mercoledì 27 Marzo 2024

Ma il dobermann è un cane da guardia?

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Valeria Rossi
Valeria Rossi
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l'affisso "di Ferranietta") e addestrato cani, soprattutto da utilità e difesa. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E' autrice di più di cento libri cinofili, ha curato la serie televisiva "I fedeli amici dell'uomo" ed è stata conduttrice del programma TV "Ti presento il cane", che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Per diversi anni non ha più lavorato con i cani, mettendo a disposizione la propria esperienza solo attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari. Ha tenuto diverse docenze in corsi ENCI ed ha collaborato alla stesura del corso per educatori cinofili del Centro Europeo di Formazione (riconosciuto ENCI-FCI), era inoltre professionista certificato FCC. A settembre 2013, non resistendo al "richiamo della foresta" (e soprattutto avendo trovato un campo in cui si lavorava in perfetta armonia con i suoi principi e metodi) era tornata ad occuparsi di addestramento presso il gruppo cinofilo Debù (www.gruppodebu.it) di Carignano (TO). Ci ha lasciato prematuramente nel maggio del 2016, ma i suoi scritti continuano a essere un punto di riferimento per molti neofiti e appassionati di cinofilia.

“Il mio Dobermann di quasi due anni è un pessimo cane da guardia – lamentava qualche tempo fa il frequentatore di un newsgroup – Fa le feste a tutti, e temo che le farebbe anche a un malintenzionato. Come devo comportarmi?”
Molte delle risposte contenevano l’accorato grido: “Non devi fare proprio nulla, tanto meno forzarlo all’aggressività, perché il dobermann non è un cane da guardia!”
Ma è proprio questa la verità?
Sostanzialmente sì, perché il dobermann è ufficialmente un cane da difesa, NON da guardia: ma le classificazioni, si sa, non sono tutto nella vita.
Se così fosse, il pastore tedesco dovrebbe limitarsi a guidare pecore e non dovrebbe neppure sognarsi di entrare su un campo di addestramento.
In realtà, quando si parla di cani da pastore, da guardia, da difesa, da slitta, da ferma o da riporto, si fa riferimento all’ attitudine principale della razza.
In alcuni casi questa ne esclude altre (per esempio, non aspettiamoci che un retriever fermi la selvaggina): in moltissimi casi, però, la caratteristica principale non esclude affatto altre attitudini o possibili applicazioni (da molti cani da ferma possiamo sicuramente aspettarci che riportino la selvaggina).
Ogni cane – sosteneva giustamente Piero Scanziani già nel ’51 – è insieme da guardia, da caccia e da compagnia. Chi stima un setter o un pastore bestia diversa da un molosso o da un pechinese non è un cinofilo né un cinologo.”
Questa affermazione va presa “cum grano salis”, almeno nel momento in cui si decide a quale scopo adibire un cane: è sicuramente vero che il pechinese potrebbe “sentirsi” cane da difesa, è altrettanto vero che non ha precisamente “le fisique du rol” e che le applicazioni pratiche non sarebbero di grande utilità.
Quindi, che scopo avrebbe stimolare la sua attitudine in questo senso?
Inoltre, dagli anni ’50 ad oggi, la superspecializzazione ha invaso anche il mondo canino: cosa impensabile cinquant’anni fa, oggi esistono divisioni anche all’interno della stessa razza, con linee di sangue nettamente distinte tra bellezza e lavoro (il pastore tedesco è l’esempio più eclatante di questa nuova – e per me sbagliatissima – tendenza).
Anche qui, però, bisogna fare un distinguo importante: il fatto che un cane sia “da bellezza” può avere senso se lui è “più bello che bravo”, ovvero se manifesta assoluta eccellenza nel campo della morfologia MA è anche dotato – pur se non in misura altrettanto eccelsa – delle giuste doti caratteriali.
Lo stesso dicasi per il cane con doti caratteriali elevatissime, MA anche tipico e quindi riconoscibile come degno rappresentante della sua razza.
Questi sono e restano “cani di razza” (qualsiasi essa sia), e anche se in un campo stravincono, mentre nell’altro non vanno oltre il Molto Buono, non ho nulla da obiettare sul loro allevamento.
Le cose cambiano quando un cane “superbello” è anche un fifone che scappa appena gli fai “bu”.
O quando un cane “superbravo” non sembra neppure più un cane di razza, ma un simpatico bastardino dalle forme vagamente lupoidi (o braccoidi, o graioidi, o quel che è).
In questo caso non ci siamo più, e solo in questo caso sostengo che spaccare in due una razza, con linee di sangue completamente divise, è pericolosissimo e quindi sbagliato.

