Con tutte le scoperte che la scienza sta portando alla luce (alcune veramente meravigliose e sempre più da “sbattere in faccia” a chi pensa ancora che gli animali siano “solo” animali), ogni tanto i giornali, forse delusi nella loro speranza di poter sbattere in prima pagina il solito cane morsicatore, si buttano in massa sulla classificazione dell’intelligenza dei cani fatta da Stanley Coren, vecchia di almeno vent’anni e soprattutto utile come una bicicletta per un pesce, parafrasando un vecchio slogan femminista.
Chi è Stanley Coren?
Coren, psicologo (umano) con l’hobby della cinofilia sportiva, è riuscito non si sa bene come a diventare un “guru” della materia in Canada, semplicemente applicando alcuni concetti della psicologia umana al cane. Operazione fattibilissima, per carità, ma che lui ha effettuato in modo particolarmente superficiale ottenendo risatacce in faccia dai cinofili seri di tutto il mondo.
In particolare è stata materia di derisione questa “classifica” che – forse perché Coren trovava difficile sottoporre i cani al test del Q.I. umano – si basa esclusivamente sull’obbedienza e sull’adattabilità dei diversi cani allo sport.
Ecco perché al primissimo posto troviamo il Border Collie, presunto “genio” a quattro zampe (in quanto addestrabilissimo a causa della sua altissima sociabilità) mentre levrieri e cani primitivi vengono considerati dei perfetti deficienti, perché non sono cani “servili”, sanno essere abbastanza indipendenti dall’uomo e quindi non si scapicollano volentieri tra gli ostacoli dell’agility (unica cosa che sembra interessare Coren, per dirla tutta).
Diversi tipi di intelligenza
Se parliamo di “intelligenza ubbiditiva” (che è solo una delle possibili forme di intelligenza canina misurabili), in realtà Coren non va poi troppo lontano dalla realtà; bisognerebbe però specificare che l’intelligenza ubbiditiva risulta particolarmente favorevole solo in caso di proprietario incapace. Ovvero: in mano a un perfetto incompetente un border collie, in agility, darà sicuramente risultati migliori di un whippet (51° posto in classifica).
In mano a persone che capiscono i cani, però, le cose cambiano: tant’è vero che, fino a qualche anno fa, nella nazionale italiana di Agility compariva proprio un whippet.
Personalmente ho allevato, per gran parte della mia vita, pastori tedeschi e siberian husky (rispettivamente terzo e quarantacinquesimo posto, secondo Coren); ovviamente fare gare sportive era molto più semplice con i pastori tedeschi, ma se per “intelligenza” intendiamo qualcosa di più che “dire sissignore”… allora non c’è proprio storia, gli husky stravincono.
Qualche esempio pratico: a) nessuno dei miei pastori tedeschi è mai stato capace di aprire il cancello dei box., chiuso con un semplice chiavistello. TUTTI i miei husky hanno imparato ad aprire i cancelli dei box, tanto a costringermi ad inventare chiusure sempre più complicate e cervellotiche, perché nel giro di una settimana trovavano il modo di aprire qualsiasi cosa.
b) nessun pastore tedesco maschio è mai riuscito a raggiungere una femmina in calore, quando non ero io a decidere di metterli insieme per l’accoppiamento; tutti e due i miei husky maschi sono riusciti a raggiungere una femmina in calore, una volta scavandosi un tunnel degno del Conte di Montecristo, un’altra volta arrampicandosi su una rete alta tre metri, un’altra volta ancora – e se questa non è intelligenza, ditemi come la chiamate! – nascondendosi nel locale caldaia, dietro alla caldaia stessa, in attesa che io, non trovando il cane, mi mettessi a girare come una pazza cercandolo e chiamandolo… mentre lui svicolava fuori dal suo nascondiglio e saltava dentro al box della sua bella. So quello che è successo perché mia madre, dalla finestra, ha visto tutto: altrimenti starei ancora qui a chiedermi come abbia fatto.
