due anni sapeva già avvicinarli lateralmente, si faceva annusare prima di toccarli e sapeva riconoscere piuttosto bene i loro segnali, anche perché in mezzo ai cani c’era nato e cresciuto (anzi, ci “stava” crescendo). Ciononostante, il cazziatone se lo prese perché tutto questo aiuta di sicuro, ma non è detto che basti.
Non è detto soprattutto perché i cani di oggi non sono i cani di ieri: ed è impossibile negarlo.
I cani di oggi provengono troppo spesso da fonti assolutamente inaffidabili (negozi, fiere del cucciolo, cucciolata della Sciuramaria che non ha mai sentito parlare di periodi sensibili… eccetera eccetera), quindi possono avere una marea di problemi comportamentali, o semplicemente di comportamenti inadeguati alla nostra società, compresa la mancata socializzazione con gli umani in generale e con i bambini in particolare.
I cani di un tempo, vivendo molto liberi ed abitando soprattutto nelle campagne (ma anche in città non è che ci si facessero tante paranoie: il guinzaglio era un optional…), in gran parte si “autosocializzavano” ben prima che qualcuno cominciasse a parlare di psicologia canina. E se un cane alzava i denti verso il bambino di casa, un calcione nel sedere (nella migliore delle ipotesi) gli insegnava rapidamente che quel comportamento non era desiderato.
Ovviamente non rimpiango per nulla questo tipo di “educazione”, ma non si può negare che fosse efficace. E lo era anche in senso inverso: io imparai a non rompere le palle ai cani andando ad abbracciarne uno sconosciuto che stava alla catena davanti a casa sua, e rimediando un bel morso in una chiappa.
Seguì, anche in questo caso, il cazziatone di mio padre, che a sua volta mi aveva insegnato ad amare gli animali con tutta me stessa… ma anche a rispettarli e non esagerare. Quindi venni contemporaneamente medicata & cazziata, imparando la lezione – letteralmente – sulla mia pelle.
Quello era un “cane di altri tempi”, ma la sua bella territorialità ce l’aveva tutta. Oggi non c’è neppure bisogno di andare a fare cose caninamente inaccettabili come invadere il loro territorio: c’è pieno così di cani geneticamente tarati (molti di quelli dell’Est lo sono, visto che non c’è alcuna selezione alle spalle), nonché di cani adottati troppo precocemente, di cani non socializzati con i bambini e così via.
Quindi un uomo che “accetta il rischio” di ritrovarsi la figlia morsicata, sinceramente, non mi sembra tanto un “grande papà” quanto un “grande incosciente”.
Anch’io patisco una cifra quando vedo un bambino che ha paura dei cani: è una cosa che trovo contro natura (tant’è che è quasi sempre indotta dai genitori). Però da qui a buttare un bambino allo sbaraglio, direi che ce ne passa. Da qui a considerare tutti i cani come “buoni e tolleranti”, ce ne passa ancora di più.
I bambini vanno educati al rispetto, ancora prima che all’amore. Già non è detto che questo basti (vedi il caso di mio figlio), ma almeno questo facciamolo: insegnamo loro come approcciare un cane in modo corretto e come “leggere” gli eventuali segnali di fastidio. Non ci sono soltanto il bianco e il nero, o cinofobi o smanacciatori e sbaciucchiatori coatti: esistono le vie di mezzo. Esiste, come al solito, il buon senso… anche se sta diventando davvero merce sempre più rara.
Ma lo sta diventando anche per colpa dei video iperbuonisti di cui ho parlato nell’altro articolo di stamattina; lo sta diventando per colpa di un significato assolutamente distorto di “pet therapy”. Solo ieri un amico (psicologo umano e operatore di AATT) mi ha inviato una foto che l’ha fatto indignare. La foto è questa:
Una bimba sta infilando dei chiodini tra le dita di un cane, le cui zampe sono tenute ferme da un adulto.
Non entro nel merito della valenza terapeutica che potrebbe avere un gesto simile: non lo si può certo giudicare da una foto, magari un motivo ce l’avevano pure… ma che la foto sia stata utilizzata per pubblicizzare un pet shop sulla pet therapy (quando se ne potevano usare presumibilmente mille altre) mi lascia decisamente perplessa.
Riporto qui le parole del mio amico: “Cosa sta imparando, questa bambina? Forse che i cani sono giocattoli inanimati? Dei puntaspilli? Questa è una di quelle immagini che non fanno bene alla nostra professione e che restituisce un’idea davvero sbagliata dell’impiego del cane in setting teraputici, educativi e riabilitativi“.
Purtroppo di immagini come questa è pieno il mondo (e soprattutto il web): la pet therapy viene troppo spesso intesa come “cane che deve sopportare qualsiasi angheria da parte dei bambini, perché “sta lavorando”. E si diffonde sempre più l’idea che i cani siano anche disposti a sopportare pazientemente tutto questo… ma i cani da pet therapy, quando non sono addirittura addestrati a farlo, sono quantomeno selezionati accuratamente, scegliendo quelli più tolleranti e di tempra più forte. I cani che si incontrano per strada, al contrario, non hanno alcun tipo di selezione in questo senso e quindi vanno sempre considerati potenzialmente a rischio.
