sabato 16 Marzo 2024

Il Dormiglione (20 anni di ibernazione cinofila non sono una passeggiata)

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Avvertenza: situazioni e impressioni sono volutamente estremizzate. Sia mai che facciamo arrabbiare qualcuno.

 di SILVIA MASOERO – Ebbene sì, ogni tanto mi sento come Woody Allen nel film Il dormiglione. Lui si svegliava dopo un’ibernazione di 200 anni in un mondo decisamente surreale. A me sono bastati 20 anni, ma l’effetto è più o meno lo stesso.
Spiego. Il mio primo cane, fortemente richiesto fin dal mio primo vagito ma faticosamente concesso dall’autorità paterna solo alle soglie della maggiore età, fu una bellissima bretoncina di nome Luna che visse con noi 14 anni. Erano gli anni ’90. Gli incoscienti, amorfi, meravigliosamente poco memorabili anni ’90.
Io ero una giovane studentessa sorridente che amava tutto e tutti, non la persona cinica e allergica all’umanità che diventai anni dopo. Nel mondo in cui mi muovevo, cinofilo e non, la parola stress non era ancora di uso e abuso comune, e il digitale non era una gabbia dorata piena di leoni (se qualcuno di voi ha vissuto e lavorato senza www, email, cellulare e social media sa cosa voglio dire).
Tutto filava abbastanza zen. Questa piccola introduzione per dire che tutto ciò che all’epoca io facevo con Luna, dalla passeggiatapipì al corso di educazione all’agility, lo percepivo molto semplicemente come una gran figata. Cioè, WOW. Davvero, avere un cane era tutto una grande, assoluta, indiscutibile FIGATA.

ibernazione2Credo di non essermi mai divertita così tanto come in quegli anni. Poi è successo. Mi hanno ibernato. Alla morte di Luna nessuno di noi volle prendere un altro cane. Prima fu il dolore, poi il lavoro, poi l’amore, poi la casa, poi questo e poi quello.
Sono passati quasi vent’anni. Finché, quasi tre anni fa, è arrivata Bonnie. E mi sono accorta che qualcuno doveva avermi dato una botta in testa e avermi messo in una capsula criogenica perché nel frattempo era cambiato TUTTO.
Che succede? Dove cavolo mi trovo? Che ci faccio qui? Avere un cane oggi è diventato molto semplicemente e puramente un gran casino. Cioè, AIUTO. Davvero, a me semrba tutto un grande, assoluto, indiscutibile CASINO.

cucina-casalinga-per-caniVi faccio qualche esempio.
Luna mangiava pastoni fatti in casa di riso soffiato o pasta, carne trita cotta, verdure. Il massimo dell’integrazione era un cucchiaio di olio di oliva. Ogni tanto si festeggiava con indefinibili e puzzosissimi bocconi di umido. Stava benone, posso giurarvelo sotto tortura. Epperò. Adesso sappiamo delle cose che prima non sapevamo. E Bonnie deve mangiare low grain, anzi grain free, anzi meglio casalingo, anzi facciamo barf. Le crocchette sono veleno e le ossa sono tentato canicidio. Le allergie esistono e non esistono, i veterinari sono angeli e sono demoni. Segui diatribe e litigi su faccialibro e internét, e ti viene voglia di digiunare, tu e il cane, almeno stiam sereni.

cani-che-giocanoLuna passeggiava, spesso libera se si poteva, e incontrava un cane ogni venti minuti, spesso libero anche lui. Gli mostrava un po’ di panza rosa da coraggiosa bretoncina, dava due lappate, condivideva due corsette e via d’amore e d’accordo. Non ha mai preso né dato un morso in vita sua, nemmeno per sbaglio. Se incontravi un cane problematico diventava l’aneddoto dell’anno.  Bonnie passeggia e incontra un cane ogni venti metri.
Bene, che bello, oggi a Torino abbiamo tutti un cane, siamo una metropoli canificata!
Bello un corno, son quasi tutti pazzi. Padroni e cani. In un’uscita sola se ti va bene incontri in sequenza il Bullo, il Fobico, la Zitella Sfoggiacanini, l’Erotomane, il Soprammobile e il Mordicaviglia Traditore. Tutti con tanto di padrone più o meno sociopatico. Se ti va male, puoi anche incontrarli tutti insieme raccolti in questa nuova invenzione della modernità, l’Area Cani. Quando torni a casa dicendo toh, che cani carini oggi, normalmente lo segni sul calendario per celebrarne la festività.