Intelligenza non è sinonimo di obbedienza
Esperienze personali a parte, è evidente che la classifica di Coren (oltre ad essere ormai datatissima) non parla di “intelligenza”, ma al massimo di “facilità di addestramento” (e non di “apprendimento”, perché in questo caso andrebbe già rivoluzionata). L’importante, dunque, è capire di cosa si tratta e non scambiarla per una vera scala di “intelligenza” che, fino a prova contraria, comprende qualcosina in più della capacità e della disponibilità di obbedire a un ordine.
Il bulldog, che secondo Coren è terzultimo in classifica, è un cane che agli ordini obbedirà SOLO se trova un umano particolarmente intelligente (lui sì!), sensibile, profondo conoscitore della razza e della psicologia canina in generale.
Ho conosciuto un bulldog che faceva pure agility (con ostacoli proporzionati alla sua altezza, ovviamente), e credo che tutti abbiano visto su youtube il bulldog che fa skateboard (posso assicurarvi che non ha imparato da solo), ma questi sono casi abbastanza rari perché, normalmente, il bulldog è tutto meno che un cane sportivo. Però è anche tutto, meno che un cretino.
Altro piccolo esempio: tempo fa facevo parte della troupe che girava un documentario sulla razza, e dovevamo simulare la scena di un veterinario che faceva una vaccinazione a un cane. Bene, ci siamo ritrovati competamente sprovvisti di “attori” a quattro zampe non appena è comparsa la siringa: erano spariti TUTTI, nel giro di tre secondi.
Ma questo, direte voi, non significa molto: anche il più “tanardo” dei cani, dopo essersi beccato una volta un’iniezione, capisce che è meglio defilarsi quando appare una siringa. E infatti non è questa la dimostrazione di intelligenza di cui volevo parlarvi, ma il fatto che l’allevatore, dopo aver recuperato uno dei soggetti da sotto un divano, gli “spiegò” letteralmente che la siringa, nella scena, non avrebbe avuto l’ago; che si trattava di una finzione, insomma, e che lui non avrebbe sentito alcun male. Ecco: il cane, dopo questo “colloquio”, accettò tranquillamente di girare la scena.
Inutile dire che anche in questo caso alla capacità di comprensione del cane si deve abbinare un eccellente rapporto con il proprietario. Il fatto è che, quando questo rapporto esiste, tutte le razze canine sanno esprimere un grado di “intelligenza” che risulta del tutto inaspettato e sconvolgente per chi assiste.
Nei cosiddetti giochi “di attivazione mentale”, molto usati in cinofilia, si hanno risposte che non dipendono quasi mai dalla razza, ma solo dal tipo di rapporto che è stato instaurato con gli umani di riferimento e soprattutto dagli stimoli ambientali che il cane ha ricevuto, in particolare nei primi mesi di vita.
Un cane “di mondo”, che viene portato spesso in giro, a conoscere persone, animali e situazioni diverse, sviluppa una capacità cognitiva e analitica, uno spirito critico e un’abilità nel risolvere le situazioni problematiche che non si riscontra in un cane della stessa cucciolata (quindi con identico DNA) che invece sia vissuto nella classica situazione che io chiamo “da nano da giardino”, ovvero “tenuto lì” a non far nulla, sfamato due volte al giorno e “usato” solo per giocarci un po’ o per fargli due coccole a caso quando il padrone si ricorda.
L’atteggiamento “razzista” , come è sbagliato per le persone, lo è per i cani: è assolutamente vero che la selezione delle razze ha sviluppato di più certe doti canine, come appunto la socialibità e l’addestrabilità (o la territorialità per i cani da guardia, o la reattività per quelli da difesa, ecc. ecc.), ma non si può assolutamente parlare di “intelligenza” in senso lato quando ci si riferisce a doti specifiche. Ci sono, nei cani come nelle persone, “soggetti” più o meno dotati intellettivamente, ma l’intelligenza in senso lato è identica per tutte le razze (e non-razze: non è vero che i meticci siano “più intelligenti”, ma non è neanche vero che siano “meno” intelligenti). L’intelligenza può venire enormemente sviluppata – o limitata – dai fattori ambientali (come nell’uomo, peraltro) e dipende in grandissima parte dal tipo di umano con cui il cane si rapporta, ma NON è questione di razza.