Che c’entra tutto questo discorso con il dobermann come cane da guardia?
C’entra, c’entra: e tra poco ci arriviamo.
Ma prima andiamo a farci un breve excursus storico, ricordando che il dobermann è stato il primo cane al mondo (e l’unico, ai suoi tempi) ad essere appositamente creato come cane da difesa.
La storia di Herr Karl Friedrich Louis Dobermann (nella foto a sinistra) la conoscono anche i sassi…ma se ci fosse tra i nostri lettori qualche neo-neo-neo cinofilo che ancora non la sa, ricordo brevemente che il signore in questione svolgeva diversi lavori, tutti pericolosi (guardiano notturno, esattore delle tasse, accalappiacani ed esecutore di sequestri giudiziari): quindi aveva bisogno di un cane coraggioso e dotato di aggressività piuttosto alta, pronto a tutto per difenderlo.
Non trovandolo nel panorama cinofilo tedesco dell’epoca, Dobermann decise di “costruirselo in proprio”: ma siccome i cani non si costruiscono in laboratorio (checché ne dicano i media…) utilizzò, incrociandoli molto oculatamente, i cani già presenti sul territorio tedesco.
Quali cani in particolare?
Nessuno lo sa.
Herr Dobermann si fece molto accuratamente i fatti suoi, e non spiegò mai a nessuno (neanche ai suoi figli) quali incroci avesse realmente utilizzato.
Quindi oggi si tira a indovinare, ipotizzando l’uso del Metzgerhund (il “cane dei macellai” progenitore dell’attuale Rottweiler), e del pastore della Beauce (che al dobermann somiglia moltissimo).
In seguito vennero sicuramente utilizzati il Manchester Terrier e il Greyhound (sono riportati nei pedigree dei primi del ‘900): ma la razza era nata e consolidata da tempo, quindi lasciamo pure da parte queste immissioni di sangue successive.
Torniamo invece ai primi “esperimenti” di herr Dobermann, e chiediamoci: con chi incrociò i suoi ipotetici Metzgerhund e i suoi eventuali Pastori della Beauce?
La risposta è scritta a chiare lettere nella morfologia del cane: li incrociò indubbiamente con il pinscher.

La capostipite della razza, Bismarck (poi ribattezzata Bisart per…non confonderla con il Cancelliere), era una pinscher a tutti gli effetti, e fu con lei che Dobermann produsse i suoi primi soggetti, da padri che ha ritenuto bene non rivelarci.
Ma anche i primi dobermann iscritti come tali al Club tedesco (nella foto Graf Belling v.Groenlanderh, il numero 1 del libro origini tedesco, con una femmina di nome Gerhilde) erano ancora molto, ma molto “pischereschi”: e l’affinità genetica continuaiad essere scritta a chiare lettere anche nei tratti fisici delle due razze moderne, che si somigliano sempre tanto da far ritenere molto bello e tipico un pinscher medio o nano che “sembri un piccolo dobermann” (lo si legge spesso nei giudizi in expo).
E qui arriviamo al primo, inamovibile paletto: il pinscher è sempre stato un cane da guardia.
E se è vero (come è vero) che Bismarck era una pincher pura, il dobermann ha il 50% di “geni da guardia” all’origine della sua storia.
Ma da allora (e cioè in poco più di cent’anni) è cambiato qualcosa?
E cosa?
A questo punto il discorso si divide in due parti: la prima che segue un percorso selettivo cinofilo, e la seconda che invece fa riferimento ai cambiamenti sopraggiunti nel lato umano della storia.

