di VALERIA ROSSI – Ricordate il bambino cinofilo divenuto cinofobo, al punto di essere terrorizzato dalla sola vista di un cane, a causa della madre geniale di un suo compagno di scuola, che aveva paragonato i cani al lupo di Cappuccetto Rosso? Avevamo raccontato la sua storia in questo articolo, suggerendo anche alla mamma del piccolo di consultare uno psicologo, perché le fobie vanno affrontate prima possibile.
Purtroppo la psicologa ha decisamente sottovalutato il problema, sostenendo che “sarebbe passato col tempo, come tutte le paure infantili”.
In realtà quelle che passano da sole sono solitamente le paure irrazionali (come quella del buio), mentre quella del bimbo (che avevamo chiamato Andrea) era una paura indotta, di quelle che a mio avviso – senza essere psicologa, ma avendolo verificato per esperienza diretta – sono più spesso destinate a consolidarsi che non a sparire.
Per fortuna l’hanno pensata nello stesso modo i genitori di Andrea, che hanno sospeso gli incontri con la dottoressa e hanno deciso di agire in prima persona, basandosi su intelligenza e buon senso.
Ed ecco il risultato, così come ce lo racconta la mamma:
Abbiamo comprato dei libretti illustrati con tutti gli animali della fattoria e altri con solo cani, noleggiati dvd con film con cani protagonisti come Beethoven (“mamma guaddiamo ancora Beeloven?”), Quattro bassotti per un Danese (“ma quei cani piccoli sono dei monelli! Povero cagnone!”), tutta la serie degli Air Buddies e ci siamo azzardati a fargli vedere Babe-Maialino coraggioso (al grido “o la va, o la spacca!”).
A scuola le maestre hanno fatto il loro, invitando la polizia cinofila (Andrea è tornato a casa dicendo di voler diventare un poliziotto tedesco che fa il pastore, noi abbiamo trattenuto le risate a stento) e regalando per Natale ai bambini l’album degli Amici Cucciolotti.
Incredibilmente è bastato così poco per fargli cambiare completamente atteggiamento verso i cani. Adesso, se incontriamo cani al parco, lui mi prende per mano e si ferma sorridendo per farsi annusare e, con il benestare del proprietario, avvicina la manina per farla annusare meglio e li accarezza sulla schiena piano piano; quando passiamo vicino a giardini cani-muniti e questi abbaiano, lui tutto contento mi guarda ed esclama “mamma, ci stanno salutando dal loro castello!”; quando siamo in macchina facciamo a gara a chi ne trova di più lungo la strada o nei bagagliai delle auto (stamattina: “guarda mamma quel cucciolo grandissimo in una macchina piccina!” alias mastino napoletano in Smart); ha spiegato alla nonna cinofoba (mia madre, argh!) che i cani fanno tanti lavori importanti come guardiani delle pecore e dei castelli, ma sono anche simpatici e morbidi e rincorrono le palline da tennis senza mai perderle, quindi non sono cattivi ma solo tanto impegnati.
Non abbiamo potuto ancora incontrarci con gli amici cecoslovacco-muniti (per una prova del nove), ma guardiamo insieme le sue foto su FB e ci sta simpatico “quel lupo che però è buono con i bambini ma non con i ladri!”
Noi siamo stupefatti e talmente felici che non ci sembra vero.
Questo weekend a Padova ci sarà l’expo canina e noi stiamo pensando di andare a visitarla, sicuri che Andrea sarà tranquillo e sereno nell’ammirare tutti quei “cuccioloni in fila”.
Ps: forse starò esagerando, ma gli sto insegnando a riconoscere le varie razze. Lui ormai distingue i Boddel (ehm, le R non sono il suo forte), i Loesian (grazie alla dolce Sasha, la Rhodesian dei nostri condomini) e i Bobbari del Bennese. Piccoli passi, ma grandi risate!
Un bellissimo lieto fine, dunque, per questa favola vera: lieto fine che però è arrivato grazie all’impegno di persone intelligenti (lo ribadisco), che hanno capito l’importanza del problema (a differenza della psicologa, purtroppo: che forse non sa quanti bambini vengano morsi ogni anno perché, avendo paura dei cani, si comportano in modo da irritarli o da scatenarne l’impulso predatorio).
Mi ha fatto un gran piacere leggere che questo bimbo è tornato ad amare i cani come prima del “fattaccio”: e mi fa piacere anche riportare qui la sua storia, sperando che possa essere di aiuto e di esempio per altri genitori alle prese con lo stesso problema.
Ma ha senso obbligare qualcuno ad amare i cani?
PErchè? Solo perchè piacciono a noi?
Boh, non so , sarebbe come forzare a fare le immersioni, a sciare, a fare l’uncinetto: con la presunzione del “non sai cosa ti perdi”??!!!!
Le fobie -tutte le fobie- sono sempre limitanti e dolorose ed è giusto aiutare con garbo le persone a cui si vuol bene a liberarsene.
E fin qui tutto bene.
Trovo però una forzatura “obbligare” una persona ad amare e familiarizzare con i cani, solo perchè noi li amiamo.