La facilità di addestramento, sicuramente sì: ma l’intelligenza è un’altra cosa.
Quindi mi viene un particolare nervoso scoprendo che oggi praticamente tutti i giornali italiani hanno riportato (e non so bene perché: sicuramente ha cominciato uno e gli altri sono corsi appresso, come sto facendo anch’io in questo momento!) questa classifica che con l’intelligenza non ha assolutamente nulla a che vedere…a meno che, appunto, non vogliamo chiamare “intelligenza” quella “ubbiditiva” (la definizione è sempre di Coren).
Ma credo che sarebbe più corretto parlare di “attitudine” o di “abilità” ubbiditive o sportive. Se l’intelligenza è un insieme di abilità, se è la capacità di ragionare, comprendere ed adattarsi alle diverse situazioni, risolvere problemi e così via… questa classifica è del tutto inadeguata ad esprimere qualsiasi valore.
Che articolo strano. All’inizio sembra scritto da una persona che, pur criticandolo, il libro di Cohen non lo ha letto.
Poi vai avanti e ti rendi conto che il libro lo ha letto eccome, e ne conferma i contenuti. Nel merito poi, afferma le stesse cose.
Ma continua a criticare lo psicologo canadese.
Veramente incomprensibile,
Se invece prendessimo come metro di paragone la capacità di rubare cibo con grazia e fantasia di certo i levrieri sarebbero da podio. 😀
Salve e complimenti per il sito, secondo me una miniera di buona cinofilia facilmente accessibile, oltre che precisa e accattivante nei contenuti e nella forma (spero che molte persone articolo dopo articolo si facciano un pò di cultura). Vi scrivo perchè (avendo letto “l’intelligenza dei cani” di Coren e altri suoi testi) trovo che il titolo di questo articolo non renda giustizia ad un libro che non ha “nulla di negativo”. Prima cosa non vedo il nesso automatico tra “datato” e “superato”: gli studi di Coren appartengono ad un periodo in cui si tendeva a classificare e ad analizzare in maniera scientifica e sperimentale il comportamento degli animali, fase non definitiva ma necessaria ed interessante. è certo un libro che va letto con spirito critico, ma come lo stesso Coren spiega non mancano le eccezioni alle classifiche proposte (lui stesso porta esempi di cani con doti non comuni nella propria razza imputabili spesso alla qualità delle loro esperienze). Inoltre una minoritaria parte del testo è incentrata sull’intelligenza ubbiditiva, parte non superiore a quella incentrata sull’intelligenza adattiva: per chi lo ha letto l’esempio delle differenze tra pastore tedesco e husky è una conferma di quello che si legge nel libro e non una precisazione. In realtà credo che “l’intelligenza dei cani” sia una tappa fondamentale e costruttiva per chi si vuol fare una cultura cinofila, se pure appunto vada guardata con intelligenza più che con cieca fede. Quindi il vostro articolo mi pare che dia un giudizio negativo prendendo in esame solo una piccola parte di un meccanismo che nel suo complesso spiega molte cose: mi sembrerebbe molto più corretto criticare la parzialità di chi riporta la fonte in maniera sbagliata che la fonte stessa.
Luna labrador di 11 mesi va in camera di mia madre per controllarla se sta dormendo per sarlire sul mio letto…altrimenti viene sgridata da mia madre perché non gli e lo permette…forse ogni cane a un lato intelligente
Consiglio di leggere l’ottimo saggio “Se il leone potesse parlare”, dove si affronta proprio il problema alla radice: è lecito parlare di intelligenza animale e, nel farlo, non renderci neppure conto del fatto che quando si parla di intelligenza è sempre alla NOSTRA che facciamo riferimento? E quindi le intelligenze che “somigliano” alla nostra le classifichiamo come alte mentre quelle che per noi sono quasi aliene le classifichiamo come basse.
