domenica 17 Marzo 2024

Ti presento… la BARF – Integrazione: oli, omega 3 e vitamine

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Valeria Rapezzi
Valeria Rapezzi
Laurea in Allevamento e Benessere Animale, conseguita nel 2007 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano. Ho approfondito l'argomento "alimentazione naturale", dedicandomi nello specifico all'alimentazione BARF negli ultimi 6 anni. Come istruttore cinofilo sono convinta che l'alimentazione abbia un grosso peso sul benessere e sul comportamento dei nostri cani. Un altro modo che utilizzo per lavorare per il benessere dei cani che seguo, è il TTouch. Sono diventata Practitioner 1 nel 2011 e nel 2016 ho conseguito la qualifica di Practitioner 2. Applico il TTouch in ambito di educazione, riabilitazione comportamentale e disabilità.

di VALERIA RAPEZZI – Gli acidi grassi Omega 3 sono una integrazione importante nella dieta del nostro animale domestico.
Sia che mangino crocchette, umido, casalinga cotta o diete crude, è probabile che il cibo da solo non contenga abbastanza acidi grassi omega 3.
Dare al tuo cane o gatto olio di pesce può aiutare ad avere una pelle migliore e promuovere la salute del mantello, del cuore, del cervello, degli occhi e dei reni.
La fonte migliore di omega 3 per cani e gatti è l’olio di pesce, perché è l’opzione più biodisponibile per loro. Questo perché l’olio di pesce contiene acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosapentaenoico (DHA).
Altre fonti di omega 3 come semi di chia, semi di lino o noce contengono acido alfa-linolieco (ALA), che deve essere prima convertito in EPA e DHA affinché il corpo possa utilizzarlo.
EPA e DHA hanno molti vantaggi, ma c’è anche uno importante svantaggio. Dal momento che sono grassi polinsaturi, sono altamente instabili e veloci da ossidare. In altre parole, l’olio di pesce diventa rancido rapidamente se esposto all’ossigeno. È quindi preferibile scegliere olio di pesce in perle, in modo da tutelare l’olio dall’ossidazione a contatto con l’aria.
Se utilizzate un olio di pesce venduto in una bottiglia con una pompetta per il dosaggio, dovreste conservare la bottiglia nel frigorifero.

Quali sono le caratteristiche di un buon integratore di omega 3?
Esso deve avere un contenuto di EPA non inferiore 400mg e di DHA non inferiore a 200mg (gli integratori di omega 3 buoni hanno percentuali superiori al 55%; questo vuol dire che se una capsula pesa un grammo, almeno 600 milligrammi devono essere di EPA e DHA).
Il contenuto di omega 3 deve essere nella sua forma naturale, in quanto maggiormente biodisponibile (evitare integratori contenenti la forma non naturale, l’etilestere).
Scegliere integratori con certificazione IFOS: questa è una certificazione molto importante perchè garantisce anche che il pesce da cui deriva l’olio non contenga quantità di mercurio.
Infine, è molto importante che l’olio di pesce derivi da pesci selvaggi, non allevati in cattività. Come per tutte le cose, anche l`olio di pesce è migliore se il pesce è stato libero di nutrirsi.
Il rapporto ideale tra omega 3 e omega 6 per gli animali domestici è di 5:1
I grassi in generale possono contenere acidi grassi ma in quantità molto variabili.
Il grasso contenuto nella carne di manzo ad esempio, ha una percentuale molto bassa di acidi grassi omega 3, mentre l’olio di girasole o l’olio di pesce ne possiedono in quantità molto maggiori.
Gli acidi grassi essenziali si possono trovare in quantità diverse, in molti vegetali e pesce azzurro. Anche gli oli marini sono una buona fonte di EPA e DHA.

Combattere l’ossidazione cellulare con antiossidanti
Possiamo combattere l’ossidazione cellulare e prevenire i radicali liberi somministrando più antiossidanti naturali con l’alimentazione. Gli antiossidanti come la vitamina E sono spazzini di radicali liberi, proteggendo così le cellule dall’ossidazione. Questo è il motivo per cui l’aggiunta di grassi alimentari alla dieta può causare una carenza di vitamina E. Le diete crude possono essere povere di vitamina E, e l’aggiunta di olio di pesce alla dieta del vostro animale può ridurre ulteriormente i livelli di vitamina E. Per questo motivo, dovreste prendere in considerazione l’aggiunta di un supplemento di vitamina E alla dieta.

Cos’è la vitamina E?
Oltre al suo ruolo di antiossidante, la vitamina E svolge un ruolo nella formazione delle membrane cellulari, nella respirazione cellulare e nel metabolismo dei grassi. La vitamina E è essenziale per il corretto funzionamento del corpo; carenze di vitamina E possono causare danni alle cellule, che colpiscono i muscoli scheletrici, cuore, fegato, testicoli e cellule nervose. I sintomi della carenza di vitamina E includono debolezza muscolare e/o infertilità.
Le fonti naturali di vitamina E sono principalmente a base vegetale, quindi le diete crude sono in genere a basso contenuto di vitamina E, a meno che non siano integrate. Inoltre, l’olio di pesce o altri grassi polinsaturi aumentano ulteriormente la necessità di un’adeguata vitamina E nella dieta.
La vitamina E è un termine che si riferisce a otto diversi composti. Esistono due tipi di questi composti: tocoferoli e tocotrienoli. Entrambi questi tipi sono suddivisi in quattro categorie: alfa (α), beta (β), gamma (γ) e delta (δ).

Aggiunta di vitamina E alla dieta: come scegliere
L’alfa-tocoferolo è il composto più comunemente trovato negli integratori. Se leggete dl-alfa-tocoferolo sull’etichetta, significa che è sintetico, mentre il d-alfa-tocoferolo no. Il d-alfa-tocoferolo non sintetico è maggiormente biodisponibile.
Tuttavia, l’alfa-tocoferolo è solo un pezzo del puzzle quando si tratta di vitamina E. Usare un integratore contenente tocoferoli “misti” e tocotrienoli ha dimostrato di essere più utile rispetto al solo alfa-tocoferolo.

E gli oli vegetali?
Gli oli vegetali sono un ottima fonte di vitamine e sali minerali; nella BARF se non c’è un’esigenza specifica, gli olii vegetali non sono inclusi.
Spesso si somministrano olii vegetali credendo di somministrare Omega 3, ma come scritto in precedenza, gli olii vegetali contengono ALA, che deve essere convertito in EPA e DHA all’interno dell’organismo.
Questa conversione è possibile grazie a un’enzima presente nel fegato: la delta 6 desaturasi.
Il fegato produce in piccola percentuale questo enzima e con l’età la produzione diminuisce, quindi degli olii vegetali somministrati solo una piccola parte viene trasformata in EPA.

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