raccolta-escrementi-caneLuna faceva la popò. Ebbene sì, succedeva anche allora. E anche allora raccoglievo, perché era educazione, anche se non c’erano sacchettini colorati, palette, vigili camuffati da platani o campagne stampa anti-incivili. Ad onor del vero, cacche altrui io non ne pestavo quasi mai. Bonnie, anche lei, fa i suoi bisogni. E sempre, in ogni condizione e luogo, raccolgo. Ma veloce, per carità, perché se sono troppo lenta nel frattempo qualche passante ha già riempito me e Bonnie di sguardi assassini o epiteti raffinati. Ehi, ma stavo raccogliendo.
Non importa, vale per un’altra volta e per qualcun altro. E se ci penso, han persino un grammo di ragione perché ad ogni uscita almeno un caccone io lo pesto, e sono la prima ad avere il prurito alle mani e la voglia di ceffonare i padroni maleducati e incivili. E poi a casa dai il colpo di grazia alla gastrite litigando su facebook con quelli che “non ti lamentare se mettono i bocconi avvelenati”. Follia.

Con Luna frequentavo un campo di educazione cinofila dove il cane, udite udite, lo educava il padrone, e con metodi non coercitivi. L’istruttore insegnava al padrone, mica ti restituiva bello pronto il tuo bel cane robottino. Roba da pazzi, fighissimo. Pionierismo da sballo. Oggi perdo pezzi di fegato leggendo le avventure di giovani e baldanzosi guru che, supereroi in un mondo di addestratori supercriminali, si sono dovuti “inventare” un nuovo approccio gentile all’educazione del cane e ne hanno ottenuto qualche best seller in libreria e infinite dispute giornaliere sui social media. Bonnie, facciamocene una ragione, siamo diventate il target di un moderno piano marketing.
Luna ed io praticavamo l’agility insieme ad altri, credo, cinquanta cani in tutta Italia. Era un gioco meraviglioso. Il professionismo era pressoché sconosciuto, si vedevano decine di razze e tre border collie in croce, i cani uscivano dal campo di gara per andare a lappare il gelato al bambino seduto a bordo campo e nessuno si incarogniva, le competizioni finivano con cene da far invidia agli Alpini, l’eventuale antipatia personale finiva in un minuto di urlacci faccia a faccia e un bicchiere di vino. Oggi Bonnie può gareggiare in più circuiti che integrano bene anche i meticci, con migliaia di praticanti e tanti professionisti che hanno fatto crescere la disciplina. Ma non è un cane delle tre razze top, non si allena tre volte a settimana e spesso fa solo il cane, ergo non è nessuno, e siccome io non passo la giornata a questionare su feisbuk i criteri di selezione della nazionale e a litigare allo sfinimento da dietro una tastiera, siamo decisamente e ufficialmente una coppia di sfigate (contente di esserlo, vorrei precisare).

Insomma dai, è o non è un po’ un casino?
E’ vero, sono una nostalgica. Mai detto il contrario. Si stava meglio quando si stava peggio e tutte quelle balle lì. Ma mia piccola Bonnie, non ti preoccupare, mi sento un po’ stranita ma possiamo farcela. Stiamo bene e ci divertiamo di brutto, punto. Siamo nineties dentro, noi. Non saprei nemmeno spiegarti come sia successo tutto questo.
Per fortuna non c’ero, e se c’ero dormivo.

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14 Commenti

  1. come tutte le cose quando sono di nicchia è meglio. E’ successo con i generi musicali, è successo con i vini, le birre etc… quando diventa moda o di largo accesso qualsiasi cosa si rovina.

  2. Ciao Silvia! E’ stato un piacere leggerti. Eh si, tutto è cambiato. Dai tempi quando ci conoscemmo in quel centro cinofilo, io, i cani ho continuato ad averli ma sono passata allibita e indenne attraverso “la modernizzazione”. La mia cagna continua a mangiare “il pappone” e io continuo ad evitare le discussioni. Lasciamo a chi non ha di meglio da fare le discussioni faccialibresche e noi continuiamo a divertirci con i nostri cani!

  3. Vangelo!…’sto articolo è vangelo. Per la verità sono contenta di possedere qualche nozione in più sul mio cane, di condividere certe esperienze con altri, opportunità che mi dà la modernità…. ma sembrerebbe, anche per una che la massima assenza di pelosi abbaianti ( quelli miagolanti mai stati assenti ) l’ha sofferta solo per un annetto ed un pò, in attesa del cucciolo “giusto”, che essere informati e moderni abbia per effetto collaterale l’abdicazione al buon sano vecchio buon senso. Quello di cui fino al 2000 sembravamo più o meno tutti dotati.
    Adesso sembra che un certo uso di FB, Twitter e compagnia cantando, azzeri completamente la capacità del cervello di pensare. E purtroppo, non solo per la cinofilia.

