martedì 19 Marzo 2024

Cappuccetto rosso, ci hai rovinato!

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

di VALERIA ROSSI – Ho letto ieri, in uno dei ticket del “supporto cinofilo”, una storia che mi ha fatto saltare in aria come se mi avessero infilato un petardo sulla sedia. Da sola in casa, come una scema, mentre leggevo ripetevo ad alta voce: “Cretina! Imbecille! Ma come si fa! Licenziatela! Cacciatela!”
Con chi ce l’avevo? Con una maestra.
Ebbene sì.
Una maestra di scuola materna: quella di un bambino di neppure cinque anni, che chiameremo Andrea (intendo tutelare la privacy di tutti e quindi non faccio nomi reali) e che fino a ieri adorava tutti gli animali, tanto che i suoi genitori stavano dandosi da fare per prendergliene uno “giusto”. L’avevano già scelto: cagnone-one-one, ma tenerone e patatone. Solo che hanno dovuto rinunciare, almeno per il momento, perché Andrea è diventato improvvisamente cinofobo.
Ma cinofobo di brutto, eh? Ha il Sacro Terrore di qualsiasi cane, scoppia a piangere appena ne vede uno.
E che diavolo sarà mai successo, per causare un simile sconvolgimento?
In realtà di cose ne sono successe due: la prima è stata che un cane, all’uscita da scuola, ha abbaiato proprio in faccia al bambino. Lui si è spaventato, ma la mamma gli ha spiegato tranquillamente che il cane “voleva solo salutarlo”: Andrea ci ha creduto ed è tornato fiducioso e sereno… finché, qualche giorno dopo, non gli è letteralmente esplosa la cinofobia. E agli increduli genitori ha spiegato che la maestra, a scuola, aveva raccontato che un cane aveva mangiato una bambina.
Da qui i miei salti sulla sedia e i miei insulti a raffica (con Samba che mi guardava allibita, col fumetto sulla testa che diceva “Ma ce l’hai con me? Non ho fatto niente…”).

cappuccetto2Ho risposto alla mamma epurando un filino (ma neanche troppo) le mie emozioni, dicendole comunque che quella maestra avrebbe dovuto essere richiamata severamente: ma quando mi è arrivata la contro-risposta, non ho più saputo se ridere o se piangere.
La maestra, infatti, aveva semplicemente raccontato a scuola… la favola di Cappuccetto Rosso! E aveva pure ribadito più volte che il protagonista era un lupo e non un cane.
A questo punto, però, una mamma (che quella di Andrea dice di aver sempre definito “Aquila” per la sua apertura mentale…) ha spiegato al figlio che i cani sono altrettanto pericolosi dei lupi. Gli altri bambini hanno sentito, e adesso – dice la mamma di Andrea – “la paura dei cani si è diffusa per tutta la scuola… una vera e propria epidemia!”
Per fortuna la scuola stessa si è dimostrata molto disponibile: il mese prossimo ospiteranno una fattoria didattica che porterà i propri cani per insegnare ai bimbi come approcciarsi.
Però, personamente, non sono poi così convinta che questo basterà a risolvere il problema.
E vi spiego perché non sono convinta: perché il mio, di figlio, ha vissuto un’esperienza molto simile, quando aveva la stessa età di Andrea (anzi, qualcosina in meno).
Io sono savonese, quindi “bestia di mare”: ma quando Davide era piccolo vivevo in collina, dove allevavo i miei cagnoloni, e il mare lì non c’era. Siccome il mare io lo adoro, e avrei voluto che il figlio maturasse la mia stessa passione, quando aveva quasi quattro anni feci la grandissima cavolata di lasciarlo per una settimana a mia zia, che stava proprio a Savona, in modo che lo portasse in spiaggia (quell’estate io non potevo mollare l’allevamento per troppi giorni di fila, essendo rimasta senza ragazza di canile).
Bene: quella grandissima c&k§@sjxy di mia zia, pace all’anima sua, visto che il bambino prendeva troppa confidenza con l’acqua e che lei si sarebbe sentita responsabile nel caso fosse successo qualcosa, cominciò a sciorinargli storie di annegati nel tentativo di renderlo “un po’ più prudente”.
Risultato: mio figlio non è mai più voluto venire al mare.
Se ce lo portavo di peso restava a cinquanta metri dall’acqua (col magone, da piccolo: bestemmiandomi allegramente dietro quando cominciò a crescere) ed è entrato per la prima volta in piscina a diciotto anni: ma non perché si fosse convinto, bensì perché avevamo fatto un frontale in auto e i medici gli avevano prescritto obbligatoriamente il nuoto per risistemare i danni alla colonna vertebrale.
Senza quell’incidente credo che non avrebbe mai imparato a nuotare: e comunque, pur sapendolo fare ormai benissimo, ancora oggi se gli chiedo di venire al mare trova tutte le scuse del mondo (e anche qualcuna in più) per rifiutare.
Eppure vi assicuro che ho fatto l’impossibile per rimediare a ciò che aveva combinato la zia: anche se ho commesso l’errore di sottovalutare inizialmente la cosa e di credere che avrei potuto riuscirci da sola, ragion per cui non ho consultato subito uno psicologo infantile (per questo ho suggerito alla mamma di Andrea di farlo al più presto).

