venerdì 29 Marzo 2024

Sapete che c’è? Arrangiatevi!

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di ANDREA FAGNONI – Ovvero come (non) arrendersi di fronte all’ignoranza.
Scena 1: prati, montagna, boschi… insomma, casa. Benni e Pistache si fanno i fattacci loro come ogni mattina, scorrazzando tranquilli. A un certo punto qualcosa attira l’attenzione di Pistache (solo la sua, niente infatti può distrarre Benni dagli odori dei suoi pascoli e dei suoi boschi). Mi volto e vedo una macchia bianca salire di corsa dal fondo del paese di corsa verso di noi, inseguita da un’altra macchia, rossa, urlante.
Realizzo che la macchia bianca è un cane meticcio di taglia media e la rossa qualcosa che sembra una donna (rossa è la giacca a vento, qualora non si fosse capito).
Riesco anche a decifrare più o meno distintamente i suoni emessi dalla macchia rossa inseguente:  “Tobiiiiiiaaaaaaaaaaaa vieni quiiiiiii! Amooooreeeeeee vieeeeeeniiiiiii che mamma ti dà la caramellaaaaaaaa!”.
Pistache, che deve aver intuito qualcosa, mi guarda con disappunto come volesse dirmi “hey, perché tu non mi dai la caramellllllaaaaaaa???”.

pistache (2)Ovviamente il buon Tobia sembra preferire una corsa libera nei prati e la prospettiva di conoscere Pistache (Benni fortunatamente si fa i fatti suoi naso a terra), piuttosto che cedere alle tentazioni della gola o tornare tra le braccia della rossa.
Fatto sta che in un baleno Tobia e Pistache iniziano a conoscersi e a giocare.
Io lascio fare in attesa che la giacca rossa arrivi, ansimante e provata, fino a dove sono io.
“E’ bravissimo sa? – esordisce col fiatone – non fa niente, non si preoccupi!” (Banf Banf Banf)
Dove possa aver scorto un bagliore di preoccupazione in me non è dato sapere, ma non è rilevante.
“E’ bravissimo (e due), ubbidisce sempre, solo non torna quando lo chiamo, è un testone!”.
E sticazzi, penso.
Meno male che è ubbidiente, se non lo fosse cosa farebbe? Al richiamo urlante con prospettiva di caramella si volterebbe verso la padrona per fare il gesto dell’ombrello con le zampe?
Con la socialità che distingue un buon montanaro (seconda solo a quella del Grizzly delle Rocky Mountains), sorrido alla giacca a vento rossa ansimante e richiamo Pistache, che interrompe il gioco per venire da me, per consentire alla sciura di mettere il guinzaglio al buon Tobia, non senza una liturgia di squittii vari, come “amoooore vieni da mammaaaa bravoooo amoooooreeee quiiiiiii dài che andiamo dalla ziaaaaa (sigh)”.
Saluto e riprendo la strada con i miei cani, mentre il povero Tobia viene trascinato a forza verso il paese, voltandosi verso di me con uno sguardo che dice “ti prego, uomo con barba, salvami da questi matti!”.
Il pomeriggio dello stesso giorno passeggio per i prati bassi con i miei cani al guinzaglio, quando vedo schizzare a una ventina di metri da me il buon Tobia, ovviamente inseguito a distanza da una giacca nera (nel frattempo si era cambiata) che lo rincorre prospettando minacce inquietanti: “Tobiiiiiiiaaaaaaa vieniiiii quiiiii amooooooreeeee se no mamma va a casaaaaaa e ti lasciaaaaa quiiiiiiii tesooooooroo!”.
Tralasciando il fatto che quello che nelle intenzioni della sciura era una minaccia, rappresentava invece per Tobia una speranza, mi avvicino alla giacca ex-rossa ansimante (che a questo punto immagino avrà fatto più chilometri a inseguire il cane di quanti ne avrà fatti Bartali al Tour) e sommessamente, con rispetto, mi permetto di dirle: “Signora, mi scusi, ma dubito che rincorrere il cane urlando sia il modo migliore per insegnargli a tornare….”.
A questo punto la sciura cambia espressione, guardandomi negli occhi con sguardo di sfida.
Cercando di mantenere la calma e il sorriso di circostanza cerco di spiegarle che forse, senza pretese di insegnarle come fare, così a titolo di suggerimento, io piuttosto proverei a farmi aiutare da qualcuno per educare Tobia al richiamo, per la sicurezza di tutti e in primis di Tobia stesso, e che sarebbe meglio provare ad andare in direzione opposta e non rincorrere il cane, che altrimenti tenderà sempre a scappare.

