venerdì 29 Marzo 2024

Lavoro in acqua italiano: non cambierà nulla… e considerazioni di fine stagione

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di CLAUDIO CAZZANIGA – È durata lo spazio di un mattino… La speranza di riuscire a cambiare qualcosa nel mondo del lavoro in acqua sportivo Italiano è ufficialmente naufragata. In molti me lo avevano detto. Forse è giusto così. Io ci ho creduto. Ci ho provato.
Ma come detto, non cambia nulla.
Non c’è voglia vera, non c’è interesse. Ogni gruppo ha delle radici differenti, mi hanno spiegato.
Forse è ancora presto perché un sentimento comune pervada tutti e dia la scossa giusta. Forse io sono un privilegiato. Mi piace girare, andare all’estero, misurarmi con tutti. Non ho paura del confronto. Credo sia carattere… Non mi interessa prendere porte in faccia, mi aiutano a crescere, a migliorare.
Ricordo molte vittorie, tante belle gare.
Ricordo TUTTE quelle dove sono stato eliminato.
Ricordo quando da saputello mi sono presentato a Lugano, da quello che ora è un grande amico, Paolo Riva. In dieci minuti mi ha rimesso al mio posto, mi ha fatto capire come lavorare e mi ha aiutato tanto, mi ha abbassato le ali.
Le porte in faccia mi hanno aperto gli occhi. Mi hanno fatto bene. Mi hanno migliorato. Fossi restato nel mio lago a Lecco oggi farei dell’altro. Comunque… Si va avanti così. Bene. Lo accetto. A dire la verità non c’è stato nessun incontro, nessuna riunione, nessuno ha pronunciato dei no… Ma alcune sigle hanno già deciso e fissato il proprio calendario per il 2019, per cui…
Con una piccola novità (già sperimentata quest’anno). Nello stesso weekend si potranno dare i brevetti di due sigle diverse. Uno al sabato e l’altro la domenica.
Ci sono rimasto male? Boh… non so che dire. Credo che nella vita di chiunque vi siano dei tempi fisiologici per provare a fare delle cose.
Tempi che non ritornano. Questione di voglia, testa, entusiasmo, passione.
Ringrazio comunque i tanti, alcuni che nemmeno conoscevo che mi hanno scritto dandomi sostegno e dando disponibilità per il progetto.
L’unico obiettivo che rimane in comune possiamo dire, dovremmo dire… il Campionato Europeo. Vedremo se almeno per quell’appuntamento si riuscirà a mettere insieme una squadra ITALIA con tutti i crismi del caso, preparata, con una guida comune ed un unico metodo di lavoro… oppure se saliranno in Germania tre/quattro binomi e la’ si vedrà il da fare.

Noi chiudiamo una buona stagione.
Un anno fa di questi tempi pensavo che il 2018 mi avrebbe portato terzi e quarti gradi.
Quando siamo entrati in acqua, verso fine aprile inizi di maggio, insieme ai miei compagni di lavoro Toni Fidanza e Luana Fantini (ai quali debbo un GRAZIE grande come una casa) ho avuto l’impressione che non saremmo riusciti nemmeno a prendere i terzi. Eravamo molto indietro e la Mave faceva tanta fatica a capire gli esercizi.
Abbiamo lavorato sodo e di cesello su un cane molto giovane. Forse troppo.
L’esperienza di tanti anni di lavoro INSIEME e più di un cane preparato (Fata, Batistuta, Kaly)… ci ha portato a non forzare MAI la mano e, allenamento dopo allenamento abbiamo inquadrato capito e assecondato le esigenze della Mave. Il suo modo di reagire agli stimoli e i suoi tempi di resa e di attenzione.
Grazie a Toni e a Luana abbiamo rimodulato al meglio gli allenamenti ed i risultati sono arrivati. Germania (primo grado), Svizzera (primo grado), Belgio (secondo grado), Francia (terzo grado) e tre competizioni in Italia (terzo grado Sat e Cit e Coppa Oliver).
Tre anni di cane (questa settimana) e tante soddisfazioni. Con una porta spalancata sul futuro.
Abbiamo girovagato tanto e questa è una delle cose che in assoluto mi fanno impazzire (positivamente si intende) di questa disciplina. Riviste tante facce amiche e tanti volti nuovi. Confrontarsi. Non ho partecipato all’europeo in Francia. Mi è dispiaciuto moltissimo. Ma, davvero, non eravamo pronti.

Ora guardiamo alla prossima stagione. Anche se il progetto di unificare il lavoro in acqua è saltato, non rimarrò con le mani in mano, ovvio. Coltiverò il mio personale orticello….
Francia, tanta Francia ci aspetta. Credo che ancora quello sia il banco di prova più importante, arduo ma edificante.
Nel cuore porto sempre e solo una gara. La più affascinante, la più completa, la più difficile, quella che non ti (mi) fa dormire la notte. Il Championnat… La gara delle gare (per me). Per accedervi dobbiamo superare il quarto grado francese con un eccellente. Se tutto va come deve… la finale nel 2020.
Poi almeno altre tre gare di selettivi per la (vecchia) Coupe de France con finale sempre nel 2020.
Mi piacerebbe andare anche in Svizzera per il secondo grado. Ma soprattutto per continuare a confrontarmi con chi non regala una virgola, con chi fa della perfezione a terra ed in acqua un modus operandi che mi affascina anno dopo anno. Valuteremo date di Germania (per il secondo) e il Belgio (terzo grado).
In Italia dovremmo chiudere con i quarti Cit e Sat e poi vediamo come arriviamo a luglio per la qualificazione europea.

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