sabato 16 Marzo 2024

“Ma i canili sono pieni di cani di razza!”

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Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore è la sciurallevatrice per eccellenza. Nasce a Carmagnola da suo padre e sua madre (ma più da sua madre) il 17/09/1987, da allora il 17 settembre è anche noto come "San Morbidino". Appassionata di tutte le razze canine e indicativamente di tutti gli animali esistenti sul pianeta, ha una particolare predilezione per il rottweiler, che ha le sue stesse esigenze primarie: mangiare, dormire, muovere poco le chiappe. Collabora ormai da alcuni anni con "Ti presento il cane" con le sue storie di vita vissuta tra allevamento e morbidinosità.

di FABIANA BUONCUORE – Alzi la mano chi non ha sentito questa frase almeno una volta, probabilmente mentre tentava di spiegare all’amico fautore del “una vita non si compra” il motivo per cui ha scelto di acquistare un cane di razza anziché adottare in canile.
Personalmente rientro in una delle categorie più attaccate da amici, parenti o passanti animalisti: non ho IL cane di razza, bensì –orrore! – I cani di razza (i rottweiler principalmente, ma anche la staffordshire bull terrier e la border collie, anche se prima di essi ho sempre avuto meticci e ne possiedo uno tuttora, ma questa è un’altra storia). Non finisce qui. Li allevo anche! Sono una persona orribile che lucra sulla pelle degli animali!
Per questo motivo, se inizio a parlare con qualcuno della mia passione, finisce sempre allo stesso modo (come capita a praticamente tutti i possessori di cani di razza): “ma perché non hai adottato? Ma lo sai che per ogni cucciolo comprato muoiono cento cani in canile? E lo sai che mentre tu metti al mondo altri cuccioli i canili straripano?”, ed infine, la perla delle perle: “Che poi, se proprio ti piace il cane di razza, non serve mica comprarlo: il canile è PIENO di cani di razza!
Partiamo da un presupposto semplice semplice:

il cane di razza è solo e soltanto un cane provvisto di pedigree.

Punto.
Senza se e senza ma. Non importa quanto esso sia simile ad un cane di razza, non importa se lo stesso cane, messo di fronte a un giudice ENCI, lo ingannerebbe alla perfezione e prenderebbe magari anche un bell’Eccellente. Lo abbiamo spiegato infinite volte e non sto a dilungarmi, visto che potete trovare tutte le informazioni qui, ma fatto sta che nel genotipo (il suo “patrimonio genetico”) di un cane meticcio ci può essere veramente di tutto, anche se il suo fenotipo (il suo aspetto e le sue caratteristiche visibili) lo fa somigliare in tutto e per tutto ad un cane di razza. In parole povere, se incrociamo un cane di san bernardo ed un terranova e, anziché delle vie di mezzo, nascono cinque cuccioli neri e cinque pezzati bianco-rossi, non è che i primi siano terranova ed i secondi san bernardo: sono tutti indifferentemente meticci, perché ciò che conta è ciò che si portano nel DNA, e non l’aspetto esteriore (come invece sembra credere la stragrande maggioranza degli animalisti, convinti che chi sceglie un cane di razza lo faccia per motivi estetici; guarda caso io allevo una razza dal mantello nero focato e gli altri due cani che ho in casa sono neri, mentre i miei mantelli preferiti sono quelli bianchi o chiari).

Detto questo, è davvero molto, MOLTO difficile che in canile ci finisca un cane munito di pedigree: il pedigree viene rilasciato solo a cani intestati all’allevatore o al nuovo proprietario e quindi muniti di microchip, per cui l’unico modo di abbandonare uno di questi cani è strapparglielo via; ci sono delinquenti che fanno anche questo, ma, generalmente, chi vuole sbarazzarsi di un cane di razza lo regala, e trova molto presto un interessato: proprio perché il cane con pedigree, ma ottenuto gratuitamente, fa gola a tantissimi, perché sano e bello.

Cosa sono, quindi, i “cani di razza” del canile? Nient’altro che incroci; cani figli, nipoti o pronipoti di soggetti che, con molta probabilità, di razza lo erano davvero, ma poi si sono riprodotti senza alcuna selezione o professionalità, producendo discendenti più o meno simili alla razza di appartenenza, nell’aspetto e nel carattere. Dico “più o meno” proprio perché il carattere è la prima cosa a venir meno se non c’è alle spalle un’accurata selezione; anche l’aspetto, molto spesso, si discosta paurosamente da quello che dovrebbe avere un soggetto della razza che viene dichiarata da chi vi propone l’adozione. Parlerò di rottweiler perché di questi ne capisco un poco di più, e perché sono anche piuttosto “diffusi” nei canili: ho visto anche alcuni soggetti piuttosto bellini, ma la maggior parte di essi erano proprio dei “brutti” rottweiler (zootecnicamente parlando, ovviamente: i cani sono tutti belli!), poiché semplicemente… erano cani grossi, nero focati e ad orecchie pendenti (spesso, purtroppo, ancora con la coda tagliata… mentre un allevatore serio le code le lascia integre!) e venivano inquadrati come “rottweiler” ugualmente.

Sulla stessa barca pastori tedeschi, setter inglesi e via dicendo: inutile ricordare che questi cani NON hanno alle spalle alcun lavoro di selezione sanitaria: niente controlli per le displasie, le cardiopatie o le oculopatie.

Ebbene, cosa c’è di male a fare una buona azione ed adottare ugualmente uno di questi sfortunati cagnolotti? Niente, anzi, mettersi in casa un cane che ne ha già viste di tutti i colori (e magari ha pure qualche doloretto dovuto a una displasia) sicuramente è un’azione lodevole e meravigliosa. A patto, però, che abbiamo ben in mente a cosa andiamo incontro: stiamo adottando un meticcio, per quanto l’aspetto possa ingannare, ed in quanto tale avrà i suoi innumerevoli pregi e potrà presentare qualche difettuccio, come un problemino di salute, un carattere un po’ “tutto suo” che magari ha ben poco a che spartire con quello tipico della presunta razza di appartenenza, oppure un aspetto esteriore che magari non sarà esattamente come la foto che abbiamo visto sul libro relativo alla razza che ci piace.
Se però vogliamo un cane sano, equilibrato e con le caratteristiche psicofisiche tipiche di una particolare razza che abbiamo nel cuore, non ci sono scorciatoie: né il canile, né il cagnaro. L’unica è rivolgersi ad un allevatore serio e pagare il suo lavoro (e NON il cane in sé, come tutti pensano), proprio come paghiamo un falegname o un parrucchiere quando vogliamo ottenere una prestazione a regola d’arte.

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75 Commenti

  1. Mi ha fatto sorridere quello che dici sul fatto che i cani con pedigree sarebbero “sani”, molti di questi animali sono soggetti a patologie dovute al fatto che chi ha selezionato certi tratti guardava più all’estetica che alla salute dell’animale.

    Il pastore tedesco è ha rischio di problemi all’anca, la cosa non è casuale visto che per creare la razza si sono selezionati cani molto più grossi e pesanti e con il posteriore più basso rispetto al passato, questo è la causa dell’alta incidenza di questo problema nei pastori tedeschi.
    Il muso troppo schiacciato del pechinese crea problemi di respirazione nell’animale.
    nel caso del rhodesian ridgeback si è selezionato il tratto della cresta sul dorso senza tenere conto che la presenza della cresta è collegata al seno dermoide malattia dolorosa che spesso porta il veterinario ad abbattere l’animale. I cani che non hanno la cresta non manifestano questa malattia.
    Il carlino ha problemi respiratori per le narici troppo piccole.

    Ci sono centinaia di esempi così che mi fanno pensare a quanto sia poco etico l’allevamento di razze precise di animali. sarebbero diverso se si selezionassero degli standard che mettessero al primo posto il benessere dell’animale e non l’estetica in modo da ridurre queste tendenze e mutare le caratteristiche che danneggiano la salute dell’animale. Eresia?

    Quindi io diffido degli allevatori che si riempiono la bocca di belle parole e sventolano il pedigree come se fosse uno standard di qualità quando a mio avviso lo standard può andare a discapito dell’animale costretto a convivere con problematiche che non avrebbe avuto se si fossero decisi parametri di bellezza diversi.

    In questo senso preferisco un cane simil o un meticcio.

    Poi tu fai questi discorsi perché hai un interesse a dirle visto che allevi cani. Ma alla fine un cane di un “cagnaro” di una razza qualsiasi ma senza pedigree può essere più in salute di un cane che rispetta gli standard, questo perché i “difetti” di un cane di razza senza pedigree a volte sono funzionali alla vita.

  2. Sarà, ma a me me tutti questi discorsi che vorrebbero i canidirazzaconpedigreepuntoebasta da una parte e tutto il resto dall’altra puzzano di nazismo latente. Mi infastidisce il concetto stesso di selezione. So che vado contro la tradizione millenaria, la cultura cinofila etc. ma mi sembra assurdo che per i cani facciamo dei discorsi che non ci permetteremmo mai di fare se stessimo parlando di esseri umani. E questo vale anche per i fautori del meticciato totale. Prendere posizioni in materia, qualsiasi posizione, è semplicemente aberrante.

  3. Bhe, negare a priori e in termini assoluti che nei canili possano esservi cani di razza pura e dire che “dall’allevatore non avrai cani con malattie o displasie” , chiedo scusa , ma denota ignoranza della situazione nel mondo reale!
    Mio padre si è ritrovato nel giro di 6 mesi con ben 2 bracche italiane perchè la prima che ha preso, spacciata per supersanissima, alla prima visita dal veterinario è risultata avere la displasia!!
    il caro allevatore gli ha risposto “tientela non so che farmene, non la rivoglio indietro, te ne do un’altra” ..se mio papà fosse stato come lui ecco che in canile sarebbe finito l’ennesimo cane di razza, che voi avreste definito “simil”, con problematiche sì, ma non certo per mancanza di cosiddetta ottima genealogia!!
    Ce n’è di gente che prende un cane perchè “che bello, che fiero, che tenerone, ecc ecc ” e poi “è troppo grande/vivace/mi ha stufato/è un costo ” e quindi…ciao ciao!