benni 2Provo anche a dirle che piuttosto che chiamarlo ininterrottamente a gran voce sarebbe meglio insegnare al cane a rispondere ad un unico comando, che va dato con parsimonia,  e premiare il cane con un rinforzo positivo (cioè, a lei ho detto con un premietto: affrontare il tema del rinforzo mi sembrava complicato in quel momento) una volta tornato.
Travolto da un inconsueto spirito di collaborazione mi offro io stesso di aiutarla, approfittando del suo soggiorno vacanziero. Gratis et amore Dei. Quando vuole lei, senza problemi (e non era nemmeno una gran gnocca, sia chiaro).
Lo sguardo passa dalla sfida al disprezzo e supponenza.
“Tobia è bravissimo, educatissimo e ubbidientissimo – (in questi casi l’uso del superlativo assoluto si spreca) – non ha bisogno di lezioni” sentenzia mentre Tobia appare ora solamente come un minuscolo puntino sulla linea dell’orizzonte.
Decido di non insistere oltre, rispondo sorridendo “come preferisce signora, nel frattempo, che ne dice se libero Pistache così magari va a cercare Tobia e lei riesce a tornare a casa prima del buio e senza che la venga a cercare il soccorso alpino in elicottero?”.
Forse piccata dal mio sarcasmo, la sciura non risponde e ricomincia la liturgia: “Tobiaaaaaa amooooooreeeee…”.
Eh, niente. Non ce la faccio ad assistere alla scena, libero Pistache che parte a razzo per tornare qualche minuto dopo con il buon Tobia festoso e giocante.
Chiedendo scusa al cane lo riaffido alle sapienti cure della giacca nera e riprendo la mia strada sconsolato.

la custodeScena 2: sono in paese in piazza, con amici. Sei persone, quattro cani, di cui due miei. Si chiacchera tranquillamente, quasi ora dell’aperitivo. Ad un certo punto vediamo arrivare un gruppo di una decina persone guidate da un paio di bambine, una delle quali tiene al guinzaglio un cucciolo di Labrador che nemmeno quelli della carta igienica Scottex. Avrà avuto due mesi e mezzo sì e no, collarino rosa d’ordinanza, faccia cucciolosa e zampotte alla scoperta del mondo.
Pistache, al guinzaglio, sempre incuriosita da qualunque possibile nuova conoscenza, fa un passo verso il batuffolo trotterellante (mentre intorno si alzano i cori di rito da parte di tutti i turisti presenti “ohhh che amoreeeeeeee, cuccioloooooo, tesorooooo”) e, con una grazia infinita, si mette a terra e si avvicina delicatamente al cucciolo che voleva conoscerla, andando a sfiorare con il suo nasone il suo musetto, sotto lo sguardo sereno e sorridente della bambina che lo teneva al guinzaglio.
A quel punto un urlo atavico, femminile e belluino si alza dalla coda del gruppo: “Attenta!!! Prendilo in braccio!!!  Tiralo via!!!”.
La bambina, spaventata, si getta sul cucciolo (spaventandolo a morte, ndr) che stava conoscendo Pistache e se lo porta in braccio, mentre la donna (deduco la genitrice) la raggiunge.
A quel punto, senza nemmeno il sorriso d’ordinanza, ma senza mordere, dico: “Guardi, non lo prenda in braccio, lo lasci giù, il cane ha bisogno di conoscere, deve socializzare. Pistache è tranquilla, si stavano annusando, e poi ci sono io a controllare che fosse tutto a posto. Se prende il cane in braccio gli manda un messaggio sbagliato, che deve aver paura degli altri cani e di tutto quello che ci sta attorno,  e questo non va bene. Senza contare che è anche rischioso per la bambina, dato che Pistache potrebbe saltarle addosso solo per continuare ad annusare il piccolino…” (la scena di un Beauceron di 35 chili, che in piedi arriva a mettermi il muso all’altezza della mia faccia, che mette le zampe addosso a una bimba che ne sarà pesati 25 bagnata e alta un metro e un soldo ve la lascio immaginare).
La bambina (evidentemente l’unica con un minimo di buon senso cinofilo lì in mezzo) fa per rimettere il cucciolo a terra (metti a terra ‘sto cazzo di cane!), ma viene bloccata dalla genitrice con un perentorio “Ferma! Non vedi che ha paura del cane grosso? Portalo via!”.
Non so perché ma ho come la sensazione che la mia teoria sulla socializzazione non abbia attecchito.
La bimba esegue, il cane tra le braccia e si allontana.
Mentre Pistache, delusa, mi guarda come dire: “Ma io volevo solo conoscerla, mica gli facevo niente!”.
Eh, lo so tesoro. Porta pazienza. Vai da Benni, va.