cappuccetto1Questa storia ci insegna due cose: la prima la sapevamo già tutti, credo, ed è che Cappuccetto Rosso non è una favola adatta ai bambini. Tantomeno quando è corredata da immagini splatter/horror (e cioè molto spesso).
Nonostante sia evidentemente un invito rivolto alle ragazzine a non fidarsi dei maschi (secondo alcune interpretazioni è più che altro un invito a non battere i marciapiedi: la “fanciulla nel bosco”, come si legge su Wikipedia, è uno stereotipo che in molte culture viene associato alla prostituzione, e nella Francia del XVII secolo – epoca in cui è stata scritta la favola – la “mantellina rossa” era un segnale esplicito in questo senso…), l’unico effetto che ottiene sui bambini di oggi è quello di creare cinofobia.
Nessuna ragazzina ha più paura delle mestruazioni (altro possibile significato recondito della mantellina rossa) e quindi della maturità sessuale: e il lupo non viene certamente associato alla figura maschile, ma a quella che in realtà gli somiglia di più, e cioè quella del cane.
La seconda cosa che possiamo imparare da questa storia è che i traumi psichici ricevuti in età prescolare si fissano in modo dannatamente resistente.
Proprio come succede ai cuccioli durante i “periodi sensibili”, il bambino che riceve una “messa in guardia” traumatica verso un ipotetico pericolo ne resta  condizionato molto, ma molto a lungo.
Quindi insegnanti e genitori non dovrebbero mai e poi mai spaventare i bambini con storie di kanikattivi, esattamente come non dovrebbero usare metafore terrificanti come quella dell'”uomo nero”, che per fortuna è quasi scomparsa.
Invece Cappuccetto Rosso rimane, purtroppo. E continua a far danni.

cappuccetto3Ogni volta che leggo articoli cinofobi come quelli che spesso commento da questo sito, io mi chiedo se la mamma del giornalista, quand’era piccolo, gli avesse mai detto “Non toccare quel cane, che ti mangia”.
Da oggi mi chiederò anche se non gli abbiano letto Cappuccetto Rosso: che da solo, magari, non è in grado di fare danni così gravi (ce lo siamo cuccato tutti, da piccoli, e per fortuna il mondo non è diventato tutto cinofobo)… ma basta “l’Aquila” di turno, che faccia fare al subconscio dei bambini il collegamento lupo-cane, e la frittata è fatta.
Tanto da avere, come in questo caso, una vera e propria epidemia di paura dei cani.
E allora, magari, evitiamo di raccontare ai bambini ‘sta favola del cappero.
E ovviamente non diciamo neppure mai a nessun bambino “non toccarlo, che ti mangia”.
Se proprio abbiamo paura che nostra figlia finisca sul marciapiedi, spaventiamola con l’AIDS o con Jack lo Squartatore, che almeno era un uomo reale e non metaforico.
Ricordiamo, soprattutto, che i bambini cinofobi sono quelli che corrono maggiormente il rischio di essere morsi, perché scappare e strillare di fronte a un cane significa stimolare il suo impulso predatorio.
I bambini vanno educati a rapportarsi in modo corretto con i cani facendogli anche presente che il cane può esprimersi solo attraverso la bocca, e quindi, se disturbato, può mordere.
Ma di mangiare i bambini, per carità, evitiamo di parlare.
Già ci pensano i comunisti… almeno i lupi e i cani, lasciamoli in pace.