PERCORSO CINOFILO
Il dobermann, come sanno tutti coloro che ne hanno posseduto almeno uno, ha sempre avuto la fama di “kanekattivo”.
Agli inizi dell’allevamento moderno questa fama non era del tutto immeritata, perché molte linee di sangue producevano cani non “cattivi” (concetto che non può esistere, visto che il cane non ha un senso morale) ma sicuramente molto, molto nervosi e reattivi.
Allora gli allevatori cominciarono a lavorare sul carattere, smorzando i tratti eccessivi ed arrivando a cani estremamente equilibrati: i migliori risultati arrivarono verso la fine degli anni ’60, quando il dobermann era un cane talmente affidabile, sicuro ed addestrabile che si pensò bene di utilizzarne una “squadra” per la realizzazione di una serie di film.
Il primo e più fortunato di essi si chiamava “La gang dei doberman” (con una “n ” sola: all’uscita del sequel, “La gang dei dobermann colpisce ancora”, si accorsero dell’errore e aggiunsero la seconda “n”) ed era un esempio eclatante di ottimo addestramento e di grande affidabilità degli attori a quattro zampe, che in diverse scene spianavano denti a due millimetri dalla faccia degli attori a due zampe, nessuno dei quali si beccò neppure una scalfittura.
Purtroppo la scemenza umana non ha limiti: e siccome in quei film i dobermann erano “delinquenti” (o meglio “complici” di un simpaticissimo delinquente umano, impersonato da un ottimo Fred Astaire in età avanzata)…da un lato si ebbero spettatori “spaventati” da questi cani indubbiamente terribili e ferocissimi (la locandina del film decisamente non aiutava a pensarla diversamente)…e dall’altro si ebbe la “gang dei fissati” – sempre a due zampe, ovviamente – che volevano un dobermann subito, a qualsiasi costo e più “kattivo” possibile.
Così gli allevatori si ritrovarono spiazzati, non avendo alcuna possibilità di soddisfare una richiesta di mercato che balzava alle stelle da un giorno all’altro: e molti di essi, correttamente, rifiutarono anche di vendere cuccioli a coloro che palesemente volevano un’arma e non un cane (tantomeno un cane sensibilissimo, dolcissimo e adorabile come è il dobermann in realtà).
Purtroppo, in cinofila, essere corretti e cercare di salvaguardare la razza che si ama…non paga quasi mai.
Pagano invece la produzione indiscriminata e incontrollata, pagano i cuccioli “sfornati in catena di montaggio” in modo da soddisfare (anziché cercare di “educare”) un pubblico affamato di cani.
Il risultato fu che negli anni ’70 tutto il lavoro di accurata selezione svolto sulla razza venne vanificato dalla moda: e come sempre accade quando si “produce” invece di selezionare…saltarono di nuovo fuori tutte le monete false e quindi i cani troppo nervosi, mordaci, indiscriminatamente aggressivi.
Così, a chi già temeva l’immagine del “kanekattivo”, si affiancò una bella schiera di iniziali estimatori trasformati rapidamente in detrattori (la rapidità dipendeva dal tempo che impiegavano a farsi mordere, avendo acquistato un cane non selezionato e non avendo neppure la minima idea di come lo si doveva gestire).
Ed ecco nascere una serie di leggende metropolitane che in parte sopravvivono ancora oggi: dal cane prodotto in laboratorio (direttamente dalle SS, nelle versioni più trucide) al celeberrimo “cane che a sette anni impazzisce” perché gli si restringe la scatola cranica.
Storie decisamente ridicole, che farebbero ridere anche me se non fosse che il mio dobermann (che possedevo da ben prima dell’uscita del film, proveniva da un allevamento serio ed era il migliore amico di tutti i bambini del circondario) venne avvelenato due giorni dopo il suo settimo compleanno, come ho già raccontato altre volte.
Quindi non rido affatto, quando una moda distrugge una razza.
E non risi quando una vera gang criminale a due zampe del vicentino, attiva tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ’80, venne prontamente ribattezzata dai giornali “La gang dei dobermann”.
Per me era un incubo che sembrava non avere fine.
Invece, grazie al cielo, passò la moda e si attenuarono (anche se non sparirono mai del tutto) le leggende metropolitane sulla razza.
Sparirono i cagnari interessati solo al commercio, e restarono gli allevatori “veri”, che si misero di buzzo buono a recuperare le doti caratteriali della razza.
Negli anni ’90 il dobermann tornò ad essere un cane equilibrato, ottimo difensore ma anche dolcissimo compagno di vita: ma stavolta, dati i precedenti, si cercò di porre un accento decisamente maggiore sulla dolcezza.
Il risultato lo vediamo nei cani di oggi, equilibratissimi ma meno diffidenti – rispetto al passato – nei confronti degli estranei.
Quindi i dobermann di oggi vengono spesso scambiati per “paciocconi che fanno le feste a tutti”…finché non arriva (a dire il vero si spera che non arrivi mai) il caso di emergenza, in cui si scopre quasi con sorpresa che il loro istinto alla difesa è sempre di altissimo livello.

