sabato 16 Marzo 2024

Le adozioni non sono gratuite!

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Francesca Brunello
Francesca Brunello
Nata a Latisana il 16 ottobre 1992 e cresciuta a San Donà di piave (VE), Francesca Brunello studia all'Università di Firenze. Pessima studentessa di medicina, convive dal 2014 con Twiggy, pastorina tedesca allergica alle coccole, decisamente poco socievole con sconosciuti, bambini e gatti. Sfegatata per l'UD, il mondioring e grande fan del fai-da-te, insegna ai suoi cani comandi utilissimi come salutare con la ssssampetta, sfilare i calzini, e disfare la lavatrice. Seguace della cinofilia di Valeria Rossi, è ferrea sostenitrice del fare cose cum grano salis e fiutare bufale e cugginate da lontano. Astemia e celiaca, stressa la redazione di Ti Presento il Cane dal marzo 2015 con la sua chiacchiera compulsiva e il suo scadente senso dell'umorismo.

di FRANCESCA M. BRUNELLO – Mi scontro spesso su questo tema, sia con le sciure da parchetto che con cinofili per cosi dire “addestrati”.
Mi occupo di adozioni e stalli da qualche tempo oramai, quantomeno abbastanza da conoscerne i vari step, tutti quelli che arrivano sia prima che dopo l’adozione.
Fermo restando che un’adozione non sarà mai una spesa esosa come comprare un cane in allevamento, le spese che vengono sostenute dai volontari sono comunque parecchie (variano a seconda del caso ovviamente).

NB (ma un nota bene grande quanto una casa): io sono sia PRO ADOZIONE che PRO ALLEVAMENTO.
Twiggy, il mio pastore tedesco, viene da allevamento, Ciccio, il mio meticcio ultracentenario invece, viene da canile. Entrambe le filosofie di pensiero coesistono pacificamente (come del resto i miei cani) nella mia vita. Scegliere se adottare o comprare è una discussione che non voglio affrontare qui e ora, ma mi limito a sentenziare che dipende da caso a caso.

Insomma, dicevo: le adozioni “old school” non esistono praticamente piu. L’idea dell’adozione alla vecchia maniera è quella del andare nel canile di riferimento della città e scegliere il canino direttamente dalla gabbia in cui lo si vede; valeva la regola del “visto, piaciuto e portato a casa”.
Spesso e volentieri il giorno stesso della gita al canile.
Questo succedeva prima dei social, prima che noi mortali avessimo accesso all’internet, ma soprattutto prima che la rete venisse usata per aiutare i cani in difficoltà.
Ora l’iter tipico comincia con lo scorrere la home di Facebook, imbattersi in qualche canino bisognoso, chiamare il numero della volontaria di riferimento per avere informazioni, compilare un questionario pre-affido, sottoporsi ad un controllo pre-affido in casa nostra e una volta che ci viene affidato il cane, mantenere i contatti e aspettarsi anche le visite post-affido.
Tralascerò volutamente in questo articolo qualsiasi riflessione su quanto rigide possano essere alcune volontarie e quanto possa risultare frustrante l’iter in se.

Prima di arrivare su Facebook di solito il cane viene recuperato da qualche parte, che sia in mezzo al nulla o che venga separato dal precedente proprietario, questo comporta delle spese, sia banalmente di benzina e spostamenti che di trafile burocratiche (come ad esempio intestarsi il cane).
Bisogna pure metterlo da qualche parte sto cane, non può stare solo su Facebook, e allora viaaa a cercare una pensione o uno stallo casalingo dove il cane può sostare finche non trova sistemazione definitiva.
Ecco altre spese che vanno tappate, il costo della pensione ad esempio, sebbene di solito sia di favore per le associazioni è un conto da saldare, lo stallo casalingo invece, per quanto gratuito, richiede sempre un rimborso spese (della serie, gliene vogliamo dare un po’ di crocchini a sta bestia?) sia che sia un’associazione a pagare le spese, sia che sia la stallante, ‘sti soldi vanno tirati fuori di tasca propria.
Non esistono fondi statali per questo tipo di attivita, e volontario – mettiamolo in chiaro qui – non vuol dire solo che fai qualcosa in canile a gratis per aiutare; il più delle volte vuol dire cacciare fuori soldi (a volte pochi, spesso tanti) e stare dietro ad un cane che altrimenti non avrebbe nessuno.