benniScena 3: parcheggio come sempre vicino alla chiesa, faccio scendere i cani dalla macchina e gli metto il guinzaglio.
Si avvicina dal fondo della strada un signore baffuto e sorridente con un cane di quella che una volta era una razza conosciuta come Pastore Tedesco e che adesso si è trasformata in una triste parodia di se stessa: cane dal culo basso, displasia rampante e sguardo rassegnato (ah, poveri cani, come li abbiamo ridotti! Per fortuna qualcuno inizia a rendersene conto… torniamo alle linee da lavoro, per favore!).
Non ci sarebbe nulla di male (al di là di aver permesso alla selezione di rovinare una razza, ma questo è un altro tema), se non fosse che il baffo sorridente procede letteralmente “strangolando” il cane ogni due passi, dando continui strattoni al guinzaglio e al collare a scorrimento di cui il cane è munito.
Una volta raggiunti Benni e Pistache (in questo caso, essendo il cane femmina, anche Benni decide di degnarla di uno sguardo) tra una strattonata e una soffocata, il signore inizia a chiacchierare amabilmente (chiacchierare… oddio… diciamo che lui parlava e io facevo finta di ascoltare), mentre i cani si annusano tranquilli (Benni, avendo già dedicato troppo tempo al resto del mondo canino, ritorna a farsi i fattacci suoi).
Al commento “lei è brava, ha quattro anni, solo tira al guinzaglio”, mi sento in dovere di dire: “scusi se mi permetto, ma l’ho vista arrivare. Il collare a scorrimento è uno strumento di lavoro, e come tale va saputo utilizzare, altrimenti non serve a nulla se non a impiccare il cane, come le ho visto fare”.
APRO UNA PARENTESI: giusto per prevenire strali da gentilisti fanatici o tradizionalisti incalliti, chiarisco che non ho di per sé nulla contro il collare a scorrimento , né contro collari fissi, né contro pettorine, né contro qualunque altro strumento di lavoro o di educazione, nel momento in cui questi st vengano utilizzati in modo competente, consapevole, e nel rispetto del cane, da persone che sanno quello che fanno. Per me il collare a scorrimento non è uno strumento di tortura in sé, tutt’altro, ma certamente se usato in modo sbagliato da persone incompetenti, può fare danni. CHIUSA PARENTESI.
Mi permetto quindi di suggerire al baffo di andare da qualcuno che gli insegni a usare bene questo tipo di collare, perché possa usarlo per “correggere” il cane senza però fargli del male o “strozzarlo” ottenendo, di fatto, l’effetto opposto (ovvero, il cane tira ancora di più…), che ci sono tecniche e “regole” di utilizzo di questo strumento, il cui uso improprio può essere dannoso.
Baffo mi guarda, sorride (almeno è gentile, lo riconosco), mi dice che lui da un addestratore ci è andato quattro volte (quattro, avete letto bene) quando il cane era cucciolo, che gli hanno insegnato a fare così e che l’aveva anche addestrata ad attaccare (parole testuali, sigh), e che le dava i comandi in tedesco (meno male che non hai preso un Akita, ho pensato, altrimenti col giapponese erano cazzi).
Non oso chiedere da quale cagnaro o macellaio avesse portato il cane, mi permetto, però, di ripetere che secondo me, a naso, forse servirebbe qualche ripasso, magari con un “addestratore” diverso.
Dando uno strattone al povero cane Baffo dice che non serve e che non ha tempo, e si allontana mentre la sua cagnolona tossisce come un minatore di carbone in pensione…

brothers in snowScena 4: sono in vacanza per le stradine affollate di un paesino in Piemonte con mercatino annesso (adoriamo i mercatini, che ci posso fare??). Io, mia moglie, Benni e Pistache al guinzaglio.
Facendoci largo tra la folla non ci accorgiamo di un bambino-ninja che all’improvviso sbuca da non so dove per fiondarsi a peso morto su Pistache abbracciandola e ovviamente terrorizzandola.
Dopo che per due secondi mi si è fermato il sangue nelle vene per la paura che Pistache portasse via in un solo colpo braccia e viso della creatura (te possino….), ritorno in me, tolgo il puero dal mio cane dicendogli secco “non si fa così, devi prima chiedere il permesso, non si toccano i cani in questo modo!”. Non faccio in tempo a finire la frase che vengo aggredito dalla mamma del ninja.
“Ma cosa fa? Come si permette?? Voleva solo accarezzare il cane! E’ un bambino, lo fa sempre! Si vergogni!” stringendo tra le braccia il bimbo che si protendeva ancora verso Pistache e Benni come gli zombie di The Walking Dead si getterebbero su un agnellino indifeso.
Non sapendo se prendere a sberle prima la madre e poi il bimbo o viceversa (anche se la tentazione di riservare entrambi gli sganassoni alla madre era forte), decido che è inutile cercare di spiegare che non è proprio salutare insegnare al piccolo zombie a gettarsi a capofitto sulla testa di ogni essere peloso dotato di quattro zampe, perché non è sempre detto che incontri Pistache o Benni… e poi però quando succede sono cazzi acidi per tutti.
Semplicemente, con calma e serenità, guardo la madre imbufalita per l’affronto subito dalla sua progenie, e la congedo allontanandomi con un secco “ma vaffanculo”.