Certo, se facciamo riferimento all’intelletto umano, e sulla base di quello procediamo, è ovvio che uno scimpanzé risulti molto più intelligente di un serpente o di un corvo. Ma cosa significa intelligenza in natura, si chiede l’autore? L’intelligenza in natura non è forse la capacità di quel particolare animale di occupare la proprio nicchia ecologica in modo perfetto? Il serpente, ad esempio, che da milioni anni è un animale così perfetto, nella sua nicchia, da non aver avuto bisogno di evolversi ulteriormente, non è una specie altamente intelligente? Che ha saputo colonizzare tutto il mondo, che risponde agli stimoli che la natura gli pone in modo perfettamente adeguato alla nicchia che occupa, eccetera eccetera.
Ecco, questo lavoro mi convince di più. Perché non è vero che noi cerchiamo l’intelligenza degli animali: noi cerchiamo la nostra intelligenza. E allora il bonobo, che sa contare fino a dieci, si riconosce allo specchio e ha una complessissima organizzazione sociale (oltre che culturale, visto che primati di zone diverse dell’africa rispondono in modo diverso a stimoli uguali, il che dimostra che la risoluzione di quel problema non è innato, ma appunto culturale), diciamo “che animale intelligente”. E del serpente diciamo che è stupido. Ma sono classificazioni antropocentriche.
E comunque, vedremo se tra milioni di anni gli scimpanzé (e gli scimpanzé senza peli, che qualcuno si diverte a chiamare sapiens sapiens) ci saranno ancora. Sui serpenti, che sono qui da oltre 100 milioni di anni, se il mondo ci sarà ancora siamo sicuri che loro ci saranno. Sempre che non li facciamo estinguere noi.
Noi e gli scimpanzè (gli unici animali, a parte noi, che praticano il genocidio) chissà…
mah! a leggere articolo e commenti e pensando a tutti i cani entrati nei miei 50 anni di vita, mi viene da credere che gli stupidi sono gli umani.
ho avuto cani di diverse razze (alano, san bernardo, barboncino, bobtail, meticci, pastore svizzero e golden), vi assicuro che tutti e dico tutti non si sono mai alzati la mattina dal letto prima di me. tutti hanno sempre riconosciuto la giacca da passeggiata nei boschi. tutti hanno sempre fatto i “giochi di prestigio” tipici dei cani.
a questo punto mi domando: sono super fortunata ad aver avuto sempre dei geni oppure tutti cani ai quali si insegnano quattro regole di base (pipi fuori di casa, seduti quando si prepara da mangiare, non saltare addosso alla gente, etc.), che hanno possibilità di interagire con il “resto del mondo” e che vengono trattati con rispetto e fiducia da parte dei padroni sono più svegli degli altri?
sbagliero, ma non è che stiamo tutti cercando il sesso degli angeli?
la mia flat non solo mi sveglia sempre alla stessa ora e mi porta la ciotola da riempire ad ora di pranzo, ma capisce anche che la domenica è domenica e mi concede mezz’ora di extra.
non più di tanto però… se non mi alzo comincia a portarmi nell’ordine: guinzaglio, scarpe, cappotto, mazzo di chiavi, zerbino sporco, salamotto e palla…
come le spiego che ci sono natale e capodanno?
sto scherzando!
a che livello di intelligenza si classifica un cane che ti guarda con la faccia da ebete per poi fregarti il bocconcino sotto il naso e tornare a fare la faccia da ebete?
lo so che mi capisce, magari un minuto prima aveva eseguito il comando alla lettera, quello dopo… nada. clamorosa spanciata, zampetta a molla e sguardo da idiota!
