lunedì 18 Marzo 2024

Ti presento…Gaara e la pet therapy

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Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore
Fabiana Buoncuore è la sciurallevatrice per eccellenza. Nasce a Carmagnola da suo padre e sua madre (ma più da sua madre) il 17/09/1987, da allora il 17 settembre è anche noto come "San Morbidino". Appassionata di tutte le razze canine e indicativamente di tutti gli animali esistenti sul pianeta, ha una particolare predilezione per il rottweiler, che ha le sue stesse esigenze primarie: mangiare, dormire, muovere poco le chiappe. Collabora ormai da alcuni anni con "Ti presento il cane" con le sue storie di vita vissuta tra allevamento e morbidinosità.

Intervista a SIMONA DELL’AQUILA PUIATTI, di FABIANA BUONCUORE – Oggi abbiamo intervistato per voi Simona, una donna molto speciale che con il suo “cucciolone” aiuta tantissime persone grazie al suo preziosissimo operato. Simona mi ha colpito molto quando mi ha presentato il suo Gaara come “cane da lavoro”, prima che io scoprissi di che lavoro si trattasse: molto spesso, infatti, pensiamo a questa categoria figurandoci cani atleti che fanno UD, caccia o magari agility o soccorso, dimenticando la fondamentale importanza sociale un’attività che meriterebbe sempre maggior diffusione: la Pet Therapy.

Ciao Simona, ci parli di te e Gaara?
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Ciao, mi chiamo Simona dell’Aquila Puiatti, sono di Torino, dove torno molto spesso, ma vivo da quasi 20 anni in Svizzera (Ticino). Sono una docente e terapista e sono nata e cresciuta con i cani, la mia grande passione. Sono un’addestratrice ENCI, mi interessano molto gli aspetti del recupero comportamentale e della Pet Therapy.
Ho due alani: Zeus, alano blu di tre anni e mezzo con cui lavoro sul recupero comportamentale, e Gaara, alano nero di un anno e mezzo con cui invece lavoro per ottenere il brevetto nazionale di Pet Therapy; esame che sosterremo nel 2017, poiché lui deve avere due anni compiuti, ma nel frattempo incontriamo scolaresche e anziani e lavoriamo sull’obbedienza e la condotta.
Gaara è molto docile, socievole con gli altri cani, ha una buona tempra e ama molto stare a contatto con le persone, grandi e piccini. Gli piace molto giocare a tira e molla con vecchi jeans senza cerniere, rosicchiare legnetti (ovvero tronchi) correre in mezzo ai prati, passeggiare nelle acque basse dei torrenti, e fare buche mostruose in giardino…

Perché proprio l’alano?

Io amo questa razza sin da bambina, ho avuto molti cani (mastino napoletano e pastore tedesco in famiglia, da adulta pastore maremmano, pastore scozzese, labrador…) e solo 3 anni fa ho potuto “permettermi” di avere questi “giganti buoni”.
L’alano, originariamente selezionato in Germania come cane da caccia ai cervi e cinghiali, oggi viene principalmente utilizzato come cane da compagnia o da guardia.
É un cane impegnativo:

  • per le dimensioni, è alto al garrese tra i 70 (femmine) e i 90 cm (maschi) a cui vanno aggiunti 30 cm di collo e testa che ti ritrovi puntualmente img_0249dentro al lavandino o sopra al tavolo; è lungo circa 1,20 cm coda esclusa quindi ci vuole una macchina solo per loro, si fanno molte scale poiché spesso non ci stanno in ascensore (altro che pagare la palestra), inoltre muoversi tra i tavolini di un bar o tra gli scaffali di un negozio è come muovere un autoarticolato in curva in montagna; pesa tra i 65 (femmine) e 80 kg (maschi), ma è assolutamente convinto di essere piccolo (e lo è, di testa!) quindi puntualmente ti si siede in braccio e senza chiedere permesso;
  • per le esigenze e la gestione, nei primi due anni ha bisogno di camminare molto, ma come tutti i cani di grossa taglia non deve saltare e dev’essere preso in braccio per salire e scendere dall’auto, inoltre per prevenire ed evitare problemi di torsione di stomaco a cui è soggetto, l’ideale è che sino a circa nove mesi mangi 4 volte al giorno e poi per il resto della sua vita 3 volte al giorno;
  • per i costi di mantenimento, se si sceglie per l’alimentazione secca bisogna calcolare quasi un kg di crocchette al giorno, con l’alimentazione umida o mista, le quantità aumentano un po’; anche i costi di veterinario ed eventuali sono proporzionali
  • è possessivo, invadente, sbavante e se non ben addestrato sin da piccolo, un truck che quando decide di partire sulle sue 4 zampe motrici, può far svolazzare anche Dwayne “the rock” Johnson!

cordaDetto questo, è un cane molto socievole, per nulla aggressivo e se volete conoscere davvero il suo standard caratteriale vi invito a leggere l’articolo di Valeria Rossi, che credo sia riuscita meglio di ogni altro a descriverlo!

Come si svolge il vostro lavoro?

