martedì 16 Aprile 2024

I cani litigiosi

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Chi adotta un cane presso un rifugio deve frequentemente fare i conti con il problema della litigiosità intraspecifica. E’ chiaro che questo inconveniente non colpisce solamente i cani dei rifugi e può riguardare animali di ogni estrazione.
Molto dipende dalla razza, dalla socializzazione e dall’educazione impartita. La vita in canile, però, non aiuta certo a prevenire questi problemi.
Per il modo in cui vengono gestiti, molti rifugi contribuiscono ad aumentare la litigiosità tra i cani.
Infatti la struttura dei rifugi consiste solitamente in una serie di settori in cui sono compresi diversi recinti ospitanti una coppia, un piccolo gruppo o talvolta soggetti in isolamento.
Gli animali, comunque, non trascorrono tutta la vita nello spazio limitato del recinto. Per praticità di gestione, i cani vengono fatti uscire a turni un box per volta, in occasione delle operazioni di pulizia e somministrazione del cibo.
Se i box sono all’interno di un’area recintata, solitamente i cani sono liberati nell’area comune. Altrimenti vengono portati a guinzaglio dai volontari che ripetono la stessa passeggiata con tutti i cani.
L’abitudine di marcare con l’urina un determinato territorio fa sì che i cani ne prendano possesso e si sentano in dovere di difenderlo dagli estranei al branco.
Ovviamente tutti i cani dei recinti vicini, con i quali non vengono mai in contatto direttamente, vengono considerati estranei.
Ogni cane cioè, si sente legittimato a esercitare diritti sul territorio che frequenta e tutti gli altri, nella sua mente, sono degli abusivi, che, per di più, spadroneggiano sul territorio altrui nei momenti in cui i legittimi proprietari sono costretti in un recinto e non possono far valere le loro ragioni.
Dei veri codardi, a cui bisognerebbe dare una lezione!
Le recinzione, inoltre, dà una sensazione di protezione: anche i cani più insicuri e consci della propria debolezza trovano il coraggio di sfidare cani molto più grandi di loro.

I cani liberi prendono pieno possesso del territorio e si permettono di atteggiarsi a dominanti nei confronti dei colleghi, di qualsiasi taglia ed età, che non possono uscire dal loro box.
Quelli rinchiusi, invece, esplodono di rabbia e ringhiano minacciosi dietro le sbarre, frustrati dal fatto di non poter uscire, ma anche ben consci del fatto che i cani minacciati non possono entrare.
Dopo mesi o anni di ringhi e minacce attraverso la rete, molti cani maturano risentimenti e odi molto accesi verso gli occupanti dei recinti confinanti e nei casi più gravi alcuni soggetti possono maturare un’avversione nei confronti di tutti gli altri conspecifici, talora persino se di sesso opposto.
Anche i soggetti più pacifici, che potrebbero, al limite, tollerare cani estranei, non accetterebbero certo di dividere lo stesso spazio con i loro “vicini di casa”, che hanno imparato a detestare.
Per una logica tutta canina, quest’odio molto frequentemente si estende a tutti i cani che in qualche modo somigliano fisicamente ai nemici di sempre. Adottando un cane al canile potremmo perciò incappare in un soggetto tollerante e socievole con molti cani, ma decisamente ostile verso altri, a seconda del loro aspetto.
Generalmente si parla di antipatie personali o s’ipotizza che i cani possano in qualche modo comunicarsi qualcosa. Nella maggior parte dei casi questo fenomeno è dovuto a esperienze negative con soggetti aventi determinate caratteristiche fisiche.
Altri fattori che possono aumentare l’aggressività sono la ristrettezza degli spazi e la monotonia della vita all’interno di un recinto.
I lupi, che vivono liberi e devono cacciare per sopravvivere, non possono certo permettersi di sprecare energie e rischiare di ferirsi per questioni gerarchiche. I ruoli all’interno del branco sono fondamentali, ma la lotta per il miglioramento del proprio status non può assorbire tutto il tempo, dal momento che ci sono anche altre esigenze ben più importanti, in primo luogo quella di procurarsi il cibo.
Ben diversa è la situazione di certi animali domestici, che ottengono il cibo senza la fatica di procurarselo e non hanno la possibilità di scaricare l’aggressività cacciando e nemmeno correndo, considerata la dimensione dei recinti, per quanto grandi questi possano essere.
La vita di gruppo, quindi non è così facile come in Natura e solo gli animali più socievoli possono condividere il recinto con soggetti pari sesso.