La mia Pinscher nana sapeva leggere l’ora, ora con la cataratta non ci riesce più…
Aveva capito che quando le lancette della sveglia si trovavano in una certa posizione io mi alzavo, così teneva d’occhio l’ora con trepidazione in attesa del momento della colazione e mi faceva lei da sveglia.
La stessa cosa con il pranzo e la cena! Geniale! O no?
Il mio cane, un jack russell di 3 anni, capisce dal guinzaglio che uso se andiamo in passeggiata libera (nel senso che dopo glielo tolgo) nei campi o se andiamo in passeggiata in città,se prendiamo l’auto ecc.(perchè uso un guinzaglio più elegante). In questo caso si dà alla fuga in giardino….Riconosce i suoi giochi e li distingue in base al nome che gli abbiamo dato, pumba,palla,dino ecc… sveglio no?
Ti offendi se dico che è… sveglio come un cane? 🙂
non mi offendo affatto..peccato però, io credevo che fosse un fenomeno..ah..ah…
Tornando a Coren, non mi sembra che parli di intelligenza, ma di attitudine,che è una cosa ben diversa, o sbaglio?
Scusami pero prima affermi che tutti tuoi husky ero più intelligenti( spiegando cosa erano capaci di fare) dei tuoi pastori tedeschi..poi invece affermi che l’intelligenza- quella in senso lato- non dipende dalla razza ma sono da fattori ambientali, di rapporto ecc. Insomma, sono un pò confusa 😛
Eh…faccio ammenda: anche a me ogni tanto scappa di usare la parola “intelligenza” a sproposito.
Gli husky sono indubbiamente più “svegli” dei pastori tedeschi, insomma hanno un’abilità maggiore nel problem solving: anche perché loro ci si applicano, mentre il pastore tedesco ha una docilità talmente spinta che non ci prova nemmeno e aspetta che sia tu a dirgli quello che deve fare. Ovviamente, se parlassimo di intelligenza “obbeditiva”, il pastore tedesco vincerebbe di tre lunghezze almeno.
Il fatto è che la sola intelligenza obbeditiva non può essere considerata “l’intelligenza” in toto, così come non lo è la sola “astuzia” o la sola capacità di applicarsi a un problema (che poi…dipende dal problema. Gli husky sono eccezionalmente astuti se devono trovare vie di fuga o strategie di caccia… ma una husky – non mia, ma di un amico allevatore – tentando di prendere al volo un piccione è volata dalla terrazza di un albergo: a un pastore tedesco non sarebbe probabilmente successo, perché lui è molto più riflessivo).
Sbagliato io a dire “intelligenza” riferendomi ad alcune abilità degli husky: certo, devo anche ammettere che a me quel tipo di abilità colpisce in modo particolare (specie quando si rivelano più furbi di me): però l’intelligenza in senso lato non può essere limitata a quello, e confermo che non mi risulta particolarmente legata ad una razza.
Capisco. A questo punto Coren non pensi abbia ragione(tralasciando il fatti è stato travisato dai giornalisti che ne hanno fatto una questione di intelligenza in generale)? Ha stilato una classifica sull’intelligenza ubbiditiva,e (a quanto leggo qui nei commenti,io non lo conoscevo prima d’ora :P) ha trovato poi un’inversa proporzionalità tra intelligenza ubbiditiva e quella invece -passami il termine- “di astuzia”,ovvero nel risolvere i problemi. Ed effettivamente PT e husky potrebbero confermarlo: l’uno più incline ad addestramento,più docile e dipendente all’uomo ecc ma cmq meno astuto dell’altra razza,che per l’appunto ti sorprendeva con le azioni che ti sono successe.
Secondo te può essere così o trovi che sia solo una sporadica coincidenza e che non si possa estendere in senso lato?
Tra l’altro,ora che ci penso,secondo la scala neotenica l’husky è all’ultimo stadio: questo corrisponde alla “fase” del lupo adulto,sicuramente più intelligente di un cucciolo,fase corrispondente ai primi gradi della scala,no??