Ecco, di scene e situazioni più o meno simili ne potrei raccontare parecchie (come l’albergatore che mi chiese un consiglio su quale cane prendere da tenere libero e incustodito fuori dall’albergo, tra l’altro in montagna, quindi pieno di animali, turisti, cani, bambini, che gironzolano attorno, che quando gli dissi che “no, secondo me un maschio di Cane Lupo Cecoslovacco non mi sembra proprio la razza più adatta” sentenziò che di cani non ne capisco nulla): così come credo possa fare qualunque cinofilo più o meno esperto che frequenta per scelta o costrizione la media dei proprietari di cani.
Però io mi sono rotto le palle. E scusate il francesismo.
Mi sono rotto le palle di cercare di aiutare, dare consigli, spiegare, raccontare, per provare a far star meglio, per quanto possibile, cani e padroni. Per fare. nel mio piccolo piccolissimo, un po’ di educazione cinofila.
Mi sono rotto le palle di passare per fanatico, matto, rompicoglioni, impiccione, maleducato, insensibile e chi più ne ha più ne metta. Mi sono rotto le palle di lottare contro i mulini a vento.
E allora sapete che c’è? Arrangiatevi.
Il problema è che però poi non ce la faccio. Alla fine ci ricasco sempre.
Per i cani, mica per i padroni.

 

Nelle foto: Benni e Pistache

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43 Commenti

  1. “Capisco” rovinare i proprio cani….ma quelli altrui magari si possono anche lasciare in pace…dai cinofobi ho imparato a difendermi, ma da altre categorie di soggetti (proprietari di cani, soprattutto) temo sia impossibile. Altre volte il mio cane ha tirato su delle schifezze da terra (stando fermi a parlare, magari con persone conosciute o meno, che ti fermano per accarezzare il cane – e fin qui molto bene, in linea di massima mi fa piacere)…appena inizia la masticazione (ci fossero le strade cittadine pulite..) la tirano per la parte del guinzaglio più vicina al collare e dicono frasi del tipo “Sputa sputa” strattonandola (questo succede più a scopo preventivo, in genere). Un tizio un giorno le ha messo le mani in bocca per estrarre la schifezza di bocca…me la fanno in 2 secondi, non riesco a reagire in tempo. ma se ti morde? insomma, sarò sfortunata, ma devo imparare a prevenire queste cose. ma è terribile avere un cane small size…a saperlo andavo sull’alano fuori Standard per eccesso…! in generale, per i cani altrui, purtroppo si può fare quel che si può…di più, anche con la cultura, è una battaglia persa….che schifo!

  2. In più c’è anche chi cerca di far superare la fobia (o paura) dei cani ai propri figli….col cane altrui. Io apprezzo tantissimo il gesto e trovo che questi genitori siano avanti…ma non col bassotto (mio…) e senza chiedere…e se ti stacca una mano? la mia adora i bambini, ma vedersi arrivare una bambina che ovviamente ha paura fare in avanti e un salto indietro non è il massimo nemmeno il cane (al guinzaglio e magari sul marciapiede)….io in questi casi (conoscendo il mio cane e via così) non mi arrabbio e magari aggiungo qualcosa di gentile (per non far sembrare il povero bambino impaurito anche un povero imbecille…)…mi è successo alcune volte. non so che dire….è un circolo vizioso: il cinofobo scassa le scatole al cinofilo, il cinofilo si difende dal cinofobo e a sua volta se la prende coi proprietari di cani invadenti, che se la prendono con cinofili ragionanti e cinofobi, e via così….

