
di FABIANA BUONCUORE – Sarò io che son polemica, eh. Un cane è un cane, dopotutto.
Però, che cavolo: certe campagne mi fanno domandare se i grafici responsabili del manifesto ci mettano la testa, quando lo imbastiscono.
Apro una rivista, la sfoglio, e cosa trovo? La pubblicità di un antiparassitario e repellente spot-on. Ok, tutto normal… ah, no: c’è un golden retriver che fa da testimonial. Un golden retriever un po’ strano: ha un occhio nero. Vado a vedermi lo spot del 2013 e quello quello del 2015: e insistono, eh. Golden retriver con la macchia nera sull’occhio, addirittura una mamma con la cucciolata, tutti con lo stesso identico segno.
Io mi chiedo solo: ma perché???
A parte il fatto che è molto, molto difficile incontrare macchie nere vere e proprie su un soggetto fulvo, a meno di non incappare nel fenomeno genetico del mosaicismo: gli unici mantelli “diffusi” sui quali convivono sia i geni responsabili della colorazione fulva che quelli relativi al colore nero sono i tigrati o i fulvi con maschera sul muso o carbonature; ma comunque, se l’intento era quello di rendere “meticcioso” il golden retriever per essere più politically correct, perché non usare direttamente un meticcio in carne ed ossa? Certo, il bel cagnone strafigo con un movimento elegante e l’aspetto regale faceva comodo…Ma allora, per pietà, lasciatelo così come mamma lo ha fatto, quel povero cane. Perché a tentare di tirar su in un colpo solo capra e cavoli si finisce solo per fare pasticci, e difatti l’effetto ottenuto è quello di un cane spaventosamente innaturale. Anche se pare che ci sia già chi ha telefonato a qualche allevatore di golden chiedendo un cucciolo con la macchia sull’occhio.
Andiamo avanti, sfogliamo altre pagine. Dopotutto, è stato solo uno scivolone di un prodotto farmaceutico, loro fanno antipulci in un laboratorio e poi delegano ad apposite agenzie la pubblicità, e queste mica ci stanno tutti i giorni in mezzo ai cani.
Non come i ragazzi dell’ENPA, rigorosamente avversi agli allevatori ed ai cani di razza, perché una vita non si vende e non si compra, perché il mondo è pieno di meticci che attendono solo di trovare una casa e tanto amore.
E che vedo, sui loro manifesti? Un chihuahua (di fronte a un piatto di spaghetti grande quanto lui… mah.) Comunque, è una targhetta di una delegazione locale; lì possono anche permettersi queste discutibili licenze. A livello nazionale, invece, si son fatti furbi: epagneul nano continentale papillon, jack russell terrier a pelo ruvido, yorkshire terrier cucciolo: sono soggetti di razza, e pure dei BEI soggetti di razza. Ma quanto sembrano meticciosi, eh? E allora mettiamoli sulle locandine. Perché i cani che tanto reclamizziamo dopotutto li troviamo brutti noi stessi, e riteniamo che non siano degni di essere piazzati sui manifesti. Meglio dei cani fighetti, puliti e ordinati, che ben pochi riconoscerebbero però come cani di razza. Chi se ne importa se poi la realtà dei canili è ben diversa.
Cari amici dell’ENPA, qualcosa qui stona, e di brutto: va a finire che siete proprio voi quelli che fanno differenze tra meticci e cani di razza.