sabato 16 Marzo 2024

Scelta inconsapevole

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di PAOLO POETA – Esistono molte questioni sulle quali c’è grande distanza tra il pensiero comune e la realtà. Nella mia personale esperienza, una tra le distorsioni del vero più ingiuste ed immotivate riguarda il Dobermann.
Questa splendida razza è sottoposta anno dopo anno a selezioni durissime sia dal punto di vista attitudinale che fisico.  Sotto questo profilo, Il Presidente Dott.Polifrone, l’AIAD e tutti gli allevatori si prodigano mossi da autentica passione.
Purtroppo pochissimo di quanto viene fatto, viene percepito al grande pubblico. Il mio audace proposito è quello di mostrare a quante più persone possibile che il Dobermann è un cane che non ha nulla da invidiare al Pastore Tedesco quanto ad intelligenza ed addestrabilità, al Dogo Argentino quanto a coraggio, che è capace di soccorrere un pericolante in acqua tanto quanto un Labrador ed è fedele ed affettuoso come nessuno.
La predisposizione alla difesa per la quale è conosciuto é una qualità importantissima, ma non è certamente l’unica.

Senza voler perdersi in qualunquismi del tipo “è la migliore tra le razze”, anche perché molto dipende da quali siano i criteri di valutazione e di scelta, si può certamente affermare che, nel panorama cinofilo mondiale, questa razza merita uno spazio da protagonista ed una considerazione molto maggiore di quanto oggi le venga attribuito.

Posso affermare di essere stato incredibilmente fortunato ad imbattermi in modo casuale in un esemplare eccezionale, molto vivace e dalle mille attitudini che, nonostante la mia totale inesperienza, ha imparato a fare cose straordinarie.
Insieme abbiamo condiviso ogni tipo di esperienza, abbiamo fatto decine di escursioni tra i boschi di Umbria e Marche durante le quali capitava di imbattersi in tracce di animali selvatici.
La prima volta che il mio giovane Dobermann ha fiutato una traccia, lo osservavo curioso vedendo il suo incedere concentrato, il naso incollato a terra ed il muso che oscillava freneticamente a destra e sinistra ad ogni passo.
Mi ha guidato per circa 1 km dalla radura verso la macchia fino all’incontro imprevisto con una famiglia di cinghiali! Esperienza un po’ traumatica in verità…

Altre volte, in modo molto meno pericoloso, era la mia compagna a nascondersi a qualche centinaio di metri di distanza ed il cane mi guidava per ritrovarla.
Abbiamo giocato sulla neve fresca a 1700mt di quota e nuotato su laghi di montagna.
A 14 mesi era in grado di nuotare insieme a me per distanze di oltre 1 km esibendo uno stile non distinguibile da quello di un Golden, di fare riporti di galleggianti e recuperare oggetti dal fondo a piccole profondità di 40-50cm.
Abbiamo anche condiviso esperienze quotidiane come andare in bici o passeggiare per il corso affollato della città.

A marzo avremo la prova di ZTP, siamo già pronti per l’ADPR (prova di resistenza di 20km cane + padrone in bici) che sosterremo alla prima occasione utile e dal prossimo Ottobre inizieremo il brevetto per cane da salvamento per il quale abbiamo già superato la selezione attitudinale.
In questa mia prima straordinaria esperienza sono stato supportato tantissimo dal mio allevatore Andrea Di Natale (che ormai è anche un amico), da tutta la sezione Adriatica ed in special modo dal suo presidente Gianluca Sanulli, persona dalla squisita gentilezza e disponibilità e non per ultimo, dalla inarrivabile esperienza del preparatore Demis Benedetti.
Queste sinergie sono veramente importanti per “formare un proprietario”, questione che purtroppo è assolutamente sottovalutata.
L’addestratore non addestra solo il cane ma anche e soprattutto il suo conduttore!

Girando tantissimo con il mio amico a 4 zampe, mi è capitato di ricevere molte domande sui Dobermann ed ho potuto verificare quanto sia difficile rimuove le errate convinzioni e le paure quando queste sono radicate nel tempo.
In molti casi qualsiasi tipo di spiegazione risulta insufficiente.