  4. Che bell’articolo! Grazie! Figurati come mi sento io che il primo cane l’ho avuto nei gloriosi anni ’60, gulp… Bonnie (una delle mie tre cane, che ora per fortuna vivono con me in mezzo a un bosco e non devono frequentare le Aree Cani) saluta la tua Bonnie.

  5. Ne avrei di cose da aggiungere Amica e tu lo sai bene, ma questo articolo è troppo bello e mi ha fatto davvero sorridere!!!

  6. Grazie Silvia per il tuo racconto che dopo mesi e mesi di letture frenetiche mi riporta un po’ di equilibrio..
    Anch’io appena adolescente ebbi un cane con cui condivisi tutto.. Arrivo’ dopo anni di insistenze estenuanti in famiglia (allora si viveva con genitori e nonni e che tutti fossero coinvolti nella scelta era assoluta e accettata normalità) e arrivo’ piu’ per l’opera di convincimento di mia sorella, piu’ grande di me di 6 anni e dal carattere riconosciutamente meno birichino che per quanto ottenibile dalla sottoscritta.. Questo cane credo “sentisse” grande riconoscenza in Lei che riconobbe come affetto assoluto. Poi mia sorella si sposo’ e il cane rimase in famiglia. Qui cominciano i miei ricordi piu’ belli.. Pomeriggi interi dedicati al “mio” cane che balzava nel bagagliaio della mia auto (eh si’.. nel frattempo avevo preso la patente e chiesi un unico regalo.. Una Panda 30 usata x andare in giro scorazzando il mio bel cagnone) e via verso i monti liberi e felici di correre e tuffarsi nel fiume (lui.. Io sn molto freddolosa e non so neanche nuotare.. Ma lui un giorno trovando un fiume si e’ letteralmente catapultato dentro lasciandomi atterrita per i primi istanti per poi tornare fiero a chiamarmi). Abbiamo vissuto di tutto e di piu’.. Dalla carica alla mandria (appena in tempo di richiamarlo in corsa, chiudere il portellone dell’auto e fuggire), allo sfinimento da corse (altro iperspavento.. Si e’ buttato a terra senza avvisaglie per poi rialzarsi come se niente fosse dopo qualche minuto con me che lo credevo morto in lacrime), alla messa in fuga della volpe (secondo me con incontro un po’ troppo ravvicinato) , al “ribaltamento” con bocca puntata sulla gola del frizzante giovane segugio del vicino che incautamente ha rotto le scatole un po’ troppo..). Non e’ mai fuggito, non ha mai morsicato nessuno, non ha mai dato segni di stress.. Non e’ mai stato trattato con medicinali neppure quando mio papa’ (che nella sua vita ne ha viste davvero tante, ha sempre avuto cani ed era molto molto saggio) ridusse al pianto me e mia sorella dicendo “ragazze questo cane purtroppo non si puo’ tenere.. Va gestito diversamente/voi non ce la fate/cosi’ non e’ il suo bene/ci dara’ dei problemi.. bla bla bla. Poi evidentemente si inteneri’ perche’ nonostante la sua attivita’ lo portasse a lunghe assenze passava le sue nottate a “gestire” quella caratterialita’ del cane che lo rendeva inadatto alla vita sociale. Le cacche le abbiamo sempre raccolte anche noi, e non solo nei centri abitati ma anche venivano “spostate” dai sentieri boschivi. Neppure all’epoca si scandalizzava nessuno se il mio cane aveva due guinzagli.. Uno “normale” per le uscite con me e mia sorella, uno a “strangolo” per le uscite con mia mamma (che oltretutto “bastava” a non mettersi in posa trainante. Neppure sembrava cosa brutta ne a lui ne a noi andare in mezzo alla gente con la museruola, visto che spesso nonostante tutti gli accorgimenti la sua indiscutibile bellezza gli “costava” carezze a tradimento cui spesso rispondeva col ringhio! In casa mia sempre per via di mio padre e della sua attivita’ anche di amministratore pubblico sono entrate centinaia di persone, le piu’ disparate, e dopo una breve conoscenza “guidata” il mio Allo’ (questo il suo nome in onore di un colle francese sul quale i miei genitori dissero finalmente “SI” al cane… Ok al rientro dalla vacanza lo cerchiamo..) si accucciava tranquillo sino a fine visita. Allo’ ha mangiato per tutta la vita riso bollito e lavato e carne scottata, qualche tozzo di pane secco sul quale farsi i denti, qualche mela.. Spesso di montagna, bella acerba.. Non ha mai avuto problemi di salute ne gastrici ne tantomeno di tartaro .. Solo una spiga traditrice tolta in piena notte da un occhietto diventato improvvisamente bianco da un veterinario che si occupava perlopiu’ di.. Cavalli! Ma che unico ha risposto immediatamente al’accorato allarme di una ragazzina, senza sottovalutazioni, capendone l’urgenza..ricevendoci subito nel suo ambulatorio ed estraendola appena in tempo e senza danni. Il vet sosteneva che l’eta’ dimostrata dal cane era della meta’ dei suoi anni..ma li’ ovviamente e’ fortuna! Ho lasciato per ultimo di dire di che razza fosse.. Ecco qui.. Un belga.. A pelo lungo. Anche se tutti lo scambiavano per un tedesco “un po’ minutino..” Pure un bell’alpha come si riconobbe all’epoca. Ho scoperto “in corsa” recuperando tutti i libri “sul Cane” che ho visto girare in casa e poi in seguito leggendo qui nei racconti dei lettori, tutte le caratteristiche di quel grande cane che fu il mio Allo’. Secondo me , ma ora non potrei piu’ appurarlo, mio padre scelse quel cane per amore e fu una scelta forse inizialmente un po’ appannata dall’entusiasmo, e poi un po’ tormentata dalla diretta esperienza.. Ma basto’ equilibrio e dedizione per fare di quel cane il cane indimenticabile che e’. Poi il nulla per sei lunghi anni fino a che non decisi che mio figlio (di 5 anni) non poteva essere privato di un rapporto cosi’ esclusivo.. Battaglia in famiglia e “vittoria” .. “Purche’ si prendesse un microcane..” (Qui inteso come cane di piccolissima taglia ma di corretta provenienza!). Ok! Purche’ cane.. Arrivo’ Wendy, l’inseparabile e bellissima yorky divenuta presto “di mio figlio” (mi vanto un po’ ma era bella davvero, da concorso anche se ci siamo solo affacciati un attimo in quel mondo, vinto qualcosa e scelto di non gareggiare piu’ :-)), mancata da poco, all’eta’ di 14 anni. Ma anche Wendy merita un intero capitolo! Ora? Ora mi e’ “rimasto” il giovane Asso.. Un pinscher che mi fa girare la testa da quanto vivace e iperattivo.. Eppure me la sono sempre cavata.. Sara’ colpa del tempo? Dei “troppi” stimoli alla conoscenza e agli approfondimenti? Mah.. Lui non ha ancora un anno e io un bel po’ di piu’ e tanti guai trascorsi.. Ora lo porto anche a un campo perche’ quel che facevo prima da sola non lo posso piu’ fare.. Ma hai ragione tu.. Anche in uno scenario completamente cambiato.. Ma quanto vale la pena di correre dietro ai nostri cagnetti!!!!! Non ti conosco, non sono molto “fisica” nelle mie manifestazioni.. Ma “sento” di abbracciarti lo stesso!! Ciao a tutti i lettori. Laura, Una fedelissima lettrice ad oggi silenziosa