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46 Commenti

  1. leggendo l’articolo mi è tornato in mente che sul libro di lettura delle elementari c’era la storia di Cappuccetto rosso, però il cacciatore era un ladro che voleva derubare la nonna ed il lupo la salva frapponendosi tra lei ed il fucile del ladro/cacciatore… Ovviamente conoscevo anche la versione originale ma preferivo di gran lunga quella con il lupo buono..

  2. Mia madre e tutta la sua famiglia ha paura dei cani, una paura matta… ma per fortuna mio padre da piccola mi insegnò che i cani sono amici e compagni, sennò chissà come sarei anch’io! Comunque, dicevo di mia madre: sua madre da piccola le disse che “i cani mangiano le persone” e un bel “Vidi ‘ca ti mangia!” ogni tanto me lo becco anch’io XD

  3. Al finale ho riso. Tanto.

    Ma per non andare off topic: non saprei che commentare su questo articolo. Nel senso che sono certamente d’accordo con quanto dici, Valeria, ma è anche vero che -come del resto asserisci- tutti siamo cresciuti a pane e Cappuccetto Rosso. Ora non vorrei sbagliare, i ricordi sono quel che sono, ma quando avevo quattro anni mia nonna insisteva nel dirmi che c’era un cane/lupo dentro un quadro elettrico che io adoravo prendere a calci, e che mi avrebbe “mangiato” qualcosa (le scarpe? Non ricordo) se l’avessi disturbato. E io, siccome volevo vedere il cane, tiravo calci più forti.

    C’è stato un periodo, in realtà, dove ero effettivamente spaventato dai cani. Ma io ho sempre paura degli animali grandi, se non li conosco. Poi dopo qualche anno m’è passata, quando ho iniziato a conoscere un po’ di etologia e ho preso il primo cane.

    Non credo che una favola in sè, nemmeno con l’aiuto dell’ “Aquila” di turno, possano fare tutti questi danni. Più probabilmente c’è altro sotto. Oppure quell’Aquila ci si è messa davvero d’impegno!

    • Invece a me da piccola cercavano di mandarmi a dormire dicendomi “guarda che arrivano i lupacci” perché vicino a casa c’era la sirena di una fabbrica che “ululava”…e ovviamente altro che spaventarmi e andare a letto, io volevo vedere i lupacci…

  4. Il problema è sempre il buon senso: cosa,COME si racconta a chi. Le favole sono un mondo di stereotipi spesso negativi. Vedi complesso di Cenerentola o Bianca neve. ma sapute ben spiegare e raccontare non dovrebbero far danni. Il problema è che ci sono moltiiiissiiiiimiiii genitori -aquila. ..per usare la metafora della signora. Che invece i danni li fanno eccome

  5. Il problema e` che nel caso 1) una donna anziana sbranata da un lupo e un cacciatore che uccide bellamente la bestia e` moralmente accettabile, nel caso 2) un uomo che uccide prostitute nell’800 no… coerenza, sopratutto pensando che la prima sia praticamente impossibile.

  6. Ora che mi viene in mente….tanti anni fa, all’odierna scuola dell’infanzia, durante una festa si compleanno, alcuni genitori dei bambini invitati hanno recitato proprio la favola di Cappuccetto Rosso….alla fine il babbo che interpretava il lupo “moriva”…la figlia si disperò tantissimo perchè credeva che suo padre fosse morto sul serio….ora mi viene da ridere, ma forse qualche bambino (e lo dico in senso oggettivo, ci mancherebbe altro) è più impressionabile di altri su certi argomenti…

  7. il mio cuore è esploso d amore quando ho letto “già ci pensano i comunisti…” <3 . AHAHAHH andrebbe fatta una favola contraria dove il lupo salva la bambina dall uomo cattivo

  8. cavolo non avevo letto la frase del giorno….