I brevetti per cui stiamo lavorando ed il mio esempio di principiante assoluto (si tratta del mio primo cane!) sono prove tangibili che possono aiutare la famiglia comune a superare questa barriera di diffidenza ed a far comprendere ciò di cui io sono già assolutamente persuaso, cioè che questa non è la razza del cane cattivo che diventa pazzo ma di un compagno instancabile, affidabile ed equilibrato, dalle incredibili potenzialità.
Il criterio di scelta di un cucciolo dovrebbe partire dalla conoscenza dei tratti caratteriali di base di ogni razza, dallo spazio e dal tempo che il proprietario può mettere a disposizione del cane e solo per ultimo dovrebbe essere rivolto ad una preferenza estetica.
La conoscenza di queste informazioni è basilare poter arrivare ad una vera scelta consapevole, la quale conduce ad una migliore futura qualità della vita del cane ma anche e soprattutto del suo padrone che saprà cosa aspettarsi dal suo nuovo amico.

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9 Commenti

  1. Che gran bell’articolo 🙂 ho sempre amato i Dobermann e probabilmente sarà il mio prossimo cane. Sono un fotografo paesaggista e spesso nei weekend mi ritrovo a gironzolare tra i sentieri di montagna. Mi farebbe comodo un amico cane nei sentieri, ma il mio Bouledogue non è in grado 🙂 un saluto

  2. Buona sera forumisti!
    Scusate l’ardire ma qui si incomincia veramente male. No Voi commentatori, ma i gestori del blog.
    – pubblicità non in abbondanza ma in sovrabbondanza, al limite dell’ insopporrabile ma … i siti ( forse costano ) e la pubblicità va dove c’è odiens ma qui di odiens ce ne?
    – quel ” donazione” ( solo 5 € ogni 25 secondi di consultazione ) se la prima volta può attrarre alle 5 rompe i cosiddetti!
    – scrivi un commento e passa come spam perch come replicato proprio im.altri casi dal moderatore/amministratore del sito, è il sistema che in automatico decide.
    Ma trovi scuse più valide e credibili anche da chi di web ed webcomunication ne sa ben poco!
    Spiacente di non poter imparare, non voglio perdere tempo a scorrere pubblicità inframezzate a post interessanti, spiacente che quanto, modestamente e con il masssimo rispetto altrui, espersso sia considerato SPAM, ringrazio tutti e cordialmente saluto chiudendo, e non sbattendo, la porta alle mie spalle. Buona notteeeeee!