  4. Trovo questo articolo così interessante e sono talmente d’accordo che penso che sia un vero peccato avervi dato 5 € di donazione prima di averlo letto.

  5. Sto per prendere un Pastore Tedesco da allevamento.
    Me l’hanno definito: “Cane griffato” perchè non viene dal canile! XD

  6. Da noi di cani di razza in canile ce ne sono abbastanza. Di solito sono vecchietti, che avevano padroni anziani che non ci sono più o non possono più prendersi cura di loro. Credo che per i vecchietti nona bituati stare in canile sia ancora più dura.

  7. Premetto : ammiro e mi piacciono molto i cani di razza, proprio perché ogni razza ha il suo carattere e le sue doti. Però se ragionassimo tutti in questo modo i meticci nei canili non avrebbero alcuna possibilità di una vita in famiglia. E allora che facciamo? Li sopprimiamo tutti così risolviamo il problema? Io ho due meticce, e si, perché negarlo..Una di loro mi ha fatto dannare un po’ per il suo caratterino (ora è migliorata tantissimo) ma esistono anche loro, i meticci, e non si può far finta di niente perché vogliamo avere il cane perfetto.. con questo non escludo che magari un giorno andrò anche io in allevamento a comprarne uno, ma non posso ignorare appunto il fatto che i canili sono pieni.

    • Ma infatti nessuno ignora che i canili siano pieni e nessuno invita a “non adottare”: il problema è che si cercano di incentivare le adozioni in modo errato, “spacciando” per cani di razza qualsiasi cosa che “somigli a…” (perché per quanto tanti si indignino sul “cane di razza solo come status symbol”, è abbastanza innegabile che i cani che sembrano di razza e/o vengono presentati come tali abbiano molti più aspiranti adottanti…) oppure appunto con i soliti “non comprare adotta” o spacciando tutti gli allevamenti come biechi luoghi di maltrattamento dove si lucra sulla pelle dei cani.
      Invece bisognerebbe fare un’informazione corretta, promuovere i meticci per quello che sono e far presente per quali motivi (e per quali persone) possano essere un’ottima scelta. Perchè anche il cane di canile non è che “vada bene per tutti”, soprattutto contando che in canile puoi trovare tantissime tipologie diverse.
      Ma anche questo…andrebbe spiegato e insegnato, perché non è possibile che ci sia ancora chi si stupisce dell’esistenza dei controlli pre e post-affido poiché pensa che il canile funzioni che entri, scegli il cane ed esci col cucciolo in braccio…
      Come dici anche tu, una delle tue meticce ti ha fatto tribolare un po’ con il carattere: tu magari ci hai lavorato, c’è chi può farlo da solo e chi invece deve affiancarsi a un professionista, ma se lo stesso cane finisce in mano all’anziano che vive da solo e riesce giusto a raggiungere il parchetto vicino a casa magari non va bene.

      E bada bene che cane di razza mica vuol dire “cane perfetto”, perché anche per ogni razza ci sono proprietari adatti e meno adatti. Solo che invece che spiegare COME scegliere il cane giusto per se (e quindi anche se sia meglio scegliere in canile o in allevamento) le campagne per le adozioni spesso continuano a essere fatte a botte di slogan e luoghi comuni, non solo per quanto riguarda magari la piccola pagina Facebook del rifugio di Vattelapesca, ma anche quando entrano in gioco i grossi nomi come LAV & c. Anzi, spesso si sforza di fare un’informazione un minimo più corretta proprio il rifiuto di Vattelapesca…

      • La cultura cinofila sta comunque crescendo nei canili che conosco quasi mai ho letto pura razza ma derivato x o y, adatto a chi piace quella tipologia di cane. Sono favorevole alle adozioni quanto ai cani di razza, quello criticabile per me è quella strana via di mezzo, ossia la scelta di comprare low cost dal primo che capita il simil/quasi razza (è capitato anche a me, sono stato fortunato ma non lo rifarei).

  8. io non capisco…scrivere cose come: ‘ MOLTO difficile che in canile ci finisca un cane munito di pedigree: il pedigree viene rilasciato solo a cani intestati all’allevatore o al nuovo proprietario e quindi muniti di microchip, per cui l’unico modo di abbandonare uno di questi cani è strapparglielo via’ mi sembra veramente una boutade. Riporto per opportuna conoscenza:
    Nella sentenza n. 12852/2013 si legge che la situazione di abbandono non può ravvisarsi nel solo comportamento del proprietario che affidi il suo cane ad una struttura o allevamento privato, il quale, sulla base di uno specifico contratto oneroso assuma verso il proprietario l’obbligazione di custodire e curare l’animale e di evitare i pericoli per la sua incolumità, provvedendo, anche in caso di bisogno, alle necessarie prestazioni sanitarie e ai mezzi terapeutici. E ancora: Chiunque sia impossibilitato a gestire il proprio animale domestico, invece che compiere gesti di estrema inciviltà come l’abbandono, può effettuare una rinuncia di proprietà: per effettuare tale rinuncia occorre presentare domanda in carta semplice all’Ufficio competente del comune nel quale si ha la residenza specificando le motivazioni che hanno indotto alla richiesta, secondo quanto previsto dalla Legge 27/2000, Delibera G.C. n. 415 del 08/06/2004.

    Le motivazioni poste alla base di tale gesto possono essere le più differenti: da gravi problemi di salute certificati, all’anziano non più autosufficiente che no ha parenti che possano occuparsi dell’animale, fino al sequestro o confisca in seguito a procedimento penale. Anche le famiglie indigenti con uno sfratto esecutivo possono effettuare tale rinuncia. Per effettuare la rinuncia della proprietà occorre presentare i seguenti documenti: certificato di proprietà/iscrizione all’anagrafe, libretto sanitario, foto del cane. Quindi, il cane microchippato, al pari degli altri cani che non lo sono, PUO’ finire in caniel o in rifugio o in una pensione ‘a vita’. Personalmente ho conosciuto tre diverse situazioni (un boxer, un akita inu e una doberman) presi in allevamento con tanto di pedigree e spediti: il boxer in un rescue boxer perchè troppo ‘esuberante (ma vaaaa? un boxer esuberante???) , la doberman rispedita al mittente ‘allevatore’ dopo due anni di convivenza per problemi ‘logistici ‘(scusa schifosa), e l’akita inu perchè i padroni erano troppo vecchi (e te ne accorgi dopo due anii e mezzo che sei vecchio e non ce la fai a tenerlo dopo averne già avuto un altrooooo in precedenza??????? ma quante ne vuoi di queste storie??? inoltre l’altra illuminata frase: dove dici che i ‘cagnolotti avranno sicuramente qulache doloretto per la displasia ….CIOE’… ma vogliamo parlare dei PROBLEMI DI SALUTE DELLE VARIE RAZZE??? displasia (pastore tedesco, rottweiller ecc, CANCRO (boxer portatissimi), DERMATITE E PROBLEMI RESPIRATORI (buldog..), PROBLEMI COLONNA bassotti, LUSSAZIONE ROTULA shitzu, CATARATTA husky, mielopatia degenrativa , pastoretedesco, lupo cecoslovacco, siberian husky ecc ecc…. pure qui… am quante ne vuoi di malattie delle RAZZE? io ho 7 cani , ne avevo otto e l’unico di razza che avevo (un boxer) è morto di tumore alla testa…. ciao

    • Io mi sono riletta l’articolo più volte per essere sicura di non aver capito male…

      Io leggo un:”…e magari ha pure qualche doloretto dovuto a una displasia”: non sicuramente, ma magari, ovvero: potrebbe essere che ne siano affetti e il rischio, senza selezione alle spalle, è maggiore….

      Io intendo questa affermazione in riferimento alla convinzione, per alcuni, che i cani simil-razza che si trovano in canile siano di razza (E allevati con passione e professionalità, quindi da parte di un allevatore serio – l’affisso non dà garanzie assolute, purtroppo), quindi selezionati dal punto di vista della salute, per controbattere a chi afferma che il cane di razza lo trovi in canile e che non serve comprarlo per averne uno con determinate caratteristiche. Oltre alla salute abbiamo anche il carattere…e non me la sento di fare una colpa a chi, conoscendo i propri limiti, opta per una marea di certezze in più scegliendo un allevamento serio.

      Un cane di razza ben selezionato è difficile abbia malattie genetiche (latenti o emerse): alcuni purtroppo sì e, come si legge in altri commenti, sarebbe etico escluderli dalla riproduzione. Succede spesso solo se chi alleva è uno scriteriato che non testa i riproduttori…allora si dovrebbe scappare a gambe levate da quelle linee di sangue….e cercare altrove, sperando che il calo della domanda porti ad estinguere anche l’offerta, come conseguenza…
      Se non si seleziona allora il rischio di ritrovarsi un cane ammalato è molto più alto…
      io ho un bassotto ben selezionato…fino ad ora nessun problema di salute: prima di comprarlo (eh sì, l’ho comprato…) la mia allevatrice mi disse:”Non posso garantirti che non succeda mai nulla”….ma questo vale per tutti i meticci, anche….però sai, quando le cucciolate precedenti sono uscite in un certo modo….allora forse forse un’attenta selezione ha portato i suoi frutti….per il bassotto, alcune malattie oculari ereditarie non possono essere trasmesse, perchè con test specifici si può, per fortuna, essere certi che un soggetto ne sia esente e non ne sia portatore….
      Comunque l’articolo, se non ho capito male, cercava di spiegare, soprattutto, che solo un lavoro serio alle spalle “crea” cani di razza il più possibile sani e con un carattere equilibrato e di sicuro non incentiva a lasciare in canile i cani simil-razza “solo” perchè non corrispondenti allo Standard (di un reale cane di razza)…
      In alcuni casi comunque alcune problematiche possono emergere comunque: l’ernia, per esempio, nei bassotti, può saltare fuori per ragioni diverse dall’ereditarietà….così come un certo tipo di malattie oculari…ma può capitare al meticcio X, che ne sappiamo?
      Secondo me (non parlo del tuo commento in particolare) si tendono a mescolare due argomenti diversi: le reali conseguenze positive di una selezione accurata sui riproduttori (nella maggior parte dei casi), appellandosi ai disastri causati da chi non dovrebbe allevare nemmeno insetti destinati al consumo, per spostare tutti verso l’adozione…questo per me non è un buon metodo…solo un’adozione consapevole di un cane simil-razza può portare ad un binomio cane-umano vincente…nel caso in cui si optasse per il canile…
      Io credo nei benifici a lungo termine della selezione umana sulle malattie ereditarie effettuata sugli animali….