PERCORSO UMANO
A questo punto possiamo tornare al concetto di “cane da guardia”, che non è fisso né statico, ma che può racchiudere diverse tipologie canine.
Cane da guardia è il semplice “avvisatore”, che può pesare anche tre o quattro chili e che ha il solo compito di abbaiare quando sente avvicinarsi un estraneo: se l’estraneo ha cattive intenzioni, ovviamente un mini-cane non potrà far molto…ma almeno il padrone è stato messo in allarme.
Cane da guardia (efficientissimo) è anche il molossone estremamente territoriale, che neppure ti abbaia (perché dovrebbe? Non ha bisogno dell’aiuto di nessuno), ma se metti piede nella sua proprietà ti stacca direttamente il piede, prima di tornare placidamente a dormire.
Cane da guardia, infine, è il cane che pur non essendo nato con questo preciso scopo può svolgerlo egregiamente perché unisce un fisico adeguato alla diffidenza verso gli estranei (propria dei cani da difesa), ad un’elevata vigilanza e alla territorialità propria del cane in quanto “cane”, con rare eccezioni.
Il dobermann ha un fisico prestante, ha vigilanza molto elevata, ha una buona territorialità e ha ancora una certa diffidenza verso gli estranei: ma non tanta diffidenza come in passato… perché oggi si cerca un cane più “sociale”, più “buon cittadino”, in pratica più gestibile in una società a due zampe che aspetta solo un piccolo passo falso per scagliarsi contro quella a quattro.
Il dobermann, quindi, non è per elezione né per selezione un cane da guardia: ma può ugualmente essere un “buon” cane da guardia.
Le differenze individuali e il tipo di educazione che riceve, naturalmente, sono fondamentali per spingere più o meno intensamente verso questa attitudine.
E arriviamo finalmente alla seconda componente “umana” del discorso, e cioè ai proprietari e non più agli allevatori.
Che tipo di cane vorrebbe, oggi, il grande pubblico?
La risposta, purtroppo, è più o meno questa: un cane capace di fare la guardia quando arriva un ladro, ma di lasciar passare senza problemi (e magari scodinzolando) la zia in visita.
Un cane capace di reagire prontamente e aggressivamente se un malvivente cerca di scipparci la borsa, ma di restare impassibile se la persona che ci arriva alle spalle e ci mette le mani addosso è invece un vecchio amico che voleva salutarci con un abbraccio a sorpresa.
Un cane che possa girare libero senza guinzaglio per prati e parchi cittadini giocando in disneyana allegria con tutti gli altri animali (altri cani, gatti, canarini e coniglietti), ma che stenda all’istante il kagnaccio kattivo che invece l’ha attaccato perché voleva litigare.

Ma, signori miei…non credete che a questo punto ci stia bene un “che cavolo pretendete?”
Stiamo parlando di CANI, non di robot.
Oggi la selezione del dobermann ha creato un cane capace (magari con l’aiuto di un piccolo condizionamento, ma mi sembra il minimo!) di superare una prova come lo ZTP, che gli impone di restare impassibile mentre un gruppo di persone gli si stringe intorno  e di scagliarsi cinque minuti dopo contro il figurante armato di bastone che esce dal revier.
Che altro vogliamo?
Che tirandogli un orecchio, magari, faccia il caffè?
Il dobermann è diventato un eccellente “cane sociale e cittadino” ed è rimasto un eccellente cane da difesa…e ci volevano doti caratteriali davvero eccelse per arrivare a un simile connubio.
Pretendere che faccia anche la guardia è davvero eccessivo, ma nonostante tutto alcuni soggetti la fanno in modo più che efficace.
Non saranno, però, gli stessi soggetti a cui poi potrete chiedere di restarsene fermi in mezzo a un campo, legati a un paletto, mentre un perfetto estraneo si avvicina, lascia cadere oggetti, li raccoglie e così via.
Perché se vogliamo passare lo ZTP e superare prove come quella del gruppo e del paletto dovremo per forza abbassare il livello di diffidenza del cane: e abbassando questo livello è abbastanza normale, mi pare, che qualche soggetto finisca per infischiarsene se arriva il postino.