Si hanno cenni di Pet Therapy sin dal 1792 quando in Inghilterra il medico William Tuke suggerì ai pazienti con disturbi mentali di prendersi cura di animali, intuendone i benefici.
Oggi in ogni Paese, sono presenti Organizzazioni e Associazioni riconosciute e abilitate a lavorare con animali addestrati (nel caso dei cani e cavalli ad esempio) o semplicemente mansueti (nel caso di gatti, criceti, conigli…), all’interno di strutture scolastiche, ospedaliere e di recupero perché i pazienti e i bambini possano beneficiare attraverso la presenza di questi animali di un benessere psicofisico e in alcuni casi di un valido aiuto per la riabilitazione psicomotoria, o un valido supporto per handicap particolari. Basti pensare ai cani guida per ciechi.
Nel caso specifico dei cani, sono sottoposti insieme al loro proprietario ad un test attitudinale prima di poter cominciare il percorso formativo vero e proprio; devono essere particolarmente obbedienti, socievoli, sopportare che chiunque possa toccarli, saper fare una buona indifferenza a stimoli esterni che si possono incontrare o sentire, e questo include il non spaventarsi per rumori improvvisi e forti.
Negli Stati Uniti già da qualche anno vengono usati proprio gli alani, in specifico nei reparti di ortopedia pediatrica perché essendo alti e forti, i bambini più piccoli possono appoggiarsi direttamente a loro e tornare a camminare più velocemente.
Altre volte invece si accompagnano persone in sedia a rotelle a fare una passeggiata, a loro piace molto avere un amico a quattro zampe accanto.
Oppure si insegna ai bambini o agli adulti che hanno timore, come comportarsi in presenza di un cane; possono provare ad accarezzarlo per la prima volta.
Li si porta a far visita a pazienti di lunga degenza che per motivi diversi trovano beneficio nel poter accarezzare qualcosa di morbido e scodinzolante. Si possono accarezzare senza bisogno di chinarsi e senza bisogno di un supporto per alzarli.
bimbaNel momento in cui ho capito che Gaara avesse le caratteristiche per poter essere d’aiuto ad altri, avendo insegnato per molti anni nelle scuole ed essendo terapista, ho deciso di unire le mie competenze alla mia passione cinofila e far sì che anche altri potessero godere della presenza di Gaara, che ha dimostrato non solo le attitudini giuste, ma soprattutto il piacere di rendersi utile e stare con gli altri.”

Abbiamo parlato delle caratteristiche che deve avere un buon cane da Pet Therapy, perfettamente rilevabili nell’alano.
L’umano idoneo, invece, che caratteristiche deve avere?

La persona che vuole intraprendere questo percorso deve avere molta costanza e pazienza per instaurare col proprio cane un ottimo rapporto di fiducia e condotta; quindi imprescindibile sensibilità e ascolto nei confronti delle persone anziane, verso i malati e per i bambini, pur mantenendo il giusto e sano distacco emotivo.

Per avviare un progetto di Pet Therapy è necessario proporsi in prima persona o esistono strutture che la considerano parte integrante del percorso terapeutico?

Dipende dalle strutture e dai luoghi; solitamente gli ospedali e le scuole fanno riferimento alle organizzazioni riconosciute che a loro volta mettono a disposizione i binomi adatti alla richiesta. In altre occasioni invece il singolo si fa conoscere e  propone dei percorsi con piccoli gruppi di persone.

Quali sono (se ce ne sono!) i lati negativi del tuo lavoro con Gaara?

Gaara è fenomenale, ma è enorme (e nemmeno tanto rispetto ad altri suoi simili) quindi ci vuole un approccio sempre “morbido” perchè la gente non si spaventi (una volta conosciuto, sono poi tutti entusiasti) e come molti molossoidi, la conformazione della sua bocca fa sì che facilmente possa sbavare; quindi con i giusti accorgimenti si pone rimedio: ho sempre un fazzoletto con me e lo porto a contatto con le persone dopo avergli dato cibo e acqua in modo che non abbia quest’esigenza e quindi non sbavi.

bimbeInoltre… sto lavorando sulla sua irrefrenabile necessità di sedersi in braccio a tutti, voglio che impari a chiedere con un gesto e se riceve approvazione, allora può “accucciarsi” sulle ginocchia.

Passiamo invece ai lati positivi: cosa ti piace del tuo lavoro? A chi consiglieresti di intraprendere il tuo stesso percorso?

A me piace stare con la gente, coi bambini e gli anziani in particolare; mi piace poter “usare” Gaara per permettere loro di distrarsi per qualche momento dalla situazione in cui si trovano. Sicuramente le persone che già lavorano in ambiti socio-sanitari o nella formazione e che hanno un buon feeling e un buon approccio con gli animali, possono aumentare il loro rendimento in termini di risultati didattici e comunicativi. Dai cani, dagli animali in genere, si possono imparare molte cose, ad esempio tutto ciò che sono capaci di “dire” con un semplice gesto, quando noi invece sprechiamo centinaia di parole e spesso continuiamo a non capirci.

Ringraziamo  Simona per la sua disponibilità, sperando di vedere la Pet Therapy sempre più diffusa nelle strutture pubbliche, ed un sempre crescente numero di addestratori che vorranno dedicarsi a questa meravigliosa attività per il bene di tutte quelle persone che traggono beneficio dalla presenza di questi preparatissimi cani da lavoro.

 

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3 Commenti

  1. ciao, Simona. Complimenti per la tua professionalità e per la scelta di indirizzarla in ambito sociale. Non occorre dire che ora vorrei anche un alano blu….
    Tempo fa la nostra Valeria disse – se non erro all’interno di un webinar – che tra le varie attività che si possono fare con il cane (da agility a UD passando per dog dance) quella che andava più a ” stressare” il cane era proprio la pet therapy, poichè il suo compito era proprio quello di farsi spupazzare da tutti e non è propriamente un’attività per la quale è stato selezionato. Valeria ha usato ovviamente altro linguaggio, ma da quello che ho capito io il senso era questo. Ora, fermo restando che come prima cosa vengono valutate le attitudini e come seconda cosa si procede all’addestramento e quindi alla fine professionista è il binomio, non solo l’umano, ti chiedo: quanto tempo è bene dedicare ad una simile attività senza bruciarsi il cane? La tua Gaara quanto tempo sta in contatto con persone che necessitano di questo tipo di aiuto?

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