  3. Buon giorno a tutti. In primis sono un amante dei cani, di qualsiasi razza o ” incrocio” ma, in particolare dei pastori belga.
    Nella mia esperienza, seppur modesta, ho avuto a che fare con doberman, razza che ho sempre ammirato, principalmente per la sua estetica ( quando aveva coda e orecchie tagliate ) e per il suo carattere.
    Ho incontrato doberman che erano timorosi della loro ombra e doberman che avevano azzannato il loro proprietario ( non chiamerò e vorrei che si smettese di definire ” padrone ” il proprietario di un cane!) eppure con i dovuti modi e con le dovute maniere, seguendo l’indole dell’esemplare, non ho mai avuto problemi di sorte.
    Anche nei pastori belga esiste la specie malin o malinuois che viene definita ” macchina da guerra ” per la sua aggressività, paragonabile se non superiore al doberman.
    Ma indipendentemente dalle doti caratteriali di una razza, contano due cose:
    – 1°: non esistono cani intelligenti e cani scemi, come non esistono cani buoni e cani aggressivi! Esistono proprietari intelligenti e proprietari meno intelligenti: i cani, di tutte le razze, si adeguano a chi a che fare con loro, accettandolo ( sottomissione al maschio alfa ) o dominandolo.
    – 2°: è il proprietario che cresce il suo cane, come dovrebbe fare per un figlio!
    Se frequenta un centro addestramento e lo istruisce con punte o elettrico ( chi frequenta centri addestramento sa a che mi riferisco ) avrà cani aggressivi e pericolosi che “bisogna” saper gestire.
    Se si vuole trasformare il cane in un’arma da difesa … bisogna saperla usare.
    ? Dareste in mano una pistola ad.un bambino? Quanti cacciatori si impallinano per inesperienza?
    Per concludere vorrei ricordare che, per esempio, in Svizzera prima di acquistare un cane, bisogna sottoporsi ad un corso dal quale, oltre ai fondamenti di un buon proprietario di cane, verranno sconsiscliate ed impedite gli acquisti di certe razze in quanto non idonee al futuro proprietario.
    Basta coi bulli di paese, in giro con giubbotti borchiati e con “poveri” cani, con tanto di bandana e collare con chiodi in bella vista!
    Esco con il mio James al guinzaglio perché è la legge che me lo impone ma potrei tranquillamente girare senza in massima sicurezza mia, del cane e del mio prossimo.( Il guinzaglio serve per rassicurare le persone che si incontrano! … sempre che il proprietario sappia che deve fare )
    Ah, per chi dovesse dire “questo parla bene ma chissà come razzola!”, solo per la cronaca, sono stato morsicato,seriamente, ben 4 volte dai miei cani ma … tutte le volte per colpa mia. E le lezioni mi son servite.
    Con le scuse, gli auguri di buon week-end a tutti i cani e loro proprietari intelligenti e meno.

  4. Pur non avendo dobermann, ho frequentato per un anno un campo dove a far da padroni sono proprio loro.
    A parte un caso, i cani erano più vicini alla descrizione di Deni che a quella di Po. Soggetti insicuri, qualcuno faticava a mordere, insomma cani molto delicati anche da punto di vista dell’educazione ma soprattutto dell’addestramento.
    Ma ad ascoltare i loro proprietari erano tutti come quello descritto nell’articolo.
    Quindi, ciò che a volte manca agli allevatori, è un certo grado di obbiettività e poi, quando si sono fatti investimenti anche di una certa importanza per un riproduttore è secante non trarne i frutti il che a tutto a discapito della razza.
    Per dovere di cronaca io ho due rottweiler, e la situazione è migliore solo perchè sono di più, ergo più variabilità genetica. ma per il resto…

