sabato 16 Marzo 2024

Cani in negozio, cani su ebay…l’ignoranza NON è una scusa

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

di DAVIDE BELTRAME – Ci avviamo verso fine 2016, e ancora tante, troppe volte sentiamo la solita frase “ho preso il cane ma dopo una settimana ha iniziato a stare male”: con una premessa così, quando si chiede la provenienza del cucciolo, 99,9 volte su 100 la risposta è “in negozio” o peggio ancora “su internet”, dato che come purtroppo è noto i vari subito.it pullulano di annunci di cani in vendita o peggio ancora proposti per “scambio con cellulare” e amenità simili.

canificiIl problema è che tutto questo succedeva già 15 anni fa, con poche differenze: magari l’annuncio finiva su ebay e non su subito.it (EBay poi ha vietato la vendita, anche se qualche annuncio ogni tanto “scappa”, ma ormai  ci sono diversi siti meno restrittivi dove imperversano gli annunci di cagnari e simili), in più c’erano le “fiere del cucciolo”, per fortuna poi sparite dalla circolazione (o quantomeno drasticamente ridotte), ma la costante era sempre la stessa: cuccioli provenienti solitamente dall’Est, arrivati in Italia stipati su furgoni stracarichi, in condizioni sanitarie pessime, che venivano poi venduti con documenti (ovviamente falsi) che ne attestavano i controlli veterinari e l’età di 3 mesi (mentre in realtà arrivavano a malapena a due), che regolarmente finivano per ammalarsi e nella stragrande maggioranza dei casi a morire.

In realtà con i “15 anni fa” sono stato fin troppo ottimista, perchè il problema è ancora più “antico”, ma mi sono voluto limitare al momento in cui Internet iniziava a essere diffuso in Italia (nel 2000 si stima fossero connessi al web almeno 10 milioni di italiani) e quindi fosse già un po’ più facile informarsi. Certo, di contro il web ha reso molto più facile per i commercianti di cani raggiungere un bacino di utenza più ampio, se una volta dovevano limitarsi agli annunci sui giornali, le “bacheche web” hanno ampliato il fenomeno.

Per quanto ci riguarda, abbiamo affrontato il problema dei cuccioli importati dall’Est praticamente fin dalla nostra nascita, sia nella “prima versione” del sito (nel 2002) che poi sulla rivista cartacea; sempre nei primi anni 2000 avevamo creato la ONLUS “Dalla parte del cane” che aveva come scopi principali la diffusione della cultura cinofila (soprattutto nelle scuole) e la lotta al traffico e all’importazione dei cuccioli: vedere che così tanti anni dopo siamo praticamente punto e a capo è sinceramente scoraggiante.

Ed è ancora più scoraggiante considerato che mentre su molti argomenti si può concedere l’attenuante che i mass media non ne parlino (e quindi per l’italiano medio sia magari più difficile reperire un’informazione che trova solo su siti di settore), questo non vale più per i cani dell’Est: sebbene siano arrivati con molto ritardo sull’argomento, ormai è stato toccato più volte dai giornali ed è finito anche in TV: nel 2013 ne ha parlato Striscia la Notizia, quest’anno ne hanno parlato Le Iene, e si trovano articoli sul tema su diverse testate nazionali come La Stampa o Il Corriere.

canificioQuindi: come è possibile che ancora un sacco di persone ci caschi?
O la gente continua a non informarsi, oppure spera di beccare l’eccezione fortunata: proprio a proposito del servizio di Striscia, avevamo scritto un articolo sullo sproposito di commenti che chiedevano “come adottarne uno”, dopo che era stato spiegato che si tratta di cuccioli malati e che raramente sopravvivono…come se una buona fetta del pubblico avesse solo capito che c’erano dei cuccioli disponibili, senza porsi minimamente il problema della provenienza.

