giovedì 28 Marzo 2024

“Io coccolo qualsiasi cane. A gratis”. E chi te lo impedisce?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – A me piacerebbe che fosse chiara una cosa: a differenza di chi fa guerre di religione (e alcuni ormai sembra che lo facciano di professione), io non trovo quasi mai da ridire su come il resto del mondo gestisce i propri cani.
Trovo da ridire (anzi, diciamo pure che mi incazzo) solo quando: a) i cani vengono maltrattati; b) i cani rischiano la propria incolumità fisica o psichica.
Per il resto sono tendenzialmente per il “vivi e lascia vivere”, nel senso che non vado attaccando lancia in resta chi usa metodi, strumenti o tecniche diverse dalle mie, o chi la pensa in modo diverso dal mio.
Quello che faccio, di fronte a queste “strade diverse”,  è esprimere opinioni: sempre motivandole, però.
E le mie motivazioni sono basate in parte sulla scienza (ma solo in parte, perché ho già ripetuto molte volte che non mi fido troppo ciecamente della scienza) e in parte sull’esperienza diretta. Sto in mezzo ai cani da quarant’anni, li ho allevati, educati ed addestrati per quarant’anni e mi illudo di aver imparato qualcosa su di loro.
Se poi qualcuno di queste mie motivazioni se ne infischia… amen! E’ liberissimo di fare, col proprio cane, quello che gli pare e piace (escluso maltrattarlo, perché questo è un reato e nessuno è libero di compiere reati).

rotweiler, chihuahua et jeune femme sur la plagePremesso tutto questo, sono rimasta abbastanza sorpresa leggendo la risposta di Alexa Capra al mio articolo “Coccole sì, coccole no”, che in realtà è del 2013 ma che è stato riproposto su FB in questi giorni. Non troppo sorpresa, a dire il vero: Angelo Vaira, poco tempo fa, ha scritto che chi utilizza il collare a strangolo, pur di dargli addosso, avrebbe ammazzato la propria madre. Senza arrivare a tali punte di sublime finezza io potrei dire che la Capra, pur di darmi addosso, è disposta ad arrampicarsi anche sul più scivoloso degli specchi.
Comunque: lei debutta sostenendo che d’estate si parli del nulla e si discuta sul nulla: quindi anche lei risponde “giusto perché fa caldo e non aveva di meglio da fare” (lavorare con i cani no, eh?).
Il “nulla” di cui avrei discusso sarebbe “l’opportunità di fare coccole al cane in toelettatura” (che in realtà è stato il tema di un altro articolo, “Professione coccolatore“).
Dopodiché parte ad attaccare le tesi che ho sostenuto in “Coccole sì, coccole no”, un pezzo diverso nel quale la toelettatura non c’entrava una beata cippa. Ma glissiamo su questo.
E magari glissiamo anche sul fatto che io, in entrambi gli articoli, parlassi di “coccole coatte”, esagerate e fuori luogo, e non di “coccole” in generale.
Veniamo invece alle motivazioni, che possono essere di un certo interesse a differenza della frase (scritta in maiuscolo e in corpo più grande ed evidente): “Io faccio coccole ai miei cani. Faccio coccole a qualunque cane me le chieda. A gratis”.
Di questo, sinceramente, non può frega’ de meno nè a me né, suppongo, al resto del mondo.
Sei liberissima di coccolare chiunque ti aggradi, anche un alligatore (poi bisogna vede’ se l’alligatore è d’accordo, ma se vuoi coccolarlo sono affari tuoi). 
Solo che l’alligat… pardon, il cane, a mio avviso, non sempre apprezza.
Anzi, se è un cane che hai appena conosciuto è assai probabile che non apprezzi affatto e che ti ritenga, nella migliore delle ipotesi, un maleducato che invade la sua privacy e il suo spazio intimo (nell’ipotesi peggiore si sentirà minacciato).
Se invece si tratta del “tuo” cane, ricevere onori e gratificazioni “aggratis” lo convincerà di meritarli e quindi lo spingerà a “salire di grado” nella scala gerarchica del vostro branco-famiglia.
Queste le tesi che sostenevo nell’articolo, e che la Capra tenta di smontare sostenendo che:

etogramma1 – è vero che le coccole non fanno parte dell’etogramma del cane, ma siccome l’etogramma del cane “l’ha scritto lei”, è lei la sola ed unica a poterlo interpretare.
Ora, che l’abbia scritto mi sta bene: ma che abbia inventato lei il normale repertorio comportamentale di una specie… forse è un filino azzardato.
D’accordo che la Capra in passato ha già sostenuto di aver inventato il coping (termine coniato nel 1984, quando lei aveva sei anni) e di aver capito per prima (e si presume unica) il significato della piloerezione: però, suvvia… almeno l’etogramma l’avrà “inventato” Madre Natura, oppure no?
A parte questo, anche lei è costretta ad ammettere che le coccole non ne facciano parte (ovvero, la stessa cosa che ho scritto io).
Però, attenzione: non ne fanno parte neppure lanciare una pallina, mettere il cibo in una ciotola, parlare e pettinare il cane. Quindi il mio ragionamento non fila.
Rispondo: ma che stai a di’?
Il gioco è parte integrante dell’etogramma, così come l’essere nutriti (da parte della madre, perlomeno), comunicare con vocalizzi ed essere puliti (sempre dalla mamma).
Ovviamente noi “umanizziamo” tutti questi comportamenti e non puliamo il cane con la lingua, né gli rigurgitiamo il cibo… ma il cane è assolutamente in grado di capire la corrispondenza tra questi atti e quelli che fanno parte della sua natura. Abbracci, baci e sollevamenti, invece, non sono il corrispettivo di nulla: nella natura del cane non esiste niente che possa essere identificato come tale. Abbracci, baci e carezze sono una cosa da primati e NON da canidi.