Oltre a mangiare, ‘sto canino che fin ora ha trovato chi gli sta dietro e gli cerca casa, ha bisogno del tanto temuto veterinario.
Voglio dire, quanto meno i vaccini e i test per filaria e leishmania dovrà farli. Probabilmente anche un emocromo.
E sto parlando di un cane sano, questo è proprio il minimo indispensabile per mandarlo in adozione.
Nemmeno penso a certe disgrazie che per quanto sono malconce hanno bisogno di trattamenti per rogna, malassezia, tumori; o di lastre e cure di primo soccorso, spesso medicine per la leishmania (che nel tempo può diventare solo l’allopurinolo)… ma all’inizio il conto in farmacia è salato.
Uscito dal veterinario, che per fortuna spesso viene incontro alle associazioni (viene incontro, non è che possa fare le cose gratis, anche perchè ha le sue spese anche lui), il canino ha bisogno di antiparassitari, della pasticchina per la filaria, e magari, proprio perchè io di guinzagli, collari e museruole a casa ne ho non meno di 800mila, ma mai quello della misura giusta, pure di un po’ di aggeggi per uscire de casa.

Contando che a volte i canini sono tranquilli, ma spesso sono bestioline di satana con trascorsi in cui ci sono state grosse mancanze da parte di chi se ne occupava prima, a volte è necessaria la presenza di un educatore. E anche l’educatore (se ce ne è bisogno) va giustamente pagato.
Se il cane è femmina e adulta ci sono anche i costi della sterilizzazione, se è troppo giovane invece verrà lasciato da fare all’adottante.
Infine per portare il cane dal luogo del ritrovamento, allo stallo, e poi all’adottante (molto spesso tutti in regioni differenti) c’è da pagare lo staffettista.

A conti fatti, da quando la volontaria trova il cane e mette in moto tutto questo meccanismo a quando arriva a casa dell’adottante, possono passare settimane come mesi, ma soprattutto meno di 500€ non ne ha spesi.
A volte si raccolgono fondi tramite madrine a distanza o attività come mercatini e eventi, il cui ricavato va alle varie associazioni, ma non basta mai a coprire le spese, anche perchè io qui ho parlato di un cane solo, ma non si tratta mai di un cane solo.
Per ogni cane che la volontaria sistema, ne sbucano fuori altri cinque che hanno bisogno, e cosa fai? A uno dici di si e all’altro dici di no? Si ricomincia l’iter, e di solito non si tratta mai di un cane alla volta, ma di tre, quattro o più.

Quindi, non offendetevi se vi richiedono di pagare la staffetta o se vi chiedono di fare una donazione, vi assicuro che tutti i volontari seri useranno i vostri 50 o 100€ come fondo cassa per gli altri cani che stanno seguendo, o per i prossimi che arriveranno.
Adottare un cane non è gratis, ed è giusto che non lo sia.
PS: le foto che vedete nell’articolo sono di Pinotto e Bambù, date un’occhiata ai loro appelli!

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7 Commenti

  1. La gente parla a vanvera proprio come lei che ha scritto questo articolo senza neanche minimamente conoscere le leggi che stabiliscono le autonomie in questi campi.
    Ricordiamo alla gente da chi sono mantenuti i canili e tutte le varie associazioni all’interno di questo campo? indovinate un po’?? Dallo stato! coi soldi delle nostre tasse che paghiamo tutti noi, che vengono dati da parte dello stato agli enti comunali.
    Quindi, belli miei, tutto quello che ricevono i cani all’interno dei canili ( cibo, acqua, vaccini, ecc) e già pagato a livello statale. E non solo nei canili.
    Quindi evitate di scrivere puttanate. E solo per fottere soldi. Studiatevi come funzionano le leggi che regolamentano questi campi e da dove arrivano i soldi che i gestori dei canili (cooperative solitamente)
    Percepiscono.
    Certo i canili fanno pena e sono fatiscenti, ma il gestore però ha la Porsche e al polso porta il Rolex..
    E chiedono pure soldi per ” rientrare nelle spese” ma andate a cagare truffatori di merda. La loro sofferenza é il vostro business.
    Aprite un bel libro di giurisprudenza universitaria invece di dire cazzate.
    Le adozioni sono gratuite, punto.
    Non due punti virgola e a capo punto e basta.
    La realtà é questa.