  9. L’unica cosa su cui non sono d’accordo su questo articolo è secondo me il messaggio che il cane di razza sia automaticamente sano……i genitori saranno stati controllati per le malattie geneticamente trasmissibili,ma questo non garantisce la certezza circa i figli…ne ho esempi di cani iper selezionati e provenienti da allevamenti molto blasonati…hai la garanzia che il genitore sia sano ma ,non tutte le ciambelle riescono col buco…,inoltre esistono tutta una serie di malattie che non hanno trasmissione genetica e che possono affliggere sia i meticci che i cani di razza….il far passare il cane di razza come il cane sano in in assoluto rischia di mandare un messaggio distorto con il rischio che vengano “restituiti”magari cani perché hanno un unghia incarnita…non ho nulla contro chi si prende il cane di razza magari perché ha determinate esigenze mi fa ridere la frase che uno si prende il cane di razza perché “fa figo”, senza contare che considerato quanto ti cost il mantenimento del cane il costo del cane, anche quello con pedigree super blasonato, sia una minima cosa…non vedo quindi come potrebbe essere associato a uno status symbol,la cosa fondamentale credo che sia l,associazione Giusta bipede /quadrupede sia nel caso del cane di razza che del meticcio!

    • Beh questa non possiamo fargliela passare! io di notte sogno il bovaro del bernese, ma posso prendere un cane che ha un’aspettativa di vita di 6 anni a detta del club di razza? gli allevatori non possono nascondere la polvere sotto il tappeto, tanto è colpa dei cagnari, qualcosa non ha funzionato. Adesso con le moderne tecnologie la genetica delle patologie dovrebbe essere + facilmente sotto controllo ed il pedigree un valido aiuto a questo scopo. Cominciamo ad eliminare tutte le linee di sangue con problemi accertati e ripetuti, in Germania e USA lo stanno facendo da tempo, vedremo.

  10. Mah! Io ho letto l’articolo e, dal momento che comunque non ho avuto il tempo per rispondere prima, anche i commenti. Devo dire che l’articolo mi sembra chiaro e lineare; si potra’ condividerne o meno le conclusioni ma non c’e’ molto da capire: i cani di razza non si trovano nei canili e da cio’ che emerge dai commenti che sostengono il contrario, l’icidenza percentuale e di conseguenza il valore statistico dei casi che rappresentano un’eccezione e’ del tutto irrilevante.

    Eppure ci si e’ ritrovati ad attribuire la responsabilita’ dei cani che finiscono in canile agli allevatori che non se li riprendono. Ora, in questo tipo di ragionamento c’e’ onestamente un certo grado di perversione per almeno due ragioni: una di principio e una di realta’.

    Quella di principio e’ che la responsabilita’ delle conseguenze di un’azione va attribuita a chi la compie, perche’ il nesso di causalita’ e’ diretto ogni volta che l’azione e’ intenzionale. Nel caso di qualcuno che porta il proprio cane in canile non c’e’ dubbio che a portarcelo e’ lui e che l’azione e’ intenzionale quindi la responsabilita’ e’ la sua e di nessun altro a meno che non voglia convincere se stesso e gli altri di aver portato il proprio cane in canile “inconsapevolmente”, cioe’ senza saperlo.

    Quella di realta’ e’ che la presunta responsabilita’ degli allevatori avrebbe come fondamento che i cani che finiscono nei canili sono cani di razza il che rappresenta l’esatto contrario di quanto e’ stato preso a premessa per il ragionamento.

    Insomma, delle due una e una sola: o i cani da canile nella quasi totalita’ dei casi non sono di razza e gli allevatori non c’entrano oppure i canili dovrebbero strabordare di schedari pieni di pedigree e non si capisce come facciano gli allevatori di una data razza a campare se loro i cuccioli di quella razza li devono vendere e i canili invece li possono dare in adozione gratis. Io non ho mai sentito un’associazione chiedere fondi per comprare uno schedario dove mettere i pedigree e, per quanto ognuno di noi possa citare il caso del mitico zio che ha preso in canile un esemplare di razza purissima, l’esperienza quotidiana ci insegna che la maggior parte delle persone con cane che si salutano per strada hanno cani che provengono da canini, sono meticci e nella quasi totalita’ dei casi sono cosi’ meticci che non e’ possibile riconoscere alcun tratto distintivo di una qualunque razza se non una vaga e generica somiglianza con tutte e nessuna.

    Allora, l’esperienza comune sembra proprio confermare che quella del cane di razza in canile e’ solo una leggenda metropolitata senza nessun riscontro nella realta’. Cercare di stabilire delle responsabilita’ per una situazione che non ha riscontro nella realta’ dei fatti non la fa diventare reale. Se il 90% dei cani che incontriamo per strada proviene da canili, e di queto 90% ialmeno l’80% ha sperimentato una o piu’ staffette, e il 100% e’ composto da meticci dalle origini irriconoscibili i conti non tornano: se dai canili escono solo meticci cosi’ meticci da assomigliare ormai a tutti e nessuno e non entrano cani di razza, perche’ i canili invece di svuotarsi si riempiono?

    Qualcuno si e’ chiesto giustamente se, spingendo a prendere solo cani di razza le presenze nei canili andrebbero ad esaurirsi. Probabilmente, se le cose funzionassero secondo un modello semplificato sarebbe cosi’: venendo a mancare la domanda, verrebbe di conseguenza a mancare anche l’offferta, ma qui non ci troviamo di fronte a un fenomeno che ha a che fare con le leggi di mercato.

    La semplifico molto e quindi facendola semplice la faccio anche brutale. L’allevatore “produce” cuccioli e la sua attivita’ professionale e’ sostenuta economicamente dalla vendita dei cuccioli prodotti. Nella sua struttura ci saranno persone che partecipano ai cicli attivi di produzione (allevo cuccioli) e persone – magari di famiglia se e’ un’attivita’ a conduzione familiare come e’ per quasi tutti – che svolgeranno servizi non direttamente connessi all’allevamento e queste risorse sono un costo di esercizio ma non di produzione.

    La struttura – leggi canile – che ospita in modo assistenziale cani sostiene i costi di servizio (di esercizio) dell’attivita’ ma non ha costi di produzione perche’ non produce niente. Cosa significa? Banalmente che il canile non produce ne’ beni ne’ servizi rivendibili, ma solo costi piu’ o meno sostenibili che vanno a coprire le spese sostenute per l’attivita’, comprese quelle delle persone che li’ lavorano e del loro lavoro devono pur campare.

    Alla fine per l’allevatore il flusso di beni e servizi parte da lui, mentre per le strutture di accoglienza il flusso transita da loro. Cio’ significa che se per l’allevatore la condizione per poter continuare e’ quella di poter far uscire i proprii cani, per il canile la condizione per poter continuare e’ che i cani continuino ad entrare e per poter continuare ad entrare bisogna che continuino ad uscire.

    Prima che partano le solite schegge impazzite facciamo un riassuntino veloce veloce in altri termini: l’attivita’ dell’allevatore e’ semplice e lineare: alleva cani e cede il prodotto del suo allevamento a terzi per ricavarne il giusto guadagno. L’attivita’ del canile produce un servizio che consiste nella gestione del flusso di cani in ingresso e in uscita dalle strutture che lo erogano. Nessuno campa d’aria e quindi i soldi da qualche parte devono saltare fuori. Se per l’allevatore non escono nuovi cuccioli e se per il canile non entrano cani nuovi nel frigorifero dell’uno e dell’altro crescono le ragnatele.

  11. tutto condivisibile tranne una cosa, la salute! le problematiche genetiche le hanno fatte emergere gli allevatori con l’uso della consanguineità, non ho mai conosciuto meticci con istiocitosi maligna o diplasia dell’anca grave, ho avuto un meticcio morto a 18 anni e ne ho conosciuti alcuni arrivati a 20, ma mai un cane di alta genealogia. Gli allevatori seri fanno test genetici ma alcune razze sono talmente inquinate a monte (effetto del fondatore) che servirà un lavoro immane per “ripulirle”

    • la mia meticcia ha l’epilessia dalla nascita, la cheratite corneale ulcerosa da quando aveva 3 anni che l’ha resa cieca ed ora che ne ha 13 le è venuto un emangiosarcoma splenico…scusa ma il prossimo sarà un cane di razza iperselezionato, e già che ci sono lo farò pure benedire…:-))

    • Beh, direi “ni”.
      E’ sicuramente vero che in molte razze sono stati fatti danni, questo è successo però per una selezione “non seria”, ad esempio le razze che sono state “di moda” hanno visto un sacco di cagnari e allevatori improvvisati fare cucciolate solo perchè attratti dal guadagno facile, quindi zero controlli, zero scelta delle linee di sangue, e conseguente “inquinamento” della genetica della razza e conseguente difficile lavoro per ripulirla.
      In altri casi è successo magari per una carenza di esemplari della razza, ma è una casistica più rara.
      Poi che alcune razze siano state “spinte” in maniera eccessiva, portando anche a problemi di salute, è certamente vero, però sono comunque l’eccezione e non la regola…così come sono un’eccezione i cani che arrivano a 18 o più anni: anche io ho avuto una meticcia arrivata ai 18 anni, ma la quantità di meticci è elevatissima e come ci sono quelli molto longevi ci sono anche quelli che non arrivano all’anno di età.
      Come ho già detto in un altro commento, diciamo che sui meticci c’è più “selezione naturale”, ad esempio se un cane arriva magari a qualche anno di età e finisce in canile e poi viene adottato, ha comunque probabilmente una genetica quantomeno “robusta”. Anche se magari non è finito in canile “lui”, l’iter di “vita selvatica – canile – adozione” può averlo passato qualche suo antenato.
      Magari ha poi delle magagne “non visibili” e compatibili con la vita (vedi appunto la displasia, chissà quanti meticci ci sono con gradi B, C o anche D che però non venendo testati sono “ignoti”) e quindi anche se non “sano al 100%” arriva comunque a essere longevo (e comunque va sempre considerata anche la taglia).