  3. magari intervenissero tutti con criterio e parlando solo se sicuri di quel che si sta affermando. ho notato alcune persone che hanno cercato di recuperare il mio cane (libera e vicino a me…) braccandola per il collare, convinte di aver salvato la povera bestiola da morte certa causata da fuga certa….
    Oppure se appoggi il guinzaglio un attimo a terra (in città, okay, ma con un occhio spalancatissimo sempre sul cane, che sta seduto – la mia perchè rassegnata a rimanere un attimo fermi – 20 cm dal tuo piede), magari per cercare il telefono nella borsa (andando solo a tastoni con le mani per non rischiare nulla…) arriva il salvatore di turno che mette il piede sul guinzaglio con gesto deciso…(disegnare un cerchio sul muro e colpire nell’area la propria testa)…alla fine ti tocca anche ringraziarli (è fatto in buona fede…però insomma!). Tentativo per riacciuffare il proprio cane visto di persona: cane in corsa al parco nel prato e proprietaria che si lancia sulla pettorina della povera bestiola, “colpendo” di sorpresa appena il cane in corsa (o quasi) passa abbastanza vicino a lei (sob…pare che la signora in questione sia stata anche morsicata, in un’altra occasione). è inutile, certe persone non saranno mai in grado di capire. Per i corsi di obbedienza: non basta imparare come fare gli esercizi, bisogna esercitarsi sempre e per bene nelle varie situazioni. l’educatore dà degli strumenti e delle conoscenze, ma il rapporto col proprio cane non è incluso nel prezzo. quando si imparava un nuovo comando, al campo che ho frequentato, e a casa non mi esercitavo a dovere, il Maestro mi beccava subito…non mi stupisco che per tanti non servano a niente, i centri cinofili (anche se seri). purtroppo l’umiltà manca a molti. essere permalosi non aiuta….poveri cani…

  4. Prendendo l’ ultima situazione, io di solito mi diverto a mettere una mano in faccia alla persona in questione, e quando arriva il classico “ma che fai?” rispondo con calma piatta “perchè a lui (indicando il cane) dovrebbe piacere?”
    Fondamentale la calma ed il sorrisetto beffardo.
    A parte questo, io una cosa che mi manda in malora è quando fanno giocare i cani ma li tengono a tiro.
    Al 905 han pure quello a nastro, ma dategli un pò di spago per farli giocare, per Diana!

  5. -Rompicoglioni, impiccione, maleducato Cit.- Nulla di personale, ma è esattamente come ti comporti,se non altro ne sei a conoscienza, non puoi lamentartene.

  6. Complimenti Andrea, ho condiviso il suo articolo nella mia pagina fb perché, oltre ad essere godibilissimo, rispecchia in pieno la realtà di oggi. Quel che volevo dirle (per consolarla?) è che è doppiamente frustrante quando le persone che decidono di fare di testa propria ignorando i dettami terapeutici sono proprio quelle che ti hanno interpellato affinché venga risolto uno specifico problema comportamentale. A volte sono convinta che se fossi chiamata da un cane per risolvere il problema del suo umano il mio lavoro sarebbe molto più facile!

  7. La scena che trovo più fastidiosa per il mio modo di pensare è la scena 2 anche perché è la scena a cui assisto più spesso…la trovo fastidiosissima perché far socializzare il cane con i suoi simili è una cosa anche superflua da dire tanto è logica…e pur non essendo certo un esperto sono sicuro che la maggior parte dei problemi comportamentali dei cani dei nostri giorni derivi da una scarsa socializzazione con altri cani…c’è da chiedersi perché però moltissimi cani non sono socializzati a dovere con i simili…io per quello che osservo in giro trovo che paradossalmente il problema sta nel fatto che molta gente che possiede cani è gente che ha paura dei cani…che non sa neanche il modo corretto di approcciarsi con un cane sconosciuto e queste insicurezze si trasmettono ai propri cani…per non parlare poi (mi è capitato di osservare anche questo) di gente che ha paura del proprio cane…non dimenticherò mai il mio triste incontro con il padrone di un dogo argentino di 8 mesi che aveva palesemente paura del suo cane stringendo senza nessun motivo il collare a più non posso…non oso immaginare che vita infelice spetti a quel cane che poi se sei palesemente un cinofobo vorrei capire il senso di comprarti un dogo argentino…forse non sono io un esempio da seguire visto che sono un vero e proprio stalker di ogni tipo di cane da far socializzare col mio anche con un pizzico di incoscienza (proprio oggi chiedendo ovviamente rassicurazioni al padrone ho liberato il mio amstaff di 3 mesi e mezzo in mano ad un rottweiler maschio adulto che ad occhio arrivava a 60 chili ovviamente il proprietario mi sembrava avere un ottimo controllo sul suo rott ed infatti è andato tutto bene e dopo essersi odorati le parti intime è addirittura partito il gioco e ciò mi ha sorpreso perché rottweiler socievoli adulti ne ho conosciuti ma addirittura giocherelloni mai fino ad oggi) ma anche senza arrivare ai miei eccessi (che poi non lo sono visto che un amstaff o un pitbull secondo me hanno bisogno di più vita sociale rispetto ad altri cani) vorrei davvero che la gente iniziasse a far socializzare i loro cani con altri cani e che chi ha paura dei cani si compri un peluche e non un cane da fare crescere con mille insicurezze.