Young man look like dog2 – i cani sanno benissimo che noi non siamo cani e capiscono che baci e abbracci fanno parte del nostro etogramma.
Vero… ma solo dopo un po’.
I cuccioli non lo capiscono affatto, i cani deprivati nemmeno (per questo insisto sempre nel dire che non vanno accarezzati e coccolati nel tentativo di “farseli amici”: non funziona, proprio perché loro non capiscono e si sentono aggrediti).
Solo la convivenza insegna loro che noi ci esprimiamo così… ma a questo punto, quasi sempre, i cani imparano a “tollerare” alcuni tipi di coccole (abbracci e baci, per esempio: o l’essere presi in braccio) e non certo ad “apprezzarle”.
Basta guardare le facce dei cani abbracciati, baciati, sollevati: non ci vuole una scienza per capire che non sono affatto felici di queste attenzioni. Chi non sa leggere le espressioni di un cane, a mio avviso, non dovrebbe occuparsi di cani… e direi che non c’è altro da aggiungere.

coccole2_bis3 – Le carezze, invece, imparano veramente ad apprezzarle (col tempo), anche perché in realtà queste possono somigliare alle leccate materne… se fatte nel modo giusto.
Infatti spesso vengono a chiedercele: ma qui subentra l’altro discorso, ovvero il fatto che per avere un rapporto corretto – che NON è quello di sudditanza verso il cane – basti chiedere al cane di fare una piccola cosa (tipo un “seduto”, che non mi pare abbia mai ammazzato nessuno) prima di accontentare la richiesta.
Invece NO!
Secondo Alexa Capra questo significa “pensare che il cane debba fare qualcosa che gratifica il nostro ego, per meritare la nostra attenzione e delle coccole“. Significa essere “dei deboli che hanno costantemente bisogno di dimostrare la propria forza, di fare dichiarazioni di forza“.
Ellamadonna! Chiedere un “seduto” o un “dai la zampa” è una dimostrazione di forza?
Se è così, allora io sono una debole frustrata che deve continuamente ribadire al cane che “quiccomando io e questaècasamia”.
Solo che, a mio avviso, chiedere qualcosina prima di coccolare il cane significa solo seguire le regole sociali di un branco: laddove l’approvazione non casca dal cielo, ma va meritata.
Significa seguire, se non proprio l’etogramma, la più semplice etologia (e speriamo che non abbia inventato lei pure questa).
Il bello è che, arrivata a questo punto del discorso, la Capra sostiene che “un cane può apprezzare il contatto fisico, può tollerarlo, o può essere a disagio al punto da cercare di allontanarsi o reagire” Ops! Ma allora mi dà di nuovo ragione? No, perché ovviamente questo non puoi saperlo a priori, con un cane appena visto e conosciuto: quindi, se ti fiondi a sbaciucchiarlo e strapazzarlo per far colpo sul proprietario, al cane stai facendo un torto!

coccole14 – secondo Alexa Capra i cani possono chiedere coccole per avere approvazione sociale (sì, Alexa, si tratta proprio di “sentirsi amati e apprezzati“: e mi stupisce molto che tu “non abbia chiaro il concetto”, come dici), per piacere personale (certo che sì), per marcarci con la spalla e la zona perianale (ovvero, per ribadire che “noi siamo loro proprietà”: il che, nelle logiche di un branco, si chiama “dominanza”… proprio quella che suggerisco di evitare che il cane eserciti su di noi. Ma la Capra si lasciava anche montare la gamba dalla sua cagna, quindi se a lei sta bene così, non vedo perché dovrei metterci becco).
Infine, udite udite… lo fanno “per ringraziare”: e se questa non è antropomorfizzazione allo stato puro, non saprei come altro definirla. No, perché i cani, stando alle attuali conoscenze scientifiche, non posseggono una “teoria della mente”: ovvero, non sono in grado di attribuire emozioni e stati mentali a se stessi e agli altri, al fine di prevedere intenzioni e comportamenti.
Questo significa che non sono fisiologicamente in grado di “ringraziare” proprio nessuno.