      Con una riproduzione oculata “sai” cosa si portano dietro i soggetti, dall’accoppiamento tra due meticci hai molte meno certezze di cosa può venir fuori a livello di malattie genetiche perché appunto non sai cosa i soggetti possono portare di recessivo. Insomma, è un confronto che è difficile fare perché sulla “razza” ne devi comunque prendere una per il confronto, mentre sui meticci hai migliaia (se non milioni) di esemplari, è quindi statisticamente più probabile che ci sia quello che arriva a 18/20 anni.

    • Lo so, e’ una battuta da cabaret, ma la risposta scontatissima a questa ennesima leggenda metropolitana e’: anche no. La consanguineità non genera malattie di origine genetica ma semmai solo isolamento genetico. Se faccio mente locale a tutti i cani che ho avuto o che hanno avuto i miei parenti, posso tirare fuori dal cilindro una meticcetta di mio nonno che ‘e’ fissuta fino a un’eta’ approssimativa di circa vent’anni ma la stessa meticcetta soffriva di epilessia con dei fenomeni abbastanza gravi e non fa statistica ne’ in un senso ne’ nell’altro tant’e’ vero che la sua numerosa progenie – visto che si trattava di una vera e propria figlia dei fiori – non le e’ sopravvissuta e si e’ estinta abbondantemente prima di lei. Persino le ultime cucciolate, avute in tardissima eta’, le sono sopravvissute di poco.

      Com’e’ evidente dal mio avatar – che poi sono proprio io – fumo il toscano. Anche un mio pro-zio fumava il toscano ed e’ morto a 96 anni solo perche’ e’ caduto dalle scale e si e’ rotto l’osso del collo. A me fa piacere pensare che pur fumando il toscano se abitero’ sempre e solo al piano terreno campero’ almeno quanto il mio pro-zio ma da qui a pensare che fumare il toscano faccia vivere almeno fino cent’anni ne passa. Infatti il mo pro-zio sarebbe caduto dalle scale anche se non avesse mai fumato.

      • @nerofumo, la genetica la conosco e non a caso ho usato le parole “fatto emergere” e non generato, restringendo il pool genico con la consanguineità come giustamente hai detto tu sono uscite fuori (non create dal nulla) tutte le magagne che in eterozigosi sarebbero restate celate o manifestate con minor frequenza. Ti faccio un esempio: jeck noricum, un magnifico auslese p.tedesco di qualche anno fa notoriamente displasico, eppure dovrebbe essere il non plus ultra della selezione, in questo caso è stata istituzionalizzata la displasia nel p.t.! Visto che gli auslese hanno centinaia di discendenti secondo te quante probabilità avranno i nipoti di j.noricum di essere displasici? saranno più a rischio loro o i simil pastori tedeschi dei canili?

        • Per la verita’, piu’ che alla genealogia di cani considerati piu’ o meno importanti e Jeck sicuramente lo e’ stato, ero interessato all’idea che chi legge possa trovare conforto nella sua credenza che i meticci sono piu’ sani, piu’ resistenti, piu’ longevi e persino piu’ intelligenti di tutti gli altri. Ora, e’ sicuramente vero che la consanguineita’ aumenta le probabilita’ che si ripresentino nelle generazioni successive sia quelli che vengono considerati pregi che quelli che vengono considerati difetti, pero’ sembra destino che noi tutti siamo condannati ad essere smentiti dai numeri. Jeck vom Noricum (immagino ti riferisca a lui) compare come trisnonno o trisavolo in moltissimi dei pedigree italiani e credo che in tre generazioni sia la causa di oltre 50.000 cuccioli, ma sembra anche che la sua ZW ci dia torto.

          • Su questo convergiamo, volevo solo dire che con un mazzo ristretto di carte c’è maggior possibilità di estrarre il 2 di coppe ( come anche il re di briscola) e se aggiungiamo la selezione naturale alla quale i meticci sono maggiormente soggetti rispetto ai purebreed, si può affermare che statisticamente con i meticci abbiamo minori probabilità di trovare una tara genetica. Quanto all’auslese forse ho sbagliato esempio, la diplasia ha un’eredità polifattoriale (che non conosco bene) inoltre mi risulta che in selezione siano state usate fattrici che correggevano tali difetti ma qui non vado oltre perchè non so se quella linea di sangue sia stata ripulita o no. P.S. anch’io uso la consanguineità con i canarini ma solo insieme alla selezione naturale, solo la prole +forte e +sana viene usata in riproduzione,e così riesco addirittura a fortificare il ceppo di partenza, ma forse sto andando fuori tema, saluti

          • Domanda: quanta variabilità genetica può esserci in cani che si riproducono a “caso” (inteso come minore incidenza, statisticamente parlando, di gravi malattie ereditarie nei discendenti), qualora ciò avvenisse in un territorio ristretto?

            Ad un certo punto, lasciando fare alla natura, ci si ritroverebbe pieno zeppo di consanguinei per forza….a meno che ogni cane non si sposti di chilometri e chilometri per trovare una cagnolina in calore e non ritorni più indietro…
            Alcuni meticci nati in casa potrebbero riprodursi con dei loro fratelli, con ignari proprietari…

            Secondo me questa ipotetica catena, ad un certo punto, si interrompe, perchè buona parte dei meticci abbandonati nei canili saranno sterilizzati ed eventuali “tare” di cui possono essere “portatori sani” (mi si passi il termine) non emergeranno mai per forza di cose….
            io faccio l’esempio con i gatti (ho sicuramente più esperienza col genere felino che con quello canino…): tutti e tre i miei gatti meticci hanno avuto problemi di salute (anche seri): uno è strippato giovane per una malattie cardiaca ereditaria….forse nelle colonie feline è più facile trovare gatti ammalati (purtroppo anche di Fiv….), ma secondo me siamo lì anche con i cani lasciati a loro stessi…
            p.s. esistono anche allevamenti seri all’estero….conosco qualcuno che è uscito dai confini per trovare l’allevamento “migliore” possibile….una parte dei cani presenti sul nostro territorio forse è maggiormente controllata, dal punto di vista sanitario…
            I cani con pedigree ammalati o portatori di…non dovrebbero essere riprodotti….e qui torniamo al punto 1), ovvero al fatto che la caratteristica della serietà non è per tutti….

          • Bella domanda. Non ci si pensa mai, ma nei meticci proprio per ragioni territoriali la consanguineita’ e’ molto probabilmente elevatissima, molto piu’ di quanto riuscirebbe mai a fare un allevatore totalmente scriteriato. Se faccio mente locale ai meticci della mia zona di provenienza, devo dire che c’erano casi di epilessia come se piovesse, con un’incidenza che avrebbe mandato alle ortiche qualunque statistica. In realta’ quasi tutti erano figli e allo stesso tempo fratelli di qualcun altro.

          • Argomento interessantissimo, assolutamente sì, la consanguineità in spazi ristretti può essere elevatissima, in biologia è un fenomeno studiatissimo nelle isole, però a differenza degli allevamenti subentra la selezione naturale gli animali con patologie ereditarie alla lunga non lasciano discendenti! nelle colonie semi-domestiche la situazione è intermedia, però alla fine la natura fa il suo corso. Nel caso di epilessia che cita Nerofumo, tornando adesso in quella zona, riscontrerebbe ancora il fenomeno? Un aneddoto, un allevatore serissimo di boxer di mia conoscenza aveva acquistato a caro prezzo un meraviglioso stallone di alta genealogia, però quasi tutti i suoi figli manifestavano torsione dello stomaco, ha dovuto eliminarlo (dalla riproduzione, non fisicamente!) quanti allevatori sono così coscienti?

          • Purtroppo la mia zona di provenienza – che e’ storicamente una zona estremamente rurale – ha vissuto un pesante spopolamento sia di umani che di cani. Non e’ che non ci siano piu’ meticci, e’ che non ci sono quasi piu’ cani; sono rimasti alcuni cani meticci e alcuni di razza che pero’ sia in un caso che nell’altro non si aggirano e non si accoppiano piu’ liberamente quindi non abbiamo a disposizione un campione significativo o meglio ancora non abbiamo a disposizione un campione e basta.

            Insomma le generazioni che ho conosciuto si sono estinte non per cause naturali ma perche’ si sono estinte le generazioni di umani che li tenevano con loro. Per i vent’anni per i quali piu’ o meno posso contare sulla mia conoscenza diretta e che suppongo possa essere considerato un medio termine la loro capacita’ di riprodursi e’ stata estremamente piu’ rapida di quanto non lo sia stata madre natura nell’operare la sua selezione. Direi che anche i piu’ sfigati prima che madre natura facesse il suo corso riuscivano comunque a proliferare a piu’ non posso tanto che vedere una cane con una crisi epilettica, oppure praticamente cieco oppure ancora strascicare il posteriore trascinandosi sulle zampe anteriori era considerata cosa comune e accettata con una buona dose di fatalismo.

            Direi di no, l’esperienza empirica – almeno la mia – porterebbe a credere che la selezione naturale non interviene nelle malattie debilitanti se non a lunghissimo termine ed e’ efficace solo nei casi in cui porta a una morte molto precoce, cioe’ prima che il cane sia in grado di riprodursi.

            Forse la selezione naturale poteva avere una qualche influenza dal punto di vista della resistenza fisica in relazione alle condizioni di vita piu’ disagiate ma francamente la territorialita’, dal punto di vista della proliferazione delle patologie mi sembra che fosse un fattore ben piu’ pesante ed influente che non la selezione naturale e infatti, ritornando all’esempio della cagnetta di mio nonno con tutti i limiti del caso, e’ campata circa vent’anni ma era epilettica esattamente come tutti gli altri. La sua longevita’ e’ stata un’eccezione rispetto alla media ma la sua patologia purtroppo era perfettamente nella media, anche se la maggior parte degli altri cani e’ vissuto si e no la meta’ del tempo.