  8. Alle persone non puoi toccare i figli mentre a moltissimi servirebbe la Terapia Familiare(che non è nulla di mostruoso sè non chiarire i comportamenti di genitori e figli e risolverli evitando anche situazioni pesanti negli anni). I cani sono uguali, sono i ”figli”, e tu non puoi dire che loro sbagliano perchè tocchi il loro piccolo regno, il piedistallo del comando. In verità addestrare il proprio cane è una della cose più belle che ci siano(insieme a vederlo vicino quando scrivi al computer, quando ti cerca,quando gioca e ”controlla” i tuoi figli, ecc.). La morale borghese sociale dice che ti devi far rispettare(il tuo onore atavico) e una persona che ha bisogno di capire e migliorarsi (nel rapporto coi figli o col cane, ecc.) è un’essere inferiore, secondo la morale comune, perchè poi arriva il perfettino e dice: ”Io invece non ho bisogno di questo, il mio rapporto figlio, cane,ecc è perfetto, me lo ha insegnato Mio Padre”. E tu che impari e capisci e migliori sei solo, da loro punto di vista, un’ignorante che non è maturato come loro e sei quindi di una casta inferiore.
    E questo a livello normale di persone di città, in campagna la cosa peggiora in modo molto più triste. Milleni di evoluzione buttati nel gabinetto.

  9. Posso fotocopiare l’articolo e darne copia a tutti quelli che arrivano per la prima volta al mio campo? Sarebbe utilissimo per selezionare già da subito quelli con cui hai speranza di provare a lavorare e quelli che no.

  10. Andrea Fagnoni…in tutta sincerità….in tutti i suoi anni di esperienza di cani, le è mai capitato che il cane scappasse o che non rispondesse al comando?
    Risponda in sincerità per favore….

    ps premetto già che ho capito benissimo il senso del suo articolo e che capisco altrettanto bene che il concetto non sia tanto se il cane scappa o meno, quanto se il padrone capisce se sta sbagliando o no….e le persone da lei incontrate evidentemente, non si rendevano nemmeno conto dei loro errori….

    ma risponda comunque alla domanda…

    pps…l’articolo è scritto benissimo, e lei mi è simpatico….sarà quella riservatezza montanara che ci accumuna 😉

  11. All’ignoranza non c’è mai fine! Io non ho un cane,non sono una cinofila né un’esperta di cani. So che un giorno ne prenderò uno perché li adoro e ci penso da….sempre??? sì,più o meno da sempre. Sto leggendo tanto, mi informo, “studio”, perché solo quando sarò almeno un po’ “preparata” al suo arrivo, un cane varcherà la porta di casa mia! E i consigli che una persona più esperta di me vorrà darmi saranno sempre ben accetti.

    A proposito di consigli… Mi sono trasferita da 4 giorni in un’altra casa, un po’ fuori dal centro, ma ho un grosso problema: non posso fare a piedi il vialetto che porta a casa mia perché un “simpatico” signore tiene i suoi cani (3 meticci taglia piccola e un meticcio enorme) liberi di scorrazzare per strada. Il problema è che il cagnone non lascia passare nessuno da lì, aggredisce ogni cosa si muove. Il primo giorno ho avuto un gran da fare a far capire al cane che non ero un pericolo e che avrebbe potuto gentilmente evitare di staccarmi una gamba, ma (anche se alla fine sono riuscita a passare) non è servito a niente. Al che, mi rivolgo al padrone e al mio “guardi che non può mica tenere i cani così liberi per strada,è pericoloso per gli altri e per loro”, lui mi ha risposto: “Ma stai tranquilla, sono tutto fumo e niente arrosto”. Bene, ok, cosa mi consigliate di fare? Perché non posso assolutamente uscire di casa se non viene qualcuno a prendermi in macchina praticamente dentro al portone di casa.

    • Chiama i vigili. Una bella multa non gliela leva nessuno e magari comincia a tenerli legati.

      Sperare in qualunque altra cosa che sia legata all’educazione (di cani e padrone) credo sia, purtroppo, una mera utopia.

