Quanto è cambiato il San Bernardo dagli anni ’30 ad oggi?
In fotografia non sembrerebbe poi molto…ma solo perché in fotografia non si vedono pesi e misure.
Ecco cosa diceva lo Standard nel 1936:
ALTEZZA E PESO: da un minimo di 70 cm per i maschi, da un minimo di 65 cm per le femmine. Il peso raggiunge gli 80 kg, minimo 50 kg. circa.
Ve lo immaginate, oggi, un San Bernardo pesante 50 kg? Sarebbe lo zimbello di tutti gli espositori.
Neppure i cani dell’Est, che pure sono regolarmente sotto peso e sotto taglia, riescono ad essere così piccoli!
Oggi i maschi adulti sono tutti alti almeno 80-85 cm. al garrese, ma spesso raggiungono i 90 cm.
Il peso va dai 70 ai 90 kg…ma sono tutt’altro che rari i soggetti che superano il quintale.
Sono diventati più belli? Forse solo più impressionanti, visto che in fotografia, appunto, non si notano grandi differenze.
In compenso c’è il serio dubbio che stiano diventando sempre meno sani (displasia dell’anca, torsione di stomaco e altre gravi patologie aumentano proporzionalmente alla taglia del cane) e che, in fondo in fondo, i cani di oggi siano sempre meno proponibili come cani da neve…tant’è vero che al San Bernardo vengono spesso preferiti soggetti meno specializzati, ma più facili da gestire e “manovrare”.
In questo modo si finirà per togliere di mano alla razza la sua stessa ragione di esistere…solo in nome di un’esasperazione estetica che sinceramente non ci sentiamo di condividere.
CANE DI SAN BERNARDO – 1936
SAN BERNARDO OGGI – Anton v. Hihen Howen, per gentile concessione dell’AISB
Se i San Bernardo degli anni ’30, almeno in fotografia, non sembrano poi così lontani da quelli attuali, qui viene invece da chiedersi che c’entrino con il Samoiedo quelle specie di lupacchiotti spelacchiati della prima foto.
Ebbene, nel 1936 quelli erano soggetti di altissima qualità (guardate un po’ il nome dell’allevatrice…).
L’abisso di differenza tra i cani di ieri e di oggi riguarda soprattutto due punti:
a) il pelo, visto che in selezione se ne è curata la lunghezza e si è cercato di arrivare al bianco “che si può bianco non si può” (ricordiamo che i primi Samoiedo importati dal Grande Nord erano di diversi colori, nero compreso!)
b) la lunghezza della canna nasale, che oggi è considerevolmente ridotta perché dei due tipi originari (il “tipo orso”, con la faccia più rotonda, appunto “da orsacchiotto”, e il “tipo lupo”, di cui vediamo un esempio molto evidente nella foto storica) il primo si è decisamente accaparrato i gusti del pubblico.
Entrambe le “modifiche” dal tipo iniziale, pur essendo decisamente notevoli, non hanno rovinato nulla: certo, se non è difficile immaginare i “lupacchiotti” del ’36 attaccati a una slitta, vien da sorridere all’idea di imbragare i cani di oggi.
Eppure, per quanto riguarda la salute della razza, arricchire il pelo e accorciare le canne nasali fino ai limiti odierni non ha comportato alcuna conseguenza negativa: i cani sono ancora perfettamente efficienti e diversi Samoiedo, quando e se hanno modo di essere testati, mostrano ancora una buona attitudine al lavoro che gli allevatori, se amano davvero la loro razza, dovrebbero badare a non perdere.
Fino a pochi anni fa il Samoiedo sembrava minacciato da un grosso rischio: l’eccessivo accorciamento delle gambe, legato soprattutto ad alcune importazioni dall’Inghilterra.
Un cane “pelone” può trainare, un cane con la canna nasale dei “tipo orso” è perfettamente in grado di respirare…ma un cane “senza gambe” non potrebbe mai essere un cane da slitta.
Fortunatamente, però, gli allevatori sembrano essersi accorti che la strada era pericolosa, e oggi restano solo pochi esemplari di “peluchoni” a gamba corta, mentre sono sempre più numerosi i cani sufficientemente slanciati da poter essere considerati a tutti gli effetti “cani da slitta”…anche se oggi sono soprattutto soggetti da compagnia e da show.
SAMOIEDO
1936 – soggetti dell’allevamento “del Sestriere”di Donna Virgilia Agnelli
OGGI – Sky, prop. Paola Belluzzi
Molto belli questi articoli del prima e dopo. Mi piace molto vedere le foto storiche, anche se in alcuni casi è triste vedere come la mano dell’uomo abbia cambiato un qualcosa che era già perfetto.
Un articolo simile sul Malamute :)?