venerdì 29 Marzo 2024

No cani, no bambini…ma da cosa derivano tutti questi “divieti”?

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

di DAVIDE BELTRAME – Sempre più spesso negli ultimi tempi si scoprono locali “no qualcosa”, o meglio “qualcosa free”: se un tempo la prassi era il divieto di accesso ai cani, recentemente sono balzati agli onori della cronaca i locali “child free”, ovvero quelli dove è vietato l’accesso ai bambini, proprio quando al tempo stesso i locali che invece permettono l’accesso ai nostri amici a quattro zampe sono in aumento.

vietatobambini_aperIl paradosso qual è? Che per quanto ci si lamenti sempre del paragone che viene sempre fatto tra cani e bambini un po’ su ogni argomento (vedi “perché doni al canile con tutti i bambini che muoiono di fame?”) queste notizie di solito fanno esultare molti proprietari di cani, forse per una sorta di “rivalsa”…o forse proprio anche perché stufi di sentirsi sempre fare i discorsi e paragoni cani-bimbi in “negativo” verso il cane, quindi vedere che ogni tanto anche ai pargoli tocca la stessa sorte che ai cani, un po’ di soddisfazione c’è. Ne avevamo parlato anche in un articolo qualche mese fa.
Ovviamente poi ci sono gli estremi, sia da una parte (“non voglio vedere bambini manco in foto!”) che dall’altra (sui locali child free si sono scatenate proteste e anatemi di vario genere da parte di molti genitori), però diciamo che in generale i locali “child free” sono amati tanto quanto quelli “dog free”, con più o meno le stesse motivazioni ma provenienti da diversi settori.

Volevo però fare una riflessione sul tema partendo un gradino prima: cosa ci sta portando verso questa intolleranza reciproca? Perché di intolleranza ormai si tratta, basta leggere i “ah io se vado al ristorante non voglio nessun cane (bambino) accanto”, “eh che schifo l’albergo che lascia entrare i cani (bambini)”, “se esco non voglio trovarmi in un locale con un cane (bambino) che rompa le balle”.
Queste, almeno per quanto leggo in giro, mi sembrano le motivazioni principali: igiene e stare in pace, ovviamente la prima più orientata “contro” i cani e la seconda “contro” i bambini.
Però…non è che tutto ciò nasce da un ormai smodato egocentrismo e maleducazione da parte di un sacco di gente, che reputa che il proprio cane (bambino) debba andare dove vuole, fare ciò che vuole e quando vuole?

Non è che il problema alla fine non sono tanto i cani (bambini) ma i relativi proprietari (genitori), che con atteggiamenti e permessivismi spesso eccessivi hanno portato a un comune sentimento di “rigetto” da parte di chi non ha cani (bambini) ?
bambinotifosoQualche tempo fa ad esempio io e Fabiana eravamo in coda in un negozio. Davanti a noi, una coppia con bambino di 5-6 anni al seguito.
Il suddetto bambino ha passato tutto il tempo dell’attesa in coda a prendere rotoli di carta da regalo che erano esposti vicino alle casse, portarli in giro, buttarli per terra (ammaccandoli anche vistosamente), mettere le mani su oggetti vari, insomma ha fatto 5 minuti buoni di puro casino. Non rumoroso, perchè compiva i suoi danni in silenzio, ma ben visibile da tutti.
In tutto questo, i genitori se ne stracatafottevano altamente. Hanno pagato i loro acquisti e se ne sono bellamente andati, senza preoccuparsi minimamente del materiale che il loro frugoletto nel frattempo aveva danneggiato.

Lato cani, invece, un giorno  eravamo da Decathlon, ed essendo nel fine settimana c’era una gran quantità di clienti. Siccome da Decathlon i cani possono entrare, era tutt’altro che raro incrociare un morbidino tra le corsie durante il nostro shopping. Peccato che altrettanto poco raro fosse incontrare delle cacche, in particolare una formato torta nuziale smollata in mezzo a uno dei corridoi di maggior passaggio.
Ora, dico, se proprio non vuoi raccoglierla (e sarebbe magari carino farlo…, ma ammettiamo che per pura sfortuna tu abbia finito i sacchetti, o non sappia dove buttarla da Decathlon, o che vista la mole della torta i servirebbe una carriola), almeno fai lo sforzo di avvisare il personale. Personale che è arrivato a pulire solo molti minuti dopo il “misfatto” e probabilmente su segnalazione di altri clienti e non del “colpevole”.

Di fronte a episodi del genere, è normale che chi già magari non ha una grande opinione dei cani (bambini) non migliori di certo la sua idea, e si faccia l’opinione che i bambini sono tutti rompiscatole, i cani tutti sporchi e via dicendo. Se nei ristoranti si è arrivati a proporre locali “child free”, che raccolgono ampia approvazione, è evidente che i casi di pargoli lasciati allo stato brado e liberi di andare a rompere le scatole ai tavoli vicino erano tutt’altro che rari. A tal proposito vi cito un aneddoto: su un gruppo di mamme una scriveva inorridita e piccata che il tavolo vicino al happyshitsuo avesse osato lamentarsi mentre lei faceva fare pupù alla sua bimba nel vasetto, dietro alla sua sedia.

Ora, io posso capire che tua figlia stia crescendo ma ancora sia nella fase “avviso mamma ma giusto all’ultimo momento”, però non è che ti puoi pure incazzà se qualcuno non gradisce lo spettacolo: o non vai a cena al ristorante in quel periodo, o cerchi di non far produrre i bisogni proprio in mezzo ai tavoli.

E’ chiaro che chi è stato per anni “quello cattivo” perché semplicemente aveva il cane e si trovava divieti su divieti, un pochetto ci goda e veda in ciò anche un po’ di sano karma: dopo che per anni le mamme hanno fatto una testa così a qualsiasi persona canemunita coi “lo tenga che poi mi morde il bambino”, “non toccarlo che ti sporchi”, “non toccarlo che ti ammali” e similari e gioivano dei divieti di accesso ai cani, ora si trovano dall’altra parte della barricata.
Personalmente non amo molto i bambini, ma mi accorgo che la mia idiosincrasia nei loro confronti in realtà è dettata principalmente dal comportamento dei genitori: quando ho avuto a che fare con bimbi che venivano cazziati “il giusto” quando iniziavano a fare troppo casino, non ho avuto nessun problema a sopportarli. E’ chiaro che quando invece vedi un bambino che fa il diavolo a quattro e i genitori che lo guardano con aria beota compiacendosi del loro non sgridarlo, l’istinto di far raggiungere la Luna al giovin fenomeno senza l’ausilio di nessuna navicella spaziale si manifesta forte in te.
Questo però non vuol dire che non si possa sopportare per qualche ora la presenza di qualche bambino, soprattutto se ben educato o quantomeno se vedi che i genitori si sforzano di non lasciargli fare quello che vuole.

Penso che – escludendo ovviamente proprio i cinofobi – per chi non apprezza i cani sia un po’ lo stesso.
Se una persona vede un cane invadente, o che sporca in giro, e il proprietario non fa nulla, è chiaro che la simpatia nei confronti del soggetto sarà minore rispetto magari a un cane che sa sopportare una serata in pizzeria senza cercare di assaggiare le prenotazioni di tutti i tavoli.
Poi certo, bisognerebbe prendersela più con il padrone che con il cane, ma del resto quando è il bambino a fare casino, pensiamo prima a mandare nello spazio lui che non i genitori, perché è comunque umano che la reazione di “mi stai un po’ sulle scatole” venga rivolta al soggetto che ci provoca direttamente il disagio.

dubbiosoIn conclusione: io ritengo che i locali “qualcosafree” siano comunque utili, il fatto stesso che quelli child free siano stati accolti con entusiasmo vuol dire che la richiesta di fatto c’è.

