lunedì 18 Marzo 2024

Ti presento… gli I.A.A. – Gli I.A.A. in pratica: il gioco

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Laura Cibeca
Laura Cibeca
Nata a Perugia il 25 Marzo 1975 ha iniziato fin da piccola ha frequentare i campi di addestramento per cani. Dopo la laurea in Scienze dell’Educazione, frequenta un corso per operatori di pet therapy e certifica con la Delta Society l’american staffordshire terrier “Artù” che per 3 anni sarà il suo socio in tutti i progetti di pet therapy in Umbria. Successivamente frequenta il Master per coordinatore e conduttore di progetti di Attività e Terapie Assistite con l’Ausilio di Animali presso le facoltà di Veterinaria e Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia. Dal 2005 ad oggi ha elaborato e realizzato numerosi progetti di IAA in diversi contesti: residenze protette per anziani, centri diurni per malati di Alzheimer, centri diurni per ragazzi con sindrome autistica, scuole, asili e dal 2013 è presente con il Pastore Australiano “Kalì” presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Attualmente è Istruttore Cinofilo APNEC e CSEN, Delegato Regionale APNOCS (Associazione Nazionale Professionale Operatori Cinofili per scopi Sociali). Coadiutore del cane, Responsabile e Referente di Intervento in Educazione Assistita con gli Animali (idonea presso il Ministero della Salute – Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie). Presidente dal 2013 dell’ASD Speed Dog Perugia. Ha scritto diversi articoli sulla pet therapy e sul rapporto bambini – cani, due libri ed è docente in diversi corsi per coadiutore del cane. Fermamente convinta che l’educatore cinofilo debba essere innanzitutto un aiuto e un supporto per ritrovare e/o rafforzare il rapporto tra il cane e il proprio compagno umano. La vita con un amico a quattro zampe è un arricchimento per tutti.

di LAURA CIBECA – Durante una seduta di IAA, cosa si fa in realtà?
Le attività che vengono fatte insieme al cane sono molteplici e variano di volta in volta a seconda del progetto e quindi degli obiettivi che vogliamo raggiungere. L’attività principale di tutti i progetti è sicuramente il GIOCO, in tutte le sue forme.

Per esempio, se stiamo svolgendo un progetto all’interno di una residenza protetta per anziani, con molti utenti, il gioco del riporto della pallina o di un pupazzo, è l’attività che viene maggiormente sfruttata. Gli anziani hanno difficoltà nei movimenti e spesso hanno poca coordinazione: il riuscire a lanciare o dare direttamente in bocca al cane la pallina, li rende molto soddisfatti di se stessi.
In questi contesti si è poi affiancati dagli operatori della struttura che guidano il gioco insieme al conduttore del cane, modificandolo a seconda dell’utente coinvolto.
Un altro esempio dove il gioco con la pallina o con un oggetto è molto utilizzato è con i bambini, che sono sempre estremamente contenti quando il cane riporta loro qualcosa.
In un progetto di terapia che sto portando avanti all’ìnterno del reparto di psichiatria dell’ospedale di Perugia, la capacità di Kalì di prendere al volo la pallina e di riportarla in mano all’utente, stimola positivamente: anche le persone più apatiche e quelle che hanno problemi motori sorridono contente quando riescono a fare anche un piccolo lancio al cane.

Il gioco del riporto della pallina o di oggetti è fatto in moltissime sedute, ma quali caratteristiche deve avere un cane per farlo in maniera corretta?
Innanzitutto non ci deve essere possessività sull’oggetto, ma la voglia di riportarlo e lasciarlo alla persona che lo ha lanciato. E’ importante insegnare al cane a riportare le cose anche a persone estranee e non solo al suo conduttore.
Un altro gioco che piace molto sia agli adulti che ai bambini è la ricerca di oggetti o di cibo, o persino di persone. Durante progetti svolti nelle scuole, mi capita spesso di giocare a nascondino con i bambini e il nostro cane li deve trovare.
I piccoli sono sempre molto felici quando il loro amico a 4 zampe li ritrova e devo dire che pure Kalì è molto contenta di cercarli e trovarli!

Il gioco per essere di aiuto nella seduta deve essere fatto assecondando le caratteristiche del cane coinvolto nel progetto.
Ci sono animali che amano molto riportare le cose, altri che cercano con il fiuto e altri ancora a cui piace semplicemente correre e saltare con i bambini.
Questa attività è alla base di moltissimi interventi ed hanno come obiettivo quello di catturare l’attenzione e di far diventare l’utente parte attiva.
Il legame che si crea tra uomo e animale durante il gioco è forte e motivo di allegria e complicità che vengono poi “impiegate” dal professionista nella terapia.
Il gioco implica un linguaggio comune e da tutti facilmente comprensibile, anche per quegli utenti con patologie molto gravi. Senza gioco non c’è apprendimento e nemmeno guarigione.

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