    “Invece Cappuccetto Rosso rimane, purtroppo. E continua a far danni.”

    ma veramente?????

  9. Credo che il problema non sia cappuccetto rosso….ma i genitori….

    nei paesi di campagna….50..60 anni fa e pure 30 anni fa (perchè con me l’hanno fatto) lo sport preferito dei vecchi era raccontare storie di paura ai bambini…e nonstante tutto questo i bambini non ne erano cinofobi..non avevano allergie…insomma non avevano tutte le ca++ate che hanno per la testa oggi…

    continuiamo su questa strada…che già adesso le nuove generazioni sono dei perfetti idioti malati di internet…che non riconoscono una gallina da un canarino….
    ora gli leviamo tutte le favolette cattive perchè sai…” il mio piccolino potrebbe rimanere traumatizzato”….li infiliamo dentro una boccia di vetro….così almeno non si ammalano e non gli succede niente…poi a 18anni li portiamo dalla psicologo perchè scoprono che la vita è dura…

    cari genitori..svegliatevi e preoccupatevi dei vostri figli come si faceva una volta..senza incolpare la scuola…le maestre…e adesso pure le favole….

  10. Non parliamo di morale e messaggio delle favole, un bambino capisce quello che sente, non il significato intrinseco e se è per questo dubito che molti genitori siano in grado di coglierne la sottile metafora (io per prima). Quello che un bambino traduce dalle favole è che se sei bella:
    1- sposerai un principe pieno di soldi e vivrai per sempre felice e contenta in un castello
    2- Se non sposi il principe (che non è che crescano come le patate.) farai la matrigna- già perchè i papà sono sempre degli idioti che ragionano con una insignificante protuberanza posta sotto l’ombelico, quindi se sei bella ti sposerà, diverrai la regina assoluta della casa e quel babbeo non si accorgerà mai che stai tramando per uccidere prima lui e poi sua figlia
    3. Il culmine è fare la matrigna e sposare un principe..o un re, ma devi essere almeno un pò strega perchè è già il livello avanzato
    Se non sei bella peccato, non ti filerà nessuno e comunque essendo brutta sei cattiva (vedi le sorrellastre di Cenerentola)
    Morale dellE favolE… non importa se sei sguattera o regina… l’importante è che tu sia figa! Sarai automaticamente anche ricca.
    Opinione personale, ho sempre pensato che Cappuccetto Rosso fosse una demente e che la fine che ha fatto se la fosse meritata. Mi è sempre dispiaciuto da morire per il lupo…

  11. Quando avevo più o meno l’età di Andrea la maestra fece raccontare a tutti noi bambini la favola di capucetto rosso, arrivato il mio turno conclusi la favola con il lupo che mangiava la nonna. La maesra voleva che continuassi, ma io insistevo dicendo che la favola finiva così. La maestra, però voleva che arrivasse il cacciatore e…. tutti sappiamo. Allora io, stanca per questa ripetuta uccisione del lupo mi sono messa a gridare:”no, no, no, anche i lupi hanno il diritto di mangiare!”.
    Nonostante questa mia reazione l’immagine del lupo, così come lo conoscevo dalle favole, mi spaventava. Poi, una volta, avrò avuto circa sette anni, mi è capitato di attraversare la sila in una giornata di neve e ci siamo imbattuti in un branco di lupi. Io quando ho sentito i mie zii (nel mio caso gli zii son stati benefici) dire che c’erano i lupi, mi sono molto spaventata, ma la curiosità ha vinto la paura e mi sono avvicinata la finestrino per guardare fuori. Non credevo che quelli che vedevo passare fossero lupi e ripetevo che per me erano cani (ho avuto la fortuna di crescere un una famiglia dove i cani ci sono sempre stati). Così ho scoperto da mio zio che i lupi e i cani non sono poi così diversi e che i cani discendono dai lupi. Da quel giorno ho smesso di avere paura dei lupi e mi sono anche indignata per come venivano descritti.
    Non ho più visto i lupi, è stato il mio unico incontro con loro, ma ricordo quel momento momento, noi chiusi nella macchina, fermi per non spaventarli, vederli passare e poi sparire nella tempesta di neve, come uno dei più belli della mia infanzia.

