venerdì 29 Marzo 2024

Freddo cane – Racconto n. 8 – Cuja

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di MATTEO CAPELLO – Dicono che il termine “freddo cane” derivi dagli eschimesi che nelle lunghe e fredde notti invernali si portavano un cane nella tenda (freddo da cane) o addirittura due (freddo da cani).
È il pomeriggio precedente il giorno di Santa Lucia, la temperatura è sotto gli 0 gradi e fa veramente un “freddo cane”.
Cuja, il mio cane, attende che rientri dal lavoro, la notte dorme in casa ma di giorno resta nel giardino, ormai ghiacciato. Appena sente che mi avvicino con la moto all’ingresso, la sento piangere, forse ha freddo e vuole entrare, penso. É un dobermann, non ha certo la resistenza al freddo di un San Bernardo, anche se il nome gli viene dal protagonista di un libro di Sthepen King, Cujo….
Entro in casa e mi sistemo, mentre lei continua a guarire, esco per farla entrare in casa ma vedo che è felice di vedermi, vuol giocare con la pallina e al freddo manco ci pensa. Forse, come tutti i cani, preferisce la vicinanza del padrone ad un asettico calorifero. Stai a vedere anche ai cani eschimesi faceva più piacere passar la notte in compagnia del padrone che da soli.

Vuoi partecipare anche tu al “quasi-concorso” natalizio “Freddo cane”? Invia il tuo scritto a tipresentoilcane@gmail.com!

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