Adottando un cane al rifugio, perciò, spesso si deve fare i conti con qualche problema di aggressività verso gli altri cani.
Quest’inconveniente può essere più o meno gravoso, non solo per l’intensità in cui si presenta, ma anche in base allo stile di vita che si vuole imporre al cane.
Chi ha un solo cane e, disponendo di ampi spazi recintati, non lo porta a passeggio, può non ritenere fondamentale che il proprio animale ne incontri altri.
Se la sola occasione in cui si incontrano altri cani è la sala d’aspetto dell’ambulatorio veterinario dove si eseguono le vaccinazioni, qualsiasi cane può essere gestito con un po’ d’attenzione utilizzando il guinzaglio.
Per alcune persone, invece, disporre di un soggetto tollerante e pacifico può essere di grande importanza.
Le motivazioni più fondate sono soprattutto riconducibili a due esigenze diverse.
Chi ha già altri cani è ovviamente sensibile ai problemi di convivenza tra gli stessi. Chi abita in appartamento o comunque chi è solito passeggiare col cane e liberarlo nei parchi e nei giardini pubblici, può desiderare un cane che non aggredisca tutti i conspefici incontrati.
Queste due caratteristiche richieste non sono necessariamente collegate.
In canile troviamo frequentemente gruppi di cani che convivono tranquillamente nello steso recinto, ma che attaccherebbero in branco ogni cane estraneo.
Molti altri cani che vivono a coppie o in isolamento potrebbero invece rivelarsi indifferenti ai conspecifici dello stesso sesso in territorio neutro, ma continuare a non accettarli a casa propria, divenendo litigiosi se costretti in uno spazio limitato.

Convivenza di più cani tra le mura domestiche

Se si ha la necessità di far convivere il nuovo arrivato con un altro cane, la soluzione più comoda è prendere un esemplare di sesso opposto, eventualmente sterilizzando uno dei due se non si ha la possibilità di separare i cani durante il calore.
L’accettazione in questo caso è del tutto naturale, se si dispone di soggetti equilibrati, soprattutto se è la femmina ad arrivare per seconda. Tutti i maschi sono solitamente molto contenti di accogliere una femmina a casa propria e mostrano di accettarla fin dal primo giorno.
Introdurre un maschio nella casa precedentemente occupata dalla femmina può invece, in qualche rara occasione, presentare qualche inconveniente. Alcune femmine, se in passato sono state molestate da maschi con istinto sessuale troppo marcato o se nei primi calori sono state traumatizzate da cani molto grossi o troppo esuberanti, possono mostrare avversione per ogni maschio che si avvicina loro, anche con l’intento di giocare o di cercare una comunicazione.
La femmina sola, inoltre, si trova costretta a ricoprire il ruolo della difesa del territorio, che solitamente spetta al maschio.
Non tutte sono disposte a lasciare l’incarico al primo venuto prima che questi abbia dimostrato la sua validità e prima di esservisi affezionate accettandolo come membro del branco.
In alcuni casi è addirittura più semplice presentare un’altra femmina dal carattere mite e naturalmente sottomesso, che non ha pretese sul territorio.
Nel caso si possegga una coppia già formata, invece, è più sicuro adottare un cucciolo, meglio se di sesso femminile, per motivi che spiegherò in seguito.
I genitori adottivi potranno ultimare la socializzazione e insegnare al cucciolo a rapportarsi con i propri simili, ovviando in questo modo a un problema molto frequente tra i cani che giungono al canile da cuccioli. Occorrerà però sorvegliare soprattutto il comportamento della femmina adulta che già si possiede.

