sabato 16 Marzo 2024

Vi presentiamo… il Dogo Canario

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di EMANUELE VITOLO e DR. MATTEO SGHERZI – Partiamo dall’etimologia del nome “Isole Canarie” ed introduzione sul Dogo Canario.
Quando si pensa alle Isole Canarie, ci vengono in mente subito sole, mare e costume tutto l’anno.
Ma chi è appassionato di cinofilia, invece, sa benissimo che l’etimologia del termine “Canarie” non deriva dai Canarini (che comunque sono una specie originaria di queste terre) ma bensì dai cani. Infatti, sebbene le origini del nome “Canarie” non siano certe, una delle ipotesi più papabili è che derivi dal termine latino canis (cane).
E fu Plinio il Vecchio ad attribuire per primo questo nome alle “sette perle dell’Atlantico”, proprio per le quantità massicce di cani di stazza che popolano queste terre. Si narra, infatti, che in seguito ad una spedizione ordinata dal re della Mauritania nelle allora isole Fortunate (oggi Canarie) situate oltre lo stretto di Gibilterra, in una di esse gli esploratori si imbatterono in una particolare razza di cani, da cui derivò il nome Insula Canaria, ovvero isola dei cani.

E come avrete intuito, in questo articolo, parleremo della razza canina autoctona di queste isole dove risulta essere un vero e proprio monumento: il Dogo Canario.
Uso la prima persona plurale perché non sarò io, in realtà, a presentarvi questa meravigliosa razza ma lo farò grazie all’intervista gentilmente concessami dal Dottor Matteo Sgherzi: medico veterinario ed allevatore di lunga data, grande cultore della razza.

Salve dottor Sgherzi, ci racconti un pò come è nata questa passione per il Dogo Canario.

Nel 1993 ero in Spagna, presso l’università degli studi di Cordoba, facoltà di Medicina veterinaria e ricordo che un giorno mi trovavo in prossimità del fiume Guadalquivir a leggere un libro di Gabriel Garcia Marquez. D’un tratto vidi vicino a me un cane dall’aspetto inusuale. Forte, possente ma al contempo agile, camminava a passo veloce sul pietroso terreno considerato palesemente impervio come se, però, volasse. Di colore tigrato, mi guardò e dopo un attimo di esitazione continuò il suo cammino incurante della mia presenza. Rimasi sorpreso, ammirato, e confesso emotivamente colpito. Chiesi allora informazioni al mio amico Pedro che mi disse che si trattava del perro da presa delle canarie.
Da quel giorno nacque il mio interesse come veterinario e cinofilo per questa razza che poi si rivelò segnarmi la vita.

Ci parli un pò della storia e delle origini del Dogo Canario: perché si chiama Dogo e non più Perro de presa canario?

Il Dogo Canario detto un tempo Perro da presa delle Canarie, nasce nelle isole Canarie come cane utile.
Fu il frutto di incrocio tra un lupoide “el majorero” e un prototipo tipo bull probabilmente giunto in virtù della presenza di mercanti inglesi che frequentavano quelle rotte. Col tempo ed in base alle esigenze della società fu utilizzato nella maniera più varia da cane da guardia, difesa del territorio e degli animali, ma soprattutto come bovaro, che è la sua attitudine primaria.
Già nel 1994 la Real Società Canina spagnola lo riconobbe come razza e grazie al club espagnol dell’allora perro da presa si iniziarono ad organizzare eventi e manifestazioni atte a farlo conoscere, ma soprattutto a favorire incontri tra appassionati per scambiarne esperienze.
Ma intorno al 1999 la sua fama varcò i confini dell’isola. Sempre di più erano i suoi estimatori tanto che si decise di chiedere il riconoscimento ufficiale alla FCI perché la razza potesse essere riconosciuta nel mondo. In quel periodo fui nominato dal club espanol delegato della razza per l’Italia e grazie a ciò ebbi modo di seguire e quindi conoscere alcuni eventi politici come il suo cambio del nome.
Di fatto la FCI non poteva garantire per una razza il cui nome rappresentasse lo stereotipo di cane aggressivo: la presa.
Fu allora che per poter ottenere il riconoscimento si accettò la proposta di continuare a chiamarlo cane delle canarie ma come Dogo (che sta per cane molosso tipo dogo) delle isole canarie.
Mai nome poteva essere più adatto per il cane delle canarie di Dogo Canario!
Nel 2001 arrivò il riconoscimento provvisorio ma, attenzione, lo standard rimase lo stesso. Ossia il perro da presa continuò a chiamarsi dogo canario ma trattavasi dello stesso cane.
Sui pedigree i figli dei perro erano ora dogo canario. All’epoca comprai un cane campione di spagna Argual di Alacant bull Perro da presa.
I suoi figli nati in casa mia ebbero il pedigree ENCI come Dogo Canario.