  12. La mia esperienza e approccio infantile con Cappuccetto rosso ed i cani in genere è un po’ diverso anzi sarà che li amavo talmente tanto fin da piccola che non hanno attecchito sia le esperienze “negative” che la favola. Me l’hanno sempre raccontata, mi ci vestivano addirittura anche a carnevale da quando avevo 3 anni fino ai 6 anni. Mia madre ha il terrore dei cani e una volta a 10 anni sono stata (come direbbero oggi alcuni giornalisti) “aggredita” da un cane, ma solo perché mentre ci stavo giocando mia madre decide di portarmi via e vedendo che lui mi veniva incontro mi ha preso dalle braccia urlando dalla paura e facendomi girare.. il cane poverino voleva solo giocare e mi ha sgraffiato una gamba, nulla di che. Non vi dico che scena…. se ci penso ancora scoppio a ridere! Io che giro come una trottola mia madre che urla come se stessi per morire… Certo lì per lì mi sono spaventata ma tempo un paio di giorni ed è passato tutto. Adesso? Amo i cani e non potrei mai pensare alla mia vita senza di loro!

  13. Permettimi Valeria, io ho un bimbo duenne e quello che sto notando, in puericoltura come in cinofilia, è una tendenza all’imbecillificare bambini e cani oltremisura. Ho tirato fuori i miei libri d’infanzia… altro che cappuccetto rosso! il lupo e l’agnello illustrato, la scimmia vanitosa (quella che fa vedere il suo cucciolo all’orso che glielo mangia), per non parlare dei ricordi che ho di nonna che cantava profumi e balocchi o del cacciatore che squartava il cervo per rubargli il cuore da dare a biancaneve. Semplicemente qualche generazione fa non si cercava di imporre buonismo ad ogni costo, le favole di una volta erano crude, spietate, ma nessuno le pativa perchè ci insegnavano anche a non trasporre queste cose nella realtà perchè ci permettevano di conoscere la realtà! Mio babbo era uno di quelli che quando ho preso un morso da un cane ha detto “ben ti sta, non avevi che da non infastidirlo”… al giorno d’oggi quanti genitori correrebbero dall’assicuratore chiedendo danni fisici e morali??? I bambini sono preservati da tutto, parental control sui programmi TV, canali dedicati, strettissime imposizioni sugli argomenti da trattare nelle scuole… e poi sono talmente privi di argomenti da credere che una favola sia vera! Ed i cani, uguale! Trattati con un macrouniverso alla loro misura e bambinizzati. Il problema non è cappuccetto rosso, è solo l’imbecillità umana che si riflette appieno sui frutti della nostra educazione

    • sono assolutamente d’accordo. il problema è l’adulto, non il bambino. Se un animale mordeva o graffiava al bambino veniva SEMPRE chiesto: “Che cosa gli hai fatto?”

  14. Io avevo paura che il lupo fosse stato impallinato…della nonna me ne importava gran poco…
    alle medie avevamo letto alcune “storie” dei fratelli Grimm..ecco, quelle mi avevano impressionato molto…non riuscirei a rileggerle, nemmeno adesso!

  15. così come la bella addormentata nel bosco, biancaneve, cenerentola, sono tutte favole con risvolti un po’ angoscianti.

    • Già, soprattutto Biancaneve dove (guarda caso), c’è un cacciatore che per non strappare il cuore a lei uccide un cerbiatto (e, ma lui può, ha pagato tanto…è cacciatore), e poi….ci sono i 7 nani!!! XD XD XD

      • attenzione che potrebbe trattarsi di un bracconiere..nel cartone, almeno, mi ricordo un paesaggio primaverile (ma non vorrei sbagliarmi)…subito le generalità…

  16. Mai sentito parlare di figure retoriche?? Certo che in una fiaba/ cartone animato non potevano far sbucare da dietro l’albero un pusher o un pedofilo…..