E difatti proprio in un tuo articolo su di un libro mi ricordo che avevi scritto che l’uomo nel corso della sua selezione in alcuni cani ha cercato di rendere evidenti caratteristiche associabili a quelle di un cucciolotto di lupo,operando(cito) “[…]lavoro di leggero “rimbambimento” del lupo che in alcuni è stato spinto all’estremo,”fermando” lo sviluppo psichico dei cani a un livello paragonabile a quello di un lupacchiotto di uno o due mesi”.
Poi avevi fatto un paragone che in realtà non ebbi mai capito appieno(questa potrebbe essere la volta buona x chiederti maggiori spiegazioni XD): i cani fermati ai primissimi stadi potrebbero essere paragonati a persone adulte mature e intelligenti che però abbiano passato l’intera vita in un asilo.. Dovrebbero quindi essere più “intontiti” no ? Cosa intendevi? 😛
Lessi tra l’altro in una rivista che i lupi,anche quelli nati in cattività,sono meno inclini a differenza del cane a seguire le indicazioni del proprietario e a chiedere aiuto,ma al tempo stesso risultano anche più astuti..proprio come gli husky …
Anche se a questo punto non capisco perchè il PT,nonostante sia diverso sotto questo profilo dall’husky(l’husky non lo conosco bene,però il PT sì),sia cmq un cane molto incline a risolvere i problemi solo cercando l’aiuto del proprietario..secondo la scala neotenica dovrebbe essere un cane vicino al lupo adulto,ma io per personale esperienza non ce lo trovo poi così vicino.
Mi rendo conto ,infine, che cmq però, come dici, non avendo una chiara definizione di intelligenza sia difficile districarsi in quest’argomento..magari infatti neanche il fatto di saper risolvere problemi può essere indice da solo di maggiore intelligenza..
Coren ha diviso le varie “intelligenze” in categorie, cosa che mi sembra decisamente tirata per i capelli anche se lui forse voleva solo dare una rappresentazione schematica: sta di fatto che alla fine tutti hanno interpretato come “la razza X è geniale, la razza Y è tonta”, il che non esiste proprio. Personalmente sono dell’idea che dell’intelligenza sappiamo ancora troppo poco (anche di quella umana) per poter stilare classifiche di sorta, e che questi giochetti siano, appunto, “giochetti” che servono solo a sviare l’attenzione da cose ben più importanti.
L’adulto più intelligente di un cucciolo? E perché mai? Il cucciolo (come il bambino umano) è una spugna che può assorbire milioni di informazioni: l’adulto è già schiavo delle sue abitudini, dei suoi condizionamenti e così via. Forse è più intelligente il cucciolo… ma siamo sempre al punto di partenza: cos’è l’intelligenza?
Guarda, possiamo parlarne fino alla fine dei tempi, ma un discorso serio e scientifico su questo tema è impossibile farlo: ci si può giocare, questo sì… purché il gioco non diventi fuorviante.
Per quanto riguarda la neotenia, quando si dice che i molossoidi, per esempio, sono allo “stadio del cucciolo” non significa che siano in tutto e per tutto dei cuccioli: una volta cresciuti, ovviamente, sviluppano tutte le competenze, gli impulsi, gli interessi di un adulto, che ovviamente sono diversi da quelli del cucciolo. Tanto per fare un esempio banale, un molossoide adulto ha l’impulso sessuale, che nel cucciolo non esiste.
In compenso restano molto sviluppati, in lui, l’attaccamento alla famiglia (anche se questa diventa umana), la voglia di coccole, la voglia di giocare tipiche del cucciolo: cose che ritrovi, pari pari, in molte persone che lavorano con i bambini (per esempio le maestre di scuola materna), che pur essendo adulte a tutti gli effetti mantengono caratteristiche comportamentali “infantili”.