      • Oddio legati no!!!! Io morirei a vederli legati ad una catena! e di certo non riceverebbe multe perché all’arrivo dei vigili figuriamoci se ammetterebbe che i cani sono i suoi! In fondo stanno lì in giro e di microchip ovviamente non c’è neanche l’ombra!

        • Bhe, tu chiama i vigili lo stesso. Se il meticcione è aggressivo come hai detto, tutti e tre i cani non hanno microchip e se il tipo non ammetterà mai che i cani sono i suoi, nulla vieta ai vigili di portarli in canile. (Risulterebbero come randagi, no?)
          Se il tipo ai suoi cani ci tiene, andrà lui stesso a riprenderseli in canile e comunque una multa se la beccherà lo stesso.
          Se invece non gliene frega nulla, è possibile che i cani finiscano in mano a qualcuno che tutto sommato si prenderà cura di loro decentemente. E magari in futuro avranno pure un padrone decente, in grado di gestirli..

          • Ma io mi domando che senso ha prendere dei cani e poi tenerli così! Fuori, col rischio che li investa una macchina, sporchi, feriti (perché il cagnone ha una ferita sulla testa), arrabbiati… Mah!

          • Assunta tempo fa dei miei “parenti” tenevano un cucciolone di cane corso libero di correre e saltare addosso a chiunque passasse per strada!!! Immagini la vecchietta, o la persona che semplicemente aveva paura? O peggio le macchine che passavano e rischiavano di metterlo sotto? Sai quante persone mi hanno trattenuta dal chiamare le autorità? Alla fine l’hanno dato via quando si sono stancati … Che dire? Secondo me devi insistere con lui, poi se continua a non darti ascolto non sottovalutare il consiglio che ti hanno dato … alla fine dal canile potrebbero finire in mani migliori. Non è affatto normale tenere dei cani in queste condizioni, purtroppo anche quà da noi è così, quando vado dal veterinario ho la pelle d’oca nel vedere certi cagnoni ridotti malissimo, come dici tu, feriti e arrabbiati!!

          • Un’altra vicina ieri mi ha detto che lei tempo fa, essendo stata aggredita mentre portava il suo cane al guinzaglio, era andata a “lamentarsi” in comune, ma una volta arrivati non so chi a parlare col presunto padrone, lui se n’è lavato le mani dicendo che il cane non è suo e non vuole responsabilità. Perciò, mi si spezza il cuore a togliere il cane dal suo ambiente e dalle persone che lui reputa amiche, ma penso che dovrò far intervenire il canile. Non vedo altre soluzioni!

          • Sè non vuol togliere il cane dal suo ambiente(e quindi non chiamare il comune) e il proprietario lo ha abbandonato c’è solo un’alternativa: adottarlo(accoglierlo in casa sua con l’aiuto di un addestratore) e portarlo al campo di addestramento.
            Soluzione estrema.
            L’altra è inevitabilmente chiamare il comune e canile.
            Non credo esista una terza via.

    • Io ti consiglio di evitare di FARE DI TUTTO PER ESSERE NOTATA. Non hai da fare? Passa,non rompere i coglioni e vai dove devi andare. Anche i miei due cani corrono incontro abbaiando a chi le guarda malissimo, perché OVVIAMENTE la considerano una minaccia.

      • Perché tu OVVIAMENTE sai di come io passo da lì o di come guardo il cane!!!! Non rompo i coglioni a nessuno e se permetti vorrei sentirmi libera di non essere aggredita da nessuno (cani,umani e quant’altro) quando esco di casa. In più se per te è normale tenere i cani abbandonati a loro stessi e pensare che stiano bene per il solo fatto che si porti loro da mangiare, allora beh…che parlo a fare???? Quel cane ha già sbattuto a terra più persone, pesa più di me e mi spezzo a metà se se mi morde come ha fatto con le altre persone. Se non sai di cosa sto parlando, se non hai capito il senso delle mie parole, allora lascia perdere! Non faccio niente per essere notata, ti piomba addosso sempre e in ogni caso. Non lo vedo neanche dalla strada, lui mi sente arrivare e si catapulta come un forsennato. E non prenderti il lusso di pensare che IO guardo malissimo i cani perché non mi conosci, non sai assolutamente niente di me e non sai che rapporto ho con gli animali!