            Per l’aneddoto del boxer non saprei che dire se non che ci sono molti cani blasonati e vincitori di tutto quello che si puo’ vincere che poi si dimostrano dei modesti riproduttori quando generano cucciolate abbastanza scarse se non addirittura una discendenza dove una particolare patologia ha un’incidenza importante. Io ammiro l’allevatore che esclude dalla riproduzione un esemplare sul quale ha investito lavoro speranze e anche soldi, non e’ una scelta facile.

  12. Avete notato che sugli annunci i volontari stessi spacciano per cani di razza meticci o incroci? Magari lo fanno “a fin di bene” per dar via più facilmente il peloso ma così facendo incrementano la convinzione dell’italiano-medio che in canile ci sono realmente cani di razza, che poi a guardarli è palese che non lo sono… in più “appesantiscono” la convinzione con storie di combattimenti, segregazioni a scopo di guardia e “: chissà per quali loschi scopi è stato preso!” quando in realtà è stato “solo” (si fa per dire) abbandonato o maltrattato (che è comunque vomitevole eh)

    • Verissimo, e spesso lo scopo è proprio quello di aumentare le possibilità di adozione (e qui però la realtà “coccia” clamorosamente con le migliaia di cuori puri che “ah no comprare il cane no, che schifo, non si compra una vita, io guardo solo l’ammmore” però poi il “meticcione” non lo cagano di striscio mentre per il “somiglia tanto a un Pincopallen” magari spacciato proprio per Pincopallen si candidano al volo)

      Sul discorso di storie appesantite, al contempo “tranciano” molte possibilità di adozione quando sono eccessivamente categorici (no cacciatori, no sud, no giardino, no appartamento da meno di 102mq, no appartamento con il sole che proviene da sud), per la serie “facciamo di tutta l’erba un fascio” e intanto il cane rischia di passare anni in canile.

      • Eh si, purtroppo c’è anche questo… boh, sarranno seguiti da degli psicologi ogni volta che entrano in dissonanza per “ammmorre dei porelli che stanno i canile”

    • Io li capisco.
      Sono stra-pieni di cani, ci rimettono tempo e soldi, é ovvio che cercano di far adottare il piú possibile.
      Come capisco chi va in canile e cerca un cane “simile a”, rendendosi perfettamente conto che é “simile a”e adottandolo lo stesso, quindi non vedo nessuna ipocrisia in ció.
      Io in canile ho escluso meticci “simili a boxer/pitbull/rottweiler” e ho preso un cane simil border collie.
      Fatemi capire: dove sarebbe la dissonanza se dico che amo i cani?
      Solo perché ho scelto un cane che ha piú possibilitá di adattarsi alle mie esigenze?
      Quindi chi prende un pastore tedesco e schifa un labrador non ama i cani?

  13. ho avuto meticci, e cani di razza. Tre, della stessa razza. Posso guirare su una pila di bibbie, che a parte certe caratteristiche personali di nascita o indotte da esperienze vissute ( Athena, la prima doby, aveva una perfetta indifferenza allo sparo. Poi il simpacitissimo figlioletto del vicino di casa ha fatto esplodere un petardo a due passi dal nostro cancello, dove ovviamente era la cagna. Il CAINNNN l’ho sentito a chilometri. Dopo di che bastava schioccare le dita e Athena filava sotto il letto.Fine del tentativo ZTP. ) le principali caratteristiche caratteriali dei tre animali, pur provenienti da allevamenti diversi, sono fatte in fotocopia. Visto uno visti tutti. ( poi il cane “famolo strano” ci sarà sicuramente, ma tali soggetti sono piuttosto rari ). Quindi secondo me vale la regola del sano buon vecchio quasi estinto buon senso: fare una scelta ( canile o Allevamento A maiuscola non a caso ) con-sa-pe-vo-le. Con giudizio e cognozione di causa ( ah ah ah ).
    E qui casca l’asino ( povero asino! perchè ce l’han tutti con lui, che è molto più furbo di quel che si crede ) con basto, carico e pure proprietario: una nonnina col jack russel? Conosco una ottantenne a cui il nipote ha regalato un MAREMMANO! che non riesce neppure a far salire in macchina ( al giunzaglio? manco a pensarci )…deve farlo qualche persona di buon cuore e gran coraggio. Perchè TinTin ( ahimè, sì, si chiama così) è un animale anche mansueto (come PMA può ) ma essendo pure al limite superiore dello standard , è una bestia di cane di tutto rispetto.
    Volete avere un cane con certe caratteristiche? Andate da un allevatore serio , in giro con pazienza se ne trovano parecchi.
    Volete un cane e basta? Volete addottare? Benissimo. Ma siate consapevoli che anche se quello sempra proprio un PT magari non ha proprio in testa di fare il robbottino, preferendo che sò… la caccia alle lepri.
    Però torniamo al punto : quante persone si prendono la briga di fare scelte consapevoli ,a parte i presenti, che altrimenti non sarebbero qui ?

    • la questione è infatti proprio questa: fare scelte consapevoli. Nella consapevolezza ci deve per forza di cose stare anche la chiarezza di cosa intendiamo per “allevatore serio”. Chi è l’allevatore serio? Cosa mi aspetto di trovare quando vado a visitare un allevatore che ritengo serio? Le coppe, le coccarde e gli stemmi? solo questo? Quali tipi di valutazioni faccio quando vado in un allevamento, guardo la bacheca dei premi o come vengono tenuti i cani? Mi interessa portarmi a casa un cane tipico e sano oppure cerco il figlio di..? tanti si trovano in casa il cane displasico perchè sono stati assolutamente superficiali nella scelta dell’allevamento, un po’ come fare i serramenti nuovi dalla ditta che fa la pubblicità figa e poi l’anno dopo hai già la muffa. Solo che qua si parla di esseri viventi a cui toccherà una vita di disagi -i cani intendo, ovvio-. Temo che tanta gente stia più attenta alle caratteristiche dell’ultimo smartphone….

      • Hai centrato in pieno il punto: per la scelta dello smartphone buona parte delle persone passa ore su internet a confrontare le varie specifiche, scegliere l’offerta migliore, anche i “meno tecnologici” hanno comunque un’idea di quali aspetti valutare per decidere quale telefono prendere.
        C’è chi non cerca online e va magari al negozio di elettronica, ma comunque in buona parte chiederanno almeno “che faccia belle foto” o similari.

        Per il cane invece…no, non sanno assolutamente quali parametri valutare, e non parlo solo di distinguere un allevatore serio, ma non sanno nemmeno “cosa” cercano in un cane, e questo purtroppo ha portato spesso a cani riportati indietro, in molti casi con buona dose di insulti conseguenti: quante volte vediamo su FB appelli indignati con auguri di malesseri e morti a chi ha osato “riportare” il cane adottato? In tanti casi sicuramente colpa dell’adottante, che però magari non per questo si merita la morte (al massimo auguragli un attacco di cagarella :D), ma spesso anche colpa di “abbinamenti” sbagliati anche da parte dei volontari.

        Racconto spesso quando abbiamo adottato Snowwhite (il “Bisbol”) e le volontarie continuavano a ribadire a mia mamma “tranquilla, rimarrà piccola anche da adulta” quando ‘sta cucciola aveva più zampe che resto del cane.
        Ora, se Snow invece che da noi (consci che sarebbe diventata un cane di taglia media) fosse stata adottata da qualcuno che dopo le rassicurazioni della volontaria in questione si aspettava rimanesse piccola, trovandosi poi in realtà con 20kg di cane, di chi sarebbe stata la colpa?

        • idem. La mia prima cagna, orlando, l’ho presa a lecce all’empa; doveva restare piccola ed ha letteralmente lievitato, è diventato un cane di 26 kg. All’epoca abitavo a bologna, ho cambiato tre appartamenti prima di trovare quello che avrebbe accettato il cane “piccolo” senza problemi..

  14. Ciao Fabiana, devo dirti che conosco tanta gente che ha comprato un cane in allevamento ,ovviamente poco serio, per poi ritrovarsi Labrador discendenti di displasici, e tali a loro volta,altri col pelo lungo e riccio(dolcissimi che siano, sono equiparati a meticci o sbaglio?),Cavalier King cardiopatici,cani Corso con gravi oculopatie…etc.In quasi tutti i casi erano stati comprati a prezzi “stracciati”,non sarebbe stato meglio adottare un meticcio?Io non mi sento di avvalorare nessuna nessuna delle due ipotesi( adozione o allevamento) ma cercare scorciatoie con l’allevamento a basso costo mi sembra proprio una fesseria.