Per concludere: c’è sicuramente una cosa su cui la Capra ed io siamo d’accordo, e cioè la frase “Posso fare le coccole al cane? DIPENDE”.

dipendeIl “dipende”, che secondo la Capra sarebbe per me “una pessima risposta” perché io vorrei “soluzioni pronta cassa per ogni problema“, sul mio campo viene ripetuto talmente spesso che alcuni allievi dell’ultimo corso ENCI si sono fatti (per prenderci in giro) una maglietta con scritta proprio la parolina magica (seguita da “i cani non sono galline”, che è il tormentone di Luca Carli e che qui non c’entra).
Ma CERTO che “dipende”!
Dal cane, dal suo atteggiamento, dal nostro rapporto e da millemila altri fattori: però, di sicuro, NON si corca di coccole un cane mai visto prima come fanno i coccolatori coatti (perché lui non può gradire).
Quanto al nostro cane, a mio avviso NON lo si coccola “aggratis” per non passargli il messaggio “io ti appartengo e puoi fare di me quello che vuoi, compreso comandarmi a bacchetta”.
Il che NON significa che sia io a voler comandare a bacchetta lui, tantomeno con la forza… anche se la Capra (che non mi ha mai visto lavorare in vita sua) è convintissima che io sia una specie di Cesar Millan in gonnella: significa solo che non voglio che sia lui a considerarmi un oggetto di sua proprietà.
Quello che si deve raggiungere è un rapporto, una partnership, una complicità: ma in qualsiasi partnership ci dev’essere qualcuno che prende le decisioni, altrimenti è anarchia. E l’anarchia non esiste in alcun gruppo di animali sociali, dalle api ai lupi e ai cani.
Ecco: a voler prendere le decisioni, visto che viviamo nella mia società, preferisco essere io. Ma se convinco il cane (a suon di coccole gratuite) che invece può essere lui, finiremo per entrare in conflitto.
E qui la Capra ed io la vediamo in modo molto diverso, perché sostiene di essere “più forte dei suoi cani“. Minchia, un’Hulkessa!
Io invece so benissimo di essere molto, ma molto più debole di qualsiasi cane che superi i tre chili: quindi preferisco non arrivarci proprio, al conflitto.
E per evitare di arrivarci preferisco instaurare un rapporto nel quale sia chiaro che le decisioni le prenderò io, e che poi lavoreremo insieme per metterle in pratica.
Questo senza alcun bisogno di coercizioni, violenze e affini: quello che cerco sempre e solo di fare è far divertire il cane a lavorare sotto la mia guida.
E le coccole, in questo tipo di impostazione, sono fondamentali proprio perché sono gratificazioni sociali, sono un ambito premio e non qualcosa che casca dal cielo “perché sì”… almeno con i miei cani, che le capiscono e le apprezzano.
I cani che non conosco, invece, al primo impatto non li coccolo proprio: perché non potrebbero né capire né apprezzare.
Lo so che invece i proprietari apprezzano eccome… ma io lavoro con i cani e per il benessere dei cani, non per farmi bella con gli umani.
Questo è il mio modo di intendere l’amore, la cinofilia in senso letterale.
Poi ognuno è libero di fare quello che gli pare e come gli pare… perché, anche in questo caso, DIPENDE.
Dipende da qual è il tuo target, ovvero da chi preferisci che ti conceda amicizia, stima e rispetto.

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47 Commenti

  1. La signora dovrebbe provare a coccolare il mio Shiba allora, che le coccole le tollera a malapena con noi, mentre chi ci prova incautamente solitamente viene ringraziato con una visione dei suoi denti che solitamente fa capire il messaggio. Mordere non morde, ma sa come far capire di non voler essere coccolato. La vorrei vedere alle prese con lui…

  2. portare a spasso un cucciolo in una grande città come Roma è quasi da
    suicidio, da questo punto di vista. Dei coccolatori folli, intendo. Mi è
    capitato una marea di volte di girarmi a guardare il cane e trovarlo
    coccolato da chi sa chi; qualcuno che dal niente s’è avvicinato e senza
    né chiedermi niente, né tanto meno guardarmi, prende e lo coccola ._.
    una volta, addirittura, sulle scale mobili. Oppure al parco, nei pressi
    dell’area cani, lo sconosciuto che passando, senza rivolgermi alcun
    segno né lo sguardo, s’abbassa ad accarezzare iago (il nome del mio
    cagnetto). Ma io dico, un po’ di buona educazione, no?

    Se non
    nei confronti del cane (che magari uno non sa che gli può dar fastidio
    essere toccato da uno sconosciuto) quanto meno nei miei confronti. E’ il
    MIO cane, come ti viene in mente di prendere e spupazzartelo come ti
    pare e piace? 😐

    Ho un amico, un coccolatore folle, che l’avrei
    quasi ammazzato un giorno al lago. Stavo cercando di insegnare a Iago a
    non salire sugli asciugamani, perché ha la brutta abitudine di zompare
    sopra quelli di tutta la spiaggia. Insomma, ero lì che lo buttavo fuori
    dal mio asciugamano, allontanandolo. Lui, cocciuto com’è, mi dava contro
    e voleva salirci per forza. Poi, dopo qualche secondo, s’arrendeva e se
    n’andava dal mio amico che lo coccolava. Poi tornava da me e
    ricominciava, un circolo vizioso perché invece che capire da me che sul
    mio asciugamano non ci deve salire, le coccole del mio amico
    rafforzavano la motivazione ad avvicinarsi ancora e tentare di salire
    sull’asciugamano 😐

    Insomma, alla fine ho dovuto chiarire sta
    storia col mio amico, perché stava diventando una tortura sia per me che
    per iago. L’amico l’antifona non l’ha capita. Al lago con noi non lo
    invitiamo più XD

  3. Premesso che non voglio difendere o giudicare nessuno, che non faccio parte del Valeria Rossi fan club, nè dell’Alexa Capra fan club, vorrei precisare però che se bisogna criticare le parole almeno facciamolo nel modo giusto.

