Per condizionamenti ambientali si intendono tutte quelle caratteristiche proprie del soggetto non attribuibili a fattori genetici.
Essi possono essere FISICI o PSICOLOGICI.
L’ambiente, data la sua complessità, è causa di modifiche psico-fisiche per tutti gli esseri viventi che lo abitano.
D’altro canto anch’esso è soggetto a modifiche strutturali collegate ai mutamenti dei suoi abitanti.
Per spiegare meglio l’argomento ipotizziamo di avere due soggetti identici: uno lo inseriamo in un contesto selvatico, l’altro lo inseriamo all’interno della società umana.
Osservandoli a distanza di qualche tempo potremo notare che i due cani avranno sviluppato atteggiamenti differenti, causati da condizionamenti ambientali diversi.
Dagli studi e soprattutto da esperimenti da me condotti è emerso che l’ambiente condiziona notevolmente il cane; nonostante ciò è bene ricordare che comunque la base caratteriale rimane genetica.
Ultimamente si sente sempre più spesso parlare di cinofili comportamentisti in grado di risolvere i disturbi comportamentali dei cani sulla base di studi psicologici e psichiatrici precedentemente fatti sugli esseri umani e solo successivamente applicati in campo animale.
Per disturbi comportamentali si intendono tutte quelle alterazioni psichiche indotte che in qualche modo modificano le caratteristiche del soggetto.
I problemi possono essere di vario tipo, dai più banali ai più complessi e pericolosi.
L’addestratore dovrà essere in grado di accertare il disturbo e successivamente, analizzato il soggetto, dovrà estendere un programma di recupero idoneo.
Non sempre comunque è possibile risolvere definitivamente il problema, ci si limiterà quindi ad attenuarne i sintomi.
La definizione di “disturbo comportamentale” è spesso causa di dibattiti tra i tecnici del settore in quanto le interpretazioni risultano essere molteplici. Infatti, in base alle varie esperienze, ogni singolo caso può essere analizzato da diverse angolazioni.
Un vero blackout interpretativo potrebbe invece sorgere quando viene diagnosticato ad un cane un disturbo comportamentale, ed invece il suo comportamento è attribuibile ad un semplice atteggiamento naturale ed innato.
Capita sovente infatti di sentir parlare di cani comportamentalmente squilibrati perché mostrano dell’aggressività nei confronti del proprietario: si tratta invece spesso di soggetti dominanti che, non riconoscendo il proprietario come capobranco, hanno difficoltà a trovare una loro dimensione all’interno della famiglia.
Personalmente sono un sostenitore di pratiche basate su studi psichiatrici e psicologici, a patto che vengano eseguite da persone esperte.
Credo infatti che il settore addestrativo si evolverà positivamente anche grazie allo sviluppo di tali studi.
L’addestramento di fatto è un condizionamento, e il cane è un animale altamente condizionabile.
Egli assimila le informazioni sperimentando ogni cosa tramite la sua fisicità.
Le esperienze basate su sensazioni fisiche piacevoli o spiacevoli sono la base educativa del cane, non solo riferite all’uomo ma anche in assenza di esso.
I cani sperimentano anche l’ambiente in cui vivono attraverso esperienze fisiche.
Durante alcuni allenamenti fatti con cani in preparazione per attività agonistiche di utilità e difesa ho potuto notare che i condizionamenti più efficaci sono quelli di facile memorizzazione e cioè quelli che rispondono alla teoria di CAUSA ed EFFETTO (azione del cane, effetto positivo o negativo tramite sensazioni piacevoli o spiacevoli).
Gli studi sui condizionamenti ambientali sono oggi solo agli inizi e quindi tutto ciò diventa facilmente opinabile.
Gli stessi addestratori abbracciano filosofie differenti ricercando le forme di condizionamento più efficaci.
E’ comunque ormai opinione comune che i condizionamenti ambientali sono, nel cane, la causa principale di manifestazioni indotte.
I cani, a differenza della specie umana, sono in contatto con i cicli naturali dell’ambiente circostante.
Essi sono in grado, grazie alla loro grande sensibilità, di captare mutamenti ambientali anche minimi.
Io credo che il carattere del cane sia notevolmente influenzato anche dalla sua conformazione fisica: infatti ho notato che è più facile trovare soggetti vivaci in razze morfologicamente più atletiche e invece soggetti apatici in razze con una conformazione più goffa.