E a questo punto concludo con la domanda da un milione di dollari: ce ne frega davvero qualcosa che il nostro cane abbai al postino?
Ci serve davvero che spiani quarantadue denti in faccia agli innocui passanti, dandoci l’impressione di avere un “cane da guardia” (ma non dandocene affatto la certezza, perché lo stesso cane che sembra un belva quando è dietro al cancello potrebbe scappare come una lepre se il cancello si aprisse) e per di più consolidando l’impressione che il dobermann sia un “kanekattivissimo”, che forse a sette anni potrebbe pure impazzire?
Insomma, la domanda vera è: qual è, oggi, l’utilità di un cane da guardia?
In giardino, nel 2011 e non nell’Ottocento, l’unica cosa a cui può servire è appunto spaventare passanti e postini: perché se il ladro vuole entrare, oggi ENTRA.
Magari dopo aver ammazzato il cane, o averlo messo fuori combattimento con spray soporiferi tanto diffusi che tra un po’ si troveranno anche ai grandi magazzini.
Ma dopo essere entrato in giardino, il ladro che fa? Ruba le rose di nostre moglie?
Ovviamente no: se vuole portarsi via un bottino soddisfacente, deve entrare in casa.
Ed è LI’ che il dobermann può essere davvero utile.
Primo, perché per entrare in casa il ladro deve forzare una serratura, e farlo con un cane che “ti dice di tutto” non è esattamente comodo; secondo, perché l’abbaio dentro casa mette in serio allarme il padrone anche se questi sta dormendo (se invece il cane abbaia in giardino, nove volte su dieci, il padrone o NON si sveglia affatto, o pensa bonfonchiando che sia passato un ciclista).
Terzo, perché usare qualsiasi tipo di arma dentro una casa è più difficile, visto che mentre la usi sul cane non puoi controllare i padroni, e se la usi sui padroni rischi di trovarti il cane attaccato a un braccio.
Quarto, e più importante di tutti: perché è dentro casa che si consumano i veri crimini, quelli di cui in fondo abbiamo davvero paura. Violenze, botte, a volte anche tragedie estreme…che però non riescono troppo facilmente se oltre a una famiglia di persone terrorizzate ci si trova di fronte un dobermann incazzato.

Quindi, a che serve un cane da guardia piantato in giardino?
Quasi a nulla.
E’ molto più corretto, più rispettoso del cane…e soprattutto più UTILE che il dobermann resti cane da difesa a tutti gli effetti, vivendo a stretto contatto con il padrone giorno e notte e proteggendo LUI, non le rose o i salici piangenti.
Senza contare che la violazione di un appartamento, anche dal punto di vista legale, viene vista con occhi ben diverso dal semplice superamento di una recinzione.
Quindi teniamo il dobermann vicino a noi, a fare il cane da difesa che è la sua “vera” specializzazione: a questo punto potremo infischiarcene allegramente se in giardino lascia entrare chiunque. Anzi, avremo soltanto meno grane e meno vicini preoccupati (che talora diventano vicini “pericolosi”).
Fra le altre cose, il cane vivrà più a lungo e in migliore salute, perché il dobermann soffre il freddo…e passare le notti invernali con il precario riparo di una cuccia non fa sicuramente il suo bene.