Lo stesso succedeva con le fiere del cucciolo (le guardie zoofile di milano hanno creato un sito in cui mettono in guardia da tali fiere): nonostante le numerose testimonianze su come i cuccioli acquistati in questi luoghi mostrassero regolarmente problemi di salute gravi, le vendite erano comunque numerose, perchè probabilmente tanti pensavano “va beh ma figurati se capita a me” o “io mica mi faccio fregare!”.

Ancor più gravi a mio avviso quelli a cui non bastava (e non basta) sbattere il muso la prima volta e che accettano la proposta di cambiare il cucciolo quando si ammala…se un negoziante vi ha dato un primo cucciolo malato, come pensate sarà il secondo?

Comunque, per farla breve e per non ridire cose che abbiamo già detto, riproponiamo una serie di articoli sul tema cani dell’est, in particolare testimonianze di gente che purtroppo ci è cascata e si è quindi trovata a vivere esperienze ben poco piacevoli. Invitiamo ancora una volta a informarvi e a informare, anche se sappiamo fin troppo bene come sia difficile far capire all’amico che sta per comprare il cane in negozio che sta facendo una stupidaggine: magari mostrargli qualcuno degli articoli di seguito potrà aiutarvi a farvi cambiare idea.

Prossimamente riproporremo una parte del materiale che avevamo raccolto per “Dalla parte del cane”, che come detto risale ai primi anni 2000 ma si rivela, purtroppo, ancora attuale.

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5 Commenti

  1. ogni volta che leggo certe cose “schiumo ” di rabbia. Poi per carità, anche all’estero ci sono allevamenti seri, ma non ti regalano il cucciolo a 150 euro. Ormai dovrebbe saperlo chiunque, ma giusto qualche giorno fa ho letto una commento su internet…”chiedere il pedegree è solo un modo per lucrare sul cane”.. e non si vede perchè non far riprodurre due meticci ( sia chiaro, anche far riprodurre il pastore apuano, cane non ancora riconosciuto dall’enci, è far riprodurre due meticci, ma non si stava parlando di un cane che pur senza riconosciumenti , è “fissato” ormai da secoli… e pure bellissimo e riconoscibilissimo ) . Ho smesso di leggere, perchè nonostante i tentativi di molti, il “commentatore” restava della sua opinione, ed a me stava per partire l’embolo….

  2. Le persone non ragionano più col cervello ma col portafoglio, bisogna farsene una ragione… per quanto sia bello o brutto un cucciolo, sano o malato, di pura razza o mista l’importante è il costo! La prima cosa che mi vengono a chiedere quando ho cuccioli disponibili è il prezzo: “a quanto li vende?” non le linee di sangue, chi sono i genitori/nonni/bisnonni, la documentazione sanitaria… etc. no, a quanto li cedo come se fosse l’unica cosa importante da sapere! È tristissimo, per un allevatore o per un semplice amante degli animali sentire questo.

  3. Internet e un mezzo di diffusione, un enorme social, ne buono ne malvagio, come anche i siti di compra/vendita. Il problema effettivo e che alla gente che il pet sia dell’est e senza vaccinazioni non può fregar di meno, la sola cosa importante e che sia in “pronta consegna” per: natale, capodanno, anniversario e compleanno è ovviamente costi poco, quante messaggi da FB e da bachece varie sparse nel Web ma neanche una sola richiesta sui test genetici o soprattutto di visitare l’allevamento, ininfluente il mezzo pubblicitario del allevatore serio ne tutta la prefilippica di spiegare il propio lavoro e le propie scelte etiche e morali, alla fine si riduce tutto al ” ma quanto mi costa?” “cosi caro? ma dall’altra parte costa 300 € in meno!!” col finire con un: ” ma si può avere prima ?”.
    Il dio denaro non va in accordo con professionalità, passione e amore verso il propio lavoro

    • Aggiungerei che a questa gente ignora anche le più elementari regole della genetica :”Mi regali un cucciolo, quando li fa?” A) il mio chihuahua è maschio. B)non credo lo farò clonare…
      Per buona misura: non esistono i chihuahua toy, minitoy, teacup, e l’ultima che ho sentito, i rarissimi e costosissimi “Testa d’ariete”…sigh.

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