I maschi (tutti) così come le femmine giovani che non hanno mai partorito, solitamente sono gentili con i cuccioli.
Le femmine adulte, invece, a volte possono avere reazioni dure nei confronti dei cuccioli altrui, considerati rivali di un’eventuale cucciolata propria.
In Natura è previsto, infatti, che sia la sola femmina capobranco a riprodursi. Introducendo un cucciolo non sarà quindi prudente lasciarlo da subito insieme alla coppia senza alcun controllo, ma, in un primo tempo, occorrerà essere pronti a bloccare ogni eventuale tentativo di aggressione da parte della femmina adulta, rassicurandola nel contempo sul fatto che l’arrivo del nuovo cucciolo non comporta la perdita di nessun privilegio.
E’ bene comunque che la femmina adulta continui ad avere la sua privacy, ovvero la possibilità di disporre di un posto inaccessibile al cucciolo rompiscatole per poter sottrarsi alla sua tipica invadenza.
Nessun problema invece con il maschio, almeno finché il cucciolo rimane tale.
Dopo la crescita è però necessario che il nuovo arrivato mantenga un’indole sottomessa e continui ad accettare la supremazia del più anziano. Con alcune tipologie di cani, il rischio di lotte per la gerarchia è piuttosto alto, per questo è meglio che il nuovo arrivato sia femmina.
Se si hanno già due o più maschi che vivono insieme, l’introduzione di una femmina può portare disordine e, in tempi successivi, far sorgere gelosie nel branco già consolidato.
Meglio soli maschi, magari introducendo un cucciolo, usando gli stessi accorgimenti suggeriti poco sopra.
Se invece si hanno sole femmine, un’eventuale femmina estranea correrebbe il rischio di essere attaccata dal branco precostituito.
E’ più facile far accettare un maschio, ovviamente adulto.
Tutti questi suggerimenti, comunque, non sono regole assolute, ma solo indicazioni di massima: si dovrà in ogni caso valutare ogni singolo soggetto, chiedendo informazioni ai volontari circa le esperienze vissute al rifugio che possono modificare il carattere in modo notevole.
In termini di facilità di gestione può esserci una notevole differenza tra un abbinamento e l’altro.
Far convivere un maschio e una femmina appartenenti a una razza di tipo braccoide può risultare semplicissimo, mentre molossi e lupoidi dello stesso sesso possono presentare difficoltà maggiori.

Posso comunque consigliare alcune regole di condotta generali per massimizzare, in ogni caso, le probabilità di successo, anche quando questo è praticamente scontato.

– Si assegni all’ultimo arrivato una posizione subordinata rispetto a quella del cane già presente. Si stabiliscano, per esempio dei privilegi, propri del primo cane. Mangiare per primo, l’accesso a determinate zone, maggiore libertà, precedenza nelle carezze e nelle cerimonie di saluto. Il nuovo arrivato non può essere geloso di qualcosa che non ha mai ricevuto, mentre l’altro cane capisce che la sua posizione all’interno del branco non è cambiata, se non in meglio.

– Si cerchi di fare associare la presenza del nuovo ospite a cose positive. In presenza del nuovo arrivato, si gioca, si va in giro, si mangia, si fanno cose gradevoli. In sua assenza, si viene ignorati.

– Non si forzino i contatti e si dia il tempo di conoscersi. Si blocchino i tentativi di aggressione espliciti, ma si intervenga il meno possibile nei rapporti tra i cani. In caso di baruffe si prenda la parte del cane dominante e si corregga il sottomesso, insegnandogli a comportarsi in modo tale da evitare litigi, anche se questo significasse insegnarli a mantenere le distanze dal cane padrone di casa, finché non sarà quest’ultimo a cercare di avvicinarsi.

– Non si crei competizione. Si cerchi di evitare di rivolgersi al nuovo arrivato con gli appellativi e con i toni solitamente riservati al primo cane, affinché questi non lo percepisca come qualcuno che attenta alla sua posizione all’interno del branco.

– Si stabiliscano delle regole da rispettare.
Il principio “un po’ per uno non fa male a nessuno” va bene per i bambini, ma non per i cani. Se si permette a un cane di salire su una poltrona, quella diventerà la “sua” poltrona. Non si può far salire un giorno un cane e il giorno successivo l’altro per par condicio. Ogni cane dovrebbe avere i suoi spazi, la sua cuccia, la sua ciotola, i suoi giocattoli e nelle operazioni di routine, si devono sempre rispettare gli stessi turni.