Il dubbio però è: questa richiesta è data da una effettiva necessità, o dal fatto che siamo diventati intolleranti a tutto e non siamo disposti ad accettare magari per solo qualche ora qualsiasi presenza che non sia di nostro gradimento?
E questa intolleranza, deriva forse da un eccessivo permissivismo e quindi dal vedere troppo spesso cani e bambini lasciati liberi di fare il bello e il cattivo tempo?
Voi cosa ne pensate?

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81 Commenti

  1. Cerca “cavallino-bianco com” Il primo ed unico Family & Spa Grand Hotel. Se vai a prenotare on-line, sul numero di prenotazione è d’obbligo inserire almeno un figlio. Non so con quale modalità siano arrivati a questo, però hanno fatto in modo che qui ci vadano solo famiglie.

    • Prenota per telefono !! Vedrai che la junior suite te la trovano!!
      Poi… chiaramente un childfree convinto con 2 labrador al seguito magari la Family spa la evita a partire dal nome….

  2. alla fine cmq penso che siamo tutti d’accordo su una cosa, e lo dico con una battuta: tanti divieti esistono xchè se semplicemente si mettesse un cartello di divieto di accesso ai maleducati, molti posti sarebbero quasi vuoti. (purtroppo)
    questa era l’ultima replica, promesso.

    • c’è anche l’opzione 2…libero accesso a tutti (anche perchè il divieto di accesso ai maleducati presuppone un’autocertificazione di educazione), con espulsione (come extrema ratio, dopo il cartellino giallo) dei colpevoli. In questo modo si potrebbe decidere in base al caso concreto. Se in sala ci sono solo bambini che festeggiano che so, la fine dell’anno scolastico con genitori e maestre, dubito che qualche urletto in più possa essere di disturbo (do per scontato il rispetto di oggetti e del personale)…stessa cosa se tutti gli avventori hanno un cane al seguito…

      • Il problema in questo caso penso che sia – comprensibilmente, vedendola dal punto di vista del gestore – che “cacciare via” il cliente possa portare a un danno di immagine/reputazione di vario tipo, e magari anche a liti sul momento (se cacci il cliente che non ha finito di consumare, ti farà storie per pagare il conto, per esempio). Invece impedendo “preventivamente” l’accesso, eviti problemi di questo genere. Invece cacciare fuori il cliente che – seppur preventivamente avvertito del “rischio” – ti pianta casino nel locale (del resto non sono certo solo “cani e bambini” le categorie che creano problemi), rischi magari che poi il passaparola ti faccia passare per “brutto posto dove non andare perchè ti sbattono fuori”. Quindi, o TUTTI i locali si mettono a fare così, o rischi di passare per la pecora nera e quindi nessuno si prende il rischio e piuttosto “tollera”, anche se a malincuore, il casinaro di turno.
        Del resto di fatto gli unici locali col “buttafuori” credo siano le discoteche e anche li comunque devi proprio arrivare all’eccesso MOLTO eccessivo, per essere mandato via…

        • Prima di mandare via il disturbatore si può “richiamare all’ordine” senza entrare necessariamente in aspro conflitto (usando anche ironia, se il caso concreto lo permette). Certo, se ci si trova di fronte genitori o proprietari particolarmente suscettibili il cliente lo perdi (ma magari ne guadagni altri 10, che possono divenire abituali, che hanno assistito alla scena). Ci sono anche le vie di mezzo tra accettare tacitamente tutto e prendere in mano la mazza senza passare dal Via.
          Esempio: un giorno stavo passeggiando in centro storico col mio cane al guinzaglio. Dai tavolini all’aperto di un bar si avvicina un Border Collie slegato…si è fermato a due metri da me (l’ho trucidato con un “Vattene immediatamente”…probabilmente ha capito che non era aria in un modo o nell’altro) per poi cambiare vittima (una signora con due cagnolini da compagnia – sempre legati…istintivamente ne ha preso uno in braccio scocciatissima)…solo a quel punto i proprietari lo hanno richiamato (non si erano nemmeno accorti che si era spostato)….e legato? ma magari…stavano consumando, quindi difficile che il cameriere non abbia notato la mancanza di guinzaglio…ecco, non hai chiesto di legare il cane (ipoteticamente) per non perdere il cliente? ne hai persi altri due….(io ero da sola e non mi sarei fermata a consumare nulla da nessuna parte, in quel momento, però…però era solo un caso che fossi da sola….)….
          non è la prima volta che in quel locale si trova un cane senza guinzaglio (anche all’interno)….se non avessi un cane non mi importerebbe (se educato e tranquillo), ma avendolo…mi scoccia parecchio, più dei bambini maleducati…
          secondo me però è difficile da applicare…non “siamo” più nemmeno capaci di comunicare civilmente. Posso anche capire che il personale debba sottostare alle decisioni del titolare, però io pago e già di cani liberi senza controllo in montagna è pieno, in città…ma anche no, tenetevi cani sciolti e io mi tengo i miei soldi e la libera scelta di come ammalarmi di ulcera…

          • p.s. ma allora quale può essere la soluzione? divieti assoluti di accesso per alcune categorie di esseri umano no, divieti parziali no, divieto aprioristico ai maleducati no, controllo successivo ed espulsione dei maleducati no, libero accesso a tutti nemmeno…
            purtroppo noi non possiamo risolvere il problema alla radice ovvero costringere genitori e proprietari all’educazione (e al controllo – inteso in senso positivo) di figli e cani…l’unica è cambiare locale (quindi di fatto è un problema senza soluzione, se nessuna delle precedenti opzioni è “giusta” o praticabile più o meno ovunque…

  3. Va be’ di solito quando si racconta la propria esperienza diretta ci si riduce a cercare nella memoria i casi piu’ estremi perche’ ci sembrano piu’ rappresentativi del concetto che vogliamo rafforzare. Invece, succome ho la memoria corta, provo a raccontarne uno banale ma se non altro recente cosi’ non devo fare grande fatica.

    Mercoledi sera ho deciso di uscire col crucco per fargli fare un giro con la macchina nuova ritirata nel pomeriggio e andare a fare quattro chiacchere al campo. Per non fare tardi abbiamo fatto tappa per mangiare un hamburger al volo. Il crucco, diciamocelo, e’ proprio un belloccio, purtroppo non mi e’ di grande utilita’ da questo punto di vista ma lui fa strage di cuori soprattutto tra i giovanissimi. Coda ordinata alla cassa, prendo il mio vassoio con birra e panino, mi giro verso i tavoli e mi ritrovo davanti un corridoio con ai lati due file di tavoli con i bambini che avevano gia’ la manina alzata per poter accarezzare il commissario Rex e i papa’ che mi guardavano con l’aria divertita di quello che pensa “adesso ti voglio vedere col cane al guinzaglio e il vassoio con sopra il bicchiere di birra in mano”. I bambini, pur speranzosi come tutti i bambini, sono stati bravissimi e hanno usato la loro manina per “prenotarsi” per dopo, il crucco ha fatto la sua parte da crucco, siamo arrivati felicemente al tavolo con la birra tutta nel bicchiere, io mi sono seduto, lui si e’ messo a terra, io ho mangiato, lui ha avuto la sua parte, ci siamo alzati, abbiamo messo a posto il vassoio, il crucco si e’ fatto accarezzare e ha firmato autografi per tutti. Tutti educati, tutti contenti, nessuno ha sentito l’esigenza di qualcosa-free. Forse e’ vero che a quell’ora in un fast food di periferia ci sono persone che nell’insieme ben rappresentato la piu’ varia umanita’ per le quali la tolleranza e’ piu’ un fatto naturale che non una scelta intellettuale e magari in altri contesti piu’ blasonati e pretenziosi e’ l’intolleranza ad essere piu’ probabile, pero’ il fatto che esiste un’ooferta di qualcosa-free significa che probabilmente esiste un’esigenza sentita. A me piace pensare che sia piu’ l’esigenza di essere dispensati dal doer sopportare la maleducazione, ma mi rendo anche conto che in realta’ l’offerta si rivolge e trova maggior successo presso chi manifesta un’intolleranza egocentrica e basta. Una deriva abbastanza pericolosa.