Si può tenere un comportamento corretto e sicuro con i cani anche semplicemente ignorandoli e conoscendo quattro regolette di base per gli improbabili casi di emergenza.
La quasi totalità dei cani sono animali tranquilli che se non li consideri neppure ti guardano. I cani da guardia sono così chiaramente preposti al loro compito che non è neppure il caso di parlarne.
Insomma, io penso che se un bambino (o pure un adulto) ha una fobia che gli impedisce di vivere serenamente, okkei, devi fare qualcosa per aiutarlo. Se semplicemente non ama i cani, i cavalli, i pappagallini… beh… può vivere benissimo lo stesso. La sua soluzione se la è trovata da solo e può vivere tutta la vita così senza nessunissimo problema. Tantomeno è un problema per i cani essere ignorati, anzi!!
Persino nella mia famiglia di campagnoli è possibile sopravvivere tutti benissimo: sia chi ama i cani, sia chi li ama molto meno. Non credo di aver avuto cani geniali, anzi i miei cani sono sempre appartenuti a razza considerate “sceme”, però non ne ho visto uno che andasse a rompere le scatole, tantomeno a mettere in pericolo i 2 componenti della famiglia che non avevano piacere di averci a che fare.
Forse non hai letto il primo articolo: in questo caso si parla di un bambino che aveva SEMPRE adorato cani e altri animali, e che è andato in crisi perché la mamma di un compagno l’ha spaventato dicendogli che i cani “fanno come il lupo di cappuccetto rosso”, ovvero mangiano i bambini.
In questo caso la fobia era stata indotta e bisognava assolutamente rimediare… ma a mio avviso bisognerebbe cercare “sempre” di rimediare, soprattutto perché un adulto che ha paura dei cani di solito si limita a starne lontano, ma un bambino cinofobo può avere reazioni inconsulte (strillare, scappare ecc.) che fanno scattare nel cane l’impulso predatorio, a volte con conseguenze drammatiche.
I bambini sono moolto più “duttili” di un adulto…per fortuna! Se fosse stato un quindicenne, o un bimbo più grande, mi sa che sarebbe stato più difficile. Complimenti ai genitori per l’impegno!
Quando ho letto la storia di Andrea, mi è subito tornato in mente mio fratello. E’ molto più giovane di me, quasi 25 anni in meno. Quindi è stato un bimbo come Andrea, con un fratellone decisamente più grande. Sua madre gli aveva instillato una irragionevole paura dei cani, che marcava decisamente male, fin dai primi anni di vita.
Per il suo 5 o 6 compleanno, non ricordo esattamente, abbiamo organizzato una festa in un locale che aveva il cortile dietro pieno di cani di varie taglie e misure. Ho aspettato che la festa fosse al suo massimo – leggi apertura regali – l’ho preso per mano e l’ho portato in cortile senza dire niente a nessuno. Gli ho spiegato di stare fermo e calmo vicino a me. Mi sono inginocchiato, ho schioccato la lingua e i cani, pian piano, si sono avvicinati tranquilli a farsi coccolare. Erano almeno una decina
Mi ha guardato con gli occhioni spalancati e ha detto “ma è una magia!”.
“Certo – gli ho risposto – e adesso ti spiego come si fa”.
Mio fratello ora vive con un cane, 2 gatti e fa il volontario in canile.
Ovviamente non gli ho mai detto che frequentavo abitualmente il posto e conoscevo perfettamente tutti i cani oltre al proprietario.
Con il senno di poi ho capito di aver apllicato un flooding piuttosto intenso, e forse oggi mi comporterei diversamente. Ma il risultato è stato fantastico.
Che bello leggere questa storia, davvero quasi commovente (e lo dico pur non essendo mamma, ma posso immaginare la gioia e la soddisfazione di questi genitori). E tanti tanti complimenti a mamma e papà in primis, ma anche alle maestre. Bravi bravi bravi! Purtroppo non si può dire lo stesso della psicologa…
Da psicologa e cinofila, un’ovazione a questi genitori, che hanno consentito al loro figlio di poter arricchire la propria vita condividendola, se vorrà, con i nostri migliori compagni di vita. Per la collega, mi offro di farle gratuitamente una supervisione.
Purtroppo ho più di un’amica cinofoba e tutte hanno avuto un trauma (chi grande e chi insignificante) che ha scatenato la paura… Una di queste, ora, non può avvicinarsi neanche a gatti, conigli e altri animali pellicciati… molto triste! Per fortuna questo bimbo crescerà in tutt’altro modo 😀
Genitori responsabili e intelligenti che hanno capito che anche dietro una paura apparentemente “superficiale” ci sono un disagio e un rischio che vanno affrontati, con le modalità più semplici da capire per un bambino. Bravi loro e bravi anche gli insegnanti, fossero tutti così!
ecco, l’intelligenza dei genitori di questo bambino è quasi commovente; brave e sensibili anche le maestre e la scuola. Per riagganciarsi all’articolo sui bambini in ristorante, questo sarà in grado di entrare ovunque. E’ vero che la differenza la fa il singolo – nel bene e nel male – ma questa è la dimostrazione che la “società civile” può abbattere muri
Ohh, finalmente genitori normali, era ora!
Tanti e tanti complimenti, è bello vedere persone così!