Incontri con cani estranei

Diverse sono le problematiche da affrontare nell’ipotesi in cui si abbia l’esigenza di una vita serena frequentando parchi e giardini pubblici o incontrando altri cani durante le passeggiate.
In questo caso le componenti principali che determinano la riuscita del proposito che ci si prefigge sono date dalle abitudini e dagli eventuali traumi subiti.
Quasi tutti i cani possono, comunque, arrivare a considerare “normale” l’incontro di propri conspecifi di ogni sesso e taglia lungo il tragitto della passeggiata e anche i soggetti dominanti possono essere controllati con un programma di obbedienza.
Gli esercizi classici (seduto, piede, terra) fanno miracoli anche in questo senso, per non parlare dell’importanza che rivestono ai fini della creazione di un rapporto tra adottato e adottante.
Certo è molto difficile ottenere cani che giocano con altri adulti rincorrendosi e rotolandosi come cuccioli. Questo lo fanno solitamente solo i cani appartenenti a razze gregarie e poco aggressive, che si conoscono dall’infanzia.

E’ però sempre possibile ottenere indifferenza o evitare il contatto, richiamando il cane se percepiamo tensione o conosciamo l’antipatia del nostro cane nei confronti di qualche soggetto particolare.
Anche in questo caso potremmo trovarci di fronte a situazioni molto diverse a seconda della tipologia e del carattere di ogni singolo soggetto.
I consigli dei volontari del rifugio possono essere preziosi, se questi hanno avuto la possibilità di osservare il comportamento del cane adottato nei confronti dei conspecifici.
Da evitare i cani che, a seguito di disattenzioni o per valutazioni sbagliate da parte dei gestori, hanno già avuto occasione di litigare seriamente. Soprattutto i maschi possono convincersi della pericolosità di tutti i loro conspecifici ed essere sempre maldisposti ai nuovi incontri.
I volontari potranno inoltre essersi accorti di eventuali antipatie nei confronti di determinati tipi di cane.
C’è chi non compete con cani di piccola taglia, ma si scontra con quelli di taglia grande; chi odia i cani di aspetto lupino; chi, per paura, si atteggia a buono con i cani di taglia superiore, ma si “approfitta” dei più piccoli; in ogni caso, anche se i volontari non sapessero darci informazioni utili, il carattere del cane si rivelerà molto presto.
Dobbiamo solamente prepararci a dare un segnale preciso di ciò che vogliamo dal nostro cane, approfittando del cambiamento radicale dell’ambiente che per lui può significare uno stacco netto dalle abitudini precedenti.
Sostanzialmente dobbiamo evitare di perseverare con gli errori che si commettono nella maggior parte dei rifugi (pur in buona fede o perché impossibilitati ad agire diversamente).

– Si evitino le passeggiate di routine. Meglio cambiare tragitto ogni giorno e fare passeggiate dal percorso casuale. Il cane non deve prendere possesso di un territorio che non gli appartiene, altrimenti avrà l’istinto di difenderlo dai rivali. Evitando di passare puntualmente davanti alle proprietà altrui, faremo in modo che anche gli altri cani del quartiere non prendano in odio il nostro cane, come avviene tra i cani dei rifugi che occupano recinti adiacenti. Così facendo, se un giorno succedesse di incontrare un cane del vicinato in territorio neutro, le possibilità di aggressione sarebbero sicuramente minori se i cani si sono visti in poche occasioni e non sono soliti minacciarsi tutti i giorni attraverso la recinzione.

– Una volta soddisfatte le funzioni fisiologiche, non c’è ragione di marcare il territorio in modo ossessivo. Bloccare gli atteggiamenti più dominanti, come lo scavare con le zampe posteriori e ridurre la frequenza delle marcature, può diminuire notevolmente la litigiosità.

– Qualora si dovesse incontrare un altro esemplare pari sesso si cerchi di evitare che il cane marchi il territorio.
Se non marca, non avrà niente da difendere. Si stia distesi, si rida, si proponga un’atmosfera rilassata. Non si tenga il guinzaglio teso: la nostra tensione si trasmette al cane.

– Non si carezzino altri cani, né si facciano loro complimenti. Soprattutto non si usino le stesse parole e gli stessi toni che siamo soliti usare col nostro. Potremmo scatenare gelosie.