  4. Qualche giorno fa ci siamo trovati in pizzeria tra frequentatori di un campo cinofilo. Una ragazza è arrivata più tardi con la sua cucciola di boxer. Non aveva la museruola che le hanno richiesto ma nel locale c’erano altri cani senza la museruola quindi, giusto o sbagliato, o tutti o nessuno si è unita a noi. A fine serata (quando ormai era chiaro che il cane era buonissimo) credo il capo camerierie si è giustificato per aver insistito che avesse la museruola dicendo che una bambino avrebbe potuto spaventarsi e farsi male (..?).. e che loro dovevano assicurarsi che non ci fossero incidenti.. tutto ragionevole.. salvo poi servire carne passata nella farina a una nostra commensale celiaca che, per fortuna, se ne è resa conto prima di mangiarla… e non scusarsi per questa chiamiamola svista.. io non ho nulla contro i bambini e, avendo tre cani (di taglia media grande), non penso di portarli tutti insieme contemporaneamente al ristorante.. vorrei solo che ci fosse lo stesso rispetto e riguardo verso tutti.

  5. Dalle mie parti ( Palermo) non mi é mai capitato di trovare locali vietati ai bambini, a dire il vero, pochi i casi di assoluto divieto ai cani, sarà anche che i locali sciccosissimi da abito da sera sono io a evitarli. Personalmente, se ne avessi modo, metterei un bel po’ di divieti di accesso ai maleducati di ogni età, razza, sesso, religione etc. in parecchi posti.

  6. mah…che dire?ho quasi 52 anni e non mi è mai passato per la testa di volere un figlio, ciò nonostante mi piacciono molto i bambini, ne ho sempre avuti intorno e mi piace trovarmi in un ambiente in cui i bambini sono presenti. Come molti prima di me hanno scritto, non sono i bambini il problema bensì i genitori che -attenzione- spesso più che accondiscendenti sono disinteressati…se ne fregano proprio se il loro figlio gironzola per il locale e tritura le gonadi agli altri avventori. Idem come sopra per alcuni proprietari di cani, claro! Quel che penso io però, è che mi fa molta tristezza vedere che la nostra società continua a risolvere il problema della convivenza “tra diversi” costruendo ghetti in cui mettere – o dai quali escludere- questa o quella categoria. Davide chiede che ne pensiamo? ebbene io penso che il “qualcosafree” non è la soluzione; chiaro che son contenta se trovo un luogo dove portare il cane e son sollevata se non devo sciropparmi un pranzo con orde di ragazzini+madri urlanti. Ma non è la soluzione, ripeto. Così si rischia di sdoganare la maleducazione: dove non c’è il …free si fa il cesso che si vuole. Eh no! Ricordiamoci che siamo nell’era del tamarro col kanekiller, ma anche nel periodo in cui i genitori denunciano gli insegnanti per i voti dati ai figli. Ma a questa gente da dove gli arriva tutta questa arroganza??

    • Cara Daniela, il tuo commento sarebbe da incorniciare! E lo dico da proprietaria di cane, mamma di una bimba di 18 mesi e insegnante!
      Sono d’accordissimo che il problema non siano cani o bambini in sé e che i locali “free” siano solo una soluzione di comodo all’interno di una società sempre più allo sbando. Premesso che non ho mai amato molto i bimbi degli altri, ammetto però che da quando sono mamma la mia visione dei pargoli sia un po’ cambiata. Ciononostante continuo a non tollerare la maleducazione, soprattutto quella di cani e bambini che però, alla fine, non hanno che pochissima colpa… E da insegnante e moglie di un insegnante di scuola superiore non posso far altro che confermare che viviamo in un periodo in cui, se ci si azzarda a dire all’alunno che se continua a non studiare rischia la bocciatura, il giorno dopo ti ritrovi a scuola il genitore con tanto di avvocato che ti vuole denunciare per aver minacciato il pupo!
      Siamo alle solite: menefreghismo, maleducazione e arroganza sono sempre più diffusi, uniti ad un falso senso dell’ “ho sempre e comunque ragione io”. Di fronte a questo, come stupirsi se bambini e cani vengono sempre più lasciati liberi di scocciare il prossimo? Io potrei raccontare decine di episodi con protagonisti bimbi maleducati e smanacciatori, ma altrettanti con cagnetti isterici e flexi-muniti lasciati liberi di lanciarsi in bocca al mio cane…
      La tristezza è che, invece di vedere un miglioramento generale nella società, si finirà con l’avere sempre più locali “free”, che tanto soddisfano solo un bisogno temporaneo ma non risolvono il problema che sta alla base. E chi non lo capisce continuerà a gongolare per nulla….

  7. Sarà… ma io questi bei cartelli vieta-bambini li ho visti solo su internet e non certo sulle porte dei pubblici esercizi…
    Mi sa che è più roba da leoni della tastiera che da esercenti che rischiano la sospensione della licenza e la reputazione del locale.
    In ogni caso il fatto che un sito di cinofili sia pieno di bambinofobi (a cominciare dal gestore) la dice lunga sulla verità di talune affermazioni riguardo agli appassionati di cani…. Mah…..

    • Bambinofoba? Affatto, almeno nel mio caso, senza contare che nemmeno possiedo cani e non ne ho mai avuti. Purtroppo di genitori maleducati corrispondono figli maleducati e questi se ne incontrano spesso. E i dati statistici indicano che non è solo un impressione soggettiva. Certo, bisogna portare pazienza per carità, e infatti la porto… però quando poi si leggono notizie di chi decide di porre cartelli provocatori che non accettano minori nei locali, posso benissimo capire perchè lo facciano.

      Sarò anche fortunata ma tra i proprietari di canidi, per ora non ho mai incontrato padroni maleducati. Ovvio, questo non significa che non ce ne siano. Lei stessa ha riportato degli esempi.

    • Capisco che la voglia di far polemica possa far interpretare a proprio uso, gusto e consumo quello che uno scrive, ma il “non aver simpatia per i bambini” non vuol dire essere “bambinofobi”, anche perchè altrimenti avrei semplicemente esultato per i locali “bambino-free” andando in giro con vessilli e trombette.
      Invece, guarda un po’, ho scritto un articolo riflettendo proprio su cosa porti a questi estremi, e puntando sulla riflessione che magari non sia colpa dei bambini (o dei cani) ma semplicemente dei bambini maleducati che poi “spingono” a tollerarli poco tutti.
      Non ho nessun problema a cenare fuori con dei bambini presenti nel locale, ma magari se diventa cenare fuori con il bambino che ti urla tutto il tempo nelle orecchie, corre in mezzo ai tavoli, di sbatte dentro, rompe magari anche le balle al cane che ti sei portato dietro, allora sì, qualche problema in più me lo crea. E non credo si possa definire “bambinofobia”, come dice dolores.

      Quindi mi spiace per la tua disanima psicologica sul “gestore” del sito e sui vari utenti, ma direi che hai mancato di quei 3-4 chilometri l’obiettivo, visto anche che praticamente TUTTI nei commenti fanno presente come il problema sia la maleducazione, e non certo i bambini in sè.