  12. “Mi sono rotto le palle di passare per fanatico, matto, rompicoglioni, impiccione, maleducato, insensibile e chi più ne ha più ne metta. Mi sono rotto le palle di lottare contro i mulini a vento.
    E allora sapete che c’è? Arrangiatevi.
    Il problema è che però poi non ce la faccio. Alla fine ci ricasco sempre.
    Per i cani, mica per i padroni.”

    quest’ultima parte la copincollo perché è davvero esplicativa di come mi sento ormai io!
    Che poi non faccio la saccente o quella “so tutto io, sono nata imparata” .. do consigli semplici e tranquillamente dichiarando sempre di non essere nessuno. Però iniziano a girarmi le palle!
    L’ultima non ce l’ho fatta: una sciuraragazzina dava cioccolato al suo chihuahua O.o alla mia frase “il cioccolato fa male ai cani, guarda che rischia grosso” ha risposto “ah, ma io glielo do sempre!” (con sorrisino ebete annesso) ————————————–

  13. Ma solo a me capita di sbagliare qualche volta? Tipo un paio di volte che la mia cana, che ha un buon richiamo ma certe volte no è scappata ad annusare un altro cane (IN ZONA SICURA LO SPECIFICO), e li’ se c’e’ una persona decente pazienza, se no parte lo sguardo “tze’, la solita sciuramariacuggina che maltratta i cani”. Spero un giorno anche io di raggiungere l’infallibilità al 100%!

      • Che bello, meno male, mi sentivo una somara da cappello con le orecchie e in ginocchio sui ceci 😀 A me una volta piacerebbe leggere un articolo sui padroni che ci provano, ma fanno lo stesso figure di palta occasionali. Perchè leggere sempre di superpadroni che non ne sgarrano una e guardano il comune cinofilo con sufficienza mi viene il complesso di inferiorità. Fossi in grado di mettere più di tre frasi assieme lo farei io.

        • Beh.. A parte che sul richiamo ci stiamo lavorando ma siamo lontani dalla perfezione.. Ieri al campo ho fatto un po’ di obbedienza e tutto è andato a meraviglia! Per concludere l’add mi ha fatto fare terra resta mi sono allontanata, sono tornata ed è stato tutto così ben fatto che quando mi hanno detto:”brava ora gioca”, ero così emo che non so nemmeno come ma sono volata a terra.. Ahaha!!! Della serie se anche il cane fa tutto bene trovo il modo di far figuracce lo stesso!

        • Io nel mio piccolo cerco di imparare e migliorarmi; ma la mia cagnolina è particolarmente curiosa quindi spesso indugia verso cani e persone..! Di certo non fa fugoni ma ogni tanto mi sento anch’io una “sciuramariacuggina”!! Credo che ognuno di noi abbia un “problemino” o una componente da migliorare con il proprio cane…! Chi non lo ammette MENTE spudoratamente!! C’è quello che fatica a lasciarlo solo, quello che ha il cane poco socializzato, quello che ha il cane che è una fogna tritatutto ecc…! Chi è perfetto scagli la prima pietra!! 🙂

  14. Ciao Andrea,
    ti capisco moltissimo. Vivo quotidianamente anch’io l’ignoranza dei padroni verso i cani.
    Purtroppo i cani dovrebbero andare solo a persone che sanno gestirli e custodirli, ma lo stesso discorso andrebbe applicato su qualsiasi argomento.
    Portiamo pazienza e facciamo un pò di informazione e forse qualcosa semineremo nelle zucche di queste persone

  15. Mi viene in mente la volta in cui una signora incontrata al parchetto, con al guinzaglio un cucciolo di meticcio taglia piccola mi raccontava disperata di quanto fosse difficile far mangiare il suo cane e quante volte avesse già cambiato cibo.. mi sono permessa di dirle che deve tenere una linea dura perché possono anche non mangiare x giorni, ssiamo noi a sclerare… mi rispose che non era cosi perché il cane si mangiava i tessili del divano dalla fame…!!! Risposta: “capisco signora, arrivederci’

  16. Ok so che non c’è niente da ridere.. Ma..

    “le dava i comandi in tedesco (meno male che non hai preso un Akita, ho pensato, altrimenti col giapponese erano cazzi)”

    “Tolgo il puero dal mio cane”

    “Come gli zombie di Walking Dead”

    Ti prego mi hai fatto morire!!! Andrea ti prego scrivi ancora!! Io questo me lo stampo e me lo appendo in camera insieme agli articoli di Valeria!! Ahah

  17. Non resisto, questa devo raccontarla: ieri ero in giro con Sif, e mi si avvicina un ragazzo con al guinzaglio un cagnone pelosissimo tipo spinone-Branduardi. I due si annusano, partono scodinzolamenti, il mio comincia a dargli sederate in faccia (si’, pare sia un invito al gioco, boh, è imbarazzante). Allora l’umano parte con “Ah, no, non gli faccia fare così, senno’ poi il mio si agita e va in calore!” E a questi, che gli vuoi spiegare..?

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