Illustrazione: “Dobertoon” di Lois Sample

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20 Commenti

  1. buona sera ho posseduto un Dobermann 40 anni fa e devo ammettere che Dago ( questo era il nome ) ancora Lo ricordo per la sua agilità , per la sua potenza per la capacità d’incutere rispetto ! Debbo però ammettere che l’istinto nella tempestività dell’intervento dei veri cani Corso ( Brigante e Pacchiana ) l’affettuosità e il senso di protezione dei cani Lupo di mio Padre ( simili al Pastore tedesco ,ma con orecchie triangolari , non da Licaone ) non sono nulla al confronto dell’ultimo amico che abbiamo avuto con noi in casa un Pastore Abruzzese di nome Falco . Quest’ultimo ha ricevuto nei suoi 10 anni di vita un solo morso ( sul tartufo). La responsabile è stata mia figlia che all’epoca aveva due anni . Questa mia breve disamina su varie razze di cani non vuole essere ne un elogio ne una critica ad una razza o ad un altra ma è importante capire che l’impriting del cane nei primi mesi di vita è importantissimo e solo l’affetto nell’infanzia del ns. amico lo renderà a noi vicino e disponibile alla guardia del suo territorio e alla ns. difesa . Pertanto vi invito a riflettere che determinate atteggiamenti dei nostri amici a quattro zampe sono naturali e che un Bracco di Weimar forse ( anche perché molto più vicini di quello che pensiamo ad alcune razze vedi i dobermann grigi ) sono cani da guardia e da difesa. Prima di augurarvi la buona notte vi vorrei coinvolgere in un quesito storico ! Premesso che l’eruzione del Vesuvio è avvenuta qualche anno prima che i mastini dell’Epiro venissero importati in Italia il cane rappresentato nel famoso mosaico Pompeiano ,e spesso utilizzato impropriamente in alcune trasmissioni televisive , assolutamente non paragonabile a un molossoide , di che razza è ???? Io ho un idea , mi farebbe piacere confrontarmi con i cultori della materia . buona notte Antonio Fusco

  2. Il punto è che chi ti segue un po’ i cani li conosce; ma chi non ne ha un’idea come fa a sapere che se dai una pacca sulla spalla al suo padrone il dobermann ti potrebbe mordere?! Quello che voglio dire è, il dobermann sa riconoscere un’aggressione vera e propria? O se io giro con un dobermann e un amico mi da una pacca forte sulla schiena per scherzare poi il dobermann da una pacca a lui coi denti?

  3. Sto iniziando piano piano a informarmi su questa razza, che trovo davvero davvero eccezionale. Quando sarà il momento giusto e potrò finalmente scegliere il cane dei miei sogni (parliamo di anni, suppongo).. credo sarà proprio questo. Grazie per tutti gli approfondimenti che condividete, gratuitamente, su questo spazio. Sono preziosi!

  4. un DOBERMANN è un compagno di vita ADORABILE impavido cane da difesa e OTTIMO cane da guardia ………..che che ne dicano gli espertoni è un cane che sa fare TUTTO anche il clown pur di attirare l’attenzione dell’amico uomo o donna che lui venera dalla nascita alla morte ! Elegante , pulito e fiero nonchè statuario ………teme solo i rigori invernali ……….e spesso anche solo un raudo lo mette in seria difficolta’ sempre se non appositamente preparato è il CANE IDEALE ………….

  5. Vorrei poter stampare questa lettera e appenderla ad ogni angolo del mondo affinché tutti capiscano che cani eccezionali, meravigliosi e stipendi abbiamo e che capiscano che avere un dobermann è una fortuna e un onore! Sono orgogliosa del mio dobermann, ne avrò sempre almeno uno nella mia vita, non ne posso fare a meno, la vita senza un dobermann sarebbe molto meno divertente! 😉

    • VERISSIMO Claudia sono dei cani UNICI bellezza e funzionalita’ nella stessa tipologia e poi che gran figli di buona madre !!!!!!! Se hai la luna storta o vuoi ridere o vai a zelig o giochi con un DOBERMANN ………è IL NUMERO 1 !

  6. grazie Valeria, come sempre analisi azzeccata in pieno!
    la mia doby, cche in generale si crede un jack russell da quando convive con sam il jack, è perfettamente aderente alla tua descrizione: buona, dolce e furbissima, ma quando, qualche giorno fa, un ladro ha tentato di entrare in casa mia saltando la recinzione e (colpa mia, avevo lasciato la porta aperta) entrando in casa, non le ha permesso di metterci nemmeno il naso in casa, si è lanciata alla velocità della luce verso di lui, con i denti “spianati” ed un abbaio che non le avevo mai sentito prima, menomale che il malcapitato, scappando, ha avuto l’accortezza di tirarsi dietro la porta, altrimenti non so come sarebbe finita….
    quando parli dei doby mi commuovi!