      Ah, i cartelli che vedi solo su internet, sono ben esposti anche in vari locali, se conti che ad esempio la prima volta in cui ne parlammo fu proprio riguardo al divieto messo da un locale di Roma, e che il tema dei locali “chid-free” è stato trattato da diverse testate: ad esempio Repubblica ne parlava nel 2014 (http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/27/news/childfree_no_kids_luoghi_vietati_ai_bambini-77023074/)
      Direi quindi che non si tratta solo di “roba da leoni della tastiera”…insomma, toppato anche qua, sorry 🙂

      • Ecco, appunto, i cartelli del genere finiscono sui giornali (nel 2014!!!) , fanno un po’ di ammuina, e poi spariscono, in quanto, appunto illegali.
        Un esercente può fare filtro in tanti modi verso categorie che non lo aggradano per motivi suoi -bambini, nonnette , poracci… ma il cartello no, non lo può mettere… il cartello “childfree” “nonnettafree” “poracciofree” ti fa semplicemente chiudere il locale per un tempo a discrezione delle autorità. Si informi un po’ di come sono finite le storie che escono sui giornali! Al netto del dibattito di quelli che “purtroppo- nessuno -mena -più- i bambini -quanto- servirebbe- ai- miei- tempi- felici- mio- padre- mi- crepava- di- mazzate”, i cartelli sono spariti, perchè inammissibili.
        Sorry!
        Lei, personalmente, ne ha mai visto UNO dicasi UNO sulla porta di un locale?
        Invece il cartello “vietato l’ingresso ai cani” non è ancora stato dichiarato fuorilegge. Fino a poco tempo fa era OBBLIGATORIO in molti casi, ora non lo è più, ma la discrezionalità è ancora ammessa. Certo che la cacatona da Decathlon ….

        • Ci finiscono anche nel 2016 (!!!), a dimostrazione che sono un’invenzione dei “leoni da tastiera”, tutto il resto non c’entra nulla, non si sta parlando di quanto siano leciti o meno, si sta parlando del fatto che è una tendenza che sta prendendo piede e che già lo ha preso in diversi luoghi dove magari è anche consentito il cartello.
          Non per niente il caso di gennaio 2016 è nato proprio dal cartello esposto dal locale.
          Sulla questione del diveto di accesso ai cani la faccenda è po’ più complessa, ma abbiamo già pubblicato un articolo più approfondito e curato da un avvocato a questo indirizzo https://www.tipresentoilcane.com/2015/06/25/i-cani-nei-luoghi-pubblici-quali-sono-le-regole-da-seguire/ quindi non sto a entrare nel merito.
          La “cacatona” da Decathlon cosa vorrebbe dimostrare, che ci sono anche i cani maleducati e che magari questi potrebbero motivare ai divieti di accesso ai cani? Spero non intendessi questo, perchè è esattamente ciò che ho scritto nell’articolo che tanto stai criticando 😀

          • Il fatto che il raro caso finisca immancabilmente sul giornale…. le dice niente??
            Sono comunque casi sporadici, provocazioni gratuite, paturnie senza particolare fondamento che generano ammuina social e morta lì.
            Ma spero che ancora non siamo nel mondo in cui una cosa del genere potrebbe venire codificata da un punto di vista normativo.
            Il cartello REGOLARE “Vietato l’ingresso ai bambini ” Art. 1 Legge 111 D.P.C.M 222 spero bene che non lo vedremo MAI!!!
            Poi… intendiamoci… se ora mi telefonano per riservare un tavolo per 32 per la cena di Natale della 5a B… ci penso un attimo prima di dire che abbiamo posto…
            Il raduno di 32 proprietari di bulldog, credo che… ehmm… non avei posto di sicuro! Ma se volessero riservare TUTTA la sala, benvenutissimi!! I proprietari di cani senza bambini mediamente spendono assai di più che le famiglie!
            Una tripla passata con la lava pavimenti dopo la cena e via!

          • Signora Peppina, perchè è così aggressiva? cerchiamo di discutere pacatamente senza inalberarsi, suvvia. Qui nessuno vuole creare ghetti o che, ne tanto meno vogliamo trovare cartelli nazisti del genere “qui non entrano cani ne Italiani”, si sta solo riflettendo su un fenomeno che sta prendendo abbastanza piede (anche senza cartelli).

        • Io, al contrario, ho visto un locale ProBimbi. È un locale in cui c’è uno spazio destinato alla ricreazione in modo che le famiglie possono mangiare tranquillamente coi pargoli occupati a fare altro. È nella mia città ma non ricordo il nome. Evidentemente se è stato ideato e creato concretamente è parchè molti ristoranti sono ControBimbi…

    • Quasi 20 anni fa mi ritrovai, all’epoca avevo circa 6 anni, a pernottare due notti in un hotel in (se non ricordo male) toscana.
      Eravamo fuori stagione, praticamente c’eravamo noi e un’altra famiglia…
      A quanto mi dicono quando mia madre chiamò per prenotare e disse di avere due bambini il proprietario storse il naso, disse che i banbini non li accettava… ma alla fine, giusto perchè eravamo fuori stagione, diede l’ok.
      Saltò poi fuori, una volta arrivati e chiacchierando, che aveva messo questo “divieto” dopo diversi “incidenti” capitati coi bambini, il più grave del quale aveva visto la distruzione del pannello di controllo dell’ascensore (!!!), con tasti staccati e dispersi, da parte di pargoli di età compresa tra i 5 e i 10 anni circa.
      Per cui i cartelli non sono un’invenzione di “leoni della tastiera” e non sono neanche la nocità che sembra.

      Per il resto, a me piacciono sia bambini che cani.
      Però come mi arrabbierei se dovessi far colazione con il cane seduto al tavolo accantoche abbaia tutto il benedettissimo tempo, così mi girano quando (perchè la prima non mi è capitata, questa sì, molto volte) vado al cinema e il pupo seduto dietro di me passa tutto il benedettissimo tempo a tirarmi i capelli.
      Non credo si possa chiamare ne cinofobia ne bambinofobia, è “allergia” alla maleducazione.

      • Come esercente ti dico che mi capita di dire “non abbiamo più disponibilità” se un tipo di cliente non mi convince.
        Ma sono consapevole del casino che ti può creare un cliente se gli neghi l’accesso esplicitando che lo fai perchè è bambino, vecchio, di un determinato paese ecc ecc. e avrebbe pure ragione eh…
        Mica viviamo nel far west!
        Non è che siccome mi ha scippato un magrebino posso scrivere sul mio locale ” magrebini non ammessi”, spesso i gruppi di nostri gggiovani ospiti tornano stra-fatti e hanno la simpatica abitudine di vomitare dove capita, ma non posso mica scriverlo su un cartello eh che i diciottenni non li voglio tra i miei clienti!!!

        Cioè… ma stiamo scherzando??
        Ma davvero vi piacerebbe vivere in un posto in cui ad un esercente è consentito prendere e mettere lì un cartello in cui rifiuta categorie umane a sua discrezione?
        Ma pensate un po’ se nella categoria ci finite voi! Non è mica bello eh!
        Per i cani il discorso è diverso proprio alla base (ancora) non sono equiparati agli esseri umani da un punto di vista della legge (e del buonsenso)

        • Peppina, nessuno sta esultando per nessun cartello e nessuno li sta considerando giusti, ti si sta semplicemente dicendo che hai sbagliato l’interpretazione di articolo e gran parte dei commenti, eche non si sta manifestando un’allergia ai bambini tout court ma ai bambini maleducati e che di conseguenza la “bambinofobia” tout court l’hai vista solo tu.
          E si sta facendo notare che i bambini non ammessi non sono ‘sta invenzione dei “leoni da tastiera”, cartelli o non cartelli.