– Non ci si sottragga all’incontro di altri cani, ma nemmeno si forzino le cose. L’ideale sarebbe programmare incontri con cani diversi, dapprima con i soggetti più pacifici e meno a rischio, azzardando gradualmente contatti con soggetti di pari sesso e maggiormente competivi. Si deve evitare nel modo più assoluto che il cane si scontri. Un eventuale litigio serio sarebbe un notevole passo indietro e comprometterebbe la fiducia del cane verso i rappresentanti della sua specie.

– Nel caso il cane si mostri aggressivo, lo si corregga subito. Lo si faccia sedere o mettere a terra, premiandolo se si mantiene tranquillo.

L’importante è agire da subito, senza aspettare che i comportamenti negativi si consolidino.
All’inizio potrà presentarsi qualche difficoltà, ma se ci mostreremo intransigenti, sarà solo questione di tempo e il cane si abituerà presto a un nuovo stile di vita.
E’ normale che un cane che non ha quasi mai avuto contatti con altri cani, possa mostrarsi molto turbato, drizzare il pelo sulla schiena e mettersi sulla difensiva, quando si trova di fronte a un animale con cui non sa rapportarsi. Dopo un certo numero di correzioni in circostanze diverse, e dopo aver sperimentato più volte che “non succede niente di particolarmente drammatico” arriveremo finalmente all’assuefazione.
A un certo punto il cane capirà che la presenza di conspecifici è un fatto assolutamente normale, si tranquillizzerà e smetterà di ringhiare.
Potremo quindi lasciarlo avvicinare ad altri cani a guinzaglio lento, pronti a tirarlo indietro se dovesse mostrare segni di intolleranza.
Passo dopo passo potremo arrivare in breve tempo ad avere un cane equilibrato, che si limita ad annusare e ad esibire la mimica ritualizzata dei cani cittadini che sanno sempre confrontarsi in modo incruento.

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3 Commenti

  1. GRazie! deve essere senz`altro cosi`! Fa un po` ridere pensare a come sia macchiavellico…sapendo di essere lui l`intruso fa il carino? penserei che e` un grandissimo paraculo se non li vedessi giocare tutti contenti assieme ^o^ ..bhe ora un terzo cagnolino non e` previsto ma nel caso magari prenderemmo una femmina dal canile gia` sterilizzata. Questo cane ha gia` piu` di 10 anni secondo il veterinario, non pensiamo di farlo castrare. CErto mi piacerebbe che fosse piu` disponibile anche verso gli altri maschi che incontgra durante la passeggiata…magari seguendo i vostri consigli succedera`. GRazie mille per la risposta cosi` veloce!

  2. Il fatto che il vostro cane sia castrato ha sicuramente agevolato la nascita di questa amicizia, perché il nuovo cane non vede l’altro come un competitore: ma conta anche il fatto che sia stato accolto in una famiglia in cui l’altro cane “c’era già”. I cani rispettano moltissimo queste “precedenze”: probabilmente, se voleste prendere un terzo cane, il secondo non sarebbe altrettanto ben disposto nei suoi confronti,perché lo vedrebbe come un intruso. Quando è arrivato a casa vostra, invece, l’intruso era lui (e lo sapeva): quindi si è comportato di conseguenza per farsi accettare.

  3. Un mese fa mio marito ha trovato un cane, un maschio non sterilizzato durante la passeggiata mattutina col nostro cane, maschio sterilizzato, il cane li ha seguiti fino a casa giocando col nostro, invitato a entrare e` entrato, ha mangiato e si e` messo a dormire. Siccome nessuno lo ha reclamato pur avendo messso in giro la voce del ritrovamento, aver avvisato la polizia e i veterinari ora e` diventato il nostro cane. E` evidente che fosse tenuto in casa dalla precedente famiglia. Va d`accordissimo col nostro , giocano dormono e mangiano insieme senza problemi. Durante le passeggiate pero` e` ringhioso con gli altri maschi mentre gioca volentieri con le femmine. All`inizio abbiamo pensato fosse perche` il nostro cane e` sterilizzato ma attacca tutti i maschi indifferentemente. Ora cercheremo di seguire i suggerimenti dell`articolo ma saremmo curiosi di capire perche` va d`accordo solo col nostro cane cosa della quale siamo felici perche` ci ha permesso di tenerlo con noi. Con le persone e` dolcissimo e disponibile al gioco. Grazie per l`attenzione

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