martedì 19 Marzo 2024

Ti presento… la cinofilia nel mondo: la Spagna

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di CHIARA RIVELLINI – Non solo Galgo e Bodeguero, Perro de agua e Mastino. Nelle terre calde e soleggiate della Spagna abbiamo una situazione molto più vasta del mondo della cinofilia, anche se, mi permetto, un po’ stramba.

Sono Chiara, una bergamasca DOC, ex segretaria del Gruppo Cinofilo Bergamasco e appassionata di cani da sempre.
Da un giorno all’altro ho deciso di farmi una super esperienza fuori dalla patria. Ho provato (giuro, per gioco) a fare un esame per entrare in una scuola importantissima nel mondo dei cavalli (l’altra mia innata passione, nonché mio lavoro di oggi) e inaspettatamente, quasi due anni fa, entrai. Cosi organizza tutto, i cani, i vestiti, i cani, i cavalli, il trasloco e i cani, e prendi e parti nel giro di due settimane.

Qui stazionata nella Spagna del Sud, la Spagna del Flamenco, dei cavalli e del Sole, delle feste e del mare, sto vivendo precisamente al Puerto de Santa Maria, nella provincia di Cadice.
Un paese sull’oceano, piuttosto turistico ma nel complesso decisamente picevole. Ho il mare a fianco, la città di Jerez, la sierra e immensi campi, insomma tutto veramente bello.
Con me vive Chari, una borderina, e le cose per noi due non sono tanto belle quanto possano sembrare.

Premetto che qui di cani ne abbiamo. E anche parecchi. Solo nel mio condominio su venti appartamenti totali ci sono ben dieci cani!
La maggior parte sono yorkini e bodegueros (una razza tipica dell’Andalucia, anche se non riconosciuta dall’FCI fino ad oggi ha perfino un suo registro), ma ci sono anche le razze più comuni e non. Sicuramente pochi allevatori e poca passione per expo e competizioni in genere.
Si trovano in internet milioni di cani in vendita, dei quali la maggior parte nati ad appassionati, gente “di campo”, e ovviamente, purtroppo, senza pedigree. Tanti negozi ancora con in vendita cuccioli proventi da chissà dove. Eppure la passione sembra esserci! Oppure é semplicemente ancora il cane da compagnia che fa piacere avere in casa, questo non l’ho ancora capito.

Tornando a noi, un milione di cani ma pochissimi comfort. É per quello dico che per me e Chari, la mia borderina, la vita é complicata.
Qui é impossibile portarseli ovunque.
Negozi, centri commerciali, spiagge, bar, ristoranti, tutti piazzati con il loro cartello “prohibido perros” (proibiti cani).
E una miriade di parchi chiusi e recintati che pullulano di cani (sono arrivata a contarne 18 contemporaneamente in un pomeriggio nel parco sotto casa mia).
Ed é cosi che la mia piccola ha dovuto abituarsi a starsene in casa qualche ora in più.
Senza offendere, ma mi sembra la nostra Italia di anni fa. Vai a farti una passeggiata in centro e, a meno che non ti siedi strettamente fuori e nell’angolino, non pensare di portarti il cane.
Ma la situazione assurda non si ferma qui. Qualche centro di addestramento c’è, ma poco frequentato.
Zero asili e attenzione, una pensione di cani sola nell’arco di un centinaio di chilometri!!!
Parlando con la proprietaria però mi dice che nei periodi vacanze c’è pieno. Beh ci credo eccome, ma allora perche non ne spuntano altre? Perché questa rigidità sul discorso del cane da compagnia?

Entrerò ora nel discorso spiagge, dove purtroppo mi viene ogni volta il nervoso.
In tutta la parte sud-ovest dell’Andalucia c’è solo UNA spiaggia con accesso ai cani. Ma attenzione, perché il bello deve ancora venire.
La spiaggia suddetta si trova nel paesino di San Fernando, uno dei tanti con chilometri e chilometri di spiagge abbastanza selvagge. Ora, milioni di cartelli probabilmente per onorare la battaglia vinta dagli appassionati, e ti sembra di non arrivare mai a questa benedetta spiaggia.
DUE CHILOMETRI A PIEDI sotto il sole, dal parcheggio alla spiaggia, sulla sabbia ardente, senza un filo d’ombra né una fontanella né un niente.
Dopo aver messo quintali di crema ai polpastrelli del mio cane che palesemente se li stava scottando, decido di proseguire fino in fondo perché beh, ormai eravamo li. Un disagio impressionante con i miei borsoni, con acqua per entrambi, qualche freesby, i salviettoni e l’ombrellone.
Ah! Non é possibile passare sul bagnasciuga perché si da fastidio agli altri bagnanti (quali non si sa però se ti becca la guardia civil non si fa scrupoli a darti la multa).

Finalmente arriviamo alla “spiaggia per cani” e la fatica non ne é palesemente valsa la pena: forse cinquanta metri, poco segnalati (se non dalla guardia civil che passa ogni mezz’ora), un recintino e una pattumiera con tanto di norme.
Ma non é finita! É VIETATA LA BALNEAZIONE! Effettivamente, il pezzettino dedicato ai nostri amici, che hai raggiunto dopo un’oretta di viaggio a piedi sotto il sole, senza più alcuna speranza, é troppo pericoloso per poterci fare il bagno. E quindi? Quindi niente, tutto questo traffico per avere un po’ di sabbia e qualche scottatura da portare a casa.
Dopo aver vissuto la realtà mi sono resa conto del perché in quella spiaggia c’eravamo solo noi, nonostante sia l’unica nel giro di trecento chilometri o più.

Questa situazione a dir poco assurda fortunatamente non é comune a tutta la Spagna, poiché ho visto che già a Malaga, Valencia e Barcellona di spiagge per cani ce ne sono eccome (anche se sinceramente non le ho mai vissute né viste, essendo a più di 300 chilometri da me).
Spezzo una lancia in favore delle associazioni che comunque stan facendo di tutto pur di migliorare la situazione, sono poche, ma ci sono. Recentemente hanno tolto il divieto ai cani sulle spiagge per lo meno in bassa stagione (e menomale!).
Petizioni ce ne sono, e molte, ma ancora nulla si muove davvero.
Non si può nemmeno dire che ci sia poca educazione da parte dei proprietari, poiché una cacchina in giro non la vedi e perfino ho visto gente sciacquare la pipi con acqua e aceto!

E allora cosa c’è che non va qui?
Non l’ho ancora capito.
Poi soltanto facendo un giro in macchina vedi centinaia di cliniche veterinarie e negozi di animali decisamente forniti.
Vedi gruppi super attivi nel caso un cane venisse perso o trovato.
Vedi camerieri che “sottobanco” nell’angolino esterno del ristorante ti portano la ciotola con l’acqua. Vedi un canile che non straborda di cani. Vedi eventi organizzati nei negozi con addestratori professionali. Vedi che la “protectora” nonché responsabile degli animali randagi, trovati e in adozione, é conosciuta in tutto il paese.
Vedi che all’unico lavaggio cani self service della zona al sabato c’è coda.
E allora un po’ di speranza c’è.

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