Ti racconto un aneddoto che forse può spiegarti meglio il concetto: una mia carissima amica, che di lavoro fa l’insegnante di sostegno, subito dopo il mio matrimonio stava facendo vedere a suo marito le relative foto. A un certo punto ce n’era una in cui c’eravamo io, lei e la mia cagnetta Tina: lei mostra la foto al marito e gli spiega: “Vedi, Paolo… questa sono io, questa è Valeria e questo è il cane”.
E lui, alzando gli occhi al cielo: “Eh, certo che se non me spiegavi non ci arrivavo!”.
Sghignazzata generale, dopodiché lei fa: “Uffa, sono abituata a parlare così con i miei bambini, e finisce che poi lo faccio con tutti!”.
Ecco, questo è un adulto al primo stadio della scala neotenica 🙂
Grazie mille per la spiegazione sulla neotenia 🙂 Anch’io penso che ancora sappiamo molto poco sull’intelligenza,quello che mi chiedevo e chiedevo a te, però,era se secondo la tua personale esperienza trovi che ci sia una proporzionalità inversa tra “astuzia” e docilità..perchè proprio pensando all’husky o anche ai lupi in cattività mi viene da pensare che l’astuzia e capacità di risolvere problemi da solo è alta nei cani primitivi mentre,sempre in questi, è bassa la propensione a chiedere “aiuto” all’uomo e ad essere un cane altamente addestrabile ..così come il contrario nelle razze invece più ai primi stadi neotenici.. Senza voler per questo dire chi è piu intelligente o no,perchè effettivamente come hai ribadito tu l’argomento è complesso e complessa è anche la definizione di intelligenza..
[citazione]
“E infatti non è questa la dimostrazione di intelligenza di cui volevo parlarvi, ma il fatto che l’allevatore, dopo aver recuperato uno dei soggetti da sotto un divano, gli “spiegò” letteralmente che la siringa, nella scena, non avrebbe avuto l’ago; che si trattava di una finzione, insomma, e che lui non avrebbe sentito alcun male. Ecco: il cane, dopo questo “colloquio”, accettò tranquillamente di girare la scena.”
Come prego? Credo di non aver capito!
Giuro, è andata esattamente così! 🙂 L’allevatore ha fatto vedere la siringa al cane, gli ha fatto vedere e sentire che non c’era l’ago, appoggiandogliela un paio di volte sulla pelle e dicendogli (proprio letteralmente “dicendogli”): “Non ti faccio male, è finta, vedi?” (ovviamente il cane non ha capito le parole, ma il tono rassicurante sì). A quel punto il cane è salito tranquillamente sul tavolo ed è rimasto fermo e tranquillo mentre si girava la scena con la finta iniezione. L’allevatore era Franco Orsi, dei “Bull degli Orsi”: puoi chiedere conferma a lui!
No ma è incredibile! Mi fido invece!! 😀
Sono meravigliose le potenzialità del cervello canino!
Sono ben decisa a leggermi con calma tutti questi articoli (e noto che sono molto utili anche linkati a vari amici e familiari, che li comprendono con estrema facilità) e sto anche prendendo appunti, ma questa cosa del bulldog l’ho trovata incredibile, perché ho una vicina di casa anzianissima che sostiene, al limite del ridicolo, che il suo barboncino capisca quando il figlio le telefona per comunicarle che il cane verrà toelettato…e ovviamente mi è sempre sembrato impossibile crederle! Sarebbe bello un articolo sulle effettive capacità del cervello canino, nei limiti delle conoscenze delle quali disponiamo oggi. ^^
A voler essere precisi Coren, nel suo libro, specifica esattamente come è arrivato a quella tabella e non spaccia i suoi dati per dati scientifici. E specifica proprio come nei cani con forte intelligenza ubbiditiva (in effetti brutta definizione) la capacità di risoluzione di problemi è invece carente e viceversa.
ci sono gli “yes man” e ci sono i cani super ubbidienti; ma l’intelligenza vuol dire personalita’, carattere, furbizia.