  7. Vorrei porre una domanda che difficilmente avra una risposta univoca e probabilmente nemmeno l avra : ci sono moltissimi allevamenti di dobermann ( parliamo solo di quelli riconosciuti ) a quale secondo voi e in grado di vantare l allevameto di soggetti CARATTERIALMENTE TIPICI ? So che non si puo fare pubblicita , che non e corretto nominare un allevamento invece di altri , ma almeno fare una lista non sarebbe sbagliato o lesivo nei confronti di nessuno ?

    • più che altro… dipende molto da singolo accoppiamento secondo me =) fare dei nomi sarebbe “stupido” (sempre per me) perchè un certo allevamento magari ha sempre deciso di stare più sul carattere che sulla bellezza, poi l’allevatore si sveglia un giorno e decide di voler avere una cucciolata ricercando soprattutto la bellezza… e quindi….
      Non so se mi sono spiegata ^^

  8. Da addetto ai lavori nonché appassionato della razza, segnalo che l’impiego migliore è quello di almeno due cani, uno in giardino ed uno in casa.

    Il cane in giardino, definito come “sentinella” è generalmente quello un poco più schivo e più incline ad abbaiare. Certo deve essere addestrato affinché abbai in necessità (e non inutilmente, disturbando padrone e vicinato) rimanendo sempre distante dalla recizione. Deve essere inoltre addestrato a non assumere cibo se non da un membro della famiglia (o meglio dire da un membro del “branco”).

    Il cane all’interno della casa è invece quello dal carattere più deciso e “mordace” (passatemi l’espressione scorretta) pronto ad aggredire impavidamente gli intrusi.

    E’ indubbio che il dobermann si lega più alle persone e meno alla proprietà rendendosi più cane da difesa che da guardia. Come però saggiamente scritto nell’articolo, proprio in casa questo confine diventa labile ed il fedele e docile amico diventa una macchina da guerra.

    Io, felice possessore di una splendida coppia di dobermann, non mi azzarderei mai ad entrare in mofo furtivo e senza presente il padrone in una casa custodita da questo formidabile cane. Assicuro che il temperamento più equilibrato di questa razza rispetto a venti o trenta anni or sono (risultato di continue selezioni) continua a sposarsi perfettamente con l’eleganza, l’obbedienza e soprattutto la determinazione di cui dispone.

    Se equilibrato nel carattere (trattato con rispetto, addestrato con passione ed abituato a socializzare) è un cane bellissimo, dal portamento fiero, dal temperamento adeguato e dall’irriducibile tenacia. Non deve essere assolutamente educato all’aggressività poiché non ne ha bisogno, il suo istinto lo guida in modo infallibile! Qualora percepisca una minaccia per il “branco” non indietreggia e non ha paura di nulla; atteggiandosi ad una difesa da eroe…. come scrivevo sopra, semplicemente una “macchina da guerra”.

    • Marco, ma dei sentimenti e della sensibilità del cane relegato in giardino, non ce ne vogliamo preoccupare?
      Mi scusi, ma non condivido questa visione esclusivamente utilitaristica: per fare la guardia al giardino ci sono i sistemi d’allarme. Il dobermann è un cane che ha SEMPRE bisogno di vivere con i suoi umani: quindi del cane “sentinella” faccio volentieri a meno, perché per il comodo mio sarei costretta a sottovalutare le esigenze sue. Del cane che vive in casa, invece, posso tranquillamente godermi l’attitudine alla difesa, facendone contemporaneamente un cane felice e realizzato.

    • Scusa ma cosa serve un cane in giardino ? Puoi avere anche il cane più cattivo del mondo ma se i ladri arrivano con una cagnetta in calore, il tuo cane da guardia seguirà l’istinto, correndo dietro alla cagnetta lasciando strada libera ai malintenzionati: il cane da guardia, va tenuto all’interno dell’abitazione !!!