    I produttori della vhs che avevo io avevano aggirato il problema…il lupo legava la nonna dentro un albero…quando cappuccetto scoprì che sul letto c’era lui e non la nonna iniziò a correre e il lupo in seguendo la cadde in un fiume….niente cacciatori e niente nonnicidi….

  17. Essendo che i comunistisi sono estinti….. e che i lupi sono pochi e vivono in riserva…. ttoccherà’ben a qualcuno lo sporco lavoro di mangiare i bambini…….! 🙁

  18. Comunque “cappuccetto rosso” è una favola che mooolto chiaramente rimanda a ben altri “lupi cattivi” che insidiano i bambini!
    Vedi es. l’ultima illustrazione
    Normalmente quando la si racconta in ambito educativo il lupo inteso come quadrupede passa molto in secondo piano, rispetto appunto al ben più tremendo lupo cattivo che i ns bambini possono incontrare.
    Figuriamoci poi che c’entra il cane!!!

    • Condivido con te, seguendo questo ragionamento non si dovrebbero far guardare nemmeno cenerentola e biancaneve perché insegnerebbero ai bambini che le matrigne potrebbero schiavizzare o tentare di uccidere le figliastre per vanità….ma per favore…. i messaggi sono ben altri…

    • Mai come la mia, buon’anima, che diceva a mio cugino tutte le volte che andava in spiaggia “Se torni annegato, t’ammazzo!!” XD

  19. Mi fai venire in mente l’episodio capitato moltissimi anni fa quando mio figlio (tra aprentesi dovrebbe avere più o meno l’età del tuo), piccolino di tre anni o giù di lì, nella bottega del salumiere: di fianco al bancone c’era una porta che portava alla cantina adibita a magazzino, lui si avvicina curioso e la figlia del salumiere (pure lei Aquila) gli dice: “no, non andare lì che c’è un lupo che ti mangia!!!!” e lui candidamente, che già era bello sgamato, dall’alto dei suoi tre consapevoli anni:” fammelo vedere!!!” La faccia della ragazza e la risata di suo padre ancora me le ricordo!!!!!!! Naturalmente lui ha sempre avuto rapporti con cani di qualsiasi razza, stazza e carattere, sa come rapportarcisi e non gli è mai capitato nulla. La storia di Cappuccetto Rosso la conosce fin dalla tenerissima età anche lui.

    • Oddio…il salumiere nooo…a me, in un supermercato, avevano raccontato (per scherzo) che dentro ai prosciutti c’erano anche le dita dei bambini che si comportavano male….da una parte io, a quattro anni, chiedevo se la mucca venduta fosse morta di vecchiaia, ma dall’altra….credevo a queste cose…il problema è che tanti adulti non si sanno rapportare alla mente e alla capacità di capire la realtà di un bambino…purtroppo anche troppi genitori ed insegnanti (e qui adulti insicuri, cinofobi, con difficoltà relazionali eccessive, disturbi d’ansia sempre più diffusi)….io ho avuto il terrore dei ladri per un sacco di tempo, da piccola, solo perchè ci era stato posto nella maniera sbagliata (fondata sull’aver paura, non sull’essere attenti e sull’importanza di chiedere aiuto ai “grandi”)….ma basta, che si smetta di far figli senza documentarsi (almeno un minimo di psicologia infantile i potenziali futuri genitori dovrebbero saperla…e saperla applicare, secondo me…)…che tristezza…

      • Ma sai, secondo me non è nemmeno di quello che c’è bisogno, basta solo un po’ di buon senso e il bambino capisce al volo quello che è “favola” e quello che è la realtà. A me da bambina altro che Cappuccetto Rosso, tutte le favole più cruente e spaventose le conoscevo a menadito, e quando è stato il momento di diventare mamma (anche se io ho una laurea in pedagogia e diversi esami sulla psicologia dell’età evolutiva), mi sono basata solo sul buonsenso, ho raccontato le stesse favole a mio figlio e non credo davvero di avergli mai provocato traumi, anzi è venuto su proprio equilibrato, razionale e senza strane fobie. Non va a molestare cani che non conosce, e anche a quelli che conosce e che sa che non sono proprio “amici” degli umani estranei, si rapporta nel modo corretto.