    • Mariella, il problema grosso infatti sono proprio queste “soluzioni intermedie”, ovvero chi vuole il cane di razza “perchè fa figo” ma “non sono mica scemo a spendere tutti quei soldi” e così finisce a prendersi il simil-qualcosa a 300 euro alla fiera del cucciolo o al negozio sotto casa.
      OVVIO che in quei casi, se non hai esigenze particolari, sarebbe molto più furbo adottare un meticcio, ma qui c’è dietro tutto un problema culturale che non è risolvibile rapidamente…perchè quando c’è stato il sequestro dei cani di Green Hill (quindi “beagle gratis”) c’era una fila di migliaia di aspiranti adottanti, ma poi in canile ‘ste migliaia di persone non ci vanno?
      Le “scorciatoie” che citi sono assolutamente una fesseria ma sono purtroppo la stragrande maggioranza, non è un caso se il traffico dei cuccioli dell’Est vada avanti da più di 10 anni, perchè c’è sempre “la domanda”, ma in questo senso dovrebbero intervenire gli organi di informazione e fare un po’ di cultura cinofila. Invece in TV al massimo senti “non si compra un amico” e “rottweiler/pitbull/quelcheè impazzisce e morde il bimbo di famigila”, qualche anno fa le Iene erano riuscite a fare un servizio sui cani facendo passare gli allevatori dell’Est come semplici privati che facevano la loro cucciolata ogni tanto…e senza minimamente toccare il discorso delle puppy mills, facendo così un danno enorme a chi da anni cercava di far capire cosa ci fosse realmente dietro ai cuccioli provenienti dall’Est Europa. Questo è il grave: in Italia la maggior parte delle famiglie ha un cane, ma in TV facciamo passare tette e culi, tanto se 7 cani su 10 sono maltenuti o malgestiti amen…

      • Mi ricordo di green hill, una ha tartassato i volontari del canile della mia regione per avere a tutti i costi uno di quelli… purtroppo è stata accontentata… queste sono persone superficiali a cui interessa vantarsi del loro “atto eroico” o della “fama” dei propri cani… come green hill succede per striscia ed edoardo stoppa (animalista per soldi) migliaia di “fans” li contattano per cuccioli trovati… visibili tranquillamente su instagram e facebook

  15. “Se però vogliamo un cane sano, equilibrato e con le caratteristiche psicofisiche tipiche di una particolare razza che abbiamo nel cuore, non ci sono scorciatoie” sono completamente d’accordo con Fabiana quando scrive questo, d’altro canto lei è allevatrice ed è ovvio che sia il suo punto di vista. Ma la domanda che faccio è: sarebbe sufficiente questa posizione per “non riempire più i canili”? Se fosse così, subito..si va ad esaurimento, chi non è interessato ad una particolare attitudine si prende il cane in canile, che cerca quella caratteristica specifica si prende il cane di razza, e poi una volta finito il pregresso, via tutti di razza. Così eliminiamo cagnari, finti allevatori ecc ecc. Ma sappiamo che non è così. E allora forse il problema non sono solo i cagnari, il problema è la persona che si prende un cane solo perchè esteticamente allettante, senza approfondire la conoscenza della razza. E non mi dite per favore, che un cane di razza, se lo lasciamo in borsetta o in cortile da solo tutto il giorno, mantiene comunque un suo equilibrio perchè selezionato. Con il cane ci voglio fare qualcosa di specifico? bene mi informo, approfondisco e scelgo la razza che fa per me; non mi frega niente e voglio un cane senza particolari attitudini, ok vado in canile o mi rivolgo ad un’associazione e mi prendo il cane che mi piace di più, o quello che mi fa più tenerezza o – se scelgo bene l’associazione- quello che è più adatto alla mia realtà. Voglio il cane di razza perchè fa figo? Noi tutti abbiamo la risposta pronta, ma non possiamo raccontarcela: queste persone ci sono, esistono e coninueranno ad esistere. E con loro cagnari, finti allevatori e cani sfigati. Non può venir bistrattato chi desidera il cane di razza e se lo prende dopo averci ragionato per benino. Ma chi va in canile e prende un cane che gli piace, e poi va in giro a dire ho un similbovaro o un quasisetter, che male fa? Non possiamo dire che contribuisce ad alimentare il girone infernale dei cani “di razza ma paghi meno se non ti do il pedigree”, questo non lo possiamo proprio dire, sono altri quelli che lo fanno, quelli che si prendono il cane di razza perchè fa figo

  16. Non sono d’accordo, va bene difendere il lavoro del buon allevatore ma quest’articolo mi sembra denigri troppo il lavoro del buon volontario. In particolare quando affermi “potrà presentare qualche difettuccio, come un problemino di salute, un carattere un po’ “tutto suo”” oppure “Se però vogliamo un cane sano, equilibrato…” perchè esistono migliaia di cani sani ed equilibrati in canile così come ci sono cani di razza “con il pezzo di carta” in regola e magari pure prestigioso che non sono ne sani ne equilibrati…

    • No, Silvia, dai, il discorso di Fabiana è semplice: il cane in canile è più “a sorpresa”, non puoi saperne perfettamente il carattere, probabilmente avrà fatto meno controlli sulla salute, e soprattutto a meno che non si tratti di cani trovati vaganti o presi da cuccioli, spesso i soggetti in canile rientrano tra due possibilità:
      a) sono cani ferali, quindi con una socializzazione parziale o incompleta
      b) sono cani che son stati abbandonati, quindi hanno comunque avuto un trauma (non per niente molti cani di canile soffrono poi di ansia da separazione) e in più il vecchio proprietario potrebbe aver abbandonato il cane proprio perchè aveva qualche problema (non che questo lo giustifichi eh, sia mai!)

      Quindi la percentuale di probabilità che il cane “qualcosa” possa averlo, c’è. Spesso è un “qualcosa” tranquillamente affrontabile, nulla da eccepire, però è anche sbagliato pensare che *chiunque* possa prendere *qualsiasi* cane da *qualsiasi* canile: li sta al buon volontario di cui parli capire chi si trova di fronte e non assegnare magari alla sciuramaria 70enne il cane da 30kg che insegue i gatti 😀
      Perchè fa molto Disney pensare “il cane ti sarà talmente riconoscente di averlo salvato dal canile che non devi far nulla e ti amerà per tutta la vita”, ma la realtà è un pelo diversa

  17. Forse non nei canili, ma nei “rescue” capita di trovare il “cane di razza con pedigree” (a volte a causa di padroni incauti che per moda “comprano” un cane che non possosno gestire, a volte purtroppo perché per qualche disgrazia famigliare il cane in questione non può più essere tenuto). Premesso questo, non ho nulla contro gli allevatori (quelli seri, che siano cani o gatti), ho qualche perplessità sulle ragioni che spingono tante (ma proprio tante) persone ad acquistare “cani di razza con pedigree” con lo spropositato numero di cani meticci (alcuni brutti, alcuni belli, molti bellissimi!!) che sono in cerca dell’amore che si meritano. E non parlatemi di carattere, se un canile (od un rescue) è gestito da persone serie che amano il loro lavoro/volontariato, conoscono il carattere di ogni loro cane e sanno aiutare anche post-adozione. E il carattere di ogni cane è unico, la razza può dare un’idea di cosa potrà diventare, ma le influenze ambientali e relazionali sono, a mio parere, molto più importanti Ho visto troppi cani “con pedigree” essere dimenticati in un buco di cemento 5x5m dopo che l’entusiasmo del “nuovo cane di razza” è passato. E’ un peccato che gli allevatori (forse non tutti), come i canili ed i Rescue di solito fanno, non si curino di come crescono i loro cuccioli una volta ceduti

    • L’ho già raccontato un sacco di volte, ma lo rifaccio 🙂 Io quando ho preso il mio volevo “un cane” …4 zampe, una coda…nessuna esigenza particolare. E così è arrivato: cucciolotto scelto praticamente su base estetica. Poi alcuni mesi dopo ho cercato “IL cane”, quello speciale, per mio padre che stava attraversando un periodo mooolto difficile: mi sono rivolta alla stessa associazione da cui avevo preso il mio, gli ho spiegato le esigenze e, fra quelli che avevano, gli ho fatto dei nomi in base alle mie preferenze. Loro mi hanno risposto “adotta lei”, che non era fra le preferenze, ma mi son fidata…un cane veramente eccezionale, fantastica…PERFETTA… il pedigree non sa cosa sia e ha un passato traumatico, ma l’unico termine che le si addice è FANTASTICA

      • Forse non è l’unico termine che le si addica: ci starebbe anche GIUSTA (per il tuo papà); il che la rende di conseguenza fantastica 😉

    • Sono d’accordo con te quando affermi che le influenze ambientali e relazionali sono molto importanti. Nessuno nega il fatto che queste influiscano sul comportamento del cane, paure, sicurezze, abitudini…. Ma non sul carattere di base. Se il carattere del cane fosse unico, come affermi, non si speigherebbe per quale motivo i miei due cani (meticci adottati dal canile) abbiano due caratteri tanto diversi. La femmina ha un temperamento altissimo, è iperattiva, mentre il maschio è nato stanco e si deve riposare. Sono entrambi cani equilibrati, ma diversissimi caratterialmente. Per intenderci, la femmina fa agility e si diverte come una matta, mentre il maschio, nell’unico tentativo di fargliela fare (sapevo che era impossibile) davanti all’ostacolo è rimasto seduto almeno quindici minuti, nonostante i miei tentativi di stimolarlo in ogni modo per farlo saltare, poi si è alzato, molto lentamente è arrivato all’ostacolo, ha sollevato la zampa e ha fatto pipì. Sono anche riuscita a farlo entrare nel tubo, ma lui, una volta dentro, ha pensato di schiacciare un pisolino, ed è stato ancora più difficoltoso farlo uscire. I cani, tutti, meticci e di razza, hanno caratteri propri e differenti, esattamente come per le persone l’ambiente, il vissuto, le esperienze influiscono, ma non determinano un carattere.

      • Ma infatti lui dice che è unico, irripetibile, non unico, uguale per tutti…infatti ti potrei portare l’esempio di 2 labrador (che quindi dovrebbero avere caratteri “simili”) provenienti anche dallo stesso allevamento che sono caratterialmente il giorno e la notte…

    • Mauro, qui però infatti si parla solo di canili e del luogo comune secondo cui “ma cosa vai in allevamento che in canile trovi pieno così di cani di razza” (che, anche fosse vero, magari trovi adulti con un passato incognito e non un cucciolo che puoi crescere e seguire, ma va beh, questa è un’altra storia), mica vogliamo dire che tra chi prende i cani di razza non ci siano le teste di minchia che poi li abbandonano lo stesso (o i meno teste di minchia che si trovano a doverli dar via per problemi seri e gravi, ma questi saranno lo 0,001%).