  2. diciamolo chiaro,quello delle adozioni è un buisness pauroso.i canili municipali dovrebero essere le sole strutture autorizzate a dare animali in adozione,troppi volontari si creano il loro giro prendendo cani anche da altre regioni,che poi devono spesso mettere in stallo presso pensioni private che fanno pagare un botto lo stallo.ultima riflessione..di tanti cani che ho visto affidare,molto rarmente ho visto volontari/e andare a vedere come sono tenuti i cani a distanza di qualche mese.per non parlare di alcuni responsabili delle adozioni che tra questionari ridicoli,obbligo di castrazione e conoscenza cinofila assente o dineyana…non mi meraviglio che sempre più persone vadano in allevamento,pagano e via.si risparmiano ore di chiacchere inutili e interrogatori da aghestapo!!p.s.ho adottato due cani e altri ne ho fatti adottare,mai e dico mai qualcuno è venuto a vedere l’ambiente in cui si viveva e mai nessuno si è visto dopo,giusto per sapere se va tutto bene.piccolo sfogo:basta annunci strappalacrime sui social!

  3. Ciao a tutti,
    Purtroppo è vero, io al momento mi trovo in una situazione simile, ma con dei gattini nati da una mamma randagia.
    Tutte le spese attualmente sono a carico della mia famiglia, ma per amore di questi fantastici cuccioli lo si fa…
    Noi abbiamo messo anche in precedenza la sterilizzazione della mamma gatto, perché nel mio comune le sterilizzazioni ripartiranno ad ottobre..

  4. Il problema di fondo è sempre lo stesso: la mancanza di una cultura minima di rispetto per gli animali e l’ ambiente. Possedere in cane implica doveri, responsabilità,essere persone che si fanno carico della scelta di tenere un essere vivente che ha dei diritti ma il proprietario dei doveri. Prevenzione: come si educa un cittadino,un futuro proprietario di un animale? È sulla prevenzione dei comportamenti che bisogna lavorare per impedire abbandoni,maltrattamenti,problemi igienico sanitari legati al possesso di un animale ,domestico e non. Il lavoro delle volontarie dei canili,stalli,pensioni dovrebbe essere ridotto a poca cosa se il sistema funzionasse. La civiltà di una popolazione la si potrebbe valutare ,anche,da come è gestito il randagismo. E siamo fortunati che non abbiamo la rabbia urbana.

  5. L’ articolo spiega esattamente le condizioni attuali di un sistema nato e destinato come tutte le cose a essere fuori controllo.
    Io vivo in Sicilia e le cose sono veramente disastrose essendo un educatore cinofilo spesso mi propongo gratuitamente a dare una mano dove posso.Le volontarie del luogo spesso non fanno parte neppure di associazioni onlus , le quali uniche a usufruire di soldi pubblici, quindi oltre ad avere lavori saltuari con salari altrettanto miseri avvolte dall’altruismo e dalla pietà crudele che la realtà offre sono costrette a riempirsi la casa di animali costringendo strette convivenze tra gli stessi, causando spesso didagi e problemi al gesto benevolo in sé.
    La mia opinione al problema amando tutti gli animali indistintamente credo sia piuttosto grave, siamo in un era dove ognuno di noi pensa a sé, dove, chi può non aiuta, chi ha non dà e chi vede fa finta di essere cieco. Tutto questo porta l’essere umano a sentirsi solo e abbandonato come proprio quel cane che sta aiutando.

  6. Da due settimane circa ho una cagnolina presa da una associazione di napoli. Ho fatto tutto l’ iter che è stato descritto nell’articolo,questo è lungo e anche un po’ laborioso (solo il questionario conteneva più di 60 domande, alcune assurde…ma forse sono assurde le persone che pensano di adottare un peluche..). Comunque la piccola è arrivata, bellissima, tenuta benissimo dalla ragazza in stallo,lavaggio, vaccino, trattamento contro i vermi, micro chip..la piccola poi è stata trattenuta in clinica veterinaria per 1 settimana perché affetta da parvovirosi ed è un miracolo che sia viva. Ho chiesto all associazione quanto dovevo dare, ma loro hanno voluto solo 35 euro per la staffetta! Ah.. I cani durante la staffetta hanno viaggiato in un pulmino adibito ed autorizzato al trasporto animali. Devo dire esperienza bellissima come bellissime le persone che ho incontrato in questa avventura. Non so se si può dire, l’associazione si chiama omnia libera.

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