  8. Nonostante io sia una che apprezza/sopporta di più i cani dei bambini piccoli, francamente non capisco questa necessità di portare sempre tutti ovunque.
    E’ davvero necessario, portarsi dietro cane(i) o bambino(i) molto piccolo(i), quando si va fuori a cena/a fare shopping ecc?
    Io sono abbastanza convinta che entrambi cani e bambini si rompano abbastanza le balle a far certe cose. (Poi lo so..Ci sono le eccezzioni ecc..)
    Ora…Io capisco che uno magari non abbia sempre a disposizione la baby-sitter/nonna/nonno/sorella/fratello che possa occuparsi dei figli, per cui ci sta che dei genitori cerchino di provvedere al meglio che possono…Però, francamente, io non vedo perchè uno debba andare che so…fuori a cena, e debba necessariamente portarsi dietro il cane o il figlio piccolo-piccolo.
    Il cane sta sicuramente meglio a casa propria (voglio dire…per passare due/tre ore fermo a dormire sotto ad un tavolo, lo può fare anche a casa. Almeno lì non sente in continuazione odore di cibo che non può avere..) ed i figli piccoli-piccoli….Bhe…O dormono, o vogliono fare cose.
    Portarli al ristorante e chiedere loro di stare seduti, fermi, composti e di stare a voce bassa per due/tre ore di fila, è una specie di “tortura” per loro..Si annoiano. Dubito che gli freghi qualcosa dei discorsi che fanno gli adulti.
    E a questo punto, non è più semplice affidarsi ad una baby-sitter o ad un parente? E lasciare il cane a casa quando si esce?
    So che suona molto acido da dire, però..

      • Io invece no. Certo che cani e bambini si annoiano se li si costringe a subire un pranzo della festa con tutto il parentado, ma qui si tratta piu’ che altro di avere il senso della misura. Se voglio poter andare al mare con la famiglia e cenare in albergo e’ necessario che mio figlio impari a stare composto a tavola per la durata di un normalissimo pasto e questa non e’ tortura ma banalissima educazione. Sarebbe tortura se lo trascinassi alla cena degli ex compagni di liceo dove si sta a tavola per quattro ore a ricordare come eravamo, ma un bimbetto che sparisce sotto le gambe degli altri tavoli prima che sia arrivato il suo piatto di pasta non e’ un poveretto che si annoia, e’ un disadattato che si ritrovera’ le vetrofanie all’ingresso del ristorante con la sua immagine e la scritta “io non posso entrare”.

        Io per lavoro sono spesso costretto a mangiare fuori e, mangiando da solo, mi spiccio nel minor tempo possibile, ma nella quasi totalita’ dei casi la scena tipo all’arrivo della famigliola e’ piu o meno questa:

        prima che si siano seduti tutti la moglie sta gia litigando ad alta voce col marito perche’ non si e’ ancora fatto valere col cameriere dicendogli di servire immediatamente suo figlio.

        il cameriere che gia’ sente aria di guai cerca di fare in modo che se ne vadano il prima possibile e porta di corsa acqua, cestino del pane e grissini;

        la madre chiede che le vengano portati immediatamente per il bambino spaghetti con poco pomodoro e patatine fritte;

        prima che gli spaghetti arrivino il bambino ha gia’ aperto tutti i pacchetti di grissini e li ha ammollati in un bicchiere d’acqua;

        all’arrivo della pasta il cameriere deve cambiare la tovaglia sulla quale il pappone di grissini ed acqua e’ stato spalmato nel modo piu’ creativo possibile;

        il bimbetto pianta le mani negli spaghetti quindi a forza di batterlo sul tavolo senza che nessuno gli dica niente rompe il piatto;

        a questo punto la madre si giustifica con l’intera sala dicendo ” e’ piccolo, poverino, si annoia…” e spedisce il bambino a giocare e il gioco migliore e’ stampare le proprie mani fatte di sugo sulle tovaglie degli altri che giustamente protestano e dicono “signora venga a riprendersi suo figlio”;

        la madre se la prende col marito, che nel frattempo non sa piu’ dove andarsi a nascondere, perche’ secondo lei non ha le palle per difendere sua moglie e suo figlio;

        il cameriere arriva con passo da centometrista con un provvidenziale fritto misto e le patatine per il bambino, la donna si esibisce in un belluino “Francesco…. dove sei? Vieni ammmoooore che ci sono le patatine!!!”, il bambino arriva non si sa piu’ da dove, la madre gliene da’ due perche’ di piu’ gli fanno male poi lei e il marito fanno pace davanti al fritto misto;

        io approfitto dell’attiimo di quiete, chiedo il conto e me ne vado fin tanto che la mia camicia e’ salva ringraziando tra me e me i miei genitori che mi hanno insegnato a stare a tavola in modo dignitoso portandomi con loro perche’ se fossi stato al posto di quel bambino, sarei andato a letto con la pancia vuota proprio come fara’ lui questa sera.

        • nel mio locale ‘ste cose non succedono quasi più. E quasi mi mancano… guardi…
          Patatine e pasta in bianco (Gianfilippo è allergico al pomodoro!) vanno sempre forte, ma non si sono ancora seduti che i genitori “escono” i cellulari et simili e i bambini si incollano lì. Compresi quelli in passeggino (!). Bon. spariscono.
          Ho visto bambini grandicelli, tipo di 5 anni eh…. IMBOCCATI mentre giocano al tablet.
          Fino a poco fa la cosa tipica era che giocassero nell’area giochi esterna fino all’arrivo delle ordinazioni, adesso molti restano lì incollati. Qualcuno più grandicello gironzola a caccia di Pokemon
          Una tristezza!!
          Drasticamente diminuiti pure i bambini urlanti in piscina. Ne vedi a mucchi sui lettini attaccati a qualche tablet.
          Anche se mi facevano dannare, giuro che li preferivo… vivi….

          • Quanto è vero tutto ciò!
            Da bismamma e proprietaria di cane (una crucca come Nerofumo) voglio poter trascorrere del tempo con tutta la famiglia. Ovvio che il cane al ristorante se posso evito di portarlo ma se sono in vacanza per esempio cosa posso fare? Per quanto riguarda i figli non ho mai concepito il concetto di mollarli a terzi per poter trascorrere una serata tranquilla. Passavano già tutta la giornata tra asili e nonna quando non lavoro i figli me li guardo. Chiaro però che questo non significa ignorarli. Poi è anche vero che ci è capitato di litigare con i nostri stessi compagni di tavolo a causa dei figli, ma perché io non permettevo ai miei di alzarsi da tavola e disturbare altri clienti oltre che intralciare il lavoro dei camerieri loro invece sì. Però la regola non ci si alza da tavola finchè non si ha finito di mangiare vigeva e vige tuttora anche in casa…..credo che alla fin fine sia questo a fare la differenza. Poche regole ma chiare e inderogabili. Oggi che hanno 14 e 16 anni continuano a rinfacciarmelo che gli altri potevano fare ciò che volevano e loro no ma iniziano anche a capire i motivi della nostra rigidità.

          • Sono d’accordo! Ho un bambino di sei anni che ha imparato a comportarsi bene a tavola, merito anche di tanti locali che mettono a disposizione aree di gioco/disegno.
            Perchè c’è da dire anche che se molti più locali mettessero a disposizione aree apposite per i bambini credo che sarebbe meno frequente vedere pargoli urlanti scorrazzare tra i tavoli.
            Personalmente, ogni volta che vado a cena fuori con il mio bambino, da quando era piccolo mi porto dietro vari giochi, libri o fogli da disegnare e colorare che facciamo insieme per passare il tempo e sconfiggere la noia, esattamente come mia madre faceva con me.
            Quindi capisco bene quanto sembra surreale vedere tutti i bambini incollati ad uno schermo!
            Ovviamente non mi sogno neanche di tenerlo seduto 4 ore ad ascoltarmi chiacchierare, ma almeno non sono limitata se voglio passare una serata fuori a cena con la famiglia.
            Ripeto, credo che spesso stia anche nella gestione del locale.