Quali sono le caratteristiche morfologiche di questa razza che la differenziano dalle altre razze molossoidi di tipo dogo?

Il Dogo Canario è dunque un cane molosso tipo dogo.
Un mesomorfo brachicefalo privo di sottopelo e dal patognomonico sviluppo dei diametri trasvesi (diamentro bis-acromiano della scapola).
I profili cranio facciali sono paralleli per favorire la massima funzionalità morfologica di respirazione.
Rispetto ad altri dogo come l’argentino, il canario ha meno istinto predatorio ed è pertanto meglio utilizzato come bovaro. Riconosce come tutti gli animali, di qualunque tipo, che vivano abitualmente nel suo territorio non permettendo, però, a soggetti estranei, di violare i limiti della proprietà. Anche i dogo che vengono utilizzati per esposizioni di bellezza devono obbligatoriamente avere grosse doti caratteriali. Infatti, il dogo viene giudicato già nel prering. Si dirige verso il giudice con atteggiamento sicuro, con coda alta, guardando a destra e sinistra ossia dominando la territorialità ma senza dare adito a segni di aggressività o di paura. Sicuro e fiero cammina su e giù con la fermezza di chi ha una grande personalità. Grazie a queste doti innate il dogo canario è considerato una delle razze molossoidi più facilmente addestrabili.

Quali sono, invece, le caratteristiche caratteriali e le sue attitudini?

Da quanto già enunciato precedentemente appare manifesto che un siffatto cane trova impiego in varie situazioni. Come addestramento civile risulta estremamente adatto a difendere persone od oggetti, ma la sua indole che atavicamente manifesta senza necessità di particolari addestramenti è la difesa della proprietà e di chi la abita da estranei, di qualunque specie.
Sul Gargano in seguito al ritorno del lupo è da pochi anni utilizzato con successo per difendere le greggi. Incredibile è il suo attaccamento alle greggi e ai piccoli neonati e altrettanto risoluto è nello scagliarsi contro i predatori che entrano nella proprietà.

Quali sono le mansioni in cui è maggiormente utilizzato? E quali sarebbero, seconde Lei, le discipline cinofile in cui non avrebbe nulla da invidiare rispetto ad altre razze?

In cinofilia si sta già pensando di utilizzare dei test di lavoro tipo CAL 1 per controllarne la indole e le attitudini al lavoro. Purtroppo essendo una razza ancora poco diffusa, sebbene in continua espansione, non si ritiene opportuno mettere già troppi criteri selettivi per evitare di restringere la popolazione ritenuta idonea alla riproduzione.
Il miglioramento genetico nella razza sta quindi avvenendo con passo sicuro ma calmo.

Per quanto concerne l’addestramento, Lei è favorevole oppure un Dogo Canario (di buon allevamento) già ha nell’indole l’essere guardiano e difensore e, di conseguenza, non si dovrebbe “fomentare” la sua aggressività interspecifica?

Non dobbiamo dimenticare che in passato il dogo canario fu utilizzato anche per lotte fra cani in virtù del suo cuore da soldato. Oggi per fortuna, grazie anche al lavoro del club espanol e dell’ENCI che ha affidato al Club Italiano Molossi la tutela della razza, il dogo ha una veste nuova ma per poter ottenere una interazione profonda di comportamento occorre creare sempre un forte canale emozionale.
Un dogo andrebbe abituato all’obbedienza fino a circa un anno e mezzo e solo dopo iniziato a lavorare sul guantone o meglio con la tuta francese.
Sebbene sia per indole attaccato all’uomo suo conduttore, il dogo canario in quanto molosso non è un cane da branco e, come amo dire spesso, è bene che si senta come Gesù, onnipotente ma che per lui Dio siamo noi.
In definitiva un cane molto equilibrato ma che se impiegato in lavoro specialistico necessita di competenti addestratori. Se invece vive in famiglia capirà molto presto cosa deve, può o non si deve fare.

Questo è un tema, soprattutto per gli animalisti, molto scottante ma, a mio avviso, merita moltissima chiarezza: sappiamo che la Spagna (patria del Dogo) ha detto sì al taglio delle orecchie e so che anche lei è favorevole. Quindi quali sono, in realtà, i benefici che la conchectomia bilaterale porta al cane? E mi conferma, essendo medico veterinario, che per il cane è assolutamente indolore?

