
di VALERIA ROSSI – Quando un famoso educatore (pardon, “dog trainer”) si perde il cane, le reazioni dovrebbero essere unanimi: solidarietà, preoccupazione, sollievo quando il cane viene ritrovato (e lo è stato: anzi, è tornato a casa da solo. Se così non fosse finita, non avrei neanche scritto queste righe).
Quando il famoso educatore si chiama Simone Dalla Valle e passa gran parte del suo tempo e del suo lavoro a parlare malissimo dell’addestramento e a negare l’importanza di un buon richiamo, se il suo cane si perde le reazioni sono un po’ diverse: ovviamente rimane la preoccupazione, ma la solidarietà va un po’ a farsi benedire.
Giusto, sbagliato, orribile, inumano?
In tutta sincerità, posso dire che quando l’ho saputo io NON sono riuscita a pensare “ahah, ben gli sta”. Ero troppo preoccupata per Sentinella (questo il nome del cane) per poter pensare ad altro.
Altri ci sono riusciti benissimo (nonostante tutti si augurassero che la storia finisse bene): io proprio non ce l’ho fatta, sul momento.
Quando però è arrivato davvero l’happy end, perché il cane è tornato a casa sano e salvo… embe’, allora il sogghignomaligno è scattato pure a me: lo confesso pubblicamente e senza vergogna.
Anzi, un po’ me ne vergogno pure, perché non è comunque carino sogghignare sulle 40 ore infami che deve aver passato quel povero ragazzo… ma è innegabile che ti riesca difficile pensare “poverino” di uno che non fa che attaccare gli addestratori dipingendoli come il diavolo in terra, quando tu sei un addestratore.
Credo faccia parte degli umani limiti.
La cosa che mi ha spinto a scrivere queste righe, comunque, non è la confessione dei miei limiti, di cui presumo non possa frega’ de meno a nessuno.
Quello che mi ha spinto è il modo in cui Dalla Valle ha commentato l’episodio, con un tono da “visto che avevo ragione io? Credi nel tuo cane e finirà sempre tutto bene!”
Ecco, questo proprio non mi va giù.
Perché tu puoi credere ciecamente nel tuo cane, come no: ma quando un cane è in giro da solo, perché a te fa schifo insegnargli il richiamo, devi fidarti ciecamente anche delle macchine, dei TIR, di tutti gli umani che può incontrare durante la fuga (e se pensi che tutti gli umani siano buoni e dolci, allora non hai mai letto un giornale), degli altri cani (e se pensi che siano tutti amichevoli e che vogliano tutti solo giocare, allora di cani ne capisci pochino) e di tutti gli altri dannatissimi pericoli a cui può andare incontro un cane che gira da solo, compresi i cinghiali che si dice abbia inseguito Sentinella (e se credi che i cinghiali, nel bosco, si fermino a chiaccherare amabilmente con i cani, allora hai visto troppi film di Walt Disney. Io purtroppo ho visto invece un cane sventrato da un cinghiale, sul tavolo di un veterinario. E non era un bello spettacolo).
Se non ho apprezzato, dunque, le critiche nel momento in cui Sentinella era ancora disperso, apprezzo altrettanto poco la frase “proprio mentre mi stavo gustando il rientro di Sentinella, mi avete dato l’occasione di farmi una gran risata distensiva tra amici“, rivolta ai professionisti cinofili che hanno ribadito su alcuni gruppi FB l’importanza fondamentale di un buon richiamo.
Perché c’è poco da ridere, sai? Anche se pure la tua risata rientra nelle reazioni umane comprensibili.
Però, dopo una brutta avventura come questa, io mi sarei aspettata almeno un minimo esame di coscienza: un “Porcaccia la miseria, sta’ a vedere che ho sbagliato qualcosa. Sta’ a vedere che quando dico/racconto/scrivo che gli addestratori sono dei brutti cattivoni che creano “soldatini” e “robottini”, dico/racconto/scrivo fregnacce, perché in realtà quello che creano sono cani che vivono in maggiore sicurezza dei miei”.
Ecco, questo speravo che succedesse.
Speravo che il “dog trainer” si rendesse conto di aver avuto una fortuna inenarrabile nel ritrovare il suo cane sano e salvo, e che questo non sia stato sicuramente merito del suo mantra “TRUST YOUR DOG”. Per dirla in modo un filino più crudo: questo è stato culo, Simo’.
Ed è un vero peccato che la brutta avventura (che nessuno credo ti abbia mai augurato, perché nessun cinofilo si augura mai che un cane vada a correre brutti rischi), non abbia scalfito di un millimetro le tue granitiche convinzioni.
E’ anche strano che adesso tu faccia entusiastiche dichiarazioni sul tuo profilo, mentre non hai scritto una riga quando Sentinella era ancora disperso.
Come mai non hai reso pubblica la cosa finché tutto non è finito bene? Forse temevi, sotto sotto, che perdersi il cane non fosse esattamente la migliore pubblicità per te e per i tuoi metodi?
Il mondo è pieno di persone che non imparano nulla dai propri errori, purtroppo: ma siccome non ti ritengo un cretino, io spero ancora che tu rifletta su quanto è accaduto. Almeno in privato, anche se non arriverai mai a una dichiarazione pubblica su quanto sia importante l’insegnamento del richiamo.
Lo spero per la sicurezza dei tuoi cani (che mi preme, come quella di tutti i cani del mondo, al di là di quanto tu possa essere irritante nelle tue dichiarazioni) e per quella dei cani di coloro che si affidano a te, e dei quali dovresti sentire la responsabilità: perché fare questo lavoro non significa solo andare in TV e scrivere libri e fare un po’ di soldini. Noi siamo soprattutto al servizio di chi si rivolge a noi e siamo responsabili delle cose che insegnamo.
Anche per questo io continuerò ad insegnare l’importanza di un richiamo impeccabile, in varie situazioni e davanti a diversi stimoli.
Poi, per carità, l’incidente può capitare a chiunque. Corna e stracorna e strascongiuri facendo, domani un cane potrebbe scappare pure a me.
Però un conto è l’incidente imprevedibile e imponderabile, un altro è andarsele a cercare col lanternino.
I cani sempre e solo liberi, non addestrati ma neppure educati (perché il richiamo sta proprio alla base dell’educazione, non solo dell’addestramento) sono ad altissimo rischio.
Questo è un dato di fatto, ed è un vero peccato che si chiudano gli occhi anche di fronte all’evidenza.
Io spero davvero che tu voglia riaprirli, parlando con il tuo cane per promettergli che un rischio così grande non glielo farai correre mai più.