Vorrei solo specificare che la classifica a cui fate riferimento (dove i BC sono appunto al primo posto) è riferita proprio all’intelligenza ubbiditiva. Se poi i giornali italiani travisano (come spesso accade anche per notizie ben più serie!), non credo sia giusto criticare Coren…
@Simonetta: cara Simonetta, la mia critica in realtà è un po’ rivolta ad ogni tipo di “classificazione” dell’intelligenza (compresa quella umana!), perché non credo che si possa tentare di “classificare” ciò che in realtà ancora non si conosce. Conosciamo all’incirca le funzioni del 20% del cervello (umano): di tutto il resto non sappiamo ancora un beato nulla! Per di più, è anche difficile in assoluto definire cosa sia l'”intelligenza”.
Per questo non apprezzo che vengano spacciati per dati scientifici quelle che in realtà sono semplicemente le opinioni del signor X o del dottor Y. Il che vale per Coren, ma anche per migliaia di altri studiosi che dovrebbero (anche questa, naturalmente, è un’opinione!) avere un po’ più di umiltà e non pretendere di definire l’indefinibile…o almeno dovrebbero dire “secondo me è così” (il che è più che lecito), ma senza pretendere che questa diventi la Versione Ufficiale, almeno quando non ci sono sufficienti dati scientifici a supporto.
Poi i giornali, si sa, travisano SEMPRE abbondantemente, quando si parla di cani (e non solo). Però c’è anche un problema di base: l’intelligenza non sappiamo ancora esattamente cosa sia!
Allora mi spieghi perché la classifica in oggetto, è usata come standard anche a livello mondiale? Se guardi DOG 101, il border è al 1 posto, barbone al 2 e via dicendo. Poi, Coren non dice che gli altri sono stupidi, ma meno intelligenti,, anche perché se un cane è in grado di apprendere 205 parole mentre l’ultimo in classifica 169, non è giusto chiamare questi ultimi stupidi. Se un bambino a scuola per apprendere una lezione, necessita solo dell’ascolto in classe, mentre ad un altro servono ore di studio, non vuol dire che quest’ultimo è stupido, ma è ovvio che il primo è più intelligente. Io ho un meticcio al quale manca solo la parola, e pensavo che non avrei mai più avuto un cane così intelligente, ma adesso ho un border maschio di 3 mesi e mezzo, e ha un intelligenza alquanto inquietante. Per me i cani sono tutti intelligenti, ognuno ha la propria peculiarità, ma è troppo evidente la superiorità di alcuni individui per non essere vista. Premetto che non ho preso il border perché Coren dice che è il più intelligente, infatti il mio sogno è avere un Dobermann, ma me lo hanno regalato, e sono troppo contento.
E’ usata perché non ce ne sono altre. Molto semplice 🙂
Abbastanza superficiale come risposta, e oltretutto facile. Sicuramente ce ne sono altri di studi, e se questo è diventato lo standard, un motivo ci sarà. Al mio cane, giorni fa, ho fatto vedere che mettevo una pallina in un barattolo, e senza che gli dessi alcun premio, dopo qualche minuto di attenzione, l’ha subito ripetuto…ah, il mio cane ha 3 mesi e 10 giorni.
No, non ce ne sono altri. Anche perché uno studio serio sull’intelligenza del cane non è fattibile, visto che ancora non ci sono studi certi neppure sull’intelligenza degli umani. Si tira sempre un po’ a indovinare, anche in umana (e anche qui ci sono test universalmente accettati, come quello del Q.I., che vengono però spernacchiati da molti studiosi). La verità è che ancora non sappiamo neppure cosa sia effettivamente l’intelligenza: quindi sarebbe meglio parlare, forse, di “attitudini”.
@Luca quindi siccome il tuo cane di 3 mesi e 10 giorni ha imitato un’operazione ed è un Border, la classificazione di Coren è automaticamente corretta e affidabile ?
Azz, meno male che la risposta “superficiale e facile” era quella della Redazione 😀