Lo standard della razza prevede che il Dogo Canario possa essere presentato alle esposizioni di bellezza con orecchie integre o amputate. L’ENCI, pertanto, ne permette la presentazione dei soggetti conchectomizzati purché accompagnati da certificato veterinario che ne attesti una esecuzione fatta da un chirurgo, quindi in anestesia generale, e avvenuta per un motivo sanitario.
In seguito alla conchectomia il padiglione assume una posizione eretta consentendo una maggior aereazione del canale uditivo prevenendo alcune forme di otite.
Anche l’otoematoma è praticamente inesistente nei soggetti conchectomizzati ed ovviamente la funzione uditiva viene amplificata per l’effetto padiglione che amplifica i rumori e la capacità di orientare il padiglione aiuta a concentrarsi sull’origine dei rumori. Questi furono alcuni dei motivi per cui un tempo tale pratica veniva attuata.

Altra domanda molto delicata, perché lei è assolutamente contrario al riconoscimento del Dogo Canario con il mantello nero?

Nello standard ufficiale del dogo canario il colore nero non è ammesso. Un tempo, durante la fase di “recuperaciòn” della razza furono presi in considerazione sei soggetti neri. Uno studio genetico dimostrò che il nero non era una caratteristica della razza ma il frutto di meticciamento con altre razze, in particolare di due che quando incociate davano alcuni cuccioli neri . A sua volta , poi il nero nella progenie non si manifestava secondo una qualsivoglia legge o regola genetica. Pertanto in seguito ad una riunione degli allevatori spagnoli dell’epoca il colore nero fu considerato non appartenente al dogo canario.
In seguito uno studio apportò altri elementi a favore di questa tesi. Le caratteristiche delle razze considerate in causa apparivano assieme al mantello nero secondo il principio del linkeege. In seguito a ciò sono già circa dieci anni che questo argomento è ritenuto di inutile discussione.

Chi ha in mente di avvicinarsi a questa razza e vuole prendere un cucciolo, da quali allevatori è meglio diffidare e quali sono invece quelli da prendere in considerazione?

Per chiunque voglia avvicinarsi a questa razza alcuni consigli:
1. non prendere un cane senza pedigree. Una razza rara tipo molosso senza certificazione può rappresentare una tipologia di cane proveniente da incroci con razze simili;
2. non avere fretta. Una razza rara non sempre è disponibile a meno che non sia gestita da venditori che comprano cuccioli per poi rivenderli senza poter dare garanzie sul cucciolo in quanto non proprio. Un allevatore serio che alleva da tempo ricerca il suo ideale di cane e conosce da generazioni i suoi soggetti e propone il soggetto adatto solo alla persona adatta a quel particolare conduttore. In italia il Club Italiano Molossi tutela la razza, organizza seminari e giornate studio per allevatori e appassionati dove si discute dello stato dell’arte e si trovano risposte a domande di allevatori sulla riproduzione , la scelta delle fattrici e quant’altro possa essere interessante per chi voglia saggiamente allevare o prendere un saggio cucciolo.

Ora parleremo un pò della gestione del cane iniziando con una domanda che sta particolarmente a cuore a molte persone: come si comporta il Dogo Canario nei confronti dei bambini di famiglia e, anche, con quelli estranei?

Per quanto riguarda il rapporto tra dogo e bambini il dogo è un cane sicuro, amorevole ed equilibrato e pronto a difendere i bambini da qualunque elemento di disturbo: io consiglio vivamente l’integrazione di un soggetto con bambini . Qualora si tratti di cucciolo il cane ben presto imparerà come comportarsi con gli adulti e come con i suoi cuccioli bambini manifestando un diverso comportamento che nei confronti dei più piccoli sarà addirittura più delicato. Il problema sorgerebbe con l’arrivo in casa di amici dei bambini. Un vero dogo si interpone tra l’estraneo e i piccoli cuccioli di uomo dominando la territorialità senza dare segni di aggressività, ma questo è bene che non accada mai né con un canario, né con altro cane.

Il Dogo Canario può vivere in appartamento (a patto che lo si porti fuori più volte al giorno per farlo correre) o necessita comunque di un giardino? Inoltre è un cane che può venire con noi dovunque (vacanza, giornata al mare, centri commerciali, etc) oppure è sconsigliato?