          • Si’, direi che ci sono due categorie: quelli neo melodici, che sono sostanzialmente i tamarri over-30 con moglie vestita di lustrini e paillettes, zeppa vertiginosa e french manicure d’ordinanza, lui camicia di raso sbottonata quanto basta per esibire la catenina della comunione che “escono il tablet” per il bambino ancora prima di ordinare, e i new age con moglie vestita di maglione sformato, gonnellone marrone, calza verdone ottocento denari e sandalo francescano, lui con l’aspetto di un prete operaio degli anni settanta che sguinzagliano i figli come se fossero una muta di Jack Russell perche’ devono sperimentare ed esplorare.

            I primi se si devono lamentare si lamentano se non c’e’ la wireless e i secondi se non c’e’ l’area giochi con i giochi in materiali che al tatto restituiscano vibrazioni positive. Entrambi non si pongono minimamente il problema di insegnare ai figli a stare a tavola per ia durata di una pizza che poi e’ un problema dalla soluzione elementare visto che ce n’e’ solo una: per insegnare a un bambino a stare a tavola bisogna metterlo a tavola e farlo mangiare insieme agli altri, adulti o bambini che siano. Mangiare, usando le posate come tutte le persone normali, e nient’altro.

  9. Be’, la rivalsa dei cinofili che godono nel veder bistrattati i genitori con bambini al seguito dopo essere bistrattati a loro volta per l’aver al seguito i cani, ha un po’ il sapore del mal comune mezzo gaudio.

    E’ vero che per colpa di pochi ci rimettono tutti. Ma sono poi cosi’ pochi quelli ad averne colpa? Direi di no. Se e’ vero che alla fine si tratta di educazione e atteso che piu’ o meno tutti pensano di essere ben educati, ci dev’essere qualcosa che non va. E’ che la pedagogia creativa ciclicamente ritorna e siccome le mode tra pedagogia e cinofilia si rincorrono, va a finire che a un ciclo dell’una segue un ciclo dell’altra.

    Il risultato e’ che ci sono bambini allo stato brado con genitori che pensano che se non li si lascia “liberi di esprimersi” andando a correre sotto tutti i tavoli della sala subiscono un trauma e poi bisogna portarli dallo psicologo dei bimbetti a cui e’ stato impedito di alzarsi da tavola prima del tempo.

    Sulla falsa riga e inclinazione di pensiero ci sono cagnetti allo stato brado con proprietari che pensano che se non “liberi di esprimersi” rosicchiando le scarpe di tutte le persone sedute agli altri tavoli subiscono un trauma e poi bisogna portarli dallo psicologo dei cagnetti a cui e’ stato impedito di vagare per tutta la sala.

    Sembra che rincorrendosi nell’ispirazione del momento, le due categorie di seguaci alla spock finiscano poi per criticare l’una i sistemi dell’altra ed entrambe i falimenti di entrambe. Mi padre, che di pedagogia non sapeva nulla, quando si andava da qualche parte sentenziava: “non ci si alza da tavola fino a quando non hanno finito tutti”; io, che “son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato” per non sbagliare ho detto e fatto altrettanto sia con i bimbetti che coi cani ed il risultato e’ che, cosi’ come capitata a mio padre allora, capita anche a me tuttora che qualcuno si avvicini e mmi dica “come sono obbedienti, sei proprio fortunato!”.

      • la carenza dello sculaccione educativo effettivamente c’è, ma anche un po’ di tolleranza e non pretendere di vedere soldatini composti da parte di noi adulti mi sembra il minimo. poi ognuno la veda come vuole. i miei figli ormai son grandi e i divieti non mi toccano, e se non ho voglia di sentir casino per una sera evito le pizzerie con la ludoteca incorporata.

          • si torna al discorso dell’educazione pura e semplice.Un cartello col divieto per i bambini è e rimane volgare. Un gestore di un locale sa come tenere lontani i bambini senza dover affiggere un cartello. E sa anche come tenere a bada un gruppo di genitori menefreghisti che tutto permettono ai loro figli (cosa che disapprovo) a costi di perdere il cliente conscio che se non interviene ne perderà due anzichè uno. A quei genitori non avrei detto niente, li avrei solo guardati (ha sempre funzionato)

          • Allora forse è tanto che non esci a cena :-P, almeno a me la tendenza media se “guardi” i genitori il cui pargolo sta piantando casino al giorno d’oggi sembra essere ricambiare lo sguardo speso anche con l’aria da “beh, ‘zzo vuoi?”, altro che rendersi conto e richiamare all’ordine il frugoletto xD

        • Sarà che lo pretendiamo dai nostri cani (e ci sentiamo delle merde se non si comportano così) che ci sembra il minimo pretenderlo anche dai bambini 🙂

          • però chi tollera i cani molto spesso non tollera i bambini. E’ qua che si perde il senso delle priorità

          • Si tollerano cani e bambini, sempre quando sono educati. Certo è che se un cane mi abbaia costantemente per tutta la notte in albergo, una lavata di capo ai proprietari è d’obbligo.

          • Ammetto che son molto più prevenuta nei confronti dei bambini che dei cani, ma solo per colpa di esperienze pregresse per cui se posso scegliere fra cenare accanto ad un alano o ad un 6enne, scelgo il primo 🙂

          • Io, molto banalmente, non tollerò la maleducazione.
            Ancor di più quando giustificata sull’altare della “Libertà”.
            Se la gente si ricordasse più spesso, in ogni ambito, che non esiste la libertà assoluta, bensì tante piccole libertà relative..forse e dico forse.. tutti questi scanni ( tra cani, bambini, partiti politici, tifoserie, o quant’altro ) magari manco esisterebbero.
            Ma ne sono cosciente. Mi sto illudendo.

          • @ti-presento-il-cane-8a50bae297807da9e97722a0b3fd8f27:disqus
            beh, io personalmente non tollero nemmeno se un cane altrui è maleducato eh, solo che di solito il cane maleducato comunque difficilmente viene lasciato libero di girare per i tavoli, venire a abbaiarti nelle orecchie o darti spintoni :D, magari fa casino (e ovviamente anche in quel caso ti da fastidio) però è un episodio più raro e di solito anche il più peace&love dei proprietari se si sente gli sguardi addosso di tutto il locale perchè Fufi abbaia da 45 minuti magari uno “smettila” glielo dice.

            Insomma, i livelli di “casino” sono (ovviamente) diversi, aggiungici il fatto che proprio anche per i divieti di accesso ai cani è comunque molto maggiore il numero di episodi in cui trovi il bambino casinista piuttosto che il cane casinista, ed è chiaro che – specialmente da parte di chi si è spesso trovato “vittima” dei divieti magari avendo il cane tranquillissimo ed educatissimo – un po’ di “rivalsa” ci sia, unita appunto al fatto che magari se facevamo casino noi da piccoli, ALMENO un rimprovero arrivava…ma già solo qualche anno fa, quando ero ancora adolescente, non mi ricordo così tanti pargoli liberi di smanacciare tutto in negozi e supermercati, anche facendo danni coi genitori che se ne impippavano altamente.
            Insomma, fino a qualche anno fa vedere volare lo sganassone di turno era tutt’altro che raro: adesso non vedi alzarsi nemmeno dei vaghi rimproveri.