    La Capra scrive “Io faccio coccole ai miei cani. Faccio coccole a qualunque cane me le chieda. A gratis”. A qualunque cane ME LE CHIEDA. Quindi direi che tutto il predicone successivo alla citazione, dove Valeria spiega che non tutti i cani gradiscono o capiscono le coccole, perchè è sbagliato coccolare un cane sconosciuto ecc. è completamente inutile. Se bisogna giudicare le parole almeno facciamolo bene. Poi la Capra può avere torto marcio, io non ho certo le competenze per saperlo. Solo mi sembrava giusto far notare questa cosa.

      • Sai com’è? “L’estate è la stagione del nulla. La stagione in cui la gente non ha molto da fare, fa caldo, e si discute di nulla, per nulla. Sul nulla.” (cit.) 😉

    • Ohhh che commento maturo e costruttivo. Magari ora penso a quale animale posso accostare a Valeria e lo pubblico per par condicio, vediamo le reazioni. Con questo non voglio schierarmi da nessuna parte, ci mancherebbe, tanto meno offendere Valeria, però questi commenti da asilo fanno cascare le braccia e non solo…

      • Ohhhhh che bello un commento contro! Non devo certo dimostrare la mia maturità nei commenti di un sito, lo faccio da anni nella vita vera, dura, spietata, senza regole. Questa spiegazione ti basti e ti avanzi, d’altronde c’è il lungo articolo della Capra a tediarci notevolmente.

  4. Ho un dody. Prima di lui ne ho avute altre due.tutti anche la prima, lustri fa, con le loro belle orecchie integre. Nessuno , anche con l ultimo mi succede, che li abbia mai rinosciuti per quello che sono. ” bel cane… cos’e? ” mi chiedono spesso. E via di patte in testa prima ancora che possa fiatare, prima di scantarsi quando spiego la razza. Azz… un dobbbermannnnnn?!?!.. oddio… perciò sono più che d’accordo con Valeria. Vi dispiace non spupazzarmelo il cane, che non apprezza ma sopporta per amor mio col fumetto.. dai, capo , almeno uno.. ,me lo posso rosicchiare? Dai , appena un pochetto… tanto per assaggiare? No, eh? Uff.. così mi togli tutto il divertimento. …poi per carità la sera, sul divano, quando è buonino buonino che neppure Lupo de Lupis…accarezzargli quel pelo morbissimo e quelle orecchie soffici fa bene al mio umore e lui sembra gradire. Parecchio. Ma coccolare il proprio cane a ragion veduta ( non lo corco di baci ed abbracci.. men che meno lo alzo da terra. Personalmente trovo tutte ste cose smancerie umane bellissime fra umani ma inutili coi pelosi. Gatti inclusi. ) e coccole coatte , seriali, o “venali” mi sembrano cose profondamente diverse.
    Poi fate voi, ma i miei pelosi, felini compresi, sembrano pensarla come me.

  5. Ho
    iniziato a leggere gli articoli della valeria perchè l’anno scorso ho
    preso un vecchietto di 12 anni per mia figlia, ma lui non lo sa, è un
    cane da tana… dopo secoli che non avevo + il cane. Sono articoli
    belli, piacevoli e intelligenti. Quello delle coccole di qualche giorno
    fa è stato l’unico che ho commentato solo perchè in effetti mi aveva
    fatto nascere spontaneamente delle obiezioni, molto leggere cmq, dato
    che sono sicura che alla fine davanti a un cane che ci viene incontro
    predomini l’istinto e facciamo sia coccole che scansate a seconda del
    momento senza rendercene conto… e adesso sono qui in ufficio e trovo
    il sequel! Emoticon smile
    Mi stona un po’ il parlare di “etogramma” riferito così ai cani, ma
    solo perchè manco di esperienza in cinofilia, magari in questo ambiente
    si è dato un significato che non conosco a questa parola come spesso
    accade per altre nella vita quotidiana. L’entogramma di una specie va
    redatto osservandone uno o + componenti nel loro ambiente naturale e
    togliendo il + possibile ogni fonte di stress. Va da se che quello dei
    cani da compagnia non può essere redatto separando questi dal contesto
    familiare a cui appartengono, di conseguenza con tutti gli stimoli umani
    a cui sono sottoposti. I cani sono abbastanza socievoli e intelligenti
    per capire le nostre coccole esattamente per quello che sono, non solo,
    imparano a ricambiarle e a cercarle dando loro un significato che se non
    è lo stesso si avvicina infinitamente al nostro… Conosco cani che
    abbracciano umani, cani e altri animali proprio per dare e ricevere
    affetto, come faremmo noi. E’ proprio impossibile da negare questa cosa.
    Per questo capisco il senso delle risposte “contro”, un cane esuberante
    in parte tende a prendersi tutto il braccio quando gli offri la mano
    quindi meglio farlo stare al suo posto. Però un conto è dire che li si
    vuole mettere al proprio posto per motivi come questo, un conto è dire
    che li si vuole mettere al proprio posto perchè loro altrimenti prendono
    la nostra carezza come un invito a dominarci… Addirittura avere paura
    che per qualche concessione un essere che ci vede come dio in terra,
    dato che diamo loro il cibo, decidiamo noi quando e dove devono fare la
    cacca, riusciamo a fare tutta una serie di cose che loro non sanno e non
    sapranno mai fare… mi pare un po’ esagerato. Parlando del cane da
    compagnia casalingo almeno. Perfino cani da lavoro come quelli da caccia
    sono così… Poi ce ne sono altri da guardia o che fanno da pastore
    oppure cani estranei eccetera eccetera che possono avere indole e
    abitudini completamente diverse e per questo ovviamente non è giusto
    andare a coccolare i cani degli sconosciuti ma anche li, basta un minimo
    di cervello. I cani sconosciuti non si toccano prima di chiedere al
    padrone per mille motivi, i cani che non amano le coccole esistono e
    sono anche in parecchi, ma i cani che le amano e sanno dare a queste lo
    stesso nostro significato senza diventare tiranni non solo esistono,
    sono parecchi anche questi. Magari non vanno dall’addestratore perchè
    appunto, sono equilibratissimi, e un addestratore vede solo quelli che
    poi hanno voluto prendersi tutto il braccio e sono da educare o
    rieducare