Sul vivere in appartamento vorrei sfatare un antropomorfismo: il dogo vive molto bene in appartamento.
E’ il padrone che potrebbe non vivere bene se non è disposto ad uscire più volte al giorno col suo cane, a tenere pulita l’intera casa, a vedersi seguire costantemente in casa dal suo cane che morbosamente potrebbe non permettergli di sparire dalla sua vista, o se non vuole trovarsi rosicchiato qualche piede di sedia (evento frequente con qualunque cane cucciolo in casa).
Non dimentichiamo che un appartamento è in genere sempre più grande di un box per cani considerato a norma dalla autorità sanitaria.
Scherzi a parte, conosco tanti dogo che vivono in appartamento ma che hanno dei padroni eccezionali che li portano a correre, a giocare o che giocano con loro in casa.
Per assurdo il cane che vive in casa subisce uno sviluppo psico-fisico maggiore di un cane che vive in giardino perché è continuamente stimolato ad apprendere .
Questo processo si chiama potatura dei neuroni. Esercitando la professione di veterinario, da oltre un ventennio, mi permetto di affermare che il cane tenuto in casa, di qualunque razza sia, è bene riconoscibile da come cammina al guinzaglio e interagisce col conduttore; da come continuamente guarda il padrone e dagli innumerevoli segnali che riesce a comprendere dal padrone e a comunicare allo stesso.

Si può prendere un Dogo Canario come primo cane?

Sconsiglierei di prendere un dogo come primo cane o almeno di formarsi presso qualche educatore durante tale esperienza se non altro perché si sia certi che il cane che desideriamo sia un dogo. Peccato sarebbe se quando il cane diventi adulto non potesse più essere gestito e dovesse cambiare ambiente.

Quali sono, a suo avviso, gli errori che per quanto concerne l’educazione di questa razza non bisogna assolutamente commettere?

Quanto agli errori che più comunemente si compiono è credere che il cane sia un computer. Mordere un ladro è per un cane lo stesso che mordere un parente visto per la prima volta.
Nel primo caso lo si loderebbe nel secondo lo si rimprovererebbe.
Faccio riferimento alla mancanza di socializzazione che il soggetto potrebbe subire e che poi quando si trova ad agire si comporta in modo sgradevole credendo di accontentare il conduttore. Consiglio un legame sempre molto stretto col proprio dogo sin da piccolo al fine di pilotare le sue performance e di canalizzare i suoi comportamenti desiderati esaltandoli.
Più che l’errore frequente vorrei dare un consiglio sull’educazione. Creare col proprio cane un canale emozionale e poi abituarlo a ciò che noi vorremmo da lui.
Allora il cane sarà felice di comportarsi come desideriamo e se volesse confrontarsi con noi come fa un bambino di 5 anni col padre fargli capire che lui non è il capobranco con un severo tono di voce o posizionandolo a pancia in su in segno di sudditanza.

E’ consigliabile prendere un Dogo Canario avendo già uno o più cani? Qual è l’atteggiamento, di solito, che ha nei confronti dei suoi simili e con gli altri animali?

Per chi abbia già altri cani in casa o in una qualsivoglia struttura e decidesse di prendere un dogo canario sarebbe bene prendere un soggetto di sesso differente. Il dogo è un cane sicuro ma che non vuole essere umiliato. Se un altro cane dello stesso sesso dovesse provare a dominarlo ne potrebbe venir fuori un litigio sinceramente poco auspicabile.

Parlando di expo, com’è la situazione in Italia in termini di selezione? Può competere con la madre patria del Dogo Canario per tipicità dei soggetti?

Per le expo l’italia ha una natura veramente sui generis. Essendoci storicamente un forte legame cinofilo con la madre patria, la maggior parte dei soggetti allevati in Italia sono figli di cani presi in Spagna.
Personalmente, sebbene allevi da vari anni , tuttavia accoppio ancora con cani spagnoli non fosse altro perché la maggior diffusione fa si che ci sia un ventaglio maggiore di scelta di riproduttori . Grazie a questo metodo abbiamo in Italia molti soggetti di altissimo livello.

Concludendo, lei non è preoccupato che col passare del tempo, come è successo in molte altre razze, selezionando cani solo per bellezza (e non è il suo caso) si vada poi a perdere carattere, salute e rusticità?