  20. Hanno raccontato anche a me la favola di Cappuccetto rosso e del lupo cattivo, ma in famiglia abbiamo sempre rispettato ed amato gli animali ed è questo quello che conta. Se la famiglia è sana non c’è Cappuccetto che tenga.

  21. Secondo me invece, i bambini devono leggere storie spaventose, imparare le emozioni, tra cui la paura, è importante; ma compito degli adulti sarebbe poi far capire loro quali paure siano giuste e quali sbagliate, non inculcargli profondamente quelle più inutili…

    • Da ex-ragazzina dodicenne che leggeva Dracula (e non ha mai smesso!!) non posso che essere daccordo; mio figlio tredicenne mi ha fatto sorbire tutta la saga di Saw l’Enigmista…e ha usato i suoi risparmi per comprare la bambola di Billy, il pupazzo del film. E vi assicuro che se il primo è un capolavoro o quasi, gli altri 5 sono da mettersi due dita in gola. Ma poi siamo andati a vederci tutti i documentari, making-of e retroscena, per fargli capire, appunto, che si trattava solo di un film. E poi facciamo i giochi di ruolo: vampiri e lupi mannari… ^^

      • Ma perchè a tredici anni l’unico “gioco” che facevo in famiglia era Risiko? Non che Risiko non sia bello, per carità, ma se ho ben inteso di quali giochi di ruolo parli… :Q

          • E quando avevi 13 anni tu… di live non se ne parlava, stavamo appena importando D&D….
            Sei quasi vecchio…
            SIF… invidia a livello stratosferico!!!!!!!!!!!

        • Eh, si’, proprio quelli ^^…oddio, abiamo fatto anche le nostre serate a Monopoli e quant’altro, ma vuoi mettere una “live” di vampiri? Ci siamo fatti cacciare anche dal McDonalds! Bei tempi^^

      • Giocate di ruolo con vampiri e lupi mannari? Tipo “Werewolves the Apocalypse”? XD
        Io iniziai mia sorella ai gioci di ruolo quando aveva circa otto anni e lei, sono fiera di dirlo, non ha paura di NIENTE.

        • Facciamo la Masquerade, e ci mettiamo un pò di tutto (abbiamo un master fantasioso^^)…ogni tanto ci buttiamo anche sul buon vecchio Chtulhu^^

          • Anche noi! Anche noi infiliamo roba di Lovecraft nei nostri giochi! XD
            Ne abbiamo tratto anche un webcomic (ma è ancora in fase “capitolo inizialissimo” quindi non te lo linko/spammo finchè non inizia la storia vera XD).

            Ps. Il master fantasioso, a casa mia, sono io. Sennò che gusto c’è, se ci sono sempre quei soliti due vampiri che si picchiano fra loro o con qualche povero licantropo?

          • Non ancora, davvero! Non è ancora il momento. Ah, giusto… e gli altri scusino tantissimissimo l’O.T.

    • io da bambina (non è che sia passato tutto questo tempo ora devo fare 15 anni)non facevo altro che disegnare lupi, cani, draghi, vampiri (in realtà quelli no)… ma non perché mi facessero paura anzi li adoravo.
      eppure anche io mi sono sorbita cappuccetto rosso in tutte le tonalità (giuro me l’hanno raccontata anche con il cappuccio giallo al asilo), film thriller, herry potter (eppure lì il lupo e il cane non è che siano figure positive e in realtà è il mio fil preferito della saga)…
      comuque per aiutare un po potrebbero far veder Balto ai bambini, lì il cane e il lupo sono figure molto positive

    • Giusto! I bambini che leggono storie spaventose e che vedono film spaventosi, comprendendo però che si tratta solo di opere di fantasia, diventeranno sicuramente adulti più felici e meno spaventati da qualunque cosa! L’horror ha un suo splendido fascino e una sua profonda utilità: quello di aiutarci a diventare più coraggiosi, esorcizzando le nostre paure, ed è ancora meglio se si inizia da piccoli!

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