  6. io ho un odio molto grande per i coccolatori a tradimento del mio cane. Davvero mi si incendiano gli occhi appena mi giro e me li vedo lì, con la loro manina che si allunga sul mio cane al guinzaglio (che mi guarda interrogativo), senza avermi chiamato neanche in causa. La trovo una mancanza totale di rispetto per me ma soprattutto per lui che è considerato come un oggetto e questo mi manda in bestia. Il più delle volte si tratta di galletti che si pavoneggiano con la loro bella perché loro, anime intimamente connesse alla natura selvaggia, sono diventati subito amici del lupo cattivo: ho un clc maschio adulto buono come il pane e socializzato a tutto e di più perché lo porto sempre con me. A volte però mi pento del lavoro fatto con lui, se fossi nel mio cane io non avrei la stessa capacità di sopportazione di certe persone, la presunzione umana non ha limiti.

    • E quelli che partono con “Ma è un giocattolinooohh” o – questa è di stamattina al bar – “Ma è un pupazzettooohh”…e giù a strizzare il minicane. Che si scansa. E lo seguono. E lui si appiattisce, costringendomi a fare la Paris Hilton dei poveri e a raccattare il chihuahua prima che si ricordi di pesare sì tre chili scarsi, ma di essere dotato di una dentiera niente male…

  7. “non vado attaccando lancia in resta chi usa metodi, strumenti o tecniche diverse dalle mie, o chi la pensa in modo diverso dal mio.” nooooo assolutamente! La sig.ra Rossi ha solo scritto decine di articoli sulla diffamazione di persone e categorie professionali…ma sono solo le sue opinioni sia ben chiaro.

    “Se invece si tratta del “tuo” cane, ricevere onori e gratificazioni “aggratis” lo convincerà di meritarli e quindi lo spingerà a “salire di grado” nella scala gerarchica del vostro branco-famiglia.”… Di grazia quale sarebbe il fondamento scientifico di tale perla di saggezza??

    PS il banner della donazione di 5€ al sito è più fastidioso di quello dei cookies…ma a che servirebbero poi questi 5€??

    • Parto dal fondo, rispondendoti: ma saranno affaracci miei?
      Non c’è alcun obbligo di donazione: è un gesto gentile che puoi decidere di fare oppure no, e che fai, magari, se ritieni che il lavoro (di “volontariato”) di chi scrive, impagina, passa parecchie ore della sua giornata per mettere a disposizione (gratuitamente) la sua esperienza possa essere ricompensato con un’offerta, piccola o grande che sia. Non è che si possano donare solo cinque euro, eh… volendo puoi donare anche un milione. Peccato che non sia mai successo :-D!
      Scherzi a parte, solitamente uso i soldi delle donazioni per pagare il server dedicato, i plug-in e tutti i cucuzzari necessari a rendere più fruibile possibile il sito. Ma anche se mi ci comprassi le babbucce di Prada (cit.), chetteroderebbe?
      Non c’è nessuna pistola puntata contro nessuno: se non vuoi donare, non doni. Fine!

      Venendo al contesto, invece…
      1 – no, mi dispiace ma io non scrivo nessunissimo “articolo di diffamazione di persone e categorie”. Semmai scrivo articoli di CRITICA verso alcuni “atti” di persone e/o categorie che ritengo dannosissimi per i cani. Se non riesci a capire la differenza, purtroppo non è un problema mio.
      2 – il fondamento scientifico della perla di saggezza è l’etologia classica: quella che nessuno, al momento, è stato in grado di contrastare efficacemente, semplicemente perché è basata sull’osservazione reale di animali reali in condizioni naturali (e non in laboratorio)… quindi difficilmente sbaglia. Ovviamente, prima di parlarne, bisognerebbe conoscerla.

      • Un lavoro di volontariato retribuito…creativo!
        Scrivere di una persona riportando frasi qua e là mi sa proprio di…come minimo disinformazione. Del resto è quello che fai in tutti gli articoli polemici sui vet comportamentalisti. Come facciano ad essere critiche le tue non essendo costruttive lo sai solo tu! Ma il giornale di disinformazione cinofila è il tuo d’altronde.
        E di grazia…i riferimenti bibliografici che il cane voglia salire la scala gerarchica se ci azzardiamo a dargli attenzione?