        • C’è una via di mezzo tra il pretendere soldatini composti e accettare bambini lasciati allo stato brado 😀
          Per dire, se i bimbi cazzeggiano 5 minuti, o anche mezz’ora ma senza dar fastidio agli altri, è un conto, lo accetti senza tanti problemi.
          Se il bimbo cazzeggia MA quando esagera viene richiamato dai genitori, lo accetti senza tanti problemi.
          Se il bimbo viene a romperti le scatole e i genitori se ne stracatafottono, anzi guardano con l’aria compiaciuta da “ecco, bravo, da fastidio a qualcun altro”, e il tutto va avanti per un bel po’, è chiaro che le cose sono un po’ diverse 😀
          Infatti è proprio per questo che mi chiedevo da cosa nascesse sentire addirittura l’esigenza di locali “child-free”, quando comunque siamo tutti sopravvissuti in passato alle cene, viaggi e quant’altro in presenza di bambini magari anche un po’ casinisti, ma a quanto pare il problema è proprio che il “bambino casinista senza che il genitore intervenga” sembra diventata la norma.
          Non che sia molto stupefacente se consideriamo che i titoli che capita di vedere nelle librerie relativi all’educazione dei figli sono al 90% dei casi improntati al “non punirlo e non rimproverarlo povera stella”, che è del resto la stessa deriva che sta seguendo la cinofilia (e i risultati si vedono), e che come già detto non è manco niente di nuovo dato che già c’è passato il Dr. Spock (e come già detto in un altro commento, poi non è stato molto soddisfatto dei risultati…)

          • Beh, come ci sono i “cinofili new age”, ci sono anche i “genitori new age”.
            E a me fa un po’ timore ‘sta cosa, non so a voi…

    • Io ricordo che da bambina mia mamma mi faceva portare 2 giocattoli (piccoli piccoli) in croce e arrivata la noia mi mettevo a giocare, seduta al mio posto… avevo un margine di spazio se lo superavo mamma si arribbiava. Ricordo che mi portava sempre ai ristoranti per le “grandi” e “piccole” cene, con il mio zainetto… forse mi portava proprio perchè rimanevo tranquilla coi miei giochini… non sò…però a me piaceva tanto.

  10. Peccato che ci sia un piccolo problema: Un bambino è non solo un essere umano, ma anche un giovane cittadino che gode dei diritti civili di TUTTI i cittadini.
    Il gestore di una struttura pubblica NON PUO’ impedire l’accesso ai bambini/donne/negri/terroni/ciccioni/ Il divieto di accesso può essere giustificato in base a particolari e ben determinati motivi di moralità – salute pubblica- responsabilità civile e pochi altri casi ben specifici.
    Esistono i circoli privati, le case private ma ancora non ci siamo arrivati a permettere una simile bestialità giuridica.
    Per intenderci… il cartello “childfree” nella pizzeria resiste finchè un qualsiasi genitore prende nota e va da un’altra parte. Ma alla minima controversia spariscono IMMANCABILMENTE.
    Invece è perfettamente lecita facoltà di impedire l’accesso ai cani o altri animali nella proprietà privata.
    Allo stato attuale lo status giuridico del cane e del bambino/donna/negro/terrone/ciccione sono ancora ben diversi. E per fortuna!
    Rassegnatevi!!

    • Si è vero. In Italia è così. In Germania dove questa cosa ha preso piede, che io sappia non ci sono stati problemi. Ci sono Hotel specifici per coppie senza figli, dove famiglie con minori non sono accettate. Le coppi con figli hanno migliaia di hotel e locali dove sono tranquillamente accettati. Un po come le zone per nudisti, dove non sono accettate persone vestite. Comunque l’implicazione potrà anche sembrare giuridicamente inaccettabile, però è ciò che chiede chi frequenta quel tipo di locali.

      • Gestisco una struttura ricettiva.
        Nella mia esperienza i peggiori in assoluto sono i grupponi di gggiovani.
        I bambini attualmente li vedo più che altro ipnotizzati per ore su qualche cellulare – I-pad o simili e preferivo quasi quando facevano casino.
        I cani sono un vero problema perchè spesso dotati di padroni non tanto maleducati (sono una minoranza) ma felicemente ed assolutamente inconsapevoli che no, il cane in piscina non ci si può buttare anche se è carino e non “disturba”, no non può usare i lettini della piscina come cuccia.Ecc. ecc. ecc. Lo dici con tutti i garbi dovuti al cliente pagante e cadono dalle nubi, e si risentono.
        Risultato da questa stagione i cani non sono ammessi nè alla zona piscina nè alla zona ristorante e dall’anno prossimo, temo che anche nelle stanze ci sarà da vedere….purtroppo ho avuto brutte esperienze .
        E credimi, a nessuno piace rinunciare a potenziali clienti.

        • Aggiungo che forse, ad un “certo tipo di clientela” può anche non piacere condividere la sala con gente vestita da Oviesse e Kiabi.
          Ma diciamo che è un problema loro… no?
          Idem dicasi i bambini.

          • pur condividendo il tuo pensiero dal punto di vista etico e morale, è quanto meno evidente che alcuni gestori hanno trovato il modo di segmentare il mercato e rivolgersi ad una clientela più “specifica”. Sicuramente farlo con un cartello di divieto mi sembra molto volgare e irrispettoso verso i “nostri cuccioli”, soprattutto in un paese dove il calo della natalità è un problema reale. Ma in un mondo in un l’egocentrismo fa da padrone, l’ignoranza dilaga, la tolleranza è assente si vede anche questo.

          • Anche la maleducazione di “figliatori” (scucciolatori umani, diciamo) è intollerabile però. Fare figli è anche educarli una volta cresciuti…
            Mi auguro che questi divieti siano la base non per un clima di divieto ma per aprire la mente e responsabilizzare i genitori ad esserlo al 100%.

          • @ti-presento-il-cane-8a50bae297807da9e97722a0b3fd8f27:disqus qui però IMHO si tocca anche un altro discorso, tu giustamente tocchi il tema del calo della natalità, PERO’…non è che ANCHE questo andazzo ne sia in parte causa?
            Una volta la “coppia giovane che pensava di fare il figlio” magari girava, vedeva bambini ciccinicarinibravini e la voglia di fare anche il loro il proprio “cucciolo” aumentava, comunque il fatto di vedere bambini educati, pur consapevoli del fatto che non sarebbe stata una passeggiata, portava a pensare “beh, dai, si può fare”.

            Mi immagino oggi la stessa coppietta che vede bambini casinisti, 11enni che prendono a parolacce i genitori trattandoli da schiavetti, 12enni che pretendono il cellulare ultimo modello per non sfigurare con gli amici, io la capisco pure se magari ci pensa due volte prima di mettersi a fare un figlio….

            E’ vero che ci sono sempre stati bambini casinisti e bambini più o meno educati, però la “percezione media” che hai della cosa finisce inevitabilmente per influenzarti. Poi certo, ci sono tutti i discorsi di difficoltà economica e quant’altro, non voglio certo dire che il vedere casinisti in giro sia il deterrente principale e la prima causa di bassa natalità, PERO’ non credo nemmeno che non sia da considerare parte del discorso.

            Poi sì, ovviamente anche vedere che magari nella tua città fioccano i locali con divieti e quindi pensare “eh, e se facciamo il figlio poi non possiamo andare da nessuna parte?” può spingere alla riflessione, ma se i diveti sono figli della maleducazione, si torna al passo prima 😀

          • Comunque esiste anche il rovescio della medaglia. In risposta a questi divieti, sono nati hotel dove si accettano solo famiglie con figli. Se non hai figli non puoi entrare.

    • Non mi rassegno, perché come pretendo IO di essere cortese ed educata verso gli altri, esigo che anche gli altri facciano con me lo stesso.
      Cosa che tanta gente che mette al mondo figli non si rende conto che urla, grida, corse attorno ai tavoli e così via sono quanto di più fastidioso e incivile.
      Loro devono godere dei diritti? E perché, gli altri sono figli di un dio minore?