E’ vero che i cani in generale “sono buoni”: ma è anche vero che non sono fessi, e che certi atteggiamenti infantili possono suscitare reazioni che vanno dal fastidio alla sensazione di essere stati aggrediti e di doversi quindi difendere. E i cani, per difendersi, hanno una sola arma.
Concludendo, SI’ con tutto il cuore ai bambini cinofili: però con un po’ di senso della misura e con un’educazione corretta alle spalle. Altrimenti è meglio che i cani li osservino con taaaaanto amore, certo… ma da debita distanza.
Forse risulterò impopolare, ma trovo sanissimo e darwinianamente appropriato che i bambini abbiano un pochino paura dei cani. Non fobia, questo no. Ma mi conforta l’idea di un bambino che non prova l’irrefrenabile desiderio di toccare, inseguire o stalkerare un essere spesso più grande di lui e comunque, anche se piccolo e pacioccoso, dotato di denti potenzialmente offensivi.
Poi, crescendo il bambino può senza dubbio diventare un grande amante dei cani. MA tutto sto bisogno dei bebè di buttarsi addosso ad un cane, mi sembra inappropriato e poco sensato.
Fortunatamente ho un cane davvero mansueto con tutti, bambini compresi, ma altrettanto fortunatamente è un tipo di cane che per morfologia e comportamento non invita lo sconosciuto alla coccola, tantomeno il bambino.
Il che risparmia a me e a lui un sacco di fastidi e di ansie.
Non avevo cani (per scelta) quando i bambini erano piccoli, e non so come mi sarei comportata con il cane di casa. Comunque se abbiamo giovani o giovanissimi ospiti, il cane non si presenta. Perchè lo chiudo da qualche parte? Ma neppure per sogno!! -magari lo farei per stare più tranquilla- ma Ras in realtà vive benissimo senza incrociare troppo gli ospiti -anche adulti. Se chiamato, si presenta, si mostra in tutta la sua bellezza, si lascia accarezzare con aria di discreta rassegnazione e se ne va. Ma quanto lo adoro!!!???
Dalle mie parti sono più frequenti i genitori cinofobi con bambini al seguito terrorizzati non appena qualsiasi essere vivente si avvicina … Avvenimenti e frasi ALLUCINANTI da quando il mio bassethound è entrato in casa nostra, ne potrei raccontare diversi, tipo “non farlo avvicinare perché porta malattie” (?????), ma quello più allucinate di tutti è stato una mattina durante la passeggiata quando una mia vecchia conoscenza scende dalla macchina per accompagnare il figlio a scuola e si blocca letteralmente dicendo al figlio con voce tremante:”Aspetta … cioè … scendi … lo tiene lei … o mamma … ma lo tieni a casa?? (E proteggeva il figlio mettendosi avanti mentre io stavo a distanza). Santo cielo, è normale che abbia quel pancione? Lo lasci libero di girare fra le tue cose? Nooo non farlo avvicinare (e rivolta al mio cane) no no, io e te non andiamo d’accordo, stai al posto tuo!!”. Sono andata via non sapendo se arrabbiarmi o scoppiare a ridere, dato che il mio cane, socializzato con umani, bambini, cani e tartarughe, voleva solo una carezza e scodinzolava felicissimo! Raramente mi succede invece di dire a qualche bimbo, senz’altro più simpatico, di far piano, di approcciarsi bene, ecc … sinceramente preferirei quest’ultima categoria, visto che sono stanca degli sguardi sdegnati dei miei vicini che si tengono stretti i bambini e raccomandano loro di non toccare Leopoldo e che mi danno pure della pazza perché lo faccio uscire 4, 5 volte al giorno per i bisogni invece di farglieli fare sul balcone o nella lettiera (cosa terribilmente frequente nelle case che mi circondano, difatti lui è l’unico che finora non ha manifestato problemi comportamentali, chissà perché!!). La verità è che ci vuole equilibrio, informazione e un minimo di buon senso in tutto.
Il mondo è bello perchè è…avariato! Anch’io ho le mie fobie e reazioni così (anche peggio), le ho per ragni, cimici e calabroni. Quando fanno quelle scene, digli di stare tranquilli che la “bestia”, ha già mangiato, ma tu no, quindi di piantarla!
Una delle peggiori che ho sentito è quella di una mamma cretina che ha detto alla figlia:”Uhhhh, stai attentaaa al babauuu (il mio cane Border Collie), che ti mangia!!! SCEMAAAA!!! PERO’…. preferisco così che quei bambini coi genitori al seguito, che smanacciano soffocano ecc il mio cane. Io non ho voglia nè di stare in tensione nè di mettermi ogni volta a ripetere le stesse cose. Le persone educate son ben accette, le altre, bambini o meno, stiano pure alla larga, mi fanno una cortesia!
Ahahahah, ma ti rendi conto? Un Border Collie e un Bassethound killer!! Si, anche quello ho sentito, addirittura una volta una mamma guardando me e Leopoldo diceva alla bambina:”aspetta che glielo chiedo, SCUSI SIGNORA, è UN CANE?”. Vorrei tanto arrabbiarmi in questi casi, ma mi vien da ridergli pure in faccia!!