        • Grazie Eli, mi hai appena ricordato di dare il mio piccolo contributo! Leggo ogni giorno TPIC e, come pago la televisione col canone, i giornali in edicola, i libri che compro, penso di non fare nulla di male nell’aiutare (un pochettino) questo sito che apprezzo molto. Se poi la sig.ra Rossi si va a comprare delle Manolo Blahnik o il pomello d’oro per la porta del bagno, sono solo contento per lei! Un saluto e grazie ancora

        • “Riportando frasi qua e là?” Ma che dovevo fare, copincollare tutto l’articolo? C’è il link, mi pare che sia sufficiente se qualcuno vuole leggere la frase nel suo contesto completo.
          Ma perché non fai una bella cosa? Vai a leggere cose che ti piacciano di più. Perché dovresti leggere un giornale di disinformazione cinofila?
          Quanto ai riferimenti bibliografici sulle gerarchie… fai un’altra bella cosa, vatteli a cercare. Così magari impari un po’ di etologia.

          • La cosa divertente è che proprio la Capra ha attaccato l’articolo sulle coccole “riportando frasi qua e la” (e senza manco linkare l’articolo completo). Ma si vede che lei può e nel suo caso è sintesi e non disinformazione, chissà 😀

          • Oh si questa si che è una risposta esaustiva e degna di cultura cinofila! Mavalà che l’etologia del cane è un’altra cosa.
            Dove sta la cultura cinofila nel polemizzare sempre con le stesse persone/categorie?? Così non fai critiche costruttive e cultura cinofila come ti sei proposta ma solo cagnara.
            Ognuno è libero di leggere e commentare ció che vuole, o no?

        • grazie pure da parte mia, mi dai “il la” per comunicare a tpic che se questo mese non è ancora arrivato il mio contributo di importo pari ad un’ora di lezione della signora Valeria Rossi è solo perchè mi è scaduta la postepay e sto aspettando la nuova. Infatti, oltre che equilibrio e capacità comunicativa, in questo sito ho trovato anche molta generosità nel mettere a disposizione degli altri il proprio sapere ed esperienze. Mi fa molto piacere poter contraccambiare con un altrettanto creativo e volontario pagamento…

        • Ho fatto 11 anni di volontariato sulle ambulanze (per la precisione P.A.AVIS Cologno Monzese squadra 11). Essendo volontariato, ovviamente non avevamo nessuna retribuzione, ma non rifiutavamo le offerte in caso qualcuno fosse così gentile da volercele fare, di soldi c’è sempre un gran bisogno. Avevamo anche un apposito blocchetto delle ricevute. Se lei, cara sign.ra Eli si stupisce evidentemente non ha grande familiarità l’ambiente del volontariato (oltre, ovviamente, all’esperienza acquisita con le critiche a chi, al contrario di lei, agisce). Buona giornata

        • Sempre in tema bibliografia (anche se non nello specifico, ma inerente alla questione delle fonti in causa), ho verificato prima di scrivere quello che mi pareva i aver letto proprio in un testo di Alexa Capra che scriveva (“il mio rottweiler” ed. Calderini, 2003) “evitate di essere al servizio del vostro cane. Anche se amate il vostro cane, l’amore non è abbastanza; se lo fosse, non avreste un problema da risolvere. (…) i cani con problemi sono spesso stressati dalle coccole eccessive”, segue un paragrafo intitolato “esercizi di gerarchia” -p.44-, in cui un punto dice “chiedete al cane di sedersi e di guardarvi prima di concedergli attenzioni e privilegi”. Non trascrivo altro (se interessa proseguire il confronto, il libro si trova anche il biblioteca. ” a gratis”, cit. ). Comunque concetti espressi in sintonia con quanto espresso e spiegato da Valeria nell’articolo e criticato con acredine dalla Capra nello scritto riportato dal link: anche se fosse stata illuminata sulla via di Damasco, almeno un cenno all’aver cambiato idea sarebbe stato corretto, non perchè non si possa cambiare idea, ma appunto proprio per apertura al confronto, motivando critiche in maniera costruttiva anzichè sparare a zero su quelle che si cerca di far passare per opinioni di un visionario quando invece sono teorie, condivisibili o meno, che si sono a propria volta condivise in passato…

  8. Ti sei spiegato benissimo e in linea di massima concordo, anche se… nel momento in cui è “il cane ad addestrare me” (leggi. “fammi subito le coccole, ciccio!”) la condotta corretta può già essere venuta a mancare, visto che il cane prende iniziative che dovrebbero appartenere esclusivamente a chi “dirige l’orchestra”.
    Ovviamente il discorso è molto generico: ma non è possibile, in un articolo, esaminare ogni caso singolarmente (come invece si DOVREBBE proprio fare, quando si parla di cani… ma anche quando si parla di umani!).
    La comunicazione “di massa” è forzatamente obbligata a fare generalizzazioni, senza tener presenti tutte le possibili eccezioni. Però, personalmente, ritengo che il NILIF in genere sia un’impostazione valida sia per i cani che per gli umani (e loro cuccioli). L’importante è non convincersi che NILIF significhi “devi pagare tutto con sangue e sudore”: questa è una sciocchezza globale.