Il Dogo Canario a differenza di altre razze non viene selezionato solo ber bellezza. Nessuno vorrebbe un cane bello di 55 kg e inutile.
Il dogo viene selezionato per le sue doti di cane utile e per le attitudini morfo funzionale. Il Club Italiano Molossi lavora costantemente non solo per tutelare la razza ma anche gli allevatori spiegando primariamente che le mostre servono a far capire agli allevatori quanto e se valgono veramente i propri cani in termini di tipicità e di salute.
Guai se non ci fosse una sapiente cultura cinofila nella razza dogo! Avremmo linee di sangue aggressive e soggetti paurosi. Non si controllerebbero le malattie genetiche. Ovviamente poi, vi sono allevatori che se vincono parlano bene della cinofilia e se, per caso, hanno un dogo nero parlano male della razza, ma di questa gente nella cinofilia non abbiamo proprio bisogno.

Conclusioni.Questa è una razza veramente affascinante e meriterebbe, a mio avviso, una maggiore diffusione soprattutto per la sua rusticità: caratteristica più unica che rara nella maggior parte delle razze canine. Per quanto riguarda la bellezza io credo che il Dogo Canario sia una tra le più belle razze canine in circolazione non fosse altro perché, oltre alla bellezza, ha anche e soprattutto funzionalità: altra caratteristica non da poco oggigiorno.
Come avrete potuto dedurre dalle parole del dottor Sgherzi, questa è una razza destinata solo ed esclusivamente a persone competenti con già cani alle spalle (e per cani si intendono razze toste). Ergo: sciurmari e sciuremarie state non alla larga, ma di più! Questo perché? Perché si tratta di un cane da lavoro forte, potente, fiero, territoriale e dal carattere di ferro. Se invece, nonostante non abbiate mai avuto cani e siete veramente appassionati di questa razza e non desiderate altro e vi siete informati su vita, morte e miracoli, mettete in conto che dovrete affidarvi obbligatoriamente ad un educatore competente in grado di seguirvi. Solo così facendo, se siete veramente motivati e ben disposti, dopo il primo Dogo Canario ne prenderete un altro, poi un altro e un altro ancora. Perché questo è un cane che vive per il padrone, nel vero senso della parola.

Ringrazio di vero cuore per questa intervista il dottor Matteo Sgherzi , titolare dell’affisso “di casa Sgherzi” per la selezione del Dogo Canario, Via Eugenio Montale, 27, 71019 Vieste FG, Italia.

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4 Commenti

  1. A Valeria verrebbe un colpo se vedesse un articolo pro amputazione sul suo sito. Che delusione. Il suo sito è diventato ormai un’accozzaglia di articoli qualunquisti e pubblicità.

    • E’ sempre carino quando provate a giocare la carta quandoceravaleria, evidenzia sempre la vostra sensibilità ed educazione :), al netto di questo l’articolo non è “pro amputazione”, si tratta di una intervista dove l’intervistato esprime una sua opinione in merito. Non pubblicare uno scritto solo per questo aspetto, perchè in disaccordo con qualcosa, sarebbe nascondere le informazioni o peggio ancora censura. Ecco, sì, quella è una cosa che a Valeria avrebbe fatto venire un colpo. Così come la stupidità e l’insensibilità del tuo commento, Sara.

      Poi sicuramente si può discutere del fatto che FCI permetta ancora di presentare soggetti amputati, si può discutere sulle motivazioni date a questa pratica nell’intervista, tutto questo sarebbe lecito. Ma forse era troppo difficile cercare di fare un commento condivisibile invece che insultare il nostro lavoro o cosa scegliamo di pubblicare, vero? 🙂

  2. Ho convissuto per dieci anni con una femmina di perro de presa canario (non dogo) ma di tipo estremamente rustico, da masseria, di allevamento Curto’ di Tenerife. Eccezionale cane da guardia e difesa. Purtroppo dopo un’operazione per tumore alla milza, è morta.
    Ho sofferto moltissimo perché pensavo si salvasse.
    Io non vedo più presa canario, di tipo rustico da masseria, ma dogo da expo.
    Temo anche per la perdita di carattere e funzione, come tutti gli altri cani che erano ma non sono più cani da utilità “vera”.
    Come cane da guardia e difesa era eccezionale, mai addestrata o eccitata con manicotti e/o figuranti, faceva tutto per istinto, grandissima. (non per tutti).
    Saluti

    Corrado/Venezia

  3. Sono davvero felice di leggere di nuovo di nuove razze!!! Mi mancava tanto questa rubrica! E sono contenta di aver fatto la conoscenza del Dogo Canario che, fino ad ora, avevo solo visto di sfuggita su un ring. Adoro i grandi molossoidi e anche questo si aggiunge alla lista dei possibili futuri (spero molto futuri) cani.
    Grazie per l’articolo davvero interessante agli autori dell’articolo e grazie alla redazione per tutto il lavoro che fate ogni giorno nonostante impegni quotidiani.. e futuri…

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