Per quanto concerne le tecniche addestrative sono portato a pensare che buona parte di esse siano oggi fuori luogo poichè, essendo ispirate al comportamento dei lupi, trovano a mio parere poco riscontro se applicate al cane odierno, frutto di selezioni mirate ad adattarlo sempre più alle esigenze umane.
I cani vanno studiati nel loro ambiente.
Con questo non voglio rinnegare tutti gli studi fatti sui lupi, ma semplicemente vorrei porre delle basi per un evoluzione moderna dell’addestramento.
La gente vive con i propri cani problematiche lontane anni luce dal comportamento del lupo nel branco.
L’ambiente urbano influenza in modo significativo l’atteggiamento generale dei cani; essi infatti si trovano a dover risolvere dei problemi di cui geneticamente non hanno memoria istintiva.
Per esempio i cani moderni, proprio per condizionamenti portati dall’uomo, possiedono minor diffidenza nei confronti della specie umana rispetto al cugino lupo.
Risolvere i problemi di convivenza tra uomo e cane non è cosa facile.
L’addestratore dovrà fare inizialmente un’analisi generale riguardo al comportamento del cane, individuando le attitudini naturali del soggetto per poi poter tracciare un programma idoneo da seguire. In base alle caratteristiche psico-fisiche più evidenti si possono fare delle valutazioni valide.
Possiamo concludere l’argomento affermando che ogni avvenimento durante l’esistenza del cane potrà influenzarne significativamente il comportamento.
Fino ad ora abbiamo analizzato le doti naturali del cane ed il suo adattamento rispetto alle varie condizioni ambientali: adesso cercheremo invece di capire cosa ha spinto l’uomo a ricercare nel cane un compagno di vita.
L’uomo del 2000 fondamentalmente cerca nel cane un amico fedele da amare e che lo ami con i suoi pregi ed i suoi difetti: tutto ciò non sempre accade, anzi spesso avviene proprio il contrario.
Quotidianamente ci troviamo di fronte a binomi male assortiti, causa di disagio per entrambe le parti: e se è vero che nella maggioranza dei casi è l’uomo a non capire il cane, è anche vero che talvolta il cane, per caratteristiche soggettive, non risulta idoneo a vivere all’interno di un nucleo familiare (prendiamo ad esempio un soggetto particolarmente dominante e nervoso che si trova a vivere in una famiglia con bambini piccoli che lo assillano).
E’ ovvio dunque che come esistono molte differenze tra gli esseri umani, esistono molte differenze tra cane e cane.
Scegliere il soggetto giusto secondo le proprie esigenze risulta essere un passo molto importante e delicato ed è alla base per una serena convivenza.
E’ buona regola, oltre che segno di responsabilità civile, informarsi riguardo al carattere ed alle esigenze delle varie razze prima dell’acquisto.
IL CANE NON VA SCELTO PER COLMARE LE PROPRIE DEBOLEZZE,MA PER CONFERMARE LE PROPRIE CERTEZZE!
La società occidentale si sta sviluppando in un modo impressionante, diventando di giorno in giorno sempre più complicata: e il cane risulta essere interpretato, ultimamente, come elemento marginale ed elitario.
In passato i cani erano usati come ausiliari dell’uomo, erano infatti di fondamentale importanza nella pastorizia, come guardiani delle proprietà, come difensori della famiglia e aiutanti attivi durante le battute di caccia.
La moda attuale purtroppo spinge gli allevatori a selezionare tutte le razze canine per bellezza e compagnia, il che può anche essere valido per le razze adibite fin dall’origine a tale scopo.
Per tutte le altre razze invece la considero un’involuzione.
Le razze con forti attitudini al lavoro dovrebbero essere salvaguardate preservando il loro prezioso patrimonio genetico: esistono ancora, infatti, persone che avrebbero bisogno di avere al loro fianco cani in grado di aiutarli nel lavoro.
D’altro canto i professionisti della cinofilia devono impegnarsi per fornire una reale cultura, in grado di responsabilizzare gli appassionati più giovani.
Come addestratore professionista mi capita spesso di avere a che fare con clienti completamente disinformati riguardo alle caratteristiche ed alle esigenze del proprio cane; hanno infatti quasi la convinzione di avere acquistato un oggetto od un robot, rimanendo poi stupiti di avere a che fare con un essere vivente (quindi non sempre prevedibile e perfetto).
Tali situazioni sono la logica conseguenza di una confusione generalizzata.
Prima di acquistare un cane bisogna informarsi leggendo qualche libro valido, frequentare allevamenti e campi di addestramento: solo così è possibile entrare realmente in contatto con il pianeta cane.