    P.S. gli insulti danno molto fastidio anche a me, soprattutto perché sono inutili. Preferisco di gran lunga le motivazioni. Poi, per carità, la perculata scherzosa qua e là ci può anche stare… ma l’insulto fine a se stesso è solo uno spreco di energie e di banda 🙂

  9. Io noto una differenza di atteggiamento della mia bassotta, quando ci fermano per strada per salutarci (salutarla…) e farle i complimenti….per esempio, se viene prima coccolata e poi le viene chiesto di dare la zampetta è restia ad obbedire….mentre se non viene travolta di coccole poi fa qualche esercizio con gli estranei (meglio se a scopo di lucro….biscottino/premietto)….

  10. Mi basterebbe pubblicare una foto del mio Corso per confermare, se mai ve ne fosse bisogno e con una sola immagine, le tesi di Valeria Rossi.
    In particolare, un’immagine esplicativa del modo in cui mi guarda, quando qualche impavido (perché è sempre un Corso da 65 kg) gli piazza la solita manata in testa per “frizionarla” o, peggio, prova ad afferrargli le guance come si farebbe con un bimbo rotondetto…
    Sembra chiedermi: “Ma devo sopportare l’ennesimo coccolatore seriale o mi dai il permesso di amputare a piacere qualche ditino?”

    Fortunatamente lui è molto equilibrato e socializzato. Io un po’ meno…

  11. I confronti tra professionisti aiutano noi che siamo meno esperti a considerare diversi sistemi di educazione. Mi piacerebbe non vedere nei commenti insulti a Alexa Capra, come si sono tristemente visti in pagine Facebook nei confronti di Valeria in altre occasioni. L’articolo di Valeria spiega molto bene come i cani interpretano le “coccole” e indica una maniera corretta di dimostrare il nostro affetto ad una specie con cui ci sono delle enormi differenze a livello comunicazione. Personalmente sottoscrivo tutto il contenuto eccetto una parte. Valeria scrive “chiedere qualcosina prima di coccolare il cane significa solo seguire le regole sociali di un branco: laddove l’approvazione non casca dal cielo, ma va meritata…che per avere un rapporto corretto – che NON è quello di sudditanza verso il cane – basti chiedere al cane di fare una piccola cosa (tipo un “seduto”, che non mi pare abbia mai ammazzato nessuno) prima di accontentare la richiesta “. Basandomi sulla mia esperienza la costruzione di un corretto rapporto e di una buona comunicazione col cane NON può passare attraverso sistemi come il NILIF ( Nothing in Life is Free ). Se l’educazione si imposta con regole costruite rinforzando comportamenti corretti non sarà necessario chiedere al cane, per esempio, un seduto, per ottenere la nostra attenzione. Se la richiesta di contatto, carezze o altro, avviene in modo corretto, momenti adeguati, stato emozionale non esagerato, ecc., stiamo rafforzando una condotta corretta, mi risulta quindi superfluo e a volte controproducente ( a livello rapporto ) chiedere ulteriori condotte al cane. In questo articolo ( in inglese ) si spiega molto meglio di quanto l’abbia spiegata io questa prospettiva ( http://www.examiner.com/article/control-versus-communication-the-pitfalls-of-coercion-with-our-dogs ), controllo versus comunicazione, che ovviamente non significa che il cane possa fare quello che voglia, tutt’altro, solo ci si interroga sulla maniera corretta di impostare le regole.

  12. Capra… Nomen omen. Poi, giusto le coccole fa gratis, perché il resto delle fesserie che propina se le fa pagare alla grande

  13. Il mio cane un pericoloso pit, si farebbe coccolare da tutti, peccato la gente ne sia terrorizzata alla vista, mi sembra di essere mosè si aprono quando passo con lui. Il mio cane precedente sheila pastore tedesco, invece non amava molto le persone, ma per la gente era più bona del mio nathan, peccato che nathan sbava alla gente in senso buono, shiela invece se entravi nel suo territorio ti staccava metà sedere.

  14. Quindi le coccole da divano, quelle che si fanno semplicemente perché il cane è accanto a noi e ci gratifica immensamente ammazzarlo di carezze, le consideri “sbagliate”?

    • No 🙂 : io stessa sono una grandissima coccolatrice da divano. Però, prima di profondermi in coccole, chiedo al cane di fare qualcosa (la “minimissima” cosa: seduta, dai la zampa, abbaia) e poi la premio… gratificandomi a coccolarla (perché anche a me piace da morire), ma senza farle pensare che possa ottenere da me quello che vuole senza il minimo sforzo.