  7. In effetti hai fatto un quadro esatto della situazione. Sto per compiere 59 anni e sono nato in mezzo ai cani (da caccia e da guardia), Uno dei Pointer del nonno mi morse il viso perché, coglione senza alcuna conoscenza etologica (lol), tentai con scarso successo di rubargli, per gioco, la sua ciotola. Nessuno, e tanto meno io, ne fece un dramma, anzi, credo di aver preso pure un bel schiaffone (molto coercitivo). Passavo regolarmente tre mesi in campagna dai nonni materni (mi portavano anche al mare, ma a me, da bambino, faceva proprio schifo. Imparai solo dopo, già ragazzo, che a Rimini non esiste solo acqua salata e sporca, ma soprattutto una gran bella vita notturna 😉 ), Passavo le mie giornate in compagnia del ferocissimo Dobro, quello che allora era chiamato Pastore maremmano (e non maremmano-abruzzese). Scorazzavamo insieme per le campagne circostanti e nessuno osava importunarci. Bella vita, con cibi genuini e saporiti. Anche Dobro si mangiava il suo bel pappone e morì ad oltre 13 anni senza aver accusato mai alcuna patologia. Io però vivevo in città, anche se la zona era la “periferia bene” di Bologna e spazi, allora, sia per noi scapestrati, che per i nostri cani, forse più scapestrati di noi, c’erano eccome. Densità demografica canina? Un sogno. Vedevi un cane ogni tanto e i loro “padroni” erano, vecchia scuola, tutti “pratici” di cani, cagnini e… cagnacci. Ma tutti d’amore d’accordo. Per ragioni di lavoro prima, di segregazione (lol) matrimoniale, dopo, anch’io dovetti subire un periodo durato una decina d’anni senza avere pulci in casa. Finalmente, mia moglie, nella sfiga di trovarci un estraneo di fianco al letto, mentre dormivamo, finalmente mi chiese se non sarebbe stato meglio “proteggere” la casa con un buon antifurto. ANTIFURTO??? Fantastico… ci vuole un cane (ma anche un antifurto convenzionale). E finalmente arrivò una bella cucciola di 3 mesi, la Luger, un Pastore tedesco linee di sangue da lavoro che si faceva dare veramente del Lei. Parliamo degli anni ’90. Si viveva ancora bene, cinofilmente parlando. Qualche piccolo screzio era inevitabile ma, tutto sommato, andava alla grande. Adesso???? Un casino… TUTTI hanno un cane, preferibilmente di razze le più sconosciute possibili e che non riescono a gestire nemmeno se aiutati da Cesar Millan (loooool). Ergo, io che possiedo sempre PT da lavoro che non sono propriamente degli agnellini, sono additato come il delinquente della zona. E vabbé… ma se quei caxxi di cani li tenessero al guinzaglio in modo da evitare collisioni con i miei ragazzi (in città rigorosamente tenuti al guinzaglio), non avremmo (mi ci metto pure io, perché quando c’é da dare una mano ai “ragazzi” non mi tiro indietro) praticamente massacrato la quasi totalità dei cagnetti che scorazzano liberi di rompere, mentre i loro “padroni” se ne stanno a wazzappare, smssare, o spettegolare “dell’amica del cuore”. I suoi cani, mi dicono, non sono stati ben socializzati, dovrebbe portarli da un comportamentalista, e metta la museruola a quegli assassini, che é obbligatoria per legge. La colpa: di Internet. Leggono quattro cazzate, una bella tozza in testa quando il tuo amico fa il coglione é maltrattamento animale, usano la pettorina (e vai di sci sulla pista nera) e mi guardano schifati perché uso il solito, classico, unico ammesso in gara, collare di metallo (non usato a strozzo…). Insomma, la situazione sta diventando insostenibile e sta fiorendo tutto un substrato di pseudoaddestratori (frequento una zona semiparco sulla riva del fiume Reno e siamo arrivati quasi al volantinaggio) che si approfittano della situazione per rubare soldi ai loro poveri clienti. Alcune volte c’hanno provato pure con me… “Grazie, ma guardi che sono ormai una ventina d’anni che faccio SchH/IPO..” … “Ah, scusi, ma mi permetta; cosa sarebbe questa IPO?” Si andava davvero meglio quando si stava peggio.. (peggio?????? non credo!!!)