      Sul discorso carattere, non concordo: nel caso dei canili si tratta comunque in molti casi di cani adulti di cui non si da nulla del loro passato, e spesso i volontari non hanno il tempo e/o le competenze per valutarne correttamente il carattere (quanti casi ci sono di cani affidati alla persona/famiglia “sbagliata” ?), e spesso appunto non si tratta di “cattiva volontà” ma di dover gestire un sacco di cani, sappiamo bene quale sia purtroppo la situazione nella maggior parte dei canili. Oltre al fatto che appunto, magari capisci buona parte del suo carattere ma “non sai” cosa ha passato e quindi può capitare l’imprevisto che porta conseguenze a volte anche spiacevoli.
      Nel caso del cane di razza, per quanto le influenze “ambientali e relazionali” facciano ovviamente il loro, comunque sai che “la base” tendenzialmente sarà quella e soprattutto in caso uno voglia fare determinate attività o sport “sa” che il cane della razza X sarà tendenzialmente più adatto del cane di razza Y o del meticcio.
      Poi certo, nessuno vieta di fare la stessa attività col proprio meticcio o con un cane di un’altra razza, ma la selezione ha la sua importanza, non possiamo pensare che “tanto conta SOLO come lo cresci”, perchè soggetti diversi cresciuti nello stesso identico modo possono reagire diversamente, solo che nel caso delle razze sai che puoi aspettarti una tempra bella alta dal pitbull ad esempio, nel caso del meticcio dovrai adattarti di più al singolo soggetto (e anche per questo è urticante quando magari cerchi di spiegare a qualcuno che non sta gestendo il proprio cane nel migliore dei modi e ti senti rispondere “ho sempre avuto cani, cosa vuoi capirne tu” :D)

      Gli allevatori SERI il cucciolo lo seguono eccome, anzi sono disposti anche a riprenderlo indietro in caso il neo-proprietario abbia problemi tali da costringerlo a non poter più tenere il cane, ho visto seguire molto meno i “cuccioli una volta ceduti” da parte dei canili che non da parte degli allevatori (per i rescue magari è diverso, però di solito hanno meno cani da gestire e quindi è “più semplice”). Però chiaro, anche qui va fatta la distinzione tra chi opera bene e chi invece cerca solo di “sbolognare il cane” al primo che capita.

  18. Lavoro in un canile, uno pubblico, seguito dalla Asl e i cani fanno tutti i controlli e, quando è il caso, le cure necessarie. Facciamo moltissime adozioni (nel nostro caso la permanenza del cane in canile è un costo e non un introito). Ci sono cani di razza? Nessuno! Simil razza x,y,z? E’ pieno.
    Quanto riportato in questo articolo è correttissimo, ma purtroppo non si tiene conto del fatto che, la stragrande maggioranza delle persone, sceglie il cane (sia il meticcio, che il cane di razza) basandosi sull’estetica e, quando è di razza, sulla moda del momento. Un vero ragionamento sugli aspetti caratteriali del cane e sulle esigenze del compagno umano, sono pochissimi a farlo. Non ho nulla contro chi acquista un cane di razza e nemmeno contro chi adotta dal canile, ma la scelta dovrebbe essere oculata, mentre nel 90% dei casi non lo è. Conosco una signora, di circa ottant’anni che ha avuto la brillante idea di acquistare un cucciolo jack russel. Era il perido della moda dei jack russel, e il ragionamento è stato: è di taglia piccola e quindi si può tenere in appartamento (ahimè!). Incontrata un giorno per strada, letteralmente disperata perchè la peste, che era arrivata a otto mesi, non stava fermo un attimo, le distruggeva casa, la tirava al guinzaglio facendola cadere, le ho proposto di cambiare cane, prenderne uno più tranquillo dal canile, mentre io mi sarei occupata di trovare sistemazione al jack russel (giovane, puro e sano, un gioco da ragazzi!). La sua risposta è stata che:”quando un figlio nasce male, non lo si può mica sostituire”. Inutile spiegarle che il “figlio” era nato benissimo e che semplicemente non era il “figlio” adatto a lei. Cerco sempre, anche per i meticci del canile, di spostare l’attenzione dell’adottante sugli aspetti caratteriali del cane e sui suoi, per capire se sono compatibili, ma spesso le mie sono parole al vento. Nella maggior parte dei casi il cane deve essere piccolo e carino, (E NON NERO!) Se poi è un simil qualcosa, allora diventa, nella mente umana, un purissimo qualcosa. In ogni caso, quando si sceglie il cane con tanta superficialità, credo sia meglio prenderlo di razza, spesso i cani del canile, sia gli adulti che i cuccioli, oltre a tutte le possibili incompatibilità caratteriali con la persona che l’ha scelto, si porta dietro traumi legati alla sua condizione di recluso in canile, cosa che rendebbe la convivenza ancora più difficoltosa.
    Credo che sarebbe veramente importante sensibilizzare sugli aspetti coaratteriali del cane e sulle relative esigenze e conseguenze. io nel mio piccolo ci provo, ma è un lavoro estremamente difficile.

    • Commento estremamente intelligente, non avrei saputo esprimermi meglio. Continua a provarci che su cento che provi a “illuminare” ce ne sono sicuramente un paio che mettono in moto il cervello e magari poi diffondono a loro volta. E allora ne sarà valsa la pena.

      • Vero, ho conosciuto una signora anziana alla quale i nipoti “per darle compagnia” hanno regalato una cucciola di border collie…con le conseguenze che potete immaginare; dopo l’ennesimo giro al pronto soccorso (volo e atterraggio, quest’ultimo piuttosto infelice) la signora decide di affidare la cagnetta ad una coppia giovane nelle vicinanze, con tutti i controlli del caso e col permesso di andare ogni tanto a “trovare la mia bambina” 🙂 Molta gente invece viene “ingannata” (senza malizia, per carità) da un certo tipo di volontarie, che, per il bene del cane si inventano di tutto e di più…tipo la ragazza del canile che ho conosciuto al bar, che mi parlava di “pinscher puro” tenuto alla catena. Alla catena? Cane di due chili alla catena che pesa il triplo di lui..? Invece dalla foto trattasi di meticcione robustello taglia media, ma nero focato tipo pinscher…

    • Verissimo.
      Anche se, comunque, capire il carattere di un cane in canile non é facilissimo.
      Io ne ho adottato uno “tipo collie” nella speranza che ci si avvicinasse caratterialmente e poverino non mi ha deluso.
      Condivido il discorso dell’articolo, tranne un punto.
      Quando dice che si seleziona anche tenendo conto della salute del cane: se fosse davvero cosí non esisterebbero cani come il bulldog inglese che, se corre un po’, fatica a respirare.
      Senza contare che selezionare i cani da riprodurre in base a criteri estetici/caratteriali fa nascere cani meno forti e che si ammalano molto di piú di cani selezionati da madre natura.
      Cosa che non fa minimamente l’interesse del cane, ma solo il nostro.

  19. daniela
    non è sicuramente prendendosela con un allevatore che lavora bene che risolviamo il problema degli allevatori che lavorano male..

    Daniela io non me la prendo con gli allevatori seri ma con quelli non seri e ce ne sono troppi perché ci sono troppi di coglioni che vogliono il cane di razza ma non possono permetterselo per cui si fanno degli incroci alla speraindio e poi al primo problema molliamo il cane in canile.
    Poi ci sono anche allevatori blasonati che hanno l’allevamento di facciata e tante fattrici in giro per cascine, che forse hanno avuto una trisavola col pedigree, che vengono tenute in gabbia e servono solo da riproduzione, magari displasiche e quando non servono più le buttiamo in canile….o peggio se non interviene qualche volontario. I cuccioli vengono venduti a poco magari hanno patologie impegnative da gestire e di sicuro rischiano il canile.

    Deni
    Eh, Daniela, però è infinitamente più comodo.

    Per chi è più comodo?

    marcod
    quanti sono i cani “di razza” che puoi trovare in un canile rispetto alla totalità dei cani presenti? Io avrò avuto sfiga, ma non ne trovai nemmeno uno.

    Io ho tirato fuori dal canile un golden e 3 labrador con tanto di pedigree e 1 labrador senza pedigree
    il golden mollato perché epilettico, un labrador perché altamente distruttivo uno mordace ( e ha fatto danni, parecchi danni ) e una labrador perché nella sua vita ha avuto solo padroni militari maschi che l’hanno mollata ad altri man mano che venivano trasferiti all’estero, finchè l’ultimo l’ha mollata in giardino da un’amica che l’ha fatta coprire da un pitt…..poi non sapendo bene come gestire la cosa l’ha lasciata in canile….e dai cuccioli non abbiamo notizie!
    E l’ultima arrivata è stata una fattrice di cui sopra…..oggi stiamo combattendo con una displasia al gomito mista ad artrosi e molto probabilmente una frattura non curata, zero socializzazione, paura di tutto…..chiusa in gabbia per 4 dei sui 5 anni a fare due cucciolate all’anno……secondo te quanti dei suoi cuccioli NON vedranno il canile?

    deni
    No. Lo sai vero (…che brutto modo di iniziare un dialogo)

    Sarà anche un brutto modo di iniziare un dialogo ….. ma credo siano importanti i contenuti……e hai ragione bisogna guardare la sostanza io mi sono sempre presa cura di cani abbandonati dai suddetti coglioni per cui …… direi che l’iniziare male un dialogo sia roba da nulla……

    Mia2 •
    Un allevatore serio si “impegna” a riprendersi i “suoi cuccioli”

    Ne sei proprio sicura? Il golden epilettico è finito in canile perché l’allevatrice ( blasonata ) non ha voluto riprenderlo e negando che avesse avuto altri cuccioli epilettici di quella cucciolata su 7 cuccioli 5 erano epilettici……per cui non diamo mai per scontato nulla!
    E la fattrice è stata mollata da un allevatore blasonato che però c’ha pure il discaunt e se le fattrici non le ritirano i volontari le sopprime!

    Quindi in conclusione di cosa stiamo discutendo?

    • Infatti io ho parlato non solo di allevatore, ma anche di serietà. Evidentemente l’allevatrice che non ha voluto riprendersi il golden non era seria…

      Per serio io intendo non solo competente, appassionato, capace di dedicarsi con passione e spirito di sacrificio al miglioramento della razza che alleva, ma anche convinto che sia necessario valutare i potenziali nuovi proprietari dei propri cuccioli prima di concedere un suo cane tra i “candidati”.
      Inoltre, per essere considerato serio (dal mio punto di vista) “deve” essere disposto a riprenderseli, se mai qualcuno (per motivi seri o futili – un errore di valutazione può capitare a tutti) decidesse (o fosse costretto a decidere dalle circostanze) a lasciare il proprio cane a terzi.