Attualmente, problematiche riguardanti aggressioni di cani ai danni di persone stanno infiammando l’opinione pubblica, dando vita a polemiche molto accese.
I mass-media enfatizzano ogni episodio per farne degli scoop e la gente spaventata corre ai ripari, dando credito a personaggi totalmente incompetenti che propongono soluzioni repressive utili solo a creare maggiori complicazioni.
Credetemi, è un problema di persone e non di cani: anche i soggetti più dominanti, se ben gestiti, non sono assolutamente in grado di nuocere (a meno che non esistano degli squilibri caratteriali che comunque sono molto rari e quindi non considerabili).
Bisogna essere realisti: non può esistere una legge repressiva in grado di assicurare l’estinzione di un problema così articolato.
Bisogna piuttosto fornire un valido supporto tecnico di specialisti competenti che possano aiutare le persone che si trovano a dover gestire cani particolarmente “focosi”.
La nostra società si divide in amanti e non amanti dei cani; i primi utilizzano gli spazi comuni per giochi e passeggiate con i loro amici a quattro zampe, gli altri non vorrebbero vedere invasi dagli animali tali spazi.
Il risultato è generalmente una totale intolleranza.
Anche in questo caso credo che il problema sia l’enorme disinformazione dei proprietari di cani che, se si attenessero alle normative vigenti, non darebbero vita a tali disagi.
Bisogna infatti fare in modo di rispettare le regole già in vigore,senza crearne di più complesse.
Il senso civico è una prerogativa importante ed indispensabile per tutti i possessori di cani e per chiunque abbia intenzione, in futuro, di possederne uno.
Gli organi di settore, purtroppo, non informano a sufficienza riguardo a quali siano i comportamenti idonei da tenere quando si vive in compagnia di un cane; come infatti accade in altri settori, sono sempre troppo poche le persone che si muovono per una giusta causa.
Bisogna però spezzare una lancia in favore di tutte quelle strutture private che cercano di fare informazione nonostante le avversità.
Il concetto di “cane sociale” risulta essere molto soggettivo, lasciando libero spazio all’interpretazione personale.
Noi addestratori promuoviamo gli sport riconosciuti dalla cinofilia ufficiale, considerandoli un metodo civile e responsabile di vita con il cane.
In effetti i programmi di addestramento migliorano radicalmente le relazioni tra uomo e cane con conseguenze decisamente positive.
Promuovere discipline come l’AGILITY, l’OBEDIENCE, l’UTILITA’ E DIFESA significa valorizzare una cultura contemporanea utile alla società.
Esistono molti altri sport da poter praticare con il cane, anche se in Italia quelli sopra elencati hanno ottenuto finora adesioni maggiori.
Sostenere i settori sportivi è oggi più importante che mai: ci da’ infatti la possibilità di mantenere vive alcune caratteristiche psico-fisiche fondamentali per alcune razze, che ormai invece tendono ad essere sempre più assopite.
Un’altra osservazione importante a favore di queste discipline riguarda l’accrescimento culturale dei proprietari di cani impegnati in tali attività.
Personalmente sono realmente convinto riguardo ai benefici di queste discipline: credo infatti che i veri appassionati cinofili siano proprio quelli in grado di mettersi in discussione,cercando di superare prove impegnative dove solo in pochi riusciranno a competere nel settore agonistico ad alti livelli.
ciao, hai perfettamente ragione sulla questione sport cane-padrone. Da quando ho fatto il corso di educazione base cane-padrone e poi ho scelto agility sento che il rapporto col mio cane è nettamente cambiato, non solo perché ho imparato moltissimo sui cani ma anche perché c’è una complicità nuova col mio cavalier, che già di suo è estremamente ubbidiente e facilmente gestibile. In particolare agility trovo sia meraviglioso perché in un contesto di gioco e divertimento, il cane si allena e ti ubbidisce. Mi ha dato le basi per poter dire: io ho il pieno controllo del mio cane e mi fido di lui perché ho avuto modo di metterlo alla prova in svariate occasioni e so come reagisce, quali sono le sue paure, quali i suoi pregi e quali ancora i suoi limiti. Purtroppo sento di non poter dire la stessa cosa della maggior parte dei proprietari..ancora TAAAAAAAAAANTISSIMA ignoranza sull’argomento e poca passione cinofila che spinge le persone a prendere animali di cui non sa occuparsi e forse non lo sarà mai.