di GLEN – Piove.
La pioggia battente mi impedisce di sentire ciò che mi dice “l’umana”.
Il vento forte della tempesta mi limita la vista.
Però devo dare il massimo per riuscire a ricondurre il bestiame al loro recinto.
Quando piove così forte gli animali sono molto spaventati e non usano il cervello, seminandosi in giro per la montagna e rischiando di farsi male: sta a me fare tutto il possibile per tenere insieme il bestiame e portarlo al sicuro.
Perché è questo il mio compito: il cane da pastore!
Okay, allora non sento i comandi e vedo poco, ma cosa posso fare per facilitare la cosa?!
Ah sì, mi sposto un po’ per vedere in che direzione “l’umana” sta chiamando gli animali, così io mi metto dalla parte opposta e la aiuto spingendo il gruppo verso di lei e assicurandomi che non manchi nessuno.
A destra c’è Cheyenne che impedisce al bestiame di scendere verso valle, così decido di rimanere dietro e spingere il gruppo.
Nel fango fatico a correre velocemente perché si scivola.
Devo avere la concentrazione ben salda per tenere d’occhio “l’umana”, Cheyenne, guardare dove vado e fare attenzione che nessun animale si giri a picchiarmi con calci e testate: se così fosse lo devo pinzare sulla faccia o sui garretti, ma senza lasciare segni, solo per fargli capire chi comanda qua!
E ovviamente comando io!
Sembrano passare minuti, ore, e magari sono passate davvero, ma finalmente arriviamo al recinto!
Lo spazio è finalmente più ristretto rispetto all’enorme crinale della montagna su cui si era sparpagliato il bestiame, la pioggia è sempre molto forte ma almeno in questo piccolo avvallamento non siamo troppo esposti al vento, così sento le indicazioni “dell’umana”.
“Glen, Away!!!” urla l’umana, così chiamo a rapporto tutte le mie forze e corro verso sinistra per impedire, con la mia presenza, al bestiame di scartare il recinto e scappare di nuovo.
“Lie down!!!” urla l’umana, così capisco che mi devo sdraiare a terra per allentare la pressione fisica e visiva e permettere agli animali di proseguire la loro corsa nel recinto senza dover pensare a me.
Dalla parte opposta Cheyenne fa la stessa cosa.
“Basta Cheyenne, Glen, venite, basta”
Capisco che il lavoro è finito e corro dall’umana che si affretta a chiudere il recinto, tirando un sospiro di sollievo.
“Bravi cani, ottimo lavoro amici miei!” dice l’umana inginocchiandosi e riempiendo me e Cheyenne di enormi coccole.
Sono stanco, ma molto fiero del lavoro fantastico che io e Cheyenne abbiamo fatto insieme all’umana.
Grazie a noi, il bestiame è sano e salvo, al riparo nel recinto.
Ci avviamo al trattore per tornare a casa ad asciugarci: l’umana sale al posto di guida, Cheyenne salta nel cassone e io la seguo a ruota.
Arrivati a casa, l’umana ci asciuga con un tubo che spara aria calda, così possiamo andare a dormire nelle nostre cucce asciutte.
Tra non molto dovremo tornare a controllare il bestiame, e se smette di piovere, aiuteremo l’umana a portare gli animali nel nuovo pascolo.
Vengo strappato dal sonno da Cheyenne che si alza velocemente, e mi accorgo che l’umana si sta mettendo gli scarponi: allora mi stiracchio e corro verso l’uscita.
Saltiamo sul trattore, e insieme a noi c’è anche Stihl, il pivellino giovane in addestramento: ha ancora tante cose da imparare.
Arrivati al recinto l’umana spegne il motore e dice “fermi!”, segnale che non dobbiamo saltare giù dal rimorchio.
“Stihl, hop!” e così il pivellino salta giù dal trattore tutto contento di lavorare un po’, mentre io e Cheyenne rimaniamo seduti a guardare lo spettacolo e intervenire se necessario.
L’umana si avvicina alla porta del recinto e, prima di aprirla, da un “come bye” molto deciso a Stihl: lui parte e costeggia tutto il recinto verso destra e, arrivato dalla parte opposta rispetto all’umana, si ferma.
“Hop, Stihl!” asserisce, e lui salta nel recinto con un balzo atletico!
“Walk on!” dice l’umana mentre comincia a chiamare il bestiame per farsi seguire.
Stihl è migliorato molto: bilancia il gruppo di animali senza perderne nemmeno uno!
Deciso, tranquillo, rilassato, forte, autorevole, molto stiloso: il ritratto del perfetto cane da pastore!
Quando il bestiame raggiunge l’erba fresca, l’umana chiama a sé Stihl, riempiendolo di complimenti e invitandolo a seguirla verso il trattore, verso di noi.
Butto le orecchie indietro e scodinzolo come un matto quando ci raggiungono!
“Bravi i miei cani!” dice con voce amorevole l’umana mentre ci coccola.
E si riparte verso una nuova meta.
Questa è la mia vita, la vita di un Border Collie da fattoria.
Una vita fatta di lavoro, corse infinite, stanchezza, difficoltà, enormi responsabilità.
Questa è la mia vita, la vita di un cane da pastore di montagna, nato libero tra pascoli e boschi, nella natura selvaggia, e consapevole del ruolo fondamentale che svolge ogni giorno per la propria umana!
Complimenti !!!!
Veramente
Solo un paio di volte nella vita ho visto “dal vivo” i cani utilizzati dai pastori, si trattava in prevalenza di pastori nomadi di pecore e in quelle occasioni utilizzavano prevalentemente fischi di vario tipo e modulazione rispetto a veri e propri comandi vocali.
Deve essere stupendo ottenere tanto dai nostri ausiliari.
Immagino la mole di lavoro
Sarei curiosio di sentire i vari passaggi che usate per ottenere questi risultati e soprattotto se affiancando i “nuovi arrivi” a cani già addestrati questo porti un aiuto concreto all’addestramento sia in termini di “efficacia” sia in termini di tempistica
Ancora complimenti