  5. Salve a tutti, ho deciso di scrivere anche se mi costa molto farlo.
    Due mesi fa il mio doby è andato via a soli tre anni e tre mesi.Il dolore non conosce consolazione, il vuoto che ha lasciato non può essere colmato.Vivo costantemente la sensazione di non essere nè qui nè altrove, come fossi rimasto sospeso.Non so dove sono.Ogni cosa, ogni azione quotidiana è svuotata.Non mi vergogno a confessarvi che continuo a giocare con la pallina come se fosse qui, la sua ciotola è al suo posto, il suo divano è rimasto così come lo ha lasciato.Il mio dobermann è stato un sogno, un sogno durato poco, troppo poco.Una creatura capace di un affetto, una devozione, una sensibilità struggenti, assolutamente fuori dal comune.Mi manca terribilmente, manca a tutti noi.E’ un dolore che ci devasta.Come accettare la nostra fallibilità dinanzi alla loro perfezione? Il Dobermann per me inizia e finisce con il mio.Mai più.In tanti, allevatori compresi, mi hanno consigliato di prenderne un altro.Il Dobermann, mi si dice, ha bisogno di “padroni” come me…sarà, ma io non me la sento.Come scriveva la nostra amatissima Valeria in uno dei sui veri standard, il Dobermann è un cane di cui non puoi farne a meno, e se proprio hai deciso di farne a meno, è un cane che non si dimentica, mai.Sto cercando in tutti i modi di stringere forte il suo ricordo, non voglio che qualcosa si sfochi.Se posso, vorrei rivolgervi una preghiera: quando accarezzate il vostro Doby ( o qualsiasi altro cane) siate presenti, non fatelo distrattamente, è un privilegio inestimabile, una preziosa concessione che il nostro devoto amico ci sta facendo, cerchiamo di meritarla.Spero solo che almeno un terzo delle carezze al mio cane io le abbia meritate.
    Non ho rabbia, o meglio un pò c’è, ma è l’amarezza che la fa da padrona.Cinofilia cosa significa? Amore verso i cani.A M O R E …capito? Come può definirsi tale il sentimento che ha portato questa razza alle soglie della quasi estinzione ? Come può l’amore verso il Dobermann dettare certi comportamenti? Io rabbrividisco.La si smetta di non capire, si smetta di mettere la testa sotto la sabbia.Questa meravigliosa razza è in serio pericolo…illuminante è al riguardo uno studio riportato proprio in queste pagine alcuni mesi fa.I campionati, le coppe, i piazzamenti sono un felice corollario, ma la sostanza è e deve essere altro.Con che coraggio piegare al virile bisogno dell’uomo di alzare una coppetta la salute del cane?
    Non voglio essere frainteso sul punto, sono ben consapevole di quanto questa razza ( e tante altre) viva per il padrone, e quindi il lavoro con il proprio umano renda felicissimo il doby e rappresenta una delle vie attraverso cui il cane manifesta in modo pieno il proprio essere…ben vengano campionati, gare competizioni ma l’animus deve essere solo e soltanto il SANO rapporto cane-umano suo.Invece assistiamo tristemente a vigliacchi abusi…sino a giungere a sacrificarne la salute.
    Non posso che concordare con quanto evidenziato dalla Sig.ra Deni.E’ una vergogna, è un lerciume.
    La mia speranza, per l’amore che ho verso il mio Doby e verso questa razza unica, è che quei pochi seri Allevatori riescano a ricambiare, nei fatti nelle azioni, l’amore impagabile che queste creature hanno donato e stanno donando nonostante tutto ai propri umani.
    Il mio vuole essere soltanto un grido di dolore, amore e speranza verso il Dobermann….e verso il mio indimenticabile Doby.Mi manchi, sempre.

  6. Complimenti per la sua avventura e per il suo meraviglioso esemplare, avrei qualche riserva solo per il fatto che scuramente lei lavora quotidianamente con questo cane ma dall’articolo questo non lo si percepisce ed alla sciuramaria potrebbe passare il messaggio che il Dobermann sia il cane più duttile del reame.

  7. Mi dispiace molto tornare a commentare su questo sito, dopo 6 mesi di doloroso silenzio, per dissentire energicamente su quanto espresso (seppur egregiamente) in questo articolo. Ma l’esperienza che ho in questo ambito e con questa particolare razza mi porta a dover dire due parole, specialmente in questo particolare momento. Non mi va che delle persone, leggendo questa idilliaca, a tratti veritiera, ma estremamente lacunosa descrizione del Dobermann, intraprendano un percorso che nella maggior parte dei casi si rivelerà doloroso oltre che arduo.
    Io e il mio compagno amiamo i Dobermann e proprio per questo, i due che abbiamo saranno gli ultimi.
    Lei dice che “tutti gli allevatori e l’aiad sono mossi da passione”.
    Sì, per il denaro, nella maggior parte dei casi. Negli anni ho assistito alle porcate più svariate..scambi di cane (o di microchip) per far risultare riproduttori esenti da displasia, morti improvvise tenute nascoste per poter continuare a usare il seme di stalloni malati “ma belli”, privati che perdevano i loro amici pelosi a 2, 3 anni e non una sola volta, ma ripetutamente con ogni dobermann che compravano, e così via…
    E se solo potessi dirle i nomi degli allevamenti da cui provengono, le verrebbe un infarto.
    Sì, perché stiamo parlando dei “grandi” del panorama odierno.
    Esca dal mondo ovattato del club di razza, chieda in giro quanti hanno perso il proprio giovane doby per la cardiomiopatia dilatativa.
    Sì perché posso tranquillamente dirle che nell’ambiente ancora in pochi si degnano di sottoporre ad holter 24h ed ecocardio i riproduttori, nonostante le ipocrite circolari aiad (ipocrite perché… chieda a chi è nell’ambiente da più tempo di lei di chi erano i più famosi riproduttori presenti nel 90% degli attuali pedigree che hanno aiutato la diffusione di questa patologia letale e incurabile).