  11. C’è da dire che i locali dove non accettano bambini, hanno puntato su un tipo di clientela che vuole passare una serata (o dei soggiorni, nel caso di Hotel) in tranquillità. E come non dargli torto? mi ricordo una cena (una delle tante) in un locale, un gruppetto di bambinetti hanno deciso di darsi alla maratona per i corridoi e i tavoli del ristorante, con noi che mangiavamo. Ad un certo punto la cameriera s’è incazzata ed ha chiesto ai genitori di porre un freno al delirio. Tutto si è concluso bene, ma voglio dire … è dovuta intervenire una dipendente del locale perchè i genitori facessero qualcosa. Non vedono niente!
    Con i cani nei locali, sinceramente non ho mai assistito a scende di maleducazione. Coi i bambini purtroppo … si. Saremmo di sicuro diventati genericamente intolleranti a tutto, ma è anche vero che molti ti strappano la pazienza.

    • Scena con cane in un ristorante: ragazza con barboncino, lui è a terra e lei sta mangiando. Ad un certo punto il cane comincia ad abbaiare forte (che rimbomba in tutta la stanza). La ragazza imbarazzata chiede scusa a tutti, si alza con il cane e esce. Qualche minuto dopo, ritorna con il cane tranquillo e il pranzo riprende (nel frattempo la ragazza ha chiesto scusa di nuovo). Questo è stato il massimo del disturbo che ho assistito in un locale con vicini canimuniti. Succede ogni tanto anche con genitori e bambini piangenti, purtroppo non sempre e gli strilli dei bambini sono una cosa che massacra i timpani :(…

  12. per non dover vedere affissi divieti di vario genere, basterebbe che ognuno si rendesse conto che la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri.
    Questo concetto mi è stato passato dal mio maestro alle elementari ed è una regola che ritengo ancora valida. Purtroppo la continua ricerca di novità e di nuovi modi di vedere fanno perdere di vista i sani principi che, seppur vecchi, sono sempre alidi e indiscutibili, come il principio dei vasi comunicanti, il teorema di pitagora, 1+1=2 ….

  13. Quando sono stata in Germania, i cani erano ovunque, sui mezzi pubblici, nei ristoranti, ma non facevano casino, non abbaiavano a vuoto, non cercavano di saltare addosso agli estranei, e stare al ristorante con un cane sotto il tavolo accanto non era minimamente un problema.

    Per i bambini, se io sto a cena fuori posso anche non voler sentire gridolini e/o pianti ininterrottamente per tutta la sera. O i bambini che corrono per i tavoli, cosa che mi urta particolarmente, perché ricordo benissimo che quando ero piccola mio padre era ferreo sul fatto di rimanere seduti a tavola fino al momento di andare via, proprio per non infastidire il mondo.
    Quando si incontrano quei bambini che stanno buoni e calmi, che non urlano, che non tirano oggetti in giro, non si è nemmeno infastiditi. Mentre sui cani c’è il problema della cinofobia, e di chi li considera sporchi e/o vettori di parassiti e malattie, nessuna persona “normale” inizia ad avere il rigetto al solo vedere un bambino. Di solito si vorrebbe solo un minimo di educazione, rispetto o silenzio.

  14. Il punto principale è sempre lo stesso..
    > tutto dipende da come il bimbo / cane viene cresciuto ed educato! Purtroppo ci sono sempre più genitori / padroni che se ne fregano bellamente ..

  15. 2 minuti fa, sul mio cellulare:
    “Buongiorno sono Serena da Tre, la sua azienda è stata selezionata per una offerta particolarmente vantaggiosa, lei che gestore ha?”
    “Buongiorno Serena! Che piacere sentirla! Anche io ho una offerta particolarmente vantaggiosa per lei: per tutto il mese di dicembre 2 otturazioni al prezzo di una! Lei da che dentista va?”
    “No scusi, cosa mi ha chiesto?”
    “Da che dentista va? Noi offriamo 2 otturazioni al prezzo di una!”
    “Ma scusi a me non interessa la sua offerta!”
    “Ma è molto conveniente! Da che dentista va?”
    “Ma io non voglio dirle il nome del mio dentista, perchè lo vuole sapere?”
    “Per formalizzarle meglio la mia offerta!”
    “Ma cosa c’entra il mio dentista con la mia proposta commerciale?”
    “Ma questa è la MIA proposta commerciale, da che dentisata va?”
    Tut tut tut…
    Ecco, penso sia TUTto qui, nell’incapacità attuale di comprendere le ragioni ed il punto di vista dell’altro, nella miopia del fissare il proprio ombelico e farlo diventare perno di rotazione del mondo, sia quando si è dalla parte di chi dovrebbe moderare le proprie aspettative di libertà, sia quando si è dalla parte di chi potrebbe un poco tollerare

  16. Mi ricorderò sempre una fantastica scena ad una cena di compleanno in un ristorante della Garfagnana. C’era un macello assurdo perché era anche piuttosto grossino come ristorante, quindi il frastuono era già bello imponente. Noi in un tavolo da circa una dozzina di persone, avevamo un palloncino perché era il compleanno di un nostro commensale (tutti sulla 25ina di anni, potevamo permetterci queste “scemate” 🙂 ).
    Arriva una bimba e con nonchalance ci prende questo palloncino.
    Una commensale prende e glielo strappa di mano.
    La bimba torna piangente con la madre, noi immaginando già di dover litigare partiamo prevenuti. Invece la signora si mette ad urlare, sì, ma verso la figliola… “Sei una cretinaaaaaaaaaaa come ti sei permessa di prendere una cosa non tuaaaaaaaaaa!!!” e si è scusata con noi…
    Poi nooo, non si deve essere intolleranti ai bambini. No no. Purtroppo ne conosco pochissimi che si comportano educatamente, a loro e ai relativi genitori va tutto il mio elogio.

  17. caro Davide.. Credo che in questo nostro mondo dove tutto sembra possibile e raggiungibile, dove nessuno sembra essere disposto a qualche rinuncia e anche a un po’ di fatica … sia impossibile non creare piccoli mostri, di qualsiasi specie essi siano. Aggiungendo poi che i ritmi sono sempre più accelerati e lo stress sale sale e sale.. il passo successivo temo sia forzatamente lo scivolare nell'”allergia” a qualcuno o qualcosa. Senza riprenderci valori e principi sarà dura.. Molto dura!!!

  18. Il problema per i bambini è semplice: la maleducazione di pochi (o molti) danneggia tutti. Quando il venerdì sera dopo una settimana di lavoro andiamo nella solita pizzeria, se ci deve mettere vicino ad un tavolo con bimbi (o peggio c’è qualche festa di bimbi) il proprietario ci dice “scusatemi” perchè sa che probabilmente verremo disturbati, non si è mai scusato per metterci accanto a cani (e non siamo mai stati disturbati, devo ammettere che al ristorante i cani della mia città son molto educati anche se per regolamento comunale neanche potrebbero entrarci in pizzeria…).
    Per i cani il problema è la cinointolleranza, che non è fobia, è il non volerli proprio vedere in giro. Ne era affetta la mia mamma, se in un tavolo accanto a lei c’era un cane anche di quelli che se non lo vedi non sai se c’è lei era contrariata (e per fortuna che non conosceva il regolamento comunale…)
    La soluzione è sempre e solo una: educazione. Dei figli, dei cani e alla tolleranza verso il prossimo perchè così come la mia mamma faceva uno sguardo schifato ad ogni cane, io mi rendo conto che faccio uno sguardo da Erode ad ogni bimbo…e non è giusto

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