      • Al mio invece tocca subirmi e basta, lui magari è lì tranquillo che dormicchia nella sua cuccia ed io allungo la mano e lo coccolo…non me le chiede (a volte sì e allora in questo caso prima mi deve dare la zampa o mettersi seduto) le subisce, volentieri ma le subisce 🙂

      • Che consolazione IMMANE sentire da te queste parole. La mia educatrice sostiene che SUL DIVANO MAI (MAI, MAI, MAI) nemmeno se gli insegni che può salirci solo se lo chiami su tu. Che piuttosto se proprio voi fargli due coccole ti sdrai tu sul pavimento. O__O

        • Ma la tua educatrice è mio marito? :-))) Anche per lui il cane sul divano mai, infatti mi sta venendo un braccio più lungo dell’altro per coccolarlo lui sulla cuccia ed io sul divano…no, io nella cuccia con lui non ci vado…

  15. Certamente non ho le competenze per parlare di questi argomenti a questo livello. Quello che però nel tempo ho imparato a fare, è sicuramente DIFFIDARE da chi descrive gli animali e il loro comportamento con le frasi che userebbe Fabio Volo. “I miei cani ottengono coccole ogni volta che me le chiedono. Le meritano per il solo fatto di esistere. Io voglio bene ai miei cani non perché si siedono, passano dopo di me da una porta, o sono calmi. Io voglio bene ai miei cani a costo zero.” Per carità, grande pathos nelle parole della Sig.ra Capra, ma personalmente il mio modo di fare è in linea con quanto sostiene Valeria Rossi. Voler bene non significa incastrare con il piede di porco le cose purchè risultino come le vorremmo noi (leggi: antropomorfizzare tutto). Voler bene significa gratificare, certo, ma ANCHE riconoscere limiti e barriere, essere guida autorevole e, ogni tanto, persino sgridare.

  16. “I cani che non conosco non li coccolo proprio: perché non potrebbero ne capire ne apprezzare. Lo so che i proprietari apprezzano eccome”
    Calma, io non so più come far capire alle persone che quando ho il cane al guinzaglio NON voglio che me lo coccolino a tradimento, senza prima chiedere.

    Intendiamoci, se incontrassi Valeria Rossi per strada probabilmente le butterei 30 kg di cane addosso e le salterei in braccio anche io. (Si dai, non proprio letteralmente)

    Perché so che lei sa approcciarsi ai cani. Ma la persona da marciapiede media non sa.

    E a dirla tutta dipende, perché delle due bestiacce uno -il piccolo- è stato ipersocializzato e ADORA il contatto umano. Lo cerca sempre, anche con gli sconosciuti. Quindi quando qualcuno simpatizza per strada (raramente, essendo un meticcio piccolino non attira granché l’attenzione) sono molto più morbida con il coccolatore stradale.

    La piccola invece (d’età, non di misure) invece è decisamente più diffidente anche se l’ho educata a sopportare tutte le smanacciate possibili da tutti gli sconosciuti possibili. Però quando siamo in giro stiamo SEMPRE lavorando, e intendo proprio lavorando, lei deve rimanere concentrata e attenta perché deve dirmi se sto per avere un calo di pressione e avvertirmi per tempo. Inoltre se comincio a sentirmi ansiosa deve essere pronta ad eseguire le manovre che le ho insegnato per calmarmi.

    Quindi io dico “dipende”. Io non sono una di quei proprietari che “apprezzano eccome”. Gliel’ho anche scritto sulla pettorina. Non piace a lei e rischia di mettere me in difficoltà.

    Poi ovviamente qui in Italia non esistono i Service dogs. Quindi nessuno sa cosa sia la scritta “Service dog in training” sulla pettorina.

    • “Manovre per calmarti” ? Oddio ma è stupendo! La mia piccola Sally riusciva a essere utile di default quando avevo l’ipertiroidismo, ma sarebbe stato fantastico avere un cane addestrato, un “service dog”. Ci devo pensare col nuovo amico, è necessaria una razza specifica?

      • Ciao Paola!! No direi che non è necessaria una razza specifica, la mia è un pastore tedesco ed è sempre molto felice di lavorare, per lei è quasi necessario (atteggiamento tipico di molti cani da lavoro). Essere un cane da assistenza è un compito a tempo pieno e richiede davvero un sacco di impegno da parte del binomio cane-umano. Inoltre non esiste un vero e proprio riconoscimento per questo tipo di cani quando si tratta di patologie legate all’ansia, per questo sulla sua pettorina rimarrà sempre la dicitura “in training”.

        Per farla breve comunque. se ti serve un Service dog a tempo pieno forse dovresti orientarti su una razza da lavoro, però -e questo è fondamentale secondo me- se hai necessità del cosiddetto “partner emotivo” senza un compito specifico (tipo che ti avvisi prima di una crisi epilettica, un brusco calo di pressione ecc..) ma che ti serva solo come accompagnatore ben educato, allora la razza improntata sul lavoro (vedi border collie, pastori tedeschi, belga, Retrievers ecc) allora non solo non è necessaria, ma a volte è anche sconsigliabile a parere mio, perché avere un cane “da lavoro” vuol dire anche avere un cane con un livello di energia medio/alto che ha la necessità di avere un ruolo attivo nel ‘branco’, se così non è, rischia di diventare un cane nervosetto, con cui alla lunga potrebbe diventare difficile rapportarsi.

        Comunque ti lascio la mia email. Per qualsiasi dubbio o se volessi approfondire, sarei molto felice di dirti di più riguardo al nostro percorso. francescabrunello01@gmail.com

  17. Valeria hai tutto il mio appoggio. But i have a dream:un bel confronto all’americana con voi due sedute a due scrivanie(lontane,non si sa mai) a continuare ad oltranza col confronto fino a quando non venga trovata una base anche piccolissima condivisa. Senza mangiare o bere.

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