sabato 16 Marzo 2024

Il dobermann è nei guai: rischia l’estinzione nel 2040?

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Davide Beltrame
Davide Beltramehttps://www.tipresentoilcane.com
Figlio di Valeria Rossi dalla nascita, creatura mitologica a metà tra uomo e cane, con tratti bestiali dello yeti. Solitamente preferisce esprimersi a rutti, ma ogni tanto scrive su "Ti presento il cane" (di cui è il webmaster, quando e se ne ha voglia). La sua razza preferita è lo staffordshire bull terrier, perché è un cane babbeo che pensa solo a mangiare e a dormire. Esattamente come lui.

di DAVIDE BELTRAME – Ci hanno segnalato un articolo intitolato “Un aggiornamento sullo stato genetico del Dobermann Pinscher“, che è al tempo stesso molto interessante e molto preoccupante, relativo alle condizioni genetiche del Dobermann, in particolare riguardo alla cardiomiopatia dilatativa.

Stanno allo studio in questione, attualmente il 60% della razza è affetto dalla patologia, di cui il 13% entro i 6 anni e più del 40% entro gli 8 anni.
La cardiomiopatia dilatativa è letale: il cuore smette di funzionare, spesso anche in assenza di sintomi, il cane semplicemente cade morto a terra, magari mentre sta giocando o facendo una corsa.
E’ facilmente intuibile quanto il problema sia rilevante: in un articolo precedente, sempre relativo a questo problema, veniva mostrato un video dove un doby sta giocando nel prato e cade improvvisamente a terra. Non lo inseriamo volutamente, lo dico solo per ribadire che purtroppo “cade morto a terra” non è un’estremizzazione scritta dall’autore del pezzo originale per fare colpo, è veramente ciò che succede.
Di seguito, il grafico del manifestarsi della cardiompatia dilatativa in base all’età:

L’aspetto preoccupante è la crescita di questa patologia: secondo i dati, nel 1990 l’incidenza della cardiomiopatia dilatativa era del 25%, da allora è aumentata di circa l’1.5% all’anno e da qui il dato allarmante con cui abbiamo intitolato l’articolo: entro il 2040 il rischio è che la totalità dei dobermann sia affetta da questa patologia, portando conseguentemente all’estinzione della razza.

Il grafico, secondo l’articolo, dimostra come le misure preventive adottate finora dagli allevatori non siano state sufficienti:

What are we doing to deal with this problem? Breeders are routinely monitoring their dogs for the electrical abnormalities that are signs of DCM. They are trying to select from lines that appear to be less afflicted with the problem. However, the question nobody seems to be asking is whether it is even possible to rid the breed of this problem through selective breeding. Can better monitoring and ever more selective breeding reduce the incidence of this horrible problem in Dobermans? Is there enough genetic diversity in the breed to “breed away” from DCM?

La traduzione a grandi linee (mi scuso per eventuali imprecisioni) è : “Che cosa stanno facendo (gli allevatori) per combattere questo problema? Gli allevatori monitorano i loro cani per le anomalie che sono segni di DCM. Stanno cercando di selezionare la razza dalle linee che sembrano meno affette dal problema. Tuttavia, la domanda che nessuno sembra porsi è se sia possibile eliminare questo problema attraverso l’allevamento selettivo. Può un maggior monitoraggio o una maggior selezione ridurre l’incidence di questo terribibile problema nei Doberman? C’è abbastanza diversità genetica nella razza per debellare la DCM?”

A questo punto l’articolo parla della “diversità genetica” presente nella razza, il discorso diventa abbastanza “tecnico”: cerco di riassumerlo, invitando sempre a leggere l’articolo originale per maggiori approfondimenti.
In breve, uno dei problemi nel caso del dobermman è la poca variabilità genetica:

A conferma di questo dato, c’è anche uno studio dedicato proprio alla variabilità genetica nel Dobermann, anch’esso evidenziate il problema. Ecco le conclusioni di tale studio:

“This study of 71 Doberman establishes a desperate need for breeders to search the world for pockets of genetic diversity that does not exist in the present population, just as was done by Standard Poodle and Italian Greyhound breeders. Eastern Europe and more isolated areas of Western Europe would be ideal places to search for such diversity. Genetic introgressions <cross-breeding> with similar dogs may be required, but such outcrossing must be based on sound genetic knowledge and careful monitoring of new diversity to see that it is not lost by backcrossing or contained to only a fraction of the breed.”

Riassumendo: lo studio effettuato su 71 dobermman ha dimostrato una disperata necessità, per gli allevatori, di cercare una diversità genetica che non esiste nell’attuale popolazione. Procedimento che è stato già fatto in passato ad esempio per barboncini e piccoli levrieri italiani.
L’Est Europa e alcune aree isolate dell’Ovest Europa potrebbero essere posti adatti per ricercare tale diversità.

Le conclusioni dell’articolo sono le seguenti:
– E’ altamente improbabile che gli allevatori possano migliorare lo stato di salute della razza basandosi solo sul “pool” genetico attualmente disponibile.
– Provare a selezionare solamente “contro” la malattia specifica non sarebbe potrebbe comunque non essere sufficiente in quanto a causa della poca diversità genetica il dobermann non ha comunque un sistema immunitario molto efficace se paragonato ad altre razze.

Secondo l’autore, L’unica speranza per questa razza è l’avvio di un programma di cross-breeding, sotto la guida di genetisti che introducano nuova diversità genetica nella razza. Più a lungo si attenderà per iniziare questo “soccoros genetico”, più sarà difficile che abbia successo.

L’articolo come detto all’inizio è decisamente preoccupante, tuttavia porta numerosi dati a sostegno della situazione descritta e quindi non si può certo definire “immotivato” o “eccessivamente allarmistico”: già in passato alcune razze hanno rischiato l’estinzione e grazie all’impegno degli allevatori sono state salvate, speriamo che sia così anche per il Dobermann e che questo allarme venga colto.

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