    • Carissimo Roberto, condivido tutto.
      Io compirò tra breve 65 anni, Ho sempre frequentato cani “tosti” e una volta lo erano davvero. Mi ricordo gli Akita Inu degli anni sessanta, color pepe-sale, tigrati…macchine da guardia eccezionali, come i veri “abruzzesi”, col pelo che buttava sul giallastro.
      Ora tutto un gran parlare…il clicker, i bocconcini a iosa, il socializzare ( magari troppo per soggetti da guardia).
      Ma dopo tutta questa isteria da iper uso di social manca una sola cosa… il cane valido, quello di una volta, idoneo e valido per il suo utilizzo…io vedo grigio.
      Saluti.
      Corrado/Venezia

  8. Che articolo! Mi sono commossa.. e io invece che negli anni 90 ero una bambina.. ricordo ancora che andavi in centro città e insieme ai passanti c’erano i cani liberi, si passeggiava insieme e sapevano pure attraversare la strada! Nessun cane che abbia mai morso qualcuno, nessun pazzo isterico che gridava a denuncia (se non minaccia) un padrone perché il suo cane respira troppo vicino ! Avrei voluto essere più grande .. viverli davvero.. da bimba innocente mi gustavo tutte le coccole fatte a me e alla mia compagna di giochi boxerosi da tutti i cani che incontravamo per la città ..

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