    Altro punto. L’equilibrio.
    Davvero con un solo Dobermann all’attivo lei si sente di poter affermare che sono cani perfetti? La selezione degli ultimi 15 anni ha prodotto anche molti, moltissimi cani ansiosi, insicuri e diffidenti.
    E anche qui devo dirle che i soggetti a cui mi riferisco escono da un allevamento che ha fatto la storia negli anni 70/80.
    Molti altri dobermann oggi hanno perso completamente l’aggressività (e non è un pregio), non mordono una manica neanche se avvolta nella mortadella e hanno una psiche fragile e ipersensibile.

    Ma vorrei ribadire che il problema maggiore resta la salute.
    Il mio piccolo amico all’età di 7 anni e 5 mesi è vivo solo perché ha la fortuna di abitare con due veterinari che gli fanno il diuretico in vena, gli somministrano tonnellate di compresse e gli tengono l’ossigeno tutta la notte, per impedire che l’edema polmonare causato dal suo giovane cuore malato se lo porti via nel peggiore dei modi.
    E la mattina affrontiamo la giornata con le borse sotto gli occhi e il cuore pesante, sapendo che questa è la battaglia di Don Chisciotte ed è solo questione di settimane, ormai.
    Ho perso a marzo la mia amatissima rottweiler per un osteosarcoma, il mio cuore è ancora in tanti piccoli pezzi che non ne vogliono sapere di rimettersi insieme e adesso arriverà la seconda mazzata, ma stavolta non sarà solo sfortuna.

    E l’altro cane ancora, il mio coccolone, sgraziato doby marrone? è risultato anche lui positivo ai controlli. Una forma per ora sub clinica, che già trattiamo, ma che comunque non gli consentirà di campare fino a 10 anni.

    ZTP, bh, prove ipo, cac, brevetti enci…tutta fuffa se poi gli allevatori non sottopongono i propri soggetti a holter (da ripetere una volta all’anno se attivi in riproduzione! Perché la cardiomiopatia può insorgere a qualunque età e in qualunque momento).
    Sono sinceramente felice per lei se il suo cane è equilibrato e sano (lo sottoponga sempre allo screening di razza dopo i 18 mesi), ma temo che si stia parlando di una delle famose eccezioni che confermano la regola. Se è nuovo del sito, cerchi gli articoli di Valeria sul tema, legga la lettera di quella dolce giovane ragazza che ha perso la sua metà canina dopo appena due anni.

    Il Dobermann è un cane sincero, pozzo infinito di affetto, instancabile giocherellone, predatore eccezionale, dall’intelligenza smisurata, a tratti inquietante.
    Ma se ne volete uno, pianificate con molto anticipo la scelta, non abbiate fretta nella ricerca, provate anche a ignorare i grandi nomi e cercate quei pochi allevatori/allevatrici (vi garantisco che ce ne sono, lo so per certo) che vi forniranno senza indugio le copie dei (recenti!!!) controlli sanitari dei genitori e soprattutto non andate a risparmio perché ve lo garantisco, ciò che risparmierete sull’acquisto lo spenderete dopo poco tempo in farmaci.
    Se però non potete spendere e volete comunque un Dobermann, rivolgetevi alla Dobermann’s Angels o cercate nei canili, il primo Dobermann che io e il mio compagno abbiamo avuto (un signor cane) è stato da lui adottato in un canile all’età di 6 anni, l’abbiamo lasciato andare a causa di una patologia vertebrale che nulla aveva a che vedere con la selezione, sulla soglia dei 14 anni.
    Mi dispiace se ho contestato il suo articolo, ma era mio dovere, per etica professionale ma soprattutto umana, condividere la mia esperienza.

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