      Purtroppo non tutti sono seri sotto questo aspetto, ma di allevatori così ce ne sono e andrebbero “pubblicizzati”, secondo me…
      Non si sta difendendo il mondo dell’allevamento piuttosto che quello del canile, ma si cerca di riconoscere che una parte di chi alleva e una parte di chi lavora/presta volontariato presso i canili/associazioni è serio e competente, quindi meritevole di continuare nella sua “attività”.
      non c’è solo il bianco e il nero (almeno secondo me)….

    • Io me la prenderei soprattutto (non solo, ovviamente…) con tutti quei proprietari di meticci che sfornano cucciolate ogni tre per due…anche loro sfruttano i loro cani (magari inconsapevolmente e in buona fede) e contribuiscono a riempire i canili..
      Se per i cani con Pedigree un minimo di statistica sulle nascite si può fare, figuriamoci per le cucciolate non registrate dei cani non di razza…trovo deplorevole uguale far accoppiare il meticcetto di casa senza controlli sanitari (impossibili da effettuare) e senza una valutazione caratteriale dei riproduttori….
      Insomma, la cucciolata meticcia non si potrà vendere, ma si specula comunque, anche se non economicamente, sulla pelle dei cuccioli che finiranno in canile (subito o da adulti…)

    • 1- è più comodo fare di tutta l’erba un fascio e lagnarsi di chi alleva in generale senza neanche provare a distinguere chi lo fa da cialtrone da chi ci dedica una vita.

      2- secondo me è importante anche la forma. ti rende onore il fatto che tu ti prenda cura dei cani abbandonati, ma credo che siano molti più i cani provenienti da cucciolate di bastardini prodotte perchè “voglio fare l’esperienza dei cuccioli in casa”, piuttosto che cani di razza selezionati provenienti da buoni allevamenti…o no?

  20. Un allevatore serio si “impegna” a riprendersi i “suoi cuccioli” e a trovare loro una nuova sistemazione, nel momento in cui il proprietario originario si ritrovasse nella spiacevole situazione di non potersi più occupare del proprio cane.
    La mia allevatrice si comporta così e, in pochissimi antipatici casi, si è ripresa i suoi cani (trovandogli un nuovo branco in pochissimo tempo…)
    Quindi è dura che un cane di un allevatore di questa “tipologia” finisca al canile….

    Io credo che, almeno per i cuccioli meticci, i canili senza personale qualificato che opera al loro interno (quanti ce ne saranno in Italia?) dovrebbero cercare di tamponare il più le loro possibile le carenze (probabili)….sapendo come intervenire in caso di ritrovamento di cuccioli orfani, conoscendo il significato e l’importanza di impregnazione e socializzazione (come “Ti presento il cane” insegna)…la scelta di un cane di razza (cucciolo), secondo me, può essere preferibile anche per questo motivo (cucciolata seguita anche nella crescita caratteriale, affinchè si abbiamo adulti equilibrati e socializzati…)….

    • p.s. per dire, la mia allevatrice mi avrebbe seguita anche per eventuali cucciolate della mia cagnolina (expo comprese…)…abbiamo deciso di sterilizzarla, ma mi ricorderò sempre quel (disinteressato) “ti aiuto io”….

  21. Io sono la felice umana di un’akita di 2 anni e poco più. Io ho sempre desiderato un cane, mio marito per anni da quando ci siamo conosciuti voleva un akita, ancor prima che Hachiko portasse alla ribalta la razza. Quando ci siamo trovati davanti alla possibilità finalmente di una casa nostra, prima di cercare la casa abbiamo cercato il cane e visto il suo desiderio di avere un akita ci siamo informati, abbiamo cercato allevamenti, fatto mille chiamate, macinato km per mesi. Alla fine da Torino siamo andati fino a Reggio Emilia (due volte) a prendere la nostra cucciola.

    Ogni persona che sceglie di avere un cane di razza ha due strade davanti a sé: cucciolate ad minchiam (della signora Pina che voleva far diventare mamma la sua cagnesco o i cognati) e gli Allevamenti.
    Sono convinta che chi voglia davvero un cane di una particolare razza per qualsivoglia motivo (si, anche per motivi estetici e chissene frega), una persona che studi la razza, faccia mille chiamate, giri per allevamenti diversi in diverse regioni il cane non lo abbandoni. Con le dovute eccezioni ovvio.
    Chi invece vuole il cane di razza senza conoscerlo, spendendo 300€ e chissenefregadelpedigree o chissenefregadichièecosafalallevatore siano poi quelli i sedicenti cani di razza abbandonati.

    Senza considerare il giustissimo discorso di Fabiana quando dice che un cane non appartiene ad una certa razza solo perché gli assomiglia!

    Forse si dovrebbe iniziare ad essere meno ipocriti e pensare che non tutti i cani sono uguali. Per me un cane è un cane, e l’amore che ti dà è sempre amore, ma se devo guardare determinate caratteristiche estetiche, da lavoro e caratteriali non si può dire che un cane sia uguale ad un altro. È vero, non si compra l’anima dell’animale, ma si paga tutto un discorso più grande di allevamento, selezione e conservazione di una razza, ecc. E se questo costo lo si vuole saltare, poi si che ci sarà una grande possibilità che il cane di “razza” finisca in canile…

  22. Io sono tra quelli che hanno il cane di razza, ed ho scelto proprio quella razza perchè da quella razza mi aspettavo determinate caratteristiche di carattere. Ovviamente anche l’aspetto fisico ha avuto la sua importanza, ma non era la cosa determinante. E’ difficile che chi si prende un cane di razza lo abbandoni proprio perchè al di là dell’aver speso una cifra più o meno elevata, si sarà preso la briga di informarsi su cosa si portava a casa e, generalmente, le aspettative vengono poi attese. In passato sono partito per prendere un cane in canile perchè volevo un cane dal quale mi aspettavo solo che mi facesse compagnia al lavoro, e sono tornato a casa con tre; 1(maschio) perchè piaceva a me, 1(femmina) perchè è poco socializzata (ed era vero) e “siamo riusciti a gestirla solo con quel maschio”, e un altro di taglia piccola (che a me non piacciono molto) perchè altrimenti si sentiva do solo. Non avevo problemi di spazio quindi mi hanno convinto. Sono stati i volontari a vederli dopo qualche settimana… tutto OK. Fino a quando non mi sono trovato la femmina gravida anche se mi era stato garantito che era sterilizzata. Fortunatamente ho trovato da regalarli, ma altri 5 cani mi avrebbero creato problemi. Alla fine tutto è andato bene e sono stato contento.
    Poi se i canili fossero più seri, forse sarebbero meno pieni e qui qualche dubbio sulla loro propensione al lucro mi viene (non tutti ovviamente, ma una buona parte e senza offesa per chi corretto lo è) visto che utilizzano molti soldi pubblici…
    Questo per dire che non è vero che siamo insensibili, ma soltanto che scelte diverse partono da presupposti diversi ed hanno aspettative diverse.

    • Difficile che uno che si prende un cane di razza lo abbandoni? Ma che c***o dite… canili privi di cani di razza? Ma che c***o vi fumate… se fosse vero i vari rescue non esisterebbero… invece Proprio a Rottforlife trovi rottweiler che arrivano da allevatori “seri”

  23. “”””Cosa sono, quindi, i “cani di razza” del canile? Nient’altro che incroci; cani figli, nipoti o pronipoti di soggetti che, con molta probabilità, di razza lo erano davvero, ma poi si sono riprodotti senza alcuna selezione o professionalità, producendo discendenti più o meno simili alla razza di appartenenza, nell’aspetto e nel carattere.””””
    Lo sai vero che dietro questi ” cani di razza ” che poi finiscono in canile ci sono, SPESSO, degli “allevatori” con zero scrupoli…… e SEMPRE delle persone che vogliono ” la razza ” senza spendere oppure spendono ma non si informano o non controllano…… e poi mollano i cani in canile perché saltano fuori delle patologie tipo la displasia……tipo l’epilessia…..

    • non è sicuramente prendendosela con un allevatore che lavora bene che risolviamo il problema degli allevatori che lavorano male..

    • quanti sono i cani “di razza” che puoi trovare in un canile rispetto alla totalità dei cani presenti? Io avrò avuto sfiga, ma non ne trovai nemmeno uno.

      • Non li trovi con il pedigree attaccato al collare e ne trovi ovviamente meno, ma solo dall’associazione che seguo ho visto passare parecchi pit, corsi, rot, pt, un doby…pure un pastore svizzero.

    • No. Lo sai vero (…che brutto modo di iniziare un dialogo) che dietro questi “cani di razza” che poi finiscono in canile ci sono QUASI SEMPRE coglioni che si sono comprati il cane di razza dall’Allevatore serio, col suo regolare pedigree, i controlli fatti e una salute di ferro e hanno poi deciso di accoppiarlo col primo “cane bello” che passa al parchetto (A VOLTE NEANCHE DELLA STESSA RAZZA!!!!!), perchè tanto “Che ci vorrà mai a mettere su una cucciolata, tanto fa tutto mammà! Io li vendo al primo che passa e mi ci pago il viaggio alle Mauritius” (oppure c’è la variante “ho così tanto Ammmmmore da dare, che c’è di meglio di cucciolotti da sbaciucchiare!”) ?????
      Salvo poi ai trenta giorni dei cuccioli rendersi conto che producono quintali di merda (pardon pour la vulgarité), rosicchiano ogni ben di Dio e non sono poi così richiesti.
      Soluzione: li rifilo a 300 eurini al primo che passa, strappandoli alla madre a un mese scarso di vita “perchè mi son rotto di pulire” (= problemoni comportamentali da privazione), il neoproprietario si stuferà presto anche perchè il cane “l’aveva preso per il bambino di 3 anni che però, porca miseria, proprio non se ne occupa!”.
      Ed eccoli qua i “cani di razza” del canile.
      The end

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