  9. salve anche io sono un possessore di un dobermann, ragazzi non prendiamoci per i fondelli meglio dire la verità come stanno le cose in modo che la gente non incorrono sbagli nella scelta della razza, traggo la conclusione dopo un evento da non crederci io credessi di avere un cane magari mi avvisasse in caso di pericolo…. ok leggete bene, a casa mia sono entrati degli zingari per rubare un trattorino piccolo di mio padre lo sapete cosa a fatto il mio doby? sonnicchiava a gambe in aria senza accorgersi di nulla, diversamente il cane del mio vicinato pastore tedesco a dato l”allerta con un abbaio profondo cosi mi sono affacciato dal balcone dando un”occhiata il mio cane svegliandosi dal rumore della porta di ferro prodotto da me quasi a non voler crederci il mio doby è accorso verso uno di loro abbassando le orecchie saltando addosso per giocare cercando le carezze…cosa dire ragazzi no grazie!! io preferisco i dobermann degli anni 70 oggi gli è rimasto solo il nome per il resto è un setter inglese… atteggiamenti tipici dei cani da caccia coccolone, affettuoso, sensibile, giocarellone, magna come un maiale, bee! su questo nulla da obbiettare ma quando si tratta di fare il suo dovere bisogna anche farlo no? invece basta che uno fa bu!! scappa con la coda tra le gambe, io credo anzi! sono certo che la consequenza sia che il dobermann manchi proprio quella aggressivita sana per renderlo un cane coraggioso quando la situazzione lo richiede….

    • dipende da CHE dobermann tu abbia. A me sono entrati i ladri in casa (dalla finestra-balcone di camera mia, immaginati la strizza)…. beh… senza la Dobermann sarebbero entrati senza tanti crucci. Lei li ha aspettati in silenzio sotto la tenda. Non ha nemmeno tirato il fiato (modo di dire).
      Come sono entrati, si è scatenato l’inferno. E NON è ADDESTRATA, PREMETTO.
      Eppure al parco, a passeggio, ovunque è una cagnetta dolcissima ed equilibrata (non ama solo i suoi simili per problemi di socializzazione da cucciola) si fa mettere le mani in bocca dai bambini, gioca con i bambini, si lascia fare veramente l’impossibile (povera) ma quando è stato il momento……. ha tirato fuori una grinta che non mi aspettavo. Ha morso (e non poco) i ladri e li ha messi in fuga. se non la avessi trattenuta per la collottola (non aveva nè il collare nè altro dato che era notte fonda) si sarebbe volentieri buttata all’inseguimento dei ladri. Ma non era il caso. loro si sono buttati dal balcone (da dove erano saliti – primo piano, ovviamente) e lei gli sarebbe andata dietro.
      Il maschio invece, se solo qualcuno ci tocca in modo troppo energico, si butta in mezzo e divide. Se ci scappa AHIA invece, si arrabbia pure e rantola, buttando le orecchie indietro e drizzando il pelo… poi cammina verso “l’interessato”. E’ molto equilibrato e non so se arriverebbe a mordere in questi casi “blandi” ma non ho dubbi che ci difenderebbe a spada tratta in caso di bisogno, come ha fatto la femmina (all’epoca figlia unica).

      Questo è IL DOBERMANN. Se è troppo fifone….di Dobermann ha solo il nome.

      • Valeria condivido TUTTO la storia che racconta Antonio non è sostenibile almeno per quello che è il vero DOBERMANN attuale senza rimpiangere i terribili skizzati nevrotici sfornati nel boom anni ’70 !

    • Caro Antonio ti sbagli di grosso non è che siccome il tuo dobermann è di indole pacifica ora tutti i doby sono da rottamare !
      Prova solo ad avvicinarti al recinto della mia abitazione ,mi piacerebbe davvero sorprenderti e farti rimangare tutto quello che scrivi .
      Spesso le attitudini di una specifica razza poi vanno testate per ogni singolo soggetto , parliamo di attitudini comuni ai tanti ma non di cloni.
      P.S. a parte che da come parli credo che tu desideri il classico coccodrillo pronto a squartare tutto e tutti tranne che i suoi amici di famiglia e se morde la nipotina perchè sconosciuta va fatto sopprimere o tagliato a pezzi con la motosega !
      il mio non ha MAI avuto nozioni o istruzioni per l’uso HA FATTO TUTTO DA SOLO come per sua indole innata unico handicap ha il terrore degli spari ma con il giusto rinforzo positivo gia’ noto grandi miglioramenti.
      SALUITI.

  10. verissimo, il dobermann è proprio così un vero companio e protettore, peccato che quando vai in giro ancora adesso lo scambiano per una pistola carica………………….

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